Je Rinpoche Tzong Khapa: L’oceano Dei Ragionamenti
Capitolo 26: L’analisi delle Dodici Diramazioni dell’Esistenza o Dodici Anelli dell’Origine Dipendente
Se si rimane nel samsara o se ci si libera dal samsara dipende dal realizzare o meno il sorgere dipendente:
La spiegazione del capitolo.
“Tutto ciò che sorge per relazione dipendente è spiegato come vacuità.”
Qualcuno potrebbe chiedere: che cos’è l’origine dipendente a cui si riferiscono questi versi?
“Colui che vede il sorgere per relazione dipendente vede anche la sofferenza…”
E cos’è quella relazione dipendente vedendo la quale, come spiegato in questi versi, si vede la realtà delle quattro nobili verità?
Questa spiegazione è suddivisa in due parti:
-
· l’ordine di produzione della relazione dipendente
-
· l’ordine opposto della relazione dipendente.
L’ordine di produzione della relazione dipendente: cause e risultati proiettanti; cause e risultati costituenti.
Le cause e i risultati proiettanti.
1. A causa dell’ignoranza che ostruisce si rinasce. Ciò che forma (1) ha tre aspetti
1 – ‘du byed in tibetano, qui tradotto con “ciò che forma”, è normalmente tradotto come azioni o karma.
L’ignoranza non è la mera assenza di comprensione della realtà ultima e nemmeno una comprensione di qualcosa di diverso da quella. Invece, è esattamente l’opposto di quella comprensione, ovvero concepire la per- sona e i fenomeni come esistenti per proprie caratteristiche. Per questo motivo, la persona che è oscurata rispetto al significato della realtà, agisce con il corpo, la parola e la mente, compiendo i tre tipi di azioni formative, virtuose, non virtuose e inamovibili, che producono l’esistenza. Questi tre tipi di azioni formative portano alla rinascita. Anche se la persona non agisce con l’intenzione di volere ottenere gli aggregati di una rinascita futura, quelle azioni producono quel risultato:
“..e le azioni formative portano avanti la migrazione.”
Quindi, a causa di quelle azioni formative gli esseri continuano a migrare.
In seguito, la coscienza di quella persona che ha accumulato le azioni formative possiede la condizione del formativo che è il seme del samsara, e così entra nelle trasmigrazioni in conformità a quelle azioni formative, ovvero rinasce come deva e così via.
Dopo che la coscienza è entrata Nome e forma avvengono.
A causa di ciò, la coscienza entra e si mescola nel ventre materno e grazie a tale condizione si producono i quattro aggregati del nome e l’aggregato della forma.
La ragione per cui i quattro aggregati (a parte la forma) vengono chiamati “nome” è perché la coscienza contaminata dalle azioni e dalle afflizioni viene condotta nel luogo di quella nascita, o perché si precipita verso il suo oggetto a causa della discriminazione.
2. La coscienza che possiede la condizione del formativo, entra nei trasmigratori
L’aggregato della forma in questo contesto si riferisce agli stadi dello sviluppo dell’embrione.
Dopo che si sono prodotti i quattro aggregati del nome e l’embrione nei suoi stadi che è l’aggregato della forma, nascono le sorgenti che sono le porte d’ingresso del sorgere della sofferenza. Le sei sorgenti dell’occhio, dell’orecchio, del naso, della bocca, del tatto e della mente, si producono tramite la condizione del nome e della forma.
Benché i poteri sensoriali del corpo e della mente siano già presenti in precedenza, l’insieme dei sei sorge a questo punto.
e dipendendo dalle sei sorgenti sorge il contatto completo.
In seguito, in dipendenza dalle sei sorgenti nasce il contatto completo. Come sorge il contatto e qual è la sua natura?
-
Viene prodotto solo dipendendo dall’occhio, dalla forma e dal pensiero. Perciò dipendendo dal nome e forma, sorge la coscienza.
-
Occhio, forma e coscienza l’unione di questi tre
è il contatto,…
La coscienza dell’occhio sorge dalla sua condizione dominante che è l’oc- chio, dalla sua condizione oggettiva che è la forma e dalla sua condizione immediatamente precedente che è l’attenzione della presenza mentale.
3. Dopo che sono avvenuti nome e forma sorgono le sei sorgenti.
Questa presenza mentale che conferma la condizione immediatamente precedente, dipende dalle due precedenti condizioni di forma e dai quattro aggregati del nome come le sensazioni, dando origine alla coscienza dell’occhio. La caratteristica del contatto è la confluenza dei tre, dell’occhio, della forma e della coscienza, e anche il modo di produzione è simile a quello della coscienza. Gli altri cinque tipi di contatto si comprendono nello stesso modo in cui avviene il contatto dell’occhio con la confluenza dell’oggetto, della coscienza e dell’organo sensoriale.
Inoltre, con la confluenza di questi tre nasce il giudizio dei tre modi di percepire la realtà: piacevole, spiacevole e neutro.
…dal contatto
Sorgono tutte le sensazioni.
Quindi, dal contatto, in base al giudizio di piacevole, spiacevole e neutro, sorgono tutte le sensazioni di felicità, sofferenza e quelle inamovibili. Gli altri cinque tipi di sensazioni vanno compresi negli stessi termini delle sensazioni che avvengono con il contatto in relazione all’occhio.
Perciò, il Compendio dei Sutra insegna che sono quattro gli aggregati che vengono indotti: il nome e la forma, le sei sorgenti, il contatto e le sensazioni. È inclusa anche la coscienza risultante. Da cosa sono indotti? Dalle azioni formative che dipendono dall’ignoranza. In che modo vengono indotti? Tramite il depositarsi delle impronte delle azioni nella coscienza causale. Indotto significa che la presenza dei fattori maturanti come per esempio l’avidità fa sì che il risultato possa maturare.
Le cause e i risultati costituenti.
6. Con la condizione delle sensazioni, l’attaccamento. L’attaccamento sorge per la sensazione
Dal momento che le sensazioni sono la condizione del sorgere della bramosia, la bramosia è il possessore d’oggetto delle sensazioni. Perché si brama? In colui che brama, la bramosia sorge per via delle sensazioni e quindi egli prova un forte desiderio. Inoltre, egli desidera non separarsi dalle sensazioni di felicità, separarsi dalle sensazioni di sofferenza e la non diminuzione delle sensazioni neutrali.
E con l’attaccamento l’appropriazione
I quattro aspetti vengono completamente appropriati.
Così, dopo che l’attaccamento è sorto, i quattro aspetti dell’appropriazio- ne, cioè il desiderio, le visioni, la moralità e le attività, e l’aderire al sé, sulla spinta della condizione dell’attaccamento , vengono completamente posseduti da chi brama.
Se sono presenti i quattro aspetti dell’appropriazione, l’appropriatore dei quattro è colui che rinasce. Per la condizione di quell’appropriazione sor- ge l’esistenza e avverrà la rinascita.
Quindi se non c’è l’appropriazione si è liberi e l’esistenza non avverrà.
Nel caso in cui l’appropriatore, grazie alla forza della saggezza discriminativa che realizza la realtà ultima, non si faccia coinvolgere dalla bramosia per le sensazioni e, manifestando la saggezza della non dualità, non vi sia appropriazione, allora otterrà la libertà e da quel momento non ci sarà l’esistenza.
Bisogna comprendere che anche l’esistenza che sorge dalla condizione dell’appropriazione è della natura dei cinque aggregati.
8. Quell’esistenza sono anche i cinque aggregati
7. Se l’appropriazione è presente l’esistenza dell’appropriatore sorge completamente
Dal momento che i cinque aggregati futuri sorgono dalle azioni virtuose e non virtuose di corpo, parola e mente, il nome “esistenza” viene dato designando la causa con il nome del suo risultato. Di queste, le azioni del corpo e della parola appartengono all’aggregato della forma, le azioni della mente sono della natura degli altri quattro aggregati.
In altre scritture viene confutata la posizione dei Vaibashika che negano che le azioni del corpo e della parola siano forma, considerando l’intenzione nel momento in cui si sta per intraprendere l’azione fisica o verbale, ma Chandrakirti sostiene invece che sono forma. Non solo le azioni mentali sono intenzione, ma anche altri eventi e fattori mentali che sono concomitanti con l’intenzione sono della stessa entità, perciò le azioni mentali sono della natura dei quattro aggregati.
Da quell’esistenza avviene la nascita
La bramosia e l’appropriazione attivano la forte potenzialità dell’esistenza e la nascita degli aggregati della vita futura sorge da quell’esistenza.
vecchiaia, morte, dolore e Sofferenza con il pianto.
Con la maturazione degli aggregati sopraggiunge la vecchiaia, con la distruzione degli aggregati la morte. Durante la morte, quando si è completamente oscurati dal tormento dell’attaccamento, c’è angoscia. Quando sorge questa angoscia si genera la sofferenza per il danno che ricevono gli aggregati, accompagnata dai lamenti. Il danno alla coscienza mentale porta sconforto, sofferenza mentale e malessere fisico. Tutte queste sorgono dalla nascita.
9. Angoscia e agitazione Queste sorgono dalla nascita.
Perciò un cumulo di sofferenze E’ la sola cosa che succede.
Come è stato spiegato prima, il cumulo degli aggregati di sofferenza è solo dovuta alla capacità delle loro cause e condizioni: sono perciò un cumulo di sofferenze.
Meramente designato dagli esseri infantili, è privo di sé e mio intrinseci, è per natura sofferenza e non è nemmeno mischiato con la felicità. La frase “è la sola cosa che succede” insegna il modo in cui si è dentro il samsara.
Riguardo a questo, cosa viene costituito? La nascita, l’invecchiamento e la morte. Che cos’è che li costituisce? L’appropriazione tramite la condizione della bramosia. Come vengono costituiti? Con le azioni composte che depositano le impronte karmiche di queste azioni nella coscienza; quindi, l’attivazione del loro potenziale induce l’esistenza. Questa viene costituita dall’ignoranza e dalle azioni composte.
Dal momento che l’esistenza è costituita dalla spinta dell’ignoranza e delle azioni composte, le cause e i risultati proiettanti e costitutivi sono considerati dal punto di vista delle cause e dei risultati del periodo di una vita e non di rinascite individuali.
Perciò sono illustrate individualmente per indicare le differenze tra la sofferenza proiettante e quella costitutiva, e per indicare le differenze tra cause proiettanti e cause costitutive.
Nei Terreni effettivi è spiegato:
“Poiché dalla coscienza e così via fino alle sensazioni, la nascita, l’invecchiamento e la morte hanno caratteristiche mescolate, perché vengono indicate in due modi diversi? Per indicare le differenti caratteristiche del fenomeno sofferenza e per ben distinguere ciò che proietta da ciò che viene costituito.”
L’ordine inverso della relazione dipendente.
10. Le formazioni sono la radice del samsara
Perciò i saggi non formano.
Perciò chi non è saggio forma
non il saggio perché vede la realtà.
Poiché le diramazioni dell’esistenza sorgono dall’ignoranza e la radice o la causa principale del concepimento samsarico sono le azioni composte. Perciò, i saggi che vedono direttamente la natura ultima del sorgere dipendente non compongono le azioni proiettanti. Sono quindi coloro che non sono saggi ad agire con le azioni formative poiché non vedono la natura ultima. Come dice il Sutra: “Monaci, la persona che è legata dall’ignoranza produce azioni meritorie, azioni non meritorie e anche azioni inamovibili.” Quindi, coloro che non sono saggi e agiscono, compiono azioni dettate solamente dall’ignoranza
non il saggio perché vede la realtà.
Il saggio che vede la natura ultima abbandona l’ignoranza. Non è un agente poiché vede direttamente la natura ultima.
11. Con la cessazione dell’ignoranza le formazioni non avvengono
Se è presente l’ignoranza sorgono le azioni formative, e non sorgono se non è presente. Perciò, se si abbandona o si interrompe l’ignoranza, anche le azioni formative non potranno sorgere poiché le cause non sono complete.
Che cosa interrompe l’ignoranza?
L’ignoranza si ferma
Familiarizzando la coscienza con la realtà.
La cessazione o estinzione dell’ignoranza avviene tramite la comprensione corretta della stessa natura della relazione dipendente e familiarizzandosi con la natura ultima fino a vederla direttamente. Lo yogi che vede questa natura certamente abbandonerà l’ignoranza.
Con la cessazione o l’estinzione dell’ignoranza, cessano le azioni formati- ve. Nello stesso modo, facendo cessare questa e quella diramazione precedente, le azioni composte e così via, anche queste e quelle diramazione successive non avverranno
Ciò che sono solo aggregati di sofferenze In questo modo cessano completamente.
Queste ragioni mostrano che gli aggregati di sofferenza dello yogi sono vuoti dall’essere stabiliti per proprie caratteristiche come io e mio. Ciò che è esclusivamente privo di felicità non potrà più sorgere, cesserà completamente estinguendosi.
In tutti i capitoli precedenti viene confutata la ragione secondo la quale i fenomeni sono considerati esistere intrinsecamente. In questo capitolo non è presente tale confutazione perché nel momento in cui viene rifiu- tata l’esistenza di una natura intrinseca della relazione dipendente dei fe- nomeni e della persona, si comprende che anche tutte queste diramazioni non esistono intrinsecamente.
In questo capitolo ciò che viene determinato è che familiarizzandosi con la realtà ultima si ferma l’ignoranza e grazie a ciò si invertono tutte le rimanenti diramazioni dell’esistenza e si ottiene la liberazione. Senza ottenere questa visione non si ferma l’ignoranza e di conseguenza si producono tutte le diramazioni successive che fanno girare la ruota del samsara.
12. Cessando questo e quello
Questo e quello non avvengono
A causa delle due ignoranze che concepiscono un sé mentre osservano la relazione dipendente del sé e dei fenomeni, ci si afferra ai due sé. Questo modo di percepire, l’ignoranza innata va compreso. Dopo avere confutato con tutti i vari ragionamenti già illustrati i due sé così come sono afferrati da queste due ignoranze, va compresa la generazione del loro antidoto, ovvero la visione che realizza le due mancanze di sé. Dopo avere determinato senza ombra di dubbio la visione pura che realizza il non sé, è necessario impegnarsi con l’ascolto, la riflessione e la meditazione della relazione dipendente combinando l’ordine di generazione e quello inverso.
Questo è il commentario alle dodici strofe del capitolo 26, chiamato “l’analisi delle dodici diramazioni dell’esistenza”.
Le dodici diramazioni dell’esistenza.
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Ignoranza
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Azioni formative
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Coscienza
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Nome e forma
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Le sorgenti
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Contatto
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Sensazioni
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Attaccamento
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Appropriazione
10. Esistenza
11. Nascita
12. Invecchiamento e morte
1. Ignoranza; 8. attaccamento; 9. appropriazione: sono afflizioni mentali o emozioni distruttive e appartengono alla verità dell’origine.
2. Azioni formative; 10. Esistenza: appartengono alla verità dell’origine e sono azioni formative (o karma). Queste cinque appartengono alla verità dell’origine.
Le sette diramazioni rimanenti appartengono alla verità della sofferenza.
-
Ignoranza, azioni formative e coscienza proiettano nome e forma, le sei sorgenti, il contatto e le sensazioni. Attaccamento, appropriazione ed esistenza costituiscono la nascita, l’invecchiamento e la morte.
-
Ignoranza e azioni composte sono cause proiettanti; nome e forma, sorgenti, contatto e sensazioni sono i loro effetti. Attaccamento, ap- propriazione ed esistenza sono le cause costituenti, mentre nascita, invecchiamento e morte sono i loro effetti.
Le azioni formative sono la causa proiettante effettiva. L’ignoranza è causale perché motiva l’azione, e la coscienza è causale perché serve da deposito delle impronte.
Gli effetti proiettanti possono essere classificati in ciò che forma l’identità degli aggregati e ciò che è associato all’esperienza. Il nome e la forma costituiscono la semplice identità e le sei sorgenti costituiscono gli attributi, e in quel momento è presente il soggetto che sperimenta. Il contatto costituisce l’esperienza dell’oggetto e causa la maturazione dell’esperienza con le sensazioni. Queste sono le esperienze dei risultati delle azioni pas- sate, che hanno l’aspetto di felicità o sofferenza, e includono sia ciò che viene sperimentato sia l’atto dello sperimentare.
Quando avviene il contatto grazie alla confluenza di un oggetto, delle fa- coltà sensoriali e della coscienza, avviene anche l’abilità di discernere se l’oggetto è piacevole, spiacevole o neutrale. Lo sperimentare l’oggetto si riferisce all’abilità di discriminare in questo modo, che produce i tre tipi di sensazione, piacevole, spiacevole e indifferente.
La causa costitutiva principale è l’esistenza. L’attaccamento e l’appropria- zione la fanno sorgere. Ciò che viene costituito è la nascita, mentre l’in- vecchiamento e la morte sono gli svantaggi dell’essere nato.
Dal secondo capitolo della “Cognizione Valida”
9. La verità della cessazione
Dimostrare la liberazione e l’onniscienza. La verità della cessazione.
Il significato delle parole
Questo non è non è permanente,
perché l’impedimento della causa e così via è possibile.
Considera gli aggregati ordinari, non sono un continuum permanente che non può essere fermato, perché un potente impedimento che ostacola la loro causa e l’incompletezza di condizioni favorevoli e così sono possibili.
Un’analisi dettagliata
-
Il modo in cui si dimostra la liberazione
-
Il modo di dimostrare l’onniscienza
Il modo in cui si dimostra la liberazione
Se per la sua causa specifica esiste qualcosa di potente che la danneggia, ne consegue che tramite un antidoto potente il suo tipo di continuo può essere eliminato.
Per esempio, vedendo qualcosa di potente che danneggia il contatto freddo, vedi che il continuum dell’esperienza del freddo si ferma. Ugualmente, vedi che esiste qualcosa di potente che danneggia la causa degli aggregati ordinari.
Questa è una ragione corretta per via della natura delle cose. La sua pervasione è stabilità da una cognizione valida diretta.
Stabilire la proprietà del soggetto: ciò che si impegna in modo opposto alla natura di una data cosa, necessariamente per tipologia è un potente danneggiatore del tipo (di natura di quella cosa).
Per esempio, come la proiezione concettuale che concepisce l’assenza del fuoco nel posto dove c’è il fumo, anche la concezione del sé della persona si impegna nel modo opposto alla realtà della cosa.
Quando vedi che la concezione del sé della persona ha un potente danneggiatore, stabilisci l’esistenza di ciò che danneggia la causa della sofferenza tramite la certezza della cognizione valida (che realizza) che i due (concezione del sé e sofferenza) sono causa e risultato.
In che modo?
In accordo a come è insegnato (nei passaggi successivi del testo (219-220)
“In coloro che vedono il sé sorgerà sempre il concetto dell’io.
A causa del concetto dell’io sorge l’attaccamento per la felicità.
Questo attaccamento oscura i difetti e vedendo delle qualità si attacca completamente, appropriandosi di ciò che sostiene il “mio”, e finché si è attaccati all’io si continua ad esistere nel samsara”.
Qualcuno, vedendo un sé sviluppa direttamente il pensiero che si attacca a non volersi separare dal sè, per la forza stessa della concezione che si afferra ad un sé della persona. Da questo sorge l’attaccamento alla propria felicità e di seguito sorge attaccamento ai poteri sensoriali e così via che portano la propria felicità e l’attaccamento al cibo, vestiti e così via, che sono al di fuori.
A causa di questo si agisce per ottenere la propria felicità compiendo le azioni formative. Da questo sorge la sofferenza del non soddisfare i pro- pri desideri e di ottenere ciò che non si desidera. Questo è attestato dalla cognizione valida diretta.
Tramite la cognizione valida diretta (che realizza) che la sofferenza di questa vita e la concezione che si afferra al sé sono causa e risultato, tra- mite l’inferenza della natura delle cose si otterrà la certezza che dall’at- taccamento del momento della morte ci sarà il suo tipo seguente. Poiché anche il termine sofferenza viene affisso a questo (momento seguite dello stesso tipo), tramite l’inferenza della natura delle cose si ottiene la certezza di causa e risultato della sofferenza della vita seguente.
Dal secondo capitolo della “Cognizione Valida” (traduzione di Fabrizio Pallotti e Atisha Mathur).
Strofa 89 estratta dal capitolo 5 del Bodhisattvachariavatara
Non si dovrebbe insegnare il vasto e il profondo
agli individui di capacità minori,
né ad una donna non accompagnata da un uomo.
Ai Dharma dei praticanti superiori e inferiori
si dovrebbe sempre porgere uguale rispetto e praticarli entrambi.
Dal capitolo 24 delle “Chiare Parole”
17. Gli effetti e le stesse cause, agente, azione e oggetto,
produzione, cessazione e
anche gli effetti sono danneggiati.
Che cosa significa “anche gli effetti sono danneggiati?”
Se il vaso fosse intrinsecamente esistente, e lo si conoscesse come tale, in quel caso quale sarebbe la necessità che abbia cause, condizioni e così via come l’argilla. Quindi non esiste in quel modo.
Inoltre, quello che chiamiamo vaso non è possibile che sia un effetto senza cause. Se fosse senza quelle, allora il vasaio, la ruota che fa il vaso e così via e l’azione di fare il vaso non potrebbero esistere. Senza l’esistenza di questi anche la sua produzione e la sua cessazione non esisterebbero, e se la produzione e la cessazione non esistessero sarebbe in contraddizione con i risultati e così via e tutto il resto.
Quindi, per voi che postulate cose intrinsecamente esistenti, nulla sarebbe possibile. Mentre per noi che affermiamo la vacuità, tutte queste (che voi dite) sono impossibili.
Perché?
18. Tutto ciò che sorge dalla relazione dipendente
È stato spiegato come la vacuità.
Questo è designato in dipendenza
e questa è la via di mezzo
In dipendenza dalle cause e dalle condizioni, tutto ciò che nasce per relazione di dipendente, germoglio, coscienza, e così via, tutto questo sorge senza produzione intrinseca, e ciò che non è produzione intrinseca è vacuità.
Il Baghawan ha detto:
“Ciò che è prodotto dalle condizioni non è prodotto
Non è intrinsecamente prodotto da loro.
Ciò che proviene dalle condizioni è spiegato come vuoto.
Chi capisce la vacuità è consapevole”.
Questo è stato insegnato.
La discesa da Lanka insegna ampiamente:
“Mahamati, è con l’intenzione di una produzione
non intrinsecamente esistente
che insegno che tutti i fenomeni sono senza produzione”.
Anche il Superiore centocinquanta versi:
“Insegnare che tutti i fenomeni sono vuoti è nella modalità dell’esistenza non intrinseca. Qualunque cosa sia vacuità è designato in dipendenza. la vacuità stessa definisce distintamente ciò che è designato in dipendenza”.
Un carro è designato sulle ruote e così via, le parti del carro. Il fatto stes- so di essere designato in dipendenza dalle sue parti è la produzione non intrinsecamente esistente e ciò che non è intrinsecamente prodotto è vacuità. la vacuità caratterizzata dalla mancanza di produzione intrinseca è quello che viene spiegato come “Via di mezzo”.
In questo modo, ciò che non è intrinsecamente prodotto, non ha esistenza. Ciò che non è intrinsecamente prodotto, perché non si disintegra, non è non esistente.
Poiché è libero dai due estremi dell’esistenza e non esistenza, la vacuità che è caratterizzata dal non essere intrinsecamente prodotto è la via di mezzo, ed è conosciuto come Via di mezzo.
Quindi, in questo modo, la vacuità designata in dipendenza e la via di mezzo sono nomi diversi del sorgere per relazione di dipendente.
(traduzione Fabrizio Pallotti/Atisha Mathur)
Strofa estratta da: “Una preghiera per l’inizio, il mezzo e la fine” di Je Tzong Khapa
Serkong Rinpoche, durante il primo giorno di insegnamenti “Sorgere dipendente e vacuità” del 17 maggio, ha richiesto la recitazione di questa strofa durante gli insegnamenti.
Avendo esaminato giorno e notte
Con le quattro logiche tutto quello che ho sentito,
Che io possa bandire ogni dubbio
Con la perspicace comprensione
Questo nasce da tale contemplazione.
Una preghiera per l’inizio, il mezzo e la fine di Je Tzong Khapa
Mi inchino davanti ai Buddha conquistatori,
ai Bodhisattva e agli Arhat di tutte le direzioni e di tutti i tempi.
Offro questa preghiera senza limiti con la più pura delle menti
Per liberare innumerevoli esseri dai cicli dell’esistenza.
Con il potere degli infallibili Tre Gioielli
E dei grandi Risci che possiedono la forza della verità,
Possano queste parole sincere dare frutti.
Vita dopo vita, che io non possa mai nascere in reami
Di grande sofferenza o di circostanze sfavorevoli
Ma ottenere sempre una preziosa forma umana
Benedetto da ogni disposizione favorevole.
Dal momento della nascita che non siano mai attratto dai piaceri dell’esistenza,
Ma, guidati dalla rinuncia, l’intento alla libertà,
Siano risoluti nel cercare la vita pura.
Che non ci siano ostacoli a diventare monaco,
Da amici, famiglia o beni,
E che ogni circostanza favorevole,
Al solo pensiero possa apparire.
Una volta monaco, possa io
essere incontaminato finché vivo,
da violazione di voti o per colpe naturale,
Come promesso alla presenza del mio precettore.
Prego che su tale puro fondamento,
E per ogni madre essere senziente,
Mi dedichi con sforzo per innumerevoli doni
In ogni aspetto, profondo e vasto del Mahayana.
Che io possa essere accudito da veri amici spirituali,
Pieno di conoscenza e di intuizione,
I sensi immobili, le menti controllate, amorevoli, compassionevoli,
E con coraggio instancabile nel lavorare per gli altri.
Come Sada Prarudita si è dedicato a Dharma Arya,
che io possa sinceramente compiacere il mio maestro spirituale
Con il corpo, la vita e la ricchezza,
Non lo deluderlo mai per un istante.
Prego che la Perfezione della Saggezza, per sempre profonda,
Un portatore di pace, non vincolato dall’identificazione,
Sia insegnata a me come è stata insegnata a Sada Prarudita,
Insensibile alle acque fangose delle false vedute.
Che io non possa mai cadere sotto il dominio
Di falsi insegnanti e di amici fuorvianti,
La loro visione imperfetta dell’esistenza e della non esistenza
Ben al di fuori delle intenzioni del Buddha.
Con la vela issata delle menti più sincere,
Spinto da venti di sforzo ininterrotto,
Su questa nave ben costruita di studio, riflessione e meditazione,
Che io possa portare esseri viventi dall’oceano del samsara.
Per quanto eccelli nell’apprendimento,
Tanto quanto io do agli altri,
Pura come la mia moralità cresce,
Per quanto io diventi saggio,
Per quanto possa essere privo di orgoglio.
Prego di ascoltare insaziabilmente
innumerevoli insegnamenti ai piedi di un maestro,
da solo, con una logica senza difetti,
Privilegiare i significati delle scritture aperte.
Avendo esaminato giorno e notte
Con le quattro logiche tutto quello che ho sentito,
Che io possa bandire ogni dubbio
Con la perspicace comprensione
Questo nasce da tale contemplazione.
Con la convinzione del Dharma profonda
Ottenuta dalla comprensione nata dalla contemplazione,
Prego di ritirarmi nella solitudine
Con una perseveranza che taglia gli attaccamenti della vita
Dedicare me stesso alla pratica corretta.
Quando l’intento del Buddha sorgerà in me
Attraverso lo studio, il pensiero e la meditazione,
Prego che per le cose di questa vita legate per sempre al samsara
E il pensiero della mia sola felicità
Non mai in me sovvenga.
Slegato dai miei beni
Prego di distruggere l’avarizia,
Riunire i discepoli intorno a me
Dando loro prima di tutto la ricchezza
materiale e poi soddisfarli con il Dharma.
Con la mente rinunciata senza mai trasgredire
Anche il più piccolo precetto, anche a costo della vita,
Possa per sempre sventolare la bandiera della libertà.
Quando vedo, sento o penso a quelli
a chi mi hanno colpito, picchiato o malignato,
Che io possa essere senza rabbia, parlare delle loro virtù,
E meditare sulla pazienza.
Prego di applicarmi all’entusiasmo,
Raggiungere le virtù non raggiunte,
migliorare quelle raggiunte, e di
eliminare la triplice pigrizia debilitante.
Possa io abbandonare l’assorbimento meditativo
che manca del potere dell’intuizione che elimina il samsara,
che se separato dalla compassione umida
che abbandona la pace del Nirvana, riporta per lo più nel samsara,
Ma che possa sviluppare invece l’assorbimento meditativo
che unisce la compassione e la saggezza.
Prego di eliminare le false visioni della vacuità,
Mentalmente fabbricate e di conoscenza parziale,
Nate dalla paura della verità più profonda, tenute come supreme,
E di realizzare che tutti i fenomeni sono per sempre vacuità.
Che io possa portare a una moralità impeccabile
a quei cosiddetti praticanti con la loro etica viziosa
Spudoratamente vuota di pura pratica,
che inseguono i sentieri evitati dai saggi.
Possa io portare sul sentiero lodato dai Buddha
Quelli che si sono persi e sono caduti su strade sbagliate,
Fuorviati da insegnanti illusi e amici fuorvianti.
Prego che con il mio ruggito di leone dell’insegnamento,
dibattito e composizione
Appiattisca l’orgoglio dei falsi oratori simili a volpi,
E, raccogliendo discepoli ben addestrati con me,
sventoli la bandiera degli insegnamenti per sempre.
In tutte le vite possa bere il nettare degli insegnamenti di Buddha,
nascere in una buona famiglie
con una bella corporatura, ricco, potente e saggio,
Benedetto da una lunga vita e da una sana salute.
Possa io sviluppare l’amore unico di una madre
Per coloro che mi malignano
E che progettano malvagiamente contro la mia vita,
Il mio corpo, o i miei beni.
Crescendo dentro di me
la pura e straordinaria mente dell’illuminazione
La cui natura è quella di amare gli altri più di se stessi,
Che presto possa dare loro l’insuperabile Illuminazione.
Chiunque ascolta, vede o richiama questi versi alla mente,
Che possano essere imperterriti nel soddisfare
Le potenti preghiere dei Bodhisattva.
Con la forza di queste vaste preghiere
Fatte con l’intenzione più pura,
Possa io raggiungere la perfezione della preghiera
E soddisfare le speranze di ogni essere vivente.
Preghiere di dedica
TEN PA RIN CEN CIOG KI MA KYAB AM
Dove gli insegnamenti supremi non sono ancora giunti
KYAB KYANG NYAM PAR GYUR PAI CIOG DER IN
e dove c’erano ma sono degenerati
NYN JE CEN PO YI RAB KYO PA YI
tramite la grande compassione
possa io stimolare le menti degli esseri
PEN DEI TER DE SEL BAR GE PAR SHOG
e possa far brillare il tesoro del bene e della felicità.
Tradotta in Italiano da Fabrizio Pallotti dalla versione inglese di Gavin Kilty.
I quattro tipi di ragionamento
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Il ragionamento della dipendenza
-
Il ragionamento della funzione
-
Il ragionamento della fattibilità
-
Il ragionamento della natura
Traduzione di Fabrizio Pallotti, dal testo originale curato da Bikshu Puntsok Dhondrub, Ph.D pubblicato nel 2006 da Gelugpa Student’s Welfare Saranath, Varanasi.