Ven. Ghesce Yesce Tobden: Lam Rim. Esposizione del sentiero graduale verso l’illuminazione.Traduzione del Ven. Luca Corona. Treviso 30 novembre, 1- 2 dicembre 1979. Editing del Dr. Luciano Villa nell’ambito del Progetto Free Dharma teachings per il beneficio di tutti gli esseri senzienti. Quarta parte.
Ven. Ghesce Yesce Tobden. 1 dicembre 1979In questo testo scritto da Maitreya si parla degli svantaggi dei fattori mentali negativi, affermando che “sono i nostri peggiori nemici”. In che senso? A causa dell’odio, ci vendichiamo quando ci viene fatto del male, ma la persona si vendicherà a sua volta e da ciò deriveranno moltissimi problemi. I difetti mentali ci portano a danneggiare gli altri, ci portano a distruggere la propria condotta morale. Quando essi prendono il sopravvento sulla nostra mente noi diventeremo oggetto del disprezzo degli altri, saremo criticati per essere irascibili, avidi, labili… Se non si sa controllare la propria mente avremo pochi amici e dovunque andremo coglieremo l’occasione per danneggiare ed offendere, litigare e saremo sempre più isolati, saremo disprezzati anche dalle persone che ci sono care , che ci disprezzeranno e tutti parleranno male di noi per la nostra facilità al litigio. Non solo, ma questi difetti mentali sono la causa delle rinascite in stati di esistenza dove non è possibile praticare il Dharma, sono anche le cause che fanno degenerare gli ottenimenti spirituali: si dice che la rabbia distrugge i meriti che si sono accumulati. Distrugge le impressioni positive lasciate dalle azioni meritorie. Shantideva, nel Bodhisattvaciaryavatara afferma. “I difetti mentali non hanno mani, non hanno gambe, non hanno la forza di un uomo nerboruto e forte, però, non appena entrano nella nostra mente ci rendono loro schiavi e ci fanno male. La persona fatta oggetto di tutto questo danno se non cerca di eliminarli di distruggerli sta praticando la pazienza verso un oggetto sbagliato. Se tutti gli esseri di questo mondo, all’improvviso diventassero nostri nemici, si rivoltassero contro di noi facendoci tutto il male possibile, tutti insieme, però, non avrebbero la possibilità di portarci in un a di quelle esistenze infelici nella nostra prossima vita. I difetti mentali, invece, riescono in un solo istante a portarci un’enorme sofferenza non solo in questa vita, ma anche nel futuro”.Come esempio si fa un paragone. Esiste un fuoco che ha la qualità particolare di essere estremamente più caldo del fuoco normale, e una sola sua goccia può bruciare in un attimo tutto questo mondo. Si dice che i difetti mentali in un solo istante hanno la capacità di buttarci per un lunghissimo periodo di tempo in un fuoco di questo tipo. I difetti mentali non ci fanno del male solo in questa vita, ma lo hanno fatto nelle nostre vite passate. Quelli che attualmente consideriamo i nostri nemici, in passato, magari li avevamo considerato nostri amici: non si può dire che esista un essere che ci sia sempre stato nemico. Invece i difetti mentali sono sempre stati nostri nemici: non c’è mai stato un tempo in cui ci abbiano fatto del bene. Con le persone che vogliono arrecarci del danno possiamo discutere, convincerli a smettere con le loro azioni: ciò in effetti ci può riuscire. Con i difetti mentali, quanto più si cerca di usare gentilezza nei loro confronti, tanto più essi diventeranno forti e ci danneggeranno maggiormente. Non esiste nulla che ci possa danneggiare maggiormente L’altro giorno Ghesce La aveva detto che l’essenza del dharma è “distruggere i nemici cioè i difetti mentali”: bisogna proprio eliminarli e iniziare a farlo. E’ possibile eliminarli? Come possiamo fare? La radice di tutti i difetti mentali è quel tipo di visione errata, la concezione errata dell’io esistente di per se stesso. Se si toglie corrente alla centrale elettrica tutte le luci del paese si spegneranno, così, se si elimina la concezione errata dell’io esistente di per se stesso tutti gli altri difetti mentali svaniranno La causa, la radice di tutti i difetti mentali è questa ignoranza, questa visione errata che pensa che l’io esista veramente , di per se stesso ed è ciò che dobbiamo eliminare. Quando si pensa che in effetti questo io c’è, e si pensa a questi IO concreto, dentro di noi proprio come se fosse qualcosa dentro di noi, allora si vorrà anche a trovare qualcosa che sia di aiuto a questo IO, per cui da ciò sorgerà attaccamento, si cercherà di proteggere questo Io da ciò che si pensa gli possa far male, così sorgerà l’odio e tutti gli altri difetti mentali. Si può paragonare questa visione errata ad un film: sullo schermo appaiono uomini e il pensare che questi uomini in effetti sono lì, è una visione errata simile alla nostra: in realtà gli uomini non ci sono è solo un’immagine e un gioco di luci. Lo stesso è pure per questo IO che noi pensiamo esista veramente dentro di noi. Se si analizza, se si comincia a cercare dove questo IO esiste, come esiste, non si riuscirà a trovarlo Il pensare che esista questo IO indipendente, questo IO esistente a se stante, questo Io che esiste dalla sua parte, che esiste da solo: questo è ciò che si chiama ATTACCAMENTO ALL’IO. Però questo IO non esiste in questo modo, non esiste indipendentemente: comprendere come questo IO manchi di questo tipo di esistenza indipendente è COMPRENDERE IL SUNYATA DELL’IO.
Quindi vi sono due modi di vedere l’IO:
un modo corretto: vedere l’IO come esistente, ma in modo dipendente, in quanto etichetta o attribuzione mentale;
un modo, una visione errata: vedere l’IO come esistente indipendentemente, esistente a se stante.
Coltivando la mente che vede l’esistenza dell’IO nel giusto modo, cioè che vede l’Io esistente in dipendenza da altri fenomeni, che vede l’IO che esiste come mera etichetta fatta dalla propria mente, man mano che questa visione dell’Io viene coltivata, la mente errata che vede l’Io esistente indipendentemente diminuisce.
Pertanto,
all’inizio si deve comprendere cosa significhi “mancanza di esistenza indipendente dell’Io”, una volta compreso intellettualmente il Sunyata dell’Io, successivamente deve meditare su questo fino a quando la visione corretta si sviluppa sempre più.
In questo modo, pian piano, la mente errata, la visione che vede l’io esistente indipendentemente scomparirà completamente, come quando si lava un panno e tutto lo sporco svanisce. Una volta che questa visione errata viene completamente eliminata, come nell’esempio della centrale elettrica, tutti i difetti mentali svaniranno. La mente che percepisce che l’Io non può esistere indipendentemente e che quindi esiste in modo dipendente, in quanto esiste come etichettazione della propria mente, questo tipo di mente prende il nome di intelligenza, o saggezza che realizza Sunyata: è una mente che deve essere sviluppata pienamente e completamente. Non è sufficiente mantenere la mente sul suo oggetto per periodi moto lunghi, ma bisogna sviluppare una perfetta Samadhi, cioè mantenere la mente, che realizza Sunyata, sul suo oggetto per dei lunghi periodi di tempo, 4-5 ore o giorni. Per essere in grado di mantenere la mente sul suo oggetto per un lungo periodo, bisogna eliminare quegli ostacoli alla concentrazione di cui si era parlato nella trattazione dei 20 aspetti negativi secondari della mente: agitazione mentale, distrazione, intorpidimento. Prendono il nome di ALTA CONCENTRAZIONE, le pratiche che hanno come scopo lo sviluppo della concentrazione che permette la mente di restare fissa sul suo oggetto, Sunyata dell’Io, per un lungo tempo. Lo sviluppo della concentrazione si basa su una perfetta condotta morale: ciò di cui abbiamo parlato, cioè evitare di fare azioni negative. La pratica del mantenere una perfetta condotta morale prende il nome di TRAINING DELL’ALTA MORALITÀ. Lo sviluppo della visione corretta del modo di esistenza dell’Io e dei fenomeni, lo sviluppo di quelle pratiche che portano allo sviluppo della saggezza che realizza Sunyata sono il TRAINING DELL’ALTA SAGGEZZA.
Si possono eliminare i difetti mentali praticando bene questi tre training:
ALTA CONCENTRAZIONE,
ALTA MORALITÀ,
ALTA SAGGEZZA.
Pertanto, i tre training sono il metodo per eliminare le cause della sofferenza, il modo per raggiungere la completa liberazione dal Samsara, si raggiunge il Nirvana, si raggiunge la vera felicità, e non si dovrà mai più soffrire. È il secondo livello di pratica del Dharma, detto “intermedio”: la pratica del dharma per raggiungere la liberazione dal Samsara. Il primo livello della pratica del Dharma è praticare per potersi liberare dalle esistenze di sofferenza che prende il nome di “livello di pratica inferiore”. Secondo il Lam Rim, cioè l’esposizione del sentiero graduale verso l’illuminazione, gli insegnamenti che appartengono al 1° livello di pratica del Dharma si chiamano insegnamenti del sentiero dell’individuo di scopo inferiore. Gli insegnamenti che hanno come soggetto il metodo per raggiungere la completa liberazione, prendono il nome di insegnamenti per l’individuo di scopo o livello intermedio. E’ importante che colui che vuole raggiungere la liberazione dal Samsara consideri che la pratica di questi tre Training può non essere completata in una sola vita, deve pertanto fare i suoi piani per continuarla eventualmente anche nelle vite future, di cui deve averne compreso l’esistenza. La persona che che si vuole liberare dalla sofferenza degli stati inferiori (1° livello), deve dapprima aver compreso l’esistenza delle vite future. Se non si è d’accordo sull’esistenza delle vite future, se si pensa che esse non esistano, non c’è alcuna possibilità di praticare il Dharma, per il semplice fatto che non ha nessunissima ragione per farlo. Anche se al momento non si riesce ad avere questa certezza sull’esistenza delle vite future, almeno ci si può basare sulla testimonianza di altri e soprattutto sul fatto che è stato detto da Buddha, che avendo raggiunto la completa illuminazione aveva una saggezza incredibile e inoltre, un Buddha non può dire cose non vere. Le persone che proprio non ce la fanno a credere all’esistenza delle vite future, cerchino in questa vita di essere sempre buoni con gli altri, di essere loro di aiuto: sono in ogni caso azioni positive che daranno risultati positivi in futuro. Per quanto riguarda il modo di condurre questa vita, possiamo parlare di vivere una vita buona (non far del male agli altri, cercare di essere gentili…) o vivere una vita, una esistenza cattiva ( far del male agli altri). Anche se una persona non pratica il Dharma, ma conduce una vita buona, sarà l’oggetto del rispetto e della simpatia di tutti, e ciò è valido ovunque, anche dove non si pratica il Dharma. Se, invece una persona ruba, dice il falso, imbroglia, fa del male agli altri, ecc., anche se quelli intorno a lui non praticano il Dharma, automaticamente gli saranno nemici, lo criticheranno. La cosa migliore sarebbe poter vivere secondo il Dharma, in questo modo, da una parte praticherà un metodo che lo porterà alla vera felicità futura, dall’altra sarà ben visto da tutti e sarà di aiuto alla società in cui vive. Fino ad oggi si è parlato principalmente di due argomenti:
1. il modo con cui ci si può liberare dalle esistenze infelici, il modo con cui in futuro sarà possibile non dover acquisire questi stati infelici,
2. una volta compreso come questo Samsara non sia altro che un pozzo pieno di sofferenze, il modo con cui ci si può liberare permanentemente da queste esistenze condizionate.
D. Che cosa ne pensa del Cristianesimo?
Ven. Ghesce Yesce Tobden. Non conosco bene il cristianesimo, per cui non posso dare una riposta precisa, però da quello che mi è sembrato, ho visto che gli insegnamenti principali del Cristianesimo sono contenuti anche nel Buddismo. Ad es. per quanto riguarda il karma, anche se nel Cristianesimo non si parla esplicitamente di Karma, comunque si parla di frutto di un certo tipo di azione, frutto positivo o frutto negativo: gli sembra che in questo siano piuttosto simili. Nel Cristianesimo si dice che azioni negative portano come risultato una esistenza estremamente infelice e nel Buddismo si dice a grandi linee la stessa cosa. Al momento abbiamo parlato solo di questi due aspetti dell’insegnamento buddista, domani, vi parlerò del sentiero Mahayana, degli insegnamenti per il metodo per l’individuo di scopo superiore: vi parlerò molto di amore e di compassione e penso che anche nel Cristianesimo si parli molto di questo. Ciò che vi dico è basato solo su quello che conosco, e, visto che voi conoscete bene il Cristianesimo, sta a voi, piuttosto, cercare di capire bene che cosa dice il buddismo e poi vedere bene quali sono i punti in comune, quali sono i punti in cui c’è una certa differenza.
D. – In che rapporto è l’uomo con il mondo sensibile, il mondo delle cose, le piante, gli animali, non tanto etico, quanto di conoscenza? Come si comporta l’uomo che ha una concezione buddista per conoscere le cose, nel rapporto di conoscenza?
Ven. Ghesce Yesce Tobden. Ieri vi ho detto che tutti i fenomeni, purché esistenti, qualsiasi essi siano, possono essere conosciuti dall’uomo. Vi sono, però, diversi modi con cui l’uomo può conoscere, vi sono tre categorie di fenomeni:
1. oggetti apparenti, questi possono essere conosciuti direttamente attraverso i propri sensi es. suoni, forme;
2. fenomeni leggermente nascosti, che possono essere conosciuti attraverso il ragionamento. Ragionamento significa: inferenza valida. Per inferenza valida si intende un’inferenza che si basa su una ragione valida.
3. fenomeni molto nascosti: fenomeni che si possono conoscere attraverso l’accettare ciò che viene detto da altri che posseggono particolari qualità, per cui si può affermare che qualsiasi cosa queste persone dicano è senz’altro vera. La ragione per cui ci sono queste due ultime categorie di fenomeni che non si possono conoscere direttamente è perché la nostra mente è oscurata dai difetti mentali. Una volta eliminati i difetti mentali, allora, a quel punto, tutti i fenomeni esistenti si possono conoscere direttamente. Ora tu vedi quel vaso di fiori. Se riesci ad eliminare i difetti mentali, potrai vedere tutti quanti i fenomeni, anche quelli che adesso puoi comprendere solo attraverso il ragionamento. Un Buddha, avendo eliminato tutti i difetti mentali anche i più sottili, conosce direttamente tutti i fenomeni della realtà.
D.- E’ stato detto che l’io è legato, dipende da altri fenomeni: questa è solo la causalità derivata dalla vita precedente o c’è qualcosa legato alla materialità del corpo?
Ven. Ghesce Yesce Tobden. Quando si dice che l’io dipende dagli altri, si intende dire che dipende dal corpo e dalla mente, cioè sulla base di questo corpo e mente: a questo corpo e mente si applica l’etichetta “io” e si dice “ questo è l’io”.
D. – L’unione di mente e corpo è l’io, non è la mente soltanto?
Ven. Ghesce Yesce Tobden. Sulla base del nostro corpo e della nostra mente, che noi pensiamo essere la nostra persona, sulla base di questo, noi pensiamo di avere un io. Sarebbe come sovrapporre questa immagine dell’io all’immagine che noi abbiamo di mente e corpo. Se però effettivamente cerchiamo nella mente e nel corpo l’io che noi pensiamo esista, non lo si troverà mai.
D. – Alla morte muore l’io?
Ven. Ghesce Yesce Tobden. Cambia, però non muore
D. – Vorrei avere un esempio di Sunyata
Ven. Ghesce Yesce Tobden. Per Sunyata si intende l’assenza di un certo tipo di fenomeni, si dice anche “vacuità”. Per dare un esempio di questa vacuità si potrebbe parlare delle spazio che è appunto assenza di possibilità di tatto ecc.
D. – Io vorrei sapere cosa si intende per adulterio, di cui si è parlato oggi, e che cosa si intende per condotta sessuale scorretta.
Ven. Ghesce Yesce Tobden. Se hai una relazione molto stretta con una persona, tuo marito, compagno, e se vai con un altro uomo provochi sofferenza molto forte al tuo compagno. Questo è adulterio. (…non viene registrata la parte di domanda e l’inizio della risposta..) Dentro di noi c’è la coscienza, che è quella che dice -”adesso vado qui” “ vado su, vado giù”. C’è questa cosa che pensa e questa cosa che pensa non è il corpo, è la mente.
D. – E’ un prodotto del corpo o no?
Ven. Ghesce Yesce Tobden. Non è un prodotto del corpo, però , come si può dire, si basa sul corpo.
D. – Vorrei avere, nel limite del possibile, in base all’insegnamento buddista, una dimostrazione sull’espressione mentale scissa da tutto il corpo. Ecco, senza materia come fa la mente ad esprimersi? Se è una entità separata, se non è prodotta da qualcosa di materiale, come fa ad esprimersi? Cosa dice il buddismo?
Ven. Ghesce Yesce Tobden. E’ possibile. La mente può anche esprimersi anche senza questo corpo. Ad es. ci sono stati di esistenza che prendono il nome di “senza forma”, in cui gli esseri sono senza corpo, ma posseggono la mente e possono praticare certi sentieri, e possono anche raggiungere lo stato di Arhat.
D. – Io avevo chiesto, se possibile una dimostrazione, io non metto in dubbio la vostra sincerità, voi mi avete risposto con un dogma, non con una dimostrazione.
Ven. Ghesce Yesce Tobden. E’ difficile parlare di una dimostrazione, tu cosa vorresti vedere? Vorresti vedere qualcosa con i tuoi occhi?
D. – Penso di non avere solo gli occhi.
Ven. Ghesce Yesce Tobden. Allora cos’hai?
D. – Per es. Ai tempi di Buddha, premetto che voglio capire, v’eravano un certo numero di menti, ora siamo tre miliardi e mezzo, vorrei una spiegazione parlando di karma.
Ven. Ghesce Yesce Tobden. Che cosa vuoi sapere, perché gli uomini sono aumentati adesso?
D. – Perché sono aumentate le menti, sono aumentati gli uomini.
Ven. Ghesce Yesce Tobden. In effetti le menti sono moltissime, in quanto gli esseri sono veramente molti. Ci sono molti esseri che vivono, molti esseri che sono nello stato intermedio, quindi è possibile che in certi momenti, certi tipi di esistenza diventino più numerosi, e che in altri momenti diminuiscano.
D.- In senso universale o planetario?
Ven. Ghesce Yesce Tobden. In senso universale, perché ci sono molti universi, e su questi vivono molti esseri che si possono spostare da un posto all’altro, avanti, indietro. Quando l’universo in cui questo mondo si trova era appena formato, non c’erano esseri, era completamente vuoto, quindi questi esseri devono per forza essere venuti da altri universi. Questo è facile da capire, quando si pensa che l’essere che vive lo stati intermedio ha possibilità particolari che non abbiamo. Ad esempio, si muove con la stessa velocità della mente: nel momento in cui la sua mente si trova in un determinato posto, vi è anche quell’essere. Che la mente ed il corpo siano due cose diverse è una cosa di cui abbiamo parlato ieri e le ragioni, le stesse di cui abbiamo parlato ieri. Se mente e corpo fossero la stessa cosa, allora la persona che ha un aspetto fisico attraente, dovrebbe avere anche una bella mente. Invece noi sappiamo che non è così. Anche una persona che ha un bell’aspetto fisico, può essere definita da molti “brutta, cattiva” ecc. a causa della sua mente. Allo stesso modo, una persona che ha un pessimo aspetto fisico, viene definita una bella, buona persona. Se mente e corpo fossero la stessa cosa bisognerebbe dire che quella persona brutta è una persona cattiva. Allo stesso modo, quando una persona studia può raggiungere degli stati di introspezione molto elevati, alti, ma mentre fa quell’attività, il suo corpo non ha mutamenti appariscenti, resta lo stesso.
D. – Non ci siamo capiti. Continuando quello che Lei ha detto, io volevo chiedere “la mente è connessa con il corpo o no? Per noi occidentali è così: la coscienza e la mente di un bambino di 5 anni non sono sicuramente quelle di un uomo di 30. La mente cresce insieme al corpo?
Ven. Ghesce Yesce Tobden. No, evidentemente, la mente e il corpo non si sviluppano insieme, non si sviluppano nello stesso modo. Ad esempio: è possibile che il corpo non si sviluppi, però la mente si sviluppa o viceversa.
D. – Io parlavo di fattore tempo, non di fattore fisiologico. Ho detto che un bambino di 5 anni non ha certamente la mente di un uomo di 30, quindi il fattore tempo è contemporaneo o no al fattore corpo? Cioè le due cose si possono mettere in relazione o no?
Ven. Ghesce Yesce Tobden. La mente migliora con il passare degli anni in quanto migliorano i pensieri, l’intelligenza. Però, il corpo di un bambino di 5 anni è piccolo e quando ne ha 30 è grande, quindi i cambiamenti del corpo sono di quel genere, mentre invece la mente migliora, non è che diventi più grande.
Fonte http://centrolamatzongkhapatv.it/pdf/LamRim_GhesceYesceTobden1979.pdf che si ringrazia infinitamente per la sua grande gentilezza.