Il Ritorno a Latö di Machig

Macig Labdron yab yum

Macig Labdron yab yum

Il Ritorno a Latö di Machig – Zangri, la Montagna di Rame – Ārya Tārā

Quando aveva ventiquattro anni, Machig partorì un maschio. Siccome ora tutte le profezie si erano compiute, ella lo chiamò “Compiuto”.

Ma presto la famigliola divenne oggetto di calunnie in tutto l’Ü e lo Tsang. “La gente ci evita sistematicamente,” disse Machig e così si spostarono nella regione del Dagpo. Rimasero un anno in un luogo chiamato Nyangpo, poi andarono a Kongpo e all’età di venticinque anni Machig diede alla luce un altro figlio a cui diede il nome di Drupsé che divenne conosciuto anche col nome di Kongpo Kyab, “Protettore del Kongpo.”

Poi, all’età di trent’anni, subito dopo che avevano assistito ad un ganachakra in un luogo chiamato Tradölgo, sul Passo di Nga, con numerose dākini che si erano riunite là, Machig diede alla luce una figlia e le diedero il nome di Drupchungma, “Piccola Realizzazione”. E siccome era nata a Ngala, nel luogo di riunione delle dākini, la chiamarono anche Ladüma, “Passo della Ragazza che si Riunisce”.

Quando Machig aveva trentaquattro anni, si trasferì di nuovo e si sistemò nell’area del Langtang, nella regione di Penyul. Un anno dopo, le dākini fecero numerose predizioni e (Machig) mostrò i segni di essere stanca dell’esistenza samsarica.4 Lasciandosi alle spalle anche la figlia, (Machig) tornò a Latö a trovare i suoi due Lama.

A Sönam Lama chiese la pratica del cuore delle cinque deità di Varāhi. Come preliminare all’iniziazione, offrì al Lama la preghiera a otto rami, nei seguenti versi spontanei:  –

Omaggio, con prostrazioni intere, ai Lama

Che insegnano la saggezza dell’autoconoscenza.

Omaggio, con prostrazioni intere, alle deità yidam

Che garantiscono le realizzazioni.

Omaggio, con prostrazioni intere, ai Buddha,

Gli estremamente eccellenti nella rinuncia e nelle realizzazioni.

Omaggio, con prostrazioni intere, agli insegnamenti di Dharma autentici,

Che pacificano e liberano da tutti i tipi di attaccamento.

Omaggio, con prostrazioni intere, alle comunità sangha

Per cui le offerte sono significative.

Omaggio, con prostrazioni intere, ai protettori del Dharma

Che veramente spazzano via ogni ostacolo.

A tutti voi io porgo queste preghiere

Finché non raggiungo l’illuminazione.

In voi tutti prendo rifugio.

Vi offro il godimento dei cinque sensi.5

Tutte le cadute e le azioni negative, le confesso apertamente.

Gioisco delle attività positive di tutti gli esseri.

Vi chiedo di continuare a girare la ruota del Dharma.

Vi chiedo di non passare nel nirvāna.

Tutte le virtù che ho accumulato, le dedico a tutti gli esseri senzienti.

Quando (Machig) fece l’offerta della preghiera a otto rami6 al suo Lama, era tanto felice che le fosse stata conferita l’iniziazione completa. Il Lama la vide in forma di dākini e Labdrön mostrò i segni di una vera stabilità nella sua pratica di generazione della dākini.7 Praticando lo Yoga più Elevato del Mantra Segreto seguendo le istruzioni del Lama, ella mostrò presto i segni della realizzazione. Infine il Lama le diede la trasmissione testuale e le spiegazioni pratiche e le diede il nome segreto di Vajradhātvīśvarī, “Signora che regna sulla Sfera del Vajra.”8

Machig offrì a Lama Trapa la sua comprensione dei dodici anelli del sorgere dipendente ed egli ne fu estremamente compiaciuto: “Attualmente, nessuno può eguagliarti nella tua padronanza di spiegazione, pratica e profonda comprensione dei dodici anelli del sorgere dipendente sia in ordine evolutivo che involutivo. Sei diventata una grande mahāsiddha di questa dottrina.”

Più tardi, (Machig) chiese (al Lama) un rituale per generare la mente dell’illuminazione (bodhicitta), ma il Lama rispose: “Tu non hai bisogno di sviluppare bodhicitta, perché sei una incomparabile mahāsiddha, detentrice del Dharma. Tu sei la Grande Madre Yum Chenmo che dà la vita a tutti i buddha e bodhisattva. Tu sei Mahā (Buddha) Locanā, la Grande Signora dotata degli occhi del Buddha, che possiede la piena conoscenza dei Sūtra e dei Tantra. Tu sei Mahāmāta, la Grande Madre che ama tutti gli esseri senzienti come (se fossero) un unico figlio. Tu sei il Tesoro Nascosto e la fonte di liberazione di tutti i fenomeni. Quelli come te non hanno bisogno di generare la mente (dell’illuminazione). Alla tua presenza, io sono come una stella minuscola sotto la luna. Tuttavia, siccome ho recitato la parte di essere tuo insegnante e per stabilire un anello karmico tra noi, io celebrerò il rituale.”

E così (il Lama) conferì (a Machig) il rituale della bodhicitta e i voti di un praticante laico. Nel frattempo ella lo percepì nella forma del Buddha Śakyamuni, con Mañjughosa alla sua destra, Avalokiteśvara alla sua sinistra e Vajrapāni di fronte.9 Ispirata da questa visione delle quattro deità e del loro seguito, (Machig) offrì prostrazioni intere con queste parole di lode:

Omaggio, con prostrazioni intere, a te, protettore onnisciente

Risplendente come l’oro del fiume Jambu.

Omaggio, con prostrazioni intere, a te, Mañjuśri dalla voce gentile,

Dotato di eccellenti qualità di giovinezza.

Omaggio, con prostrazioni intere, a te, Avalokiteśvara,

Incarnazione della compassione.

Omaggio, con prostrazioni intere a te, Vajrapāni,

Il cui potere distrugge tutti i dèmoni.

Dal Lama indifferenziato dal Buddha, (Machig) ricevette la trasmissione testuale, e dal vaso rituale tenuto da Avalokiteśvara a un volto e due braccia, luce bianca scivolò dentro di lei pervadendo il suo intero corpo. Poi, cinque raggi di luce balenarono dalla spada celeste nella mano destra di Mañjugosa, penetrando il suo cuore e uccidendola. Dal vajra nero tenuto da Vajrapāni, una moltitudine di piccoli vajra, simili a scintille, si emanò distruggendo tutti i suoi ostacoli.

Subito dopo queste esperienze, (Machig) prese i voti di bodhisattva e quelli dei praticanti laici. Infine, il Lama le suggerì di ritornare nel Tibet Centrale; egli predisse che su una montagna di rame avrebbe svolto il suo compito per il bene dei suoi discepoli. Ella gli chiese se, prima di partire per il Tibet Centrale, avrebbe potuto prima andare a Latö a trovare Dampa, e lui fu d’accordo.

Machig partì per Dingri. Grazie ai suoi poteri soprannaturali, Dampa Sangyé sapeva che (Machig) stava per arrivare, così chiese a tutti di darle il benvenuto, e l’intera popolazione di Dingri uscì a salutarla.

Dopo aver incontrato Dampa, (Machig) chiese una serie di istruzioni particolarmente profonde, ma (il Lama) replicò: “Una serie di istruzioni più profonde di quelle che ti ho già dato non esistono proprio. Esiste, comunque, un sentiero molto profondo, il Sūtrayāna, che è legato al significato delle Perfezioni. Uno invita, con cerimoniali, al palazzo celestiale, la Grande Madre Yum Chenmo circondata da un’assemblea dei suoi figli, i buddha dele dieci direzioni, i buddha dei tre tempi, passato, presente e futuro, con gli otto bodhisattva, gli otto grandi Śrāvaka Uditori, i grandi re delle quattro direzioni, i figli e le figlie degli dèi e numerose dèe (cariche di) offerte. Grazie alle benedizioni di questa pratica, lo yoghi dissipa tutti gli ostacoli in questa vita e alla fine ottiene il siddhi supremo (Buddhità).

Machig chiese questa pratica a Dampa e lui gliela diede. Preparando un mandala insieme con vaste offerte, (Dampa) effettuò la cerimonia di invito con incenso e musica. Machig vide distintamente la Grande Madre Yum Chenmo e il suo seguito apparire al centro del palazzo. Essi le diedero benedizioni e le fecero profezie. Allo stesso modo, (Machig) vie Dampa in forma di Mañjuśri Rosso e gli offrì questo omaggio:

Tutte le apparenze, ogni singola forma come appare

Nei tremila mondi

Come un mudrā di supremo corpo,10, io te lo porgo in omaggio.

Ti prego, garantiscimi la realizzazione del corpo immutabile.

Tutti i suoni, ogni voce che rimbomba

Nei tremila mondi

Come un mudrā di suprema parola, te lo porgo in omaggio.

Ti prego, garantiscimi la realizzazione della parola illimitata.

Tutti i fenomeni mentali, ogni cosa ricordata e capita

Nei tremila mondi

Come un mudrā di mente suprema, te lo porgo in omaggio.

Ti prego, garantiscimi la realizzazione della mente libera da confusione.

Compiaciuto da questa offerta, il Lama garantì (a Machig) l’iniziazione completa, e lei si impadronì della pratica (sādhana) perfettamente. Poi (ilLama) le conferì l’iniziazione della benedizione dei Lama della trasmissione orale del lignaggio,11insieme a insegnamenti straordinariamente profondi, specialmente quelli concernenti la riunione (il prāna dei venti) nel canale centrale12 secondo le istruzioni pratiche della scienza interiore. Alla fine egli mostrò i suoi esercizi di yoga e varie tecniche per sviluppare e controllare il prāna.

Machig rimase con lui per un mese e mezzo,13 componendo lodi a lui e Dingri. Dampa predisse che (Machig) avrebbe soggiogato i dèmoni in contootto luoghi selvaggi e spaventosi – fortezze degli spiriti locali – e avrebbe riunito i discepoli a Zagri, la Montagna di Rame.

Zangri, la Montagna di Rame

Dopo essere partita da Dingri, Machig soggiogò centoventotto spiriti dannosi delle montagne innevate, inclusi quelli di Yarlhatsé, Tanglha, Gangri Jomo Jéchen e Genyen Khari della zona montuosa. Poi, scendendo a Lo Mön, alla fine raggiunse Zangri Khangmar, la Fortezza Rossa della Montagna di Rame. Aveva trentasette anni.

Lo spirito che dominava il luogo, Zangri Khyil (Turbine della Montagna di Rame, un nāga del fiume), arrivò a chiedere istruzioni sulla generazione della mente dell’illuminazione e fece voto di proteggere gli insegnamenti (di Machig).

Una monaca chiamata Chötso (Lago del Dharma) si offrì per diventare l’ancella personale (di Machig). Chötso e altri due, una ricca benefattrice chiamata Dardrön (Luce Splendente di Dar) e un uomo più anziano di nome Katrag (Celebrità di Ka), avevano sentito una divinazione che prediceva che loro tre sarebbero morti entro l’anno, e così essi chiesero un’iniziazione a Machig. Dopo essersi presentati (davanti a Machig) con le offerte adeguate, Machig diede loro le cento iniziazioni e i ganachakra della trasformazione delle dākini secondo la tradizione del Tantra Madre.14 Tutto ciò fu veramente efficace per evitare la morte prematura che era stata profetizzata, e Machig Labdrön divenne famosa in tutta la regione per il potere delle sue benedizioni.

Quando aveva quarant’anni, le storie sulle eccellenti qualità (di Machig) e la sua reputazione rimbombarono come un tuono in tutte e tre le province dell’Amdo, di Ü e del Kham. La sua attività meritevole e la sua disciplina erano straordinarie. I quattro grandi re delle quattro direzioni giunsero da lei per chiedere istruzioni, facendo voto di proteggere i suoi insegnamenti, e le dèe delle dodici montagne15 giurarono di obbedirle. Altri cinque grandi spiriti delle montagne – quelli di Yarlhatsé, Tanglha, Odé Gunggyel, Jomo Jéchen e il re dei nagā Dakyong – arrivò per richiedere (a Machig) le sue istruzioni sulla generazione della mente dell’illuminazione. Ella diede loro tutti i precetti dei praticanti laici, ed essi giurarono che non avrebbero fatto mai più male agli esseri senzienti. Promisero anche di estendere la loro protezione a tutti i detentori di lignaggio degli insegnamenti di Machig. Per un periodo di ventun giorni, essi ascoltarono le istruzioni (di Machig) sul rifugio e sulla bodhicitta. Durante tutto questo tempo, le dākini protettrici dei sette campi erano costantemente presenti, e quasi tutti riuscirono a vederle.

Più tardi, molti andarono a trovarla: il grande traduttore Shübu Lotsāwa accompagnato da diciassette dei suoi discepoli, Lama Yartipa e ventiquattro dei suoi discepoli, e Tölungpa e trentaquattro dei suoi discepoli.Essi sostennero molti dibattiti, ma non riuscirono mai a battere Machig sia nella scrittura sia nel significato (degli argomenti), e i Lama e i loro discepoli svilupparono fede e fiducia in lei. Le chiesero istruzioni e più tardi tutti dichiararono che (Machig) era veramente Sua Maestà la Signora Tārā in persona. La fama (di Machig) divenne sconfinata, e persino tutti i geshé svilupparono fiducia in lei. Due insegnanti in particolare, entrambi esperti nel Tripitaka, uno conosciuto come Tongdé Dagyi Wangchuk e l’altro come Dröldé Gyalwé Jungné, giunsero a chiedere istruzioni a Machig: Numerosi monaci fecero lo stesso e lei divenne ancora più famosa.

Un giorno, il mahāsiddha Pamtingpa venne a trovarla. Le fece molte domande sulla dottrina e non ce ne fu nessuna a cui Machig non seppe rispondere. In seguito (il mahāsiddha) le fece delle domande sulla sua realizzazione, sulla sua intuizione e sulla diffusione del suo insegnamento. Estremamente compiaciuto, egli concluse: “E’ veramente meraviglioso che tu, una emanazione miracolosa di Mahāmāyā, sia venuta in Tibet per condurre alla felicità esseri umani e non-umani della Terra delle Nevi. Ciò mi riempie di gioia e offro prostrazioni e omaggio a te con la più grande delle lodi!”16

Tuttavia, per stabilire una connessione karmica tra loro, Machig chiese (al mahāsiddha) un insegnamento. Vedendo che ciò sarebbe stato di buon auspicio, Pamtingpa acconsentì. Le diede un esteso commentario sull’Abhidarma e gli interi tre cicli della trasmissione sussurrata sulla Mahāmudrā conosciuti come lo Specchio Adamantino (controllare). (Machig) prese tutto a cuore e imparò a fondo ogni argomento. (controllare).

Presto Machig Labdrön fu conosciuta come la Madre dei Tre Mondi, detentrice della dottrina straordinaria del Chöd di Mahāmudrā, una particolare raccolta di istruzioni che distrugge i quattrocentoventiquattro generi di malattie e gli ottomila generi di forze demoniache (bgegs)17 e conduce alla Buddhità. La sua fama si diffuse come una folata di vento in tutto il mondo.

Ārya Tārā

All’età di quarantun anni Machig Labdrön rimase in una grotta, in ritiro, a Chipug che era benedetto per la pratica (???). Il quarto giorno dell’ultimo mese di primavera, nel cuore della notte, Sua Maestà la Signora Tārā apparve, circondata da numerose dākini. Conferì a Machig le quattro iniziazioni dei cinque Buddha primordiali secondo l’Udumvara Tantra.18 Durante il rituale Tārā si manifestò successivamente come la consorte di ognuno di loro. Poi fece le seguenti profezie:

Yoginī, io ti do questa iniziazione segreta delle cinque famiglie di Buddha chiamata la Pacificazione dei Cinque Veleni e l’Unione dei Nāga.19 Riuscirai a trasformare i cinque veleni nelle cinque saggezze dei cinque Buddha primordiali. Usa questa tecnica potente per compiere il bene di tutti gli esseri. Fortunata Yoginī, pratica in segreto questi profondi insegnamenti Vajrayāna, l’Udumvara Tantra e quello chiamato La Quintessenza che Disperde il Buio dell’Ignoranza.20 Conserva in un’unica tradizione gli stadi di generazione e completamento21 di queste due raccolte di insegnamenti che sono il cuore del Vajrayāna. Attraverso questa tradizione il tuo lignaggio raggiungerà la liberazione. D’ora in poi i detentori del tuo lignaggio saranno come un rosario di perle e nel giro di dieci generazioni, questa tradizione Vajrayāna sarà perfetta nella vastità dello spazio.

Yoghinī, con ciò io ti conferisco l’intero dominio del Mantra Segreto (Skt. Vidhyā-mantra)22 e ti colloco sul trono come sua sovrana. Al centro del palazzo del mandala, tu sei la dākini segreta blu scuro della Famiglia del Vajra, la Grande Saggezza, la Signora Vajra che soggioga tutti i dèmoni, Vajradhātviśvarī, Signora che regna sul Vajradhātu,23 che prende tutte le dākini sotto il suo potere. Segretamente con il tuo consorte Heruka, e usando il tuo khatvanga, pratica la segreta condotta yogica. Fai entrare in questo mandala quei fortunati esseri senzienti che hanno capacità adeguate e assistili nel lro sviluppo spirituale e nella liberazione.

A quel punto Machig compose un inno di lode per ognuna delle cinque famiglie dei Buddha e più tardi ne improvvisò un altro, in ventuno stanze (dedicato) a Tārā. Poi si rivolse a Tārā come segue: “Mi hai dimostrato grande gentilezza e mi hai dato il potere più straordinario di iniziazione e benedizione (???). Tuttavia io non so se una donna come me, non particolarmente brillante e di deboli capacità, sarà in grado di ottenere il beneficio degli esseri.” Non appena questo pensiero le attraversò la mente, aggiunse: “Ti prego, prendimi sotto la tua protezione.”

Tārā sorrise, poi, dopo un rapido sguardo alle dākini del suo seguito, disse: “Yoghinī, non scoraggiarti! Nel corso delle vite precedenti hai studiato e imparato perfettamente il significato delle scritture dei Sūtra e dei Tantra. Così oggi è sufficiente che io ti riveli questo significato semplicemente attraverso simboli.24 Tu sei una emanazione mentale della Grande Madre Yum Chenmo: noi siamo inseparabili. Tu sei la dākini della saggezza, la sovrana del Vajradhātu e la fonte della liberazione di tutti i fenomeni.25 Non perderti d’animo. Mantieni la tua determinazione.”

Però Machig replicò: “Com’è possibile che io sia un’emanazione della Grande Madre, inseparabile da te? E come posso essere io la fonte della liberazione di tutti i fenomeni? E dov’è la residenza della Grande Madre?”

Tārā rispose: “Yoghinī, anche se nel più profondo del tuo cuore ci sia la chiara conoscenza del passato, ascolta attentamente e io te lo spiegherò. Chi viene riconosciuto come la primordiale Madre Yum Chenmo è la natura ultima di tutti i fenomeni, la vacuità, l’essenza della realtà (dharmatā) libera dai due veli. Ella è la pura estensione della vacuità, la conoscenza del non-sé. E’ la matrice che dà la vita a tutti i Buddha dei tre tempi..

“Tuttavia, al fine di rendere tutti gli esseri senzienti capaci di accumulare meriti, la Grande Madre appare come un oggetto di venerazione attraverso le mie aspirazioni e preghiere per il bene di tutti gli esseri. E così, grazie al potere delle mie richieste e della compassione, dal(la) dharmatā appare una luce brillante nella forma di un bindu arancione marcato con la sillaba MUM, risplendente di luce. A sua volta questo si trasforma nella Grande Madre Yum Chenmo, di colore oro, con un volto e quattro mani, seduta nella posizione vajra. Il suo corpo è bello e ha tutti i segni maggiori e minori di un buddha. Circondata dal suo principesco figlio, dai buddha e bodhisattva delle dieci direzioni, Yum Chenmo risiede nella sfera (di) Gandavyūha della pura terra celestiale di Akanistha,26 in un meraviglioso palazzo celestiale.

“Dal mio cuore si emana un raggio di luce nera-verdastra marcata con la sillaba HUNG ed entra nel cuore della Madre svegliandola. Poi emana raggi di luce di nuovo, riunendo il potere dei buddha e bodhisattva delle dieci direzioni e si dissolve di nuovo nel cuore della Madre. Istantaneamente si trasforma in una dākini celeste con un volto e quattro mani. E’ la sovrana del Vajradhātu. Dal suo corpo, parola e mente qualità e attività appaiono innumerevoli manifestazioni. Tra queste, l’emanazione mentale è la Signora Vajra (di colore) nero-bluastro con un volto e due mani che sottomette tutti i dèmoni. Sulla corona del suo capo c’è una testa di cinghiale che spunta dai suoi capelli. Con il suo splendore che illumina i tre mondi, ella riunisce tutte le dākini sotto il suo potere. Ella costringe tutti i dèmoni a lavorare come suoi servi. E’ la sorgente della liberazione di tutti i fenomeni.

“Ora, questa Signora Vajra, che sottomette tutti i dèmoni per il bene di tutti gli esseri senzienti, ha preso numerose rinascite in tempi e luoghi appropriati. Ha imparato alla perfezione i Pitaka e compie delle azioni incredibili per il bene degli esseri viventi. Alla fine è nata in Tibet. Lei è nient’altro che tu, Luce Scintillante di Lab.”27

Machig replicò: “Oh, Grande Maestà, dalle tue parole una luce brilla nella mia mente e tutto ritorna da me ora! Quanto a tutti gli insegnamenti del Mantra Segreto che tu mi hai dato, dopo che io li avrò insegnati e spiegati, e saranno diventati una fonte di beneficio per gli esseri, verranno propagati ancora e continueranno (ad esistere)?”

“Quelle istruzioni profonde dello Yoga Tantra più Elevato del Mantra Segreto non vanno spiegati in pubblico o praticati apertamente. Essi dovrebbero venire praticati in segreto e insegnati individualmente a coloro che hanno la capacità di riceverli e di raggiungere la liberazione attraverso la loro pratica.

“Tra questi insegnamenti, unisci alla tua attività di trasmissione i mezzi eccezionali dei quattro mudrā nel modo in cui te li ho insegnati io, e la visione del cuore della Prajñāpāramitā. Infatti il Buddha stesso ha predetto che l’èra della lotta è quella in cui tu domerai sia esseri umani che non-umani nella Terra delle Nevi. Yoghinī, i tuoi insegnamenti continueranno a diffondersi e tu otterrai lo stadio del non-ritorno..”

Dal cuore di Tārā scaturirono innumerevoli raggi di luce che pervasero tutte le direzioni dello spazio e poi si sciolsero dissolvendosi nel cuore di Machig. A quel punto Tārā, insieme al suo seguito, si dissolse in luce celestiale che riempì tutto lo spazio. Ed era l’alba.