La pazienza

bh-3La perfezione della pazienza. Appunti estratti dal Lam-rim.

Nei testi del Lam-rim la pazienza è spiegata in 5 capitoli principali:

1) Cos’è la pazienza

2) Come generare interesse nella pazienza

3) La spiegazione dei diversi tipi di pazienza

4) Come praticare la pazienza

5) Sommario

Per poter praticare la pazienza dobbiamo prima di tutto sapere che cos’è.

Poi dobbiamo generare un forte interesse nella pratica della pazienza.

Poi dobbiamo saper riconoscere i diversi aspetti della pazienza.

A questo punto possiamo iniziare la pratica vera e propria della pazienza.

La pratica della pazienza, sostenuta dalla motivazione di bodhicitta, conduce alla “perfezione della pazienza”.

Che cos’è la pazienza?

La pazienza è una mente virtuosa in grado di rimanere imperturbata di fronte ad eventi indesiderati.

La pazienza presenta tre aspetti principali:

1) Essere imperturbabili di fronte alle azioni indesiderate degli altri.

2) Essere imperturbabili nell’affrontare sofferenze fisiche e mentali.

3) Essere imperturbabili nel praticare il dharma.

Il primo aspetto è riferito a ciò che noi abitualmente riconosciamo come pazienza: l’essere in grado di sostenere le difficoltà, i problemi, gli ostacoli e le sofferenze causate dagli altri.

Abitualmente ci arrabbiamo quando gli altri ci insultano e consideriamo nemiche le persone che danneggiano noi, i nostri parenti, i nostri amici. Dal dimorare della mente su pensieri tipo “questa persona mi ha fatto questo, quella persona si è comportata così” sviluppiamo odio e desiderio di reagire. Al contrario la pazienza ci porta a comprendere la situazione in cui ci troviamo, quali ne sono le cause e ad accettarne le conseguenze.

Il secondo tipo di pazienza consiste nell’essere in grado di sostenere le difficoltà e le sofferenze fisiche e mentali che sorgono nella vita quotidiana, in particolare quando siamo impegnati in azioni positive. E’ da notare che i problemi non si hanno solo in relazione ai nemici, a circostanze avverse, ma possono sorgere anche quando cerchiamo di aiutare gli altri.

Il terzo tipo di pazienza è in relazione alla pratica del dharma. A volte quando si affrontano argomenti complessi quali la legge di causa ed effetto o la vacuità dei fenomeni, possono sorgere disagio, impazienza, frustrazione. A volte di fronte a queste difficoltà abbandoniamo la pratica.

Questo tipo di pazienza ci sostiene e ci rende imperturbabili di fronte alle difficoltà che sorgono nella pratica.

Questi tre tipi di pazienza sono in relazione e agiscono da antidoti a tre aspetti estremamente negativi della nostra mente:

Il primo tipo di pazienza agisce come antidoto all’odio. Senza questo tipo di pazienza sorgeranno odio e rancore verso chi consideriamo i nostri nemici;

Il secondo tipo di pazienza agisce da antidoto alla rabbia combinata allo scoraggiamento. Senza questo tipo di pazienza saremo distolti dal compiere azioni positive a causa delle difficoltà che incontreremo;

Il terzo tipo di pazienza agisce da antidoto al disinteresse e alla mancanza di impegno, che sorgono di fronte a obiettivi o compiti ritenuti ardui o faticosi. Se manchiamo di questo tipo di pazienza, al sorgere della prima difficoltà, perderemo interesse nella pratica del dharma.

In questo contesto odio, scoraggiamento, disinteresse, sono posti in riferimento alla mancanza di pazienza: la pazienza consiste nel non consentire mai alla mente di impegnarsi in queste tre attitudini negative.

Quando saremo in grado di applicare correttamente gli antidoti e non consentiremo, in nessuna situazione, il sorgere di questi tre aspetti negativi, avremo raggiunto la pazienza.

La pazienza è quindi un concetto un po’ più vasto di quanto crediamo abitualmente.

Come generare interesse nella pratica della pazienza?

Saremo indotti ad impegnarci nella pratica della pazienza quando avremo compreso e ci saremo familiarizzati con:

  • Gli svantaggi dell’odio,

  • I benefici della pazienza.

1) Svantaggi dell’odio

Gli svantaggi dell’odio sono di due tipi:

  • Svantaggi non manifesti;

  • Svantaggi manifesti.

Svantaggi non manifesti dell’odio

L’odio è in grado di distruggere le nostre virtù, i nostri meriti, e il nostro karma positivo. Questi sono contenuti della nostra coscienza, e quindi privi di forma. La distruzione di meriti e virtù da parte dell’odio non è per questo percepita direttamente ed è un danno non manifesto dell’odio.

Quando si parla di distruzione del karma positivo, non s’intende che le cause, depositate come impronte nella coscienza mentale, siano distrutte. Piuttosto, che il potenziale di portare come risultato la felicità è danneggiato o distrutto. Ad esempio una causa che potrebbe produrre felicità per anni e anni può, successivamente danneggiata dall’odio, produrre solo pochi istanti di felicità,

o non portare felicità alcuna.

Un altro danno provocato dall’odio è costituito dal karma negativo che accumuliamo. Poiché non ha forma non potremo vederlo ma porterà comunque e inevitabilmente un risultato di sofferenza in futuro.

L’odio provoca il risultato karmico di sperimentare sofferenza e paura.

Accresce l’ignoranza, la solitudine e la mancanza di risorse.

Effetti particolarmente gravi verranno sperimentati se oggetti del nostro odio dovessero essere dei Buddha, dei bodhisattva o il nostro maestro spirituale.

Svantaggi manifesti dell’odio

Svantaggi manifesti dell’odio sono l’illimitata sofferenza e l’agitazione mentale che l’odio è in grado di produrre. L’odio ci porta a danneggiare gli altri e questo attiva in loro altro odio che li spinge a reagire. La loro reazione ci colpisce e aumenta ulteriormente il nostro odio e la nostra reazione aumenta

sempre più. L’odio dei singoli infiamma l’odio degli altri e intere nazioni possono essere coinvolte in esplosioni di furia cieca. Le guerre civili illustrano questo grave difetto dell’odio. Ogni attacco causa ulteriori reazioni e ogni fazione cerca di vendicare le ingiustizie e le crudeltà subite. La vita di tutti è influenzata negativamente, l’economia è distrutta, case e ospedali sono distrutti, la sopravvivenza diventa difficile per tutti. Questi sono risultati manifesti dell’odio. Isolamento e solitudine è un altro risultato negativo dell’odio. Le persone dal carattere violento, aggressivo, sono evitate e non hanno amici né compagni. Persino i loro famigliari li evitano! Se c’è odio non c’è pace mentale. La mente è estremamente agitata e non è possibile trovare

serenità in noi o nelle persone che ci circondano. Poiché la nostra mente è agitata le nostre reazioni sono incontrollate. Perdiamo la capacità di giudizio e di decidere razionalmente, la rabbia ci conduce ad azioni che, con mente ragionevole, non avremmo mai voluto compiere. Quando sorgono altri difetti mentali, come gelosia o attaccamento, non perdiamo completamente il controllo e siamo in grado di esercitare una qualche capacità discriminante tra il giusto e lo sbagliato. Ma nel caso della rabbia perdiamo ogni senso di controllo e di giudizio e di discriminazione, Per questo motivo l’odio è il più dannoso dei difetti mentali. La rabbia pone la nostra mente completamente fuori controllo e ci porta a costruire personalmente le nostre future sofferenze.

Quando la rabbia ci abbandona resta imbarazzo, senso di colpa e rimpianto. A volte le persone sono talmente arrabbiate da distruggere i loro stessi averi e le loro stesse ricchezze. Decisamente l’odio è una malattia che danneggia il nostro corpo e la nostra mente, la nostra sanità, la nostra pace, la nostra felicità, e ci degrada come persone. E’ un difetto mentale della peggior specie.

2) Benefici della pazienza

I grandi benefici della pratica della pazienza sono opposti agli svantaggi dell’odio. La pazienza crea le cause di un corpo piacevole ed attraente, ci avvicina agli esseri superiori quali buddha e bodhisattva.

E’ il supporto della nostra saggezza discriminante e consente di comprendere in modo equilibrato cosa è giusto e cosa è sbagliato. La pazienza è causa di uno stato elevato, è in grado di condurre a rinascite umane con ricchezze e

fortune. Sconfigge le negatività accumulate dall’odio e conduce, a seconda della propria motivazione, alla liberazione o all’illuminazione. Quando pratichiamo la pazienza la nostra mente rimane libera da forti agitazioni e la nostra attitudine pacifica agisce sulle persone attorno a noi rendendole più tranquille e felici. La pazienza sostiene lo sviluppo di bodhicitta e impedisce ai nostri meriti di degenerare. Il risultato specifico derivante dalla pazienza è determinato dalla motivazione della sua pratica. Mille differenti persone avranno mille differenti ragioni per essere pazienti. Se la nostra pazienza è sostenuta dal desiderio di pace e serenità per questa vita, otterremo questo

tipo di beneficio temporaneo. Chi pratica per ottenere benefici nelle rinascite future, li otterrà con la pratica della pazienza. Se motivata dalla rinuncia alle sofferenze dell’esistenza ciclica, la pratica della pazienza ci condurrà verso la liberazione. Se motivata da bodhicitta la pazienza diventa una pratica mahayana e causa dell’illuminazione. Ricordare con continuità i benefici della pratica della pazienza e i grandi svantaggi dell’odio darà forza e ispirazione per impegnarci nella pratica della pazienza.

Come dobbiamo praticare la pazienza?

La pratica della pazienza è essenzialmente un addestramento della nostra mente. Ci sono due punti preliminari necessari a sostenere l’addestramento mentale che condurrà alla sconfitta della collera:

1) Il riconoscimento degli svantaggi della collera, identificandola come difetto mentale, come il vero nemico, come non causata da forze esterne. Questo riconoscimento, necessario per dirigere i nostri sforzi nella giusta direzione, è già stato trattato in precedenza.

2) Ottenere una profonda comprensione del perché ci arrabbiamo e riconoscere, contrastare e prevenire le cause della collera.

Prevenire le cause della collera

La causa radice dell’odio è, come per tutti i difetti mentali, il nostro innato afferrarsi a un io che sorge dall’ignoranza che reputa il sé e i fenomeni come intrinsecamente esistenti. Il suo antidoto definitivo è la realizzazione della vacuità, tramite la saggezza che realizza il sé della persona e dei fenomeni come vuoti di esistenza intrinseca. Ma realizzare questo antidoto richiede molto tempo e un addestramento superiore.

Tuttavia ci sono cause immediate (secondarie) del sorgere della collera e, all’inizio della pratica, possiamo lavorare e concentrarci su queste. La collera è la risposta a una sensazione di infelicità che a sua volta sorge quando incontriamo circostanze che riteniamo spiacevoli.

Quando qualcosa impedisce di realizzare i nostri desideri, o siamo costretti in situazioni che non vorremmo, sorgono frustrazione, scontentezza e infelicità che facilmente si trasformano in rabbia. Per prevenire questa collera dobbiamo imparare nuovi metodi in grado di contrastare il sorgere della mente infelice.

Appunti estratti dal Bodhisattvacharyavatara di Shantideva

Ma come possiamo impedire alla mente infelice, che precede l’odio, di sorgere?

Come abbiamo detto una mente infelice sorge dai nostri desideri insoddisfatti per cui: o troviamo il modo di soddisfare questi desideri, e allora non c’è ragione di essere infelici, o non c’è alcun modo per soddisfarli, sono fuori dalle nostre possibilità, non sono realistici, per cui non è il caso di essere infelici per qualcosa a cui non possiamo porre rimedio.

Poiché è irragionevole aspettarsi che tutti i nostri desideri siano soddisfatti dobbiamo coltivare approcci più realistici ed equilibrati ai problemi della nostra vita. E questi approcci sono tutti inclusi nella pratica della pazienza.

Se attraverso la forza dell’attenzione e della consapevolezza, viene colto e mantenuto uno stato mentale felice non c’è nessuna possibilità che sorga una mente infelice, e come l’acqua non può fluire se il suo cammino viene ostruito, così la collera non potrà sorgere in una mente che non trattiene pensieri di infelicità. Se contempliamo i benefici della pazienza che si applica nel sopportare volontariamente le sofferenze, possiamo mantenere una mente tranquilla, imperturbata e piena di pace anche quando proviamo dolore e sofferenza. Quanto più chiaramente comprendiamo che la sola funzione dell’odio è di farci del male, tanto più saremo motivati ad addestrarci nella pazienza e a sconfiggere il nostro vero nemico, l’odio. Con questo modo di pensare possiamo liberarci da un po’ di sofferenza non necessaria.

La pratica effettiva della pazienza

Come già osservato precedentemente, per praticare la pazienza dobbiamo fare riferimento a tre differenti circostanze nelle quali dobbiamo essere in grado di:

1) Affrontare le sofferenze con gioia e accettazione;

2) Non vendicarci;

3) Riflettere in modo ultimo sul Dharma.

A prima vista queste pratiche possono sembrare strane e innaturali, ma se coltivate con appropriata comprensione possono liberare la nostra mente dal più pericoloso dei i difetti mentali, l’odio, e conferire gioia e serenità interiore.

La pratica dell’affrontare le sofferenze con gioia e accettazione

Dobbiamo imparare il giusto modo di sopportare ciò che è spiacevole: difficoltà, problemi, malattie. Se siamo impazienti di fronte alla nostra sofferenza, diventeremo ancora più infelici. Dobbiamo imparare come comportarci e come accettare le sofferenze che non possono essere evitate, ricordando che:

a) Poiché siamo nell’esistenza ciclica condizionata (samsara) poche sono le circostanze che procurano la felicità, mentre sono innumerevoli le cause della sofferenza: questa è la natura dell’esistenza ciclica condizionata.

b) Tutte le sofferenze che incontriamo sono il risultato di azioni negative che noi stessi abbiamo compiuto in passato.

Quando il nostro corpo è afflitto da una malattia, se applichiamo il metodo per sopportare e accettare il dolore (ad esempio considerandolo come il mezzo per esaurire il nostro Karma negativo, ricordando qual è la natura del samsara) potremo scoprire che il dolore effettivamente diminuisce.

Se invece non ci comportiamo in modo realistico, maledicendo la nostra malattia o abbandonandoci alla depressione e allo sconforto, oltre alla sofferenza fisica già in atto, sperimenteremo in più la sofferenza del tormento mentale e la nostra collera creerà le cause di ulteriore sofferenza.

Tra i benefici della pratica della pazienza, oltre al mantenere la mente calma e serena di fronte alle difficoltà, saremo in grado di ottenere una visione chiara e obiettiva di come in realtà sia insoddisfacente l’esistenza ciclica condizionata. Di conseguenza saremo in grado di generare la rinuncia e di impegnarci con determinazione nella pratica spirituale. Non dobbiamo scoraggiarci per le difficoltà che, inizialmente, incontreremo nel praticare la pazienza. Ci sono persone, come gli atleti, che solo per rincorrere i loro traguardi, si sottopongono a una dura disciplina e ad allenamenti che sono vere e proprie torture fisiche. Come riescono in questo? Con la familiarizzazione, con una paziente sopportazione. Tanto più acquistiamo familiarità con la pazienza del sopportare le sofferenze, tanto più la forza della nostra pazienza si accrescerà. Addestriamoci a praticare la pazienza con sofferenze lievi come il morso di un insetto, la sete, il caldo, il freddo, il vento, la pioggia. In questo modo aumenterà la forza della nostra pazienza e

saremo, a poco a poco, in grado di superare difficoltà sempre maggiori.

La pratica del non vendicarsi.

Praticare la pazienza del non vendicarsi richiede molta abilità e il sostegno dell’addestramento mentale condotto in precedenza. Chi dobbiamo incolpare quando qualcuno ci danneggia, quando siamo insultati, denigrati, feriti? Se analizziamo con attenzione vedremo che la colpa è del difetto mentale dell’odio. Immaginiamo che qualcuno ci colpisca con un bastone, perché non ci arrabbiamo con il bastone che è la causa immediata della nostra sofferenza? Perché il bastone non ha alcun potere, perché è stato manovrato da un uomo; per questo ci arrabbiamo con l’uomo che lo ha manovrato, non con il bastone.Ma se analizziamo con attenzione, scopriremo che quell’uomo è totalmente manovrato dal potere del proprio odio, nello stesso modo in cui bastone è stato manovrato dal potere della sua mano. Avendo scarso controllo della propria mente, l’uomo è preda dei difetti mentali. Quindi dobbiamo dirigere la nostra ira verso l’effettiva causa di sofferenza: il difetto mentale dell’odio. (In ogni caso, se ne abbiamo la possibilità, quando qualcuno in preda alla rabbia tenta di colpirci, è meglio scappare!).

Le difficoltà insite nel praticare questo tipo di pazienza possono essere superate se abbiniamo la pratica al metodo per generare compassione.

Quando qualcuno ci danneggia, non dovremmo pensare al danno che produce a noi ma dovremmo pensare ai danni che, in preda al difetto mentale dell’odio, quella persona sta producendo a se stesso. Bisogna ricordare cos’è in grado di fare il difetto mentale dell’odio alla mente delle persone, come le rende pazze, insane, come le spinga addirittura ad uccidere i propri cari e se stessi. Chi ci danneggia, in realtà, ci permette di praticare la pazienza, e la pratica della pazienza è in grado di farci purificare molta energia negativa, e la pratica della pazienza è in grado di farci accumulare molta energia positiva.

Per questo motivo, perché dovremmo arrabbiarci con chi ci danneggia? Senza questa persona come potremmo coltivare e sviluppare la preziosa mente della pazienza? Chi ci danneggia è in realtà un nostro grande benefattore. Fonte http://www.sabsel.com/ che gentilmente si ringrazia.