Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche ci illustra la meditazione Shamata e come si collegano ai Bhumi dei bodhisattva le fasi della pratica Mahamudra.
Appunti a cura della Dott.ssa Nicoletta Nardinocchi e revisione del Dr. Luciano Villa nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.
Domanda: potrebbe darci delle indicazioni sul sonno, se coricarci sul fianco destro o sinistro?
Sua Santità Kyabgon Drikung Chetsang Rinpoche
La postura del Buddha dormiente è sul lato destro. Questo è di buon auspicio per avvicinarsi alla pratica, mentre si dorme. Quindi, concentrare la mente in meditazione o in qualche visualizzazione, andando a dormire, è molto valido. Potete sviluppare questo ed estenderlo a tutta la notte mentre dormite. Uno dei discepoli del maestro Jigten Sumgon di nome Sherab Jungne, era famoso per questo tipo di pratica. Andava a dormire in quella posizione meditando su Tara Verde, visualizzandola nel suo cuore con raggi di luce verde provenienti da lei. Inoltre, abbiamo molti grandi praticanti in Tibet che non dormivano mai di notte.
Domanda: Ci può spiegare ancora come le qualità della meditazione Shamatha, ossia la concentrazione e la chiarezza, incidano sulla meditazione vipashyana? Come le due sono collegate?
Sua Santità Kyabgon Drikung Chetsang Rinpoche
Nella fase di quiescenza mentale, impediamo alla mente di collassare nello stato di torpore o sonnolenza, in ogni tipo di pensieri, in ogni pensiero concettuale. In tal modo otteniamo il controllo sulla mente e siamo capaci di utilizzarla nella pratica vipashyana. A quel punto, dobbiamo impegnarci molto attivamente in una ricerca incessante sulla natura della mente. Questo non è uno stato rilassato di pace o anche di chiarezza, ma piuttosto di grande impegno, di indagine ed analisi dove ci poniamo le domande già menzionate circa la natura della mente: le sue dimensioni, forma, localizzazione e la sua stessa esistenza .
Ciascuna di queste domande, come indicato in precedenza, deve essere indagata a fondo, fino ad una determinazione reale, ad una risposta reale. Così, se pratichiamo la vipashyana o qualche tipo di yoga della divinità, le due vanno insieme. In tutte queste, è necessario disporre di quiescenza mentale ossia non essere disturbati da modelli di pensiero. Questa quiescenza mentale deve essere impiegata dopo essere stata coltivata fino comprendere effettivamente la natura essenziale della mente. La quiete mentale non è più necessaria una volta che abbiamo guadagnato comprensione la realtà ultima della mente.
Domanda: Le fasi di realizzazione Mahamudra che Lei ha descritto finora come si collegano ai bhumi dei bodhisattva di cui leggiamo nel “Gioiello ornamento di liberazione” di Gampopa e in altri testi?
Sua Santità Kyabgon Drikung Chetsang Rinpoche
Questi sono modi un po’ diversi di guardare lo stesso processo. Prima di tutto, i 5 Mahamudra non si riferiscono direttamente ai 10 bhumi dei bodhisattva. Non è necessario cercare questo. Mahamudra è davvero qualcosa un po’ diverso, l’approccio è dal punto di vista della pratica. Cosa si riferisca più strettamente ai bhumi del bodhisattva è quanto appena discusso, i quattro livelli di realizzazione yogica. Questi si riferiscono più direttamente ai 10 bhumis bodhisattva e, infatti, un grande maestro della tradizione Drukpa Kagyu scrisse un testo che comprendeva una discussione relativa a questi due sistemi.
Senza entrare troppo in dettaglio, potremmo dire che il primo livello di realizzazione yogica, quella di concentrazione univoca, in cui la realizzazione diretta della natura della mente comincia ad albeggiare, corrisponde al primo bhumi del bodhisattva, in cui la realtà ultima è intravista per la prima volta. Tuttavia, avete i tre livelli di questa prima fase di realizzazione yogica, quello del praticante inferiore, medio e superiore. Tecnicamente, il primo bhumi del bodhisattva corrisponde al livello del praticante più elevato del primo livello di realizzazione yogica. Solo a questo livello la realtà è davvero intravista.
Mentre il praticante di livello inferiore e medio del primo stadio di realizzazione yogica corrispondono rispettivamente al sentiero dei livelli di preparazione denominati “calore” ed il livello chiamato “vertice”. Questi sono il secondo dopo il più elevato e i più elevati livelli del sentiero di preparazione. Questo precede il sentiero della visione. Il sentiero della visione si distingue dall’intravedere la prima visione della realtà ultima, la percezione non-concettuale diretta della vacuità, che è ciò che il più alto livello di praticante realizza con il primo livello di realizzazione yogica. Allora abbiamo il primo bhumi dei bodhisattva che corrisponde al più alto livello di pratica della prima fase di realizzazione yogica. Da lì potete procedere attraverso i bhumi, iniziando dal più basso livello di pratica della seconda fase di realizzazione, ossia la libertà da proiezione, questo è il secondo bhumi del bodhisattva. Il livello medio di pratiche a quello stato è il terzo, e il più alto livello di pratica in questa fase è il quarto. Poi, le tre fasi di realizzazione yogica di un solo gusto corrispondono al quinto, sesto e settimo. Infine i tre livelli di pratica al più alto livello di realizzazione corrispondenti agli ultimi tre bhumi del bodhisattva, ottavo, nono e decimo.
Dopo aver ottenuto l’ottavo bhumi del bodhisattva si considera aver raggiunto l’illuminazione del Buddha, ma deve essere completato nella nona e decima tappa.
Continua qui https://www.sangye.it/altro/?p=5246
Pingback: Progetto Free Dharma Teachings, Insegnamenti sul Dharma e non solo… » Blog Archive » 40 - S.S. Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: Come integrare la Mahamudra nella vita quotidiana