Aiutare il malato ed il morente

Buddha Medicina

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AIUTARE IL MALATO ED IL MORENTE

Una raccolta di consigli per gli FPMT Hospice Services di Lama Zopa Rimpoce: seconda parte.

Durante una malattia, la cosa principale di cui prendersi cura è la mente della persona morente. Altri possono prendersi cura del corpo, ma chi aiuta spiritualmente deve prendersi cura della mente.

Penso che essere in grado di aiutare una persona morente è perfino più importante che saper curare malattie come il cancro e l’AIDS. Il guaritore capace di guarire molte persone da malattie come il cancro e AIDS ha poteri miracolosi, incredibili; ma se li paragoniamo al potere di aiutare qualcuno che sta morendo, che sta vivendo il più terrificante momento della vita, quest’ultimo è più essenziale, più importante. Questo perché offrendo supporto psicologico alla persona morente, mostrando come relazionarsi con la morte in modo positivo, si dona uno stato di pace e felicità della mente. La tradizione religiosa del paziente dipende dalla precedente pratica nella sua vita giornaliera. I consigli che potete dargli dipendono da quello che voi stessi avete fatto – il lam-rim, la trasformazione del pensiero, e così via – oltre alle semplici sedute di meditazione.La cosa più utile da fare è quella di ispirare la persona a pensare agli altri con amorevole gentilezza e compassione, a desiderare che gli altri siano felici e liberi dalla sofferenza. Se una persona muore con il pensiero di beneficiare gli altri, la sua mente è naturalmente felice e questo rende la sua morte significativa. E’ molto importante conoscere la mente di una persona. Potete insegnare secondo le sue capacità. Valutate al momento, usate la saggezza, e giudicate la profondità del metodo da presentargli. Sarebbe meglio se poteste dare alla persona morente qualche idea sul processo della morte secondo il tantra: l’evoluzione della dissoluzione degli elementi, i sensi, la coscienza, tutto il percorso fino alla coscienza sottile.

Se una persona ha perso le sue capacità di comprendere a causa di un coma, demenza e così via, dovreste mirare ad aiutarla ad acquisire almeno una preziosa rinascita umana. Questo dovrebbe essere il vostro scopo. La persona non deve necessariamente credere nel karma, per esempio, ma è importante che muoia con una mente positiva, felice, con amorevole gentilezza e compassione. Questo sarà il nostro regalo prezioso. Il vostro principale scopo nel prendervi cura del corpo fisico è quello di prendervi cura della mente, trasformare positivamente la mente, in modo che il morente possa almeno morire senza rabbia, desiderio e così via.

Comprendere la paura della morte

Quando una persona raggiunge realmente questi stati durante la morte, dovreste aiutarla e guidarla. E’ difficile aiutare, perché in quel momento è arduo per quella persona meditare o comprendere. Di conseguenza, sarà difficile che il vostro consiglio venga seguito. Questo perché c’è paura mentale (anche per una persona senza problemi fisici o dolore), ci sono preoccupazioni, una pesante sofferenza, un forte karma al momento della morte. Così anche se non c’è dolore fisico, c’è tanta paura dovuta al karma: la paura di separarsi dai propri parenti e amici, dai propri averi, dal corpo, abbandonando tutto. Molti problemi mentali sorgono da tali paure.

Il morente pensa: “Sto per perdere tutti i miei averi, il mio denaro, la mia bella casa e la piscina, la mia macchina, i miei amici, i miei figli, i miei parenti …” e così via. Così nasce paura. Perché la nostra mente ha paura? Perché abbiamo paura di questa separazione? Perché siamo attaccati a tutti questi beni. Quello che rende tutto difficile è il non essere capaci di lasciare andare, è avere un forte e costante attaccamento.

Generalmente parlando, specialmente per una persona che non è abituata a praticare la rinuncia, è abbastanza difficile eliminare l’attaccamento. Si passa un’intera vita con la mente abituata, esercitata e sviluppata su un solo soggetto: l’attaccamento. In aggiunta, per quelli realmente vicini alla morte, c’è anche dolore e malattia. Così è molto difficile aiutare una persona che abbia raggiunto questo stato. E’ difficile spiegare e insegnare la meditazione a questa persona, ed è inoltre difficile per quella persona praticare.

Perciò, mentre la persona è viva e ha la capacità di comprendere, è importante praticare. Durante questo tempo, se siamo capaci di aiutarla, allora c’è una possibilità che possa mettere in pratica il nostro consiglio. I momenti in cui si è sani sono importanti. D’altra parte, per alcune persone non è facile praticare durante la vita, ma quando incominciano a sperimentare che il corpo sta deteriorandosi e sentono che stanno per morire, allora forse, in quel momento la mente è un po’ più aperta alla rinuncia e riescono a comprendere.

Recitando i mantra

Si può aiutare una persona a recitare qualsiasi mantra con il quale sia già familiare: di Vajrasattva, del Buddha della Medicina, del Buddha della Compassione, o di Guru Shakyamuni Buddha. Anche se la persona non può recitare i mantra da sola, potete farlo voi per lei per purificarla e lasciare buone impronte. Se i mantra sono recitati bene, questo può ispirare ed elevare lo spirito della persona malata. Può fare comprendere come il Buddha sia il solo rifugio, che null’altro esiste nel mondo di più significativo e che si può liberare la mente dai problemi, dall’attaccamento, dalla rabbia e dalla confusione.

Il mantra, infine, aiuta a ottenere una rinascita più alta, anche se il karma positivo è stato già goduto. Anche se una persona non vuole ascoltare il mantra, questo lascia comunque un’impronta positiva nella mente, in modo che presto o tardi quella persona incontrerà il sentiero e avrà l’abilità di praticare gli insegnamenti e, così, di purificare le oscurazioni e ottenere l’illuminazione. Anche se qualcuno si arrabbia ascoltando mantra e muore con una mente arrabbiata, si trova comunque in una condizione migliore di chi non ascolta nessun mantra e muore pacifico. In questo modo, passo dopo passo, il karma di questa persona porterà al sentiero mahayana e all’illuminazione. Se una persona sta per sottoporsi a un intervento chirurgico, prima dell’operazione, se possibile, dovrebbe ascoltare audio-cassette con insegnamenti di sua Santità il Dalai Lama o quelle con recitazioni di mantra quali OM MANI PADME HUM. Quando la persona è sotto anestesia, sarà incosciente riguardo ai pensieri positivi di devozione a Buddha, Dharma, e Sangha. Il punto fondamentale è quello di cercare di aiutare la persona ad avere un ultimo pensiero positivo o virtuoso. Così, anche se l’operazione non avesse successo, la persona avrebbe la più grande protezione per salvarsi dai reami inferiori. Non ci saranno più rimpianti. In questo modo avrete dato l’aiuto più importante e i consigli migliori.

Ci sono tanti mantra che possono essere recitati. Ci sono diverse raccolte di mantra potenti che possono essere recitati e che sono disponibili nel testo dell’FPMT Education Department. Guardate l’Hope packet con dentro “Practices not Requiring Empowerment” dentro all’e-shop dell’FPMT, per una completa raccolta di materiali di pratiche per aiutare i morenti e coloro che sono morti. Nel caso vi sia una situazione di emergenza o nel caso non aveste i soldi per comprare questo pacchetto connettetevi al sito: www.fpmt.org/hope!/ per scaricare queste pratiche gratuitamente.

Ascoltare o leggere gli insegnamenti

Se la persona malata è uno studente buddhista, può ascoltare le audio-cassette degli insegnanti che ha incontrato o verso i quali sente devozione e se non è buddhista può ascoltare gli insegnamenti di sua santità il Dalai Lama e di Lama Yeshe, in particolar modo un insegnamento sulla bodhicitta, l’amore e la gentilezza. Questa è un’azione molto positiva. I pazienti possono anche leggere, per conto proprio, libri sugli argomenti estratti dai testi di Dharma, oppure li possono ascoltare mentre noi glieli leggiamo. E’ anche buona cosa leggere insegnamenti sulle qualità delle terre pure, come la terra pura di Amitabha. La persona ammirerà le qualità delle terre pure, dove non c’è sofferenza ma ogni sorta di divertimento. Questo metodo psicologico diventa causa per reincarnarsi in una terra pura. Inoltre cambia l’oggetto della mente e permette alla persona di prendere le distanze e di non rimanere aggrappata a questa vita e a questo mondo.

Aiutare qualcuno a morire con un pensiero virtuoso è più importante che essere capaci di aiutarlo a raggiungere l’equanimità e a distoglierlo dall’attaccamento e dalla rabbia.

Recitare le preghiere

Le persone possono incontrarsi e recitare assieme le preghiere, per esempio quelle contenute nel seguente elenco di brevi preghiere:

Rifugio e bodhicitta.

I quattro incommensurabili.

La speciale motivazione di bodhicitta.

I nomi dei Trentacinque Buddha della Confessione.

I mantra delle cinque divinità normalmente usate nella Jangwa Puja che libera le persone morenti e i morti e che purifica gli esseri viventi e libera quelli nei reami inferiori.

Il testo Giving Breath to the Wretched contiene potenti mantra ed è un testo che si può usare per aiutare.

Le preghiere dei Sette Rami e una breve offerta del mandala.

Pratiche

Ci sono molte pratiche che possono essere eseguite sia dai morenti sia da chi si prende cura della persona, quando questa è incapace di farlo o se è già morta.

Si veda, a questo proposito, la sezione intitolata Available Practice Materials for Helping the Dying and Those Who Have Died, come anche l’Hope packet disponibile dall’FPMT Education Department. Per più dettagli contatta l’FPMT Education Services (materials@fpmt.org).

Stupa

Uno stupa è un reliquario buddhista, un monumento simbolico della mente onnisciente del Buddha. Gli stupa di solito contengono molti oggetti benedetti e mantra e hanno il potere di guarire e di purificare.

Quando qualcuno sta morendo, portategli uno stupa e incoraggiatelo a tenerlo quotidianamente fra le mani il più a lungo possibile o, se non è in grado di sostenerlo, metteteglielo sul petto o sulla testa. Ogni volta che lo stupa lo tocca, un po’ di karma negativo viene purificato. Anche se la coscienza ha già lasciato il corpo, può essere ancora di beneficio toccare il corpo con lo stupa. Potete lasciare lo stupa accanto alla persona morente e istruire chi si prende cura di lei che nel momento della morte, dovrà benedirla mettendo lo stupa sulla sua testa o sul suo petto. Questa è anche una buona pratica da fare con i bambini o con la gente che non è in grado di capire.

A qualcuno che sta morendo (se non è buddhista) si puoi spiegare che lo stupa è per la pace, o per la guarigione o per la purificazione. Tenere uno stupa in mano è utile per guarire o disperdere spiriti dannosi. Ma per la persona che non si trova a suo agio nel visualizzare stupa o altri oggetti sacri, possono essere usati altri supporti quali cristalli o l’energia di guarigione universale.

La persona può visualizzare raggi di luce che provengono dallo stupa o dagli oggetti sacri, secondo la seguente meditazione:

Prima deve inspirare lentamente, poi espirare. Quando espira, deve visualizzare che tutte le sue malattie, gli spiriti dannosi, i pensieri, le azioni non virtuose e le loro impronte lasciate nella sua coscienza sono purificati. Ogni negatività esce dal suo corpo come fumo nero, materiale inquinato e sparisce oltre questa terra.

Ora, inspirando deve visualizzare che potenti raggi di luce sono emessi dallo stupa (o da qualsiasi oggetto della visualizzazione), che simbolizza la perfetta, pura mente della piena illuminazione.

Questa luce bianca illumina il suo corpo, purificandolo completamente da tutte le malattie, spiriti dannosi, azioni e pensieri non virtuosi e le loro impronte. Deve sentire il suo corpo intero della natura di bianca luce. Privo di sofferenza e di qualsiasi altro tipo di problema. Il suo corpo e la sua mente sono completamente liberi. Dalla cima della sua testa fino alle dita dei suoi piedi, il suo intero corpo è riempito di grande gioia, di grande beatitudine.

Dopo avere sperimentato questa grande beatitudine, la persona deve credere che la sua vita sia stata prolungata e che la sua energia positiva, la causa della sua felicità e del suo successo, siano state incrementate. Così come tutte le qualità di saggezza e compassione e la comprensione del sentiero.

Ogni cosa è completamente sviluppata dentro di sé.

Bisogna ripetere questa meditazione molte volte. Espirare e purificare, inspirare e ricevere luce e guarigione dagli oggetti sacri. Si deve sentire l’intero corpo della natura della luce e colmo di grande gioia.

Si può mettere sopra il corpo della persona morente un foglio di carta con scritti i dieci grandi mantra mentre si recitano le preghiere di dedica alla fine di questa meditazione.

Questi mantra si trovano nel libretto “Powerful Practices for The Dying” all’interno dell’ Hope packet.

Meditazioni

1) La meditazione del prendere e dare (tong-len)

Il miglior modo di morire, come sua santità il Dalai Lama consiglia, è con il pensiero altruistico di equanimità, scambiando se stessi con gli altri e prendendosi cura degli altri esseri senzienti. Se una persona è capace di morire con questo pensiero, pratica il miglior modo di morire ed è una persona che si auto-sostiene nella vita pratica. Questo significa che la persona guida se stessa e non ha bisogno dell’aiuto di qualcun altro. È la migliore pratica fondamentale per rinascere in un reame puro e salvare se stessa dai reami inferiori. E’ particolarmente importante dare consigli sul come sperimentare la morte a favore di tutti gli altri innumerevoli esseri viventi che stanno lasciando il corpo, come usare la propria esperienza per liberare gli altri e ottenere felicità, in particolar modo la felicità definitiva ed eterna. In questo modo, l’esperienza della morte diventa molto positiva e utile, non terrificante, poiché aiuta a portare pace e felicità nella mente del morente. Pensare in questo modo purifica l’energia negativa e le impronte lasciate nel continuum mentale da precedenti azioni o pensieri negativi e sbagliati. Questi insani stati mentali sono ostacoli per la felicità presente e futura, non solo per quella temporanea ma soprattutto per quella definitiva. Se la persona morente dedica questa esperienza agli altri, essa sarà causa di felicità per innumerevoli esseri. Questa meditazione o psicologia è la chiave per trasformare l’esperienza della morte nel sentiero spirituale, poiché porta pace e felicità non solo temporanee ma anche definitive. Si può insegnare alla persona la meditazione del prendere e dare (tong-len, prendere su se stesso le sofferenze degli altri e dare agli altri la propria felicità) o la meditazione dell’amorevole gentilezza (metta) secondo la capacità della sua mente. Se la persona ha una natura compassionevole, una “mente coraggiosa”, sarà in grado di fare tong-len, prendere e dare. Se la persona è in grado di fare tong-len, può morire nel modo migliore perché muore con bodhicitta. Sua Santità il Dalai Lama chiama questa una “morte auto-sostenuta”. Ciò risulta più facile per coloro che pensano che gli altri siano più importanti di loro stessi e che desiderano la felicità degli altri e la libertà dalla sofferenza.

Così, più forte è la vostra amorevole gentilezza e compassione, più forte è il pensiero di beneficiare gli altri, fino al punto che i problemi non vi disturberanno più, non ha importanza quanto seri essi diventino o di quale natura essi siano: non sembreranno più così importanti. Quando vi è il pensiero di beneficiare gli altri, il buon cuore, quando avete amorevole gentilezza e compassione, se esiste questa attitudine, anche se ci sono problemi, essi diventano interessanti anziché turbare la mente o renderla depressa e infelice. Se anche voi aveste questo tipo di problemi, diventerebbero piacevoli – come i problemi di coppia, come quando il vostro amico, il vostro compagno, il marito o la moglie vi lasciano e così via. Grazie a questa attitudine positiva, il vostro principale obbiettivo diventerà essere causa di felicità per gli altri. Inoltre tali problemi diventeranno piacevoli anziché turbarvi, poiché con questa attitudine positiva, con questo buon cuore, si useranno i problemi, le malattie, i problemi di relazione, e così via, per lo sviluppo spirituale. Sperimentate questi problemi a favore di innumerevoli esseri senzienti che hanno le stesse difficoltà o che hanno il karma di incontrarsi con gli stessi impedimenti nel futuro. Perciò, i problemi che avete – problemi di relazione, malattie, fallimento nell’attività lavorativa, perdita del lavoro e così via – diventeranno divertenti, proprio come gli oggetti dei sensi di cui godete, come la buona musica per le orecchie, le belle forme per gli occhi, il delizioso cibo per il gusto.

2) Visualizzazione

Pensieri quali la rabbia e l’attaccamento non sorgono se si visualizza Buddha mentalmente nello spazio esterno alla mente, oppure si osserva la natura convenzionale della mente, che è chiarezza.

Bisogna spiegare alla persona che curiamo che la natura della sua mente e del suo cuore è completamente pura; che l’essere pienamente illuminato, Buddha o Dio, è compassionevole verso tutti, compreso lei stessa. Aiutatela a pensare che il suo cuore amabile è uno con Dio, che il regno di Dio è dentro noi stessi. Questo libera la gente dai sensi di colpa e dalla rabbia, dai loro pensieri negativi.

3) Lam-rim

Praticare la meditazione con gli altri esseri senzienti diventa purificazione e accumulazione di meriti estesi. Guidare gli altri alla pratica delle meditazioni sul lam-rim, insegnarlo e spiegarlo sono metodi per risolvere i loro problemi.

4) Powa

Se la persona è in grado di praticare il powa al momento della morte, potrà rinascere in un reame puro e ottenere l’illuminazione nella prossima vita. Comunque tutti questi eventi dipendono dal karma individuale.

Se gli ostacoli, come quelli di un samaya (voti) degenerato, non sono purificati e sono più forti del karma tanto da essere capaci di proiettare la coscienza, allora il powa non è in grado di funzionare.

In tempi degenerati gli ostacoli sono spesso più grandi del karma individuale per il trasferimento della coscienza, ma se è più forte il karma di prendere rinascita in un reame puro, allora le cose possono avere successo. Così il successo del powa e la possibilità di ottenere una rinascita migliore dipendono dal purificare e dall’abbandonare il karma di rinascita nei reami inferiori -quello che è già stato accumulato e quello che si sta accumulando praticando le virtù che sono causa di rinascita nei reami superiori (di felici esseri migratori).

Rispetto alla guarigione, praticare l’altruismo, prendersi cura degli altri esseri senzienti e praticare il powa purificano i karma negativi passati e impediscono il sorgere di altro karma negativo, che sono causa di malattia. È una grande soluzione. Inoltre, più di tutto, è eccellente prendere voti o precetti.

Praticare l’altruismo, amare il più possibile altri esseri senzienti, è di per se stesso una purificazione e aiuta impedendo la creazione delle cause di malattia o di qualsiasi altro problema. Così sperimentando la malattia a favore di altri esseri senzienti, si dovrebbe fare la pratica del “prendere e dare” (tong-len). Sulle base di queste pratiche, come un ornamento o un gioiello, queste persone con la vita che trattiene la malattia dovrebbero praticare il powa, il trasferimento della coscienza al momento della morte, quando ne appaiono i segni specifici. Il momento giusto per praticare il powa è quando c’è libertà, quando c’è bodhicitta, che si basa sul desiderio di beneficiare tutti gli esseri senzienti. Non dovrebbe essere praticato con altre motivazioni come problemi familiari, etc. Deve essere fatto con la rinuncia a tutto il samsara. Bisogna averlo praticato ed essersi addestrati in modo da non

danneggiare se stessi.

Per maggiori dettagli sui testi di lam-rim contattare l’FPMT Education Services (materials@fpmt.org). Per un testo su questa pratica contattare l’FPMT Education Services (materials@fpmt.org).

Il trasferimento della coscienza in un reame puro è un’istruzione che consente perfino a un essere infernale di raggiungere velocemente l’illuminazione. Non solo non c’è danno per se stessi ma ci sono infiniti benefici per gli altri, poiché è un modo veloce per raggiungere l’illuminazione. Se sono state eseguite le differenti meditazioni e la puja di lunga vita e i segni della morte sono presenti e indicano che la morte è prossima, allora si può procedere al trasferimento della coscienza.

Secondo Lama Tsong Khapa, appurato che il trasferimento della coscienza non venga fatto al momento sbagliato danneggiando la persona, si può praticare il powa fino a sei mesi prima del tempo previsto per la morte, quando si è ancora in grado di concentrarsi e meditare. Questo, specialmente se una persona ha una malattia molto grave o dolore o condizioni difficili o nel caso in cui la morte dovrà essere sperimentata con molta sofferenza. Così se si mostrano i segni della morte

ed è stato usato ogni possibile metodo per prevenirla, il powa può aiutare a morire prima del tempo previsto, quando non ci sono ancora gravi condizioni e si ha la possibilità di meditare.

Consigli pratici

a) E’ di fondamentale importanza per chi è vicino alla morte evitare la vista di oggetti che siano per lui forte causa di attaccamento o di rabbia. Questo include fattori come i possedimenti materiali, i parenti, le persone verso le quali il malato nutre un particolare attaccamento, così come i nemici etc.

Quando il paziente non gradisce alcune delle persone che si stanno prendendo cura di lui, non è buona cosa per quelle persone continuare ad accudirlo, poiché il paziente creerà karma negativo e porrà continue impronte di rabbia. E’ possibile, in ogni caso, cambiare la mente sia per il paziente sia per chi si prende cura di lui. Bisogna prendere consapevolezza della situazione. Se questo non è possibile, allora è meglio, durante il processo della morte, che il paziente sia accudito da persone che gradisce. Tutto questo dipende dal karma individuale della persona e potrebbe non essere facile cambiare la situazione, ma si dovrebbe cercare di fare la cosa migliore.

La cosa principale è aiutare il paziente ad avere una mente pacifica; anche se la mente non è virtuosa, perlomeno dovrebbe essere pacifica, in particolare priva di rabbia, che è un’emozione violenta e pesante.

Potreste anche aiutare il paziente a considerare, in modo positivo, le persone che si stanno prendendo cura di lui e incoraggiarlo ad apprezzarle e a pensare in modo differente alla loro gentilezza.

b) Rendete il posto il più bello possibile; un ambiente calmo, pacifico, sereno, sacro è molto importante. Ci dovrebbero essere panorami piacevoli, oggetti artistici, fiori. I fiori danno una sensazione spirituale molto speciale. Il punto è creare un’impronta positiva nella mente della persona. Grazie all’essere in quel posto, la mente di quella persona dovrebbe elevarsi, iniziare a perdere la paura di morire. Quando le famiglie verranno in visita, vedranno che è un posto carino, un posto dove si percepisce che non c’è ragione di essere spaventati dalla morte e desidereranno

ritornare.

c) Sarebbe meglio se i membri della famiglia facessero in modo di non piangere nelle vicinanze del paziente perché questo creerebbe attaccamento nella sua mente. Ci sono suoni che aiutano la coscienza al momento della morte, suoni che sono di beneficio, quali i mantra e così via. Oltre a questo, è meglio stare tranquilli e non fare nessun rumore. Dovreste insegnare alla famiglia del paziente come creare questa atmosfera.

d) E’ giusto attutire il dolore in modo da aiutare la persona a pensare. Ma la sedazione, prima della morte, per quanto riguarda l’angoscia mentale non va bene, poiché non permette l’eliminazione del karma negativo. L’angoscia è un’esperienza fruttuosa per la persona. E’ difficile spiegare la differenza. Spesso le famiglie vogliono che il paziente sia narcotizzato, ma ciò è più per il loro benessere che per quello del paziente.

e) Dovreste studiare vari metodi per beneficiare e calmare la mente. Per esempio, se la persona è ansiosa, meglio sdraiarla nella posizione del leone (che assunse il Buddha al momento della morte), cioè sdraiata sul lato destro con la guancia sorretta dal palmo destro mentre l’anulare chiude la narice destra.

f) Se è possibile, mettete fotografie di differenti Buddha come Cenrezig, Tara, Shakyamuni Buddha, il Buddha della Medicina, e così via in modo che quando i pazienti sono seduti o sdraiati, possano vedere queste immagini. Le fotografie lasceranno buone impronte e pianteranno i semi del sentiero dell’illuminazione, inclusa una buona rinascita nella prossima vita. Le loro menti saranno pacifiche

e felici.

Consigli più generali impartiti ai volontari del Shakyamuni Buddha Destitute Home di Bodhgaya

È bene ricordare lo scopo principale di questa clinica che è gestita da buddhisti. Dovrebbero essere poste immagini di Buddha nelle stanze dell’ospedale, una teca con Buddha Cenrezig nel dispensario, in tutte le stanze dei dottori e nelle stanze dei pazienti. Ogni volta che i malati osserveranno queste immagini, avranno una mente compiaciuta e felice; ciò servirà a piantare il seme dell’illuminazione e della liberazione dal samsara, il sentiero verso l’illuminazione, inclusa una buona rinascita nella prossima vita. Non si dovrebbero tenere solo immagini di anatomia, o poster di medicina, etc. perché non sono utili a pacificare le menti dei pazienti. Le immagini di anatomia sono utili durante un ritiro, quando si medita sulla sofferenza e sull’impermanenza, in questo caso è positivo tenerle. Ma in un ospedale ci dovrebbero essere immagini di Buddha, ovunque in modo che i pazienti, quando sono seduti o sdraiati, possano guardare. Questo può essere molto pacificante per le loro menti e lasciare una buona impronta. Le fotografie dovrebbero essere incorniciate con molto buon gusto e la divinità dovrebbe essere grande e disegnata con chiarezza. Così sorgerà devozione. Grazie alla compassione del Buddha, il solo vedere queste immagini, porterà, sia ai pazienti sia agli aiutanti un grande beneficio. Le immagini influenzeranno le loro menti permettendo loro una migliore vita fisica nel futuro. Dentro e fuori la clinica si dovrebbe sentire la registrazione del mantra OM MANI PADME HUM.

Questo suono lascia un’impronta che presto o tardi aiuterà la gente a incontrare il Dharma e a generare una comprensione del sentiero.

Nel cortile e nel giardino ci dovrebbero essere molte statue di Buddha, Tara e altre divinità. Questo è essenziale.

Il nostro impegno è nel rendere la clinica Destitute Home di Bodhigaya differente dalle altre Destitute Homes. Altre cliniche possono avere condizioni strutturali migliori, agevolazioni più grandi, etc, ma il nostro Destitute Home è molto speciale, perché il personale cerca di creare il più possibile un luogo positivo, pacifico, pieno di amorevole consapevolezza. Questa è una cosa fondamentale e molto peculiare. In questo modo la gente sperimenta la pace della mente, diventa felice e genera pensieri positivi. Soprattutto, gli studenti buddhisti che stanno presentando la clinica, è bene diano indicazioni secondo il Dharma. Le diverse, pacifiche, belle immagini di differenti Buddha come Cenrezig, Tara, Shakyamuni Buddha, il Buddha della Medicina e così via, non si trovano nelle altre cliniche; esse generano unasensazione calda e compassionevole, d’abbondanza e completezza. Il beneficio più importante è quello che, solo al vedere un’immagine o una statua di Buddha, si accumulano oceani di nuvole di meriti.

Recitando mantra e preghiere, come gli Otto Versi della Trasformazione Mentale per mostrare come le preghiere possono anche risuonare molto melodiose, si deposita un impronta positiva nelle menti, non solo in quelle dei pazienti, ma anche nelle menti dei membri delle famiglie che accompagnano i congiunti all’ospedale e che torneranno a casa con questo prezioso dono.

Una volta il Buddha diede insegnamenti a cinquecento cigni che nella vita successiva presero rinascita come esseri umani, divennero tutti monaci, e realizzarono lo stato di arhat, il sentiero degli arya. Una storia tibetana racconta di un monaco che aveva un cane. Il monaco recitava quotidianamente preghiere che il cane poteva sentire. Il cane morì, rinacque come essere umano e divenne monaco. Vasubandhu era solito recitare il testo Abhidharmakosha e un piccione che viveva in un nido sul tetto, lo ascoltava. Un bel giorno il piccione morì e il grande pandit Vasubandhu, con la sua chiaroveggenza, scoprì che il piccione aveva preso rinascita come un bambino e viveva giù nella valle. Si recò quindi a vedere il bambino; la famiglia credette alla chiaroveggenza di Vasubandhu e gli affidò il bambino che divenne monaco con il nome di Lodro Tenpa e fu un esperto

nell’Abhidharmakosha della quale scrisse quattro commentari. Il semplice ascoltare preghiere, testi di Dharma e mantra porta quindi a una buona rinascita. L’impronta positiva lasciata nel continuum mentale della persona malata porterà esperienze positive, sarà come il germogliare di un seme. Prima o poi ella potrà incontrare il Buddhadharma, ne comprenderà le parole e il loro significato, sarà capace di ottenere realizzazioni del sentiero: metodo e saggezza, il sentiero completo che taglia le contaminazioni, sia grossolane sia sottili, che permette alla mente di diventare onnisciente. Questo è il modo in cui si diventa Buddha. Quindi questa persona libererà innumerevoli esseri senzienti dall’oceano di sofferenze, il samsara,

guidandoli verso l’illuminazione. Recitare preghiere è anche molto positivo per le altre persone che assistono il malato. Nell’attesa ricevono un dono prezioso e potranno portarselo a casa. Le medicine e il cibo aiutano in questa vita, ma il semplice ascolto, anche per una sola volta, di un mantra o di un verso di insegnamenti porta un beneficio che continuerà attraverso molte vite future fino a quando si realizzerà l’illuminazione definitiva. Da ciò deriverà tanta felicità in tutte le vite future e la soddisfazione di tutti i desideri.Quindi per le persone malate venire al Destitute Home buddhista è molto differente dall’andare in altre cliniche, così come sono diversi la terra e il cielo. Gli altri non hanno questo grande scopo anche se agiscono con un buon cuore.

Vi sono tre punti da considerare. Prima di tutto gli studenti buddhisti ricevono i malati, sono capaci di parlare con loro gentilmente e amabilmente, con affetto, aiutandoli ad analizzare le loro vite e cercando di rendere felici e contente le loro menti. Una volta fu ricoverato un uomo completamente ustionato dal fuoco: ho cercato di fargli capire che questa malattia è dovuta al suo karma negativo passato. E’ importante quindi per prima cosa, aiutare gli altri ad accettare, a pensare che ciò che sperimentano è il risultato del karma negativo creato in passato.

Il secondo punto è aiutarli a pensare che Dio ha dato loro la possibilità di fare questa esperienza; essa è la benedizione di Dio che aiuta velocemente a eliminare il karma negativo passato, attraverso l’esperienza di quella malattia.

Il terzo punto è il più importante, il miglior modo di rendere la mente felice. Bisogna pensare: attraverso l’esperienza di questa mia malattia renderò gli altri esseri senzienti liberi da tutte le sofferenze e le loro cause e avrò tutta la felicità. Pregando e pensando in questo modo si usa l’esperienza delle difficoltà e del dolore come sentiero per ottenere l’illuminazione e le nostre sofferenze diventano di incredibile beneficio e causa di felicità per tutti gli esseri senzienti. Questi tre punti, accettazione, ricevere benedizioni e generare compassione, possono servire da esempi su come dare consigli, su come dare aiuto. Tutti e tre portano pace alla mente.

L’EUTANASIA DAL PUNTO DI VISTA BUDDHISTA E LA COMPASSIONE

Per quanto riguarda l’eutanasia il punto essenziale è che, se la motivazione è buona, se è fatta con un buon cuore, allora non ci sarà creazione di karma negativo con l’azione dell’uccidere. Una definizione più specifica di un’azione positiva o virtuosa è: quella azione che ha come risultato uno stato di pace e serenità nella vita futura. Poiché non abbiamo né la mente onnisciente né la chiaroveggenza, possiamo solo fare affidamento sugli esseri onniscienti che hanno completato l’addestramento della mente della compassione verso tutte la creature senza discriminazione e su coloro che hanno un perfetto potere e metodi abili per guidare verso il risveglio. Dobbiamo contare sulla saggezza di tali perfetti esseri e sulle loro perfette spiegazioni. Nel libro La Porta Della Soddisfazione c’è la storia di una persona uccisa. Ci sono anche casi di persone che non vogliono morire, non vogliono essere uccise, sebbene soffrano molto. Non è sufficiente agire con una motivazione positiva, con un buon cuore. Se quell’essere avrà più felicità, più pace dopo questa vita, allora va bene. Ma il risultato della vostra azione dell’uccidere potrebbe essere quello di farne cessare la sofferenza presente, ma di amplificare quella della vita futura. Quella persona potrebbe finire all’inferno o nei reami degli animali, dove la sofferenza è centinaia di migliaia di volte più atroce. La mia preoccupazione è posta nel risultato dell’azione. Come sarà la vita futura di quella persona: avrà più pace e felicità o più sofferenza? Se si può essere di aiuto in base a questa comprensione allora si può dare un aiuto sia con saggezza sia con compassione. La conclusione è che noi abbiamo bisogno di sviluppare saggezza, non solo buon cuore. Nel caso in cui la persona sta per reincarnarsi in un reame infernale, allora, in un certo senso, è meglio tenerla in vita anche un solo giorno o un’ora in più. Certamente, la cosa migliore sarebbe quella di purificare il karma di quell’essere, sia che la persona sia ancora viva o che sia già morta. Questo aiuto deve venire dai suoi amici o dai membri della sua famiglia. Significa che essi hanno bisogno di un cuore aperto e di sviluppare saggezza e comprensione di questi fenomeni, di essere educati in questo campo della vita.

Consideriamo anche qualcuno che è in coma, che starà in coma per anni. Per lui, per tenerlo in vita, si spenderanno ogni giorno migliaia di dollari. Sarebbe più utile usare quei soldi per purificare il karma negativo di quella persona, le impronte negative che la condurranno nel reame infernale dove la sofferenza continua per un incredibile periodo di tempo. La cosa migliore sarebbe quella di purificare il suo karma negativo prima che vi sia una rinascita nei reami inferiori. Anziché spendere tanti soldi per la felicità di una sola persona, sarebbe meglio utilizzare tutte quelle

centinaia di migliaia di dollari per anni di felicità e pace di molte altre persone, dedicando poi i meriti a questo essere umano, non solo per la loro felicità temporanea, ma anche per la sua felicità definitiva, della piena illuminazione.

La pratica della generosità, lo spendere denaro per una buona causa, è un’ottima cosa. Tale pratica del dare può essere realizzata a favore di un amico, marito, moglie, figlio, o anche per un nemico, quello che vi ha aiutato a purificarvi per sviluppare la vostra mente nel sentiero. E’ molto soddisfacente. Può attenuare le sensazioni di colpa.

IL MOMENTO DELLA MORTE

Definizione di morte

Secondo il buddhismo, una persona non è considerata morta quando il respiro è cessato e quando il cuore e il cervello non funzionano più. Anche se la mente grossolana non funziona correttamente, può darsi che la mente sottile, la coscienza sottile sia funzionante. In Tibet, quando cessa il respiro, il corpo non viene toccato fino a quando la coscienza non l’ha abbandonato o fino a quando un lama ha compiuto il powa o trasferenza della coscienza di quel corpo in una terra pura. Il dubbio è: come essere sicuri che la mente sottile sia ancora funzionante e che non abbia lasciato il corpo fisico.

Vi sono alcuni segni che indicano che la coscienza ha lasciato il corpo:

1. Il calore al cuore cessa.

2. S’incomincia a sentire l’odore che il corpo emana.

3. Quando si preme la pelle, essa non ritorna al suo posto.

4. Una goccia bianca, come pus o acqua, esce dalle narici; se si tratta di una donna, sangue e acqua escono dalla parte inferiore del corpo.

Quando ci sono questi segni, significa che la morte effettiva è giunta.

Quando il respiro cessa

Quando una persona sta morendo o immediatamente dopo la sua morte, è importante astenersi dal dire o fare qualsiasi cosa che possa turbare il suo equilibrio. Perciò nelle vicinanze della persona, fino a dove può essere in grado di sentire, non si dovrebbe parlare di argomenti quali i possedimenti lasciati o il modo di distribuirli né si dovrebbero fare rumori che possano disturbare, come urlare, lamentarsi o iniziare a parlare a voce alta. I venti che muovono le credenze non virtuose scorrono attraverso il canale destro. Perciò si posiziona la persona morente sulla sua parte destra e si blocca la sua narice destra con del cotone o ualcosa di simile. Poi, se è possibile, si mettono davanti ai suoi occhi oggetti sacri rappresentanti i sublimi preziosi esseri assieme alle offerte: immagini del suo guru, delle divinità per le quali nutriva devozione, come il vittorioso Buddha Amitabha, e così via. Dopodiché non si dovrebbe più toccare il corpo e si può invitare un lama a eseguire il powa che può essere fatto solo dopo che il respiro sia cessato.

Il lama nell’eseguire il powa manda la coscienza della persona morta nella terra pura dei Buddha, dove riceverà insegnamenti del mahayana vajrayana e diventerà capace di realizzare l’illuminazione in una vita.

Se possedete i seguenti elementi, potete metterli sul capo del deceduto:

sabbia del mandala di Kalachakra benedetta da Sua Santità il Dalai Lama, mischiata con miele;

pillole del powa.

Per più informazioni vedere Dando Respiro agli Sventurati, tradotto da Lama Thubten Zopa Rinpoche, all’interno del Hope Packet.

Le pillole del powa possono trasferire la coscienza della persona nella terra pura di Buddha. Mettete la pillola al centro del capo della persona morente e lasciatevela il più a lungo possibile. Nel rimuoverla dopo la morte della persona, tirate i capelli in quel punto per aiutare la coscienza a uscire attraverso quel chakra. La pillola può essere riutilizzata in altre occasioni. Le pillole powa benedette da sua santità il Dalai Lama contengono le reliquie di Pabongkha Rinpoche e la polvere che sta all’interno della statua di Buddha del tempio di Ramoche. Può essere di aiuto fare varie preghiere e pratiche, come gruppo o individualmente, includendo le seguenti descritte qui brevemente. La prima cosa urgente che si può fare dopo che il respiro è cessato è la pratica del Buddha della Medicina. Il Buddha della Medicina fece la promessa che chiunque avesse recitato il suo nome e il suo mantra, avrebbe realizzato tutte le preghiere e i desideri. Il Buddha della Medicina realizzò il potere della preghiera; questa è quindi una pratica molto potente perché le preghiere possano avere successo. Uno dei dieci poteri è quello della preghiera, per cui pregate in favore dell’essere che è morto come se foste gli intermediari del Buddha della Medicina.

Potete fare il powa di Amitabha (il trasferimento della coscienza in una terra pura), e poi altre pratiche, quali la recitazione di Sang-cho, The Prayer of Good Deeds (comunemente conosciuta come La Regina delle Preghiere), la recitazione del mantra di Namgyalma (Ushnishavijaya). Il mantra di Namgyalma è molto potente per la purificazione. Se questo mantra è scritto su tessuto o su carta e posizionato sulla cima di una montagna o su di un tetto quando soffia il vento, chiunque ia toccato dall’aria che sfiora il mantra riceverà benedizioni e il suo karma verrà purificato.

Circoambulare attorno a uno stupa che contiene mantra trascritti purifica tutto il karma del rinascere negli inferni caldi.

Esempi di pratiche di aiuto

La pratica del Buddha della Medicina

Visualizzate tutti i sette Buddha della Medicina sopra il chakra del capo della persona morente o morta. Recitate il nome di ciascun Buddha della Medicina sette volte come è descritto nella sadhana.

Nella sadhana si consiglia di assorbire ciascun Buddha della Medicina in quello inferiore, recitando la preghiera di richiesta: possano tutte le preghiere espresse nel passato essere realizzate ora. Il nettare dei sette Buddha della Medicina fluisce dal chakra del capo della persona nel canale entrale purificando il karma negativo e le oscurazioni. Dopo aver recitato il nome dell’ultimo Buddha della Medicina e avergli fatto richiesta, recita il mantra:

TAIATHA OM BEGANZE BEGANZE MAHA BEGANZE RAZA SAMUDGATE SOHA

Powa d’Amitabha

Visualizzate l’ultimo Buddha della Medicina che si trasforma in Buddha Amitabha al chakra del capo della persona e visualizzate il suo canale centrale chiuso all’apertura della parte inferiore. La coscienza sottile della persona è nel cuore, come un seme di mostarda fatto di luce. Amitabha manda un gancio compassionevole di luce rossa nel suo cuore. La coscienza della persona sta per uscire dal corpo. La buona energia karmica la spinge dal basso e la luce di Amitabha la attira da sopra. La mente improvvisamente emerge ed entra nel cuore di Amitabha e diventa non duale con la sua mente. Potete anche unire la vostra mente a quella della persona morente. Recitate il nome di Amitabha sette volte:

CHOM DÄN DÄ DE ZHIN SHEG PA DRA CHOM PA YANG DAG PÄR DZOG PÄI SANG GYÄ GÖN PO Ö PAG TU ME PA LA CHHAG TSHÄL LO (7x)

La pratica di Cenrezig

Gli esseri di questo mondo o continente hanno più facilità a reincarnarsi nel reame puro di Amitabha, se praticano il Buddha della Compassione (Cenrezig). Coloro che recitano il mantra di Cenrezig OM MANI PADME HUM e fanno il ritiro di meditazione possono più facilmente rinascere nel reame puro di Amitabha. In una delle sue vite precedenti Guru Shakyamuni Buddha era un bodhisattva chiamato Damtsig Datse Du. In quella forma visualizzò tutti i reami puri e tutte le loro qualità di fronte al suo guru che era un Buddha, dedicando poi molti meriti creati recitando

numerose preghiere affinché gli esseri senzienti potessero rinascere facilmente in questi reami puri.

Guru Puja

Eseguite la Guru Puja per la persona morente, integrandola con quella di Vajrasattva e dei Trentacinque Buddha della Confessione.

Meditazione di Buddha Shakyamuni

Potete anche visualizzare Shakyamuni Buddha sul capo della persona, prendere rifugio e immaginare la luce e il nettare emanati da Buddha che scorrono nel corpo della persona.

Il mantra di Namgyalma

Potete recitare ventuno volte il mantra di Namgyalma, poi soffiare sull’acqua, sui semi di sesamo, sul profumo o sulla polvere di talco, benedicendoli con il mantra, e spargere poi queste sostanze sopra il corpo della persona morta. E’ meglio recitare il mantra lungo, ma anche il mantra corto va bene.

Il Mantra del Buddha che salva gli esseri dai reami inferiori

Questo mantra può essere recitato a persone che stanno morendo e che possono ancora ascoltare: CHOM DÄN DÄ DE ZHIN SHEG PA DRA CHOM PA YANG DAG PAR DZOG PÄI SANG GYÄ RIN CHHEN TSUG TOR CHHEN PO LA CHHAG TSHÄL LO

Dediche

Per dedicare i meriti, potete recitare La Regina delle Preghiere. Dedicate i meriti raccolti affinché la persona non debba rinascere nei reami inferiori ma possa ottenere una perfetta rinascita umana o possa rinascere nella terra pura di Amitabha. In alcune terre pure si può praticare il tantra. Altre terre pure sono molto piacevoli, come i reami dei deva, ma da lì una persona può ricadere nel samsara e riprendere una rinascita umana.

DOPO LA MORTE

I Funerali

1. Si può soffiare mantra su polvere di talco, su semi di sesamo, etc. e porli sul corpo del morto.

2. Recitate OM MANI PADME HUM mentre visualizzate la persona morta purificata con il nettare del mantra.

3. Nel posto dove avrà luogo il funerale è di buon auspicio attaccare una thanka di Cenrezig (con i reami puri).

4. E’ di grande importanza far fare una puja del Buddha della Medicina, usando, per esempio, una sala di meditazione in un centro di Dharma. L’ascolto è di grande ispirazione per le altre persone. Si può fare sia la versione corta sia quella media della puja.

5. Nella camera mortuaria è di buon auspicio per tutti avere una copia de La Regina delle Preghiere e leggerla assieme. La recita di questa preghiera è comune a tutte le quattro scuole tibetane. Può essere combinata con la recitazione di OM MANI PADME HUM e il mantra di Amitabha. Il Ven. Pende Hawter, durante un recente funerale che ha officiato, ha dato a tutti una copia de La Regina delle Preghiere. Benché quelli che entravano nella camera mortuaria non avessero il tempo, durante la funzione, di recitare tutta o anche parte della preghiera, tuttavia avevano una copia del testo da portare a casa, conservare e leggere più tardi.

6. E’ di buon auspicio circoambulare oggetti sacri.

7. E’ di buon auspicio preparare offerte estese e dedicare i meriti alla persona morta e alla sua famiglia. A questo proposito, molte offerte di luce, candele o luci elettriche sono particolarmente favorevoli (cento, mille o il più possibile).

Dopo la cremazione, cosa fare con le ceneri

E’ molto importante purificare le ossa, le ceneri, i capelli, o le unghie con l’abile meditazione vajrayana chiamata Jangwa. Essa è una pratica vajrayana per purificare il karma negativo delle persone morte e per trasferire la loro coscienza in una terra pura. Questa pratica può liberare gli esseri dai reami inferiori e può beneficiare coloro che sono morti recentemente e sono nello stato intermedio, sul sentiero verso una rinascita inferiore, trasmutando la loro rinascita in una del reame umano o di una terra pura. In questo modo, quegli esseri hanno un’ulteriore opportunità di incontrare il Dharma e di incontrare un amico virtuoso pienamente qualificato. L’abile pratica di Kunrig ha origine da Guru Buddha Shakyamuni e beneficia grandemente la persona morta. Il figlio di un deva era morto e aveva preso rinascita in un reame inferiore. I deva lo percepirono e chiesero a Shakyamuni Buddha di aiutarlo. Il Buddha si manifestò nella forma di una divinità chiamata Kunrig e poi insegnò ai deva tutte le pratiche associate con questa divinità, inclusa la pratica Jangwa, che serve in particolare per liberare gli esseri senzienti dai reami inferiori. Più tardi la pratica di Jangwa fu eseguita in combinazione con pratiche di altre divinità, come quella di Amitabha.

Questa puja è normalmente eseguita da altissimi lama qualificati. Quando un Centro ha un gheshe residente, si può chiedere di fare la puja di Jangwa. Il karma della persona deceduta è purificato e la saggezza del Buddha è invocata affinché benedica le sue ceneri e le sue ossa così che quelle sostanze divengano consacrate in questo modo da Jangwa, assumendo l’essenza di reliquie o oggetti sacri. La coscienza della persona può essere trasferita in una terra pura. Da un punto di vista ordinario si può pensare che le ceneri di una persona normale non debbano essere poste in un oggetto sacro, ma in accordo a Kirti Tsenshab Rinpoche, se la potente puja tantrica di Jangwa è fatta bene, da un lama qualificato, le ceneri del deceduto diventano benedette e allora è di grande beneficio metterle dentro uno stupa.

Kirti Tsenshab Rinpoche cita un numero di fonti dove Buddha spiega le pratiche appropriate da eseguire in casi simili. Anche nel grande commentario esteso di Desi Sangye Gyatso (che organizzò il palazzo del Potala), si enumerano gli estesi benefici di varie azioni fatte con oggetti sacri e vengono citate fonti tratte dai sutra.

Così è confermato con chiarezza che mettere le ceneri di un essere senziente dentro a un oggetto sacro, una volta che sono state benedette, è appropriato.

Le ceneri possono allora essere usate in uno dei seguenti modi di grande beneficio:

1. Sparse al vento su di una alta montagna. Qualsiasi essere toccato dalle ceneri è purificato dalle oscurazioni e dal karma negativo.

2. Lanciate nell’acqua. Qualsiasi pesce o altro essere toccato dall’acqua viene purificato.

3. Messe dentro una statua di una divinità in accordo al karma di quell’essere senziente, cioè una divinità con il potere di liberare quella persona dai reami inferiori, per esempio, messe in una statua del Buddha della Medicina, Amitabha, Cenrezig, e così via. Tale statua può essere alta approssimativamente 6 cm. oppure della misura che desidera la famiglia.

4. Messe dentro uno stupa. Ognuno degli otto tipi di stupa è adatto a essere usato per questo proposito: va bene, per esempio, lo stupa di Guru Shakyamuni Buddha (o uno stupa kadampa). La misura dipende dalla grandezza del terreno disponibile per erigere lo stupa. Tenere ceneri non benedette nel gompa non è di beneficio né per il morto né per il vivente. Ma se le ceneri sono consacrate e messe dentro stupa o statue, questo sarà di grande utilità sia per la persona morta che per i viventi. La persona morta può essere liberata dai reami inferiori e per i membri della

famiglia il solo vedere lo stupa crea meriti. Avendo rispetto e facendo offerte agli oggetti sacri che contengono i resti della persona deceduta, si possono fare preghiere e dedicare meriti al morto, al fine di ricevere una perfetta rinascita umana e raggiungere il sentiero verso l’illuminazione. Nel Sutra del re Salgyal c’è una lista abbreviata dei benefici del fare o del far fare oggetti sacri:

1. Il numero degli atomi di una statua o di uno stupa è equivalente al numero di vite in cui si prenderà rinascita come un re che gira la ruota del Dharma. Per esempio, facendo una statua della misura di un pollice, si crea il merito di rinascere innumerevoli volte come un re che gira la ruota del Dharma nei reami degli dei o degli umani. Come un re del Dharma si può aiutare centinaia di migliaia di persone e portarle al Dharma.

2. Il numero di atomi è equivalente al numero delle cause create per realizzare una perfetta concentrazione.

3. Il numero degli atomi è equivalente al numero di cause create per realizzare la perfetta illuminazione, di quella persona e dei membri della sua famiglia.

Un metodo molto pratico è anche quello di mettere le ceneri dentro uno stupa o una statua. La famiglia della persona morta può tenere lo stupa, gli tsa-tsa o le statue e metterle nella stanza principale della casa, come la sala di meditazione di un Centro di Dharma. Può anche tenere lo stupa, l’oggetto sacro nella propria casa. Si può far fare una targa con il nome della persona o una sua fotografia e metterla sopra lo stupa o la statua. Gli oggetti sacri possono essere sponsorizzati da un amico prima che la persona muoia o dalla famiglia della persona deceduta.

Come fare stupa e statue dalle ceneri consacrate

La procedura consigliata da Rimpoce è che le ceneri debbano prima ricevere la benedizione Jangwa da un lama qualificato. Una volta benedette, le ceneri possono essere messe in uno stupa o uno tsatsa, insieme con i quattro potenti mantra e altri oggetti sacri. Rimpoce consiglia di porre le ceneri alla base dello stupa.

Può essere appropriato mettere le ceneri di più persone in uno stupa. Per esempio, se una coppia sponsorizza uno stupa e muore in tempi differenti, è accettabile mettere le ceneri nello stesso stupa in momenti successivi; comunque, nel frattempo, prima che la seconda persona muoia, lo spazio lasciato per le ceneri deve essere riempito con incenso.

Non tutte le ceneri della persona devono essere messe in uno stupa; una piccola parte è sufficiente.

La parte rimanente può essere distribuita ai membri della famiglia, ma questi dovrebbero sapere come trattare le ceneri in modo rispettoso, una volta che siano state consacrate.

Come usare oggetti sacri per liberare gli animali

Liberare significa salvare la vita di un animale che altrimenti morirebbe. Se liberate gli animali nel mare, portate uno stupa o altri oggetti sacri sulla spiaggia e preparate un altare.

Prima, fate circoambulare gli animali intorno agli oggetti sacri. Poi meditate per purificarli.

Benedite con l’offerta del mandala un po’ d’acqua e versatela sopra gli animali. Eseguite la preghiera dei Sette rami e poi recitate una breve preghiera dal lam-rim. Dedicate i meriti agli animali. Ancora circoambulate intorno agli oggetti sacri con gli animali e poi liberateli. La circoambulazione è fatta affinché, nel caso di morte di qualche animale, la sua vita diventi significativa, poiché il karma negativo è stato purificato. Non liberate nello stesso posto animali che siano fra loro prede e predatori. Un alternativa è quella di portare gli animali nella sala di meditazione per circoambularla e, dopo averli benedetti, liberarli nell’oceano.