Amitabha Buddha

Amitabha Buddha

Amitabha Buddha

Amithabha Luce infinita, come gli altri quattro Dhyani Buddha, è menzionato nella maggior parte dei sistemi tantrici e rappresenta vari aspetti fisici e mentali, combatte le illusioni del desiderio e lussuria e rappresenta la mente illuminata della saggezza discriminante, è connesso all’elemento fuoco, al senso del tatto, dal punto di vista del benessere fisico: al calore del corpo ed al fegato. In relazione con gli altri Buddha e Bodhisattva ha come Consorte Pandara, come Bodhisattva: Avalokiteshvara, come Buddha: Shakyamuni, è il rosso, la sua direzione è l’ovest, il gesto caratterizzante o (mudra): il dhyana o la meditazione, il simbolo della famiglia è padma (loto), la sillaba è HRIH, il suo veicolo è il pavone, il suo aggregato la percezione (in sanscrito: sanjna).

Buddha Amithaba, Alchi.

Buddha Amithaba, Alchi.

il suo colore

Amitābha Buddhasanscrito Amitābha (अमिताभ), letteralmente “Luce (ābhā) senza fine (amita)”; in cinese traslitterato 阿彌陀 (pinyin Āmítuó), tradotto 無量光 (pinyin Wúliángguāng); in giapponese Amida (阿彌陀, Amida?), a volte Amida Nyorai (阿弥陀如来, Amida Nyorai?) in quanto parte dei gochinyorai; coreano Amit’a (아미타); vietnamita A-di-đà; tibetano od-dpag-med — è un Buddha celestiale descritto in alcuni sutra della scuola Mahāyāna di Buddhismo, e particolarmente venerato nell’Amidismo. Secondo queste scritture, Amitābha è un Buddha che possiede infiniti meriti in virtù delle numerose buone azioni compiute durante le sue innumerevoli vite come bodhisattva (è quindi un Buddha completo, come il Gautama Buddha); ormai da tempo al di fuori del samsara, vive nella “Terra Pura” (sanscrito Sukhāvatī, cinese 净土 pinyin Jìngtŭ) che si trova oltre l’Occidente, al di là dei confini di questo mondo. Grazie alla forza dei Voti da lui giurati quando era un bodhisattva, Amitābha conserva la possibilità di far rinascere coloro che lo invocano in questo Paradiso Occidentale, dove possono studiare il Dharma sotto la sua guida e quindi diventare bodhisattva e poi Buddha a loro volta, scopo finale di ogni anima nel buddhismo Mahāyāna.

I voti di Amitābha indicano che tutti coloro che lo invocano con fede potranno rinascere nella Terra Pura, indipendentemente dai loro meriti o dal loro stato religioso e sociale, e questo ha fatto dell’Amidismo una religione molto popolare. È inoltre venerato come uno dei Cinque Buddha Dhyani (insieme a Akobhya, Amoghasiddhi, Ratnasambhava, e Vairocana), associato all’Ovest e allo skandha di sajñā. Nel buddhismo tibetano è invocato anche con il nome di Amitāyus o tshe-dpag-med, specialmente associato alla longevità.

Dottrina

Secondo il Sukhāvatīvyūha Sūtra, Amitābha fu in tempi molto antichi (cioè, in un universo di molto precedente a quello attuale) un monaco di nome Dharmakāra; in alcune versioni del sūtra, Dharmakāra era un re che, entrato in contatto con il Dharma, aveva abdicato e si era fatto monaco. Risoltosi ad andare fino in fondo e diventare un Buddha, produsse un suo buddhaketra (“giardino di Buddha”, un paradiso prodotto dai meriti acquisiti da un Buddha in cui la sua anima va a vivere una volta uscita dal ciclo delle rinascite) dotato di grande perfezione; queste decisioni furono espresse nei suoi 42 Voti (cinese 四十八願), che dettavano le regole di quel paradiso, le condizioni per le quali alle anime fosse consentito reincarnarsi in esso e la forma che avrebbero assunto lì. Nella versione più comune in Cina, Corea e Giappone, il 18esimo voto è che ogni essere di ogni universo che invoca il nome di Amitābha (non meno di dieci volte) col desiderio di rinascere nella sua Terra Pura, potrà rinascere in essa; la 19esima è che lui, insieme ai suoi discepoli bodhisattva, apparirà ai suoi devoti al momento del trapasso.

Il sutra poi spiega come Amitābha, dopo aver accumulato grandi meriti nelle sue innumerevoli vite, abbia finalmente raggiunto lo stato di Buddha, e viva da allora nel suo Sukhāvatī, di cui poi descrive le virtù e le delizie. Oltre al Sukhāvatīvyūha Sūtra un altro testo del buddhismo Mahāyāna che descrive Amitābha e la sua dottrina è lo Amitāyurdhyāna Sūtra, o Sutra della Meditazione su Amitāyus, dove Amitāyus è un altro nome del Buddha.

Iconografia

Amitābha può essere distinto a volte solo a fatica da Śākyamuni, poiché entrambi sono ritratti con gli attributi di un Buddha; possono però essere distinti dal loro mudrā: Amitābha è spesso ritratto, quando è seduto, con Dhyanamudra il mudrā della meditazione, con le mani giunte e i pollici che si toccano (come nella statua di Amitābha nel tempio di Kōtoku-in a Kamakura) o il mudrā dell’esposizione, mentre il mudrā delle Terra (con la mano destra che punta in basso sopra la gamba destra, con il palmo rivolto all’interno) è riservata alle raffigurazioni del Śākyamuni seduto. Quando è raffigurato in piedi, Amitābha ha spesso il braccio destro nudo e rivolto in basso, con il palmo della mano destra rivolta verso l’esterno.

Quando non è raffigurato da solo, Amitābha è generalmente accompagnato dai suoi due discepoli bodhisattva: Avalokiteśvara (Guānyīn) alla sua destra e Mahāsthāmaprāpta (Dà Shì Zhì) alla sua sinistra.

Come membro dei Cinque Buddha Dhyani, Amitābha è associato al rosso (colore di amore e compassione) e all’Ovest (è visto come il sole del tramonto, rosso appunto); è il più popolare del gruppo. Il suo emblema è il Loto, ed è associato ai suoi attributi: nobiltà, apertura, e purezza.

Origini

La prima testimonianza del nome Amitābha è la dedica incisa su una statua del II secolo trovata a Govindnagar, Pakistan, ora al museo di Mathura, dedicata a “Amitābha Buddha” da una famiglia di mercanti nel “28esimo anno del regno di Huvika“, cioè nella seconda metà del secondo secolo, durante l’impero Kuāa.

Il primo sutra a citare Amitābha è la traduzione cinese del Pratyutpanna-sūtra, portata nel Paese dal monaco Kuāa Lokakema intorno al 180 d.C., e che si dice sia stato all’origine del Buddhismo della Terra Pura in Cina.

Da un punto di vista storiografico il culto di Amitābha si è probabilmente sviluppato alla fine del I secolo.

http://it.wikipedia.org/wiki/Amitabha_Buddha

Namo! Omaggio all’ immensa, come il mare, Assemblea dei Buddha della Piscina dei Fiori di Loto e dei Bodhisattva (ripetere 3 volte)

Sutra dell’insegnamento di Buddha su Amitabha Buddha

Così ho sentito parlare:
Una volta, Buddha si soffermò a Shravasti, nel Boschetto di Jeta nel Giardino Perduto dei Benefattori e degli Orfani, insieme ad una grande assembea dei Bhikshu, 1250 persone in totale.
Tutti i più grandi Arhat conosciuti erano presenti all’Assemblea: l’ Anziano Shariputra, Mahamaudgalyayana, Mahakasyapa, Mahakatyayana, Mahakausthila, Revata, Suddhipanthaka, Nanda, Ananda, Rahula, Gavampati, Pindola-Bharadvaja, Kalodayin, Mahakaphina, Vakkula, Aniruddha e tutti i loro simili. C’erano tutti i più grandi discepoli, insieme con tutti i Bodhisattva e Mahasattva: Manjushri ovvero il Principe del Dharma, Ajita Bodhisattva, Gandhastin Bodhisattva, Nityodukta Bodhisattva e tutti i loro simili. C’ erano tutti i Grandi Bodhisattva e Shakra, il capo degli Dei arrivò da tutti i cieli insieme a numerose altre grandi moltitudini.
In quel tempo, Buddha disse all’Anziano Shariputra : “Passando da qui attraverso 100 mila milioni di terre dei Buddha verso Ovest, c’è un mondo chiamato Felicità Estrema. In questa terra c’ è un Buddha chiamato Amitabha che proprio adesso sta insegnando Dharma”.
Shariputra chiese: ” Perché questa terra viene chiamato Felicità Estrema? Tutti coloro che vivono in questo paese non soffrono mai e godono ogni beatitudine. Perciò viene chiamato Felicità Estrema”.
“Inoltre, Shariputra, questa terra della Felicità Estrema è completamente circondata da sette file di ringhiere, sette strati di reticolato e sette fila di alberi, tutto costituito e circondato dai quattro tesori e per questo motivo questa regione, viene chiamata Felicità Estrema.
Inoltre, Shariputra, nella terra della Felicità Estrema ci sono le piscine dei sette gioielli, riempite dall’acqua dei meriti delle otto qualità; ognuno di queste è pura, coperta dalla sabbia d’oro. Le strade nei quattro lati son costituite da oro,argento, lapislazzuli (sono pietre preziose) e cristalli. Sopra vi sono i palazzi, con decorazioni d’ oro, argento, lapislazzuli, cristalli, madre perla, rubini e carnelian.
Nella piscina crescono i fiori di loto, larghi come le ruote di una comune carrozza, che se colorati di verde producono luce verde, di rosso luce rossa, di giallo luce gialla e di bianco luce bianca, emanando una delicata, rara e pura fragranza.
Shariputra, la Terra della Felicità Estrema è coronata dallo splendore delle loro virtù.”
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