Voti tantrici radice comuni
Estratto modificato in Marzo 2002 da: Berzin, Alexander: L’Iniziazione di Kalacakra. Roma: Ubaldini Editore, 2002. Traduzione in italiano a cura di Francesca Paoletti.
Panoramica introduttiva
Come con i voti del bodhisattva, ci sono voti tantrici radice e voti tantrici secondari e per entrambi facciamo la promessa di mantenerli finché raggiungiamo l’illuminazione ed entrambi continuano a sussistere nel nostro continuum mentale anche nelle vite future. Le tradizioni Ghelug, Kagyu e Sakya conferiscono questi voti con qualsiasi potenziamento (dbang, iniziazione), permesso successivo (rjes-snang, permesso) o raccolta di mantra (sngags-btus) per qualsiasi pratica che appartenga a una delle due classi superiori del tantra – yoga o anuttarayoga – in accordo con il loro quadruplice schema di classificazione. La tradizione Nyingma li conferisce con uno qualsiasi dei tre rituali menzionati precedentemente appartenente a una delle quattro classi superiori di tantra – yoga, mahayoga, anuyoga o atiyoga (dzogchen) – in accordo con il suo schema in sei classi.
[Vedi: Caratteristiche di base del tantra.]
La maggior parte dei dettagli presentati nella discussione dei voti del bodhisattva si applicano anche i voti tantrici.
[Vedi: I voti radice del bodhisattva.]
I voti tantrici radice consistono nell’astenersi da quattordici azioni che, se commesse in concomitanza con i quattro fattori vincolanti (kun-dkris bzhi), costituiscono una caduta radice (sngags-kyi rtsa-ltung) e ci fanno precipitare nella perdita dei voti tantrici. Se questi voti non sono presenti a forgiare la nostra vita, non potremo ottenere conseguimenti o realizzazioni dalla nostra pratica tantrica. Questo perché alla nostra pratica mancherà il contesto necessario per supportarla. Fatta eccezione per una delle azioni delle cadute radice tantriche, abbandonare la bodhicitta – la stessa che si trova anche tra i voti radice del bodhisattva – una trasgressione di uno qualsiasi degli altri tredici voti, se i quattro fattori vincolanti non sono completi, indebolisce solamente i nostri voti tantrici. Non li elimina dal nostro continuum mentale.
Ci sono due varianti dei voti tantrici radice, una specifica per il Kalachakra e una comune a tutti i tantra delle classi yoga e anuttarayoga, incluso il Kalachakra. Qui, seguiremo la spiegazione dei voti tantrici radice comuni che si trova in Una spiegazione della disciplina etica del Mantra Segreto: un grappolo di frutta di reali conseguimenti (gSang-sngags-kyi tshul-khrims-kyi rnam-bshad dngos-grub-kyi snye-ma) del fondatore della scuola Ghelug dell’inizio del quindicesimo secolo Tsongkhapa (Tsong-kha-pa Blo-bzang grags-pa). Verranno fatte delle integrazioni tratte da Una lampada per illuminare le pratiche che creano una stretta connessione (Dam-tshig gsal-ba’i sgron-me) del maestro Ghelug del tardo quindicesimo secolo Kedrub Norsang-gyatso (mKhas-grub Nor-bzang rgya-mtsho).
Le quattordici cadute radice dai voti tantrici comuni
(1) Disprezzare o deridere i nostri maestri di vajra
L’oggetto è qualsiasi maestro da cui abbiamo ricevuto un potenziamento, un permesso successivo oppure una raccolta di mantra in qualsiasi classe di tantra, una spiegazione completa o parziale di qualsiasi dei loro testi oppure istruzioni orali per una qualsiasi delle relative pratiche. Disprezzare o deridere questo tipo di maestro significa mostrare spregio nei loro confronti, biasimarli oppure metterli in ridicolo, non aver rispetto oppure essere maleducati nei loro confronti, o infine pensare o affermare che i loro insegnamenti o le loro raccomandazioni siano inutili. Avendoli trattati in precedenza con grande considerazione, onorandoli e rispettandoli, completiamo questa caduta quando abbandoniamo questo atteggiamento, li rifiutiamo come nostri insegnanti e li trattiamo con sdegno altezzoso. Un tale gesto di disprezzo è dunque ben diverso dal seguire la raccomandazione del Tantra di Kalachakra di mantenere una distanza rispettosa e non ascoltare o frequentare più un maestro tantrico qualora abbiamo deciso che non è appropriato per noi, non sufficientemente qualificato o qualora si comporti in maniera inappropriata. Disprezzare o deridere i nostri maestri che ci hanno insegnato solamente materie che non sono specificamente attinenti al tantra, come la compassione o la vacuità, oppure che ci abbiano solamente conferito la sicura direzione (rifugio) o i voti pratimoksha o del bodhisattva, tecnicamente non costituisce questa prima caduta radice tantrica. Tuttavia, questo tipo di azioni ostacola seriamente il nostro progresso spirituale.
(2) Trasgredire le parole di un illuminato
Gli oggetti di questa azione sono specificamente i contenuti degli insegnamenti riguardanti i voti pratimoksha, quelli del bodhisattva o quelli tantrici impartiti da un essere illuminato – sia che questi sia il Buddha stesso oppure un grande maestro successivo. Commettere questa caduta non significa solamente trasgredire un particolare voto appartenente a uno di questi gruppi di voti, una volta che lo abbiamo preso, ma significa farlo in presenza di due fattori aggiuntivi. Questi sono il riconoscere pienamente che il voto deriva da qualcuno che ha rimosso tutte gli oscuramenti mentali, e banalizzarlo pensando o dicendo che violarlo non comporti particolari conseguenze negative. Banalizzare o trasgredire istruzioni che sappiamo essere state impartite da un essere illuminato, ma che non sono incluse in uno qualsiasi dei tre gruppi di voti che abbiamo preso, oppure un’indicazione di cui non ci rendiamo conto che ci sia stata offerta da un essere illuminato, non costituisce una caduta radice tantrica. Tuttavia crea ostacoli sul nostro sentiero spirituale
(3) Per rabbia, trovare difetti nei nostri fratelli o le nostre sorelle di vajra
I fratelli e le sorelle di vajra sono coloro che possiedono voti tantrici e che hanno ricevuto un potenziamento in un qualsiasi sistema di figura di Buddha di qualsiasi classe di tantra dal nostro stesso maestro tantrico. I potenziamenti non devono necessariamente essere stati ricevuti nello stesso momento, né devono far parte dello stesso sistema o classe di tantra. Questa caduta accade quando, sapendo bene che certe persone sono i nostri fratelli o sorelle di vajra, in loro presenza li rimproveriamo con durezza oppure li insultiamo verbalmente in merito a difetti, limiti, debolezze, errori, trasgressioni e così via, sia che li possiedano o li abbiano commessi effettivamente oppure no, ed essi comprendono quello che noi diciamo. La motivazione deve essere ostilità, rabbia o odio. Mettere in evidenza le debolezze di queste persone in maniera gentile, con il desiderio di aiutarli a superarle, non è una mancanza.
(4) Abbandonare l’amore per gli esseri senzienti
L’amore è il desiderio che gli altri siano felici ed abbiano le cause della felicità. Questa caduta è l’augurarsi l’opposto per qualsiasi essere, anche per il peggior pluriomicida – ovvero augurarsi che qualcuno venga deprivato della felicità e delle sue cause. Le cause della felicità sono la piena comprensione della realtà e delle leggi karmiche di causa ed effetto comportamentali. Perlomeno, auguriamo al pluriomicida di poter raggiungere un sufficiente grado di realizzazione di questi punti da non ripetere mai più alcuna atrocità nelle sue vite future e che in questo modo possa alla fine fare esperienza di felicità. Benché l’ignorare qualcuno che siamo in grado di aiutare non sia una caduta tantrica radice, è una caduta il pensare che sarebbe fantastico se un certo essere non fosse mai felice.
(5) Abbandonare la bodhicitta
Questa caduta è uguale alla diciottesima caduta radice del bodhisattva e consiste nell’abbandonare lo stato di bodhicitta dell’aspirazione, pensando che siamo incapaci di raggiungere lo stato di Buddha nell’interesse degli altri. Anche senza che siano presenti i quattro fattori vincolanti, un tale pensiero annulla tutti i nostri voti sia del bodhisattva che tantrici.
(6) Deridere i principi nostri o altrui
Questa caduta è uguale alla sesta caduta radice del bodhisattva, abbandonare il sacro Dharma, e si riferisce al proclamare che uno qualsiasi degli insegnamenti testuali buddhisti non sia la parola di Buddha. “Principi altrui” si riferisce ai sutra dei veicoli shravaka, pratyekabuddha o dei bodhisattva (Mahayana), mentre “i nostri” sono i tantra, anch’essi all’interno del gruppo Mahayana.
(7) Rivelare insegnamenti confidenziali a coloro che sono immaturi
Gli insegnamenti confidenziali (segreti) riguardano certe pratiche dello stadio di generazione (bskyed-rim) o dello stadio completo (rdzogs-rim) per realizzare la vacuità che non sono in comune con livelli di pratica meno avanzati. Essi includono dettagli di specifiche sadhana e di tecniche per realizzare una profonda e assai beata consapevolezza della vacuità con un’attività mentale di chiara luce. Coloro che sono immaturi, in questo contesto, sono persone che non hanno ricevuto il livello appropriato di potenziamento, a prescindere dalla questione se essi avrebbero fede in queste pratiche qualora le conoscessero, oppure no. Spiegare una qualsiasi di queste procedure non condivise e confidenziali a qualcuno di cui sappiamo con certezza che sia immaturo con un livello di dettaglio sufficiente affinché lui o lei abbia abbastanza informazioni da provare a praticare, e inoltre qualora lui o lei comprenda le istruzioni, costituisce la caduta radice. L’unica eccezione è il caso in qui ci sia un grande bisogno di spiegazioni esplicite, per esempio per aiutare a dissipare delle informazioni sbagliate e visioni distorte o antagonistiche rispetto al tantra. Allo stesso modo, spiegare la teoria del tantra in via generale e in maniera accademica, non sufficiente a praticare, non è una caduta radice. Tuttavia, indebolisce l’efficacia della nostra pratica tantrica. Non c’è mancanza, tuttavia, nel rivelare insegnamenti confidenziali ad osservatori interessati durante un potenziamento tantrico.
(8) Ingiuriare o maltrattare i nostri aggregati
I cinque aggregati (sct. skandha), o fattori aggregati, costituiscono ogni momento della nostra esperienza. Essi sono: (a) forme di fenomeni fisici come la vista o i suoni, (b) sensazioni di felicità o infelicità, (c) distinguere una cosa da un’altra (riconoscimento), (d) altri fattori mentali come l’amore o l’odio ed (e) tipi di coscienza come quelle visive o mentali. In breve, i nostri aggregati includono il nostro corpo, la nostra mente e le nostre emozioni.
[Vedi: Schema di base dei cinque aggregati dell’esperienza.]
Normalmente, questi fattori aggregati sono associati alla confusione (zag-bcas) – e in questo caso vengono tradotti come “contaminati.” Con la pratica dell’anuttarayoga tantra, possiamo rimuovere questa confusione riguardo alla realtà e dunque trasformare completamente i nostri aggregati. Invece di trovarci in uno stato in cui ogni momento dell’esperienza comprenda cinque fattori associati alla confusione, ogni momento diviene una combinazione di cinque tipi di consapevolezza profonda che sono dissociati dalla confusione (zag-med ye-shes), e che sono le nature sottostanti i cinque aggregati. Queste sono: la consapevolezza che è come uno specchio, quella dell’uguaglianza delle cose, quella dell’individualità, quella di come raggiungere i nostri scopi e quella della sfera della realtà (sct. dharmadhatu). Ognuna di queste cinque consapevolezze è rappresentata da una figura di Buddha (yi-dam): Vairociana e così via, chiamati in occidente anche “i cinque Buddha- dhyani.“
Un potenziamento di anuttarayoga tantra pianta il seme per realizzare questa trasformazione. Durante la pratica dello stadio di generazione, coltiviamo questi semi immaginando che i nostri aggregati siano già nella loro forma purificata visualizzandoli come le loro figure di Buddha corrispondenti. Durante la pratica dello stadio completo, portiamo questi semi alla maturazione, impegnando i nostri aggregati in metodi dello yoga speciale per poter manifestare l’attività mentale di chiara luce attraverso cui possiamo realizzare i cinque tipi di profonda consapevolezza.
L’ottava caduta radice consiste nel disprezzare i nostri aggregati, pensare che non siano adatti per dare luogo a questa trasformazione, oppure danneggiarli intenzionalmente per odio o dispregio. Praticare il tantra non richiede un rifiuto o la negazione dell’insegnamento sutra secondo cui vedere il corpo come pulito e della natura della felicità è una forma di considerazione non corretta (tshul-min yid-byed). È piuttosto chiaro che i nostri corpi naturalmente si sporcano e ci portano sofferenze come la malattia e il dolore fisico. Ciononostante, nel tantra riconosciamo che il corpo umano ha anche una natura più profonda e dunque lo rendiamo adeguato ad essere usato a livelli diversi lungo il sentiero spirituale in modo da poter beneficiare gli altri in maniera più completa. Quando non siamo consapevoli di questa natura più profonda oppure non ne prendiamo atto, odiamo il nostro corpo, pensiamo che la nostra mente non abbia nulla di buono e consideriamo le nostre emozioni come malvagie. Quando abbiamo questi atteggiamenti di bassa autostima o, in aggiunta, maltrattiamo il nostro corpo e la nostra mente con un comportamento masochistico, con uno stile di vita inutilmente pericoloso oppure punitivo, oppure inquinandoli con narcotici o droghe leggere, incorriamo in questa caduta radice tantrica.
(9) Rigettare la vacuità
Vacuità in questo caso si riferisce o all’insegnamento generale dei sutra sulla consapevolezza discriminante lungimirante (sct. Prajnaparamita Sutra) che indica come tutti i fenomeni, non soltanto le persone, siano privi di modi di esistenza impossibili, oppure agli insegnamenti specificamente Mahayana delle scuole Cittamatra oppure qualsiasi scuola Madhyamika che indica come i fenomeni siano privi di un particolare modo impossibile di esistere. Rifiutare questi insegnamenti significa dubitarne, non credervi oppure rigettarli. Indipendentemente da quale sistema filosofico Mahayana sosteniamo mentre pratichiamo il tantra, dobbiamo avere fiducia totale nei suoi insegnamenti sulla vacuità. Altrimenti, se rigettiamo la vacuità nel corso della nostra pratica oppure cerchiamo di applicare qualsiasi procedura fuori dal suo contesto, possiamo credere, per esempio, che le nostre visualizzazioni siano concretamente reali. Tali idee sbagliate non fanno altro che prolungare le nostre sofferenze nel samsara e possono persino portarci ad uno squilibrio mentale. Può essere necessario, lungo il percorso, aggiornare le nostre posizioni filosofiche ad un livello superiore, da Cittamatra a Madhyamaka – oppure, all’interno del Madhyamaka, da Svatantrika a Prasangika – e, in questo processo, confutare gli insegnamenti sulla vacuità del nostro precedente sistema filosofico. Abbandonare una spiegazione meno sofisticata, tuttavia, non significa che restiamo senza una visione corretta della vacuità di tutti i fenomeni appropriata al nostro livello di comprensione.
(10) Essere amorevoli verso persone malevolenti
Le persone malevolenti sono coloro che disprezzano i nostri maestri personali, i maestri spirituali in genere oppure i Buddha, il Dharma e il Sangha o, infine, coloro che causano danno o male a uno qualsiasi di loro. Nonostante sia inappropriato abbandonare il desiderio che queste persone siano felici ed abbiano le cause della felicità, incorriamo in una caduta radice agendo e parlando amorevolmente nei loro confronti. Questa azione include anche l’essere amichevoli con loro, supportarli comprando beni da loro prodotti, libri da loro scritti e così via. Se siamo motivati puramente dall’amore e dalla compassione, e abbiamo i mezzi per fermare il loro comportamento distruttivo e spingerli verso uno stato più positivo, certamente cercheremmo di farlo, anche se questo significasse ricorrere a metodi forti. Tuttavia, se ci mancano queste qualifiche, non incorriamo in una mancanza semplicemente boicottando queste persone.
(11) Non meditare continuamente sulla vacuità
Come con la nona caduta radice tantrica, la vacuità può essere compresa sia secondo i sistemi Cittamatra che secondo i sistemi Madhyamaka. Una volta che abbiamo ottenuto una comprensione di questo aspetto, è una caduta radice il lasciar passare più di un giorno o di una notte senza meditarvi sopra. L’abitudine usuale è di meditare sulla vacuità almeno tre volte nel corso di ogni giorno e tre volte ogni notte. Dobbiamo continuare con questa pratica fintanto che non ci siamo liberati di tutti gli ostacoli che ci impediscono di raggiungere l’onniscienza (shes-sgrib): a questo punto possiamo rimanere direttamente consapevoli della vacuità per tutto il tempo. Se ci diamo un limite e pensiamo che abbiamo meditato abbastanza sulla vacuità prima di aver raggiunto questo obiettivo, non lo riusciremo mai ad ottenere.
(12) Scoraggiare chi ha fede
Questa caduta si riferisce allo scoraggiare deliberatamente le persone da una certa pratica tantrica in cui hanno fede e per la quale sono dei riceventi adeguati, avendo ricevuto il giusto potenziamento e così via. Se facciamo sì che il loro desiderio di impegnarsi in questa pratica abbia termine, allora questa caduta radice è completa. Tuttavia, se non sono ancora pronti per questa pratica, non c’è mancanza nel mettere in evidenza in maniera realistica quali cose devono conoscere a fondo prima di poter procedere, anche se questo può apparire scoraggiante. In realtà, confrontarsi con gli altri in questo modo, prendere sul serio i loro interessi e loro stessi invece di sminuirli come incapaci, aumenta la loro autostima, consentendo loro di avanzare con sicurezza.
(13) Non affidarsi correttamente alle sostanze che creano una stretta connessione con la pratica tantrica (dam-rdzas)
La pratica dell’anuttarayoga tantra include la partecipazione a periodiche cerimonie d’offerta note come puja dello tsog. Esse comprendono il degustare alcool e carne appositamente consacrati. Queste sostanze rappresentano gli aggregati, gli elementi del corpo e, nel Kalachakra, le energie dei venti – abitualmente fattori disturbanti ma che hanno la natura di poter conferire profonda consapevolezza una volta dissociati dalla confusione ed utilizzati nel sentiero. La caduta radice è di considerare queste sostanze nauseanti, il rifiutarle adducendo a ragione il fatto di essere astemi o vegetariani o, al contrario, assaporarne grandi quantità con gusto ed attaccamento. Se siamo ex alcolizzati e se c’è il pericolo che gustare persino una goccia d’alcool possa indurre il nostro ritorno all’alcolismo, possiamo semplicemente immaginare di gustare l’alcool quando partecipiamo ad uno tsog con altri. In questo caso, faremmo solamente il gesto di gustare l’alcool, ma senza farlo realmente. Quando offriamo uno tsog a casa, possiamo sostituire l’alcool con tè o succo di frutta.
(14) Deridere le donne
Lo scopo dell’anuttarayoga tantra è quello di accedere e convogliare l’attività mentale di chiara luce per apprendere la vacuità e in questo modo superare prima possibile la confusione ed i suoi istinti – i principali fattori che ci impediscono di raggiungere la liberazione, l’onniscienza e la piena capacità di aiutare gli altri. Uno stato di consapevolezza beato è estremamente favorevole per raggiungere l’attività mentale di chiara luce, poiché ci attira verso livelli di coscienza ed energia sempre più profondi, intensi e raffinati. Inoltre, quando la consapevolezza beata raggiunge il livello di chiara luce e si concentra sulla vacuità avendone piena comprensione, essa diviene lo strumento più potente per eliminare gli istinti della confusione.
Durante il processo del raggiungimento della concentrazione di assorbimento, sperimentiamo sempre di più la beata consapevolezza come risultato del fatto che la nostra mente elimina gli stati di torpore e di agitazione. La stessa cosa avviene quando raggiungiamo una comprensione ed una realizzazione sempre più profonde della vacuità, come risultato del fatto che la nostra mente si libera da emozioni e da atteggiamenti disturbanti. Combinando queste due cose, sperimentiamo livelli di beatitudine sempre più intensi e raffinati, man mano che acquisiamo una concentrazione sempre maggiore su una comprensione sempre più profonda della vacuità.
Nell’anuttarayoga tantra, gli uomini rafforzano la beatitudine della loro concentrata consapevolezza della vacuità in maniera ancora maggiore affidandosi alle donne. Questa pratica implica l’affidarsi o a donne reali come un sigillo di comportamento (las-kyi phyag-rgya, sct. karmamudra), visualizzandole come figure di Buddha femminili per evitare confusione, oppure, per coloro che hanno facoltà più raffinate, a donne solamente visualizzate come un sigillo di profonda consapevolezza (ye-shes phyag-rgya, sct. jnanamudra). Viceversa le donne rafforzano la loro beatitudine attraverso gli uomini affidandosi al fatto stesso di essere una donna. Quindi, è una caduta tantrica radice lo sminuire, il deridere, il ridicolizzare o considerare come inferiore una specifica donna, le donne in generale oppure una figura femminile di Buddha. Quando esprimiamo una scarsa opinione e disprezzo direttamente in faccia ad una donna, con l’intenzione di deridere la femminilità, e lei comprende quello che diciamo, completiamo questa caduta radice. Benché sia sconveniente deridere uomini, fare ciò non è una caduta tantrica radice.
(TRATTO DAL SITO: http://www.berzinarchives.com/web/it/archives/practice_material/vows/general_tantra/common_root_tantric_pledges.html che devotamente ringraziamo per la sua compassionevole gentilezza verso tutti gli esseri che soffrono in questa dolorosa esistenza samsarica.)
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