9 – S.S. Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: il Lama radice nella Mahamudra

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Una volta che abbiamo imparato a conoscere la natura dei concetti, la realtà dietro di loro, ne saremo meno disturbati e arriveremo al punto di non doverli eliminare.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Una volta che abbiamo imparato a conoscere la natura dei concetti, la realtà dietro di loro, ne saremo meno disturbati e arriveremo al punto di non doverli eliminare.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche risponde alle domande sullo scopo dello yoga della divinità nella Mahamudra, sul “lama radice” e come eliminare i pensieri disturbanti nella meditazione.

Appunti a cura della Dott.ssa Nicoletta Nardinocchi e revisione del Dr. Luciano Villa nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Domanda: In molte delle visualizzazioni si usa il termine “lama radice”.Talvolta il lama radice è identificato come una divinità particolare, altre volte si dice che è il nostro personale lama radice. Che cosa si intende per “lama radice”?

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche

Esistono vari tipi di lama radice, a seconda del contesto. Quando ricevete un’iniziazione è il lama radice che vi dà l’iniziazione. Il lama che vi dà la trasmissione è il lama radice per la trasmissione. Il lama che vi dà le istruzioni essenziali per il riconoscimento della natura della vostra mente è un lama radice.

Letteralmente questo è chiamato “il lama che dona le tre gentilezze”:

  • colui che dà l’iniziazione,

  • la trasmissione e

  • le istruzioni essenziali.

Ora è possibile per una persona avere più di un lama radice.

Quando Marpa andò in India, aveva 500 lama. I suoi lama principali erano Naropa e Maitripa. Il fondatore di Kagyu Shangpa, per esempio, aveva cinque lama radice che erano dakini. Quindi è possibile avere molti lama radice.

Esiste anche il lama radice nel contesto della pratica. Questo sarebbe il lama in cui avete grande fiducia e con cui esiste un chiaro rapporto di maestro e discepolo.

Questo non significa necessariamente coinvolgere le altre categorie (iniziazioni ecc), ma è piuttosto il lama che vi impartisce insegnamenti ed in cui avete fiducia.

Un altro lama radice sarebbe il Maestro Jigten Sumgon perché fece alcune profezie. Disse che dopo aver lasciato il corpo (in cui egli era il Maestro Jigten Sumgon) sarebbe tornato al mondo. In particolare, “dopo sedici o diciassette generazioni, in tempi di grande difficoltà e di problemi nel mondo, tornerò in molte forme. Da quel momento, i praticanti potranno guardare a me come il loro lama radice.” Quindi è opportuno guardare al Maestro Jigten Sumgon come al vostro lama radice perché ha promesso di rimanere nel mondo manifestandosi in varie forme per guidare gli esseri viventi fino al momento in cui il Buddha del futuro, Maitreya, si manifesterà in questo mondo.

Domanda: Come facciamo a capire chi è il nostro personale lama radice?

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche

L’identificazione del lama radice è qualcosa che nasce dal contatto e dalle esperienze con il lama. E’ qualcosa che nasce naturalmente ed i segni sono i sentimenti provati verso il lama, il proprio sentimento di connessione. Questi sentimenti non sono basati su voti, non sono qualcosa che voi create o forzate, piuttosto sorgono sulla base del karma precedente, cioè dalla connessione con quel lama in una vita precedente. Quindi, è qualcosa che sorge nella vostra mente, nella vostra percezione nei confronti di un lama verso cui provate un senso non comune di fiducia, confidenza ed ispirazione.

Domanda: A volte quando sono in meditazione, mi sorgono pensieri o sentimenti che mi disturbano molto. Che cosa mi suggerisce per eliminarli?

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche

Questo tipo di fenomeno è molto comune ed in realtà è un buon segno. E’ un segno che voi siete mentalmente fermi, abbastanza a lungo che tali pensieri vi colgano. Il più delle volte le nostre menti corrono così veloci per tenere lontani i pensieri e cose sgradevoli e le cose che ci turbano. Le nostre menti passano da un’idea ad un’altra, sempre fuggendo dalle cose più difficili. Così, quando siete seduti in meditazione, invece di creare molte cose nuove, sorgono spontaneamente molte cose vecchie. E’ importante in quel momento riconoscere che questo è in realtà un segno che la vostra mente sta ferma e questo va molto bene. Non preoccupatevi del sorgere di quelle cose, ma lasciate che passino. E’ necessario per il principiante essere paziente e capire che ciò accade e non esserne disturbato. Piuttosto dovreste coltivare un senso di distanza da quei pensieri disturbanti. Il primo passo è indietreggiare, guardarli sorgere e aspettarsi che sorgano e non esserne troppo coinvolti.

Poi quando sorgeranno, parte della mente riconosce che sono pensieri disturbanti che dovrebbero e che possono essere eliminati e quindi procedete ad eliminarli. A mano che vi sviluppate diventate più bravi e capaci nell’eliminarli.

Il grande Maestro Jigten Sumgon aveva una similitudine per questo. E’ come un particolare tipo di uccello che sta alle sponde di un grande fiume in Tibet. In un luogo molto ampio e tranquillo, questo uccello va a caccia di pesce. Essendo molto abile può vedere la benché minima increspatura ed intravedere i pesci vicino alla superficie. Non appena il pesce sale in superficie, lui è proprio lì per prenderlo. Quindi, quello è ciò che coltiviamo nella meditazione, l’abilità di tirarci indietro ed osservare il quieto fluire della mente ed essere sempre pronti a cogliere ogni pensiero disturbante prima che salga e disturbi veramente il flusso tranquillo della nostra coscienza.

Un metodo per affrontare queste concezioni disturbanti è semplicemente distruggerle quando si presentano.

Un altro metodo è lasciarle andare.

Una volta che abbiamo imparato a conoscere la natura dei concetti, la realtà dietro di loro, ne saremo meno disturbati e arriveremo al punto di non doverli eliminare. Riconoscendo la loro natura, non siamo da loro disturbati e li lasceremo essere. Fateli passare. Sono allora resi incapaci di turbare la tranquillità della mente.

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