Lama Zopa Rinpoce: La gentilezza della madre
Il testo che segue è estratto da una serie di consigli dati da Lama Zopa Rinpoce ai partecipanti al ritiro presso l’Istituto Lama Tzong Khapa, Italia, nel Settembre del 1983.
Lama Zopa Rinpoce
Mentre praticate questo ritiro cercate quanto più possibile di avere presente il pensiero: “Ciò che faccio non è per me, lo faccio per la felicità di ogni essere senziente, madre gentile. Lo faccio per ogni essere umano, per ogni essere senziente madre gentile presente in questa stanza, in questo centro, per ciascuno di loro, per la loro felicità.” Poi pensate: “Faccio questo per tutti gli esseri umani, in questo paese, in Italia, e in tutto il resto del mondo – per liberare ciascuno di essi da tutte le vere sofferenze e tutte le vere origini. Faccio questo per ciascuno di loro.” Tutti gli esseri umani su questa terra sono così confusi, hanno così tanti problemi. Le gentili madri esseri senzienti, che sono state così gentili con me, che sono state gentili da rinascite senza inizio fino ad ora, estremamente gentili, hanno così tanta sofferenza, così tanta confusione, così tanti problemi. Sono tormentate da tanti problemi, provano molte sofferenze del corpo e della mente, giorno e notte. Talmente tanti che, pur non essendo nate nell’inferno, per loro è come esserci. Non sanno come abbandonare la sofferenza ed esserne libere. Non conoscono la causa della sofferenza per cui non sanno come abbandonarla. Pur desiderando la felicità non sanno come ottenerla. Non conoscono la causa della felicità. Per cui pensate: “Faccio questa pratica, questo ritiro del corpo, della parola e della mente dalle azioni non virtuose, per ogni essere narak, ogni essere preta e ogni animale. Gli esseri samsarici soffrono costantemente. Non vi è intervallo; non un secondo, non un minuto in cui non provino la sofferenza. Per via della sofferenza dell’azione compositiva, essi soffriranno continuamente finché non saranno liberi dal samsara. Non c’è un intervallo, nemmeno per un minuto o un secondo. Essi provano le centinaia di sofferenze incluse nei tre tipi di sofferenza. Pensate alla gentilezza degli altri quanto più potete, poi, consci della loro costante sofferenza, pensate: “Faccio questo per ciascun essere senziente, così che possa essere libero da tutte le sofferenze e ottenere la felicità ultima, la felicità senza pari, lo stato della mente onnisciente”. Ogni prostrazione compiuta crea un merito incredibile, doniamo quel merito inimmaginabile a tutti gli esseri senzienti. Mentre facciamo le prostrazioni dedichiamo dal profondo del cuore tutto questo merito inimmaginabile ad ogni essere senziente. Sia negli intervalli che durante le sessioni, riportate continuamente alla mente il pensiero: “faccio questa pratica non per me, ma solo per gli altri, per ogni essere senziente. Dovreste pensare: “ho la completa responsabilità di liberare ognuno degli esseri senzienti dalle sofferenze, da tutte le sofferenze e di condurli allo stato di mente onnisciente. Ho la responsabilità di aiutare ogni essere senziente quanto più possibile.” In particolare vi dovete ricordare del 18 nemico, dell’essere senziente che non vi piace e dovreste pensare “Faccio questa pratica per lui”. Ricordando la gentilezza di quelle persone che normalmente feriscono il vostro ego, pensate “Faccio questo per loro”. Queste persone sono così gentili, vi dimostrano quanto sia forte l’atteggiamento egoista e la rabbia dentro di voi – la radice dei vostri problemi. Vi dimostrano quanta impazienza vi sia dentro di voi che deve essere distrutta. Pensate anche: “È possibile liberare questi esseri senzienti. Essi creano del karma negativo a causa della mia esistenza. Io stesso sono un oggetto mediante il quale essi creano karma negativo, per cui è mio compito liberarli dalla sofferenza e procurare loro felicità. È mia responsabilità aiutarli”.
RICORDARE LA GENTILEZZA DELLA MADRE
Darò qualche altra spiegazione su come esercitare la mente nella bodhicitta usando le sette tecniche del Mahayana basate sulle sei cause e un effetto. Prima di tutto prendete la gentilezza della madre come esempio. Non dev’essere necessariamente la vostra madre attuale: forse non avete nemmeno conosciuto la vostra madre attuale, potrebbe essere morta quando eravate un neonato, per cui non vi ricordate di lei, o forse non avete vissuto con vostra madre. Se è stato vostro padre o qualcun altro a prendersi cura di voi, potete pensare a loro: pensate a qualcuno che è stato molto gentile in questa vita. Prendete come oggetto della meditazione la gentilezza della madre, applicandola a quella persona. Poi cercate di vedere la gentilezza più in profondità, non solo la gentilezza di questa attuale vita, ma più in profondità. È facile riconoscere la gentilezza se si usa l’esempio di qualcuno che è stato molto gentile con voi, che si è preso cura di voi quando eravate giovani e vi ha dato un’educazione o degli aiuti materiali. Non ricordare che le altre persone sono state vostre madri non è un buon motivo per pensare che non siano state gentili con voi, né vostra madre. Non basta a dimostrarlo. Vedete, noi non ci ricordiamo reciprocamente che gli altri sono stati nostra madre o sono stati gentili. Non ricordiamo che quel cane fuori è stato nostra madre, ma questo non è una prova. Il solo fatto di non riconoscerli non rappresenta una prova. Perfino in questa vita capita spesso che un bambino che è stato cresciuto da qualcun altro e non ha visto i propri genitori per molto tempo, molti anni, non ricordi nemmeno la loro figura. Se essi si incontrano dopo tanti anni non si riconoscono a vicenda, anche se quel figlio è nato da quelle persone. Quel bimbo non riesce nemmeno a riconoscere i genitori di questa vita. È dovuto all’ignoranza e ai cambiamenti della morte e della rinascita, al trasferimento della coscienza attraverso la morte e la rinascita, che gli esseri senzienti non riconoscono di essere stati madri e gentili tra loro. Generalmente la maggior parte dei bambini si sente più legato alla madre – essa è il loro parente più stretto. Così, ricordando la gentilezza della madre, è più facile approfondire la comprensione della gentilezza degli altri esseri senzienti, quella gentilezza che essi vi hanno dimostrato nelle vite passate. Allora li vedete in una luce calda, in un aspetto piacevole. È simile a quando, in mezzo a tante 19 altre persone, vedete una persona che è molto gentile con voi, la vedete automaticamente diversa dalle altre. Perfino se è fisicamente brutta, proverete un caldo sentimento di bellezza. È la stessa sensazione che provate quando meditate sulla gentilezza di tutti gli esseri senzienti in quanto sono stati madre. Prima pensate all’esempio della madre, poi estendete questo sentimento a tutti gli esseri senzienti e li vedete tutti, anche i nemici, sotto l’aspetto della bellezza, del calore. Questo aspetto di bellezza è relativo alla gentilezza. L’amore per la bellezza è diverso dal grande amore. [La meditazione] comporta quattro passaggi graduali: realizzare la gentilezza della madre, vedere tutti gli esseri senzienti come madri, desiderare di ricambiare la loro gentilezza e poi il grande pensiero di amorevole gentilezza. Il grande pensiero di amorevole gentilezza ed il pensiero di amore sono diversi. Vi è una differenza tra questi due. L’amore per la bellezza arriva nel momento stesso in cui pensate alla loro gentilezza. A volte, quando esercitate la mente nella Bodhicitta, la tecnica di meditazione dell’uguagliare e scambiare se stessi con gli altri è più potente rispetto al riflettere su come gli esseri senzienti siano preziosi e gentili. A seconda della vostra disposizione, l’altra maniera di esercitare la mente può essere molto più efficace, il pensiero della bodhicitta può arrivare con più forza che usando il metodo più esteso – le sette tecniche Mahayana basate su causa ed effetto: sviluppare l’equanimità, eliminando la rabbia e l’attaccamento, e poi cercare di realizzare come gli esseri senzienti siano stati madri e gentili. Quando meditate, a volte ha più forza un metodo e a volte l’altro. Quindi, la madre è stata molto gentile dandoci questo corpo. Se meditiamo sulla base delle quattro linee principali è facile comprendere la gentilezza. Vi sono diverse sezioni di testi che contengono tutti i modi in cui la madre è stata gentile, se le conoscete potete meditare su queste ed sviluppare la meditazione su questa base. Un grande bodhisattva, il grande pandit Kuni Lama Tenzin Ghieltsen, ha dato il seguente consiglio ed insegnamento: ricevere questo corpo – il corpo di una felice trasmigrazione, la perfetta rinascita umana – dipende dai genitori, lo riceviamo da loro. Dipende da loro creare il karma di darci questo corpo.
(Fine: il resto del discorso non è stato registrato)
Colofon: Estratto da How to Develop Loving Compassion (Come sviluppare una amorevole compassione), un Wisdom Intermediate Transcript (fuori stampa). Ristampato con l’autorizzazione della Wisdom Publications. http://www.taracittamani.it/download/area-pubblica/insegnamenti_robina.pdf