La storia del granchio e la gru

Nell’antichità, vi fu un’estate molto calda in cui non vi furono molte precipitazioni. Tutti gli Animali soffrirono per la mancanza di acqua, ma la maggior parte dei Pesci soffrì più di tutti gli altri.

In un stagno pieno di Pesci, l’acqua era davvero molto bassa. Una gru stava appollaiata sulla riva guardando i Pesci.

“Cosa stai facendo?” le chiese un piccolo Pesce.

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“Sto pensando a voi Pesci in quello stagno che è quasi del tutto asciutto”, rispose la gru.

“Purtroppo, sì”, ammise il piccolo pesce.

La gru proseguì, “Io stavo considerando che dovrei fare qualcosa per voi. Io conosco uno stagno nella profondità dei boschi in cui c’è molta acqua”.

“Accidenti!”, disse il piccolo Pesce, “Devo dire che è la prima volta che una gru si offre di aiutare un Pesce.”

“Può darsi” disse la gru, “ma l’acqua è così bassa nello stagno. Io potrei portarvi facilmente uno alla volta sulla mia schiena a quell’altro stagno dove c’è molta più acqua e cibo ed ombra fresca.”

“Io non credo che ci sia alcun tale stagno” disse il piccolo Pesce. “Ciò che davvero desideri fare tu è mangiarci, uno alla volta.”

“Se non mi credi” disse la gru, “manda con me uno dei Pesci che possa crederci. Io gli mostrerò lo stagno e lo riporterò indietro per farglielo dire a tutti”.

Un grande Pesce sentì la gru che diceva questo e disse, “Bene, verrò io con te a vedere lo stagno – per me tanto vale essere mangiato dalla gru come morire qui.”

Quindi la gru mise il grande Pesce sulla sua schiena e partì per i boschi profondi.

Ben presto la gru mostrò al grande Pesce la distesa di acqua. “Vedi com’è fresco ed ombroso qui” gli disse, “e quanto più grande è lo stagno, e come è pieno!”

“Sì!” disse il grande Pesce, “riportami al piccolo stagno ed io lo dirò a tutti gli altri Pesci”. Ciò detto, essi ritornarono al primo stagno.

I Pesci quando ebbero sentito il grande Pesce parlare dell’eccellente stagno che lui aveva visto vollero tutti a loro volta andare.

Allora la gru prese su un altro Pesce e lo trasportò. Non all’altro stagno, ma nei boschi dove gli altri Pesci non potessero vederli.

Quindi la gru mise il Pesce giù e se lo mangiò. La gru poi ritornò per prendere un altro Pesce. Portò anche questo allo stesso luogo nel bosco e se lo mangiò.

Tutto questo fece, finché non ebbe mangiato tutti i Pesci nello stagno.

Il giorno dopo, la gru andò allo stagno a vedere se fosse rimasto ancora qualche Pesce. Non c’ era più nessun pesce rimasto, ma c’era un Granchio sulla sabbia.

“Piccolo granchio”, disse la gru, “vorresti che ti portassi all’eccellente stagno nei boschi profondi dove io portai gli altri Pesci?”

“Ma come potresti portarmi? ” chiese il Granchio.

“Oh, facilmente”, rispose la gru. “Io ti prenderò sulla mia schiena come ho fatto con i Pesci.”

“No, ti ringrazio”, disse il Granchio, “io non posso venire così. Io ho paura ed è probabile che tu mi faccia cadere. Se potessi fare presa sul tuo collo coi miei artigli, allora potrei venire. Sai che noi Granchi abbiamo una bella presa stretta”.

La gru conosceva la presa stretta dei Granchi, e non gli piaceva affatto avere la presa di un Granchio coi suoi artigli. Ma aveva fame, così la gru disse:

“Va bene, tieniti strettamente.”

E poi la gru volò via col Granchio sulla schiena. Quando arrivarono al luogo dove la gru aveva mangiato i Pesci, essa disse:

“Io penso che adesso puoi camminare per il resto di strada. Lascia la tua presa sul mio collo.”

“Io non vedo alcun stagno”, disse il Granchio. “Tutto ciò che io posso vedere è solo una pila d’ossa di Pesci. È tutto ciò che resta dei Pesci?”

“Sì”, disse la gru, “e se lascerai andare il mio collo, il tuo guscio sarà tutto ciò che resterà di te!”.

E la gru abbassò la sua testa in giù fino a terra così che il Granchio potesse facilmente scendere giù.

Ma il Granchio dette un grosso pizzico al collo della gru, tanto che la sua testa fu così staccata e cadde.

“Non il mio guscio, ma le tue ossa saranno lasciate a seccarsi insieme con le ossa dei Pesci”, disse il Granchio.

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