Ven. Ghesce Yesce Tobden: Uscire definitivamente dall’esistenza ciclica, dal samsara.

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Se si possiede l’amore e la compassione, si ha tutta la forza necessaria per affrontare qualsiasi difficoltà e le fatiche per realizzare l’illuminazione.

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Se si possiede l’amore e la compassione, si ha tutta la forza necessaria per affrontare qualsiasi difficoltà e le fatiche per realizzare l’illuminazione.

Ven. Ghesce Yesce Tobden: Uscire definitivamente dall’esistenza ciclica, dal samsara.

9. Insegnamenti del Ven. Ghesce Yesce Tobden al Centro Ewam, Firenze.

Successivamente, il secondo livello, o secondo grado, di cui noi abbiamo bisogno è quello di uscire definitivamente da questa esistenza ciclica, dal samsara. Per uscire fuori definitivamente da questa esistenza ciclica abbiamo bisogno di tagliare le cause radice che ci fanno circolare in questa esistenza ciclica. Le cause radici sono le nostre personali attitudini mentali distorte che devono essere abbandonate. Dunque, abbandonando le attitudini mentali distorte realizzeremo la definitiva uscita dalla esistenza ciclica. Per abbandonare queste nostre attitudini mentali distorte dovremo applicare gli antidoti che sono i tre addestramenti superiori:

l’addestramento superiore nella disciplina,

l’addestramento superiore nella concentrazione,

l’addestramento superiore nella saggezza.

Perciò, come antidoto per eliminare, o per purificare, le attitudini mentali distorte, dobbiamo praticare i tre addestramenti superiori.

In ogni caso, la causa radice della nostra esistenza ciclica, l’ignoranza dell’aggrapparsi all’apparenza, o al sé, o alla persona o alla cosa, va purificata, abbandonata.

La nostra esistenza ciclica avviene secondo i dodici anelli dell’origine della interdipendenza; alla partenza, cioè alla fase iniziale, c’è l’ignoranza. Se c’è l’ignoranza, di conseguenza avvengono anche gli altri undici anelli dell’origine dell’interdipendenza. Se viene eliminata l’ignoranza, naturalmente cesserà anche tutto il resto.

Un verso di Buddha Sakyamuni ci ricorda questo: “Tutto ciò che esiste in rapporto, in dipendenza, ad una causa e condizione non può essere una esistenza a sé stante, indipendente, perché è dipendente dalle cause e condizioni, perciò non può esistere indipendentemente. Ma la nostra percezione, e di conseguenza la nostra convinzione, che la cosa esiste in modo a sé stante, in modo indipendente, è l’ignoranza”.

Quindi, Buddha Sakyamuni definisce questo tipo di visione, o convinzione, come ignoranza, perché non corrisponde al fatto.

Il verso continua e dice: “La causa radice, cioè l’origine fondamentale, della nostra esistenza ciclica è proprio l’ignoranza dell’aggrapparsi al sé. Quando noi inizieremo a sviluppare la nostra saggezza che realizzerà poi la non esistenza inerente, la non esistenza naturale o indipendente, in quel momento inizieremo ad eliminare l’ignoranza dell’aggrapparsi al sé”.

Il verso continua dicendo:

Quella ignoranza dell’aggrapparsi al sé è anche la causa radice, la fonte, l’origine fondamentale, di tutte le altre attitudini mentali distorte. Dunque, se viene eliminata l’ignoranza, naturalmente non nasceranno, o non sorgeranno, tutte le rimanenti attitudini mentali distorte”.

Perciò, visto che la nostra esistenza ciclica è caratterizzata dalla sofferenza, è nella natura della sofferenza, abbiamo bisogno di liberarci da questo tipo di esistenza di natura della sofferenza.

In altre parole, se noi non riusciremo a liberarci da questa esistenza, non saremo mai liberi dalla sofferenza, la sofferenza ci sarà sempre.

Invece, ciò di cui abbiamo bisogno è una definitiva liberazione dalla sofferenza, cioè di essere definitivamente liberi dalla sofferenza.

Il punto è questo: noi non abbiamo bisogno di soffrire, non c’è nessun motivo di soffrire, non desideriamo soffrire, desideriamo, invece, essere liberi dalla sofferenza, essere liberi da un tipo di esistenza che è di natura della sofferenza. Per ottenere questo, per essere liberi, abbiamo bisogno di tagliare la causa radice che ci lega continuamente; è possibile eliminare quella causa radice visto che è l’ignoranza dell’aggrapparsi al sé ed è eliminabile perché è una concezione distorta, non ha un fondamento valido e stabile, è instabile; non avendo un fondamento valido è eliminabile. E’ eliminabile perché esiste anche l’antidoto che sarebbe la saggezza che realizza la visione della vacuità. Questa è una concezione valida perché ha un fondamento concreto, valido: quindi è possibile sviluppare questa saggezza che ha un fondamento valido e che può eliminare l’ignoranza che. invece, non ha un fondamento valido.

Ciò di cui ciascuno di noi ha bisogno è di non avere più queste attitudini mentali distorte che ci disturbano, che, in qualche modo, ci danneggiano. Abbiamo bisogno di purificarle, o meglio di abbandonarle. Per poterle abbandonare, o purificare, abbiamo bisogno di applicare gli antidoti opponenti delle nostre attitudini mentali distorte, che è il Buddha-Dharma, cioè il sentiero. Quindi gli antidoti, il sentiero Buddha-Dharma, devono essere applicati, praticati, per generazione e generazione, vita dopo vita, finché avremo completato la perfezione della purificazione delle attitudini mentali distorte.

Visto che abbiamo bisogno di praticare continuamente, vita dopo vita, fino alla fine della totale purificazione delle attitudini mentali distorte, questo significa che è importante evitare di rinascere nella esistenza inferiore, perché altrimenti non avremo la stessa opportunità di poter continuare a praticare. Per questo motivo diventa importante di rinascere nuovamente almeno come essere umano, con tutte le condizioni favorevoli per poter continuare la pratica.

Continuando a rinascere nuovamente come essere umano, sulla base di quella esistenza così favorevole come è la vita umana, continua l’addestramento nelle tre discipline superiori e, attraverso questo, è possibile raggiungere la definitiva liberazione da quel tipo di esistenza che è nella natura di sofferenza.

Però, non basta essere liberi solo noi da quel tipo di esistenza di sofferenza, perché anche tutti gli altri esseri senzienti vogliono essere liberi e devono essere liberati.

Cosa vuol dire essere praticante del sentiero del Buddha-Dharma, del sentiero interiore? Significa che la persona fa qualcosa finalizzata esclusivamente a beneficiare gli altri esseri senzienti in modo da dare loro la felicità e togliere le loro sofferenze. Noi possiamo, quindi, avere anche questo tipo di aspirazione, di voler dare la felicità a tutti quanti e togliere da tutti quanti le loro sofferenze, ma non possiamo realizzarlo concretamente. Per poterlo realizzare realmente abbiamo bisogno di realizzare prima l’illuminazione, cioè diventare Buddha.

Se uno pensa di diventare illuminato con lo scopo di beneficiare solo se stesso, anche questa è una motivazione errata. Lo scopo di diventare illuminato deve essere esclusivamente quello di aiutare a realizzare la felicità e di togliere le sofferenze di tutti gli esseri senzienti. Questo significa che per arrivare a questo livello ci sono altri livelli precedenti da realizzare, cioè prima di questo parliamo dell’addestramento mentale nell’amore.

Ciampa in tibetano significa amore, quel tipo di aspirazione mentale di desiderare, pensare, continuamente: “Come sarebbe bello se tutti gli esseri senzienti potessero essere felici”. Lo stesso di aspirazione, cambia solo la considerazione, e il dire: “Come sarebbe bello se tutti gli esseri senzienti potessero essere liberi dalla sofferenza”. La prima è desiderare la felicità, la seconda desiderare che tutti possano essere liberi dalla sofferenza. Questa seconda aspirazione viene chiamata compassione, nin-je in tibetano.

Come si manifesta questo tipo di attitudine, questo tipo di motivazione detto compassione? Innanzitutto bisogna riflettere, bisogna contemplare, cioè cercare di capire la situazione reale di qualsiasi tipo di esistenza. Iniziamo dall’esistenza inferiore, dall’infelicità come animali. Possiamo notare quante esperienze dolorose, di sofferenza, affrontano gli animali. Allo stesso modo anche gli esseri umani continuano ad affrontare delle esperienze di sofferenza, anche i deva affrontano delle esperienze di sofferenza. Quindi, in qualsiasi forma di vita che faccia parte dell’esistenza ciclica si affrontano delle esperienze di sofferenza. Attraverso questa comprensione nasce, si manifesta, l’aspirazione di desiderare che tutti gli esseri senzienti possano essere liberi dalle loro sofferenze.

Quando una persona possiede questo tipo di attitudine autentica e reale, o motivazione o aspirazione, di amore o compassione ha tutta la forza necessaria per affrontare qualsiasi difficoltà, allo scopo di superare qualsiasi difficoltà, ostacoli e interferenze, per aiutare gli esseri senzienti. Quindi, riesce ad affrontare tutte le difficoltà, riesce a spendere denaro e materiali necessari, riesce quindi a praticare realmente, con costanza, il sentiero interiore. Riesce anche ad affrontare la fatica, la difficoltà di raggiungere la propria illuminazione, visto che è una cosa non facile da realizzare; quindi, se uno possiede l’amore e la compassione, ha tutta la forza necessaria per affrontare qualsiasi difficoltà o le fatiche per realizzare l’illuminazione.

9. Insegnamenti del Ven. Ghesce Yesce Tobden al Centro Ewam, Firenze. Fontehttps://www.facebook.com/ciampa.yesce?fref=ts che si ringrazia di cuore.