La Suprema Sorgente Kunje Gyalpo
Il tantra radice
Ascolta, Sattvavajra! Ti mostrerò la tua stessa natura.
Tu sei me, la sorgente.
Io sono da sempre pura e totale coscienza.
Cos’è la pura e totale coscienza?
Lo spazio totale di Vajrasattva
E l’immensa dimensione dell’esistenza in cui tutto è sempre bene
(Sa- mantabhadra).
Siccome è la perfetta via universale che tutto libera,
È al di là del nascere e dell’interrompersi, e del pensare.
Essendo amore, realizza il vero scopo,
E non si sforza di esercitare la grande compassione.
Essendo lo stato totale, non c’è bisogno di lodare
Le sue profonde e supreme qualità.
Tutti i fenomeni non si allontanano dalla condizione naturale
Che si libera quando la si lascia libera senza agire.
La saggezza che sorge spontanea non va cercata:
Liberandosi da sé, mostra anche la via della liberazione.
I cinque grandi elementi sono il Buddha
Che dimora in natura in tutti gli esseri.
Per quanto si possano nutrire concezioni errate,
La liberazione sorge da se stessi e non dall’esterno.
La saggezza totale è difficile da trovare:
La si realizza grazie alla prajinà e al metodo.
Dicendo così, sembrerebbe che dipenda da qualcosa,
Ma la vera beatitudine sorge da se stessi.
II grande miracolo non è difficile:
Tutte le qualità e le capacità
Sorgono immediatamente in se stessi
Dalla comprensione sottile della condizione autentica.
Meditazione è lasciar stare senza cercare
La natura ultima che mai si rivela visibilmente.
Se si cerca da essa una ‘condizione reale’
Non la si potrà mai ottenere.
Questa realtà che è così segreta
Non può essere percepita attraverso il senso dell’udito.
Ugualmente non c’è proprio nulla
Da poter esprimere con la lingua.
La sofferenza degli esseri è la pura e totale coscienza
Che, pervadendo tutto, si manifesta nella forma:
Senza mai assolutamente muoversi
Dimora in tutto, equanime come lo spazio infinito.
Ciò che è l’uguaglianza di tutte le distinzioni
Viene generalmente designato con il nome ‘karma’.
Ma, se fosse realmente in potere del karma,
La saggezza autoriginata non esisterebbe.
La causa prima è il vajra così come le condizioni secondarie:
Non essendo mai nato, non può essere distrutto.
Poiché la bodhi dell’essenza esiste dall’origine,
La dimensione ultima non si rivela con lo sforzo del pensiero.
La stabilità meditativa della suprema qualificazione,
Essendo stabilità meditativa, non implica il pensiero.
Senza applicare il pensiero e senza doversi purificare,
in accordo con la vera natura,
Dal pensiero stesso sorge la saggezza.
Coniando l’espressione: ‘accesso a qualcosa di sottile’,
Alcuni cercano la via attraverso l’isolamento della mente
Mantenendo l’isolamento in un luogo di silenzio:
Ma se esaminiamo bene, questa è meditazione concettuale.
Anche se virtù e negatività non sono mai esistite,
Coniando i nomi ‘causa’ ed ‘effetto’,
Alcuni affermano che in tal modo sia possibile liberarsi da questo mondo:
Ma ciò dimostra solo un gran compiacimento nell’accettare e rifiutare.
Attaccamento e non attaccamento esistono nella sfera delle parole,
E lo stesso vale per [uno stato] intermedio [tra i due]: [tutto] è come un’eco.
La felicità e la sofferenza hanno la stessa causa:
Questo ha detto Vajrasattva, il signore degli esseri.
L’attaccamento, l’ira e l’ignoranza sorgono dalla via della grande bodhi.
Anche i cinque oggetti di godimento abituali
Sono detti l’ornamento della dimensione ultima dell’esistenza.
Il pensiero dello spazio è senza nascita,
Quel pensiero stesso è come lo spazio.
Senza attaccamenti, senza intenzione come lo spazio,
La propria realizzazione si manifesta simile allo spazio.
L’uguaglianza al di là del pensiero è il dharmakàya
Che come il riflesso della luna nell’acqua non può essere afferrato:
Attraverso l’energia di Samantabhadra
Si manifesta la profondità delle vocali (ali) e delle consonanti (kàlt).
Attraverso la A (del non nato) e la sublime TA (della prajnà)
Dalla PA [purezza del loto] e dai suoi rami che si espandono
Nella sfera di esperienza del mondo Sorge la profonda Voce del Buddha. Meraviglioso!
La sfera di esperienza dei Buddha
Non è qualcosa che si possa trovare cercandola.
Come i sei Dharma sensoriali, non è un oggetto:
Perciò (chi la cerca) è simile a un cieco che tenta di afferrare il cielo.
La via di Brahmà che procede elevata di livello in livello
Non si accorda all’insegnamento della non azione.
Se davvero ci fosse una via da percorrere,
Come per i confini del cielo non si giungerebbe mai a destinazione.
Essendo così la condizione autentica,
Proprio perché si mostra così com’è, può essere compresa.
Poiché è proprio l’essenza,
Tutto ciò che da essa sgorga è meraviglioso.
Il tempo passato e il tempo presente
Dimorano nello stato totale della condizione autentica:
Anche la sua via è così,
Questa è proprio la sua natura.
La via universale in armonia con questa natura
Si manifesta come la luna e il suo riflesso.
Siccome è l’assoluta uguaglianza di tutto,
Se si ha di essa una visione parziale non la si realizza.
Il piacere del momento e il piacere venturo
Sono quello che si sperimenta direttamente e quello che ne consegue:
Siccome implicano il difetto di un aspetto limitato
Non bisogna basarsi su di essi.
I tre tempi sono uguali, senza alcuna differenza.
Non c’è passato né futuro, tutto esiste dall’origine.
Poiché tutto, essendo pervaso dal Dharmakàya, è uno,
Tutto dimora in natura come suprema grandezza.
Rinascere nelle tre dimensioni di esistenza
È, per usare un’espressione, come il sorgere di una magica illusione;
Persino la nascita suprema come imperatore universale,
Essendo una magica illusione, è solo una dimora da purificare.
Coloro che agiscono dipendendo dal tempo
Non lo vedono manifestarsi nel tempo:
Per chi non ha superato il desiderio e lo applica,
Vale l’esempio [di coloro che si aggrappano] al vuoto [come se avesse] una caratteristica [concreta].
È uno, totalmente al di là della forma.
Lo yogin dimora nella traiettoria di un uccello nel cielo.
Nell’essenza mai sorta e mai nata
Dove sono mai tutti i dharma di cui si suppone l’esistenza?
L’esterno e l’interno sono una sola cosa, l’esterno stesso è l’interno.
Della profonda condizione non si può comprendere neppure una frazione.
L’esistenza è solo un nome ed è causata dalla visione errata,
Così si resta separati dall’uguaglianza della contemplazione.
In questo stato i samaya (gli impegni) esterni e interni
Dimorano nella natura degli aggregati e delle basi sensoriali.
Siccome i tre tempi non sono mai separati dalla vera condizione,
Non c’è neppure da usare il nome samaya.
Essendo imperturbato, è il simbolo del Corpo.
Essendo inamovibile, è la saggezza.
Non accettando nulla, è privo di un io.
Non rifiutando nulla, è l’uguaglianza che trascende le parole.
In qualsiasi circostanza possibile,
Tutto ciò che si usa e di cui si gode sorge dal proprio stato.
Ma di maschi o di femmine
Il re dell’uguaglianza non ha mai parlato.
Qui non si parla di stabilire un concetto
Attraverso una condotta risoluta e feroce.
Ma, secondo alcuni, se si possiedono la A (del non nato) e la
PA (purezza del loto)
Si manifesta la felicità della magica illusione.
Siccome la natura non è definibile in nessun aspetto,
In base a come la si osserva così appare.
Perciò il piacere nello sforzo, nella speranza che si manifesti
È un grande ostacolo e difetto.
Tutti i metodi secondari per la realizzazione,
Siccome implicano la meditazione sui vari attributi (delle divinità),
sono come il riflesso della luna nell’acqua.
Perciò, anche se si è ottenuto uno stato senza attaccamento e senza impurità,
Meditare in questo modo è simile alle esperienze della gente ordinaria.
Anche se, visualizzandosi nella forma del grande Heruka
Con il mandala dagli attributi feroci,
Si può realizzare la lettera,
In questo modo non si scopre la vera condizione del nirvana.
A causa del potere delle passioni,
Così come si recide la cima della palma,
Così come si brucia un seme,
Si insegnano [i metodi secondari per] lo stato immutabile.
Le centinaia e migliaia di metodi che si possono praticare
Fanno sbocciare i loro fiori,
Ma siccome la vera natura è priva di caratteristiche concettuali
non si manifesta da essi.
Fortunato lo yogin
Che dimora in questo stato ineffabile:
Non discriminando fra sé e gli altri,
Gode l’autoperfezione della magica illusione.
Senza che nulla sia escluso, [questo stato] è perfettamente completo,
Non conosce mutamenti e resta sempre integro.
Senza confini come lo spazio:
Non è un Dharma che dipende da qualcos’altro.
La beatitudine che esiste spontaneamente
Viene riconosciuta solo grazie al potere
Dell’incomparabile saggezza:
Il dharma non deriva da nient’altro.
È facile ed è difficile, ed è difficile perché è facile:
Pur non mostrandosi visibilmente, tutto pervade,
Ma neppure Vajrasattva lo può indicare con un nome
Dicendo: “E questo!”.
Questa meravigliosa e straordinaria manifestazione dell’energia
Come lo spazio trascende l’azione.
Dalla vera natura dell’ignoranza che nulla concettualizza
Essa sorge immediatamente in se stessi.
Questa è la via uguale per tutti
Che dimora in natura in tutti gli esseri.
Ma per le persone ordinarie, condizionate dall’illusione,
Vale l’esempio del medico che individua la medicina.
La beatitudine è nella comprensione,
Essa stessa è la pura dimensione del mondo.
Quando la luce si raccoglie da tutte le direzioni
Appaiono le quattro direzioni principali, quelle intermedie, l’alto e il basso.
Dagli indefiniti colori dell’arcobaleno
Si manifesta tutta la varietà delle [cinque] famiglie.
Similmente tutto il mondo animato e inanimato
Sono ciò che principalmente ha origine dai cinque elementi.
Non rimane vincolato alle definizioni
Di passato, presente e futuro,
Ma se si comprende che è al di là di nascita e interruzione,
I tre tempi stessi vengono integrati nello stato totale.
Essendo uguale in tutto, non c’è nulla da preparare seguendo un ordine.
Essendo unico, non c’è da dedicare qualcosa in una direzione limitata.
Anche se si preparano le offerte ornamentali della ganapùjà,
Esistendo già in natura, non c’è nulla da predisporre.
Essendo autoperfezionato, non c’è nulla da dedicare.
Essendo puro dall’origine, è già nettare.
Le dodici basi sensoriali non sono qualcosa
Da visualizzare in particolare come divinità.
II pensiero della mente, il benefattore,
Manifesta le offerte con il potere della visione:
La Siddhi che deriva dal vedere
È la perfetta equanime contemplazione.
Mantenere lo stato per una attimo è l’unione,
Sentire la beatitudine è il sunaya.
Muovendo i passi della danza del metodo
Si offre l’unione della non dualità.
Fonte http://www.gianfrancobertagni.it/materiali/tantra/kunje.pdf