Il Maestro

Sogyal Rinpoce

Sogyal Rinpoce

Tratto da “Il libro tibetano del vivere e del morire” di Sogyal Rinpoce.

Forse la descrizione più commovente e precisa della vera natura del maestro è quella che fece Jamyang Kyentse.
Sebbene la nostra vera natura sia Buddha, diceva, è stata oscurata da un tempo senza inizio dalla nuvola dell’ignoranza e della confusione.
Ma la vera natura, la natura di Buddha, non si è mai arresa completamente alla tirannia dell’ignoranza e fomenta continuamente moti di ribellione contro la sua tirannia.
La natura di Buddha ha un aspetto attivo che è il nostro “maestro interiore”. …Dal momento stesso che diventiamo oscurati, il maestro interiore lavora instancabilmente per noi, cercando indefessamente di riportarci allo splendore e alla spaziosità del nostro vero essere. Neppure per un secondo, diceva Jamyang Kyentse, il maestro interiore ci ha abbandonati. Nella sua infinita compassione, che è una con l’infinita compassione di tutti i Buddha e di tutti gli esseri illuminati, lavora senza tregua per la nostra evoluzione, non solo in questa vita ma in tutte le vite precedenti, adoperando tutti gli abili mezzi e usufruendo di tutte le situazioni per insegnare e risvegliarci, e guidarci alla verità. Se abbiamo pregato, sospirato e agognato a lungo la verità per molte e molte vite, e quando il nostro karma si è abbastanza purificato, avviene una specie di miracolo.
Se riusciamo a capirlo e a farne uso, può condurci alla fine definitiva dell’ignoranza. Il miracolo è che il maestro interiore, che è sempre stato con noi, si manifesta in forma di “maestro esterno” e lo incontriamo quasi per magia.
E’ l’incontro più importante di tutte le nostre vite.
Chi è il maestro esterno? Nient’altro che l’incarnazione e la voce del maestro interiore.
Il maestro la cui forma e voce umana arriviamo ad amare con amore più profondo di ogni altro nostro amore, non è che la manifestazione esterna del mistero della nostra verità interiore.
(….)
Il maestro non è solo il portavoce diretto del maestro interiore: è anche il canale che porta e trasmette le benedizioni di tutti gli esseri illuminati.
E’ questo che gli conferisce lo straordinario potere di illuminare la vostra mente e il vostro cuore.
Non è altro che il volto umano dell’assoluto, se preferite, il telefono attraverso il quale tutti i Buddha e gli esseri illuminati si mettono in comunicazione con voi.
Cristallizza la saggezza di tutti i Buddha e incarna la loro compassione di cui voi siete il destinatario.
I raggi della loro luce universale hanno sempre puntato direttamente al vostro cuore e alla vostra mente per liberarvi.
(…)
Come scrisse Dilgo Kyentse Rinpoce:
“(…) Come il sole e la luna si riflettono istantaneamente nell’acqua chiara e ferma, le benedizioni di tutti i Buddha sono sempre presenti in coloro che hanno piena fiducia in esse.
I raggi del sole cadono uniformemente su tutte le cose, ma solo se vengono concentrati attraverso una lente possono dare fuoco all’erba secca.
Quando i raggi onnipervadenti della compassione del Buddha vengono concentrati dalla lente della fede e della devozione, la fiamma della benedizione divampa nel vostro essere.”
(…)
Questo, e solo questo, è ciò che chiamiamo devozione, in tibetano mö gü.
Mö gü significa “anelito e rispetto”.
Rispetto per il maestro, che si fa tanto più profondo quanto più comprendete chi egli sia in realtà; anelito verso ciò a cui vi introduce, perché avete imparato che il maestro è il vostro legame essenziale con la verità assoluta e l’incarnazione della vera natura della vostra mente.

tratto da “Il libro tibetano del vivere e del morire” di Sogyal Rinpoce

Ubaldini Editore 1994 – Buddhismo Tibetano