La Tradizione della Grande Esposizione

Machig Labdrön

Machig Labdrön

Machig Labdrön e le fondamenta del Chöd

di JERÔME EDOU

    La Tradizione della Grande Esposizione, Studio Comparativo delle Fonti Tibetane.

    La Tradizione della Grande Esposizione

I cinque testi principali usati in questo studio della vita di Machig rientrano in due categorie: le tre relazioni storiche condensate e le due biografie.27 Le relazioni storiche includono:

  1. Gli Annali Azzurri, di Gö Lotsāwa, composti alla fine del quindicesimo secolo, quattro secoli dopo la morte di Machig

  2. La Storia del Dharma: Un Banchetto per gli Eruditi, di Pawo Tsuglag Trengwa, il Secondo Nehnang Pawo Rinpoché, scritto nel 1550 ca.

  3. La Storia della Storia della Pacificazione e (il) Chöd, del Khamnyön del diciannovesimo secolo, che contiene una breve storia della tradizione del Chöd.

Le biografie includono:28

  1. Il resoconto più esteso chiamato Una Concisa Storia della Vita di Machig, Derivata da un’Esposizione della Trasformazione degli Aggregati in un’Offerta di Cibo (La Storia Concisa della Vita), di Kunpang Tsöndrü Sengé29

  2. I primi due capitoli, qui tradotti come La Vita Meravigliosa, dei dieci capitoli di Un’Esposizione della Trasformazione degli Aggregati in un’Offerta di Cibo, che Illumina il Significato del Chöd (Trasformare gli Aggregati),30 sotto le seguenti intestazioni:

  1. Una concisa storia della vita di Machig

  2. Ottenimenti di Machig e lignaggi di trasmissione

  3. Spiegazione della tradizione del Chöd

  4. Su dèi e dèmoni, e i livelli del Chöd

  5. Gli stadi nella trasformazione degli aggregati in offerte di cibo

  6. I segni della morte, definizione degli aggregati e spiegazione dei venti (prāna)

  7. I dieci precetti del Chöd e la misura della realizzazione

  8. I modi di apparire delle interferenze magiche

  9. Le predizioni di Machig sul mondo

  10. Le predizioni sul Chöd e conclusione.31

Solo i primi due capitoli sembrano essere opera di Namkha Gyaltsen (Nam mkha’ rgyal mtshan), e il resto fu compilato da Jampa Sönam (Byams pa bsod nams). L’intero testo è prsentato come una compilazione delle risposte di Machig a domande sollevate dai suoi figli, figlie e discepoli. Il testo è attribuito da Machig in persona, per questo va considerato un’autobiografia, e si dice che sia stato trascritto seguendo le sue parole, come espresso nell’omaggio di Jampa Sönam all’inizio del libro:

Offro un omaggio a Ma, la dākini di saggezza non-umana.

Questa Esposizione di Trasformare gli Aggregati in un’Offerta di Cibo, l’ho trascritta usando le parole di Machig.

Secondo La Storia Concisa della Vita,32 Machig, quando aveva cinquantasei o cinquantasette anni, compose i quattro maggiori trattati conosciuti sotto il generico titolo de La Grande Esposizione (rNam bshad chen mo):

  1. La Grande Esposizione secondo i Sūtra, a Sakarlog, richiesta da Khugom Chökyi Sengé e da cinque altri discepoli che lo trascrissero.

  2. La Grande Esposizione secondo i Tantra, nella grotta di Shampogang, richiesta da suo figlio Thönyön Samdrup. Il testo fu trasmesso da otto dei suoi discepoli, incluse le sue quattro figlie spirituali e Khugom Chökyi Sengé.

  3. La Grande Esposizione secondo i Sūtra e i Tantra Combinati, in Lhodrag, richiestoda Khugom Chökyi Sengé e copiato da dodici persone.

  4. La Grande Esposizione della Trasformazione degli Aggregati in un’Offerta, a Zangri, dietro richiesta di Thönyön Samdrup.

Una delle difficoltà nell’identificare questi testi risiede nel fatto che la maggior parte delle fonti usa il titolo generico di La Grande Esposizione senza specificare se si fa riferimento a tutti e quattro i trattati o solo ad uno di essi. Nessuna versione di questi quattro testi originali è stata finora disponibile. Un riferimento a La Grande Esposizione della Trasformazione degli Aggregati in un’Offerta si trova nel Labrang Karchag, ma sapere se si riferisce alla versione originale di Machig rimane mera speculazione dato che il testo non è disponibile.33 Tuttavia, il colophon che segue il capitolo dieci della nostra fonte principale, Trasformare gli Aggregati, descrive un lignaggio per la Grande Esposizione:

Machig Labdrön

Thönyön Samdrup, suo figlio,

Gangpa Mugsang

Gangpa Lhundrup

Sangyé Tensung

Nyamé Dorjé Dzinpa

Gangpa Rinchen Gyaltsen

Lama Dorjé

Namkha Gyaltsen, il compilatore della Vita Meravigliosa,

Tashi Gyaltsen

Mönchöd Tsöndrü Sengé.34

Secondo la Storia della Trasmissione, Namkha Gyaltsen compilò una collezione di testi intitolati La Grande Esposizione (rNam bshad chen mo) che include una biografia di Machig, ma non della Machig della tradizione Vajrayāna.35 Secondo il Dizionario Biografico di Khetsun Sangpo, era nato nel 1370, e un testo del Terzo Karmapa, Rangjung Dorjé (1284-1339), è inclusa nella sua Grande Esposizione.36

Il colophon di Trasformare gli Aggregati dichiara che l’editore, Jampa Sönam, ha preso i primi due capitoli (riferiti alla Vita Meravigliosa) dalla Grande Esposizione di Namkha Gyaltsen insieme ai loro colophon. I rimanenti otto capitoli può averli combinati e pubblicati con altre fonti a cui si è ispirato, quali una trasmissione da uditore (rlung) per una biografia estesa di Machig chiamata La Grande Esposizione del Trasformare gli Aggregati in un’Offerta di Cibo, che Illumina il Significato del Chöd.37

La seconda fonte principale consultata, La Storia Concisa della Vita, appartiene alla tradizione del Tesoro Ritrovato. Questa versione, apparendo in un manoscritto scritto in corsivo, contiene molte espressioni del dialetto del Tibet Orientale. Confrontando i due testi, risulta che La Storia Concisa della Vita è indubbiamente la fonte diretta da cui la versione condensata di Trasformare gli Aggregati dopo la correzione di numerosi errori di ortografia. La sequenza è rigorosamente rispettata, con intere sezioni corrette parola per parola, ma Trasformare gli Aggregati elimina delle descrizioni o straordinariamente meravigliose o straordinariamente lunghe, come anche spiegazioni tecniche di trasmissioni, titoli di testi e liste di nomi.

Nel colophon, il nome dell’autore appare come “colui che ha rinunciato, il mendicante Tsöndrü Sengé (kun spangs brtson ‘grus seng ge). Gli Annali Azzurri lo identificano con Sangyé Tönpa e presentano una sua biografia che è identica a quella di Sangyé Tönpa nella Storia di Trasmissione”. Quest’ultimo lavoro non menziona nessun Tsöndrü Sengé in questo contesto, ma cita, comunque, un Kunpang Tsöndrü Sengé nel contesto del lignaggio del Chöd ricevuto dai Karmapa:38

Yeshé Gyaltsen, dopo il quale le tradizioni della Trasmissione del Lignaggio e del Tesoro Ritrovato vennero unite (bka’ gter zung ‘jug)

Ladü Dorjé Drönma

Kunpang Tsöndrü Sengé

Nyima Gyaltsen

Mönchöd Tsöndrü Sengé

Drupchen Kunga Sengé

Karma Pakshi (1204-1284).

La Storia della Trasmissione non menziona gli Insegnamenti Ritrovati (o “Recuperati”) di Tsöndrü Sengé e più tardi fa riferimento a un “famoso ciclo di terma di Tsöndrü Sengé da Nyemo Rigongwa.”39

Nel colophon a La Storia Concisa della Vita, Tsöndrü Sengé non precisa di aver scoperto questo testo e lui non è citato da nessuna parte come un tertön. Invece dichiara che ha composto lui stesso questo testo sulla base della Grande Esposizione della Trasformazione degli Aggregati in un’Offerta di Cibo (gZan skyur gyi rnam bshad chen mo), e anche a quattro altre fonti, tra cui i Ventun Voti e Le Grandi Cronache del Chöd.40 Ricevette anche un commentario orale sulla vita di Machig dal suo Lama e usò una “straordinaria biografia di Machig dalla sua successiva incarnazione, Dorjé Drönma che personalmente nascose come terma.”41 Mentre Tsöndrü Sengé non rivendica in nessun modo il suo ritrovamento, tuttavia mise insieme e combinò tutte queste fonti senza, nel suo resoconto, rispettare necessariamente l’ordine cronologico degli eventi, né l’importanza relativa dei vari episodi nelle fonti. Così, sebbene basato sul Tesoro Ritrovato di Dorjé Drönma, la composizione di Tsöndrü Sengé non è un terma nel senso più stretto del termine, sebbene riporti la punteggiatura conclusiva caratteristica dei testi di quel genere.

Secondo la Storia della Trasmissione, Kunpang TsöndrüSengé visse prima di Karma Pakshi (1204-1284); il colophon menziona la data di composizione del testo come l’anno del Cavallo-Acqua. L’anno 1162 può essere escluso perché cadde meno di dieci anni dalla dipartita di Machig, e così il 1282 (solo due anni prima della morte di Karma Pakshi), che lascia il 1222 come la data più probabile della composizione de La Storia Concisa della Vita, ma questa data dovrebbe essere presa con cautela dato che i lignaggi dati nelle varie fonti non sempre combaciano e sono spesso contradditorî.

Secondo le fonti attendibili e tenendo presenti le contraddizioni bibliografiche sopraccitate, Machig Labdrön compose quattro trattati chiamati Grande Esposizione (secondo i Sūtra; secondo i Tantra; secondo i Sūtra e i Tantra Combinati; e Trasformare gli Aggregati in un’Offerta di Cibo). Questi (testi) includevano la sua autobiografia e furono trascritti dai suoi stessi discepoli. Attorno al 1222, Kunpang Tsöndrü Sengé raccolse varie versioni della biografia di Machig, che includeva la sua Grande Esposizione della Trasformazione degli Aggregati in un’Offerta di Cibo e un Tesoro Scoperto da Ladü Dorjé Drönma (considerata una incarnazione di Machig),42 in un singolo testo chiamato La Storia Concisa della Vita. Poi, attorno alla fine del quindicesimo secolo, Namkha Gyaltsen (nato approssivamente nel 1370) avrebbe ricevuto una o più di quattro Grandi Esposizioni di Machig. Egli avrebbe riveduto e corretto il materiale biografico originale di Machig a cui aggiunse alcune spiegazioni e note sue43 e commentari sotto il titolo generico de La Grande Esposizione. Ato punto noi non sappiamo se lui aveva accesso alla Storia Concisa della Vita di Kunpang Tsöndrü Sengé o no. Infine, nel diciannovesimo secolo, il curatore Jampa Sönam basò la sua biografia di Machig su La Storia Concisa della Vita di Kungpan Tsöndrü Sengé e incluse, nella sua compilazione, due capitoli biografici di Namkha Gyaltsen e anche parti degli otto altri capitoli che unì ad altre fonti in una singola versione.

In assenza di qualsiasi versione originale dei quattro trattati di Machig, potremmo considerare La Storia Concisa della Vita come la più antica biografia di Machig che possa essere tracciata.44 Essa è basata sulla sua Grande Esposizione del Trasformare gli Aggregati in un’Offerta di Cibo e si suppone che sia stata scritta settant’anni dopo la sua morte. Per cui (questa) dovrebbe essere stata la fonte di relazioni più recenti come Gli Annali Azzurri e altre cronache storiche, ma, come si vedrà nel prossimo capitolo, le ultime relazioni non sempre la seguono fedelmente. Per cui ci sono tutte le ragioni per credere che fossero in circolazione altre versioni della biografia di Machig. Khamnyön dice così nella sua Storia della Trasmissione, purtroppo senza citare nessun titolo.45

  1. Studio Comparativo delle Fonti Tibetane

Dai cinque testi menzionati è possibile tracciare un quadro generale della vita di Machig Labdrön come accettato da tute le fonti, sebbene in numerosi punti diventano vistose discordanze importanti, incluse le versioni di eventi che si escludono reciprocamente.

La maggior parte delle fonti concordano sulla data di nascita di Machig nel 1055: un anno della Pecora che segue un anno del Cavallo di Legno durante il quale, il quindici del decimo mese, secondo i nostri testi, Machig entrò nel grembo di sua madre. Sebbene Namkhai Norbu sostenga che Machig nacque in una famiglia Bönpo, nessuna delle altre fonti conferma questa asserzione.46

Riguardo agli episodi della sua giovinezza ci sono letture che variano notevolmente, ma sembra sicuro che ella ricevette il suo nome Labdrön in occasione di una grande festa. Secondo la Storia della Trasmissione sua madre, Bumcham, sperimentò sogni profetici in cui “una luce accecante illuminò tutto il suo corpo, tutta la casa e poi l’intera regione di Lab,” e come risultato di ciò gli abitanti decisero di chiamare la bimba Labdrön, “La Luce Splendente di Lab”. E’ il nome di Machig Labdrön che consente di distinguere questa Machig dalle numerose Machig, un nome comune di yoghini attraverso la storia del Dharma in Tibet. Come citato prima, Roerich fu tratto in inganno dal nome singolo di Machig e continuò a identificare Machig Zhama con Labdrön, un errore ovvio. Snellgrove, insieme con la maggior parte dei commentatori occidentali, fece altrettanto in questa confusione tra le due yoghini.47

Le date fornite per Machig Zhama sono 1062-1150. Considerata un’incarnazione della Principessa Wen Cheng, la sposa reale di Songtsen Gampo, ella divenne la discepola e più tardi la consorte di Ma Lotsāwa. Ricevette la trasmissione de “Il Sentiero e il suo Frutto” (lam ‘bras) e il suo lignaggio fu conosciuto come il lignaggio di Zhama (lam ‘bras zhwa ma lugs)48 Andò a cercare Dampa Sangyé dopo essere caduta vittima di una malattia venerea incurabile, e Dampa le spiegò come questa malattia fosse il risultato karmico di aver rotto i suoi voti Vajrayāna (samaya) vivendo more uxorio con differenti yoghi. All’interno del capitolo lam ‘bras degli Annali Azzurri,49 non si fa menzione del Chöd; per cui questo è un errore definitivo di Roerich, chiarito il quale, una volta per tutte, la verità è nella presente biografia di Dampa.50 Egli distingue chiaramente Zhama di Latö nel lignaggio lam ‘bras da Labdrön che è associata con il Chöd dei Quattro Dèmoni. Gli Annali Azzurri51 narrano una storia simile a quella raccontata da dampa mentre risiedeva a Dratang, includendo anche quattro dākini discepole, ma facendo riferimento ad un gruppo diverso che includeva Labdrön e a Zhama, ma non le altre due, Dröchungma e Drönema.

La biografia tradotta qui colloca il luogo di nascita di Machig a E’i Gangwa nella regione di Lab che nelle altre fonti è conosciuta sotto le grafie alternative di gYe’i Labs52 o Khe’u Gang.53 La Storia della Trasmissione ha “E’i Damzö nella regione di Mé,”54 ma più tardi annota che apparvero dei segni meravigliosi “nell’intera regione di Lab.”55 Jamyang Kyentsé Wangpo, nella sua Guida,56 menziona la regione di E Yul, a est di Tsétang, a sud del Fiume Tsangpo. Anche se egli non dichiara specificamente che questa è l’area in cui è nata Machig, molte fonti orali lo hanno confermato.

Veramente molto presto, Machig mostrò segni di una predilezione per la Prajñāpāramitā che sarebbe rimasta la sua risorsa filosofica nel corso di tutta la sua vita. Ancora giovane Machig era capace di leggerne tutte e tre le versioni: quella estesa, quella media e quella abbreviata. E le sue capacità di recitare, capire e meditare presto sorpassarono quelle dei suoi Maestri, il primo dei quali era Geshe Atön (A ston, secondo la Trasformazione degli Aggregati) o Wöntön (dBon ston, secondo la Storia della Trasmissione). Ma i due Maestri principali erano Trapa Ngönshé (Grwa pa mgon shes), nato nel 1012 che diede (a Machig) tutti gli insegnamenti di base, e il Maestro rinunciatario (“renunciate”?) Sönam Lama, “l’insegnante (proveniente) dal Kyo” (sKyo ston bsod nams bla ma) che, per tutta la sua vita, (Machig) considerò il suo guru-radice.

Sulla giovinezza di Machig, Una Biografia di Machig differisce da tutte le altre fonti. Dai soui primi anni di vita fino all’età di quindici anni, quando lasciò alla fine la famiglia, ella discuteva con i genitori che volevano che lei si sposasse. “Ma io non avrò più speranza se diventerò una donna di casa. Non posso lavorare bene con le mie mani. Chi vuole una moglie incapace di lavorare?” Machig dichiara che vuole dedicare la sua vita al Dharma, però sua madre le dice: “Tutti alla fine moriranno, grandi o piccoli, per cui cosa ti aspetti?…Il sentiero del Dharma è estremamente difficile, specie per una donna.” Alla fine sua madre la prende per i capelli e le sottrae un prezioso turchese dato a Machig dal suo fratello più anziano dicendo: “Ho lavorato dall’alba con la rugiada al posto delle scarpe fino a notte fonda con le stelle che mi facevano da cappello per ottenerlo. Ad ogni modo, i praticanti di Dharma non hanno bisogno di averi. Puoi andare ora.” Allora Machig lascia la sua casa e la sua famiglia per il bene di tutti e va a studiare con Trapa Ngönshé.57

Tutte le versioni concordano sul fatto che Machig incontrò Sönam Lama che divenne il suo guru-radice. Mentre riceveva l’iniziazione da Sönam Lama, Machig salì nello spazio e attraversò il muro del tempio.58

All’improvviso, trovandosi ai piedi dell’Albero di Serlang, Machig saltò istantaneamente da un mondo ad un altro, oltrepassando completamente l’immagine della monaca gioven, piena di talento, studiosa e rispettata. Quell’esperienza era il segno che Machig aveva ottenuto le condizioni spirituali necessarie per abbandonare le istituzioni monastiche ed entrare nella grande famiglia degli yoghi itineranti realizzati (smyon pa) vivendo al di fuori dalle norme sociali come i siddha dell’India. Diventò anche l’evento che la elevò allo status di sciamana nell’immaginazione popolare.

Anche qui, la Storia Meravigliosa tipicamente presenta le esperienze interiori come eventi esteriori quasi-storici. Così, nella sua battaglia contro i feroci nāga vicino all’Albero di Serlang, il comportamento esteriore di Machig riecheggia l’attività dei grandi miracolanti che hanno pacificato i dèmoni del Tibet; da un punto di vista puramente buddhista o interiore,59 ella sperimentò la vacuità. Mentre la biografia privilegia gli eventi interiori, la Storia della Trasmissione specifica che: “la sua mente era assorta nella talità (dharmatā) dei fenomeni” anche mentre “offriva il suo corpo, come cibo, ai dèmoni.” Questo è anche il primo, esplicito riferimento alla pratica del Chöd.

Quando Machig si unisce allo yoghi indiano Thöpa Bhadra, adempiendo così all’ordine-profezia di varie dākini, essi uniscono saggezza, il principio femminile della vacuità, con gli abili mezzi, il principio maschile della grande beatitudine. Qui Machig recita la parte di una dākini umana, la consorte di Thöpa. Machig definisce questa parte di karmamudrā come segue:

Lo yoghi che ha raggiunto il livello di utilizzare la vacuità sul sentiero (lam du ‘khyer) e che padroneggia le tecniche yogiche dei canali, dei venti e delle gocce (rispettivamente nādi, prāna, e bindu), con l’assistenza della grande gioia, può accrescere immensamente il suo potere fisico. Questo viene chiamato IL GRANDE SIGILLO DELL’AZIONE, KARMAHĀMUDRĀ.60

Più tardi, quando Machig andò a vivere con Thöpa Bhadra, prima andò a Kongpo e poi alla vicina Dakpo. Il testo ci informa che la coppia trascorse un anno a Nyangpo e un po’ di tempo a Langtang, regione di Penyul. Tutte le fonti concordano (nel sostenere che) i due furono soggetto di calunnie da parte del popolo di Ü e Tsang. Questo episodio sembra essere una parte integrante della tradizione popolare che sostiene che Machig ruppe i voti di celibato per unirsi a Bhadra.

La Vita Meravigliosa resta l’unica a sostenere che Machig non ricevette mai un’ordinazione monastica. Dopo l’unione con Bhadra, Sönam Lama le dice: “Non c’è nessun errore, dato che tu non hai preso i voti monastici.”61 Al contrario, la Storia della Trasmissione62 racconta della dākini che in sogno suggerisce a Machig di unirsi a Bhadra, a cui esclama: “Ma io sono una monaca!” Allo stesso modo, riguardo al suo ritorno, Lama Trapa Ngönshé la rassicura: “Tu hai preso i voti con me, così ora io ti riporto al tuo status precedente. Non farti scoraggiare da quest’unione perché essa sarà di grande beneficio in futuro.” Anche gli Annali Azzurri e Il Banchetto menzionano l’ordinazione monastica di Machig da parte di Trapa Ngönshé.

Sorprendentemente, Khamnyön, autore della Storia della Trasmissione, considera come una delle fonti principali la Grande Esposizione (della Trasformazione degli Aggregati),63 tuttavia se ne discosta su questo punto cruciale dicendo che Machig ruppe i voti. A prima vista, ciò suggerisce che la versione originale della Grande Esposizionese questa è davvero la più antica biografia di Machig – è stata corretta in uno stadio successivo da curatori preoccupati di preservare un’immagine ideale di Machig. Questa interpretazione, comunque, è danneggiata dal fatto che Tsöndrü Dengé, che si riferisce alla Grande Esposizione come a una delle fonti ispiratrici della sua Storia Concisa della Vita e l’autore di Una Biografia di Machig,64 insiste sul fatto che Machig non ha mai preso i voti monastici. L’unica alternativa dotata di qualsiasi plausibilità sarebbe vedere Machig come una donna che vive all’interno di un contesto monastico, che indossa le vesti monastiche della Borgogna (e forse tiene anche i capelli cortissimi) ma senza aver mai preso i voti monastici. Tuttora questo è il costume per i novizi che studiano in un monastero e a volte anche per i giovani adulti; così la gente potrebbe aver preso Machig per una monaca mentre in realtà non lo era. Comunque, in assenza di una copia della Grande Esposizione di Namkha Gyaltsen, è impossibile raggiungere una conclusione definitiva e sapere se la Grande Esposizione o La Vita Meravigliosa siano stati manomessi.

Secondo la biografia, Machig ebbe tre figli: Drupa, che dopo l’iniziazione da parte di Machig, all’età di quarantadue anni, ricevette il nome di Gyalwa Döndrup, di solito considerato il principale detentore del lignaggio della tradizione Sūtra; Drupsé, a cui Machig diede il nome di Thönyön Samdrup, “Folle Figlio di Thöpa le cui Intenzioni sono state Svolte,” che sarebbe diventato il principale detentore del lignaggio degli insegnamenti del Vajrayāna (di Machig) e Drupchungma, “Piccola Realizzazione,” soprannominato Ladüma.

Khamnyon65 sottolinea che, dipendendo dalla fonte seguita, Machig ebbe o tre, o quattro o cinque figli. Secondo Karma Pakshi, Rangjung Dorjé e Karma Chagmé, ella ebbe tre figli e due figlie; altri sostengono che ebbe solo tre o quattro figli. Tuttavia, Khamnyön conclude (dicendo che) Gyalwa Döndrup (Drupa), Thönyön Samdrup e la figlia Ladüma furono i più famosi.

Due versioni sembrano essere le più credibili sul conto dei figli di Machig: quelle offerte da La Storia Concisa della Vita e Il Banchetto.66 L’ultima (versione) non menziona l’unione di Machig con Thöpa Bhadra, ma cita i suoi discendenti maschili nella stessa formulazione degli Annali Azzurri. C’è un aneddoto registrato di suo figlio Drupché o Drupé (Gyalwa Döndrup). Un giorno (Drupé) rubò una capra a un mago, ma temendo i poteri di quest’ultimo, cercò rifugio da sua madre. Ella lo liberò dalla maledizione lanciatagli facendogli mangiare offerte preparate dal mago. Il risultato fu che la maledizione tornò dal suo autore. E’ a questo punto che il figlio di Machig, che allora aveva quarantadue anni, iniziò a praticare gli insegnamenti di sua madre e ottenne la liberazione. Conducendo la vita di un solitario eremita (zhig po), egli compose numerosi poemi, uno dei quali è rimasto famoso:

Madre, che all’inizio creò il mio corpo,

Madre, che dopo mi diede da mangiare e da bere,

Madre, che finalmente mi ha fatto riconoscere la natura della mia mente,

Madre di grande gentilezza, in fronte a te io mi prostro.

Drupé ebbe tre figli ognuno dei quali divenne detentore del lignaggio della tradizione di Machig. Lui passò a miglior vita all’età di ottantanove anni.68

La nostra versione della Vita Meravigliosa porge poca attenzione alla vita di Gyalwa Döndrup, che è menzionato solo di sfuggita, ma scende nei minimi dettagli sulla guarigione della malattia di Thönyön, cui fece seguito il suo ritiro solitario nella grotta di Zhampo-gang. Al contrario, il Banchetto non cita nemmeno il figlio di Machig Thönyön Samdrup, ma descrive brevemente la vita di un altro Thönyön Samdrup, nipote di Gyalwa Döndrup (citato anche alla fine de La Vita Meravigliosa). Il suo soprannome era “l’Uomo delle Nevi di Zhampo-gang,” in cui meditò dopo essere guarito dalla lebbra. Egli era il padre di Lentogma, conosciuta anche come Dorjé Drönma, che, secondo tutte le profezie, era l’incarnazione di Machig. La Storia Concisa della Vita è l’unica che descrive nei dettagli i discendenti di Machig. Il suo elenco è riportato sintetizzato negli ultimi versi della Vita Meravigliosa.69

Machig rimane una figura controversa in tutte le sue biografie. Probabilmente avendo rotto i voti da monaca per sposare Bhadra, fu respinta dalla gente del Tibet Centrale. Il suo testo finale lo scrisse quando dovette giustificare i suoi insegnamenti davanti ai tre āchārya che erano venuti a posta dall’India per giudicare la validità dei suoi insegnamenti. Machig alla fine trionfò sui suoi detrattori quando ricordò le sue vite precedenti e spiegò il Chöd di Mahāmudrā “a cinquecentomilacinquecentosettantatre persone.” Una volta che gli ācārya ebbero verificato la credibilità dell’asserzione (di Machig) sul corpo lasciato nella grotta di Potari in India, essi riconobbero la loro sconfitta e chiesero a Machig di andare a vivere in India come insegnante.70 La Trasmissione della Storia71 conclude la storia della vita di Machig con il seguente riassunto, un testo di livello medio di tutte le versioni della sua biografia:

Essendo Bodhgaya il centro del mondo (dzam bu’i gling) tutti gli insegnamenti di Dharma sono originari dell’India. Questa tradizione di Labdrönma è nata a Zangri Kangmar, nel centro del Tibet. Questo insegnamento di Dharma tibetano è l’unico che poi si propagò in India. Contiene i metodi per mettere in pratica il significato della Prajñāpāramitā. Esso si diramò in differenti lignaggi…affinché tutti potessero acquisire dimestichezza con questo metodo autentico che recide i dèmoni.

La data della sua morte rimane incerta. Gli Annali Azzurri,72, come il Banchetto, sostengono che Machig morì all’età di novantacinque anni. La Storia Concisa della Vita, Trasformare gli Aggregati e Una Biografia di Machig concordano sull’età di novantanove – età che ella stessa aveva predetto nel suo dibattito con gli ācārya dell’India. Secondo le ultime fonti, Machig sarebbe morta nel 1153, siccome i Tibetani contano gli anni partendo dal nuovo anno che precede la nascita, non dalla reale data di nascita. La Storia Concisa della Vita,73 comunque, ci dice che Machig morì nell’anno della Scimmia di Fuoco (o Fuoco-Scimmia), un errore ovvio, dato che gli anni più vicini a quello sono il 1116 e il 1176.74

Avendo lasciato le sue ultime istruzioni alla gente più vicina a lei, Machig scomparve come un arcobaleno nello spazio sconfinato della talità, senza lasciare alcun resto umano.75

Anche con tutte le variazioni delle sue biografie, Machig rimane una personalità straordinaria. Polemica lungo tutto l’arco della sua vita, all’età di cinquant’anni Machig dovette superare tutti gli ostacoli e fino alla sua morte, avvenuta ad un’età avanzata, ella continuò ad essere incredibilmente attiva nella diffusione del Chöd di Mahāmudrā. Fu ampiamente riconosciuta come un’emanazione di Tārā e come un’incarnazione di Yeshé Tsogyal. Nell’immaginario popolare il suo immenso prestigio non calò per i successivi otto secoli.

La memoria di Machig sopravvive ancora a Zangri, la Montagna di Rame, sulla riva destra del Tsangpo, a circa trenta chilometri a valle di Tsétang. Un piccolo monastero, costruito di recente, guarda tutta la vallata, qui nel 1986 v’erano solo due monaci Gelugpa, e né uno né l’altro con grandi conoscenze dei precedenti storici del luogo. Tuttavia, essi custodiscono alcune reliquie e una tanka di Machig. La grotta di meditazione, nei dintorni, ospita ancora una bella statua di grandezza naturale di lei. E’ di età incerta, ma è già menzionata nella Guida di Khyentsé,76 composta verso la fine del diciannovesimo secolo.

Sebbene Machig abbia predetto che non sarebbe mai più rinata in questo mondo come dākini della saggezza primordiale, numerose donne e uomini sono stati considerati la sua emanazione da sempre. Essi mantengono viva la memoria di Machig, l’ideale di saggezza femminile che si manifesta sotto svariate forme sempre perfette per le capacità dei diversi esseri.