2.2 Lama Tzong Khapa: I Grandi Stadi del Sentiero, Lam Rim Cen Mo

Lama Tzong Khapa: Se sei capace di generare un intenso diletto nel contemplare i molti benefici del dare via le cose e la grande paura nel riflettere sui difetti dell’avarizia, produrrai in modo naturale un’attitudine generosa.

2.2 Lama Tzong Khapa: Il Grande Trattato sugli Stadi del Sentiero dell’Illuminazione, Lam Rim Cen Mo. Secondo volume. II Ed. a cura della traduttrice Ven. Tenzin Oejung, Dharamsala, India 2016.

Capitolo 7 Una introduzione alle sei perfezioni. Capitolo 8 L’addestramento nel Mahayana: precetti e perfezioni. Capitolo 9 La perfezione della generosità. Capitolo 10 Come dare. Capitolo 11 La perfezione della disciplina etica.

Capitolo 7 Una introduzione alle sei perfezioni {85}

c) Come apprendere gli atti del bodhisattva dopo aver sviluppato la mente dell’illuminazione.

i) La ragione per cui devi apprendere gli addestramenti dopo aver sviluppato la mente dell’illuminazione.

ii) Dimostrazione che non diventerai un Buddha apprendendo separatamente metodo e saggezza.
c)
Come apprendere gli atti del bodhisattva dopo aver sviluppato la mente dell’illuminazione.

Come apprendere gli atti del bodhisattva dopo aver sviluppato la mente dell’illuminazione ha tre parti:

1. La ragione per cui devi apprendere gli addestramenti dopo aver sviluppato la mente dell’illuminazione.

  1. Dimostrazione che non diventerai un Buddha apprendendo separatamente metodo e saggezza.

  2. Spiegazione del processo di apprendimento dei precetti (Capitolo 8 e successivi).

i) La ragione per cui devi apprendere gli addestramenti dopo aver sviluppato la mente dell’illuminazione.

È proprio vero che deriva grande beneficio dal mero sviluppo della mente dell’illuminazione senza apprendere gli addestramenti alla generosità e così via. Riguardo a questo, prendi in considerazione il passaggio citato in precedenza dalla Arya-maitreya-vimoksa, Vita di Maitreya. Tuttavia, devi {86} ancora praticare gli addestramenti del bodhisattva. Se non enfatizzi questa pratica, non diventerai mai un Buddha. Perciò impara gli atti del bodhisattva. Pertanto, Il Più Eminente di Gaya Gaya-sirsa dice:

L’illuminazione è per i grandi bodhisattva che prendono a cuore la pratica, ma non per quelli che prendono a cuore una pratica sbagliata.

E anche il Sutra del Re delle Concentrazioni dice:

Perciò prendi a cuore la pratica. Perché? Oh Principe, perché quando prendi a cuore la pratica l’illuminazione non è difficile da raggiungere.

Pratica” significa il metodo per raggiungere la buddhità, cioè apprendere gli addestramenti del bodhisattva. Anche il primo Stadi della Meditazione dice: I bodhisattva che hanno sviluppato così la mente dell’illuminazione, comprendono che senza disciplinare se stessi non possono disciplinare gli altri e perciò si impegnano nella pratica della generosità e così via; senza pratica, non raggiungeranno l’illuminazione.

E il Commentario sul “Compendio della Cognizione Valida” Pramana-varttika-karika di Dharmakirti, dice:

Per distruggere la sofferenza, i compassionevoli

Lavorano ad attualizzare i metodi; [341]
È difficile per loro spiegare i metodi e i loro risultati

Quando sono nascosti a loro stessi.

Coloro che hanno grande compassione per gli altri sentono il bisogno di alleviare la sofferenza degli altri. Per alleviarla, non è sufficiente il gentile pensiero: “Possano essi essere liberi dalla sofferenza”; devono impegnarsi nei metodi che causeranno (il sollievo). Ora, se non si impegnano loro per primi in questi metodi, non saranno in grado di liberare gli altri. Pertanto, se vuoi lavorare per il benessere degli altri, devi prima disciplinare te stesso. Riferendosi a questo, il Sutra del Re delle Concentrazioni dice che dovresti “prendere a cuore la pratica”. Si dice che la pratica consiste nell’apprendere l’addestramento nei precetti associati ai voti del bodhisattva dopo che li hai presi. Perciò, è molto importante che tu non sia in errore proprio riguardo a ciò che implica il prendere a cuore la pratica.

ii) Dimostrazione che non diventerai un Buddha apprendendo separatamente metodo e saggezza.

Non è sufficiente volere semplicemente raggiungere la buddhità; devi impegnarti nel metodo per conseguirla. Questo metodo deve essere {87} senza errore perché, altrimenti, indipendentemente da quanto ti sforzi, in un sentiero sbagliato non otterrai il risultato, ed è come mungere un corno nella speranza di ricavarne latte. Perfino nel caso che il metodo sia senza errore, se non è completo in tutti i particolari, il compiere sforzi non darà risultato, proprio come l’assenza del seme, dell’acqua, della terra o di quant’altro, precluderà la produzione di un germoglio. Perciò, il secondo Stadi della Meditazione dice:

Se tu applichi uno sforzo serio ad una causa sbagliata, anche un enorme quantità di tempo non ti darà il risultato desiderato, come mungere un corno. Un risultato non deriva da un complesso causale incompleto, proprio come un effetto del tipo della produzione di un germoglio non si verifica quando manca qualcosa come un seme. Pertanto, una persona che voglia un risultato deve dipendere da un insieme di cause e condizioni completo e senza errore.

Cos’è, allora, l’insieme senza errore e completo di cause e condizioni? Il Discorso sulla Grande Illuminazione di Vairocana (Maha-vairocanabhisambodhi- dharma-paryaya) dice:

Signore dei Segreti, la sublime saggezza dell’onniscienza deriva dalla radice della compassione. La sua causa è la mente dell’illuminazione. È portata a completamento dal metodo. [342]

Riguardo a questo, ho già spiegato la compassione. Il grande innovatore Kamalasila spiega che la “mente dell’illuminazione” è sia la mente convenzionale dell’illuminazione che la mente ultima (dell’illuminazione), e che “metodo” è praticare tutte le virtù come la generosità e via di seguito.

Posizione degli oppositori: Alcune persone come il cinese Ha-shang, che hanno un’idea errata circa il sentiero dei due tipi di mente dell’illuminazione, dicono che qualsiasi pensiero – i pensieri non virtuosi, naturalmente, ma anche quelli virtuosi – ci vincola all’esistenza ciclica; perciò i suoi risultati non trascendono l’esistenza ciclica. È come essere legati con una fune d’oro o con una fune ordinaria, come le nuvole bianche o scure che coprono il cielo, o come il dolore derivante dall’essere morsicati da un cane bianco o da uno nero. Perciò, il sentiero per la futura buddhità è porre semplicemente la mente in uno stato privo di qualsiasi pensiero. Le virtù come la generosità e la disciplina etica sono insegnate alle persone sciocche, incapaci di tale meditazione sul definitivo [la vacuità]. Impegnarsi in quegli atti dopo aver trovato il definitivo sarebbe come se un re scendesse ad uno stato comune o come trovare un elefante e poi cercare le sue orme. Ha-shang tenta di provare questa posizione citando, dai sutra, ottanta passaggi che celebrano questo stato della mente privo di qualsiasi pensiero.

Risposta: Il detto di Ha-shang: “Qualunque cosa (abbia) a che fare con il metodo non è un effettivo sentiero per la buddhità”, è una tremenda negazione del {88} convenzionale. E dal momento che egli confuta l’analisi della realtà priva di un sé tramite la saggezza che discerne, (cosa) che è il cuore dell’insegnamento del Conquistatore, egli bandisce il sistema dell’ultimo (confinandolo) a una grande distanza. Il grande bodhisattva Kamalasila confutò in modo eccellente, con una quantità di citazioni scritturali e di ragionamenti senza pecche questa epitome di visioni errate, in cui si sostiene che il sublime sentiero consiste nello stabilizzare la mente in uno stato privo di qualsiasi pensiero. Tale stabilizzazione della mente è una pratica correttamente sussunta nella mera categoria della serenità meditativa, a prescindere da quanto possa essere superiore. Kamalasila quindi scrisse abbondantemente sul buon sentiero che compiace i conquistatori. [343]

Ciò nonostante, ci sono ancora alcuni che continuano a fare ciò che fece Hashang, perché il totale declino dell’insegnamento del Buddha si sta avvicinando, a causa del fatto che non ci sono più le persone eccellenti che verificano con certezza totale, tramite le scritture dal significato definitivo e col ragionamento impeccabile, tutti i punti chiave del sentiero nella loro interezza; questo perché il merito degli esseri viventi è veramente esiguo e poiché ci sono così tanti che hanno poca fede nell’insegnamento e un’intelligenza fiacca. Alcuni sminuiscono gli atti che fanno parte del sentiero, i voti che sono da mantenere e così di seguito, rifiutandoli e via dicendo mentre coltivano il sentiero; altri non accettano la negazione sbagliata di Ha-shang riguardo al fattore del metodo, ma asseriscono che questo modo di comprendere la visione filosofica è eccellente; ed altri ancora mettono da parte la saggezza che discerne e sostengono che la meditazione di Ha- shang, del non pensare, è il meglio.

Il sentiero di queste persone in verità non è affatto nella direzione o in vicinanza della meditazione sulla vacuità. Ma anche se tu dovessi concedere che è una meditazione sulla vacuità, non dovresti allora continuare a dire che quelli (che hanno) una conoscenza che deriva loro dalla coltivazione di un metodo di meditazione senza difetto, dopo aver trovato il significato non errato della vacuità, dovrebbero meditare sulla sola vacuità e “non coltivare stati convenzionali della mente pertinenti agli atti”, o, alternativamente, “non devono sforzarsi per quegli stati convenzionali della mente in una varietà di modi, sostenendoli come la pratica centrale”. Dire questo tipo di cose contraddice tutte le scritture e sfugge completamente alla ragione, perché la meta per i praticanti del Mahayana è il nirvana non-dimorante. Per questo devi conseguire il non-dimorante nell’esistenza ciclica tramite la saggezza che conosce la realtà, gli stadi del sentiero dipendente dall’ultimo, il “sentiero profondo”, la collezione di sublime saggezza, il cosiddetto “fattore di saggezza”. Devi anche conseguire un non-dimorante nella {89} pace che è nirvana, tramite la saggezza che comprende la diversità dei fenomeni, gli stati del sentiero che dipende dalle verità convenzionali, il sentiero vasto, la col- lezione di meriti, il cosiddetto “fattore metodo”. [344]

Il Sutra che Mostra il Segreto Inconcepibile del Tathagata (Tathagatacintya-guhya-nirdesa-sutra) dice così:

La collezione di sublime saggezza elimina tutte le afflizioni. La collezione di meriti nutre gli esseri viventi. Bhagavan, dato che è così i bodhisattva mahasatt- va dovrebbero sforzarsi per le collezioni di sublime saggezza e meriti.

Il Sutra delle Domande del Tesoro del Cielo (Gagana-ganja-pariprccha-sutra) dice:

Con la conoscenza della saggezza, elimini completamente tutte le afflizioni. Con la conoscenza del metodo, includi tutti gli esseri viventi.

Il Sutra che Svela il Significato Inteso (Samdhi-nirmocana-sutra) dice:

Distogliersi completamente dal benessere di tutti gli esseri viventi e distogliersi completamente da ogni partecipazione all’azione motivata, Io non ho insegnato che questi sono l’insuperabile, perfetta illuminazione.

L’Insegnamento di Vimalakirti (Vimalakirti-nirdesa-sutra) afferma in modo approfondito:

Cosa costituisce un legame per i bodhisattva e cosa è per loro liberazione? Attaccamento al vagare senza metodo nell’esistenza ciclica è legame per un bodhisattva; procedere attraverso l’esistenza ciclica con metodo è liberazione. L’attaccamento al vagare nell’esistenza ciclica senza saggezza è legame per un bodhisattva; procedere attraverso l’esistenza ciclica con saggezza è liberazione. La saggezza che non è imbevuta di metodo è legame; la saggezza imbevuta di metodo è liberazione. Il metodo non imbevuto di saggezza è legame; il metodo imbevuto di saggezza è liberazione.

Perciò, quando sei sul sentiero, fin dal momento in cui vuoi la meta della buddhità, tu devi dipendere sia dal metodo che dalla saggezza; non la raggiungerai con solo uno dei due. Il Più Eminente di Gaya Gaya-sirsa dice: Se riassumi i sentieri dei bodhisattva, ci sono questi due. Quali due? Metodo e saggezza. [345]

Il Glorioso, Primo e Più Eminente dei Tantra (Sri-paramadya-kalpa-raja) afferma: {90} La perfezione della saggezza è la madre. Abilità nei mezzi è il padre.

E anche il Capitolo di Kasyapa Arya-kasyapa-parivarta-nama-mahayana-sutra dice: Kasyapa, è così. Proprio come i re informati dai ministri assolvono a tutti i doveri reali, così pure la saggezza dei bodhisattva, imbevuta dagli abili mezzi compie tutti gli atti di un Buddha.

Perciò, medita su una vacuità che ha la supremazia di essere associata a tutti gli aspetti, cioè, la vacuità che è completa in tutte le sfaccettature del metodo: generosità e così via. Meditando sulla vacuità in isolamento non raggiungerai mai il sentiero Mahayana. Il Sutra delle Domande del Gioiello della Corona Arya-ratna-cuda-pariprccha-nama-mahayana-sutra afferma questo a fondo:

Dopo aver indossato la corazza dell’amore ed esserti disposto in uno stato di grande compassione, stabilizza la tua mente nella meditazione sulla effettiva vacuità che ha la supremazia di essere associata a tutti gli aspetti. Che cosa nella vacuità ha la supremazia di essere associata a tutti gli aspetti? È qualcosa che non è separata dalla generosità, che non è separata dalla disciplina etica, che non è separata dalla pazienza, che non è separata dalla gioiosa perseveranza, che non è separata dalla stabilizzazione meditativa, che non è separata dalla saggezza e che non è separata dal metodo.

Il Continuum Sublime commenta questo passaggio nel modo seguente: (La metafora originale suggerisce di dipingere il corpo di una donna. Generosità, disciplina etica, pazienza e così via sono pennellate (lekhaka) con quelle forme, e la vacuità che ha supremazia di essere associata a tutti gli aspetti è il corpo (pratima) decorato con la pittura (body-paint)

Generosità, disciplina etica, pazienza e così via,

Questi sono i pittori;
La vacuità suprema in tutti gli aspetti
È detta essere la somiglianza.

Questo passaggio usa l’analogia del mettere assieme un gruppo di artisti per dipingere l’aspetto di un qualcosa che assomiglia a un re. Uno sa come dipingere una testa ma non qualcosa d’altro; uno sa come dipingere una mano ma non qualcosa d’altro, e così via. Se manca anche solo un artista, il dipinto non verrà finito. Quel qualcosa che somiglia al re è analogo alla vacuità e i pittori sono analoghi alla generosità e così via. Perciò il metodo, generosità e via dicendo, è incompleto; sarebbe come una somiglianza decapitata o amputata. [346]

Inoltre, prendere la vacuità isolatamente come ciò su cui si deve meditare e dire: “Non c’è bisogno di coltivare qualcos’altro”, esprime un’idea che il Bhagavan espone come una visione a cui opporsi ed egli pertanto la confutò. Se (quella) affermazione fosse vera, allora i molti {91} eoni della pratica della generosità, dell’osservanza della disciplina etica, ecc., di un bodhisattva sarebbero un esercizio in una saggezza difettosa che non comprende il definitivo, come dice il Bhagavan nel Sutra che Raccoglie Tutti i Fili (Sarva-vaidalya-sam-graha-sutra):

Maitreya, gli sciocchi che intendono ripudiare le altre perfezioni parleranno in questo modo della pratica corretta dei bodhisattva riguardo alle sei perfezioni ai fini della perfetta illuminazione: “I bodhisattva dovrebbero addestrarsi solo nella perfetta saggezza, le restanti perfezioni non servono”. Ajita [Maitreya], cosa pensi? Colui che fu il re di Kasi [Sakyamuni Buddha in una vita precedente] stava forse esercitando la saggezza imperfetta quando diede la sua carne al falco per amore del piccione?

Maitreya rispose: “No, Bhagavan, non è stato così”.

Il Bhagavan continuò: “Maitreya, quando io stavo compiendo gli atti di un bodhisattva, le radici di virtù che accumulai, le radici di virtù che procedono con le sei perfezioni, mi hanno forse danneggiato?”

Maitreya rispose: “No, Bhagavan, non ti hanno danneggiato”.
Il Baghavan continuò: “Ajita, finora tu hai praticato la perfezione della generosità per sessanta eoni, hai praticato la perfezione della disciplina etica per sessanta eoni, la perfezione della pazienza per sessanta eoni, la perfezione della perseveranza gioiosa per sessanta eoni, la perfezione della stabilizzazione meditativa per sessanta eoni e la perfezione della saggezza per sessanta eoni; riguardo a ciò, questi sciocchi diranno che l’illuminazione si raggiunge solo tramite una sola via: la via della vacuità. [
347] I loro atti saranno completamente impuri.

Perciò, dire: “Per chi conosce la vacuità non è necessario sforzarsi fortemente di coltivare il metodo” è una negazione sbagliata che in effetti afferma: “Il periodo delle precedenti sante vite del nostro Insegnante fu un tempo in cui egli non aveva la comprensione del definitivo”.

Posizione degli Oppositori: Praticare gli atti di generosità e così via in una varietà di modi è per quando non hai una stabile conoscenza della vacuità. Quando hai tale ferma conoscenza questo è sufficiente.

Risposta: Questa è una visione veramente sbagliata. Se fosse corretta, allora i figli dei conquistatori che sono ascesi ai grandi livelli in cui hanno raggiunto la sublime saggezza non-concettuale che percepisce la verità ultima, e, in particolare, l’ottavo livello dei bodhisattva, che hanno il controllo sulla saggezza non–concettuale, non avrebbero bisogno degli atti del bodhisattva. Questo non è corretto, perché il Sutra sui Dieci Livelli (Dasa-bhumika-sutra) dice che anche se su ciascuno {92} dei dieci livelli c’è una vacuità su uno degli atti, generosità, ecc., non per questo essi non compiono gli altri atti; perciò si dice che essi praticano tutte le sei o dieci perfezioni su ciascun livello. Inoltre, dal momento che Ajita [Maitreya], Nagarjuna e Asanga spiegano il significato di questi sutra in questo modo, non è possibile interpretarli diversamente.

In particolare, i bodhisattva eliminano tutte le afflizioni sull’ottavo livello. Perciò, quando si stabilizzano sull’ultimo, in cui hanno calmato tutte le elaborazioni, i Buddha li esortano, spiegando che devono addestrarsi negli atti del bodhisattva: “Solo con questa conoscenza della vacuità, non puoi illuminarti, perché anche gli sravaka e i pratyekabuddha hanno ottenuto la non-concettualità. Guarda il mio corpo incommensurabile, la mia sublime saggezza incommensurabile, il mio regno incommensurabile, e così di seguito. Tu non hai neanche i miei poteri e così via. Persevera gioiosamente per amore di questi attributi. Pensa agli esseri viventi che non sono in pace, disturbati da varie afflizioni. Ma non abbandonare questa sopportazione [meditazione sulla vacuità]”, e così di seguito. [348] Accontentarsi di una certa, banale concentrazione meditativa e accantonare ogni altra cosa è qualcosa che gli eruditi ridicolizzano. Il Sutra sui Dieci Livelli dice:162

Ascoltate! Ci sono figli dei conquistatori, bodhisattva, che dimorano nel livello [ottavo] inamovibile del bodhisattva, che hanno generato il potere delle preghiere di aspirazione precedenti, e che sono stabilizzati nella meditazione della “corrente di ingresso all’insegnamento” [meditazione sulla vacuità]. I bhagavan Buddha hanno fatto realizzare loro la sublime saggezza di un tathagata dicendo questo: “Figli di buon lignaggio, molto bene, molto bene! Questa meta, la conoscenza di tutte le qualità di Buddha, è una sopportazione [meditazione sulla vacuità] dell’ultimo. Nondimeno, voi non avete i miei dieci poteri, l’assenza di paura e così via, le qualità di Buddha in tutta la loro ricchezza. Perseverate gioiosamente nel cercare queste qualità perfezionate di un Buddha. Non gettate via questa reale entrata alla sopportazione [meditazione sulla vacuità]. Figli di buon lignaggio, benché voi abbiate così ragiunto la pace e la liberazione, pensate agli esseri ordinari, infantili, che non sono in pace e sono governati da varie impennate delle diverse afflizioni. Figli di buon lignaggio, ricordate le vostre precedenti preghiere di aspirazione, cosa dovreste raggiungere per il bene degli esseri viventi, e l’inestimabile accesso alla sublime saggezza. Inoltre, figli di buon lignaggio, questa è la realtà dei fenomeni. Che ci siano tathagata o no, la sfera della realtà semplicemente rimane; è la vacuità di tutti i fenomeni, il non-apprendimento di tutte le cose. I tathagata non devono {93} essere distinti solo per questo; anche tutti gli sravaka e i pratyekabuddha raggiungono questa reale natura non-concettuale. [349] Figli di buon lignaggio, guardate anche al mio corpo incommensurabile, alla mia sublime saggezza incommensurabile, al mio incommensurabile regno di Buddha, alla mia incommensurabile attualizzazione della sublime saggezza, alla mia incommensurabile aureola di luce e alle pure modulazioni incommensurabili della mia voce e producete qualcosa di simile in voi stessi”.

Anche il Sutra sui Dieci Livelli fa l’esempio di una barca che naviga nel mare, sospinta da un vento favorevole. La distanza che copre in un solo giorno supera la distanza a cui andrebbe, che percorrebbe perfino in cento anni se fosse partita senza vento da un porto e usando lo sforzo per muoverla. Dice, allo stesso modo, che quando hai raggiunto l’ottavo livello, senza un grande sforzo copri in un momento una quantità di sentiero verso l’onniscienza impossibile prima di raggiungere questo livello, anche se tu dovessi sforzarti sul sentiero per centomila eoni. Perciò, inganni te stesso dicendo: “Io ho una scorciatoia” e quindi non apprendendo gli atti del bodhisattva.

Posizione degli Oppositori: Io non asserisco che la generosità e così via non sono necessarie, ma piuttosto che sono pienamente presenti nello stato mentale privo di qualsiasi pensiero, perché l’assenza di adesione ad un donatore, un dono e un destinatario (del dare) rende completamente presente la generosità che non apprende, e allo stesso modo sono pienamente presenti anche le rimanenti perfezioni. È (così) anche perché i sutra dicono che includi la pratica di tutte le sei perfezioni entro la pratica di ciascuna (di esse).

Risposta: Se sono pienamente presenti in uno stato mentale che manca di pensiero, allora quando i meditanti non-buddhisti sono in equilibrio meditativo anche negli stati di serenità univoci rivolti ad un solo oggetto, sarebbero pienamente presenti tutte le perfezioni perché pure loro non aderiscono a un donatore, un dono e un destinatario. In particolare, quando gli sravaka e i pratyeka-buddha percepiscono non-concettualmente la natura reale, come nella precedente citazione dal Sutra sui Dieci Livelli, tutti gli atti dei bodhisattva sarebbero completamente presenti, perciò essi, per assurdo, sarebbero praticanti Mahayana. E se asserisci che una sola pratica è sufficiente perché i sutra dicono che tutte le sei perfezioni sono incluse in ciascuna, bene, allora dal momento che si dice altresì che tutte e sei (le perfezioni) sono presenti perfino quando si offre un mandala recitando il verso che comincia: “Offrendo sterco di mucca insieme ad acqua…”, sarebbe sufficiente anche fare solo questo. [350]

Gli atti imbevuti della visione filosofica e la saggezza imbevuta dal metodo devono essere compresi tramite un’analogia. Quando una madre, colpita dal dolore per la morte del suo adorato figlio, si impegna {94} nella conversazione ed altre attività con altri, i sentimenti che esprime non eliminano la forza del suo dolore. Tuttavia, non ogni sentimento che esprime è necessariamente dolore. Similmente, se la saggezza che conosce la vacuità è veramente forte, anche se gli stati della mente associati al dare, rendere omaggio, fare delle circumambulazioni, o recitare non sono cognizioni della vacuità, questo non preclude tuttavia il tuo coinvolgimento in essi quando sei dotato della potenza o forza della cognizione della vacuità. Per esempio, all’inizio di una sessione di meditazione, se dapprima generi una mente dell’illuminazione veramente forte, questa mente dell’illuminazione non c’è in modo manifesto quando poi entri in equilibrio meditativo in una concentrazione sulla vacuità. Tuttavia, ciò non preclude che questa concentrazione sia imbevuta dalla potenza della mente dell’illuminazione.

È questo genere di cosa ciò a cui ci si riferisce col termine “generosità che non-apprende”. Non è la completa assenza di un’attitudine generosa, in cui il dare non è realizzabile. Comprendi in un modo simile le rimanenti perfezioni. Sappi anche che questo è il modo in cui metodo e saggezza sono inseparabili.

Inoltre, non dovresti interpretare male le affermazioni secondo cui le cose dell’esistenza ciclica, tipo il tuo corpo, le risorse e una vita dalla lunga durata sono il risultato della collezione di meriti; sono così solo in assenza di mezzi abili e saggezza. Quando le collezioni di meriti sono imbevute da questi, è del tutto appropriato che esse siano la causa della liberazione e dell’onniscienza. Ci sono nelle scritture numerosissimi passaggi che dicono ciò, come questo estratto dalla Preziosa Ghirlanda:

Per riassumere, il “corpo della forma”, Oh re, è nato dalla collezione di meriti.

Per di più, sembra che tu dica che perfino tutti gli atti cattivi e le afflizioni che causano i regni miserevoli possono a volte diventare cause della buddhità, e che le virtù – generosità, disciplina etica e via dicendo, che conducono agli stati elevati – causano esistenza ciclica ma non diventano cause della buddhità. Perciò, raccogliti e documentati prima di parlare. [351]

Non interpretare male le seguenti affermazioni; dai sutra [Sutra-samuc- caya]:

Aderire alle sei perfezioni, generosità e via di seguito, è un’attività demoniaca. Dal Sutra dei Tre Cumuli (Tri-skandhaka-sutra): {95}

Confessa ciascuno di questi: discendere al livello dell’esistenza oggettiva e dare doni, osservare la disciplina etica perché si crede nella supremazia dell’etica, ecc.

E dal Sutra Richiesto da Brahma (Brahma-pariprccha-sutra): Tutta l’analisi è pensiero concettuale; il non-concettuale è illuminazione.

Il significato del primo passaggio è che la generosità, ecc. motivata da una adesione malintesa ai due tipi di sé [il sé della persona e il sé degli oggetti] non è pura e, perciò, si dice essere “attività demoniaca”. Questo passaggio non insegna che la generosità e così via è un’attività demoniaca; altrimenti, siccome menziona tutte le sei perfezioni, dovresti anche asserire che le perfezioni della stabilizzazione meditativa e della saggezza sono attività demoniaca.

Il secondo passaggio scritturale significa che le perfezioni sono impure perché motivate da una adesione malintesa e spiega che devi confessarle. Non insegna che non dovresti essere coinvolto nella generosità, ecc.; altrimenti il menzionare la discesa al livello dell’esistenza oggettiva nella frase “discendere al livello dell’esistenza oggettiva e dare doni” non sarebbe necessario e si sarebbe invece affermato: “confessa il dare doni in generale”, cosa che di fatto (la frase) non dice.

Questo metodo di risposta, formulato nel terzo Stadi della Meditazione, enfatizza un punto estremamente importante, perché la visione di Ha-shang fraintende questo passaggio e asserisce che l’intera gamma degli atti è qualificata da segni, in cui gli atti sono intesi come apprendimento di segni di un sé delle persone e degli oggetti. Se ogni sorta di pensiero concettuale virtuoso, come l’attitudine di controllo quando si pensa: “Io mi tratterrò da questa azione errata”, fosse un apprendimento di un sé degli oggetti che fraintende le tre sfere [agente, oggetto e ricevente], sarebbe allora giusto e appropriato che ciascuno, trovando la visione dell’assenza del sé degli oggetti, rifiutasse completamente il pensiero concettuale virtuoso proprio come rifiuta l’ostilità, l’orgoglio, ecc., e per queste persone sarebbe sbagliato coltivare di proposito quelle virtù. [352]

Se tutti i pensieri concettuali, che pensano: “Questo è questo”, fossero concezioni del sé degli oggetti che fraintendono le tre sfere, allora che dire del con- templare le buone qualità di un insegnante; del contemplare la disponibilità di tempo e l’opportunità, la morte e la sofferenza dei {96} regni miserabili; dell’addestrarsi nella pratica del prendere rifugio; del pensare a come una certa azione dia luogo a un certo risultato; dell’addestrarsi nell’amore, nella compassione e nella mente della illuminazione; e del praticare i precetti della mente dell’illuminazione dell’impegno? Dal momento che tutti questi sentieri richie- dono solo che tu induca conoscenza certa pensando: “Questo è questo”, “Questo viene da quello”, “Questo ha questa buona qualità o quel difetto”, accresce- resti la tua concezione di un sé degli oggetti in proporzione alla tua certezza circa questi sentieri. Al contrario, diventeresti meno certo rispetto a questi sentieri in proporzione alla conoscenza certa dell’assenza del sé degli oggetti che hai potuto sostenere in meditazione. La componente degli atti e la componente della visione si escluderebbero perciò reciprocamente, come il caldo e il freddo, e non svilupperesti mai una certezza duratura e vigorosa circa la visione e gli atti.

Pertanto, proprio come nel contesto della meta non c’è contraddizione sul fatto che il corpo di verità di un buddha e il corpo di forma di un Buddha sono entrambe presentati come conseguimenti, così sul sentiero devi provocare senza alcuna contraddizione (1) la conoscenza certa della libertà totale da qualsiasi elaborazione della concezione di segni di vera esistenza dei due tipi di sé, rispet- to perfino a una particella di un oggetto mentale e (2) la conoscenza certa che: “Questo deriva da quello” e “Questo ha questa buona qualità o quel difetto”. Questo, a sua volta, dipende da come determini le due verità, la visione filosofica di ciò che esiste. Tu sei considerato “una persona che conosce le due verità e che ha trovato l’intento del Conquistatore” se sei convinto che le seguenti due cognizioni valide non solo, ovviamente, non si danneggiano l’un l’altra, ma si aiutano piuttosto l’un l’altra: (1) la cognizione valida che stabilisce che l’ultimo, il quale è determinato tramite le scritture e il ragionamento, è l’assenza anche solo di una particella di natura essenziale, nel senso che è o lo stato ontologico di qualsiasi fenomeno dell’esistenza ciclica o il nirvana, e (2) la cognizione vali- da convenzionale che stabilisce che la causa e gli effetti, nel loro diverso opera- re, sono certi, senza alcuna confusione anche solo della minima causa o effetto. [353] Spiegherò questo sistema nella sezione sull’insight (visione intuitiva penetrante).

Quanto al terzo passaggio scritturale, quello dal Sutra Richiesto da Brahma, dato che il contesto di questo passaggio nel sutra è una analisi della produzione e così via, allo scopo di insegnare che la generosità, ecc., non sono prodotte in senso assoluto, esso usa il termine “pensiero concettuale” per indicare che sono mere imputazioni del pensiero concettuale. Non insegna che non dovresti impegnarti in questi atti e rifiutarli.

{97} Pertanto, dal momento che non c’è un tempo in cui non sia necessario praticare queste sei perfezioni, ecc.: fin quando non diventi un Buddha ti spetta il compito di addestrarti in questi atti. Se proprio ora compi lo sforzo dal profondo del cuore, realizzerai con lo sforzo ciò che puoi raggiungere. Rispetto alla pratiche che non sei in grado di fare in questo momento, produci l’aspirazione a farle e, come cause dell’abilità di praticarle, accumula le collezioni, rimuovi le oscurazioni e fai molte preghiere di aspirazione. Una volta che fai questo, non passerà molto tempo prima che tu le metta in pratica. Diversamente, se assumi la posizione secondo cui tu, personalmente, non puoi comprendere gli atti o non puoi farli, e quindi dici agli altri: “Non avete bisogno di addestrarvi in essi”, non solo mandi in rovina te stesso e porti rovina anche agli altri, ma questa diventa anche una condizione per il declino dell’insegnamento. Perciò non farlo. Come dice il Compendio dei Sutra (Sutra-samuccaya), di Nagarjuna:

Discernere perfino il non-composito ed essere tuttavia disilluso dalla virtù composita è un’attività demoniaca. Comprendere perfino il sentiero dell’illuminazione e non cercare tuttavia il sentiero delle perfezioni è un’attività demoniaca.

Ed anche:

Un bodhisattva che manca dei mezzi abili non dovrebbe fare sforzi per lo stato della profonda realtà.

E il Sutra che Mostra il Segreto Inconcepibile del Tathagata dice:

Figli di buon lignaggio, è così. Il fuoco, per esempio, brucia per una causa e si spegne quando questa causa cessa di esistere. Similmente, la mente è attivata da un oggetto osservato; senza di questo, è inattiva. I bodhisattva dotati di questi mezzi abili conoscono, in virtù della purezza della loro perfezione della saggezza, l’eliminazione di un oggetto osservato veramente esistente, e tuttavia non eliminano l’osservazione delle radici di virtù. [354] Non danno spazio all’osservazione delle afflizioni e tuttavia pongono la propria attenzione sugli oggetti osservati delle perfezioni. Essi discernono l’osservazione della vacuità e tuttavia osservano e considerano tutti gli esseri viventi con grande compassione.

Devi di certo distinguere tra le spiegazioni di come non ci sia un oggetto osservato e le spiegazioni di come ci sia un oggetto osservato.

In conformità, devi sciogliere i vincoli delle afflizioni e delle concezioni di segni di vera esistenza, devi essere saldamente legato con la corda dell’addestramento etico e, mentre hai bisogno di sradicare {98} ambo i tipi di misfatti [atti che sono errati per natura e atti che sono errati per proibizione], non devi proprio sradicare le azioni virtuose. Essere legato dall’addestramento etico, ed essere legato dalla concezione di segni di vera esistenza non sono la stessa cosa. Sciogliere la protezione dei voti e sciogliere la catena della concezione del sé, anche questi non sono la stessa cosa.

Tu raggiungerai l’onniscienza per una quantità di cause, ciascuna delle quali di per sé è insufficiente. Perciò sappi che è un insegnante di non virtù che blocca la porta delle due collezioni, la persona che dice: “Centinaia di uccelli sono scacciati con il lancio di un singolo sasso”, e che ottiene una vita fortunata (dotata) di tempo libero e dovrebbe dunque trarne vantaggio in molti modi, ma invece non si addestra in nient’altro che in uno specifico aspetto del sentiero.

Inoltre, la differenza tra lo Hinayana e il Mahayana deriva dal fatto che i praticanti si addestrino o meno nelle collezioni senza limiti al momento di mettere in pratica gli insegnamenti, perché il “veicolo modesto” e lo Hinayana sono sinonimi e il significato di “modesto” è “parziale”. Tu devi conseguire risultati ordinari anche più ridotti – cibo, bevande e così via – mediante molte cause e condizioni; perciò è proprio sbagliato ritenere che qualcosa di parziale sia sufficiente per raggiungere lo scopo più alto di una persona, lo stato di Buddha, perché é nella natura del sorgere dipendente che i risultati siano prodotti in accordo con le loro cause. Il Buddha intendeva questo quando disse, nel Sutra del Loto della Compassione (Karuna-pundarika-sutra) che una cosa parziale deriva da ciò che è parziale e qualcosa di totale deriva da ciò che è totale. [355] Questo è spiegato approfonditamente nel Sutra dell’Avvento dei Tathagata (Tathagatotpatti-sambhava):

Nessuno dei tathagata sorse da una singola causa. Perché? Oh figli dei conquistatori! I tathagata sono determinati da dieci volte centomila cause determinanti e incommensurabili. Quali sono le dieci? Sono queste: la causa genuina del non essere soddisfatti delle collezioni incommensurabili di meriti e sublime saggezza….

Questo è anche spiegato ampiamente nell’Insegnamento di Vimalakirti Vimalakirti-nirdesa-sutra,:

Oh amici! I corpi dei tahagata sono prodotti da centinaia di atti meritori, da tutte le virtù, da incalcolabili sentieri virtuosi….
E anche il protettore Nagarjuna dice nella sua
Preziosa Ghirlanda https://www.sangye.it/altro/?p=2788:

Se le cause perfino di un corpo di forma di un Buddha

Non hanno misura, come per il mondo,
Come potrebbe dunque esserci una misura
Per le cause del corpo di verità?

{99} Questo addestramento nel metodo e nella saggezza, che include le sei perfezioni è, come spiegato in precedenza, comune sia al veicolo del mantra che a quello della perfezione. Infatti, in molti dei classici del tantra si fa riferimento ripetutamente al sentiero completo delle perfezioni – le sei perfezioni, le trentasette branche dell’illuminazione, le sedici vacuità, ecc. – nel contesto delle spiegazioni secondo cui l’intera dimora celestiale e le schiere di deità residenti sono le qualità interiori della mente. Perciò, sappi che tutte le spiegazioni della letteratura della Perfezione della Saggezza riguardo a ciò che deve essere adottato e ciò che deve essere scartato sono nel complesso condivise col veicolo del mantra, eccetto che nel caso degli insegnamenti tantrici per certe persone eccezionali, nei quali queste persone devono fare l’esperienza degli oggetti sensoriali come sentiero, e via di seguito.

Prendi la spiegazione di cui sopra come un seme e rifletti bene su di essa. Se poi non sei sicuro di un sentiero che non è solo parziale ma completo in tutti gli aspetti, non hai compreso il fondamento del sentiero Mahayana in generale. Perciò, (persone) intelligenti, generate una solida certezza per questo sentiero di metodo e saggezza e, in molti modi, crescete continuamente nella vostra capacità naturale per il veicolo supremo. [356]

Capitolo 8 L’addestramento nel mahayana: precetti e perfezioni {101}

iii) Spiegazione del processo di apprendimento dei precetti

a’ Come addestrarsi nel Mahayana in generale

1’ Stabilire il desiderio di apprendere i precetti della mente dell’illuminazione.

2’ Prendere i voti dei figli dei conquistatori dopo aver stabilito il desiderio di apprendere i precetti.
3’ Come addestrarsi dopo aver preso i voti.

a” Su cosa sono basati i precetti.
b” Come tutti i precetti sono inclusi nelle sei perfezioni.

1” Discussione dell’argomento principale, il numero fisso di perfezioni.

Il numero fisso di perfezioni basato sugli stati elevati.
Il numero fisso di perfezioni basato sulla realizzazione dei due scopi.

Il numero fisso di perfezioni basato sul perfezionare la completa realizzazione degli obiettivi degli altri.
Il numero fisso di perfezioni basato sul fatto che riassumono l’intero Mahayana.

Il numero fisso di perfezioni nei termini della completezza dei sentieri o del metodo.

Il numero fisso di perfezioni basato sui tre addestramenti

2” Una discussione sussidiaria sull’ordine fisso delle perfezioni

(a) L’ordine in cui sorgono
(b) L’ordine nei termini di inferiore e superiore
(c) L’ordine nei termini di grossolano e sottile {102}

iii) Spiegazione del processo di apprendimento dei precetti

La spiegazione del processo di apprendimento dei precetti ha due parti:

1. Come addestrarsi nel Mahayana in generale (Capitoli 8 e seguenti)
2. Come addestrarsi specificamente nel Vajrayana (Capitolo 27 del Volume 3)
a’
Come addestrarsi nel Mahayana in generale
La spiegazione di come addestrarsi nel Mahayana in generale ha tre sezioni:

1. Stabilire il desiderio di apprendere i precetti della mente dell’illuminazione.

2. Prendere i voti dei figli dei conquistatori dopo aver stabilito il desiderio di apprendere i precetti.

3. Come addestrarsi dopo aver preso i voti (Capitolo 8 e seguenti)
1’
Stabilire il desiderio di apprendere i precetti della mente dell’illuminazione.

Nella disciplina della liberazione individuale e nel tantra è inappropriato studiare i precetti prima di aver preso i voti, ma questi voti del bodhisattva sono diversi. Prima comprendi bene i precetti e poi, dopo che ti sei addestrato in essi, se hai entusiasmo per prenderli, ti vengono dati i voti. Riguardo a questo, Livelli del Bodhisattva dice:

Alle persone che vogliono prendere i voti della disciplina etica di un bodhisattva dovresti far conoscere in anticipo i precetti fondamentali e le sorgenti di errore per i bodhisattva, insegnati nel “Sommario dei Fondamenti del Bodhisattva” per la collezione scritturale dei discorsi dei bodhisattva. Se, dopo sincera investigazione e intelligente analisi, queste persone sono ispirate, e non perché siano state indotte a farlo da qualcun altro, e neppure per competere con altri, sappi allora che questi sono bodhisattva affidabili. A queste persone dovrebbero essere dati i voti della disciplina etica ed esse dovrebbero riceverli secondo il rituale.

Questo è un metodo veramente buono perché, se comprendi i precetti, li tieni a mente, stabilisci il desiderio di addestrarti in essi dal profondo del tuo cuore e quindi prendi i voti, sarai estremamente costante. [357] {103} Spiegare i precetti sia qui che di seguito produrrebbe un gran carico di parole, perciò li indicherò sotto.

2’ Prendere i voti dei figli dei conquistatori dopo aver stabilito il desiderio di apprendere i precetti

Io ho già stabilito in dettaglio nel mio commentario Sentiero Fondamentale per il Risveglio, sul capitolo dei Livelli del Bodhisattva riguardante la disciplina etica, per prima come prendere i voti del bodhisattva, immediatamente dopo questo come proteggersi dalle trasgressioni fondamentali e dalle trasgressioni che costituiscono infrazioni minori, e poi come riparare i voti se questi degenerano. È estremamente necessario che tu legga questo prima di prendere i voi, perciò comprendili da quella fonte.

3’ Come addestrarsi dopo aver preso i voti
Come addestrarsi dopo aver preso i voti ha tre parti:

1. Su cosa sono basati i precetti.
2. Come tutti i precetti sono inclusi nelle sei perfezioni.
3. Il processo di apprendimento delle perfezioni (Capitolo 9 e successivi).

a” Su cosa sono basati i precetti

Ci sono innumerevoli chiare categorizzazioni, ma se disponi i precetti del bodhisattva in base al tipo, puoi includerli tutti entro le sei perfezioni. Le sei perfezioni sono perciò il grande condensato di tutti i punti chiave del sentiero del bodhisattva. I quattro modi di radunare i discepoli [generosità, parola pia- cevole, lavorare agli scopi e coerenza del comportamento] sono inclusi anche essi in queste sei perfezioni nel modo seguente. Che la generosità sia inclusa è ovvio. La parola piacevole è dare istruzioni ai discepoli, prendendo le sei perfezioni come punto di partenza; lavorare agli scopi è lo stabilire gli altri negli obiettivi di queste istruzioni; e la coerenza del comportamento è praticare proprio come fa il discepolo.

Benché sia vero che l’intero sentiero del bodhisattva è anche riassunto in altre condensazioni tipo le due collezioni, i tre addestramenti [disciplina etica, concentrazione meditativa e saggezza], e via di seguito, queste non sono in grado di produrre la comprensione che le sei perfezioni producono; perciò le sei perfezioni sono il miglior insieme inclusivo.

{104} b” Come tutti i precetti sono inclusi nelle sei perfezioni Come tutti i precetti sono inclusi nelle sei perfezioni ha due parti:

1. Discussione dell’argomento principale, il numero fisso di perfezioni 2. Una discussione sussidiaria sull’ordine fisso delle perfezioni

1” Discussione dell’argomento principale, il numero fisso di perfezioni

Il Bhagavan formulò una essenziale linea guida delle sei perfezioni, e il santo Reggente [Maitreya] produsse la conoscenza certa di esse spiegando, in accordo col significato inteso dal Buddha, i punti chiave del fondamento logico per formulare le perfezioni in quel modo. Queste spiegazioni mostrano che c’è un numero fisso di perfezioni. Quando sei convinto di questo e meravigliato da questo, comprendi che la pratica delle sei perfezioni è l’istruzione suprema, perciò procurati tale convinzione.
La discussione dell’argomento principale, il numero fisso di perfezioni, ha sei parti:

1. Il numero fisso di perfezioni basato sugli stati elevati

  1. Il numero fisso di perfezioni basato sulla realizzazione dei due scopi

  2. Il numero fisso di perfezioni basato sul perfezionare la completa realizzazione degli obiettivi degli altri.

4. Il numero fisso di perfezioni basato sul fatto che riassumono l’intero Mahayana.

5. Il numero fisso di perfezioni nei termini della completezza dei sentieri o del metodo.

6. Il numero fisso di perfezioni basato sui tre addestramenti

(a) Il numero fisso di perfezioni basato sugli stati elevati

Per completare del tutto gli atti grandemente efficaci del bodhisattva, ti serve una successione incalcolabilmente lunga di vite. [358] Inoltre, per aver un successo rapido sul sentiero o all’interno in queste vite, ti occorre una vita eccellente in ogni aspetto. La nostra vita attuale non è eccellente in ogni aspetto ma possiede piuttosto solo alcuni degli aspetti della piena eccellenza; con essa non facciamo progressi benché pratichiamo gli insegnamenti. Ti serve una vita che abbia quattro tipi di eccellenze: (1) risorse da usare [il risultato della perfezione della generosità], (2) un corpo con cui {105} agire [il risultato della perfezione della disciplina etica], (3) compagni con cui agire [il risultato della pratica della pazienza] e (4) un lavoro che tu sia in grado di completare una volta intrapreso [il risultato della perfezione della perseveranza gioiosa].

Dato che in molti casi questi quattro tipi di eccellenza da soli potrebbero essi stessi divenire condizioni per le afflizioni, non devi cadere sotto il controllo delle afflizioni [il risultato della perfezione della stabilizzazione meditativa]. Poiché i soli quattro tipi di eccellenza non sono sufficienti, devi anche distinguere bene, riguardo a ciò che è da adottare e a ciò che è da mettere da parte, precisamente quali cose fare e quali smettere di fare [il risultato della perfezione della saggezza]. Altrimenti, proprio come un albero di bambù o di piantaggine muore dopo aver dato frutto, o un mulo muore per una gravidanza, tu sarai distrutto dalle quattro eccellenze.

I saggi comprendono come queste sei – le quattro eccellenze, il controllo delle afflizioni e la conoscenza di ciò che è da adottare e di ciò che è da mettere da parte – sono il risultato di azioni virtuose precedenti e si sforzano ancora di accrescere continuamente le loro cause. I non saggi usano i risultati delle loro accumulazioni precedenti di virtù e li esauriscono; dato che non li incrementa- no di nuovo, arrivano sull’orlo della loro futura sofferenza.

Quando nelle vite future produrrai ancora queste sei, la loro produzione non sarà senza cause o derivante da cause discordanti, ma piuttosto da cause concordanti che sono le perfezioni, fissate in numero di sei. Perciò in questa vita devi ripetutamente abituarti ad una costante fiducia nelle sei perfezioni, perché la superiorità degli effetti è commisurata alla superiorità delle cause. Una vita con le quattro eccellenze costituisce uno stato temporaneamente elevato, mentre lo stato elevato supremo, che consiste nell’eccellenza ultima del corpo ecc. esiste al livello di Buddha. Perciò, l’Ornamento per i Sutra Mahayana (Mahayana–sutralamkara) dice:

Gli stati elevati che possiedono risorse e corpo eccellenti, Compagni e imprese eccellenti,
Il non cadere sotto il potere delle afflizioni,
E il non essere mai in errore nelle attività….[
359]

(b) Il numero fisso di perfezioni basato sulla realizzazione dei due scopi

Quando una persona nel corso di una tale vita nello stato elevato apprende gli atti del bodhisattva, queste attività sono nel complesso classificate in due categorie: quelle che realizzano il tuo obiettivo e quelle che realizzano gli obiettivi {106} degli altri. Perciò c’è un numero fisso di perfezioni basato sull’adempiere i due scopi.

Per realizzare gli scopi degli altri devi prima aiutarli con beni materiali. Dal momento che nessun beneficio deriva da una generosità accompagnata dall’attitudine di nuocere agli esseri viventi, ti occorre la disciplina etica che ha una grande finalità nei confronti degli altri, in quanto è lo stato del desistere dal procurare danno agli altri e dalle cause di tale danno. Per portare ciò al suo pieno sviluppo, hai bisogno anche della pazienza che non tiene conto del danno che ti viene fatto, perché se sei impaziente per il danno e contraccambi una o due volte, non raggiungerai la pura disciplina etica. Quando non contraccambi il danno in virtù della tua pazienza, impedisci che gli altri accumulino una grande quantità di peccati e li conduci alla virtù ispirandoli con la tua pazienza. Perciò questa pratica ha una grande finalità per gli altri.

Tu realizzi il tuo scopo, la beatitudine della liberazione, attraverso il potere della saggezza. Dal momento che non otterrai questa con una mente distratta, devi porre la tua mente in equilibrio meditativo per mezzo della stabilizzazione meditativa, conseguendo una mente pronta a fare qualsiasi servizio, (uno stato) in cui intenzionalmente poni la tua attenzione su un qualsiasi oggetto di meditazione. Dato che una persona pigra non produce questo, ti serve la perse- veranza gioiosa giorno e notte, che mai si allenta; perciò questa è la base delle altre perfezioni.

Per realizzare i due scopi, dunque, il numero delle perfezioni è fissato in sei. L’Ornamento per i Sutra Mahayana dice:

Coloro che lottano per gli obiettivi degli esseri
Lavorano sul non fare danno e sulla pazienza;
E adempiono completamente ai propri scopi
Con la stabilizzazione e la liberazione, insieme alla loro base.

In queste sei perfezioni non c’è l’adempimento completo degli scopi degli altri. (Ghesce Yeshe Tapkay dice che Tsong-kha-pa sembra fare l’affermazione generale secondo cui uno ha bisogno di qualcosa di più delle sei perfezioni per realizzare completamente gli obiettivi degli altri – questo qualcosa di più sono lo scambio di se stessi con gli altri e la mente dell’illuminazione.) Menzionando “stabilizzazione e liberazione” si fa differenza tra le due, nel senso che (1) la stabilizzazione della mente sull’oggetto di meditazione è il marchio della stabilizzazione meditativa e (2) la liberazione dall’esistenza ciclica è il marchio della saggezza. Si noti che questo non confonde la serenità meditativa con l’insi- ght (visione profonda). [360] Dato che è così, coloro che asseriscono che la medi- tazione del fissare l’attenzione in assenza di pensiero concettuale è meditazione sul profondo, stanno parlando di una meditazione che è una singola porzione della stabilizzazione meditativa, che è una di queste sei perfezioni. Devi conseguire la conoscenza certa delle sei perfezioni nella loro interezza. {107}

(c) Il numero fisso di perfezioni basato sul perfezionare la completa realizzazione degli obiettivi degli altri

Tu prima allevi la povertà degli altri dando via i beni materiali. Poi non fai danno ad alcun essere vivente e, in aggiunta, sopporti pazientemente il danno fatto a te. Senza scoraggiarti, perseveri gioiosamente nell’aiutare quelli che ti danneggiano. Dipendi dalla stabilizzazione meditativa e li ispiri esibendo poteri sopranormali e così via. Quando loro diventeranno recipienti idonei agli insegnamenti, ti affidi alla saggezza e dai buone spiegazioni, tagli i loro dubbi, e con ciò li porti alla liberazione. Poiché fai tutto questo, le perfezioni sono fissa- te in numero di sei. L’Ornamento per i Sutra Mahayana afferma:180

Alleviando la povertà degli altri, non danneggiandoli,
Sopportando pazientemente il loro danno, non scoraggiandoti per ciò che fanno, Compiacendoli, e parlando loro in bel modo,
Tu realizzi gli scopi degli altri, il che realizza i tuoi.

Questo verso, insieme a quello precedente, dice che non è possibile realizzare gli obiettivi tuoi e quelli degli altri senza affidarsi alle sei perfezioni. Una volta che sei sicuro del modo in cui realizzi gli obiettivi tuoi e quelli degli altri tramite queste sei perfezioni, avrai rispetto per la pratica di queste.

(d) Il numero fisso di perfezioni basato sul fatto che riassumono l’intero Mahayana

Tu sei indifferente alle risorse perché non sei attaccato a quelle che hai e non persegui quelle che ti mancano. Poiché quindi hai l’abilità di salvaguardare i precetti, adotti e rispetti la disciplina etica. Sopporti con pazienza la sofferenza che proviene dagli esseri viventi e dalle cose inanimate e sei entusiasta di qualunque virtù ti disponi a coltivare, perciò non ti scoraggi per l’una o l’altra di queste. Coltivi lo yoga non-discorsivo della serenità meditativa e lo yoga non-discorsivo dell’insight (visione profonda) . Queste sei includono tutte le pratiche Mahayana tramite le quali avanzi in virtù delle sei perfezioni, perché compi queste pratiche in stadi per mezzo delle sei perfezioni e non hai bisogno di niente più che di queste sei perfezioni. L’Ornamento per i Sutra Mahayana afferma:

L’intero Mahayana è riassunto nel
Non dilettarsi delle risorse, {108}

Reverenza, non scoraggiarsi in due modi,

E negli yoga esenti da discorsività. [361]

Ciò premesso, è una contraddizione voler entrare nel Mahyana e tuttavia rifiutare la pratica delle sei perfezioni.

(e) Il numero fisso di perfezioni nei termini della completezza dei sentieri o del metodo

Il sentiero ovvero, il metodo per non essere attaccati alle risorse, che sono i tuoi possessi, è la generosità, perché ti liberi dall’attaccamento alle tue cose abituandoti a darle via. Il metodo per trattenerti dalla distrazione di cercare di possedere ciò che non possiedi è la disciplina etica, perché quando mantieni i voti di un monaco non hai tutte le distrazioni del guadagnarsi la vita. Il metodo per non abbandonare gli esseri viventi è la pazienza, perché non ti disperi per la sofferenza causata dal danno inflitto da altri. Il metodo per accrescere le virtù è la perseveranza gioiosa, perché le accresci quando perseveri gioiosamente in ciò che intraprendi. I metodi per eliminare le oscurazioni sono le due perfezioni finali, perché la stabilizzazione meditativa rimuove le afflizioni, e la saggezza rimuove le oscurazioni cognitive. Perciò le perfezioni sono fissate in numero di sei. L’Ornamento per i Sutra Mahayana afferma:

Il non attaccamento agli oggetti è un sentiero;
Un altro sentiero è il trattenersi dalla distrazione di ottenerli:

Non abbandonare gli esseri, accrescere le virtù,
E rimuovere le oscurazioni, sono gli altri.

La spiegazione che segue produce una forte convinzione circa le sei perfezioni. Per evitare di essere dominato dalle distrazioni degli oggetti dei sensi ti serve una generosità che sia libera da attaccamento. Per prevenire le esperienze sensoriali che non sono avvenute, ti occorre la disciplina etica, che mette un freno alla distrazione derivante da cose insensate [atti che sono errati per proibizione] o controproducenti [atti che sono errati per natura]. Dato che c’è un gran numero di esseri viventi il cui comportamento è cattivo, e che tu corri costantemente il pericolo di incontrare, hai bisogno di un potente condizionamento alla pazienza come rimedio per lasciar perdere la loro sorte. Per accrescere la virtù nei termini del gran numero di azioni e la sua pratica per lunghi periodi di tempo, ti occorre la perseveranza gioiosa che possiede l’entusiasmo intenso e a lungo termine, derivante dal riflettere sui benefici delle azioni virtuose, ecc. Al fine di sopprimere {109} le afflizioni, ti serve la stabilizzazione meditativa, e per distruggere i loro semi e le oscurazioni cognitive ti serve la saggezza. [362]

(f) Il numero fisso di perfezioni basato sui tre addestramenti

La natura dell’addestramento nella disciplina etica [il primo dei tre addestramenti] è la pratica della disciplina etica. La pre-condizione dell’addestramento nella disciplina etica, è la generosità, perché una volta che hai la generosità che consiste nell’indifferenza alle risorse, tu puoi adottare appropriatamente la disciplina etica. L’aiuto all’addestramento nella disciplina etica è la pazienza, perché la pazienza di non contraccambiare quando sei rimproverato ecc., salvaguardano la tua disciplina etica correttamente adottata. La stabilizzazione meditativa è l’addestramento mentale [il secondo addestramento, l’addestramento della concentrazione meditativa], e la saggezza è l’addestramento nella saggezza [il terzo addestramento]. Quanto alla perseveranza gioiosa, è inclusa in tutti e tre gli addestramenti, perciò le perfezioni sono fissate in numero di sei. L’Ornamento per i Sutra Mahayana afferma:

Il Conquistatore presentò giustamente sei perfezioni

Nei termini dei tre addestramenti: tre sono il primo, Due delle sei sono connesse con i due finali,
Una è inclusa in tutti e tre.

Con un certo tipo di vita eccellente tu porti a completamento o gli obiettivi degli altri o i tuoi; pratichi certi tipi di addestramenti possedendo diversi metodi, a seconda del veicolo in cui ti trovi. Comprendi in questo modo che le sei perfezioni includono e portano a completamento le prospettive di cui sopra nel loro numero fisso: vita, obiettivi, il Mahayana, i metodi e gli addestramenti. Rifletti fin quando ottieni una profonda convinzione sul come le sei perfezioni siano la sommatoria di tutti i punti chiave della pratica del bodhisattva.

Inoltre, ci sono due cause del non trascendere all’inizio o del non elevarsi al di sopra dell’esistenza ciclica: l’attaccamento alle risorse e l’attaccamento a una casa. Il rimedio a queste sono, rispettivamente, la generosità e la disciplina etica.

Puoi elevarti al di sopra di questi attaccamenti una volta, ma ritornare ancora indietro senza raggiungere la meta. Ci sono due cause per questo: soffrire per il male fatto dagli esseri viventi e scoraggiarsi per la durata del tempo in cui hai perseguito la virtù. I rimedi per queste sono rispettivamente: la pazienza e la perseveranza gioiosa. Una volta che comprendi come riuscire a non far caso alla sofferenza e al danno, e come mantenere l’entusiasmo che considera anche un’eternità come se fosse un giorno, tu puoi praticare questi (due) in vari modi. [363] Se tu {110} fai questo produci la pazienza e la perseveranza gioiosa che hanno la capacità di funzionare come rimedi a ciò che causa il tuo ritor- nare indietro. Perciò queste due pratiche, il non far caso alla sofferenza e il mantenere l’entusiasmo, sono estremamente cruciali. Non preoccuparti della questione degli atti del bodhisattva, anche rispetto alla coltivazione di virtù al giorno d’oggi: ci sono molti che cominciano, ma pochi che non tornano indietro dopo poco tempo, perché (1) la loro sopportazione per la minima avversità è esile, e (2) il loro entusiasmo per il sentiero che coltivano è tiepido. Questo è il risultato del fatto che non mettono in pratica le istruzioni personali associate alla pazienza e alla perseveranza gioiosa.

Ci sono due cause per le quali lasci che la tua virtù vada perduta, anche se non torni indietro dopo poco – la distrazione, in cui la tua attenzione non si stabilizza su un oggetto virtuoso di meditazione, e la saggezza imperfetta. I rimedi per queste sono, rispettivamente, la stabilizzazione meditativa e la saggezza. La stabilizzazione meditativa è un rimedio perché si dice che perfino le pratiche virtuose come la ripetizione dei mantra e le recitazioni quotidiane siano senza senso se la tua attenzione è altrove. La saggezza è un rimedio perché, se non riesci a sviluppare la saggezza che delinea pienamente gli argomenti delle collezioni della conoscenza buddhista, sarai fuorviato per quanto riguarda ciò che è da adottare e ciò che è da mettere da parte, anche per ciò che è ovvio, e ti comporterai allora in modo sbagliato. Ciò fissa a sei il numero delle perfezioni nei termini del loro essere rimedi che eliminano la classe di fenomeni che sono incompatibili con la virtù.

Il numero delle perfezioni è fissato a sei sulla base del fatto che esse sono la base per raggiungere ogni qualità di un Buddha. Questo perché le prime quattro perfezioni sono pre-condizioni per la stabilizzazione meditativa; perciò tramite queste quattro realizzi la stabilizzazione meditativa, la perfezione della non–distrazione. Inoltre, se coltivi l’insight (visione profonda) basata su questo, tu conoscerai la realtà.

Fissare il numero delle perfezioni a sei in quanto sono concordanti col fine di aiutare gli esseri viventi a maturare, ha una valenza simile al terzo punto [perfezionare la realizzazione completa degli obiettivi degli altri] menzionato in precedenza.

Io ho spiegato qui le asserzioni del nobile Asanga come presentate dal Maestro Haribhadra [nella sua Spiegazione Lunga del Sutra della Perfezione della Saggezza in Ottomila Righe (Abhisamayalamkaraloka)]. È quanto mai importante ottenere la convinzione circa le sei perfezioni.

{111} 2” Una discussione sussidiaria sull’ordine fisso delle perfezioni Questa discussione ha tre parti:

1. L’ordine in cui sorgono
2. L’ordine nei termini di inferiore e superiore

3. L’ordine nei termini di grossolano e sottile

(a) L’ordine in cui sorgono

Quando hai una generosità disinteressata e non attaccata alle risorse, tu adotti la disciplina. [364] Quando hai una disciplina etica che ti trattiene dal fare cose sbagliate, diventi paziente con quelli che ti danneggiano. Quando hai la pazienza che ti consente di non scoraggiarti per le avversità, le condizioni per rifiutare la virtù sono poche, perciò sei in grado di perseverare gioiosamente. Una volta che perseveri gioiosamente giorno e notte, produrrai la concentrazione meditativa che facilita l’applicazione della tua attenzione agli oggetti virtuosi di meditazione. Quando la tua mente è in equilibrio meditativo, tu conosci la realtà con esattezza.

(b) L’ordine nei termini di inferiore e superiore
Ogni perfezione precedente è inferiore alla superiore che la segue.

(c) L’ordine nei termini di grossolano e sottile

È più facile impegnarsi in ciascuna perfezione precedente e metterla in atto piuttosto che impegnarsi e mettere in atto la successiva; perciò la precedente è più grossolana della susseguente. È più difficile impegnarsi e mettere in atto ciascuna perfezione susseguente piuttosto che la precedente; perciò la susseguente è più sottile della precedente. L’Ornamento per i Sutra Mahayana dice:

Poiché le perfezioni susseguenti sorgono in dipendenza dalle precedenti,

Poiché sono classificate come inferiori e superiori,
E a causa della loro grossolanità e sottigliezza,
Le perfezioni sono insegnate in ordine.

Capitolo 9 La perfezione della generosità {113}

c” Il processo di apprendimento delle perfezioni
1” Come addestrarsi negli atti del bodhisattva in generale

(a) Addestrarsi nelle perfezioni che fanno maturare le qualità che avrai quando diventerai un Buddha

(i) Come addestrarsi nella perfezione della generosità

(a’) Cos’è la generosità
(b’) Come iniziare lo sviluppo della generosità

(c’) Le divisioni della generosità

(1’) Come ciascuno dovrebbe praticarla
(2’) Divisioni della generosità relative a persone particolari

(3’) Divisioni dell’effettiva generosità

(a”) Il dono degli insegnamenti
(b”) Il dono della protezione dalla paura

(c”) Doni materiali

(1”) La generosità del dare effettivamente cose materiali

(a)) Come dare via le cose materiali

(1)) I destinatari del dare

(2)) La motivazione del dare

(a’) Quale tipo di motivazione è richiesta
(b’) Quale tipo di motivazione deve essere eliminata
c”
Il processo di apprendimento delle perfezioni

Il processo di apprendimento delle perfezioni ha due parti:

1. Come addestrarsi negli atti del bodhisattva in generale (Capitoli 9 -15) 2. In particolare, come addestrarsi nelle ultime due perfezioni (Volume 3)
{114} 1”
Come addestrarsi negli atti del bodhisattva in generale Come addestrarsi negli atti del bodhisattva in generale ha due parti:

1. Addestrarsi nelle perfezioni che fanno maturare le qualità che avrai quando diventerai un Buddha (Capitoli 9 – 14)
2. Addestrarsi nei quattro modi di radunare discepoli che aiutano gli altri a maturare (Capitolo 15)
(a)
Addestrarsi nelle perfezioni che fanno maturare le qualità che avrai quando diventerai un Buddha

Addestrarsi nelle perfezioni che fanno maturare le qualità che avrai quando diventerai un Buddha ha sei parti:

1. Come addestrarsi nella perfezione della generosità (Capitolo 9 -10)

  1. Come addestrarsi nella perfezione della disciplina etica (Capitolo 11)

  2. Come addestrarsi nella perfezione della pazienza (Capitolo 12)

  3. Come addestrarsi nella perfezione della perseveranza gioiosa (Capitolo 13)

5. Come addestrarsi nella perfezione della stabilizzazione meditativa (Capitolo 14)
6. Come addestrarsi nella perfezione della saggezza (Capitolo 14)

(i) Come addestrarsi nella perfezione della generosità
Come addestrarsi nella perfezione della generosità ha quattro sezioni:

1. Cos’è la generosità
2. Come iniziare lo sviluppo della generosità

3. divisioni della generosità (Capitoli 9 -10) 4. Sommario (Capitolo 10)

(a’) Cos’è la generosità Livelli del Bodhisattva dice:

Qual è la natura della generosità? È l’intenzione che accompagna il non-attaccamento disinteressato dei bodhisattva a tutti i loro possessi e al loro corpo e, motivate da questo, le azioni fisiche e verbali di dare le cose che devono essere date.

Per cui è la virtù di un’attitudine generosa e le azioni fisiche e verbali che sono motivate da questa. [365] Portare a compimento la perfezione della generosità non dipende dal rimuovere la povertà degli esseri facendo dono agli altri. {115}

Altrimenti, dal momento che restano ancora molti esseri viventi in miseria, tutti i Conquistatori del passato non avrebbero conseguito la perfetta generosità. Perciò, gli aspetti fisici e verbali della generosità non sono la cosa principale; la cosa principale è l’aspetto mentale. Questo perché tu perfezioni la generosità dopo aver distrutto il tuo avaro aggrapparsi a tutto ciò che possiedi – il tuo corpo, le risorse e le radici di virtù – e condizioni la tua mente completamente a dare via queste cose agli esseri viventi dal profondo del tuo cuore e non solo questo, ma anche a dare agli altri pure gli effetti di questo dare. Perciò, Impegnarsi negli Atti del Bodhisattva dice:

Se la generosità fosse portata a perfezione
Rimuovendo la povertà degli esseri,
Dal momento che ci sono ancora i bisognosi,
Come potrebbero averla perfezionata i

Salvatori del passato?

Si dice che la generosità viene perfezionata

Mediante l’attitudine di dare via a tutti gli esseri

Tutti i tuoi possessi, insieme agli effetti di questo.

Perciò, la generosità è uno stato della mente.

Pertanto, la pratica della perfezione della generosità comporta il generare in vari modi l’intenzione di dare e costantemente accrescere questa generosità, anche se in effetti potresti non dare qualcosa agli altri.

(b’) Come iniziare lo sviluppo della generosità

Il semplice distruggere tutta la tua avarizia rispetto al tuo corpo e alle tue risorse non è la perfezione della generosità, perché l’avarizia è inclusa nell’attaccamento e quindi anche i due tipi di arhat Hinayana l’hanno eliminata totalmente, insieme ai suoi semi. Dunque, ciò che è richiesto è che tu non solo elimini l’avarizia che ti impedisce di dare via le cose, ma anche che sviluppi dal profondo del tuo cuore l’intenzione di dare agli altri tutti i tuoi possessi. Per questo devi meditare sui difetti di afferrarti alle cose e sui benefici del darle via. Perciò, discuterò queste cose.

Il Sutra della Lampada Lunare (Candra-pradipa-sutra) dice:

Queste persone puerili sono attaccate
A questo corpo corruttibile e a questa
Forza vitale che fluisce velocemente, i quali mancano entrambi di indipendenza

E sono come un sogno o l’illusione di un mago. [366]

{116} Così questi esseri non-intelligenti fanno cose terribili,

Cadono sotto il controllo del peccato,
E, trascinati via dal carro del Signore della Morte,

Procedono verso inferni insopportabili.

Questo dice che dovresti porre fine all’attaccamento vedendo il corpo come non pulito, la vita come qualcosa che scorre veloce come la cascata di una montagna, entrambe, il corpo e la vita, come vuoti di un sé indipendente perché sono sotto il controllo del karma, ed entrambe come falsi, alla stregua di un sogno o dell’illusione di un mago. Inoltre, se non metti fine all’attaccamento, verrai dominato da esso, produrrai un grande male e procederai verso i regni miserabili!

Considera anche la Formula che Realizza i Metodi Illimitati (Ananta-mukha-nirhara-dharani):

Quanto agli esseri viventi che disputano con gli altri,
È la spilorceria la causa radice.
Perciò rinuncia a ciò che desideri ardentemente.
Dopo che avrai abbandonato il desiderio ardente, la formula funzionerà.

Il Compendio degli Addestramenti Siksa-samuccaya dice:

Il mio corpo e la mia mente
Cambiano di momento in momento.
Se con questo corpo impermanente, che trasuda sporcizia,

Io raggiungo l’illuminazione
Che è permanente e pura,
Non avrò raggiunto ciò che è senza prezzo?

E la Ghirlanda di Storie della Nascita (Jataka-mala) afferma:

Questo corpo privo di un sé, soggetto a corruzione, senza sostanza,

Sofferente, ingrato e continuamente impuro
È di beneficio agli altri; non dilettarsi di questo
Significa non essere intelligente.

Benché tu faccia molto sforzo per prenderti cura del tuo corpo, che non ha sostanza, devi abbandonarlo. Dandolo con sincerità agli altri, realizzi molti dei tuoi scopi e di quelli degli altri. Dopo aver pensato: “Sarei uno sciocco a non addestrare la mia mente a fare questo”, fai tutto quello che puoi per produrre il pensiero di dare via il tuo corpo e così via ad altri. Impegnarsi negli Atti del Bodhisattva dice:

Dando via tutto, io supero il dolore,
Così la mia mente raggiunge il nirvana.
Poiché [alla morte] devo abbandonare ogni cosa,

È meglio dare (tutto) agli esseri viventi. [367]

{117} E il Compendio delle Perfezioni dice:

Se vedi l’impermanenza delle risorse
E hai grande compassione in modo naturale

Saprai a buona ragione che i regali
Che hai tenuto in casa tua appartengono agli altri.

Non c’è mai paura per ciò che hai dato via;
Ciò che viene tenuto in casa fa nascere le paure
Che sia insufficiente, ordinario o che necessiti di costante protezione.

Se lo dai via, questi difetti non ti disturbano mai.

Dando, ottieni felicità nelle vite future;
Non dare porta sofferenza anche in questa vita.

La ricchezza umana è come una stella cadente,

Ciò che non viene dato via cesserà di esistere.

La ricchezza non data è transitoria e se ne andrà;

Dandola via rimane un tesoro.
La ricchezza di nessun valore viene ad avere un valore

Quando ti sforzi di aiutare gli esseri viventi.

Il saggio loda (l’atto) di dare via la ricchezza,
Le persone puerili amano ammassarla.
Nessuna ricchezza viene trattenuta aggrappandosi ad essa;

Dandola via sorge sempre l’eccellenza.

Dando via le cose, non ti aggrappi più alle afflizioni;
Essere avaro fa crescere le afflizioni su un sentiero ignobile.

Gli esseri nobili dicono che la generosità è il migliore sentiero,

Mentre il suo opposto è un sentiero cattivo.

Se dedichi dal profondo del cuore tutte le radici di virtù, per quanto grandi o piccole possano essere, al fine di fare estesamente, sia in senso temporaneo che in senso ultimo, il bene e la felicità di tutti gli esseri viventi, e quindi dai qualcosa, tu ottieni meriti in relazione a ciascun essere vivente. Quindi completi facilmente la collezione di meriti. La Preziosa Ghirlanda afferma:

Se il merito di dire questo
Avesse forma fisica
Non sarebbe contenuta negli universi numerosi

Come i grani della sabbia del Gange.

Il Bhavagan disse questo
E c’è una logica per esso,
La distesa degli esseri viventi è incommensurabile;
Il merito del desiderio di aiutarli è pari ad essa. [
368]

{118} Inoltre, non aggrapparti a compagni e possessi che ti hanno impedito di accrescere la tua abilità di dare via le cose, che hanno intensificato la tua avarizia, che hanno fermato lo sviluppo delle inclinazioni a dare, (inclinazioni) che precedentemente erano assenti, o che hanno indebolito le tue inclinazioni a dare. Non associarti a questo tipo di compagni o non accettare questi tipi di doni materiali, anche se gli altri li offrono. Il Compendio delle Perfezioni afferma:

I bodhisattva abbandonano tutti i possessi

Che intensificano il difetto dell’avarizia
O che non espandono la generosità,
Gli ingannatori che diventano un ostacolo.

I bodhisattva non dovrebbero accettare
Gioielli, ricchezza o anche un regno,
Se questo potesse danneggiare la loro attitudine generosa e

Oscurare il sentiero della perfetta illuminazione.

Quando agisci in questo modo, l’avarizia può condurti a sentirti attaccato ai tuoi beni. Se ciò avviene, distaccati pensando: “Il saggio raggiunse l’illuminazione dopo aver dato via ogni cosa posseduta. In precedenza, ricordando il mio impegno di emularlo, io ho dato via il mio corpo, ogni risorsa, e tutta la mia virtù a tutti gli esseri viventi. Se sono ancora attaccato alle risorse, mi sto com- portando proprio come un elefante oppresso dal sole, che va nell’acqua e fa il bagno e quindi, tornato sulla terra asciutta, si rotola nello sporco. Poi di nuovo, quando vede che è coperto di sporcizia, torna nell’acqua e fa la stessa cosa ripetutamente”. Il Compendio delle Perfezioni dice:

Ricordando gli atti superiori dei saggi, Sforzati in essi e rifletti sul tuo impegno; Comprendi i seguenti pensieri eccellenti
Per rimuovere il tuo attaccamento alle cose:

Io ho dato via il mio corpo a tutti gli esseri;

Poi ho rinunciato alla virtù di questo dono.

Il mio essere attaccato agli oggetti esterni
È senza senso, come il bagno di un elefante”.

Se sei capace di generare un intenso diletto nel contemplare i molti benefici del dare via le cose e la grande paura nel riflettere sui difetti dell’avarizia, produrrai in modo naturale un’attitudine generosa. [369] In accordo (con questo), genera il pensiero di dare via ogni cosa agli altri alla conclusione (della pratica) di coltivare amore e compassione, o alla conclusione della riflessione sulle storie della vita {119} del Conquistatore, dei suoi figli e così via. Impegnarsi negli Atti del Bodhisattva spiega come viene fatto questo:196

Senza provare un senso di perdita, io darò via
Il mio corpo e le mie risorse
Così come tutte le mie virtù del passato, del presente e del futuro Per il bene di tutti gli esseri viventi.

Ti focalizzerai su tre cose – il tuo corpo, le tue risorse e le tue radici di virtù – e le dai mentalmente a tutti gli esseri viventi.

Se blocchi il desiderio ardente che concepisce ogni cosa come una proprietà personale e ti condizioni ripetutamente all’attitudine di dare tutto agli altri, sarai chiamato bodhisattva. Il Compendio delle Perfezioni dice:

Tutte queste cose sono tue;
Non ho l’orgoglio (di dire) che sono mie”.

Colui che ha ripetutamente questo pensiero stupefacente

Ed emula le qualità del Buddha perfetto
È chiamato bodhisattva, così disse
L’inconcepibile Buddha, l’essere supremo.

Al presente, poiché la tua determinazione non è matura ed è debole, tu non dai via effettivamente la (tua) carne, ecc., benché mentalmente tu abbia già dato il tuo corpo a tutti gli esseri. Secondo il Compendio degli Addestramenti, tuttavia, se non ti addestri nel pensiero di dare via il tuo corpo e la vita, non ti abituerai ad esso e rimarrai incapace di dare via il tuo corpo e la vita. Perciò, d’ora in avanti coltiva questo pensiero.

Se usi cibo, indumenti, riparo e così via che hai sinceramente dato a tutti gli esseri, e lo fai con desiderio ardente del tuo benessere personale, dimenticando il pensiero: “Li userò per il benessere degli altri”, allora commetti un’infrazione maggiore. Quando non hai il desiderio ardente ma dimentichi di applicare l’idea di focalizzarti su tutti gli esseri viventi, o se usi quelle risorse per un particolare essere vivente per attaccamento, tu commetti un’infrazione minore. [370]

Riguardo ai beni materiali che hai donato agli altri, il Compendio degli Addestramenti Siksa-samuccaya afferma che quando li usi per il tuo benessere con la piena cognizione del fatto che sono proprietà di altri, tu stai rubando, e se il valore totale è abbastanza (alto), commetti una trasgressione cardinale dei voti della liberazione individuale. In risposta a questo, alcuni dicono che, dal momento che hai donato il tuo cibo, ecc., a tutti gli esseri viventi, è impossibile che il valore totale di ciascuna porzione di un essere sia abbastanza (alto), perciò non puoi commettere una {120} trasgressione cardinale. Altri dicono che questo non è corretto perché hai donato le cose che possiedi nel loro complesso a ciascun essere individualmente. Altri sostengono che, anche se le hai consegnate mentalmente agli altri, essi non ne entrano personalmente in possesso, perciò non c’è una trasgressione cardinale.

Il significato inteso che sta dietro al Compendio degli Addestramenti è che incorri in una trasgressione cardinale (dato che si è raggiunto il valore totale richiesto), quando doni sinceramente il tuo cibo, ecc., a un essere umano e qusta persona lo sa e ne prende possesso; dopo di che tu, con la piena conoscenza del fatto che queste cose sono proprietà di un altro, te ne appropri per tuo uso. Perciò, le posizioni esposte dagli altri sono errate.

Non c’è errore nell’usare le risorse di alcuni esseri viventi se pensi, mentre le usi: “Io faccio questo per il loro benessere”. Il Compendio degli Addestramenti afferma:199

Non c’è errore nell’usare le cose se tu pensi: “Mi prendo cura del mio corpo, che è di proprietà degli altri, come queste risorse che sono di proprietà di altri”. Gli schiavi non hanno beni materiali propri con cui sopravvivere.

Puoi pensare: “Io incorro in un errore perché, dopo aver donato agli esseri viventi queste cose possedute, io le uso senza il loro permesso”, ma non c’è errore. Il Compendio degli Addestramenti dice:

Un servo che lavora sodo al benessere di un maestro potrebbe usare le cose di proprietà del maestro senza permesso quando la mente del maestro non è lucida a causa di malattia e così di seguito, ma non incorrerebbe in un errore.

Non mancare di fede col pensare: “Dare via mentalmente ogni cosa agli esseri viventi mentre non la si dà effettivamente (concretamente) corrisponde a una bugia e, perciò, è senza reale sostanza”. Il Compendio degli Addestramenti dice:

Alcune persone che sono vicine ad un bodhisattva che pratica in questo modo non riescono a comprendere con esattezza la pratica del bodhisattva e mancano di fede. Questo è senza motivo, perché conoscono bene qualcuno che ha una mente di generosità grande e meravigliosa. [371] È sbagliato che dubitino di questo metodo.

(c’) Le divisioni della generosità
La sezione sulle divisioni della generosità ha tre parti:

1. Come ciascuno dovrebbe praticarla
2. Divisioni della generosità relative a persone particolari

3. Divisioni dell’effettiva generosità (Capitoli 9–10)

{121} (1’) Come ciascuno dovrebbe praticarla

Il Compendio Mahayana di Asanga dice che si pratica la generosità in associazione alle sei supremazie. Base Suprema significa che pratichi la generosità basata sulla mente dell’illuminazione; cioè tu agisci dopo essere stato motivato da essa. Cose Supreme significa che in generale dai tutti gli oggetti che possono essere dati e, anche quando sei impegnato in specifici atti di generosità, non abbandoni questo pensiero di dare via ogni cosa. Scopo Supremo è quando dai via le cose a tutti gli esseri viventi per amore della loro felicità immediata e del beneficio ultimo. Suprema Abilità nei Metodi è quando la generosità è imbevuta di sublime saggezza non-concettuale; i bodhisattva principianti dovrebbero considerare questa come la saggezza che conosce la mancanza di natura intrinseca degli oggetti. Dedica Suprema significa che dedichi la virtù derivante dalla generosità alla completa illuminazione. Purezza Suprema è quando blocchi sia le oscurazioni afflittive che quelle cognitive.

La Spiegazione Lunga del Sutra della Perfezione della Saggezza in Ottomila Righe, di Haribhadra, dice che pratichi la generosità con le sei perfezioni presenti. Quanto stai dando gli insegnamenti, per esempio, ciò è estremamente potente se pratichi tutte le sei perfezioni. Hai la disciplina etica quando ti trattieni dalle considerazioni degli sravaka e dei pratyekabuddha; la pazienza, quando sopporti qualsiasi avversità mentre aspiri alle qualità dell’onniscienza e quando sopporti con pazienza gli abusi provenienti da altri; hai la perseveranza gioiosa quando desideri ardentemente un incremento sempre maggiore della tua generosità; la stabilizzazione meditativa quando dedichi alla completa illuminazione la virtù che coltivi con attenzione perfettamente diretta a un solo punto, non mischiata a considerazioni Hinayana; e la saggezza quando sai che il donatore, il dono e colui che riceve sono come l’illusione di un mago.

(2’) Divisioni della generosità relative a persone particolari

In generale, si dice che i bodhisattva laici fanno doni di cose materiali e i bodhisattva rinuncianti fanno doni degli insegnamenti. [372] Voti della Liberazione del Bodhisattva (Bodhisattva-pratimoksa) dice:

Sariputra, il bodhisattva rinunciante che insegna anche una singola stanza di quattro righe produce un merito molto maggiore di quello del bodhisattva laico che fa offerte dei regni dei Buddha colmi di gioielli, numerosi quanto i grani di sabbia del fiume Gange, ai tathagata, agli arhat, ai buddha perfettamente illuminati. Sariputra, il Tathagata non permette ai rinuncianti di fare doni materiali.

{122} Il Compendio degli Addestramenti dice che qui il Buddha intendeva doni materiali che diventerebbero un ostacolo allo studio e così via. Si dice che ai rinuncianti è proibito fare offerte di beni materiali per ottenere i quali hanno lavorato, ma che se ottengono molte cose in forza dei loro meriti precedenti e senza ostacolare le loro attività virtuose devono darle via.

Anche Sha-ra-wa disse:
Io non vi sto parlando dei benefici del dare; vi sto parlando dei difetti dell’avarizia.

È una cosa spiacevole quando i rinuncianti danneggiano la propria disciplina etica perché si sforzano al massimo nella ricerca di ricchezza da dare via.

(3’) Divisioni dell’effettiva generosità
La presentazione delle divisioni dell’effettiva generosità ha tre parti:

1. Il dono degli insegnamenti

2. Il dono della protezione dalla paura

3. Doni materiali (Capitoli 9 -10)

(a”) Il dono degli insegnamenti

Il dono degli insegnamenti è impartire l’insegnamento sublime senza fare errori, insegnare le arti e così via (occupazioni mondane che sono irreprensibili e degne di essere apprese), e coinvolgere gli altri nel sostenere i precetti fonda- mentali.

(b”) Il dono della protezione dalla paura

Il dono della protezione dalla paura è proteggere gli esseri viventi dalla paura degli umani come i re e i ladri, dalla paura degli esseri non-umani come i leoni, le tigri e i coccodrilli e dalla paura degli elementi come l’acqua e il fuoco.

(c”) Doni materiali
I doni materiali sono spiegati in due parti:

1. La generosità del dare effettivamente cose materiali (Capitoli 9 -10) [373]

2. La generosità che è solo mentale (Capitolo 10)
(1”)
La generosità del dare effettivamente cose materiali
La generosità del dare effettivamente cose materiali ha tre parti:

1. Come dare via le cose materiali (Capitoli 9 -10) {123}
2. Cosa fare se sei incapace di dare (Capitolo 10)
3. Affidarsi ai rimedi per gli impedimenti alla generosità (Capitolo 10)

(a)) Come dare via le cose materiali Questa sezione ha quattro parti:

1. I destinatari del dare
2. La motivazione del dare
3. Come dare (Capitolo 10)
4. Le cose da dare (Capitolo 10)

(1) I destinatari del dare

Ci sono dieci di questi: (1) gli amici e i parenti che ti aiutano, (2) i nemici che ti danneggiano, (3) la gente ordinaria che non ti danneggia né ti aiuta, (4) quelli che hanno buone qualità come la disciplina etica, (5) quelli con difetti come una disciplina etica imperfetta, (6) quelli inferiori a te, (7) quelli uguali a te, (8) quelli superiori a te, (9) quelli ricchi e felici e (10) i miseri e diseredati.

(2)) La motivazione del dare
La motivazione del dare ha due sezioni:

1. Quale tipo di motivazione è richiesta
2. Quale tipo di motivazione deve essere eliminata

(a’)) Quale tipo di motivazione è richiesta

La tua motivazione dovrebbe avere tre attributi: (1) una focalizzazione sullo scopo, pensando: “Sulla base di questo io completerò la perfezione della gene- rosità, una condizione per l’illuminazione insuperabile”; (2) una focalizzazione sulla cosa da dare, pensando: “Dall’inizio un bodhisattva dà via tutti i possessi agli esseri viventi, perciò i beni materiali che io sto dando appartengono agli altri, ed è come se essi stessero ricevendo cose avute in affidamento”; e (3) una focalizzazione su colui che riceve, pensando: “Dal momento che questi riceventi, sia che chiedano il dono o no, portano a completamento la mia perfezione della generosità, essi sono miei maestri”. Il Compendio delle Perfezioni afferma:

Quando qualcuno viene a chiedere qualcosa,
I bodhisattva, per produrre le pre-condizioni per la completa illuminazione, Considerano ciò che hanno come se appartenesse agli altri, lo danno come se fosse qualcosa affidata a loro,
E considerano la persona come loro insegnante.

{124} Rispetto al dare via cose individuali, metti a fuoco in dettaglio la tua motivazione sullo scopo (consultando) il Sutra delle Domande di Subahu (Subahu- pariprccha) e il Compendio delle Perfezioni, che è il pensiero: “Io do via questo per questo o per quello scopo”. Quanto al focalizzare la tua motivazione su colui che riceve, spiegato sopra, dovresti applicarlo a tutte le situazioni di generosità, perciò è la motivazione generale. [374] Le motivazioni specifiche sarebbero quando fai un dono a quelli che ti danneggiano, dopo aver stabilito una attitudine amorevole; a quelli che soffrono, dopo aver stabilito un’attitudine compassionevole; a quelli che hanno buone qualità, dopo aver stabilito una attitudine di diletto; e a quelli che ti aiutano, dopo aver stabilito una attitudine imparziale.

Inoltre, devi avere una mente imparziale verso tutti i riceventi, dare agli esseri viventi , come quelli che chiedono e via di seguito, tutti i risultati virtuosi del dare e, in particolare, essere compassionevole verso quei riceventi che stanno soffrendo. Ciandrakirti dice:

Quando il dare è esente da avarizia
Il donatore deve compassionevolmente fare doni
Che sono dati equamente con un’attitudine mentale di imparzialità

A quelli che sono destinatari superiori o inferiori.

I risultati di un tale dare
Vanno allo stesso tempo a sé e agli altri.
Gli esseri santi lodano questo dare senza avarizia

A coloro che cercano doni.

E la Lode delle Qualità Infinite Gunaparyanta-stotra dice:

Alcuni, perfino quando vedono una persona promettente che è diseredata e di bassa nascita,

Non se ne curano e, desiderando i risultati, cercano altri riceventi che abbiano buone qualità.

Essi hanno un motivo basso; benché donatori, sono uguali a quelli che chiedono doni, tu [Buddha] hai detto.

Quindi, tu mantieniti impegnato per compassione a dare a coloro che chiedono.

(b’)) Quale tipo di motivazione deve essere eliminata

1. Una motivazione che crede nella supremazia delle visioni cattive. Non avere questa (motivazione) significa che non dai pensando: “La generosità non porta risultati”, “Le offerte di sangue che producono danno sono religiose”, “Io sto dando quando mi applico a ciò che è buono e benefico”, oppure “Tramite il solo completamento della generosità mi libererò dagli attaccamenti mondani e sovramondani”. {125}

2. Una motivazione arrogante. Non avere questa significa che non disprezzi la persona che chiede qualcosa, non competi con gli altri, e, dopo aver dato qualcosa, non pensi presuntuosamente: “Io sono così generoso; nessun altro può fare così”. [375]

Il Sutra della Purificazione delle Oscurazioni del Karma (Karmavarana-visuddhi-sutra) spiega che quando gli esseri ordinari fanno doni, perdono la fiducia in quelli che sono avari, ragion per cui si arrabbiano e rinascono in un inferno; perciò si dice che questo ostruisca la generosità. Quando queste persone ordinarie osservano la disciplina etica, parlano in modo non lusinghiero di quelli la cui disciplina etica è difettosa; così perdono la fede in molti esseri viventi e cadono nei regni miserevoli a causa della loro mancanza di fede; e quando questa gente ordinaria conserva la pazienza e così via, parla con disprezzo di quelli che fanno l’opposto di queste cose, e così ostruiscono la propria disciplina etica e via di seguito.

Per cui dovresti fare come dice la Lode delle Qualità Infinite:

Nei momenti in cui eri colto e molto intelligente, tu non elogiavi te stesso;

Decantavi e riverivi altre persone che avevano poche buone qualità.
Quando mantenevi una quantità di buone qualità, tu ti aggrappavi perfino a un piccolo difetto nel tuo comportamento.

3. Una motivazione di sostegno. Non avere questa significa che non dai con la speranza di ottenere lode o fama.

4. Una motivazione di scoraggiamento. Non avere questa significa che quando hai sperimentato gioia perfino prima dell’atto di dare, sei pieno di fede e quindi non hai rimpianto dopo avere dato; e anche quando senti dei vasti atti di generosità del bodhisattva, non sei scoraggiato, ma intensifichi il tuo entusiasmo senza sminuire te stesso.

5. Una motivazione in cui volti le spalle a qualcuno. Non avere questa significa che esaurisci una compassione equilibrata che è imparziale verso le persone nemiche, amiche e ordinarie.

6. Una motivazione che si aspetta qualcosa in cambio. Non avere questa significa che non dai agli altri nella speranza che ti possano aiutare in futuro, ma perché vedi che questi esseri sono privi di felicità, arsi dalle fiamme del desiderio cocente, senza il potere di alleviare le loro stesse sofferenze e naturalmente miserevoli.

7. Una motivazione che si aspetta la fruizione. Non avere questa significa che non speri nella fruizione di un corpo eccellente e di eccellenti risorse nelle vite future, ma dai perché vedi che tutte le cose composte sono {126} senza sostanza ma possono contribuire alla insuperabile illuminazione. Questo non ti impedisce di aspettarti questi risultati a breve termine, ma ti impedisce di considerare come tua meta il mero corpo e le risorse dell’esistenza ciclica. [376]

Al di là di queste (motivazioni), dovresti dare senza la motivazione dello scorretto mezzo di sostentamento in cui pensi: “Se faccio questo regalo, il sovrano, ecc., mi riconosceranno come persona generosa e io otterrò del rispetto”. Non dare per la paura di diventare povero, o con la motivazione di ingannare qualcuno che chiede qualcosa. Dai qualcosa quando sei esente da distrazione e sentimenti di antipatia o rabbia. Fai doni quando non sei scoraggiato per le varie azioni errate di colui che chiede qualcosa. Anche quando vedi i difetti di qualcuno che ti ha ingannato, ecc., non dare con la motivazione di rendere noti ad altri questi difetti. Infine, dai con la convinzione, della quale gli altri non ti possono dissuadere, che ogni singolo atto di donare darà origine ad un risultato singolo.

Capitolo 10 Come dare {127}

(3) Come dare
(a’) Come non dare

(b’) Come dare

(4) Le cose da dare
(a’) Breve presentazione delle cose che sono da dare e da non dare.

(b’) Spiegazione dettagliata delle cose che sono da dare e da non dare.

(1’) Spiegazione dettagliata delle cose interiori che sono da dare e da non dare.

(a”) Il dare inopportuno dal punto di vista del tempo
(b”) Il dare inopportuno dal punto di vista dello scopo
(c”) Il dare inopportuno dal punto di vista di chi chiede qualcosa

(2’) Spiegazione dettagliata delle cose esterne che sono da dare e da non dare

(a”) Come non dare le cose esterne
(1”) Il dare inopportuno dal punto di vista del tempo
(2”)) Il dare inopportuno dal punto di vista del dono
(3”)) Il dare inopportuno dal punto di vista della persona
(4”)) Il dare inopportuno dal punto di vista delle cose materiali

(5”) Il dare inopportuno dal punto di vista dello scopo

(b”) Come dare le cose esterne

(b) Cosa fare se sei incapace di dare

(c)) Affidarsi ai rimedi per gli impedimenti alla generosità

(1)) L’impedimento del non essere abituati alla generosità

(2)) L’impedimento della fortuna in declino
(3)) L’impedimento dell’attaccamento

(4)) L’impedimento del non vedere la meta

(2”) La generosità che è solo mentale

(d’) Sommario

{128} (3)) Come dare Questa sezione ha due parti:

1. Come non dare

2. Come dare

(a’)) Come non dare

Metti da parte questi tredici modi di dare perché sono da eliminare: (1) non dare via subito ma solo dopo aver rinviato; (2) dare sotto stress; (3) dare dopo esserti coinvolto in affari che non concordano né con l’insegnamento né con i metodi del mondo; (4) prendere in anticipo questo impegno: “Io darò questa quantità” e poi fare un dono di qualità o ammontare ridotto; (5) dare in cambio di favori; (6) dare a rate quando potresti dare tutto in una volta; (7) come sovrano, dare il figlio o la sposa di qualcun altro che hai rapito; (8) esercitando pressione, prendere possessi dei tuoi genitori, servitori, ecc. e quindi darli ad altri; (9) fare un dono con un metodo che urterà qualcun altro; (!0) mentre tu resti inattivo, impiegare qualcun altro nell’atto del dare; (11) dare mentre critichi e provi disprezzo per la persona che chiede qualcosa, mentre sei indirettamente critico in un modo che implica disprezzo o mentre intimidisci il ricevente con parole dure; (12) dare violando i precetti proibitivi del Buddha; e (13) non dare risorse quando le acquisisci ma darle dopo averle accumulate per lungo tempo. [377]

Infatti, i bodhisattva vedono che è sbagliato dare risorse che hai messo da parte, mentre non è sbagliato darle appena le acquisisci. Questo perché non c’è un merito aggiuntivo nel metterle da parte e poi donarle tutte insieme, perché tu respingi molte richieste di tuoi beni mentre li stai mettendo da parte; finisci per sentirti tormentato e potresti darli a qualcuno che non li ha richiesti. Questi punti esposti in Livelli del Bodhisattva sono molto importanti, perché puoi vedere che durante il periodo dell’accantonamento dei beni produci molte afflizioni, come l’avarizia e altre, che la preoccupazione di proteggerli e così via diventa un ostacolo a molte azioni virtuose e con molta probabilità li perdi in qualche punto (del percorso) e, in ogni caso, alla fine non sei in grado di darli.

(b’)) Come dare

Prima di tutto, sorridi con volto raggiante e poi dai a qualsiasi ricevente, mostrando rispetto col parlare sincero. Dai con le tue {129} mani, al momento appropriato, senza urtare nessun altro e sopportando la sofferenza di qualsiasi avversità. Il risultato di queste azioni è descritto nel Capitolo di Colui che Dice il Vero (Satyaka-parivarta):

Attraverso la carità (dettata) da un senso di servizio, riceverai servizi dagli altri, come i tuoi parenti; usando le tue stesse mani nel dare, otterrai persone che ti servono; dando al momento appropriato realizzerai i tuoi obiettivi per tempo.

Ed anche:

Tramite la carità che non urta alcun altro, otterrai risorse stabili; tramite il dare sopportando cose spiacevoli, avrai compagni intimi.

Il Tesoro della Conoscenza (Abhidharma-kosa) di Vasubandhu afferma che facendo la carità con le tue stesse mani ottieni una grande quantità di risorse. L’Auto-Commentario al “Tesoro della Conoscenza” (Abhidharma-kosa-bha- sya) spiega che “risorse stabili” significa che gli altri non interferiscono con esse e che il fuoco, ecc., non le distruggono. [378]

Inoltre, c’è un modo per aiutare gli altri ad essere generosi. Se hai dei possessi, vai nelle case della gente avara che non ha esperienza nel fare regali anche poche volte. Gioiosamente e in modo rilassato, rivolgiti a loro nel modo seguente: “Io possiedo proprio una grande quantità di cose. Io voglio che qualcuno mi chieda delle cose, così da poter completare la perfezione della generosità; perciò se incontri qualcuno che ti chiede qualcosa, invece di respingerlo senza dare nulla, prendi dalla mia ricchezza e dagliela. Oppure conducilo da me e gioisci poi della mia generosità”. Questo non distrugge la loro ricchezza e loro lo fanno con piacere. In questo modo, essi piantano il seme per la rimozione della propria avarizia. Abituandosi gradualmente a fare questo, daranno un po’ della loro ricchezza e ridurranno un po’ il loro attaccamento. In conseguenza di questo, raggiungeranno una modesta assenza di attaccamento e, in dipendenza di questo, una grande assenza di attaccamento. In modo analogo, dai le cose che possiedi al tuo abate, maestro, studenti e amici che hanno molto attaccamento e sono incapaci di dare, e a quelli che non sono così ma che non hanno cose di loro proprietà, e fai in modo poi che loro facciano offerte ai tre gioielli, invece di farlo tu stesso. Facendo questo, tu produci una grande quantità di merito personale. Ciò pacifica le afflizioni di alcuni, realizza in altri il desiderio di praticare gli insegnamenti, raduna esseri attorno a te e fa sì che essi maturino.

{130} Similmente, se non hai cose di tua proprietà, potresti costruirti la ricchezza con un mestiere o un impiego e poi darla via. Oppure potresti anche raccontare ad altri una storia religiosa in cui anche il povero o il misero desiderano dare. In alternativa, manda le persone ridotte all’accattonaggio a casa delle persone ricche che hanno fede e vacci tu stesso per assistere alla distribuzione dei doni nella misura in cui puoi farlo. Inoltre, nello smistare i beni materiali per carità, dai prima il meglio e distribuisci completamente tutti i beni regala- ti per carità. [379]

(4)) Le cose da dare
La spiegazione sulle cose da dare ha due parti:

1. Breve presentazione delle cose che sono da dare e da non dare
2. Spiegazione dettagliata delle cose che sono da dare e da non dare

(a’)) Breve presentazione delle cose che sono da dare e da non dare

In breve, i bodhisattva dovrebbero dare agli altri quelle cose che producono nei riceventi sensazioni piacevoli libere da cause di rinascita miserevole e che in definitiva li beneficeranno (in uno di questi due modi): o eliminando il loro peccato o stabilendoli nella virtù. Anche se queste cose non recano immediatamente felicità, dovrebbero darle se alla fine sono benefiche. Non dovrebbero dare cose che producono pena nell’immediato e alla fine causano danno, o che sono piacevoli nell’immediato ma dannose alla fine.

(b’)) Spiegazione dettagliata delle cose che sono da dare e da non dare La spiegazione dettagliata delle cose che sono da dare e da non dare ha due sezioni:

1. Spiegazione dettagliata delle cose interiori che sono da dare e da non dare

2. Spiegazione dettagliata delle cose esterne che sono da dare e da non dare

(1’)) Spiegazione dettagliata delle cose interiori che sono da dare e da non dare

Una volta che hai compreso come non dare le cose interiori, saprai l’opposto di questo, ciò che dovresti dare. Perciò, spiegherò prima come non dare. Questo ha tre parti: {131}

1. Il dare inopportuno dal punto di vista del tempo
2. Il dare inopportuno dal punto di vista dello scopo
3. Il dare inopportuno dal punto di vista di chi chiede qualcosa

(a”)) Il dare inopportuno dal punto di vista del tempo
Fin dall’inizio, i bodhisattva danno a tutti gli esseri viventi i propri corpi, ecc. con completa sincerità. Nondimeno, benché possa esserti richiesto, non dare la carne del tuo corpo e così via finché non hai sviluppato l’attitudine di grande compassione. Allora non ti dispererai per la dura prova del ricevere richieste di cose del genere. Il Compendio degli Addestramenti dice:207

Qual è la perseveranza gioiosa a causa della quale ti scoraggi? È quando uno che ha poca forza intraprende un’attività pesante o che dura per un periodo di tempo lungo; oppure quando quelle persone che mancano di una convinzione del tutto matura intraprendono compiti difficili come, per esempio, dare la loro stessa carne e così di seguito. Benché questi bodhisattva principianti abbiano dato il proprio corpo a tutti gli esseri, tuttavia, si trattengono dagli usi prematuri di esso. Diversamente si dispererebbero per quegli esseri che chiedono la carne e per tale ragione dissiperebbero masse enormi di buoni risultati a causa dello sprecare il proprio seme della mente dell’illuminazione. [380] Pertanto, il Sutra delle Domande del Tesoro del Cielo dice: “I desideri prematuri sono attività demoniaca”.

Impegnarsi negli Atti del Bodhisattva dice anche:

Non dare via il tuo corpo
Quando l’attitudine di compassione è impura.
In ogni caso, dallo per realizzare un grande scopo, In questa e nelle vite future.

(b”)) Il dare inopportuno dal punto di vista dello scopo
Non dare via il tuo corpo per un qualche scopo insignificante. Impegnarsi negli

Atti del Bodhisattva afferma:

Non recare danno al tuo corpo per qualcosa di insignificante,

Esso è per praticare gli insegnamenti sublimi;
In questo modo porterai rapidamente
A compimento gli scopi degli esseri viventi.

Quando dal tuo punto di vista sei libero dagli ostacoli alla generosità – l’avarizia, ecc. – e dal punto di vista degli altri c’è lo scopo più grande di realizzare gli obiettivi di molti esseri viventi, se non dai via il tuo corpo, allora non dai via le tue {132} membra, ecc. anche se richiesto. Se ti viene richiesto il tuo corpo, ecc. allo scopo di impegnarsi in azioni sbagliate, come uccidere e via di seguito, che danneggerebbero te stesso e gli altri, non darti a un altro neppure temporaneamente.
(c”)) Il dare inopportuno dal punto di vista di chi chiede qualcosa

Non dare le tue membra, ecc. quando le deità demoniache o gli esseri posseduti da esse te le chiedono con l’intenzione di fare danno, perché questo le danneggerebbe. Non darle quando richieste da una persona pazza o da quelli le cui menti sono disturbate perché non stanno chiedendo con sincerità e la loro richiesta non è ben valutata. Non solo non c’è trasgressione nel non dare a questi esseri, la trasgressione c’è se dai.

In occasioni diverse da queste dovresti dare il tuo corpo quando ti viene chiesto. Inoltre, ci sono due modi di dare il tuo corpo: (1) sezionare le tue membra e così via e poi farne un dono permanente, e (2) darti temporaneamente al potere di qualcun altro come servitore, ecc. al fine di far realizzare i suoi obiettivi religiosi.

(2’)) Spiegazione dettagliata delle cose esterne che sono da dare e da non dare

Questa sezione ha due parti:

1. Come non dare le cose esterne

2. Come dare le cose esterne

(a”)) Come non dare le cose esterne
Come non dare le cose esterne ha cinque parti: [381]

1. Il dare inopportuno dal punto di vista del tempo
2. Il dare inopportuno dal punto di vista del dono
3. Il dare inopportuno dal punto di vista della persona
4. Il dare inopportuno dal punto di vista delle cose materiali

5. Il dare inopportuno dal punto di vista dello scopo

(1”)) Il dare inopportuno dal punto di vista del tempo
Il dare inopportuno dal punto di vista del tempo è, per esempio, dare un pasto pomeridiano ai rinuncianti o a coloro che hanno preso i voti per un giorno. {133}

(2”)) Il dare inopportuno dal punto di vista del dono
Il dare inappropriato dal punto di vista del regalo è, per esempio, il dare cibo e bevande avanzati a uno che osserva i voti; dare cibo e bevande contaminati e inquinati da feci e urina, sputo e muco o vomito e pus; dare aglio, cipolla, carne, alcool o qualcosa di contaminato da questi a coloro che non mangiano o bevono queste cose o che hanno voti per i quali è inappropriato usare queste cose, anche se potrebbero volerle mangiare o bere; dare via un bambino, un servitore e cose simili, anche se comunichi chiaramente il significato del dare ed essi ne sono compiaciuti, quando ti viene richiesto da qualcuno che non ti piace, uno yaksa, un raksasa, qualcuno dominato dalla belligeranza, qualcuno che è ingrato, o qualcuno smemorato; quando, avvicinato da una persona malata che chiede cibo e bevande, dai cibo e bevande non salutari e anche dai cibo salutare senza moderazione; dare cibo saporito quando richiesto da gente estremamente avida che è già sazia; e dare le scritture ai filosofi non-buddhisti che hanno interessi commerciali, stanno cercando punti di criticismo, o non vogliono imparare il significato della scrittura. Questo è il modo in cui i Livelli del Bodhisattva presenta questo (tema). Comprendilo in dettagli maggiori dal Compendio delle Determinazioni dei Livelli del Bodhisattva (Viniscaya- samgrahani), dove si dice:

Se dai un testo buddhista esplicito a persone di intelligenza infantile che lo chiedano, incorri in un altro atto errato. Se lo chiedi ad altri per darlo loro (a quelle persone), incorri pure in un misfatto. Se lo dai pensando con piena convinzione che puoi fare in modo che si interessino o che abbraccino gli insegnamenti profondi, non incorri in un misfatto. [382] Se dai un testo di insegnamenti spuri o un trattato di filosofi non buddisti ad esseri che hanno fede in esso, dopo che lo hai messo per iscritto o hai un testo già scritto in tuo possesso, o chiedi un testo ad altri, tu incorri in un misfatto.

I bodhisattva cancellano i testi scritti dei filosofi non buddhisti che hanno in loro possesso e tengono le scritture del Buddha messe per iscritto, o riconoscono che i testi (non buddhisti) sono privi del tutto di sostanza e rendono anche noto agli altri che è meglio cancellarli e avere le scritture del Buddha messe per iscritto.

Se qualcuno chiede a te, un bodhisattva, una pila di carta bianca preparata per un testo, tu dovresti chiedere: “Cosa devi fare con questa?”. Se la risposta è: “La devo usare per scopi {134} commerciali” e la pila di carta bianca è quella che tu stai preparando per scopi religiosi, non darla. Se hai l’equivalente in denaro della pila di carta bianca, dai questo alla persona. Se non hai l’equivalente in denaro della carta e non puoi dare né il denaro né la carta, non incorri tuttavia in un misfatto.

Se non stai preparando la pila di carta bianca per uno scopo religioso, dalla via in tutti i modi, affinché venga gioiosamente messa in uso. Similmente, non incorri in un atto sbagliato per il fatto di non darla quando la richiesta provenga da un desiderio di trascrivere un libro veramente spregevole. Il caso è lo stesso per chi voglia trascrivere un tipo medio di libro. Ma sii consapevole che incorri in un misfatto se non vai incontro alla richiesta di qualcuno che voglia trascrivere un testo eccellente.

(3”)) Il dare inopportuno dal punto di vista della persona

Il dare inappropriato dal punto di vista della persona è, per esempio, dare un testo a qualcuno che lo chieda mentre tu hai il desiderio di comprenderlo: tu non hai ancora raggiunto lo scopo del testo ma sei libero dal [fattore] contaminante dell’avarizia verso di esso.

Di seguito (spiego) perché questo è un dare inopportuno. La generosità tipo questo dare gli insegnamenti riguarda uno qualsiasi dei tre scopi: (1) rimuovere la tua avarizia, (2) completare la tua vasta collezione di sublime saggezza e (3) realizzare i vasti obiettivi degli altri. Dato questo, se non dai il testo, gli ultimi due scopi restano a tua disposizione, mentre se lo dai non restano a tua disposizione. [383] Tu non hai bisogno di realizzare il primo scopo, perché in questo caso non hai il [fattore] contaminante dell’avarizia, per cui non è necessario rimuovere questa afflizione. Se non lo dai, vedrai una crescita nella tua collezione di sublime saggezza, mentre se lo dai non avrai questo ampio incremento. Inoltre, se non dai il testo, realizzerai la collezione di sublime saggezza per il beneficio e la felicità di tutti gli esseri viventi; così sarai in grado di produrre la felicità per questo essere che chiede il testo e anche per tutti gli altri esseri viventi. Se lo dai, comunque, sarà felice sono quell’essere vivente.

Si parla di questi scopi maggiori o minori in questo modo in Livelli del Bodhisattva. Inoltre, Impegnarsi negli Atti del Bodhisattva dice: Non dare via qualcosa di eccellente per qualcosa di più basso”; perciò non c’è solo la mera assenza di errore nel non darla via.

{135} Il modo per rifiutare di dare è di evitare l’uso di un linguaggio spiacevole, come il dire: “Non te lo do”. Piuttosto, comunica con abilità e poi manda via la persona.

L’abilità nei mezzi è come segue. Dall’inizio, i bodhisattva consegnano con l’intenzione pura tutto ciò che possiedono a tutti i Buddha e i bodhisattva delle dieci direzioni: per esempio, questo è il modo in cui i monaci completamente ordinati tengono le vesti religiose e cose simili che hanno mentalmente trasferito al loro abate o maestro. Dato che i monaci hanno mentalmente trasferito in questo modo le loro vesti, anche se accumulano possessi sono chiamati “bodhisattva che vivono nella nobile famiglia” e accrescono infinitamente i meriti. (I bodhisattva che vivono nella nobile famiglia” significa che i monaci si trovano in un lignaggio definito della rinuncia in quanto i suoi membri hanno ciascuno solo un completo di vesti rattoppate e una ciotola per l’elemosina, praticano ciò che dovrebbero adottare ed evitano ciò che dovrebbe esser messo da parte.) I bodhisattva, quindi, tengono i loro beni in affido, come se fossero per i Buddha e i bodhisattva. Se qualcuno chiede qualcosa e se la cosa posseduta è adatta ad essere data a quella persona, allora i bodhisattva la danno, pensando: “Io non ho beni che i Buddha e i bodhisattva non abbiano dato a tutti gli esseri viventi”. Se la cosa posseduta non è adatta, i bodhisattva dipendono dall’aver trasferito le loro cose ai Buddha e ai bodhisattva in modi simili al rituale monastico di destinare i beni, e quindi fanno sapere alla persona la situazione, dicendo con parole distensive: “Oh buona persona, questo appartiene a qualcun altro. Non è una cosa che io possa dare a te”. Oppure i bodhisattva potrebbero dare l’equivalente in denaro di due o tre volte il prezzo del libro a una persona a cui abbiano rifiutato il testo. [384] In ogni caso, la persona che lo chiede penserà del bodhisattva: “Non è il desiderio ardente che trattiene questa persona dal darmi il testo; questa persona non può darlo”. Questo tipo di attività è la generosità del saggio.

(4”)) Il dare inopportuno dal punto di vista delle cose materiali

Il dare inopportuno dal punto di vista delle cose materiali è, per esempio, il dare in dono cose come i tuoi genitori; cibo e bevande che hanno i vermi; un bambino, la moglie, un servitore, ecc. cui non lo hai detto, o, anche se glielo hai detto, che non vogliono essere dati via; o un bambino o una moglie che sono persone abituate al comfort. Benché si dica che non dovresti dare tuo figlio, tua moglie, ecc. in servitù, io qui li ho inclusi tra le “cose materiali” perché il dono di cose materiali è la cosa più enfatizzata.

Il Compendio delle Determinazioni dei Livelli del Bodhisattva dice che, anche se non soddisfi una richiesta dei tuoi tre tipi di vesti religiose {136} e di qualsiasi bene [veste] in più, diverso da quelli che il Buddha ha permesso ai rinuncianti di possedere, non incorri in un errore se non hai per essi un’attitu- dine di avarizia, e se essi sono cose necessarie per la tua coltivazione della virtù. Così viene detto: (I tre tipi di vesti religiose per un rinunciante sono: l’indumento superiore, inferiore e esterno di un monaco o una monaca. I monaci e le monache devono sempre conservare un completo di queste vesti.) Se i bodhisattva rinuncianti danno via dei beni in più, vesti diverse dai tre tipi di vesti religiose, che sono permessi dal Buddha, che sono risorse per i loro corpi e favoriscono il loro comfort, e fanno questo dopo aver guardato con attenzione alle persone che li vogliono e li chiedono, essi non incorrono in un atto sbagliato. Anche se non le danno, non incorrono per niente in un atto sbagliato fin quando il loro non dare è finalizzato alla propria coltivazione di virtù e non hanno attaccamento per essi.

I Voti della Liberazione del Bodhisattva Siksa-samuccaya dice:

Sariputra, se i bodhisattva danno via i loro tre tipi di vesti religiose, trattando colui che le chiede come più importante di loro stessi, essi non si affidano a pochi desideri.

Quindi, se i bodhisattva rinuncianti danno via i loro tre tipi di vesti religiose, incorrono in una trasgressione. [385]

(5”)) Il dare inopportuno dal punto di vista dello scopo

Il dare inopportuno dal punto di vista dello scopo è, per esempio, quando soddisfi una richiesta di veleno, armi, fuoco e alcool che è (fatta) allo scopo di danneggiare se stessi o gli altri; quando vai incontro a una richiesta di cose con cui giocare o divertirsi ma che è associata a un rischio proibitivo di accumulare le cause per riprendere una rinascita miserevole; o quando soddisfi una richiesta di fosse, trappole e così via, finalizzate a recare danno agli esseri viventi, o una richiesta di imparare (qualcosa) su di esse. Questo significa che non è appropriato perfino il dare istruzioni riguardo a queste cose al fine di fare danno alle vite e alle risorse degli esseri. Altri esempi sono dare della terra (terreno) o risorse di acqua quando sono richieste allo scopo di danneggiare gli esseri che abitano in aree bagnate o aride; dare autorità politica su questi o altri luoghi con l’intenzione di recare danno agli abitanti umani; oppure, quando queste cose vengono richieste da qualcuno che non ti piace, darle invece a un nemico di questa persona.

(b”)) Come dare le cose esterne

Tu devi dare le cose esterne se il momento non è proibito dall’Insegnante rispetto a chi riceve, e se dare il dono a questa persona è cosa appropriata. Inoltre, se tu come donatore {137} sei una persona all’opposto di quanto spiegato sopra, e sei avaro per quanto riguarda il testo, devi darlo a una persona che lo chiede e che desideri comprenderlo, anche se potresti non aver finito di usarlo. Ciò equivale a dire che se hai una seconda copia, dai quella, e se non l’hai dovresti dare l’ammontare per farla copiare. Se non hai il denaro, dovresti sicuramente dare via il testo, pensando: “Anche se dando via questo potrei restare stupido in questa vita, va bene così, io non mi adagerò nella mia avarizia”.

Quanto alle cose materiali, dovresti dare ogni cosa, eccetto le cose elencate sopra. Se sei un sovrano, e qualcuno ti chiede i figli, le mogli degli altri e così via, non è opportuno andare incontro alla richiesta separando ciascuno (di questi) dalle rispettive famiglie, ma puoi darli nel loro insieme, con la dimora familiare e cose del genere. Allo stesso modo, devi andare incontro alle richieste di cose con cui giocare che non diventino una causa di rinascita miserevole; trappole, ecc. che non danneggino gli altri; luoghi asciutti o bagnati abitati da esseri viventi quando non ne deriverà alcun danno agli esseri; e cibo e bevande che non hanno alcun verme. [386] Dovresti dare anche veleno, armi, fuoco e alcool se la gente li chiede per beneficiare se stessi o gli altri.

Dubbio: Cosa dovresti fare quando stai dando doni materiali e due persone, di cui una è povera e l’altra è ricca, ti chiedono qualcosa?

Risposta: Se vieni interpellato da entrambe dal primo momento e sei in grado di soddisfare i desideri di entrambe, dovresti farlo. Se non lo puoi fare, dovresti comunque pensare prima: “Io soddisferò i desideri della persona povera”, e darti da fare per dare il dono a questa persona. Così dovresti far conoscere la situazione al ricco dicendo con parole garbate: “Amico mio, io ho già pianificato dall’inizio di distribuire questo articolo alla persona povera. Per favore, non pensare che io ti abbia disdegnato”, e quindi soddisfare i desideri della persona che non ha ricchezza.

Io ho scritto sui modi di imparare a dare perché sono estremamente importanti per i principianti che stanno mantenendo i voti del bodhisattva. Ad eccezione di alcuni casi speciali, io ho spiegato tutto secondo il significato inteso da Livelli del Bodhisattva. (Un esempio di un caso speciale sarebbe la spiegazione di come guidare una persona avara ad essere generosa (LRCM, p.378). Questo è un caso speciale perché di solito devi dare con le tue stesse mani.)

(b)) Cosa fare se sei incapace di dare

Se sei sopraffatto dall’avarizia quando qualcuno ti chiede qualcosa, pensa come segue: “Questa cosa materiale e io stesso saremo di sicuro separati dalla morte; essa mi lascerà e io la lascerò. Perciò, {138} io dovrei pure provare piacere nel darla via e destinarla ad un buon uso, facendo una separazione proprio come al momento della morte. Se la do via, non avrò attaccamento alla mia ricchezza quando verrà per me il momento di morire. Non avrò rimpianti e farò sorgere sentimenti di piacere e di gioia”.

Se sei incapace di dare (quella cosa) anche riflettendo in questo modo, informa allora la persona che la chiede facendo ricorso alle tre cose che dovrebbe sapere. Questo è descritto nel Sutra delle Domande del Capofamiglia Ugra (Grha-pati-Ugra-pariprccha-sutra), che afferma che dovresti dire: “Sono nuovo alla pratica del Mahayana e sono ancora una persona di poca abilità, le cui radici di virtù non sono ancora mature. Inoltre, sono sotto l’influsso di un’attitudine ingenerosa. In aggiunta, sono fortemente afferrato alla visione del sé e concepisco costantemente un sé e ciò che appartiene al sé. Perciò, persona eccellente, per favore perdonami e non mettermi in difficoltà. Io proverò a fare ciò che soddisfa i tuoi pensieri e i pensieri di tutti gli esseri viventi”. [387] Secondo il Compendio degli Addestramenti, questo è per eliminare l’ulteriore pecca della reciproca perdita di fiducia, ma non libera dal difetto dell’avarizia, un difetto che nei bodhisatta è guardato dall’alto in basso. Inoltre, sembra che facendo questo si prevenga la trasgressione cardinale di non dare insegnamenti e la ricchezza a causa dell’avarizia. Anche il Compendio delle Perfezioni afferma:

Se non puoi dare perché la tua abilità è scarsa

Benché la gente venga e ti chieda qualcosa,

Allo scopo di non farli sentire abbattuti,

Confortali con parole gentili.

D’ora in avanti, quando la gente viene a chiederti qualcosa,

Fai del tuo meglio per non farli sentire abbattuti e disperati

E rimuovi il difetto dell’avarizia.
Sforzati con zelo di eliminare il desiderio ardente.

(c )) Affidarsi ai rimedi per gli impedimenti alla generosità
In conformità a quanto si trova nel Compendio delle Determinazioni dei Livelli del Bodhisattva, ci sono quattro impedimenti:

1. L’impedimento del non essere abituati alla generosità

2. L’impedimento della fortuna in declino
3. L’impedimento dell’attaccamento
4. L’impedimento del non vedere la meta

{139} (1)) L’impedimento del non essere abituati alla generosità

L’impedimento del non essere abituati alla generosità è quando non vuoi dare a quelli che chiedono qualcosa, anche se hai i beni materiali da dare. Il rimedio a questo è di evitare di soccombere al difetto di non essere abituati alla generosità, diventando rapidamente consapevole, esaminando la situazione e riflettendo: “Questo difetto è chiaramente il risultato della mia precedente mancanza di abitudine alla generosità”, e “Inoltre, se non faccio questo dono, la generosità non mi sarà gradita anche nella mia vita futura”. Perciò, sii generoso.

(2)) L’impedimento della fortuna in declino

L’impedimento della fortuna in declino è quando non ti senti generoso a causa del rarefarsi delle tue risorse. Il rimedio a questo è di fare un dono dopo aver accettato di buon grado la sofferenza della povertà, pensando: “Nel tempo in cui ho attraversato l’esistenza ciclica, io non ho aiutato gli altri ed ho sperimentato molte sofferenze insopportabili, come la sete, la fame e simili, perché ero sotto il controllo di qualche altra cosa: ossia, il mio karma precedente. [388] Perciò, anche se muoio per la sofferenza di questa vita a causa dell’aiutare gli altri, è proprio meglio che io sia generoso, mentre mandare via la persona che mi chiede qualcosa non va proprio bene. Anche in assenza di quelle risorse, sopravvivrò grazie a qualche tipo di pianta selvatica”.

(3)) L’impedimento dell’attaccamento

L’impedimento dell’attaccamento è quando non ti senti generoso poiché ti sei attaccato a beni materiali estremamente attraenti ed eccellenti che devono esse- re dati. Il rimedio a questo è di diventare rapidamente consapevole del tuo difetto dell’attaccamento e quindi pensare: “Questa nozione errata che si esprime nel pensiero ‘Io sono felice per ciò che per natura è sofferenza’, mi porterà sofferenza nel futuro”. Comprendendo questo, elimina il tuo attaccamento e dai via i tuoi beni materiali.

(4)) L’impedimento del non vedere la meta

L’impedimento del non vedere la meta è quando non hai presente il beneficio di raggiungere la perfetta illuminazione che dipende dalla generosità, ma consideri, invece, il beneficio di una gran quantità di risorse e quindi dai via queste cose. Il rimedio per questo è di diventare rapidamente consapevole di questa insufficienza; quindi considerare come, in generale, {140} tutte le cose condizionate si deteriorino di momento in momento e come, in particolare, le tue risorse deperiscano e ti lascino; e quindi dedicare completamente l’atto di fare qualsiasi dono ai fini della grande illuminazione.

Se tu doni considerando meramente il risultato karmico della generosità, le risorse e cose del genere, otterrai una gran quantità di risorse, ma non raggiungerai la liberazione, proprio come gli affaristi, che danno senza esitazione alcuna tutti i loro beni agli altri per un prezzo, ottengono solo un profitto, ma non ottengono meriti. Le Quattrocento Stanze (Catuh-sataka) di Aryadeva dice:

Dal fare doni a questa persona
Io otterrò una grande ricompensa”.
Un tale ottenere e dare è guardato con disprezzo,

In quanto è come il volere profitto negli affari.

(2”) La generosità che è solo mentale

La generosità solo mentale significa che, dopo essere andato in un luogo quieto e aver ritirato la tua mente all’interno, con una motivazione pura e una fede che viene dal profondo del cuore, tu costruisci con i tuoi pensieri una quantità incommensurabilmente vasta di doni diversi, e quindi immagini di offrirli a tutti gli esseri viventi. [389] Questo accresce incommensurabilmente i meriti con poca difficoltà e, inoltre, è il dare dei saggi bodhisattva, in accordo con i Livelli del Bodhisattva. Benché si dica nel Sutra delle Domande di Subahu Subahu-pariprccha-sutra che questo deve essere fatto da quelli che non hanno ricchezza, è appropriato fare ciò anche per quelli che hanno ricchezza.

Questi modi dei saggi bodhisattva di dare quando non hanno risorse, sono impiegati fin quando raggiungono il primo livello, il livello del puro pensiero speciale (la determinazione presa con tutto il cuore), dopo di che la scarsità di risorse non si verifica più. Infatti i Livelli del Bodhisattva dice:

Pertanto, questo è il fare doni dei saggi bodhisattva, quando non hanno risorse e fino a quando raggiungono il puro pensiero speciale. Proprio come i bodhisattva del puro pensiero speciale ottengono uno stato che trascende le rinascite miserevoli, così essi conseguono anche risorse inesauribili in tutte le vite.

(d’) Sommario

Dopo aver preso i voti del bodhisattva, fai preghiere di aspirazione riguardo a come apprendere la pratica della generosità a livelli elevati e poi addestrati in questi metodi. Comprendi e impara cosa è permesso e proibito rispetto ai metodi di fare doni nei quali ti puoi impegnare, come spiegato sopra. {141} In particolare, devi affidarti ai rimedi per l’avarizia rispetto al tuo corpo, risorse, e radici di virtù. Dopo aver (cominciato) a sforzarti per accrescere stabilmente la tua generosità, devi coltivare la gioia per questa pratica e generare un senso di dolore per non avere addestrato prima la tua mente in questo modo. Questo perché, come dice il Sutra delle Domande di Subahu Subahu-pariprccha-sutra una volta che fai questo, sarai in grado di completare la perfezione della generosità con poca difficoltà in un’altra vita, mentre se abbandoni tutto questo e lo metti da parte, non solo sarai continuamente macchiato da difetti veramente gravi in questa vita, ma anche in altre vite non vorrai impegnarti a dare e perciò diventerà estrema- mente difficile avere accesso agli atti del bodhisattva. [390]

Inoltre, il Compendio delle Perfezioni afferma:
La mente dell’illuminazione è la radice di tale generosità,

Perciò non abbandonare questo motivo per fare tali doni.
Il Conquistatore disse: “Nel mondo, il modo supremo di dare
È il desiderio di dare accompagnato dalla mente dell’illuminazione”.

Pertanto, essere costantemente consapevole della mente dell’illuminazione, la base degli atti del bodhisattva, coltivarla, aspirare all’illuminazione e fare preghiere di aspirazione per diventare illuminato, formano la radice di tutto il dare e il tipo supremo di dare, quindi lavora sodo a queste (cose). Questo è l’eccellente punto chiave che riassume il significato del Sutra delle Domande di Subahu.

Capitolo 11 La perfezione della disciplina etica {143}

(ii) Come addestrarsi nella perfezione della disciplina etica

(a’) Cos’è la disciplina etica
(b’) Come cominciare a coltivare la disciplina etica
(c’) Le divisioni della disciplina etica

(1’) La disciplina etica della restrizione
(2’) La disciplina etica del raccogliere le virtù
(3’) La disciplina etica di agire per il benessere degli esseri viventi

(d’) Come praticare

(e’) Sommario
(ii)
Come addestrarsi nella perfezione della disciplina etica

Come addestrarsi nella perfezione della disciplina etica ha cinque parti:

1. Cos’è la disciplina etica
2. Come cominciare a coltivare la disciplina etica 3. Le divisioni della disciplina etica
4. Come praticare
5. Sommario

(a’) Cos’è la disciplina etica

La disciplina etica è un’attitudine di astensione che distoglie la tua mente dal danneggiare gli altri e dalle sorgenti di tale danno. Pertanto, tu crei la perfezione della disciplina etica accrescendo progressivamente la tua assuefazione a questa attitudine finché raggiungi la completezza. Comunque, non è che tu porti {144} alla completezza la perfezione della disciplina etica nel mondo esterno stabilendo gli esseri in uno stato di libertà da ogni danno. Altrimenti, dal momento che ci sono ancora esseri viventi che non sono liberi da danni, i Conquistatori che sono venuti nel passato, per assurdo, non avrebbero completato la perfezione della loro disciplina etica e perciò non sarebbero stati in grado di guidare anche questi esseri all’affrancamento dal danno. Quindi, in questo con- testo non fa differenza che gli esseri viventi nel mondo esterno siano liberi o non liberi dal danno; la pratica della disciplina etica è semplicemente l’abituare la nostra mente all’attitudine di astensione, che distoglie dal fare danno a questi esseri. Impegnarsi negli Atti del Bodhisattva dice:

Come si può mandare gli esseri come i pesci
(In luoghi) dove non verranno uccisi?
Perciò si dice che raggiungendo un’attitudine di astensione

Tu perfezioni la disciplina etica.[391]

Benché la disciplina etica abbia veramente tre divisioni [la disciplina etica della restrizione, la disciplina etica del raccogliere virtù e la disciplina etica di agire per il benessere degli esseri viventi], è spiegata in questo contesto come l’attitudine di astensione, nei termini della disciplina etica di restrizione, la divisione principale. Inoltre, nei termini che includono la motivazione, (la disciplina etica) consiste nelle dieci astensioni che eliminano le dieci non virtù, e nei termini di ciò che realmente è, essa consiste nelle sette astensioni, che sono la natura delle azioni di corpo e parola che si astengono dalle sette non virtù. Il Commentario sulla “Via di Mezzo” (Madhyamakavatara–bhasya) di Ciandrakirti dice: (Madhyamakavatara-bhasya (MAVbh) sul Madhyamakavatara, 2.1a; D3862, Ha 231a2-4. Questo gioca sul significato di una quantità di radici sanscrite, che potrebbero produrre la parole sila (qui resa con “disciplina etica”): si- (“mettere giù”), sil- (“fare una pratica di”) e syai- (cp. sita) (“rinfrescare”).

È chiamata disciplina etica perché non indulge nelle afflizioni, perché non permette ai peccati di sorgere, perché è freschezza, dal momento che placa il fuoco del rincrescimento, o perché è ciò su cui l’eccellente fa affidamento, dal momento che è la causa della felicità. Inoltre, è caratterizzata da sette astensioni. Queste sono motivate da tre qualità: non attaccamento, non ostilità e corretta visione. Pertanto, la disciplina etica è spiegata come i dieci sentieri dell’azione nei termini che includono la motivazione.

(b’) Come cominciare a coltivare la disciplina etica

Come persona che genera la mente dell’illuminazione e quindi promette di addestrarsi negli atti del bodhisattva, tu hai promesso di dotare tutti gli esseri viventi dell’ornamento della disciplina etica dei Buddha perfetti; perciò, devi realizzare gli obiettivi di tutti gli esseri. Riguardo a questo, tu devi necessariamente sviluppare la forza della tua {145} stessa disciplina etica pura, perché se la tua stessa disciplina etica è impura e degenera, cadrai in una rinascita miserevole e perciò non conseguirai neppure il tuo benessere, e quindi non ti preoccuperai del benessere degli altri. Per cui, una volta che cominci a lavorare per il benessere degli altri, valuta grandemente la tua disciplina etica. Hai bisogno di focalizzarti intensamente sul salvaguardarla e sull’applicare restrizioni al tuo comportamento. Non essere lasso.

Il Compendio delle Perfezioni afferma:

Coloro che si sforzano di dotare tutti gli esseri
Dell’ornamento della perfetta disciplina etica dei
Buddha
Purificano all’inizio la loro stessa disciplina etica;
Con una disciplina etica pura essi sviluppano una forza potente. [
392]

Ed anche:

Se con una disciplina etica difettosa non puoi raggiungere il tuo stesso benessere, Dove prenderai la forza per il benessere degli altri?
Perciò, quelli che lottano per il benessere degli altri
Non allentano la loro devozione a questa.

Inoltre, tale pura disciplina etica è basata sulla pratica (proprio come prescritto) di ciò che è da adottare e ciò che è da mettere da parte. Questo, per di più, dipende da una forte e stabile attitudine a volere salvaguardare la tua disciplina etica. Di conseguenza, sviluppa il desiderio di salvaguardare la tua disciplina etica meditando a lungo sulle gravi conseguenze del non salvaguardarla e sui benefici del salvaguardarla.

Rispetto al primo, le gravi conseguenze del non salvaguardare la tua disciplina etica, il Compendio delle Perfezioni dice:

Perciò, vedi l’insopportabile paura ed
Elimina anche la più piccola cosa che debba essere eliminata.

Così, una volta che sei spaventato dalle gravi conseguenze delle tue malefatte, ti sforzerai di astenerti anche da quelle piccole. Pensa come spiegato prima alle gravi conseguenze delle dieci non virtù, i fattori più grossolani incompatibili con la disciplina etica.

Riguardo ai benefici del salvaguardare la tua disciplina etica, essi sono come spiegato in precedenza ed esposto dal glorioso Aryasura nel suo Compendio delle Perfezioni:

Le sostanze divine, le risorse degli umani di cui dilettarsi e
La beatitudine suprema e i sapori supremi che sono le meraviglie delle deità, {146} Viene forse qualcosa di più meraviglioso dalla disciplina etica?
Anche i
Buddha e l’insegnamento sorgono da essa.

Inoltre, in dipendenza dalla disciplina etica la tua corrente mentale si sviluppa progressivamente; il tuo addestramento diventa uguale a quello dei bodhisattva mahasattva, che hanno una natura compassionevole; e tu raggiungi la pura sublime saggezza che elimina tutti i semi dell’agire scorretto. Quando gli ornamenti mondani adornano (le persone) molto giovani o molto vecchie, queste persone appaiono ridicole e perciò sono brutte. Ma indipendentemente da chi – vecchio, giovane o di età intermedia – abbia l’ornamento della disciplina etica, questo diletta chiunque; perciò è il migliore degli ornamenti. La piacevole fragranza del buon nome della disciplina etica si diffonde in tutte le direzioni, mentre le altre fragranze piacevoli devono seguire la direzione del vento e perciò sono limi- tate. [393] Una lozione profumata di legno di sandalo, che allevia il tormento del gran calore, è proibita ai rinuncianti, ma una lozione che protegge dal calore torturante delle afflizioni non è proibita ed è per loro appropriata. Una persona che assuma l’apparenza esterna di un rinunciante ma che abbia il gioiello della disciplina etica, è superiore agli altri. Il Compendio delle Perfezioni dice:

La disciplina etica è il sentiero del conseguimento speciale,

Ottiene l’uguaglianza con quelli di natura compassionevole,

Ed ha la natura suprema della pura saggezza sublime.

Libera da difetti, è chiamata il migliore degli ornamenti.

È una fragranza piacevole in tutti e tre i regni,
È una lozione non proibita al rinunciante.
Perfino quelli che copiano l’abbigliamento appropriato (di un rinunciante), se

hanno la disciplina etica,
Sono superiori agli altri esseri umani.

Inoltre, dalla disciplina etica derivano altri benefici: benché tu non pronunci parole adulatrici e non lotti con grande sforzo e tribolazione, metti insieme in modo naturale le risorse necessarie; anche senza minacce di atti di forza, tutti gli esseri ti rendono omaggio; non c’è un parlare disinvolto riguardo al lignaggio dei tuoi parenti, ecc.; la gente che in precedenza non ti conosceva o non ti aiutava è naturalmente gentile verso di te; e le deità e gli umani hanno reverenza per la polvere delle impronte dei tuoi piedi e portano via ciò che riescono a prendere, come oggetto di adorazione. Il Compendio delle Perfezioni afferma:

Anche senza parlare o senza sottostare a tribolazioni
Tu ottieni le cose di necessità immediata e i servizi. {147}

Senza minacce tutto il mondo ti rende omaggio;
Tu ottieni potere senza sforzo e senza affanno.

Sei tra quelli di cui è improprio parlare a caso.

Perfino le persone che non conoscevi in precedenza,
Che non ti hanno aiutato o non hanno fatto quello di cui avevi bisogno,

Rendono omaggio a te, persona dotata di disciplina etica.

Gli esseri eccellenti riveriscono la polvere benedetta dai tuoi piedi,

Toccandola con le loro teste, le deità e gli umani si inchinano ad essa,
La mettono sulla corona alla sommità delle loro teste e portano via quella che

possono ottenere. [394]
Perciò, colui che ha la disciplina etica è nel lignaggio supremo.

I saggi che riflettono bene su questi benefici e gravi conseguenze, devono salvaguardare la propria disciplina etica, come spiega il Compendio delle Perfezioni:

I bodhisattva non comprometteranno, a causa del desiderio ardente

Per la propria felicità, la disciplina etica, che deve essere protetta.

Ed anche:

Poiché ti controlli, sperimenti felicità;
Poiché hai l’ornamento lodato dall’erudito, tu salvaguardi la disciplina etica;

Poiché tu porti alla perfezione tutti gli addestramenti,
Affidati alla disciplina etica completamente e senza orgoglio.

Inoltre, dopo che hai rimosso la tua mera paura dei regni miserabili e il tuo desiderio per le mere condizioni eccellenti delle divinità e degli umani, salvaguarda la tua disciplina etica con l’intenzione di stabilire tutti gli esseri viventi nella disciplina etica. Il Compendio delle Perfezioni afferma:

Chiunque aspiri a stabilire nella pura disciplina etica
Ogni essere vivente nei mondi senza misura
E si affidi alla disciplina etica per beneficiare il mondo
(Di costui) si dice che porti alla perfezione la disciplina etica.

Perciò, rimuovi la paura dei regni miserevoli
E il desiderio per le meraviglie dei regni e degli stati elevati;

Salvaguarda una disciplina etica senza difetti, e dipendi dalla

Disciplina etica perché tu stai lottando per il benessere del mondo.

{148} (c’) Le divisioni della disciplina etica

Ci sono tre divisioni della disciplina etica:

1. La disciplina etica della restrizione
2. La disciplina etica del raccogliere le virtù
3. La disciplina etica di agire per il benessere degli esseri viventi

(1’) La disciplina etica della restrizione

Livelli del Bodhisattva dice che la disciplina etica della restrizione consiste nei sette tipi di voti della liberazione individuale. 8I sette tipi di voti della liberazione individuale sono elencati secondo la persona che riceve i voti: monaco o monaca completamente ordinati; monaco o monaca novizi; uomo laico e donna laica; e novizia che sta per diventare monaca [un periodo di osservazione di due anni in cui si prendono voti speciali per vedere se l’aspirante è pronta per l’ordinazione completa].) Pertanto, dato che ci sono quelli che hanno preso i voti della liberazione individuale e stanno anche mantenendo i voti del bodhisattva, la disciplina etica della restrizione consiste: o nei voti effettivi della liberazione individuale per il gruppo di persone laiche o di rinuncianti, oppure è una pratica di restrizione e astensione che sarebbe associata con quei voti effettivi. [395] Inoltre, dato che ci sono quelli che hanno preso i voti del bodhisattva (ma) che sono inadatti ad essere recipienti dei voti della liberazione individuale, la disciplina etica della restrizione è la pratica della restrizione e della astensione che abbandona qualsiasi atto che sia sbagliato per natura o qualsiasi atto che sia sbagliato per via della proibizione che sarebbe associata ai voti della liberazione individuale.

(2’) La disciplina etica del raccogliere le virtù

La disciplina etica del raccogliere le virtù significa che ti focalizzi sulle virtù come le sei perfezioni e poi sviluppi le virtù che non hai sviluppato nella tua mente, non sciupi quelle che hai già sviluppato, ed accresci entrambe queste sempre di più.

(3’) La disciplina etica di agire per il benessere degli esseri viventi

La disciplina etica di agire per il benessere degli esseri viventi significa che ti focalizzi sul benessere degli undici tipi di esseri viventi e quindi realizzi i loro obiettivi in questa e nelle vite future in modo conveniente e senza fare errori. (Gli undici tipi di esseri viventi sono: (1) quelli che hanno bisogno di aiuto; (2) quelli che sono confusi riguardo al metodo giusto; (3) quelli che hanno dato aiuto; (4) quelli afflitti dalla paura; (5) quelli afflitti dal dolore; (6) quelli che hanno scarsità di beni; (7) quelli che vogliono una dimora; (8) quelli che vogliono armonia mentale; (9) quelli che procedono correttamente; (10) quelli che procedono scorrettamente; e (12) quelli che necessitano di essere disciplinati con poteri sopranormali.) Dal momento che ho già dettagliato questi nel mio Sentiero Fondamentale per il Risveglio, dovresti sicuramente leggere quello più e più volte.

Pertanto, dato che le regole dei voti della liberazione individuale sono un aspetto dei precetti per i rinuncianti che hanno preso i voti del bodhisattva, esse non sono esposte separatamente dai precetti per i bodhisattva. Inoltre, all’interno delle tre divisioni della disciplina etica, la disciplina etica della restrizione – le regole effettive dei voti della {149} liberazione individuale o la pratica di impegnarsi in ciò che deve essere adottato e di rifiutare ciò che deve essere messo da parte e che sarebbe associato con questi voti – è inizialmente molto importante perfino per i bodhisattva; perciò addestrati in questa. Il Compendio delle Determinazioni dei Livelli del Bodhisattva Viniscaya-samgrahani afferma:

Tra i tre aspetti della disciplina etica, la disciplina etica della restrizione include e arriva alle altre due; quando tu sei limitato da essa e la salvaguardi, sei limitato pure dalle altre due e le proteggi, e quando non sei limitato da essa né la proteggi, tu non sei limitato dalle altre due né le salvaguardi. Di conseguenza, si dice che se la disciplina etica di restrizione dei bodhisattva degenera, tutti i loro voti degenerano.

Se pensi che i voti della liberazione individuale siano per gli sravaka, e se accantoni le loro regole prescrittive e proscrittive e dici: “Ci sono altri precetti, i precetti del bodhisattva, in cui addestrarsi”, allora non hai afferrato il punto chiave dell’addestramento del bodhisattva nella disciplina etica, perché si dice spesso che la disciplina etica della restrizione è la base e la sorgente dei successivi due tipi di disciplina etica. [396]

Inoltre l’aspetto principale della disciplina etica della restrizione è l’astenersi da atti che sono sbagliati per natura. In più, si insegna in tutti i veicoli, più alto e più basso, che questa astensione dagli atti che sono sbagliati per natura è l’astensione dalle dieci non-virtù, che includono il punto cruciale degli errori maggiori degli atti che sono sbagliati per natura. Tu devi correttamente applicare a te stesso restrizioni fisiche, verbali e mentali non consentendo un’oscillazione della mera motivazione per queste non-virtù. Il Compendio delle Perfezioni dice:

Non permettere che questi dieci sentieri dell’azione degenerino;

Essi sono il sentiero verso le gioie dello stato elevato o liberazione.

Mantenendo questi, tu raggiungi le tue mete che sono

Contemplazioni speciali in cui tu pensi di aiutare gli esseri.

Applica la corretta restrizione alla tua parola, corpo e mente;

Il Conquistatore disse: “Questa, in breve è la disciplina etica”.

Questa è la base che racchiude tutta la disciplina etica.
Perciò addestrati in questa restrizione.

Anche il maestro Ciandrakirti spiega la pratica della perfezione della disciplina etica come astenersi dalle dieci non-virtù nel capitolo sulla disciplina etica del suo Spiegazione del “Commentario sulla ‘Via di Mezzo’”, e tali spiegazioni si trovano anche in {150} molti sutra come il Sutra sui Dieci Livelli. Pertanto, se tu addestri inizialmente la tua mente nella restrizione come quella spiegata sopra, realizzi facilmente i restanti due tipi di disciplina etica.

(d’) Come praticare

Tu pratichi i tre tipi di disciplina etica in associazione con le sei supremazie e le sei perfezioni. Quando pratichi in associazione con le sei perfezioni, la generosità della disciplina etica è stabilire gli altri nella disciplina etica dopo aver stabilito te stesso in essa. Le restanti perfezioni sono come presentate prima.242

(e’) Sommario

La radice dell’impegnarsi negli atti di disciplina etica e così di seguito, consiste nel non indebolire e nell’accrescere stabilmente la mente dell’illuminazione: la base degli atti del bodhisattva. È anche il modo migliore per desistere dal danneggiare qualsiasi essere vivente. Aspira a praticare la disciplina etica di quelli ad alti livelli e quindi addestra in essa la tua mente. [397] Impara subito sinceramente cosa adottare e cosa mettere da parte, cominciando con la disciplina etica di un bodhisattva principiante. In particolare esercita frequentemente ogni giorno un’attitudine di restrizione rispetto a ciò che sai degli atti che sono sbagliati per natura, come le dieci non virtù, e degli atti che sono sbagliati per proibizione. Tra questi, sforzati anche ripetutamente di applicare un’attitudine di restrizione verso le trasgressioni fondamentali del voto in cui ti sei impegnato. Una volta che farai questo sarai in grado di completare l’addestramento del bodhisattva in un’altra vita come un effetto comportamentale causalmente concordante, con poca difficoltà e con poca sofferenza. Tuttavia, se trascuri queste cose adesso sarai continuamente macchiato da errori e trasgressioni veramente gravi e, per di più, per molte vite sarai incapace di apprendere l’addestramento del bodhisattva. Perciò, d’ora in avanti sforzati in queste pratiche.