La visione RIMÉ di Lama Yeshe

Lama Yesce: "Una sola persona che segue sinceramente il sentiero della pace interiore è più preziosa di una massa di esseri confusi...".

Lama Yesce: "Una sola persona che segue sinceramente il sentiero della pace interiore è più preziosa di una massa di esseri confusi...".

La visione RIMÉ di Lama Yeshe

Possiamo trovare della saggezza in ogni paese,
in ogni cultura, in ogni religione, in ogni filosofia.
Dobbiamo fare uso di questa saggezza
per creare un’educazione universale,
al di là di tutti i dogmi“.
Lama Yeshe
Permettetemi di citare alcuni brani di insegnamenti del grande maestro tibetano Lama Yeshe (1935-1984). Sono tratti da Il Suono del Silenzio (Chiara Luce Edizioni, Pomaia 1991, richiedibile al ns. centro: e-mail sangye7@gmail.com), una trascrizione di discorsi rivolti a discepoli occidentali e incentrati sul rapporto tra buddhismo e cristianesimo.

Lama Thupten Yeshe

Sono nato nel Tibet, che era una specie di Sciangri-la, poi sono venuto in contatto con il mondo occidentale e ho avuto la fortuna di conoscere la storia di quel santo guru, Gesù. Il suo esempio mi ha aiutato a progredire nel mio sentiero. (p. 79). Quando in un corso di meditazione parlo del Natale o di Gesù non lo faccio per essere diplomatico, ma piuttosto credo con sincerità, dal profondo del cuore, che anche solo ricordare la vita di Gesù abbia un grandissimo valore. Chiunque sradichi completamente l’egoismo e dia la propria vita agli altri è degno di grandissimo rispetto, non importa chi sia, orientale od occidentale, bianco o nero. Mi sento responsabile dei miei studenti occidentali, di come essi integrano la psicologia buddhista nella loro vita, per cui se dobbiamo comunicare il buddhismo dobbiamo farlo in modo integro e non come un che di esotico. Abbiamo bisogno di valori costruttivi e non di una nuova moda. Un tale approccio ha valore solo se rispetta ogni forma di vita e ne aiuta il suo fiorire. Se consideriamo la salute della nostra mente, non dobbiamo rifiutare le basi della nostra cultura in quanto cristiana, perché siamo parte del nostro ambiente ed esso è parte di noi. (pp. 79-80)

Secondo il buddhismo Gesù è un bodhisattva, non solo perché ha realizzato bodhicitta [il puro intento altruistico] e ha eliminato l’egoismo, ma anche perché ha dimostrato di essere un grande santo, come Tilopa e Naropa, un essere al di là di ogni superstizione che può compiere delle azioni che noi, con i nostri limiti, non siamo in grado di capire. (p. 80)
Può darsi che qualcuno di voi pensi: “Oh, non voglio aver niente a che fare con Gesù e con la Bibbia”, ma questo atteggiamento verso il cristianesimo è una manifestazione di malanimo ed emotività. Se vi sforzaste veramente di capire, vi rendereste conto che l’insegnamento di Gesù era un insegnamento d’amore, semplice e profondo.
Quanto è scritto nella Bibbia equivale agli insegnamenti buddhisti sull’equilibrio, la compassione e la necessità di trasformare l’attaccamento al proprio ego in amore per gli altri. (p. 39)
Il settarismo scaturisce proprio dalla nostra incapacità di capire. L’ego pensa: “Sono buddhista, quindi il cristianesimo è sbagliato”. Questo è molto negativo nei confronti della religione, che non si distrugge con le bombe ma con l’odio, ed è negativo anche e soprattutto per la pace della vostra mente, che il solo pensiero dell’odio è sufficiente a guastare. (pp. 40-41).
Quando Gesù predicava i suoi insegnamenti, non esistevano le chiese e la sua religione non era divisa in gruppi; nessuno domandava: “Io sono membro di questa setta e tu a quale appartieni?”. In questo senso per lo meno, la gente era più libera rispetto ai giorni nostri, perché non si sentiva obbligata a scegliere una tradizione o l’altra, e la religione era vissuta in modo onesto e sincero. Oggi, invece, se domandiamo a qualcuno perché segue una certa tradizione religiosa, probabilmente la risposta sarà: “Perché lo faceva mio padre”, oppure “Perché questa chiesa è più vicina a casa mia”. Queste sono ragioni ridicole. Altri, invece, seguono una religione perché lo fa la maggioranza, ma anche questo non ha niente a che vedere con un vero cammino spirituale.
Una sola persona che segue sinceramente il sentiero della pace interiore è più preziosa di una massa di esseri confusi che gridano: “Questa è la mia religione!”, e spesso criticano e disprezzano chi pratica in modo sincero perché crede in cose diverse dalle proprie. In una dimensione spirituale l’opinione comune non ha nessun valore, poiché se siamo privi di un sincero sentimento religioso, le nostre azioni non hanno nessun senso, anche se siamo convinti di essere religiosi. Io non sono contro la religione e le apprezzo tutte. Ma, per capire il significato della religione, dobbiamo trasformarci interiormente; non basta costruire templi o chiese, indossare vesti riccamente adornate o andare in ritiro nelle montagne, perché senza saggezza queste azioni non hanno alcun valore. (pp. 28-29)
Molti occidentali, insoddisfatti della loro religione, si recano in Oriente a studiare con i guru e i lama, e spesso, tornati in Occidente, non esitano a condannare le tradizioni del loro paese. Questo è inutile a anche dannoso. All’origine dei nostri problemi ci sono sempre delle proiezioni errate. Non esiste al mondo un problema che sia indipendente dalla mente che lo sperimenta, e le difficoltà nascono soltanto dal modo in cui vediamo le cose. Ogni volta che critichiamo emotivamente un’altra tradizione religiosa cadiamo in errore e danneggiamo noi stesi in quanto, invece di cercare dentro di noi le ragioni del nostro atteggiamento, le attribuiamo a una causa esterna. (p. 26)
E’ nostra abitudine fare continuamente paragoni tra una cosa e l’altra e prendere immediatamente posizione. La nostra opinione diventa automaticamente “la migliore” e ci sentiamo in dovere di combattere chiunque la pensi diversamente. Questo è il tipico atteggiamento di una mente piena di illusioni. Il nostro falso senso di superiorità ci induce a guardare dall’alto in basso tutto quanto ci appare in contrasto con le nostre opinioni. Ne consegue che spesso finiamo per criticare qualcosa soltanto perché non la comprendiamo, e questo non è altro che ignoranza.
Nella Bibbia, per esempio, è scritto che tutto è stato creato da Dio. Molti di noi rifiutano tale affermazione e reagiscono con un atteggiamento di chiusura e di rifiuto in quanto non vogliono e non possono coglierne il profondo significato psicologico. Sarebbe molto meglio, invece, se imparassimo a interpretare le cose in maniera meno letterale e ad avere un approccio più flessibile nei confronti delle idee che ci appaiono estranee e difficili da capire. Questo sarebbe molto positivo per la nostra crescita. (pp. 26-27)
La filosofia buddhista non accetta che Dio sia l’origine degli esseri umani, ma tuttavia non vi è contraddizione. (p. 81)
La Bibbia ci insegna che Dio ha creato l’intero universo compreso gli uomini proprio per fare crescere in noi il rispetto per qualcosa che ci sovrasta, contrastando così il nostro falso orgoglio e la nostra tendenza a rifugiarci nel nostro piccolo ego. (p. 27)
Vi posso dire che per entrambe le religioni [cristianesimo e buddhismo] le qualità di Dio e di Buddha sono esattamente la stessa cosa. (p. 82)
Dio può essere considerato una persona come Buddha, non solo un’entità remota e irraggiungibile che sta lassù nell’alto dei cieli, ma piuttosto un che di organico che è personalmente in relazione con noi. (p. 82)
L’aspetto personale non contraddice per nulla la natura onnipresente, perché se parliamo delle qualità di un buddha queste sono sia personali che onnipresenti e universali allo stesso tempo. (p. 83)
Quest’anno (1982) in Spagna con Sua Santità il Dalai Lama abbiamo visitato un monastero cristiano dove c’erano molti monaci anziani. Ci siamo seduti con trenta di loro e abbiamo comunicato meravigliosamente sentendoci uniti da una lunga dissertazione sulla religione. Un monaco di circa cinquant’anni d’età parlava di Dio e io ero piacevolmente sorpreso di pensarla esattamente come lui. Gli chiesi se quelle affermazioni fossero effettivamente scritte e lui me lo confermò. In seguito il Dalai Lama fece una domanda a un monaco molto anziano chiedendogli: “Cosa pensi della tua vacuità?”. Questi rispose che la loro vacuità era il non-attaccamento e la risposta mi ha completamente soddisfatto, non ho nessuna obiezione al riguardo, anzi faccio delle prostrazioni a chi risponde sinceramente in questo modo. Pensare che il non-attaccamento sia la natura universale della vacuità o sciunyatà è una cosa ottima. (p. 83-84)
Possiamo vedere come il monaco cristiano, rispondendo che la vacuità è il non-attaccamento, ha colto il punto essenziale. La mente dell’attaccamento è proprio un concetto distorto che proietta sulla realtà delle qualità inesistenti, ed è l’opposto della saggezza della sciunyatà. L’attaccamento esiste perché non si comprende bene la sua vera natura. Voi occidentali avete una profonda cultura religiosa e tutti noi dobbiamo rispettarla moltissimo ed essere grati della sua esistenza. In essa troviamo la conoscenza di quanto l’attaccamento sia un problema umano, scoprendo anche che gli esseri umani hanno la capacità di superarlo.
Non voglio disprezzare il Tibet, perché io sono tibetano e non c’è ragione che disprezzi me stesso, ma secondo la mia opinione quei monaci spagnoli vivono una vita più ascetica di tanti monaci tibetani. Questa certosa spagnola si trova in un luogo molto bello e isolato, ogni monaco ha una piccola cella con un piccolo orto e il cibo viene passato da una finestrella nella porta. Sono rimasto veramente impressionato e riconosco come sia veramente grande e profonda la dottrina cristiana e questo modo di viverla. E lo dico dal profondo del cuore, non per fare politica, ma perché non mi era mai capitato di vedere con i miei occhi la vita dei monaci cristiani.
Il buddhismo può diventare un mezzo per capire la religione del proprio paese, e i cristiani possono comprendere meglio i buddhisti; integrando la cultura buddhista con quella cristiana possiamo avere devozione l’uno per l’altro, rispetto e comprensione. Questa è un’ottima cosa.
Gesù e l’esperienza cristiana hanno un immenso valore per il mondo occidentale, perché tutte le vostre qualità di gentilezza, amore e compassione derivano dalla vostra religione, non certo dalla vostra politica, che spesso è sanguinaria. (pp. 85-86)
Rallegriamoci anche delle incredibili opere che hanno svolto i santi cristiani, e non solo quelli del passato. Anche oggigiorno vi sono dei cristiani che vivono una vita da asceti o che lavorano nella società dando la loro vita per aiutare gli altri. Preghiamo tutti affinché queste persone possano avere successo e possano progredire sempre più, realizzando alla fine la completa unione con Dio. (p. 86)
Domanda: Date le differenze culturali esistenti tra i vari popoli, sarebbe possibile e opportuno giungere all’unione di tutte le religioni del mondo?
Lama Yeshe: Sì, sarebbe molto utile.
Domanda: Nonostante tutte le differenze?
Lama Yeshe: Decisamente sì.
Domanda: Quale base avrebbe questa unità?
Lama Yeshe: La vera unità si avrebbe se ognuno seguisse realmente gli insegnamenti della propria religione, perché la mancanza di armonia e di unità dipende dal fatto che la gente invece di metterli in pratica, si identifica con i concetti aridi e intellettuali che da tali insegnamenti derivano. Io ho incontrato molte persone veramente religiose appartenenti alle più svariate tradizioni e ho potuto constatare che, praticando gli insegnamenti ricevuti, arrivano tutti a un’unica conclusione e non c’è disarmonia. (pp. 54-55)
Per i buddhisti la via spirituale incomincia con il rifugio nei “tre gioielli”: il Buddha, il Dharma e il Sangha. Ecco cosa insegnava Lama Yeshe rispetto a questo tema in un’ottica Rimé:
Ogni volta che celebro la cerimonia del rifugio spiego che prendere rifugio significa coltivare uno stato della mente che cerca la liberazione dalla sofferenza e dalle sue cause. Nel corso della cerimonia non è indispensabile concentrarsi sulle tradizionali figure buddhiste, ognuno può scegliere di visualizzare l’immagine che più gli corrisponde, per esempio quella di Cristo. (pp. 47-48)
Prendere rifugio implica la visualizzazione di un oggetto e io incoraggio i discepoli a scegliere quello che è più significativo per loro. Questo oggetto, chiamato archetipo da certe scuole di psicologia, può appartenere al buddhismo o a un’altra tradizione. (p. 48)
L’istruzione seguente riguarda un metodo di meditazione chiamato guru-yoga. La pratica del guru-yoga è fondamentale nel buddhismo vajrayâna. La particolarità di questo insegnamento di Lama Yeshe consiste nel fatto che, essendo indirizzato in particolare ad allievi cristiani, utilizza l’immagine iconografica di Gesù al posto delle tradizionali rappresentazioni buddhiste del guru.
Come pratica quotidiana vi consiglio la seguente: sedetevi o inginocchiatevi in una posizione confortevole, rilassàti ma con la schiena diritta. Visualizzate, con l’occhio della mente, Gesù davanti a voi. Il suo volto ha un’espressione tranquilla, piena di pace e di amore. Potete usare come modello una immagine del Cristo risorto e del Cristo che insegna.
Immaginate poi che dalla sommità del suo capo, circonfuso da una luce intensa, una luce bianca raggiunga la vostra testa. Questa luce bianca corrisponde a una energia che dà beatitudine ed entrando nel vostro corpo lo purifica dalle contaminazioni fisiche, i peccati, accumulati nel corso di innumerevoli vite. Questa energia bianca, piena di beatitudine, purifica il corpo da ogni malattia, compreso il cancro e riattiva e rinnova il vostro sistema nervoso.
Visualizzate poi una luce rossa che si irradia dalla gola di Gesù ed entra nella vostra, riempiendo il vostro centro vocale di una sensazione di beatitudine. Se nel parlare avete dei problemi, perché dite sempre bugie o parlate male degli altri o usate un linguaggio violento, la luce rossa vi purificherà da queste energie negative e voi scoprirete le qualità divine della parola.
Poi dal cuore di Gesù si irradia una luce blu che giunge fino al vostro cuore purificando la mente da tutte le false idee. Il vostro ego meschino ed egoista, che è come il presidente delle illusioni, e i tre veleni – l’avidità, l’odio e l’ignoranza – i suoi ministri, saranno purificati da questa luce blu, colma di beatitudine. La mente incerta, sempre indecisa tra questo e quello, ne uscirà chiarificata e la mente ristretta che non riesce a cogliere la totalità, perché mette a fuoco un unico aspetto, ne uscirà purificata. Man mano che questa energia luminosa vi riempie la mente, il vostro cuore diventa come il cielo azzurro, capace di abbracciare lo spazio e l’intera realtà.
[…] Potete concludere la meditazione visualizzando un fiore di loto bianco che fiorisce nel vostro cuore. L’immagine piena di compassione che avete visualizzato di fronte a voi comparirà seduta sul loto. Dopo di ciò ogni cosa che berrete o mangerete sarà come un’offerta a questo Gesù che è dentro il vostro cuore. Se farete questa meditazione ogni giorno con la dovuta concentrazione e una motivazione pura, essa vi aiuterà efficacemente a trasformare le vostre azioni, parole e pensieri, e ad avvicinarvi alle qualità divine di Gesù. (pp. 49-51)

Fonte http://digilander.libero.it/atiyoga/dialogo.htm che si ringrazia di cuore.