A. Berzin: La necessità del Lam-rim per praticare efficacemente il tantra

Dr. Alexander Berzin: Se non abbiamo accumulato una base solida nell’ambito iniziale del lam-rim, c’è il pericolo che la nostra pratica tantrica diventi semplicemente un rituale vuoto …

Dr. Alexander Berzin: La necessità del Lam-rim per praticare efficacemente il tantra 

Il tantra è una pratica altamente avanzata che richiede delle solide fondamenta affinché si possano ottenere dei risultati positivi. Abbiamo soprattutto bisogno di integrare in modo sincero ciascuno dei tre livelli graduali di motivazione del lam-rim, altrimenti la nostra pratica del tantra sarà incompleta e priva di significato.

Introduzione

Se abbiamo ricevuto un’iniziazione tantrica, solitamente ci impegniamo a compiere la pratica relativa ogni giorno per il resto delle nostre vite. Molti tibetani prendono questi potenziamenti con la motivazione di piantare semi per le loro vite future, senza l’obiettivo di praticare il tantra davvero in profondità in questa vita – ad eccezione di recitare alcuni mantra ogni giorno.

Come occidentali, molti di noi non sono convinti della rinascita, e quindi pensiamo in termini di questa vita. Ma anche se stiamo facendo la nostra pratica quotidiana, spesso possiamo sentire che non stia andando da nessuna parte. Può facilmente diventare un rituale vuoto in cui ripetiamo alcune parole in inglese, [in italiano], o in tibetano: una lingua che non sappiamo nemmeno.

Se ci siamo impegnati a fare una pratica quotidiana, dobbiamo cercare di renderla il più efficace possibile e davvero metterci tutto il nostro cuore.

Si dice che attraverso la pratica del tantra – specialmente la classe più elevata del tantra – sia possibile raggiungere l’illuminazione in questa stessa vita. In effetti è persino possibile raggiungerla entro tre anni e tre fasi della luna. Questo sembra seducente, e sebbene sia possibile in teoria, dobbiamo renderci conto di come sia altamente improbabile. La pratica tantrica è estremamente difficile e, sebbene non possa richiedere gli eoni infiniti necessari nelle pratiche sutra del Mahayana, raggiungere l’illuminazione con il tantra richiede tuttavia un numero enorme di vite di pratica intensiva. Pratica intensiva vuol dire 24 ore al giorno, senza vacanze: praticare il tantra non è una scusa per la pigrizia!

Nella gran parte delle iniziazioni, il maestro tantrico spiegherà la teoria fondamentale del tantra e come funziona per portare all’illuminazione, e ciò ha l’obiettivo di incoraggiare e di instillare nei praticanti un profondo rispetto per l’eccezionale sofisticazione dei metodi. E dovremmo rispettarlo davvero – se esaminiamo l’elenco dei mille Buddha di questa era del mondo, solo alcuni insegneranno il tantra. Questo ci motiva ad impegnarci seriamente in esso.

Cosa vuol dire in realtà impegnarsi “seriamente”? Non è semplicemente mantenere i nostri impegni quotidiani: dopo un po’ le persone mollano questi impegni perché li trovano noiosi oppure non hanno il tempo. Se prendiamo le iniziazioni quando siamo giovani, siamo spesso idealisti, non pensando al tempo e alle responsabilità necessarie per avere una famiglia e una carriera. Se riusciamo a mantenere una pratica giornaliera nel corso della nostra vita, allora abbiamo bisogno di lavorare su tutti i passi del lam-rim. Dobbiamo essere capaci di integrare, emotivamente e con sincerità, ciascuno degli stadi graduali nelle nostre vite.

Non dovremmo pensare che questo sia facile. Il secondo passo è basato sul primo, e il terzo passo è basato sul secondo. Non possiamo saltarne uno senza aver stabilito saldamente i passi precedenti, altrimenti tutta la nostra pratica diventa totalmente instabile. L’importanza di questi vari passi è che beneficiano la nostra pratica quotidiana e ci consentono di praticare il tantra efficacemente.

Il maestro spirituale

Il lam-rim comincia con una spiegazione dell’importanza del maestro spirituale. Ovviamente abbiamo bisogno di un maestro che ci conferisca i potenziamenti. Ci connettono ad un lignaggio di maestri che risale al Buddha, infondendo fiducia nell’autenticità e nell’efficacia della pratica. Il maestro inoltre aggiunge un aspetto personale quando prendiamo i voti e gli impegni. Fare delle promesse ad una visualizzazione di un buddha non offre solitamente lo stesso aspetto emotivo rispetto al compierle di fronte ad una persona seduta di fronte a noi.

Il nostro maestro spirituale deve essere qualcuno che ci ispira e ci tocca ad un livello emotivo. Più rispetto e apprezzamento abbiamo per loro, più profonda sarà la nostra disciplina e il nostro impegno. I sutra offrono l’istruzione di raffigurare il nostro maestro in miniatura seduto in cima alla testa o nel nostro cuore. Se manteniamo la consapevolezza del nostro maestro in questo modo per tutto il giorno, diventa difficile agire in maniera irresponsabile di fronte a loro!

L’emozione profonda che sviluppiamo per via del rispetto e dell’apprezzamento non dovrebbe disturbarci o farci aggrappare a loro. Ci dà la fiducia per cui non reagiamo con rabbia o tristezza quando ci viene detto di fare qualcosa che non ci piace, né diventiamo arroganti, pensando di saperla lunga. E neanche ci abbattiamo, pensando di essere delle creature umili e miserabili senza nessuna buona qualità, mentre il maestro è un oggetto perfetto di venerazione. Il V Dalai Lama afferma chiaramente che dovremmo distinguere le buone qualità del maestro dai suoi difetti. Ma siccome il maestro ha di gran lunga più buone che cattive qualità, otteniamo molti più benefici ed ispirazione concentrandoci sulle qualità positive.

La preziosa rinascita umana

Il prossimo passo è pensare alla nostra preziosa vita umana. Abbiamo questa opportunità temporanea di praticare qualcosa che sfrutti al massimo il nostro tempo sulla terra. È particolarmente importante che come esseri umani noi siamo unici nel possedere i chakra e il sistema di energie sottili per l’illuminazione nel tantra, qualcosa che non è menzionato nelle liste standard del lam-rim. Ciò rende la nostra rinascita umana incredibilmente preziosa.

Uno dei voti tantrici consiste nel non maltrattare i nostri aggregati – il nostro corpo e la mente – poiché sono molto preziosi e abbiamo bisogno di utilizzarli sul sentiero. Insistere troppo e stressarci causa problemi al nostro sistema energetico. Ma dobbiamo trovare una via di mezzo tra questo e l’estremo della pigrizia. Dovremmo dormire bene, mangiare in modo appropriato, e fare attività fisica a sufficienza. Specialmente abbiamo bisogno di evitare di inquinare le nostre menti con la violenza, la pornografia eccetera.

Se non apprezziamo la preziosa vita umana che abbiamo, c’è il rischio di sprecarla e di perdere la rara opportunità di praticare il tantra in maniera efficace. Potremmo ignorare di pensare alla nostra motivazione e semplicemente recitare le parole come un rituale vuoto, agitando stupidamente un vajra e una campana. E ogni volta pensiamo di essere dei grandi praticanti tantrici!

Vorrei sottolineare un punto: compiere questo rituale vuoto quotidianamente non è una totale perdita di tempo. Ci aiuta comunque a sviluppare un senso di disciplina e di responsabilità. Se lo recitiamo in tibetano, c’è un ritmo speciale che ci aiuta anche a calmarci, connettendoci al lignaggio tibetano. Ma non sfrutteremo pienamente tale pratica, che è lo scopo di questa preziosa rinascita umana.

La morte e l’impermanenza

Una volta che siamo giunti ad apprezzare la nostra preziosa rinascita umana, riflettiamo sulla morte e l’impermanenza. La nostra vita è impermanente, e certamente moriremo. Potremmo morire in ogni momento, poiché la morte non fa distinzioni tra vecchi o giovani, ammalati o in salute. Quando moriamo, nulla ci sarà di aiuto ad eccezione delle abitudini positive che abbiamo accumulato con la nostra pratica del Dharma.

L’obiettivo della pratica tantrica è di sbarazzarsi della morte e della rinascita, che è la base per sperimentare tutte le sofferenze da una vita all’altra. La classe più elevata del tantra include delle pratiche modellate su ciò che avviene durante il processo di morte, lo stadio intermedio, e la rinascita. Facciamo queste pratiche in modo da essere effettivamente in grado di sostituire la nostra morte, il bardo, e la rinascita ordinarie con la realizzazione effettiva della Buddhità.

Quando moriamo, la nostra coscienza grossolana si dissolve, aprendo la strada ad un livello estremamente sottile della mente. Se abbiamo ancora inconsapevolezza e i potenziali karmici provenienti da emozioni disturbanti, possono manifestarsi e condurci in una rinascita inferiore. Invece di dare origine ad apparenze ed esistenze samsariche, con il tantra diamo origine ad un’esistenza illuminata, attraverso una comprensione della vacuità e con una motivazione di bodhichitta.

Nella prima fase di questa classe più elevata del tantra, noi immaginiamo di raggiungere il livello più sottile della mente, generando da esso una forma di Buddha illuminata invece della nostra solita forma samsarica. La forma può essere semplice come una figura del bardo, simile all’apparenza sambhoghakaya di un Buddha, o potrebbe essere un’apparenza più complessa come il nirmanakaya, analoga alla rinascita.

Lavoriamo con tali visualizzazioni nello “stadio di generazione” iniziale e poi in ciò che è noto come lo “stadio di completamento”, in cui ogni cosa è completa per poter lavorare effettivamente con il nostro sistema di energia sottile. Tramite l’energia più sottile possiamo generare effettivamente una forma sottile – invece di una forma samsarica – chiamata un “corpo illusorio”. La pratica si esegue nella meditazione, e non è sostenibile al di fuori della meditazione. Tuttavia, visualizzare delle forme pure lavorando con il sistema di energia sottile in questo modo è la causa diretta per generare effettivamente noi stessi, al punto finale, come un Buddha illuminato.

Se non crediamo nella morte, nel bardo, e nella rinascita, e se non abbiamo nessun apprezzamento dell’impermanenza, allora la nostra pratica diventa priva di significato. Dobbiamo pensare vigorosamente: “Un giorno morirò, e mi auguro di evitare che sia una semplice morte, bardo, e rinascita ordinarie”. Al livello più basilare, la nostra morte potrebbe portare ad una rinascita peggiore, in cui non abbiamo questa preziosa vita umana né le libertà che ci offre. Essere totalmente convinti che non sapremo quando moriremo ci motiverà ad evitare di creare negatività. Se pensiamo alla morte, al bardo e alla rinascita nei termini della struttura delle Quattro Nobili Verità, allora meditando seriamente sulle prime due verità – il vero problema e la vera fonte del problema – produrremo il desiderio di praticare per sbarazzarci della nostra sofferenza.

Più siamo consapevoli della morte e dell’impermanenza, più efficace sarà la nostra pratica quotidiana. Ci sono così tante cause di morte – essere investiti da un tir, avere un attacco di cuore, mangiare cibo cattivo – e ci sono stati inferiori in cui potremmo nascere, e in cui un numero infinito di esseri stanno soffrendo. Poiché le nostre vite non hanno nessun inizio, ciò significa che quasi certamente abbiamo accumulato i potenziali negativi per rinascere come uno scarafaggio, o peggio. Sebbene possa essere difficile apprezzare realmente come sarebbe la vita come uno spirito famelico oppure un essere infernale, possiamo tuttavia considerare la vita di alcuni esseri umani che vivono nei paesi più poveri. Ci sono persone in tutto il mondo che stanno morendo di fame, che devono camminare per chilometri per avere dell’acqua sporca, e che proprio in questo momento vengono sfruttati. Se contempliamo in profondità questo tipo di esperienze, ciò darà origine ad una forte intenzione di evitarle.

Il Rifugio

L’argomento successivo nel lam-rim è il rifugio: indirizzare la nostra vita verso una direzione sicura. Qui stiamo puntando alle ultime due Nobili Verità in cui eliminiamo completamente tutti i fattori offuscanti che causano la rinascita e la sofferenza che ne deriva. Allo stesso tempo otteniamo una comprensione corretta della realtà e realizziamo in pieno tutte le nostre buone qualità. Questo è il Gioiello più profondo del Dharma.

Dobbiamo comprendere la fondamentale purezza del nostro continuum mentale – la nostra natura di Buddha – e che tutti i fattori offuscanti sono momentanei. Poiché sono temporanei, possono essere rimossi totalmente, per sempre. Se non siamo convinti che questo sia possibile, allora perché dovremmo addirittura essere preoccupati di provare a farlo e di rimuovere le esperienze della morte, del bardo e della rinascita? Se non siamo assolutamente certi che il Buddha ed alcuni del Sangha Arya l’hanno raggiunta, allora come potremo mai sperare di raggiungerla noi stessi?

Quando arriviamo a comprendere come i Buddha abbiano raggiunto la piena illuminazione, e come l’Arya Sangha stia lavorando verso la piena illuminazione, ciò ci offre un’ispirazione incredibile per lavorare verso lo stesso obiettivo. Giungiamo alla conclusione che quello che hanno fatto effettivamente crea un cambiamento, e scegliamo di andare nella stessa direzione. Questo è il rifugio.

Evitare il comportamento distruttivo

Il punto finale nell’ambito iniziale della motivazione consiste nell’evitare il comportamento distruttivo, poiché produce rinascite inferiori. Considerare questa conoscenza seriamente ci dà una maggiore forza nel mantenere i nostri voti e gli impegni. Immaginate di poter vedere davvero il tipo di sofferenza e le terribili rinascite che derivano dal comportamento distruttivo; sarà difficile compiere persino la più lieve azione distruttiva.

Ovviamente ci sono anche comportamenti distruttivi grossolani come l’uccidere, il rubare, e il mentire. Il più pesante tuttavia consiste nell’avere un atteggiamento antagonista distorto, per cui pensiamo che sia stupido evitare la negatività e praticare il tantra ed è tutta una perdita di tempo. Questo tipo di ragionamento ci porta ad abbandonare gli stessi metodi che effettivamente ci aiutano ad evitare la sofferenza.

In sintesi

Se non abbiamo accumulato una base solida nell’ambito iniziale del lam-rim, c’è il pericolo che la nostra pratica tantrica diventi semplicemente un rituale vuoto, e che il nostro interesse gradualmente finisca per spegnersi.

Comprendere quanto sia preziosa questa vita che abbiamo, e che potrebbe finire in qualunque momento, ci motiva a trarre il massimo da essa. Al momento della morte i nostri amici, il corpo e la ricchezza non ci sono di nessun aiuto; soltanto le abitudini positive che abbiamo accumulato attraverso la nostra pratica di Dharma ci aiutano. Realizzare questo fatto ci incoraggia ad indirizzare la nostra vita verso una direzione sicura, e ci permette di trarre piacere dalla nostra pratica del Dharma.

Trascrizione di un seminario, Mosca, Russia, settembre 2010; traduzione italiana a cura di Claudio Li Calzi. https://studybuddhism.com/it/buddhismo-tibetano/tantra/il-tantra-buddhista/la-necessita-del-lam-rim-per-praticare-efficacemente-il-tantra