Ven. Ghesce Dorje Wanciuk: I Tre Aspetti Principali del Sentiero

Ven. Ghesce Dorje Wanciuk

Ven. Ghesce Dorje Wanciuk

Insegnamenti del Ven. Ghesce Dorje Wanciuk al Centro buddhista Rimé Cenresig di Robbiate il 1 novembre 2014 sul testo: “ I Tre Aspetti Principali del Sentiero” di Lama Tzong Khapa. Appunti ed editing del Dott. Luciano Villa, revisione di Graziella Romania nell’ambito del Progetto Free Dharma Teachings, per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Ven. Ghesce Dorje WanciukGeneriamo la motivazione per la liberazione dalla sofferenza, non solo personale, ma per tutti gli esseri senzienti e, prima ancora, perché raggiungano la conoscenza profonda, quella che li porta a vedere la vera realtà. L’offerta del mandala dell’universo, che faremo tra poco, con le offerte interne ed esterne, è generata per aprirsi e richiedere gli insegnamenti, per diventare idonei ricettacoli per ricevere ed applicare queste istruzioni per la crescita spirituale.

Ascoltare e diventare effettivamente dei ricettacoli aperti agli insegnamenti, dipende anche dalla purificazione e dalla carica energetica, di energia positiva, di sostegno per riuscire in questa grande impresa, ampliandone l’obiettivo da realizzare, così come il terreno di coltura deve essere umido e fertilizzato al punto adatto, altrimenti non crescerà nessuna pianta. Accumulare meriti equivale ad accumulare energia positiva affinché l’impresa di percorrere la via del Dharma abbia un grande impatto, visualizzando attorno a sè gli esseri cui è rivolta l’attenzione, effettuando la Pratica in Sette Rami https://www.sangye.it/altro/?p=855 e rivolgendosi al Campo dei Meriti https://www.sangye.it/altro/?p=426, proprio per affrontare con adeguata energia ciò che ci si accinge ad affrontare come impresa interiore. Il che riguarda non solo i seguaci del Buddha, ma tutti coloro che si sono avviati in un cammino interiore, migliorando la qualità di relazionarci congiuntamente alle qualità interiori, migliorando sempre di più l’attitudine a ciò che compiamo istante per istante, ora per ora, giorno dopo giorno.

Non occorre essere buddisti, ma la forza della consapevolezza è in grado di orientare la nostra mente e le nostre emozioni, il che ci permette di plasmare la nostra mente per meglio affrontare i nostri problemi. Possiamo avere tante condizioni esterne favorevoli, ma non è detto che queste lo siano per la nostra crescita interiore.

Abbiamo iniziato il testo di Lama Tzong Khapa, I Tre Aspetti Principali del Sentiero https://www.sangye.it/altro/?p=489, prima parte, Omaggio.

Namo Guru Manjushri

[1] Mi accingo a spiegare, come meglio posso

il significato essenziale di tutti gli insegnamenti del Vittorioso

il Sentiero lodato dai Santi Vittoriosi e dai Loro Figli

la Via di accesso per i fortunati che desiderano la Liberazione.

Quindi rinuncia, bodicitta e suniata sono i 3 aspetti. Rinuncia al meccanismo ciclico delle rinascite, da cui ci si vuole emancipare.

[2] Persuadere all’ascolto

Ascoltate con mente chiara, voi che siete distaccati, voi fortunati.

Coloro che non sono attaccati ai piaceri dell’esistenza mondana samsarica,

e che desiderano ardentemente cogliere il significato della preziosa rinascita umana

che avete fede nel sentiero di cui i Buddha si compiacciono.

Oh fortunati ! Ascoltate con mente chiara.

Generiamo non attaccamento per l’esistenza, per il divenire ciclico senza scelta. Il piacere dell’esistenza ciclica è transitorio, inaffidabile, l’occasione di piacere si trasforma in sofferenza. Non è emersione definitiva l’attaccamento ai piaceri mondani, marcati dall’inaffidabilità, ma dobbiamo cercare un qualcosa di definitivo. I piaceri nell’esistenza ciclica sono assolutamente fragili e passeggeri come una lampada al burro esposta ai quattro venti soggetta all’assoluta vulnerabilità. La condizione umana non ha essenza, in quanto esposta alla precarietà e vulnerabilità, ma sulla base della condizione umana possiamo acquisire infiniti meriti e raggiungere la felicita.

Il termine tibetano peljor significa libertà e ricchezze, in cui si riconoscono le 8 libertà e 10 ricchezze o doni, condizioni personali e collettive, e, su questa base, è possibile realizzare un investimento d’immenso beneficio per questa vita.

Le 8 libertà sono:

  1. Non essere nati nel regno animale.

  2. Non essere nati nel regno dei Preta.

  3. Non essere nati negli inferni.

  4. Non essere nati come Deva.

  5. Non essere nati in un luogo dove è impossibile incontrare il Dharma.

  6. Non essere nati in un tempo in cui non c’è il Dharma.

  7. Non essere nati in un luogo selvaggio, dove non si può praticare liberamente il Dharma.

  8. Non essere nati con difetti fisici che renderebbero difficile praticare il Dharma.

Le 10 ricchezze o doni sono personali e circostanziali o collettive.

Le 5 personali sono:

  1. Essere nati come esseri umani.

  2. Essere nati in un luogo dove si può incontrare il Dharma.

  3. Essere nati con un corpo sano.

  4. Non aver commesso i cinque atroci crimini: Uccidere la propria madre. Uccidere il proprio padre. Uccidere un distruttore del nemico o bodhisattva. Causare con intenzioni malvagie, lo spargimento di sangue di un tathagata. Provocare uno scisma nel Sangha.

  5. Aver fede nel Dharma.

I 5 doni o ricchezze circostanziali o collettive sono:

  1. Essere nati in un periodo fortunato in cui il Buddha è apparso.

  2. Essere nati in un periodo fortunato in cui il Buddha ha insegnato il Dharma.

  3. Essere nati in un periodo fortunato in cui vi è ancora il Dharma.

  4. Essere nati in un periodo fortunato in cui esistono i mezzi per praticare il Dharma.

  5. Essere nati in un periodo fortunato in cui si è in grado di incontrare un Sangha.

Voi fortunati che avete fede nel sentiero ascoltate con mente chiara”. Abbiamo la possibilità di evolvere verso la liberazione sulla base della comprensione ben fondata, e tutto ciò può essere utilizzato per realizzato le tre qualità interiori: rinuncia, bodicitta e suniata. Si diventa così recettori qualificati per la realizzazione di questo processo. Nella presentazione degli Stadi del Sentiero, la consapevolezza della propria transitorietà e della morte è di gran importanza per attivare il processo interiore e per generare la forza della rinuncia. Chiunque nasce è destinato a morire, anche se il quando è ignoto. Comunemente non si ha la visione della nostra morte, siamo in balia del fluttuare della nostra mente senza essere in connessione con l’unica sicurezza, così si muore impreparati. La morte è sicura, ma non sappiamo quando, quando la coscienza lascerà il nostro involucro fisico. Meditiamo sulla provvisorietà del nostro corpo, sulla precarietà grossolana che ci riguarda.

[3] Il proposito di generare rinuncia

senza una pura Rinuncia, non vi è modo di placare l’ardente desiderio dei piaceri

nell’oceano dell’esistenza condizionata

e poiché tutti gli esseri senzienti hanno grande bramosia di esistenza

rimangono così totalmente imprigionati.

Per cui, sin dall’inizio, cercate di realizzare la Rinuncia.

Il terzo punto fondamentale della precarietà è chiedersi: cosa serve al momento della morte? Ricchezza, fama, reputazione? No, sono solo inutili! Solo le qualità interiori servono, solo quindi il Dharma serve. Si lascia tutto, sia ricchi sia poveri. Solo le impronte positive hanno valore al momento della morte. La ricerca di libertà equivale ad andare al di là del desiderio dei risultati piacevoli cui la bramosia incatena gli esseri, perciò pratica la rinuncia, così capirai che i benefici mondani non sono definitivi, e ci troviamo ingabbiati in questo meccanismo e, se lo riconosciamo e ce ne vogliamo liberare, ecco il cammino della liberazione.

La ricerca dei frutti dei piaceri mondani non ha senso, è come essere un pesce fuor d’acqua che si dibatte, un piacere effimero subitaneo. Riconoscendolo come uno stato schiavo delle afflizioni mentali, occorre cercare la liberazione, perciò la rinuncia è indispensabile fin dall’inizio. Perciò non basta generare la rinuncia, ma dobbiamo meditarvi nel corretto modo. Peljor significa rinuncia, disillusione, vivere come inadeguata quella condizione, disgusto, disappunto per quella condizione, come quando si vuol evadere da una condizione deludente. Per sviluppare la determinazione d’evadere dall’esistenza ciclica occorre essere in grado di riconoscere la sofferenza degli altri. Ed osservandone la sofferenza si giunge a sviluppare compassione. Osservando la propria sofferenza si sviluppa rinuncia ed osservando quella degli altri si sviluppa compassione. Come si è vincolati al meccanismo della sofferenza? Lo si è, in quanto vincolati alle apparenze e poiché si percepisce in modo limitato ciò che ci appare in questa vita. È il concepire la realtà in un certo modo che porta alla sofferenza. Il che va riconosciuto, per volersene poi liberare. Nei diversi testi si fanno presentazioni leggermente diverse, anche sull’incertezza o meno della nostra morte, lo sono per valorizzare il nostro stato e l’incertezza affinché la riconosciamo. Qui si sottolinea il riconoscimento da un lato della precarietà e dall’altro l’adesione alle apparenze in cui ci identifichiamo.

[4] Come generare Rinuncia

Le libertà e gli ottenimenti della preziosa rinascita umana sono difficili da ottenere

e la vita non dura a lungo.

Non vi è tempo da perdere.

Familiarizzate la vostra mente con queste realtà ed eliminate l’attaccamento

per le cose futili di questa vita.

Contrasta l’aggrapparsi alle vite future meditando costantemente sull’infallibilità della legge di causa ed effetto e sulla sofferenza generata dal ciclo delle rinascite.

Contrasta l’aggrapparsi a questa vita prendendo coscienza di quanto queste libertà e ricchezze siano difficili da ottenere, meditando sulla legge di causa effetto e sulla sofferenza che si genera dal divenire ciclico.

Libertà e ricchezze sono difficili da ottenere, e nella vita non c’è tempo da perdere. Peljor significa libertà, possibilità, ma non sappiamo quanto quest’occasione durerà, proprio perché non sappiamo fin quando sarà a disposizione.

[5] La definizione di generazione di Rinuncia

Praticando in questo modo,

quando cesserai di desiderare le perfezioni dell’esistenza ciclica

anche per un solo istante,

e se i vostri pensieri, costantemente, giorno e notte,

aspireranno sempre alla Liberazione

avrete realmente sviluppato la Rinuncia.

[6] Il Proposito di Generare la Mente d’illuminazione

Tuttavia, se non viene combinata con una pura mente dell’illuminazione, neppure la Rinuncia

potrà diventare la causa della perfetta beatitudine

dell’insuperabile illuminazione.

Perciò il saggio generi la suprema mente dell’illuminazione.

Generiamo l’intenzione ad emanciparci e l’impegno altruistico bodicitta e la comprensione della vera realtà. Dobbiamo allentare la morsa delle apparenze, delle pulsioni, in cui graniticamente ci si riconosce, al contrario della flessibilità che ci permette un processo evolutivo di apertura della nostra interiorità. L’arroccamento cognitivo, la chiusura della mente e del cuore, al contrario, ci impedisce di provvedere al nostro benessere. Riconoscere invece la precarietà della vita e la grande opportunità della rinascita umana, riducendo l’attaccamento è il segreto per provvedere al nostro benessere interiore.

Come mescolando l’acqua al latte, in cui nessuno dei due elementi è riconoscibile, così equivale alla mistura delle afflizioni mentali che penetrano nel tessuto cognitivo in modo apparentemente irreversibile e tutte le funzioni cognitive ne sono compromesse.

Occorre contrastare l’attaccamento verso le vite future. Solo una base mirata e motivata ci porta a dei risultati benefici.

Il karma.

Tutto quello che succede non è senza cause, è prodotto da azioni precise, ben specifiche. Perciò, per conseguire dei risultati pregevoli occorre aver realizzato un importante investimento nel campo delle nostre azioni.

La legge del karma è un ambito molto vasto da esplorare per prendere consapevolezza delle nostre azioni. Tutto ciò che è vento che ci riguarda, anche in termini di tempo atmosferico, ha un potenziale a monte, una condizione più a lungo raggio che ci consente di riscaldarci o rinfrescarci, tutto è prodotto da azioni precedenti, anche remote. Occorre un certo tipo di sforzo, per ricordarsi di ciò che si deve fare per realizzare questo ciclo virtuoso, poi, via via che lo si realizza, diventa naturale. Così la rinuncia o emancipazione definitiva s’instaura in modo naturale, non più limitata, ma sempre più profonda. Inizialmente è richiesto lo sforzo, ma poi il processo diventa sempre più naturale. Così, praticando e meditando, per un solo istante, desiderando la liberazione dall’esistenza ciclica, così proseguendo diventerà un tutt’uno, ma non è esaustivo, perché l’interesse solo per me stesso è troppo limitato. Occorre infatti sviluppare la mente dell’illuminazione, affinché tutti gli esseri dell’universo siano liberi dalla sofferenza del samsara. Si tratta ovviamente d’un cammino per gradi. L’espansione verso la rinuncia deve essere inseparabile dal pensiero altruistico dell’illuminazione a favore di tutti gli esseri.

Come meditare e coltivare bodicitta?

[7] Come Generare la Mente d’illuminazione

Trascinati via dalla corrente dei quattro grandi fiumi, legati alle catene del karma

così difficile da eliminare, intrappolati nelle maglie di ferro dell’attaccamento all’io

e completamente avvolti dalle tenebre dell’ignoranza

[8] gli esseri sono spinti nel ciclo delle nascite e rinascite senza fine,

e vengono continuamente tormentati dalle tre sofferenze.

Tale è la condizione di tutti gli esseri, nostre madri

Riflettete su questa situazione e sviluppate la suprema mente d’illuminazione.

Pensando che tutti gli esseri mie madri sono immersi nella sofferenza e che non la desidero, genero la mente suprema di volerli condurre alla felicità. Domanda. Ho fatto un certo tipo di sogno stanotte. C’erano dei panetti di burro su dei gradini di una scala che saliva sempre più su. E’ significativo?

Ven. Ghesce Dorje Wanciuk. I sogni sono simbolici, non vanno presi alla lettera, tra le immagini che vengono esemplificate per rappresentare l’illusorietà delle apparenze c’è anche il sogno. La notte si distingue in tre parti. I sogni che possono essere premonitori sono quelli prima dell’alba o del sorgere del sole. Ci sono dei sogni d’auspicio, che rappresentano una sorta d’elevazione, come salire un pendio o le scale, il sorgere del sole, attraversare il mare o l’oceano. Rappresentano un tragitto, un percorso, un’evoluzione spirituale.

Adriana. Come non perdere l’entusiasmo quando si vede che si è tanto indietro dopo aver magari praticato per tanti tanti anni?

Ven. Ghesce Dorje Wanciuk. C’è la possibilità di migliorarti e quindi vai, prosegui. Magari fino ad un certo punto della nostra vita ci piaceva di più chiacchierare e spassarcela, poi l’abbiamo capito e non abbiamo più avuto interesse. Ed è un segno di gran miglioramento cercare un qualcosa. Devi comprendere che vivi un processo evolutivo che esprime un certo disappunto per certe situazioni incoerenti del passato che ti porta a vedere quanto occorre purificare la nostra mente. Ma come il Buddha ha impiegato 3 incalcolabili ere cosmiche per conseguire l’illuminazione, così ci vorrà del tempo anche per noi. Queste afflizioni intessute della mente, apparentemente inscindibili, il riconoscerle, distinguerle ed eliminarle è un processo che necessita di tanto, tanto tempo. E’ solo gradualmente che possiamo intervenire sulla nostra mente che possiamo intervenire sulle nostre afflizioni mentali, soggetti quindi alla sofferenza e per natura, quindi ci vuole del tempo per questo districarci, per questa destrutturazione che necessita d’un lungo processo cognitivo. Non abbatterti perché molto hai già fatto e molto farai e puoi ispirarti alle vite dei maestri e santi del passato per eliminare forme di disistima ecc. ricorda Marpa, Millarepa, Atisha. Ma non c’è modo di saltare questo processo. Perché richiede fatica e questo va affrontato coi dovuti mezzi. Quanto riuscirò a dedicarmi in modo puro alla virtù? Poco, perché 6-7 ore sono dedicate a dormire, poi alla cura personale, andare in bagno, far la spesa, lavoro, andare a scuola. E ci rimane molto poco tempo per fare un esercizio mirato nella virtù. Perciò subentrano stati di stanchezza e dubbio ma non dobbiamo mollare, dobbiamo procedere con costanza e determinazione. Giudicare non è nostro compito, né è nostra competenza, non e’ nostro compito giudicare la condizione virtuosa o meno degli altri. Non possiamo quantificare il tipo e quantità di virtù che ognuno ha accumulato. Coltivare le qualità interiori, il darma, è un compito prettamente personale, ognuno osservi la propria mente e la rivolga a ciò che è costruttivo e salutare. Ognuno deve assumersi la responsabilità delle proprie dinamiche interiori.

Pomeriggio.

I lama della tradizione Kadampa come Lama Tzong Khapa, che appartiene alla nuova trasmissione, si distinguevano anche i maestri del Darma dei padri e dei figli, cui appartiene quest’insegnamento. Peculiarità del lama Kadampa è trasmettere per punti essenziali, dopo averne colto l’essenza, di una gran vastità e profondità d’insegnamenti. Seguo ora i punti del testo senza dare istruzioni dettagliate. Bodi in sanscrito, cianciub in tibetano, è l’illuminazione, cian è la totale illuminazione ed eliminazione di tutto ciò che è afflittivo con le loro impronte, ciub è esser dotati di tutte le qualità di tutti i generi, quindi l’illuminazione o risveglio, il Buddha.

I quattro fiumi o correnti sono simbolici di quattro fattori trascinanti che ci portano alla sofferenza: marigpa percezione distorta della realtà, le ideologie distorte (formazioni, pensieri scorretti anche di tipo ideologico), il divenire ciclico sigpa (sofferenza della nascita, invecchiamento, malattia, morte) ed attaccamento o desiderio compulsivo. Concependo questo tipo di realtà, a se stante, si rimane imprigionati in questa gabbia di ferro, si rimane trascinati, al buio, nelle tenebre dell’ignoranza, in una situazione drammatica in cui si è tormentati dalla sofferenza. Marigpa l’incomprensione fraintendimento della realtà dà luogo ai tre tipi di sofferenza: alla sofferenza del dolore fisico, del cambiamento ed onnipervasiva o strutturale. Pensiamo alle condizioni di sofferenza in cui sono immersi gli esseri, si attiva la compassione verso di loro. Ma noi siamo permeati ed assoggettati dall’ignoranza. Sofferenza strutturale o pervasiva è lo stato di essere soggetti alla sofferenza. Desiderio compulsivo, ripetersi degli stessi processi per abitudine, in cui è inclusa la sofferenza strutturale, meccanismo d’ignoranza come ambito permeante: questo è il samsara o divenire ciclico, la propensione al continuo ripetersi della sofferenza. Il che è funzionale all’attivarsi della grande compassione riconoscendo le dinamiche della sofferenza. Ma è possibile uscirne? Si, certo, ed è possibile emancipare tutti gli esseri dalla sofferenza.

Perché devo occuparmi della benessere di tutti gli esseri?

Perché nell’infinito divenire sono stato in intimità per un numero infinito di volte con tutti gli esseri, per ricambiare, contribuire alla felicita di tutti gli esseri che sono stati estremamente gentili nei miei confronti, si sviluppa amore e compassione, e la responsabilità elementare, fino alla generazione di bodicitta, questo riguarda le istruzioni delle 6 cause ed 1 effetto: Riconoscere tutti gli esseri come le proprie madri.

  1. Ricordare la loro benevolenza.

  2. Meditare sul ricambiare la loro benevolenza.

  3. Meditare sul grande amore.

  4. Meditare sulla grande compassione.

  5. Meditare sulla solidarietà particolare.

Dushe è riconoscere il maestro come l’infermiere e Lama Tzong Khapa come il medico e noi come il malato. Pratica quindi i Sei atteggiamenti positivi:

  1. Considerarsi come un malato che soffre a causa dell’illusione.

  2. Considerare il Dharma come la medicina perfetta.

  3. Considerare il maestro che dispensa il Dharma, come il medico.

  4. Aver fede che praticando il Dharma si guarirà perfettamente dalla malattia.

  5. Sviluppare una grande fede nel Buddha come la guida perfetta che conduce al di là della sofferenza.

  6. Sviluppare il grande desiderio che i preziosi insegnamenti del Buddha possano vivere a lungo, soddisfacendo i bisogni di innumerevoli esseri.

Riconoscere questa realtà del maestro che ci propone e somministra la terapia, ma dobbiamo poi essere in grado di rievocare queste prescrizioni. Con la consapevolezza della condizione in cui sei genera la mente suprema di bodicitta. Applica quindi via via queste istruzioni per garantire il processo benefico dell’emancipazione. Se ci fosse una gran dedizione a coltivare bodicitta od il solo concepire che ciò sarebbe possibile ha un immenso impatto benefico, purificandoci da enormi negatività accumulate nel corso di ere cosmiche. Ed i benefici sono enormi in una pratica seria sviluppando la concentrazione univoca sulla base degli insegnamenti del maestro, con conseguenze positive sulla salute. Sviluppo di bodicitta, altruismo, affinché tutti gli esseri conseguano la felicità. Si tratta d’un deciso orientamento per la piena evoluzione a servizio di tutti gli esseri. E mi libero dalle mie sofferenze aiutando gli altri esseri, partendo dalla presa di coscienza della situazione in cui ci troviamo. Lavorare su noi stessi.

Al principio del nostro soffrire sono le illusioni su noi stessi, su ciò che siamo, sul concepire un sé, un certo tipo d realtà concreta a se stante. Il che ci impedisce di svincolarci dai meccanismi di sofferenza. La natura della realtà viene travisata, recependo le cose in modo irrealistico, mentre la comprensione della mancanza di esistenza intrinseca o assoluta ci consente di svelare l’inganno in cui eravamo precipitati.

[9] Le motivazioni della corretta meditazione

anche se praticate la Rinuncia e la mente suprema dell’illuminazione

se non possedete la saggezza che realizza la Vacuità, il modo in cui dimorano i fenomeni

non potrete sradicare la radice dell’esistenza ciclica

per cui impegnatevi intensamente

per realizzare l’origine dipendente.

Se manca la saggezza che concepisce la realtà ultima non sarebbe possibile realizzare bodicitta.

Natura, indole, stato delle cose va riconosciuto.

Qual è la natura delle cose?

La realizzazione della realtà è la negazione di ciò che ci sembra. La realtà non è come sembra. Qualsiasi evento necessita d’un fattore identificativo, un nome. Per conoscere le qualità di Mario occorre conoscere Mario, la base nominata. Ma di tutte queste qualità cosa esiste? Ad esempio, Mario si chiama così ma quel corpo è stato nominato, non è di per sé Mario, la base d’imputazione o di designazione. Ma Mario non è il corpo, è solo denominato, che comunque ha un istante di coscienza che precede ben oltre questa vita.

Ma quanto può durare Mario in questa condizione? Poco se lo compariamo con l’infinito trasmigrare da corpo a corpo da nascita e rinascita di quel filone di coscienza che chiamiamo Mario. Relazione e tendenza, tendrel, o interdipendenza. Sono processi in atto in un continuo cammino d’interdipendenza, sorgere dipendente. E prendendone atto come pure della legge di causa effetto si comprende la ns situazione, come pure della realtà apparente o suniata, la realtà che ci appare non e’ quella che è ma siamo solo nominati, la saggezza della vacuità, se non viene compresa o recepita non si smette mai di soffrire, il terzo elemento è la comprensione della vacuità o suniata.

[10] Esposizione della retta via

Colui che riconosce l’infallibilità della legge di causa ed effetto di tutti i fenomeni dell’esistenza ciclica e del nirvana

ed elimina ogni percezione errata derivante dalla mente dell’attaccamento, percorre il sentiero di cui i Buddha si compiacciono.

[11] La definizione di non aver compreso la retta via.

Fino a che la comprensione delle apparenze

come interdipendenza inevitabile e la comprensione della vacuità libera da asserzioni

saranno percepite separatamente, non avrai ancora realizzato lo scopo del Buddha.

[12] La definizione d’aver compreso la retta via.

Quando al solo vedere l’infallibile origine dipendente, simultaneamente,

questa constatazione distruggerà tutti i modi d’errato apprendimento degli oggetti,

solo allora l’analisi della visione ultima sarà completa.

[13] Le qualità speciali della visione Prasangika.

Quindi l’apparenza elimina l’estremo dell’eternalismo

e la Vacuità elimina l’estremo del nichilismo.

Quando comprenderete come la Vacuità si manifesti come causa ed effetto

non sarai fuorviato dalla visione che si attacca a uno degli estremi.

[14] In questo modo realizzi correttamente i punti chiave dei tre aspetti principali del Sentiero

dimora in solitudine e genera un impegno risoluto .

Ben presto otterrai la meta definitiva, figlio mio !

Impegnati a realizzare il sorgere dipendente. Occorre comprendere la legge di causa effetto, cause condizioni, nominalità, designazione, il distinguibile in parti, tutto ciò va riconosciuto. Anche il dolore dipende da vari fattori, parti e via dicendo.

Comprendendo questa non ingannevole legge delle azioni si comprende il processo salutare della mancanza d’esistenza intrinseca. La comprensione della vacuità e d’interdipendenza consente l’attivazione del meccanismo salutare della conoscenza, perché quel che ci appare così non è, ma finchè non la si scopre non si riesce ad attivare il processo evolutivo liberatorio ed il meccanismo evolutivo di liberazione dalla sofferenza non si riesce ad attivare. Finche la comprensione delle apparenze libere da concettualizzazioni non si saranno realizzate, non saremo in grado di comprendere la realtà. Solo quando sorgeranno simultaneamente sorgere dipendente e mancanza d’esistenza intrinseca, integrandosi perfettamente, senza alternanza, ciò distruggerà tutti i concetti che concepiscono questo o quello come assoluto, svaniranno anche le visioni di eternalismo o nichilismo, e l’analisi della visione sarà completa ed il pensiero del Buddha sarà realizzato. La vacuità elimina l’estremo della non esistenza e dell’esistenza eterna, non sarai attaccato alla visione che si attacca ad un pò degli estremi. Confida nella solitudine, l’isolamento e generando l’impegno assoluto, realizza le tue aspirazioni. La pratica personale, non implica certo d’essere salvato da qualcun altro, quando si è ben persuasi ci si dedica sempre più a queste pratiche per farle sempre più proprie.

Per rendere rilevante la vacuità nella vita è importante rilevare quanto ci siamo impegnati a ciò che viene indagato, ad esempio nell’ambito della paura. Approccio cognitivo a partire da cosa sollecita questo stato d’animo, eventi precedenti, conoscere il sorgere dipendente, parti, nomimalità, mi aiuta a recepire in maniera più razionale ciò che gioca a provocare questo stato d’animo. Andandolo a cercare quel che, scopro che in quel modo non esiste, così come è. Il lavoro più profondo è di affermazione dell’oggetto di negazione, occorre far riferimento ai vari trattati, ma non pensiamo di realizzarlo in modo subitaneo. Ma se vado per salti, appena vedo il ragno o il serpente allora non ho affatto compreso la vacuità. Vacuità è come lo spazio in cui non appare nessun evento, ragno, paura.

Domanda. Come affrontare il dolore e la paura della separazione? E come si interpretano, alla luce della trasmigrazione, i gemelli?

Ven. Ghesce Dorje Wanciuk. Due considerazioni. Le relazioni di amicizia o avversione, amici o nemici, nella continuità dell’essere ognuno è stato per un infinita di volte amico o nemico o neutro. Provare attaccamento ha a che vedere con l’affetto cognitivo, con un approccio più mondano si possono esaminare i pro e contro di vivere in modo di evitare di fossilizzarmi in una prospettiva deleteria, questo è un approccio realistico e mondano.

Dal punto di vista delle infinite rinascite si arriva a vedere le cose con equanimità, con più equilibrio affettivo e ci sono modi di vivere più serenamente anche la morte, la perdita e le paure. Inoltre è importante la capacita di accontentarci e di saper godere di ciò che c’è, sintonizzarci su quel che c’è, il buon senso di accontentarci di quel che troviamo, perché il lamentarci non ci porta a nulla. Una mente che si chiede: cosa posso fare? Un buon senso è la capacita di stare con ciò che c’è in una prospettiva realistica mondana.

Domanda. Per la purificazione ed accumulazione meriti, ieri abbiamo parlato del mandala, come purificare e come accumulare i meriti?

Ven. Ghesce Dorje Wanciuk. Esistono moltissime tecniche di purificazione, è fondamentale riconoscere la negatività come tale e pentirsi, provare rincrescimento, riconoscerla come frutto di sofferenza ed smettere di praticarla. Il che ci consente di purificarci, generando consapevolezza di quanto male faccia ed evitare di ricaderci.

I 4 poteri opponenti sono il mezzo per liberarci da tutto ciò che crea sofferenza, riconoscere che è negativo e decidere di non ripeterlo, ma aiutare gli altri, generosità, offerte.

I 4 poteri opponenti sono:

  1. Riconoscere l’effetto negativo delle azioni non virtuose e pentirsi di quelle compiute.

  2. Determinarsi a non commetterle più in futuro.

  3. Utilizzare la forza dell’oggetto: fare offerte e chiedere benedizioni.

  4. Purificare il karma negativo con il potere di un antidoto specifico: mantra, meditazioni.

Fondamentale è la pratica di riconoscere ciò che porta sofferenza, smetterla e nutrire ciò che è virtuoso, salutare, gioendo, rallegrandosene, il che potenzia grandemente la virtù.