Il saggio

Buddha Sakyamuni, Muni Sutta: “Equanime, avendo troncato le sue catene, libero dagli influssi impuri: gli illuminati lo chiamano saggio”.

Buddha Sakyamuni, Muni Sutta: “Equanime, avendo troncato le sue catene, libero dagli influssi impuri: gli illuminati lo chiamano saggio”.

SUTTA NIPATA 1.12
Muni Sutta
Il saggio

Il pericolo nasce con l’avere rapporti confidenziali,[ La brama e le false visioni]
la vita sociale produce la nascita delle impurità.[ Desiderio, avversione e ignoranza]
Libero da rapporti con altre persone,
libero dalla vita sociale:
così è la visione del saggio.

Chi, distruggendo ciò che nasce
non pianta nuovi semi
o nutre ciò che nascerà:
Egli viene chiamato l’errante, il saggio solitario.
Egli ha visto lo stato di pace.

Dopo aver considerato il terreno,
distrutto il seme, non nutre la linfa [ I cinque aggregati ( khandha: corpo, sensazioni, percezioni, formazioni mentali e coscienza), la sfera dei sensi e gli elementi formano il suolo che fa crescere il seme della coscienza – la coscienza che si sviluppa negli stati dell’esistenza. La linfa di questo seme è la brama inestinguibile.]
— il vero saggio —
il veggente della distruzione della nascita,
abbandonando ogni speculazione,
non può essere classificato.

Conoscendo tutte le dimore,[ Stati del divenire e della nascita]
senza desiderarle
— il vero saggio —
senza avidità, né cupidigia,
niente costruisce,[ Non compie nessuna delle buone o cattive azioni che producono future rinascite]
perché è andato al di là.

Superando ogni cosa
conoscendo ogni cosa,
il saggio
con riguardo ad ogni cosa:
è puro. Abbandonando ogni cosa,
privo di brama,
liberato:
gli illuminati lo chiamano saggio.

Forte nella saggezza,
virtuoso nella pratica,
concentrato,
felice nei jhana,
mentalmente presente,
libero dagli attaccamenti,
senza costrizioni mentali: né influssi impuri:[ Nessuna forma di impurità ]
gli illuminati lo chiamano saggio .

Il saggio solitario,
imperturbabile sia nel biasimo sia nella lode.
Impassibile, come un leone di fronte ai rumori.
Imprendibile, come il vento nella rete.
Asciutto, come un loto nell’acqua.
Guida gli altri, e non guidato dagli altri:
gli illuminati lo chiamano saggio.

Stabile come un pilastro in un guado,[ Le lodi e le critiche lasciano il saggio, come un pilastro]
quando dagli altri viene giudicato in modo estremo.
Egli, privo di desiderio,
con i suoi sensi ben concentrati:
gli illuminati lo chiamano saggio.

Calmo, dritto come una spola,[ La mente senza pregiudizio, avversione, illusione, o paura]
non compie azioni nocive.
Ponderando ciò che è giusto e ciò che non lo è:[ Nelle antiche culture, la terminologia musicale è servita a descrivere la qualità morale delle persone e delle azioni. Gli intervalli discordanti o gli strumenti di musica male accordati erano delle metafore del male; gli intervalli armoniosi e gli strumenti ben accordati erano delle metafore del bene. Nel Canone Pali, il termine sama–“uguale”–descriveva uno strumento accordato: v’è un passaggio famoso dove il Buddha ricorda a Sona Kolivisa – che eccedeva nella pratica – che un liuto suona bene solamente se le corde non sono né troppo tese, né troppo rilassate, ma accordate. ]
gli illuminati lo chiamano saggio .

Dotato di autocontrollo, non commette il male.
Sia in gioventù sia in età mature,
il saggio dotato di autocontrollo,
mai s’adira, mai irrita qualcuno:
gli illuminati lo chiamano saggio .

Dalla parte migliore
dalla parte centrale
dagli avanzi
riceve il cibo elemosinato.
Sostenendosi sulla generosità degli altri,
senza adulare
né denigrare:
gli illuminati lo chiamano saggio.

Il saggio che erra in solitudine
astenendosi da rapporti sessuali,
fin da giovane,
astenendosi da intossicazioni [ Le tre intossicazioni sono quella per la giovinezza, per la buona salute e per la vita]
mai compiacendosi:
gli illuminati lo chiamano saggio.

Conoscendo il mondo,
vedendo la suprema meta,
avendo attraversato l’oceano,[ Il modo in cui le impurità portano a indesiderabili destinazioni]

la corrente,[ Le impurità: i desideri sensuali, le concezioni, gli stati del divenire, l’ignoranza]
— Equanime —
avendo troncato le sue catene,
libero
dagli influssi impuri:
gli illuminati lo chiamano saggio .

Questi due sono diversi,
rimangono lontano l’uno dall’altro:
il capofamiglia che si prende cura della sposa
e l’altruista, dalle buone pratiche.
Assassinando altri esseri, il capofamiglia
non è moderato.
Costantemente il saggio, invece, protegge ogni essere,
dotato di autocontrollo.

Come il pavone,
dal collo blu,
quando vola,
non potrà mai eguagliare
l’oca selvaggia
in velocità:
Così il capofamiglia
non sarà mai all’altezza del monaco,
il saggio solitario,
che pratica i jhana
nella foresta.

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Thanissaro Bhikkhu PTS: Sn 207-221Copyright © 1996 Thanissaro Bhikkhu. Access to Insight edition © 1996 fonte: www.accesstoinsight.org
Tradotto in italiano da Enzo Alfano
La diffusione dei testi tradotti è consentita in qualsiasi modo tranne che a fini di lucro.

fonte: http://www.canonepali.net/snp/snp1-12.htm