4 – S.S. Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: I primi passi nella pratica di Mahamudra

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche riceve in udienza per la prima volta la delegazione del Centro Studi Tibetani Sangye Cioeling

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche nell'ottobre 2008 riceve per la prima volta in udienza nella sua residenza a Dhera Dhun in India la delegazione del Centro Studi Tibetani Sangye Cioeling col Dr. Luciano Villa, l'Ing. Alessandro Tenzin Villa, in pellegrinaggio a Dharamsala agli insegnamenti di Sua Santità il Dalai Lama.

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche prosegue nella conversazione offrendoci dei preziosissimi consigli sui primi passi della pratica vera e propria della Mahamudra.

Appunti e domande del Dr. Luciano Villa e dell’Ing. Alessandro Tenzin Villa nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Domanda: Quali sono i primi passi della pratica vera e propria della Mahamudra ?

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche

Dopo i preliminari, possiamo procedere ad impegnarci nella pratica vera e propria di Mahamudra. La prima fase della pratica è la meditazione sullo Yidam, cioè la coltivazione di noi stessi come divinità che in questo caso è Chakrasamvara consorte di Vajravarahi. E’ importante capire lo scopo di questa pratica di meditazione dello Yidam, o Yoga della divinità. Non si tratta solo di immaginare se stessi come divinità, ma piuttosto di trasformare completamente la propria realtà. Di solito pensiamo noi stessi come esseri umani ordinari con idee diverse del mondo – tutte le nostre connessioni, tutti i nostri pensieri, tutte le nostre dicotomie- fondamentalmente immersi nel mondo ordinario, o samsara.

Prima di ottenere la comprensione della realtà che è pratica e realizzazione di Mahamudra, dobbiamo andare oltre questa realtà illusoria del samsara. Per fare questo, ci generiamo come la divinità. Non si tratta solo pensare a noi stessi in un modo semplice ma visualizzare davvero noi stessi, sperimentare noi stessi come divinità con consorte con tutti gli attributi, tutti i poteri, l’intero ambiente della divinità

Quando abbiamo compiuto o coltivato la nostra meditazione al punto in cui sperimentiamo noi in quel modo, allora ci siamo tagliati fuori da tutte le illusioni del mondo ordinario, samsarico e da tutti i pensieri di me, mio, desiderio, odio e illusione. Tutte queste cose che hanno a che fare con il mondo ordinario vengono eliminate tramite questa visualizzazione, la visualizzazione compiuta di noi stessi come divinità.

Solo da questo punto di vista, liberi dal mondo ordinario, possiamo entrare nella contemplazione e meditazione sulla realtà ultima o Mahamudra. Quindi, ci liberiamo dall’attaccamento alla realtà ordinaria coltivando questa realtà della divinità più alta, più pura, più potente nel mandala, circondata dall’ambiente divino parasidisaco con tutti gli attributi divini.

Una volta liberi generando noi stessi come la divinità, vi è la tendenza susseguente ad attaccarci a quella realtà divina superiore così come siamo attualmente attaccati a tutti i fenomeni del nostro io ordinario e del nostro mondo ordinario.

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