Machig Labdrön e le fondamenta del Chöd: NOTE

Prefazione

  1. Phung po gzan skyur rnam bshad gcod kyi don gsal byed (Un’Esposizione della Trasformazione degli Aggregati in un’Offerta di Cibo che Fa Luce sul Significato del Chöd). I Capitoli 1 e 2 costituiscono la biografia sacra tradotta qui come La Vita Meravigliosa.

  2. Phung po gzan skyur ba’i rnam par bshad pa las ma gcig lab sgron ma’i rnam par thar pa mdor bsdus tsam zhig (Una Storia Concisa della Vita di Machig Labdrön, Derivata da Un’Esposizione del Trasformare gli Aggregati in un’Offerta di Cibo). Questo lavoro più ampio, che sembra essere la fonte del Trasformare gli Aggregati, si dice nel suo colofone che è tratta dalla Grande esposizione del Trasformare gli Aggregati in un’Offerta di Cibo, una versione che non esiste più.

  3. Questa biografia senza data e anonima, pubblicata su richiesta di uno sconosciuto Rin bzang grags pa dbang phyug, è divisa in sette capitoli: (1)Come Machig rinunciò alla vita mondana e lasciò la sua famiglia; (2) Come Machig aprì i cancelli del Dharma; (3) Come Machig seguì Thöpa Bharé e insegnò il Dharma a suo marito e a suo figlio Gyalwa Döndrup; (4) Come Machig ottenne la realizzazione e soggiogò i dèmoni in luoghi spaventosi; (5) Come Machig insegnò il significato ultimo (della sua dottrina) a Lhatag Khenpo e ad altri; (6) Come Machig si stabilì a Zangri e lavorò per diffondere la sua dottrina per il beneficio degli esseri; (7) Come Machig se ne andò verso lo stato oltre la sofferenza.

Introduzione

  1. Preti Bönpo: adepti del Bön, che è generalmente considerata la prima religione del Tibet. Precedente all’ingresso del Buddhismo, nel settimo secolo, essi esercitarono una potente influenza sui sovrani tibetani che durò fino all’undicesimo secolo. Sebbene esista anche una tradizione Bön del Chöd, non verrà trattata dettagliatamente nel presente studio.

  2. Atiśa fu un Maestro dell’università monastica di Nālandā. Trascorse dodici anni in Tibet dove i suoi insegnamenti diedero vita alla scuola Kadampa. Il suo sistema sugli stadi del sentiero (lam rim) pervade la maggior parte delle scuole tibetane fino ai giorni nostri. Vedasi Sherburne, 1983.

  3. Mahāsiddha (grub thob): un adepto tantrico con poteri soprannaturali (siddhi), che di solito vive nel mondo senza connessione con nessuna istituzione. La tradizione tibetana di solito fa riferimento agli ottantaquattro mahāsiddha dell’India come le fonti principali del Vajrayāna trasmesso al Tibet.

  4. Trungpa, 1986 e Lhalungpa, 1985.

  5. Roerich, 1976: 225. Errore ripetuto nell’indice, p. 1216, e prima individuato da Janet Gyatso, 1985: 329, n. 34.

  6. Un resoconto non accettato da tutte le fonti, ma prevalente nella visione popolare. Vedasi sotto, Capitolo VI.

  7. A prescindere dalla famosa Yeshé Tsogyal, Machig Labdrön e Shukseb Lochen Jetsun Rigdzin Chönyi Zangmo (Shug gseb lo chen rje btsun chos nyid bzang mo, 1852-1953), un’incarnazione di Machig Labdrön, alcune delle più importanti donne insegnanti del Tibet furono: Jomo Menmo (Jo mo sman mo, 1248-1283), Jetsun Mingyur Paldrön (Mi ‘gyur dpal sgron, 1699-1769), la figlia di Minling Mingyur Paldrön (Mi ‘gyur dpal sgron, 1699-1769), la figlia di Minling Terchen Terdag Lingpa, Gyurmé Dorjé (1646-1714), Jetsun Trinley Chödrön, una delle insegnanti di Jamyang Kyentsé Wangpo (1820-1892) e Sera Khandro Kunzang Dekyong Wangmo, anche conosciuta come Dewai Dorjé (bDe ba’i rdo rje, (1899-1952). Lista fornita da Matthieu Ricard comunicazione personale.

  8. Potrebbe valere la pena di studiare certe analogie tra la società del Tibet del dodicesimo secolo e le condizioni storiche della Francia medievale che produsse le streghe. Attualmente in Nepali, il termine dākini, pronunciato “dānkini”, significa ancora “fattucchiera”.

9. Templeman, 1981: 12

10. Ibid.

11. Una completa descrizione (con la relativa sādhana) della trasmissione femminile della saggezza, come Yum kun tu bzang mo, si trova ne La Storia Concisa della Vita, fols. 8 ff.

12. Aryadeva il Brahmino, Il Grande Poema; tradotto sotto nel Capitolo Primo.

13. Il Buddhismo, in generale, ritiene che un sistema o (una) tradizione siano autentici e completi se riuniscono la retta visione (lta ba), la retta meditazione (sgom pa) e la retta azione o (il retto) comportamento (spyod pa).

14. Dam chos phyag rgya chen po’i gcod yul.

15. bDud kyi gcod yul. La traduzione riportata qui è solo approssimativa. Per una discussione e una definizione più dettagliate, vedasi il Capitolo Terzo sotto.

16. L’espressione bod gcod compare ne Le Istruzioni Definitive di Karma Chagmé, dove egli fa una distinzione tra il bka’ ma della trasmissione scritturale a cui questi diversi lignaggi appartengono e il gter ma di Guru Rinpoché scoperto da Rinchen Lingpa, Sangyé Lingpa e altri. Tuttavia, Fu Machig stessa la fonte delle tradizioni del Tesoro Ritrovato. Lei stessa nascose i testi affinché, nel futuro, nel momento della loro scoperta, correggessero la tradizione corrotta del Chöd. Riguardo alle distinzioni tra bka’ ma e gter ma, vedansi il Capitolo Quinto, n. 16, e Tulku Thondup Rinpoche, 1986: 101 e 224, n. 93 e 94.

17. Kapstein, 1980: 139.

18. Patrul Rinpoché, 1994: 297.

19. Per quanto ne so io, “Lo Sviluppo della tradizione del Gcod” in Soundings in Tibetan Civilization, di Janet Gyatso, ed. Aziz e Kapstein (Delhi: Manohar, 1985) pp. 320-341, è l’unico studio serio pubblicato finora. E’ stato usato come punto di partenza per lo studio presente. La dissertazione non pubblicata, di Savvas (1990) contiene importanti traduzioni di testi rituali. Si vedano anche Orofino, 1987, le varie citazioni in Tucci, 1980, e Stein, 1972. Per un bel commentario alla pratica, si veda Anila Rinchen Palmo, 1987. La Vita Meravigliosa è presente anche in Allione, 1984.

20. Bleichsteiner, 1950: 194-195, come citato da Eliade, 1964: 436.

21. David-Neel, 1993: 107.

22. Evans-Wentz, 1958: 277 ff. Il testo è il gCod yul mkha’ ‘gro’i gad rgyangs (Recidere l’Oggetto – la Risata delle Dākini) un estratto dal Klong chen snying thig (Goccia Essenziale di Longchenpa)

23. Eliade, 1964: 108, 436.

24. Jātaka, o le vite precedenti del Buddha, sul quale si veda sotto, Capitolo Terzo.

25. Van Tuyl, 1979: 38.

26. La Storia Concisa della Vita, f. 118.

27. Patrul Rinpoché, 1994: 302.

28. Lacarrière, 1975: 159.

29. Tucci, 1980: 163.

PARTE PRIMA: LA TRADIZIONE DEL CHÖD

1 Il Grande Poema sulla Perfezione della Saggezza

  1. Il titolo generale, ‘Phags pa shes rab kyi pha rol tu phyin pa’i man ngag (Istruzioni sulla Perfezione della Saggezza) aggiunto dal curatore tibetano, è davvero diverso dalla traduzione tibetana dopo il titolo in Sanscrito. Il titolo originale tibetano, Ārya de was mdzad pa’i shes rab kyi pha rol tu phyin pa’i tshigs su bcad pa chen mo, è quello tradotto qui come titolo: Il Grande Poema sulla Perfezione della Saggezza, del Brahmino Āryadeva. La traduzione dei versi deve molto al commentario orale offerto da Khenpo Tsultrim Gyamtso Rinpoché (del Marpa Institute, Bauddha, Kathmandu) e da Geshé Lobsang Gyatso (School of Dialectis, Dharamsala).

  2. I due scopi (don gnyis): quello del bodhisattva di recidere i dèmoni dell’ignoranza e realizzare la natura della mente, e quello degli altri, la compassionevole attività per gli altri.

  3. Lasciata fuori qui, al suggerimento di Geshé Lobsang Gyatso, è il verso:

bca’ bzhi gsum gyi bka’ yi thog tu bzhag

che sembra riferirsi al quadruplice (“Fourfold”?) dam dca’ (tesi”, Skt. Pratijña) del sistema Madhyamaka.

4. La mente altruistica determinata (a raggiungere) l’illuminazione (???) (Skt. Bodhicitta, Tib. byang chub kyi sems) con la motivazione di liberare tutti gli esseri dalla sofferenza del samsāra.

5. mTun ‘gyur legs pa brjod par bya; alla lettera, “Recitateli perfettamente proprio come sono”.

6. Abili mezzi (Skt. Upāya, Tib. thabs). Il testo suggerisce l’unione della saggezza trascendente (Skt. prajñā, Tib. shes rab), con gli abili mezzi, per esempio, le altre cinque perfezioni (Skt. pāramitā, Tib. pha rol tu phyin pa). Questa prospettiva è la vera base del Mahāyāna in generale e della Prajñāpāramitā in particolare.

  1. La grande chiara luce (‘od gsal chen po): secondo la definizione più generale, l’essenza della mente è vacuità, la sua natura è chiarezza e la sua manifestazione è senza limiti. Questa chiarezza non è una caratteristica della mente, dato che, nel contesto della Madhyamaka, la mente è vacuità. La chiara luce è priva di qualsiasi realtà ed essendo il frutto dell’esperienza meditativa dello yoghi, non può diventare un oggetto di analisi.

  2. Unire spazio e consapevolezza (dbyings dang rig pa bsre bar bya): Il discepolo viene introdotto in questa pratica attraverso l’iniziazione dell’Apertura dei Cancelli dello Spazio che Dampa trasmise a Machig. Partendo da questo verso, il testo corrisponde esattamente alla tradizione del Chöd di Machig.

  3. Le Isole d’Oro (gser gling dag) si riferiscono all’Arcipelago di Sumatra.

  4. Qui il testo usa l’espressione snyems byed, alla lettera “arroganza” oppure “orgoglio”, ma nel cnotesto della tradizione del Chöd è reso meglio come “l’erroneo afferrarsi alla realtà” o “aggrapparsi all’ego,” il quarto dèmone descritto nella tradizione del Chöd

  5. I “dèmoni tangibili” (thogs pa’i bdud) vengono percepiti dai cinque sensi, a volte come gradevoli, altre sgradevoli, altre indifferenti. Questi dèmoni fanno sorgere attaccamento, avversione o ignoranza.

  6. Se la pratica del meditatore è eccellente, recide tutti i punti di riferimento, tutte le idee di direzione (???), uno stato che ricorda quello di essersi persi in una vasta foresta. Nel secondo caso, il meditatore annienta i dèmoni nel preciso momento in cui (essi) appaiono nella mente, come se fossero già dotati di poteri soprannaturali. Infine, l’ascia affilata rappresenta la saggezza trascendente che taglia l’attaccamento alla realtà di questi dèmoni per mezzo della ragione.

  7. I dèmoni immaginari o intangibili (thogs med bdud) sono quelli che non possono essere percepiti dai sensi. Alcuni di loro sono puramente immaginari, altri possiedono un grado di relativa realtà.

  8. La moxibustione (me btsa’) è applicata nella medicina tibetana in certi punti sulle linee meridiane del corpo.

  9. Riguardo ai termini tecnici legati al Chöd – chod tshad, “segno definitivo di realizzazione” e tshar tshad, livello di ottenimento finale” – si vedano le spiegazioni nel Capitolo Terzo e quarto, sezione 4, sotto.

  10. Questa frase è spesso attribuita a Dampa o a Machig. Si riferisce alla pratica del trasferimento di coscienza (‘pho ba) conosciuta come Apertura dei Cancelli dello Spazio.

II La Prajñāpāramitā

1. Tra i numerosi commentari a questo sūtra, si veda Rabten, 1983, Trungpa, 1973, Conze, 1958, Geshe Kelsang Gyatso, 1986, Lopez, 1988, Khenpo Tsultrim Gyamtso, 1986.

2. Comunque, “tutto il silenzio non va preso esageratamente come l’insegnamento più profondo, ma solo il silenzio (che c’è) nel contesto speciale del pensiero profondo sull’ultima…Come la Dèa dice a Śāriputra:’…non mirate alla liberazione abbandonando la parola!’” (Thurman, 1976: 132). Si vedano anche Thurman, 1984: 91, n.124 e specialmente le pp. 129-130:

L’insegnamento definitivo risulta essere, in ultima analisi, assoluto silenzio, un’assoluta negazione dell’ultima espressibilità della realtà. Ma non dobbiamo mai confondere il silenzio della non-imposizione di un dogma autoritario sull’assoluto con un silenzio grave e referenziale che partecipa al misticismo non-razionale dell’uso reificazionale (???) e ingenuamente realistico del linguaggio per alludere misteriosamente alle essenze e alle sostanze. (CONTROLLARE! Thurman!) E’ piuttosto un silenzio (come quello che) è pura negazione di di tutto quello che oltre a noi afferma la nostra assolutezza e perfezione, che afferma la nostra capacità di ragionare per capire da soli senza essere dominati da alcuna autorità esterna. E’ un silenzio di riservatezza dalla parte dei buddha, un rifiuto di mettere una barriera tra noi e loro, come se solo essi sapessero e noi no, e loro dovrebbero dirci cos’è.

3.Skt. śūnyatā, Tib. stong pa nyid. Il termine vacuità in realtà si riferisce alla natura ultima dei fenomeni che sono vuoti di esistenza inerente o privi di una natura propria. Un Śūnyavādin non sostiene il nulla, ma insiste nel dire che qualsiasi fenomeno è vuoto di esistenza inerente, di una sua natura (svabava śūnya).

  1. Tra le varie scuole Madhyamaka, gli Svātantrika vedono la realtà ultima come lo spazio vuoto: per i Prāsangika, è oltre tutte le concettualizzazioni (spros bral). Questa ultima definizione è la più elevata definizione analitica sulla natura ultima, perché stabilizza (???) la vacuità di esistenza inerente di tutti i fenomeni (rang stong – vacuità intrinseca). Tuttavia, la scuola della vacuità qualificata (gzhan stong – vacuità estrinseca) aggiunge a questa definizione la chiara luce della mente, vista, non come un fenomeno, ma come l’esperienza meditativa dello yoghi. Ne deriva che la natura ultima della mente è definita come l’unione inseparabile di chiarezza e vacuità.

  2. Dalai Lama, 1977:55.

  3. I due veli che impediscono la realizzazione della vera natura della mente sono: il velo delle afflizioni mentali (nyon mongs pa’i sgrib pa) e il velo delle ostruzioni all’onniscienza (shes bya’i sgrib pa).

  4. La Vita Meravigliosa, pagg 61-62; tradotta sotto, pagg 151-152.

  5. Ibid. p. 33; tradotta sotto, p. 132.

  6. Gyatso, 1985:323.

  7. The Single taste (L’Unico Sapore) (Ro snyoms) non è citato tra i testi attribuiti a Nāropa nell’edizione Dergé del bsTan ‘gyur (Guenther, 1963:268). Janet Gyatso (1985:327), allo stesso modo, dichiara che non ha mai visto “nessuna affermazione esplicita che Naropa insegnò il Gcod.” Dzatrul Ngawang Tenzin Norbu (1867-1940), nel suo sPyod yul khrid gzhung cita due testi di Chöd di Naropa, il Ro snyoms e il gSang gcod. La maggior parte delle fonti citano uno o l’altro e a volte entrambi. Una Biografia di Machig (fol. 87) dice che Machig ricevette da Dampa Sanghé “i cinque cicli del ro snyoms,” senza specificarne l’autore.

  8. Karma Chagmé, nelle sue Istruzioni Definitive (Definitive Instructions) (pag. 3) cita Il Grande Poema (The Grand Poem) di Āryadeva, L’Unico Sapore (The Single Taste) di Nāropa, The Pacification (Zhi byed) di Dampa e L’Eliminazione della Confusione (Khrul chos o ‘Khrul bcod) di Padmasambhava/Orgyen. Jamgön Kongtrul, nel suo Compendium (pag. 423) omette il testo di Āryadeva e lo sostituisce con “il Chöd del significato ultimo della trasmissione del lignaggio,” per esempio, le istruzioni secondo la tradizione della Prajñāpāramitā, trasmessa (a partire dal Buddha) da Nāgarjuna, Āryadeva il filosofo…Āryadeva il Brahmino e Dampa. Egli, tuttavia, ha dimestichezza con il testo del Brahmino Āryadeva, che cita nello (rivedere) gZhung chung (Il Trattato Breve) e che integra nel suo gDams ngag mdzod (Treasury of Profound Instructions) vol. 14, sul Chöd.

  9. Secondo la Transmission History, passim.

  10. SLob dpon. La tradizione tibetana, che riconosce gli ottantaquattro mahāsiddha indiani, confonde due Nāgarjuna: il filosofo del secondo secolo fondatore del sistema Madhyamaka e lo yoghi del nono secolo, discepolo di Saraha. Di entrambi si dice che ebbero un discepolo chiamato Āryadeva. Quello a cui si fa riferimento qui come al “Brahmino” dovrebbe essere il discepolo del secondo Nāgarjuna. Una corta biografia di entrambi gli Āryadeva è data nella Transmission History, pag. 431. Per il più recente assestamento sulla cronologia di Nāgārjuna/Āryadeva, si veda Ruegg, 1982. Per una visione antitetica, si veda Guenther, 1969: 12.

  11. Citato come (“L’Insegnamento) Mahāmudrā simile al Gange” (Phyag chen gang ga ma) nel trattato di Je Monlam Thayé Gyatso, The Single Seat (pag. 361).

  12. Transmission History, pag. 432 ff.; secondo gli Annali Azzurri (Roerich: 868), egli nacque a carasimha, nella regione del Bebala.

  13. Si veda nota 13 sopra. Gli Annali Azzurri (Roerich: 868) citano solo Nāgārjuna e Āryadeva, apparentemente facendo coincidere i Nāgārjuna e gli Āryadeva.

  14. Secondo The Geography of Tibet according to the ‘Dzam-gling-rgyas-bshad (Wylie, 1962:31) egli meditò nella grotta di Sankhu (Tsam khu), situata vicino all’attuale tempio di Vajrayoghini.

  15. Swift-footedness (rkang mgyogs) è uno dei siddhi (poteri) ordinari, attribuito anche a Dampa ne La Vita Meravigliosa. Il sentiero della visione (mthong lam) è il terzo dei cinque sentieri (lam lnga) e fa riferimento ad uno stadio della percazione diretta della vacuità. La Mahāmudrā Suprema corrisponde al quinto (sentiero), quello del non-più-apprendimento (mi slob pa’i lam) ed è identico alla Buddhità.

  16. Su Dingri e Langkhor si veda Aziz in Tibetan Studies in Honour of Hugh Richardson, ed. da Aris e Aung (Dehli: Vikas, 1980): 21-29.

  17. Secondo le Istruzioni Orali per i Ritiri in Montagna, questa versione della vita di Dampa è vista come la tradizione orale esoterica. Tuttavia, per Gene Smith (citato in Hopkins, 197: 451, n. 26), questa identificazione di Dampa Sangyé con Bodhidharma è “uno strano fiore prodotto dalla fertile immaginazione di lCang-skya.”

  18. La Storia Concisa della Vita, fols. 95-101.

  19. Roerich, 1976: 982.

  20. Transmission History, pagg. 436 ff.

  21. La Storia Concisa della Vita, fols. 135 ff.

  22. Transmission History, pagg. 436 ff. e La Vita Meravigliosa, pag. 32; tradotto sotto, pag. 131.

  23. Decleer, 1992.

  24. Eliade, 1960: 23. A proposito della distinzione tra chos ‘byung (Transmission History) e rnam thar (biografia sacra!!!), si veda sotto, Capitolo VI, e Decleer, 1992.

  25. Per una breve biografia di Kyotön Sönam Lama (sKyo ston bsod nams bla ma), si veda la Transmission History, pag. 439, da cui è stato estratto questo passaggio.

  26. Nel colofone del suo The Path Profound: A Textual Commentary on Chöd (pag. 45), l’autore Matibhadrakirti (Tsongkhapa Losang Dragpa) afferma che ha composto il suo testo utilizzando le sue fonti, tra le altre, Il Grande Poema, la Raccolta di Precetti di Machig (bKa’ tshom) e un’opera di Dampa conosciuta come The Set of Six Fragments on Chöd (gCod brul tsho drug pa). In The Single Seat (pag. 296), questo ultimo trattato prima si riferisce ai Six Fragmentary Treatises on Chöd (gCod brul tsho drug), e poi (pag. 358) ai Six Fragments on Chöd (gCod brul tsho gzhung brul tsho drug) che si dice che siano composti da sei parti (tshen drug). La Transmission History (pag. 437) cita un gCod drug tsho drug (Trattati?) on the Sixfold Chöd (Pratica?) a cui sia l’Apertura dei Cancelli dello Spazio e un gZhung drug (Sei Commentari a? i Sei Trattati? Si dice appartengano, ma più avanti cita (pag. 546) un sKor brul tshogs drug (Sei Raccolte sul (Principale?) Ciclo e Frammenti?) che si ipotizza siano stati insegnati prima da Dampa e poi da Mara Serpo. Gli Annali Azzurri, infine, citano un Khrul tsho pa (Set of Six Downfalls?) (Roerich, 1976: 997) e un gZhung brul tsho drug (Six Fragmentary Treatises? (ibid.: 998).

30. Roerich, 1976: 871.

  1. Chos dbang sems la bskur, una “iniziazione del significato ultimo della mente,” come opposta al lha dbang lus la bskur, una “iniziazione di una deità trasmessa al corpo.” Jamgön Kongtrul (Compendium pag. 424) attribuisce questa distinzione a Machig; secondo lui, il precedente (Compendium?) si riferisce all’Apertura dei Cancelli dello Spazio e ai mezzi per riconoscere la natura della mente. Questa iniziazione, che appartiene esclusivamente alla tradizione del Chöd, allora corrisponderebbe alla quarta (o parola) iniziazione (tshig dbang) dello Yoga Tantra più Elevato.

  2. Khrul (‘khor) gcod bka’ rgya ma’i man ngag, le istruzioni orali sigillate da segreto, che riguardano gli esercizi di yoga della tradizione del Chöd. Questi esercizi sono tecniche forti per far entrare i venti nel canale centrale, come opposte alle tecniche pacifiche della visualizzazione progressiva. Generalmente esse appartengono allo stadio di completamento (rdzogs rim) Non è stato trovato nessun testo relativo a questi esercizi in connessione con il Chöd.

  3. Secondo Lama Chönze-la di Serkong Gompa, Swayambhū, queste visualizzazioni delle otto terre delle grandi cremazioni vengono effettuate durante le visualizzazioni sul corpo sottile. Se lo yoghi riesce a ottenere piccole pietre o altri ingredienti da queste otto terre delle grandi cremazioni, (qtesti oggetti) possono essere messi sotto il tappeto di meditazione ed essere visualizzati come questi???(as these spots?) senza alcun bisogno di andare veramente là

  1. Istruzioni Definitive, pag. 232.

  2. Compendium, pag.421.

III Il Chöd di Machig

  1. bDud kyi gcod yul sher phyin zab mo’i spyod (Compendium, pag. 420). In questo caso, il sistema viene chiamato spyod yul, “la sfera di azione (o pratica) dei bodhisattva.”

  2. Rispettivamente gsang spyod, rig spyod, tshogs spyod (Compendium, pag. 420). Rig spyod qui sta per rig pa’i brtul zhugs kyi spyod pa, alla lettera, “conoscenza dell’azione del comportamento dello yoghi” (RIVEDERE). Rangjung Dorjé nella sua Synopsis (pag. 71), considera brtul zhugs (“comportamento dello yoghi”) e spyod pa (“pratica dell’azione”) come sinonimi.

  3. Compendium, pag. 421.

  4. Ibidem, pag. 422.

  5. Spiegazione e descrizione degli otto gruppi di ospiti dopo laTrasformazione degli Aggregati, pagg. 149 ff.

  6. Citato da Patrul Rinpoché, 1994: 303.

  7. Quintessenza, pagg. 140 ff.

  8. Dalai Lama, 1977:58

  9. La Storia Concisa della Vita, fol. (???)

  10. Storia della Trasmissione, pp. 418-419.

  11. Trasformare gli Aggregati, pag. 106.

  12. Mahāmudrā, alla lettera il “Grande Sigillo (della Mano)” essendo, in origine, mudrā un gesto rituale della mano), di conseguenza diventa phyad (mano) rgya (sigillo) e chen po (grande). Il verso è parte di un lungo poema (La Storia Concisa della Vita, fol. 446), tradotto sotto come “Ultime Istruzioni di Machig.”

  13. Phyag chen smon lam, la “Preghiera di Aspirazione di Mahāmudrā”, esiste in diverse traduzioni, con Kunzang, 1992 tra le più recenti.

  14. Per una bella presentazione di Mahāmudrā, si veda il Primo Panchen Lama, Il Grande Sigillo della Vacuità, traduzione di Geshe Ngawang Dhargyey e al. (Dharamsala: Biblioteca di Opere Tibetane e Archivi, 1975).

  15. Trasformare gli Aggregati, pag. 106.

  16. La Vita Meravigliosa, pag. 64.

  17. Trasformare gli Aggregati, pagg. 106-107.

  18. Phyi’i rdzas kyi dam tshig. Tsepak Rigzin (1986: 189), menziona le cinque carni di samaya, dam tshig gi rdzas sha lnga. Le principali sostanze sacre esterne sono le cinque carni (sha lnga) e i cinque nettari (bdud rtsi nga); si trovano anche le otto sostanze radice (rtsa ba brgyad) e le loro mille diramazioni (yan lag stong).

  19. Questa descrizione dei quattro mudrā non differisce dalle altre incontrate in tutti i trattati standard Vajrayāna I quattro mudrā (phyag rgya bzhi – karmamudrā, samayamudrā, dharmamudrā e śūnyatāmudrā – sono ben conosciute nella tradizione Vajrayāna, ma qui Machig descrive quattro mahāmudrā (phyag rgya chen po bzhi). Mentre le prime due sono identiche, le ultime due – la mahāmudrā della vacuità della beatitudine (???) e quella della vacuità della chiara luce – differiscono dalla spiegazione standard. Qui sono suggerite esperienze meditative graduali. Per un confronto, si veda Guenther, 1963.

  20. Citato in Heart Essence, f. 61 a.

  21. Citato ibidem, f. 63b.

  22. GCod kyi lugs srol dang ‘brel ba’i phyag rgya chen po (comunicazione personale, Kathmandu).

  23. Trasformare gli Aggregati, pagg. 107-108.

  24. Ibidem, pagg. 108-109.

  25. GCig shes kun don rtogs pa’i gdengs thob shog.

  26. Dam chos bdud kyi gcod yul.

  27. Compendium, pag. 426.

  28. Kleśa (Tib. nyon mongs) include tutte le emozioni negative come l’attaccamento, l’avversione, la gelosia, etc., ma anche visioni errate e dubbi. Per cui si può tradurre kleśa con “afflizioni mentali.”

  29. Skandha (Tib. phung po) o i cinque aggregati psico-fisici: forma (gzugs), sensazioni (tshor ba), percezioni (‘du shes), fattori compositi (‘du byed) e coscienza (rnam shes). Essi sono i componenti dell’individualità, erroneamente identificata con un sé reale e permanente.

  30. BDag med rtogs pa’i shes rab. La Vita Meravigliosa, pag. 33.

  31. DByings dang rig pa bsre bar bya, una terminologia trovata di frequente in Dampa e in Machig.

  32. L’essenza della realtà, “THATNESS” e “SUCHNESS” traducono rispettivamente i termini sanscriti dharmatā e tathatā (Tib. chos nyid e de kho na nyid). I fenomeni dimorano nella loro vera natura, la vacuità, in antitesi alla loro manifestazione illusoria come dharma. Per una posizione che confuta “thatness” e “suchness”, si veda Thurman, 1984: 149-150 ff.

  33. Ngo sprod ‘pho ba. Esistono numerose tradizioni ‘pho ba di trasferimento della coscienza, come quella al momento della morte, o la ‘pho ba per far entrare la coscienza di uno in un cadavere, la trasmissione della quale si estinse con la morte del figlio di Marpa Tarmadodé. C’è anche il trasferimento di coscienza in uno spazio vuoto conosciuta nella tradizione del Chöd come l’Apertura dei Cancelli dello Spazio (nam mkha’ sgo ‘byed).

  34. Cig car gyi ‘pho ba, trasferimento simultaneo, o rim gyi ‘pho ba, trasferimento a stadi; una descrizione di queste tecniche è fornita nel Trasformare gli Aggregati, pagg. 177 ff.

  35. Jamgön Kongtrul, Il Giardino della Gioia, tradotto da Anila Rinchen Palmo in Cuttin through Ego-Clinging, pag. 27.

  36. Citato nel Compendium, pag 423, dopo la Grande Raccolta.

  37. Jamgön Kongtrul, Il Giardino della Gioia, tradotto da Anila Rinchen Palmo in Cutting Through Ego-Clinging, pag. 27.

  38. Compendium, pag. 424.

  39. Zab don thugs kyi snying po, citato nella Storia della Trasmissione, pag. 548, e nel Compendium, pag. 424.

  40. Citato nella Quintessenza, pag. 155.

  41. Lha dbang lus la bskur ma yin, chos dbang sems la bskur ba yin (Compendium, pag. 424). Si veda Capitolo II, n. 30 sopra. Occasionalmente si incontra la variante gcod dbang (iniziazione del Chöd) anziché chos dbang (Dharma, come significato ultimo, iniziazione), per esempio nel titolo di Tāranātha gCod yul dbang nam mkha’ sgo ‘byed du graps pa ( L’Iniziazione del Chöd Conosciuta come l’Apertura dei Cancelli dello Spazio).

  42. La Quintessenza, pagg. 158-164.

  43. Tradotto nel Giardino della Gioia di Lama Lodo Rinpoche, f. 20, pag. 85.

  44. Il Grande Poema, sopra, pag. 20.

  45. Citato in The Single Seat, pagg. 371-372:

bem rig phral la dbyngs rig bsre

dbyings dang rig pa dbyer med bsre

stong pa’i ngang du ci nus bzhag

nyams len phung po zan du bskyur

46.La Storia Concisa della Vita, fol. 314.

47. Secondo Khenpo Tsultrim Hyamtso, le tecniche per offrire gli altri aggregati possono essere esistite un tempo, ma se così fosse, poi sono state perse.

  1. Patrul Rinpoché, 1994: 302.

  2. Ulteriori dettagli vengono forniti nel Fording Place, pagg. 67 ff.

  3. Anche questo banchetto rosso è diviso in tre tipi: pacifico (zhi ba), irato (drag po) ed estremamente irato (shin tu drag po). Il Fording Place fornisce descrizioni dettagliate di ognuno (pag. 74 ff.) e anche del banchetto segreto variopinto (gsang ba’i sna tshogs ‘ gyed) (pag. 85 ff.).

  4. Estratti dalla Concisa Esposizione della Pratica Quotidiana dell’Offerta del Corpo di Karma Chagmé. Il testo radice e il commentario di Jamgön Kongtrul, sotto il titolo Lus mchod sbyin gyi zin bris mdor bsdus kun dga’i skyed tshal (Il Giardino della Gioia, Brevi Note sulla Presentazione del Corpo come Offerta) sono stati tradotti da Anila Rinchen Palmo e anche da Lama Lodo Rinpoche. Questo testo dà una dettagliata spiegazione dei vari banchetti bianchi e rossi come praticati nella tradizione lus sbyin del Monastero di Zurmang. La traduzione di Lama Lodo, anche intitolata Il Giardino della Gioia, contiene illustrazioni molto utili. Altri banchetti di offerta sono descritti in questo commentario, e anche nel Trasformare gli Aggregati, pagg. 218 ff.

  5. Quintessenza, pagg. 162-163.

  6. Speyer, 1971: 4ff. (libero adattamento).

  7. Frye, 1981.

  8. BSod nams thams cad bsdus pa’i mdo, citato nella Storia della Trasmissione, pag. 420.

  9. Chang, 1977, vol. 1: 303. Questo episodio è citato anche da Van Tuyl (1979)nel suo tentativo di classificare il rituale del Chöd come smembramento sciamanistico.

  10. Su questo argomento, si veda Lacarrière, 1975.

  11. Compendium, pag. 420: gcad par bya ni nyon mongs yin la…rnal ‘byor pas yul nyer bcug nas bag chags blangs te tshul bzhin ma yin pa’i yid la byed pa sngon du ‘gro ba’i nyon mongs rnams yul gyi thog de nyid du gcod par bued pas gcod yul zhes bya’o.

  12. Karma Chagmé, Istruzioni Orali per Ritiri in Montagna, pag. 182.

  13. Il Giardino della Gioia, traduzione di Anila Rinchen Palmo, pag. 27.

  14. Il testo tibetano ha: phung po gzan du bskyur ba ‘ di bdag ‘ dzin ‘ dul ba’i lam mchen yin.

IV Dèi e Dèmoni

  1. Per un’eccellente introduzione al soggetto, si vedano Smith, 1969; Stearns, 1980: capitolo V; e anche Trungpa, 1986.

  2. Stearns, 1980: 151, dopo Thang stong snyan rgyd (Trasmissione Udita di Thangtong Gyalpo), vol. 1, pag. 53.

  3. Sinossi, pag. 71.

  4. Si veda Capitolo III, n. 2 sopra; anche Snellgrove, 1959 e Avalon e Samdup, 1919.

  5. Snellgrove, 1959, vol. 1:63.

  6. La Storia Concisa della Vita, fol. 455; questa è parte del pungo poema tradotto sotto come “Le Ultime Istruzioni di Machig”.

  7. Stein, 1972: 170.

  8. Smith, 1969: 1.

  9. Chang, 1977, vol. 2, ch. 34.

  10. Numerose monografie forniscono eloquenti descrizioni: Eliade, 1964 e la raccolta edita da Hitchcock e Jones, 1976.

  11. Lo stesso status veniva attribuito alle pastorelle medievali europee: per niente sorpassato il classico di Michelet La Sorcière. (Aggiungere i dati italiani)

  12. Dorjé ed Ellingson, 1979. Una descrizione del rkang gling si trova nel Trasformare gli Aggregati, pag. 153.

  13. La Vita Meravigliosa, pag. 36; tradotta sotto, pag. 134.

  14. Ibidem, pag. 49; tradotto sotto, pag. 144.

  15. Udienza privata, Dharamsala, 1989.

  16. Patrul Rinpoché, 1994: 305-306.

  17. Questa sezione si trova nel capitolo IV di Trasformare gli Aggregati; per una traduzione, si veda Anila Rinchen Palmo, 1987.

  18. Ngo bo gnas tshul gyi lha ‘dre.

  19. Rispettivamente, gzugs med khams, gzugs khams, ‘dod khams – il Triplice Mondo.

  20. MThong snang sgro btags kyi lha ‘dre.

  21. Trasformare gli Aggregati, pag. 126.

  22. BSlu med las dbang gi lha ‘ dre.

  23. MThar thug gyi lha ‘dre.

  24. Trasformare gli Aggregati, pagg. 136 e 140.

  25. Ibidem, pagg. 109 ff.

  26. La Grande Raccolta, pag. 7. Per una traduzione completa di questo testo, si veda Orofino, 1987: 17.

  27. Fonti per questa sezione sono Trasformare gli Aggregati (pagg. 109 ff.), la Grande Raccolta (pagg. 7 ff.) e le spiegazioni orali fornite da Khenpo Tsultrim Gyamtso.

  28. DNgos po’i yul la snyems zhugs pas thogs bcas bdud du bstan pa yin. Grande Raccolta, pagg. 7 ff.

  29. Il Grande Poema, pag. 19 sopra.

  30. Grande Raccolta, pagg. 10-11.

  31. Ibidem, pag. 12.

  32. Jig rten chos brgyad. Rigzin, Tibetan-English Dictionary of Buddhist Terminology, pag. 117.

  33. BDag ‘dzin, “afferrarsi all’ego,” dato che l’egoismo è definito come un eccessivo attaccamento a se stessi, tenendo presente che, da un punto di vista buddhista, il sé, o ego, è vuoto di esistenza inerente.

  34. Rig pa ye shes, un’abbreviazione di so so’i rang rig pa’i ye shes, “autoconoscenza o saggezza che sperimenta se stessa” (RIVEDERE), un termine usato dalla scuola Cittamatrā (Solo la Mente), che la considera come realmente esistente, e nella filosofia della vacuità condizionata (“qualified”?) (gzhan stong), dove la saggezza è vista come vacuità.

  35. Trasformare gli Aggregati, pag. 115.

  36. La Vita Meravigliosa, pagg. 33-35; tradotto sotto, pagg. 132-133.

  37. Una Biografia di Machig, fol. 109b. Tranne che per la vacuità della talità, ( de bzhin nyid stong pa nyid) queste diverse vacuità appartengono alla classificazione delle sedici vacuità (stong pa nyid bcu drug). Si veda, per esempio, Rigzin, pag. 160.

  38. Trasformare gli aggregati, pag. 119.

  39. L’ultima spiegazione dopo la Grande Raccolta, pagg. 10 ff.

  40. Storia della Trasmissione, pag.416.

  41. Spiegazione secondo la Trasformazione degli Aggregati, pagg. 288 ff.

  42. Definizione dopo Bod rgya tshigs mdzod chen mo, pag. 3112.

  43. Il Grande Poema, pag. 20.

  44. Per questi diversi generi di dèi e dèmoni, si veda Nebesky-Wojkowitz.

  45. Essenza del Cuore, pag. 163.

  46. A questo punto, Machig descrive i mezzi, all’interno di Mahāmudrā, per portare queste manifestazioni miracolose ad una fine e usa espressioni collegate all’esperienza diretta di Mahāmudrā che è impossibile tradurre alla lettera; per esempio, bal le e sig ge, che si riferiscono alla natura di chiarezza della mente, qui sono liberamente resi con (termini quali) “naturale”, “sereno”, “rilassato”, “aperto” e così via.

  47. Essenza del Cuore, pag. 164.

  48. Chang, 1977, vol. 1:15 ff. Lo stadio corrispondente è l’episodio dell’Albero di Serlag (Vita Meravigliosa, pagg. 36-38; tradotto sotto, pagg. 133-136) descritto negli stessi termini secondo una procedura simile in La Storia Concisa della Vita, fols. 118-119.

V Trasmissione

  1. Si veda Stearns, 1980.

  1. Storia della Trasmissione, pag. 550. I Collected Works (Opere Raccolte?) (gsung ‘bum), di Götsangpa, non contengono nessun testo intitolato specificamente Chöd, ma il Tshogs bsog mchod sbyin gyi zhal gdams (Istruzioni Orali sul Completamento delle (Due) Accumulazioni (di Merito e Saggezza) presentando Omaggi e Offerte) invece, cita un’offerta degli aggregati ai Lama, Yidam e ai dèmoni, per il bene degli esseri, dopo aver separato il proprio corpo dalla mente, e con ciò completando l’accumulazione di attività meritoria. Questa tecnica sembra davvero molto vicina alla tradizione del Chöd di Machig. Per il testo di Götsangpa, si veda il suo Collected Works, vol. 2:375 ff.

  2. Si veda Capitolo II, sezione 4 sopra.

  3. Si veda Capitolo VI, sezione 2 sotto. Per una sadhana completa focalizzata su di lei, si veda La Storia Concisa della Vita, fols. 8 ff.

  4. Ibidem, fols. 350 ff.

  1. Secondo i commenti orali di Khenpo Tsultrim Gyamtso, la sillaba-seme PHAT viene pronunciata in tre diversi modi: (1) Nel contesto della presentazione delle offerte, il suono dovrebbe essere simile al fumo di un bastoncino di incenso che soavemente si alza e sale senza sforzo. Suono e mente sono uniti senza alcuna concettualizzazione e senza interruzione. (2) Nel contesto del chiamare e riunire dèi e dèmoni, il suono è simile a una coda di yak che si ingrandisce gradatamente, poi si assottiglia fino a scomparire. Il suono è anche simile al riunire una folla per una grande festa. (3) Nel contesto di recidere la concettualizzazione, il suono è come un seme di sesamo, rotondo e secco. Dopo questo PHAT, la mente rimane in uno stato libero dal triplice ciclo di soggetto, oggetto e atto.

  2. Questi grandi trattati sistematizzati (gzhung krig chen) vengono anche chiamati i grandi specifici (insegnamenti) (bye brag chen po). Essi sono composti da: mDo kyi rnam bshad chen mo (La Grande Esposizione secondo il Sūtra), sNgags kyi rnam bshad chen mo (La Grande Esposizione secondo il Tantra) e mDo sngags kyi rnam bshad chen mo (La Grande Esposizione secondo i Sūtra e i Tantra (Combinati)). Si veda il Capitolo VI, sezione 3 sotto.

  3. Le’ u lag. Per tutti questi testi e insegnamenti di Machig, si veda il Capitolo VI, sezione 3.

  4. Kha thor krig med, anche chiamati Bye brag chung ngu (Gli Insegnamenti Specifici Minori). Si veda La Storia Concisa della Vita, fols. 351 ff., che classifica questi insegnamenti secondo il Sūtra e il Tantra, o il Sūtra e il Tantra Combinati.

  5. Per esempio, le Istruzioni Definitive, pag. 229 ff.; la Storia della Trasmissione, pag. 477 ff.; il Sentiero Profondo, pag. 45. Per (ulteriori) dettagli (spesso contraddittorî) sulle diverse interpretazioni, si veda Janet Gyatso, 1985.

  6. La Storia Concisa della Vita, fols. 400-401, dove un’ottava coppia non è menzionata. Per (colpa di) questa mancanza e giudicando da altri elenchi, sarebbero il Chöd maschile e femminile (pho gcod, mo gcod). Si vedano, per esempio, le Istruzioni Definitive, pag. 229.

  7. Forse (è) un riferimento ai testi sulla sadhana di Avalokiteśvara che sono miracolosamente comparsi (scesi dal cielo) a Yambu Lakang nella Yarlung Valley, ma non è stata trovata alcuna fonte che lo confermi.

  8. Si veda pag. 29 sopra.

  9. Chimpug (mChims phug), il centro di ritiro sopra Samyé con una grotta di Guru Rinpoché in cima (da non confondersi con la grotta di Chipug (‘Chi phug) dove Machig andò a meditare all’età di quarantacinque anni). Tuttavia, né la Guida di Khyentsé né la Geografia Universale citano questi terma del (sul?) Chöd o quelli nascosti nella Pianura delle Tristezze (???), a Lhasa (lha sa’i skyo thang).

  10. Spiegazioni secondo le Istruzioni Definitive. Si suppone che Kunpang Tsöndrü Sengé (Kun spang brtson ‘ grus seng ge), autore de La Storia Concisa della Vita, sia stato un tertön (gter ston), ed è collegato alla scoperta di un testo intitolato Ma gcig shes rab gsal ldan (Il Risplendente Sapere Trascendente (di Machig)). Tuttavia, il testo non viene menzionato ne La Storia Concisa della Vita, né il suo colofone fa riferimento a Kunpang come a un tertön Si veda sotto, Capitolo VI, sezione 3; per ulteriori dettagli sul Chöd della tradizione del Tesoro Ritrovato, si veda la Trasmissione della Storia, pag. 557.

  11. Si veda Dargay, 1981:24. Come Matthieu Ricard spiega ne La Vita di Shabkar, pag. 555, la tradizione della spiegazione orale (bka’ ma) è il lungo lignaggio delle scritture canoniche (ring brgyud bka’ ma) trasmesse da Maestro a discepolo senza interruzione da dal Buddha primordiale Samantabhadra a Padmasambhava e ad altri grandi Detentori di Consapevolezza, come agli antipodi dalla tradizione (dei) terma (gter ma) o al breve lignaggio diretto dei Tesori Ritrovati, tenuti nascosti per il bene delle generazioni future, che rappresenta la quintessenza del bka’ ma. Una terza tradizione viene chiamata la Pura Visione Profonda (zab mo dag snang), che sorge tramite la visione diretta della deità.

  12. Si veda sopra, Capitolo II, n. 29.

  1. La Storia Concisa della Vita, fol. 196, elenca quattro testi-radice di Machig legati alla tradizione dei Sūtra: (1) La Grande Raccolta dei Precetti, che è esterna; (2) Le Appendici, che sono interne (in parte numerate nella Transmission History, pag. 546); (3) The Sign Teachings (brDa chos), che è segreto e usato da Tārā per evocare la memoria delle vite precedenti di Machig. (4) Un (testo) finora sconosciuto e irrintracciabile: Don khang rgol gnad them su bstan pa (?).

  2. Victorius Banner, pagg. 231 ff.

  3. Transmission History, pag. 475.

  4. La Storia Concisa della Vita, fol. 353.

  5. Ibidem, fols. 6 ff.

  6. Transmission History, pag. 421 ff. Una Biografia di Machig, fol. 39b, sembra seguire la tradizione Sūtra del Chöd ed elenca cinque lignaggi di trasmissione: il lignaggio dei mezzi, il lignaggio della conoscenza, il lignaggio dell’ascolto individuale (gang zag snyen gyi brgyud pa), il lignaggio combinato attraverso i segni (brda) e il lignaggio della benedizione delle parole (dei buddha). La biografia fornisce anche i nomi dei figli e delle figlie spirituali e naturali di Machig e quelli dei vari detentori della sua tradizione, fols. 145-147.

  7. La Storia Concisa della Vita, fol. 193.

  8. RGyal thang lugs kyi gcod dbang nam mkha’ sgo ‘byed kyi cho ga, passim.

  9. La Vita Meravigliosa, pagg. 61-63; tradotta sotto, pagg. 151-152. Per la visualizzazione di Yum chen mo e del suo mandala, si veda La Storia Concisa della Vita, fols. 8 ff.

  10. Trasformare gli Aggregati, pag. 81, cita questo tantra come bKa’ brgyud gnas ‘ gyur yang thig me long (Lo Specchio Essenziale della Trasformazione della Trasmissione Orale), una raccolta di un centinaio di iniziazioni chiamato anche Bla ma gnas ‘gyur gyi dbang brgya (Le Cento Iniziazioni della Trasformazionedei Lama), come nel Compendium, pag. 424. Per i titoli dei trattati sugli stadi di generazione e completamento e loro commentari, si vedano La Storia Concisa della Vita, fols. 237 ff., e Trasformare gli Aggregati, pag. 81 ff.- le due fonti usate per la sezione di cui sopra.

  11. La Storia Concisa della Vita, fol. 238, la chiama Vārāhī; Trasformare gli Aggregati la chiama Mahāmāyā. A parte questa (divergenza) il passo in tutti i testi è assolutamente identico – e non sorprende dato che l’ultima deriva dalla prima. Secondo il Compendium di Kongtrul, pag. 424, questi tre cicli delle cento iniziazioni della trasformazione dei Lama, le cento iniziazioni della trasformazione dei buddha delle dieci direzioni e le cento iniziazioni della trasformazione delle dākini che corrispondono, rispettivamente, a questi tre tantra, “sono conosciute come le trecento iniziazioni del Chöd.”

  12. Elenco ne La Storia Concisa della Vita, fols. 351-352: rGyu ‘phrul chen mo rig pa’i rtsal ‘don (Per una Abile Comprensione di Mahāmāyā). Nang rig pa’i dmar khrid (Commentario Esplicito sulla Conoscenza Interiore). Bla ma rnal ‘byor zab lam ma (Sul Profondo Sentiero del Guru Yoga). ‘Pho ba lhag pa’i lam zhugs ma (Sull’entrare nel Sentiero più Eccellente del Trasferimento della Coscienza. ‘Jam dpal la sogs rigs gsum mgon la brten pa’i dmigs pa bskor gsum (Tre Cicli sulla Visualizzazione Concentrata sui Signori delle Tre Famiglie, Mañjuśri e Altri). SPyan ras gzigs sgom pa’i snying rje bskor gsum (Triplo Ciclo sulla Compassione nella Meditazione di Avalokiteśvara. RDo rje tshig rkang las bzhi’i sbyor ba (Stanze Vajra che vanno Applicate durante le Quattro Attività).

  13. Trasformare gli Aggregati, pag. 81.

  14. Compendium, Capitolo 3, pag. 424, in cui l’autore usa l’espressione (le cento iniziazioni dei cento ganachakra” (tshogs brgya dbang brgya). Trasformare gli Aggregati pag. 83 ha “le cento iniziazioni e i cento ganachakra” (dbang brgya dang tshogs brgya).

  15. I mudrā di azione, impegno, vacuità della beatitudine (o “benedizione”?) e vacuità della chiara luce, una dettagliata spiegazione viene data nel Trasformare gli Aggregati, pagg. 106 ff. Si veda anche Capitolo III, sezione 2 sopra.

  16. Trasformare gli Aggregati, pag. 83.

  17. SNgags kyi rig brtul spyod pa dang rjes su ‘brel pa, il comportamento o l’azione dello yoghi che ha raggiunto la stabilità nello stadio del completamento tramite la padronanza dei venti nel canale centrale.

  18. Versi di apertura del Giardino della Gioia. Si confronti con Cutting Through Ego-Clinging, pag. 11.

  19. Trasformare gli Aggregati, pag. 82.

  20. Questi quattro tipi di offerte del fuoco vengono chiamate “quattro attività”: pacifica, crescente, potente e irata. Si veda il testo dell’offerta del fuoco nel Giardino Prezioso, pag. 561.

  21. Phrul gcod bka’ rgya ma (I Precetti Sigillati sul Tagliare le Trasformazioni Magiche) e Zhi byed dmar khrid HUNG bskor (La Guida Pratica al Ciclo HUNG della Pacificazione) sono due testi che Machig ricevette da Dampa. Si veda La Vita Meravigliosa, pag. 41; sotto, pagg. 137-138.

  22. La Storia Concisa della Vita, fols. 352-353.

  23. Citato in Transmission History, pag. 559.

  24. Per una biografia breve di Gyalwa Döndrup, si veda Transmission History, pag. 494 ff.; per alcuni versi su Nyenchung (sNyan chung) Lotsāwa, si veda ibidem, pagg. 507-508.

  25. Sras rgyud, nyams kyi rgyud pa, in Istruzioni Definitive, pag. 231.

  26. Su questo lignaggio Vajrayāna, si veda la Transmission History, pagg. 532 ff. La Guida di Khyentse (pag. 142) menziona uno sham bu rtse dgu o rtse chen come una collina rocciosa a nord della valle di Gyantse, ma niente prova che questo sia lo stesso punto.

  27. Trasformare gli Aggregati, pag. 82.

  28. La sua grotta di meditazione è ancora onorata nella Valle del Nyemo (sNye mo), nello Tsang.

  29. Transmission History (pagg. 559-560). Siccome l’autore, Khamnyön (conosciuto anche come Jigdral Chökyi Sengé, diciannovesimo secolo), cita Jamyang Khyentsé Wangpo (1820-1892) (si veda Rossi-Filibeck, 1983), sembra che abbia conosciuto questa tradizione Vairayāna come una forza vivente. Oggi, sembra che sia praticata soprattutto nella scuola Gelugpa.

  30. Transmission History, pag. 545. Quest’ultimo lignaggio sarà trattato sotto, nel Capitolo VI, sezione 3.

  31. Tra gli altri, il Monastero di Zurmang ha conservato il gCod tshogs yon tan kun ‘byung (Fonte di Tutte le Qualità, una Raccolta di (Trattati) del Chöd) del Terzo Karmapa, che fornisce anche dettagli sul suo lignaggio, come fa La Preziosa Ghirlanda. La Transmission History, (pag. 542) descrive anche questo secondo lignaggio, ma all’inizio lo chiama “Lignaggio delle Cento Iniziazioni del Chöd che unisce la Trasmissione Orale (bka’ ma),” e poi, “il lignaggio lungo della tradizione Sūtra,” che sembra contraddittoria.

  32. Citato testualmente da Khenpo Tsultrim Gyamtso, come sKyabs che dgon pa, rGyu gnas dgon pa e Phyag gcod (sillabazioni solo approssimative), tutte e tre situate nel Kham. Le prime due sono citate da Tucci, 1980:92.

  33. Il dGa’ ldan gcod rabs (Lignaggio del Chöd di Ganden), presenta un trattamento (“cura”?) completo del Chöd Gelug, mentre traccia una distinzione tra il lignaggio breve di Vajradhara, Mañjuśrī e Tsongkhapa, e i lignaggi lontani (“distanti”?) da Machig e Khugom Chöseng fino a Khedrub Chöseng fino a Khedrub Chöjé di Samding e poi su fino a Panchen Lungrig Gyatso e così via. Secondo il Sentiero Profondo (pag. 3 ff.), i lignaggi lontani partono da Khugom Chöseng; con piccole differenze minori, essi corrispondono alle catalogazioni del Secondo Dalai Lama (Rossi-Filibeck, 1983). Si confronti anche con Janet Gyatso, 1985.

  34. Informazione ricevuta da Tashi Tsering (Biblioteca di Opere Tibetane e (archivi) e da Geshé Georges Dreyfus. Si trovano elementi di questo dibattito nei Collected Works di sTong dpon rin po che, pubblicati dalla Buddhist School of Dialects di Dharamsala. Il punto di vista standard (dei) Gelugpa, invece, è espresso in vari testi della gCod tshogs (Raccolta Chöd) pubblicata da Tsering Dorje (Dharamsala: Library of Tibetan Works and Archives, 1986)

  35. Il volume XIV del Tesoro delle Istruzioni Profonde contiene due testi del Chöd di Tāranātha, gCod yul zab mo’i khrid yig gnad don snying po (L’Essenza del Significato Definitivo: un Commentario Scritto sul Profondo Tagliare l’Oggetto) e rGyal thang lugs kyi gcod dbang nam mkha’ sgo ‘byed kyi cho ga (L’Iniziazione del Chöd nella Tradizione dei Gyalthangpa: Un Rituale per Aprire i Cancelli dello Spazio).

  36. Le biografie di Sang rgyas ston pa mKhas grub chos rje e Zhangs ston pa si possono trovare nella Transmission History, pag. 522 ff. Per la tradizione Shangpa, si veda Kapstein, 1980: 138-144.

  37. Janet Gyatso, pag. 337.

  38. Si veda il capitolo di Patrul Rinpoché intitolato “Le Accumulazioni di Kusali” in Le Parole del Mio Perfetto Maestro, pagg. 297-307.

  39. Tarthang Tulku, 1983:102.

  40. GCod pa’i brtul zhugs sam smyo lta bu bzhes, citato in Stearns, 1980:153.

  41. La Risata delle Dākini inizia con una invocazione di Yeshé Tsogyal, ma adotta la visualizzazione della Dākini dalla Saggezza Segreta. Le Parole del Mio Prfetto Maestro (Kun bzang bla ma’i zhal lung) di Patrul Rinpoché è un commentario alle pratiche preliminari della Goccia più Profonda (“Innermost Drop”?) e usa la visualizzazione dell’aspetto irato di Machig come la Nera Signora Irata (Khros ma nag mo).

  42. GDan thog gcig m’ai khrid yig ‘khor ‘das rang grol (Auto-liberazione dal Samsara e dal Nirvāna. Una Guida al Trattato del Seggio Unico) e dBang bskur chos kyi sgo ‘byed kyichog sgrigs dbang chog ‘khor ‘das gzhi grol (Liberazione dal Samsāra-Nirvāna di Base (Dualità). Un Rito di Potenziamento dopo l’Iniziazione (conosciuta come) Apertura dei Cancelli del Dharma (nel significato Definitivo)) nella Transmission History, pag. 549. Entrambi i testi sono rimasti inaccessibili finora. E’ interessante notare, comunque, che Dampa trasmise a Machig un gDan thog gcig tu gcod pa’i gdams pa (Istruzioni di un Chödpa sul Seggio Unico): si veda La Vita Meravigliosa, pag. 41; tradotto sotto, pag. 138. Per ulteriori dettagli sul Chöd nel contesto Nyingma, si veda Janet Gyatso, 1985.

  43. Zhi ba’i gcod, rgyas pa’i gcod, dbang gi gcod e drag po’i gcod. Tenzin Namdak, comunicazione personale. Per una lista di testi accessibili di Bön Chöd, si veda la bibliografia.

  44. Janet Gyatso, pag. 340.

Le Biografie di Machig Labdrön

  1. Trasformare gli Aggregati, pag. 406.

  2. Phung po gzan skyur ba’i rnam par bshad pa las ma gcig lab sgron ma’i rnam thar pa mdor bsdus tsam zhig. In una nuova edizione di Trasformare gli Aggregati pubblicata dal mTsho sngon mi rigs dpe skrun khang (1992), il titolo legge Dus gsum rgyal ba kun gyi yum gcig ‘phags ma lab kyi sgron ma’i rnam par thar pa phung po gzan bsgyur gyi rnam par bshad pa mkha’ ‘gro bye ba’i gsang lam. La versione, che include il terma rnam thar nel suo titolo, è in realtà uguale a Trasformare gli Aggregati tranne che per alcune differenze minori.

  3. Katz, 1977: 13.

  4. Lettera da Templeman, novembre 1989.

  5. Decleer, 1992, vol. 1: 13.

  6. La tradizione tibetana conosce tre tipi di agiografie (rnam thar): quella esterna, che riguarda i principali eventi “esterni” della vita, incluse nascita e morte; quella interna, che descrive insegnamenti, iniziazioni e progressi spirituali del soggetto; e quella segreta, che rivela principalmente esperienze meditative (nyams). La Vita Meravigliosa non fa riferimento a nessuno di questi livelli, ma sembrerebbe appartenere alla prima categoria. Non è stata trovata nessuna citazione per datare una biografia segreta interna o segreta di Machig.

  7. Si veda Boureau, 1984 per un eccellente studio sulle vite leggenndarie dei santi e il meraviglioso nel contesto cristiano

  8. Si veda Ruegg, 1966.

  9. Sulla Pura Visione Profonda si veda Capitolo V, n. 16 sopra.

  10. La Storia Concisa della Vita, fols. 307 ff.

  11. Ven. Lobsang Tenzin, 1990: 106.

  12. SKor lo bde mchog gi grub thab chen po sprul pa’i dkyil ‘khor mngon sum du bzhengs pa. Trasformare gli Aggregati, pag. 14.

  13. Ibidem, pag. 147.

  14. Beyer, 1978: 45, che cita Guenther, 1971: 103, n. 1.

  15. Ven. Tenga Rinpoché, spiegazione orale della pratica del Chöd, Swayambhunath, Nepal, 1988.

  16. Udienza privata con un gruppo di studenti, Dharamsala, marzo 1990.

  17. Snellgrove, 1975: 175.

  18. Disprezzare le donne, la cui natura è saggezza” è considerato una caduta-radice tantrica (“tantric root downfall”?).

  19. Hopkins, 1987: 240, n. 72; Guenther, 1986: 219 ff.

  20. Una Biografia di Machig, fols. 89ff. Si vedano anche la Prefazione, la nota 3 e la nota 28 sotto.

  21. Trasformare gli Aggregati, pag. 281, dove Machig definisce un punto sacro (gnas) come un luogo benedetto dai buddha, o la residenza di protettori o di dākini, come le dodici bstan ma.

  22. Ibidem, pag. 146.

  23. Ibidem, pag. 45, dove Thönyön chiede a sua madre Machig come (dovrebbe fare) per vederla in forma di Vajravārāhī. Nella sua identificazione con Vārāhī, (Machig) occupa il posto centrale, è circondata da quattro dākini che rappresentano le quattro famiglie dei buddha (Buddha, Ratna, Padma e Karma). Come gruppo di cinque, esse sono associate ai cinque elementi, alle cinque saggezze e ai cinque corpi di Buddha (Skt. kāya, Tib. sku), con Machig come corpo di beatitudine (“bliss body”?).

  24. Dalai Lama, 1977: 27-28.

  25. Khenpo Tsultrim Gyamtso, Boulder, Colorado, ottobre 1994.

  26. Transmission History, pag. 472. La città dei rāksasa, Tib. srin po’i grong khyer.

  27. Si veda la Bibliografia per titoli, edizioni e traduzioni completi dove accessibili. Il Chos ‘byung ngo mtshar rgya mtsho (Storia del Dharma (Chiamata) un Oceano di Meraviglie) scritto da sTag lung pa Ngag dbang mam rgyal (Taglung Ngawang Namgyal) non è menzionato qui perché segue, parola per parola, le altre cinque fonti principali.

  28. Recentemente abbiamo trovato una terza versione della biografia di Machig a Dolpo, un manoscritto scritto in corsivo, purtroppo senza data o autore. Questo testo, Ma gcig ma’i rnam thar (Una Biografia di Machig), anche chiamata rNam thar mgur ma, psre molto vecchio.Esso include molte canzoni spontanee di Machig (mgur). Segue le tendenze generali storiche della vita di Machig ma dedica, per esempio, un intero capitolo alla battaglia della giovane Machig, contro i suoi genitori, per evitare il matrimonio e dedicarsi alla pratica del Dharma. Un altro capitolo percorre le peregrinazioni di Machig in luoghi terrificanti per soggiogare i dèmoni (rivedere). Siccome (il testo) è stato scoperto (molto) tardi, siamo riusciti a includere qui solo poche citazioni dal manoscritto che differisce su molti punti dalle altre fonti attendibili. Per ulteriori dettagli su questa biografia, si veda la nota 3 della Prefazione.

  29. Una fotocopia di questo raro manoscritto dbu med è stato cortesemente fornito da Cyrus Stearns. L’originale fu trovato dal defunto Professor T. Wylie ed è stato depositato nella sezione dei manoscritti rari dell’Università di Washington, Seattle.

  1. Edito da Jampa Sönam (Byams pa bsod nams) si dice che sia stato il tredicesimo detentore del lignaggio ascoltato (?) (lung brgyud). Se si calcola vent’anni per generazione, egli avrebbe dovuto essere vissuto nel diciannovesimo secolo, e quindi un contemporaneo di Jamgön Kongtrul Lodrö Thayé. Tutti i riferimenti al testo tibetano dati nella traduzione sottostante segue l’edizione di Jampa Sönam. Una terza edizione è stata da poco pubblicata da mTsho sngon mi rigs dpe skrun khang (Shinhua: 1992), sotto il titolo: Dus gsum rgyal gyi yum gcig ‘ phags ma lab kyi sgron ma’ i rnam pa thar pa phung po gzan bsgyur gyi rnam bshad pa mkha’ ‘ gro bye ba’i gsang lam (Una Agiografia della Venerabile Labdrön, l’Unica Madre di Tutti i Vittoriosi dei Tre Tempi, chiamata L’Esposizione di Trasformare gli Aggregati in un’Offerta di Cibo, il Sentiero Segreto dell’Attività delle Dākini).

  2. Il testo tibetano, per la maggior parte dei capitoli, non fornisce altri titoli se non il nome della persona che rivolge le sue domande a Machig. I titoli seguono i contenuti dei capitoli stabiliti da Lama Denis Töndrup, Karma Ling, Francia; comunicazione privata (?).

  3. La Storia Concisa della Vita, fols. 305 ff.

  4. Phung po zan skyur gcod kyi gsal byed ma cig rnam bshad chen mo(Grande Esposizione di Machig sul Trasformare gli Aggregati in un’Offerta di Cibo, che Illumina il Significato del Chöd) in: Bod kyi bstan bcos khag cig gi mtshen byang dri med shel dkar phreng ba, a cui si fa riferimento come al Labrang Karchag, edito da mTsho sngon mi rigs dpe skrunkhang, nel capitolo rnam mthar, pag. 70. Aver accesso a questo libro vorrebbe dire (scoprire se) è la versione di Namkha Gyaltsen della Grande Esposizione citata sotto (si veda n. 36), una versione precedente alla Grande Esposizione del Trasformare gli Aggregati in un’Offerta di Cibo di Machig, che potrebbe essere la fonte di tutte le ultime versioni e (di quelle) al momento sconosciute, o un testo diverso nell’insieme (?). Il Labrang Karchag cita anche un’altra biografia di Machig di rGyal thang ri khrod pa, chiamata Ma cig lab sgron rnam mthar pad ma dkar po’i phreng ba, a noi sconosciuta.

  1. RNam bshad chen mo’i brgyud pa, in Trasformare gli Aggregati, pag. 406. Secondo il colofone dell’edizione del 1992 di Trasformare gli Aggregati (mKha ‘ ‘ gro bye ba’i gsang lam, Il Sentiero Segreto dell’Attività delle Dākini) pag. 648, il curatore Sangs rgyas dpal ha ricevuto questo rNam bshad chen mo’i brgyud pa da Mönchöd Tsöndrü Sengé (Mon gcod brtson ‘ grus seng ge).

  2. La Transmission History, pagg. 546-548, fornisce un indice dettagliato per La Grande Esposizione di Namkha Gyaltsen. Subito dopo lo Yid ches lo rgyus (Un Resoconto Devoto (della Vita di Machig)), esso include alcune delle sue composizioni più originali, come la bKa’ tshom chen mo (La Grande Raccolta dei Precetti (del Chöd)), Yang tshom chen mo (La Grande Raccolta Superiore dei Precetti (del Chöd)) e sNying tshom chen mo (La Grande Quintessenza dei Precetti (del Chöd)); e commentari come il gCod bka’ tshom chen mo’i sa bcad (Sinossi della Grande Raccolta dei Precetti del Chöd) e altri commentari generali sul Chöd; le Le’u lag (Appendici) ordinarie, straordinarie e specifiche di Machig; i Tesori Ritrovati e così via. Una parte di questi testi è inclusa nel vol. XIV delle gDams ngag mdzod (Tesoro delle Istruzioni Profonde). Secondo la Transmission History, Namkha Gyaltsen ricevette anche il Chöd di Mahāmudrā da Kunga Gyaltsen, e il colofone dei due primi capitoli del Trasformare gli Aggregati afferma che ricevette il Chöd Vajrayāna di Machig, essendo l’ottavo nell’elenco di questo lignaggio che proviene dal figlio di machig, Thönyön Samdrup.

  3. Khetsun Sangpo, 1997, vol. VII: 407 cita un Namkha Gyaltsen nato nel 1370, ma la biografia data qui non fornisce alcun indizio che consenta una identificazione definitiva dell’autore de La Grande Esposizione. Per una breve biografia di Namkha Gyaltsen, si veda anche la Transmission History, pag. 540 ff.

  4. Trasformare gli Aggregati, pag. 406.

  1. Kun sbangs ( o spangs) kyi ming can sprang po brtson ‘ grus seng ge. Anche con l’errore di ortografia, l’identificazione con l’autore sembra definitiva. Pieno di umiltà, egli evita di definirsi un “rinunciatario” (“renunciate”?), affermando che sono gli altri a chiamarlo così, mentre (in realtà) è solo un mendicante. Si veda Roerich, 1976: 744; Transmission History, pag.522 e 541 ff. Il lignaggio dato nel Trasformare gli Aggregati, menzionato sopra a pag. 107, e questo sembrano indicare che Kunpang Tsöndrü Sengé e Namkha Gyaltsen fu contemporaneo, siccome entrambi appaiono prima di Nyima Gyaltsen e di Mönchöd Tsöndrü Sengé. Se è così, La Storia Concisa della Vita potrebbe essere la fonte della Grande Esposizione e del Trasformare gli Aggregati. Tuttavia, in questo lignaggio, il Secondo Karmapa, Karma Pakshi (1204-1284), viene elencato dopo di loro. Questo è contraddetto sia dal fatto che Namkha Gyaltsen ha incluso, nella sua Grande Esposizione, un testo del Terzo Karmapa, Ranjung Dorjé (1284-1339), e dalla data della sua nascita data da Khetsun Sangpo, 1370 (si veda n. 36 sopra).

  2. Transmission History, pag. 557.

  3. Ibidem, pag. 513 ff. Queste quattro fonti sono: un(a) gSal sgron, un(a) mTha’ rnam gsal ba’i yig bkras, un(a) Dam tshig nyi zhu rtsa gcig e un(a) gCod kyi lo rgyus (inclusa l’ultima?) un(a) Don rnam thar bsdus don. Sembra che nessuno di questi testi sia accessibile. I Ventun Voti è menzionato come collegato ad una pratica di Avalokiteśvara.

  4. Transmission History, pag. 514.

  5. Dorjé Drönma era figlio di Machig, bis-bisnonna di Gyalwa Döndrup. Era anche chiamata Lentogma (Risposta Lampo “Lightning Reply”?) ed era considerata una emanazione di Machig. Si vedano gli ultimi versi de La Vita Meravigliosa, pag. 163 sotto.

  6. Trasformare gli Aggregati, pag. 85, ha la nota seguente: Partendo da “e in questo modo, una tradizione tibetana fu propagata in India, (la sezione immediatamente successiva) non appartiene al trattato (originale)). Anche partendo da “questa tradizione, nata dall’esperienza meditativa di Machig” fino a “così il suo lignaggio fiorì ancora di più” è stato aggiunto da me, Namkha Gyaltsen.

  7. Questa dichiarazione sembrava utile finché non trovammo il manoscritto intitolato Una Biografia di Machig a (nel) Dolpo. Tashi Tsering, della Biblioteca di Opere Tibetane e Archivi, conveniva sul fatto che il manoscritto sembra essere una delle fonti più antiche accessibili, forse proveniente da una trasmissione orale.

  8. Nel colofone di Una Biografia di Machig, il curatore aggiunge: “Nell’oceanica vita di Machig, questo rnam thar è solo una goccia d’acqua. Tra le varie versioni (della sua vita) che io ho ho messo insieme, ho composto questa versione breve.” Purtroppo egli non cita le sue fonti.

  9. Norbu, 1987: 47.

  1. Si veda pag. 3 sopra; Roerich, 1976: 225 e 919; Snellgrove, 1987: tavola 80a. La data 1150 e l’età di 88 per la morte corrisponde alle date di Machig Zhama, non a quelle di Labdrön. Si veda anche Orofino, passim.

  2. Secondo Stearns, (Machig) lo (A) ricevette da Se mkon chung ba. Questo suo Lam ‘bras zha ma lugs è anche conosciuto come la trasmissione intermedia (“middling”?) (‘bring po) dato che lei non aveva ricevuto tutte le istruzioni. Pare che Zhama Lotsāwa, il traduttore del Grande Poema sulla Perfezione della Saggezza di Āryadeva, fosse il fratello di Machig Zhama.

  3. Roerich, 1976: 984.

  4. Vita Meravigliosa, pag. 89; tradotta sotto, pagg. 138-139.

  5. Roerich, 1976: 984.

  6. Banchetto, pag. 1565.

  7. Roerich, 1976: 983.

  8. Transmission History, pag. 451.

  9. Ibidem, pag. 453.

  10. Guida, pag. 51.

  11. Una Biografia di Machig, fols. 39b-67b.

  12. Per esempio, Roerich, 1976: 984 e La Vita Meravigliosa, pag. 36, tradotta sotto a pag. 134.

  1. In Tibetano lo stesso termine (nang) significa interiore e Buddhista, con il non-interiore considerato esteriore (phyi).

  2. Trasformare gli Aggregati, pag. 107.

  3. Ibidem, pag. 50.

  4. Transmission History, pag. 455.

  5. Ibidem, pag. 483.

  6. In Una Biografia di Machig, fols. 87-103, Bhadra (che viene chiamato Bharé (Ba’re)), non è descritto come uno yoghi indiano, ma come un Maestro indigeno, come suggerito nel titolo del Capitolo 3, “Come Machig seguì Thöpa Bharé e insegnò il Dharma a suo marito e a suo figlio Gyalwa Döndrup.” Anche se Machig viene chiamata “Ani” (suora) dai suoi condiscepoli, il testo non dice da nessuna parte che prese i voti monastici. Per i titoli dei capitoli di Una Biografia di Machig, si veda la nota 3 della Prefazione.

  7. Transmission History, pag. 463 ff.

  8. Banchetto, pag. 1371.

  9. Roerich, 1976: 985.

  10. Per descrizioni più dettagliate della vita di Gyalwa Döndrup, si veda La Storia Concisa della Vita, fols 361 ff.

  1. La Storia Concisa della Vita, fols495 ff. Una Biografia di Machig, fols. 145-147, fornisce i nomi dei figli e delle figlie naturali e spirituali di Machig: quattro figli e quattro figlie, gli otto uguali a lei (rang dang snyams pa), gli otto studiosi, i tre liberati presto e i tre liberati tardi, i suoi due figli del cuore (thugs sras) Khugom Chökyi Sengé e Gyalwa Döndrup che sono menzionati più tardi anche come i detentori della sua trasmissione e i suoi altri quattro figli spirituali.

  2. Una Biografia di Machig non cita l’incontro di Machig con gli ācārya indiani, ma contiene un intero capitolo (5) sul dibattito di Machig con un Lhatag Khenpo (Ha stag mkhan po) e con altri per eliminare tutti i dubbi riguardanti i suoi insegnamenti.

  3. Transmission History, pag. 475.

  4. Roerich, 1976: 984.

  5. La Storia Concisa della Vita, fol. 456.

  6. Bod rgya tshigs mdzod chen mo, vol. III: 3216 fornisce le date per Machig Zhama (1062-1149), ma stranamente omette quelle di Machig Labdrön. Il 1153 è l’anno dell’Acqua-Uccello, il 1152 è quello dell’Acqua-Scimmia. Uno può supporre che La Concisa Storia della Vita erroneamente inserisca un elemento Fuoco, con la morte di Machig datata 1152.

  7. La Storia Concisa della Vita, fols. 454 ff.

  8. Guida, pagg. 47-48.

PARTE SECONDA: LA VITA MERAVIGLIOSA

VII La Vita Precedente di Machig, la Sua Nascita e la Sua Infanzia

  1. (‘Khor lo bde mchog) è una delle principali deità dello Yoga Tantra più Elevato. Il suo seguito è formato da sessantaquattro deità. Il Maestro è capace, grazie al potere della sua pratica e delle sue realizzazioni, di rendere il palazzo del mandala della deità distintamente visibile dagli altri.

  2. La più alta delle quattro classi del Tantra (Azione, Completamento, Yoga e Yoga Elevatissimo, ognuno con due stadi: quello di generazione e di completamento, rispettivamente con e senza base.

  3. Il siddhi supremo (mchog gi dngos grub). Ci sono i poteri ordinari e soprannaturali e i siddhi supremo e straordinario, che è la Buddhità – l’unico siddhi che dovrebbe essere perseguito. I siddhi ordinari, o facoltà superiori, dovrebbero venire usati solo per il beneficio degli altri.

  4. Dur khrod, cimitero, o, secondo il costume locale, o terra di cremazione, o campo di carne, o luogo di sepoltura del cielo. La Storia Concisa della Vita aggiunge un nome per indicare il luogo – Dur khrod ro gling, “L’Isola dei Cadaveri del campo carnale” che non compare, comunque, tra le otto terre della grande cremazione (dur Khrod chen po brgyad) della tradizione.

  5. Katvānga (kha tvam): tridente di metallo che rappresenta la rinuncia delle yoghini itineranti. Per le dākini, il tridente viene rimpiazzato da un mezzo vajra. Nella tradizione tantrica, il khatvānga simbolizza il partner yogico o il/la consorte. Di solito (il katvānga) è adorno di un teschio, mezza testa in putrefazione e una testa sanguinante, e anche un doppio vajra orizzontale. Come citato da Templeman (1989: 103), esso è un’arma che proclama chiaramente la posizione intrepida dello yoghi di fronte alla verità assoluta.

  6. Kālikā (Khros ma nag mo), in altri testi del Chöd, descritta come la forma segreta e irata di Vajravārahī.

  7. Tshul mdzad, alla lettera “rappresentare” o “mostrare” l’azione dell’uccidere.

  8. A è la sillaba primordiale della vacuità o della Perfezione della Saggezza. HA RI NI SA fa parte del mantra-radice di Vajravārāhī (rDo rje phag mo).

  1. HRI è la sillaba primordiale della compassione come (è) rappresentata da Avalokiteśvara (sPian ras gzigs).

  2. La Storia Concisa della Vita (fol. 68) descrive le straordinarie caratteristiche della bambina (Machig) in ulteriori dettagli, e, per esempio, precisa che possedeva i trentadue segni (di un buddha).

  3. Questi sono tutti i segni di una dākini. Di solito i testi distinguono un gruppo di cinque segni maggiori, come l’occhio frontale (“terzo”), dita leggermente palmate, unghie rosa come madreperla (nya phyis), un alone di luce multicolore simile ad un arcobaleno in cui appaiono le sillabe OM AH HUNG e così via. Qui, nel Trasformare gli Aggregati (pag. 24) queste caratteristiche sembrano essere state aggiunte, molto probabilmente, dal curatore.

  1. Le lettere maiuscole o stampate (dbu can) in contrasto con la scrittura corsiva (dbu med). Il testo qui ha l’espressione yig chen, “lettera maiuscola”, la più comune per i lavori stampati. Per imparare a scrivere, i bambini, prima tracciano le lettere su tavolette lisce. Solo dopo che hanno ottenuto la piena padronanza della scrittura, sono autorizzati a scrivere su carta, in Tibet, una rara e quindi preziosa comodità.

  2. Dieci bodhisattvabhūmi: i dieci livelli o terre (Skt. dasabhūmi, Tib. sabcu) che un bodhisattva deve attraversare dopo aver realizzato la vacuità, il primo stadio (terra), fino alla completa illuminazione. Per questo si parla di un “bodhisattva del terzo bhūmi”, di un “bodhisattva del settimo bhūmi” e così via. I cinque sentieri (lam lnga) sono i sentieri dell’accumulazione, dell’applicazione, della visione (primo bhūmi), della meditazione (dal secondo al nono bhūmi e del non più apprendimento (decimo bhūmi).

  1. Chöné (mchod gnas) è un termine piuttosto vago che a volte si riferisce a colui che è incaricato di fare le offerte, ma non corrisponde a nessuna funzione monastica attualmente; perciò è “colui che celebra” qualsiasi funzione.

  2. Modi (skad ‘ gyur) alla lettera “Diversi linguaggi”. I Lama interrogati su questo argomento non sono mai riusciti a dare una risposta esaustiva. Potrebbe alludere ai diversi tipi di modulazione, tono o modello melodico nella recitazione.

  3. Khecari (mkha’ spyod, alla lettera, “Attivo nello Spazio”): una delle terre pure o paradisi, a volte tradotto anche come “Reame delle Dākini.” Secondo Khenpo Tsultrim Gyamtso, i paradisi ultimi sono la realizzazione della chiara mente di luce. Da questa realizzazione, il gioco illimitato della chiara luce e il potere delle precedenti aspirazioni può far apparire terre pure. Rigzin (1986: 35) lo decrive come un Campo di Buddha “che uno yoghi può raggiungere senza abbandonare la sua forma ordinaria o il corpo, nell’arco di una vita e grazie alle pratiche adeguate.”

  4. Atsāra è una deformazione del termine sanscrito āchārya, “Maestro” (Tib. slob dpon), spesso usato per definire gli pseudo-maestri e infine (anche) i pagliacci durante gli intermezzi comici delle danze rituali ‘cham. Qui, o ironico (riferito a tutti gli Indiani che si davano arie da Maestro) o solo una errata pronuncia tibetana di una parola indiana.

  1. Un’usanza tibetana. Quando due persone si considerano di uguale livello spirituale, non si prostrano, ma si toccano le fronti. Con questo gesto Dampa dimostra che considera Machig al suo livello.

  2. Mi phod pa rdzis.

  3. Khrib chod.

  4. La Storia Concisa della Vita (fol. 104) cita l’intero insegnamento, ma qui si legge: “…capire che la mente stessa (sem nyid) è simile allo spazio vuoto”, piuttosto che “…capire che (tutti) gli esseri senzienti (sems can) sono simili allo spazio vuoto. Sebbene entrambe le interpretazioni siano possibili nel contesto del Chöd, la lettura della Storia Concisa della Vita qui sembra preferibile.

  5. I Tibetani usano l’espressione gad bdar nel senso di “pulire” o “purificare”. Secondo il commentario orale, il significato è quello di “analizzare” o “osservare” la natura della mente.

  6. SGra dbyangs mi grags significa che nemmeno la minima traccia dell’esistenza dell’ego rimase con lei.

  7. I tre bianchi sono: latte, yoghurt e burro; i tre dolci sono: zucchero, melassa e miele.

  8. L’esperienza dell’unico sapore della vastità del dharmatā (chosnyid kyi dbyings ro snyoms). Nell’essenza della realtà, la vera natura dei fenomeni, o vacuità, non c’è differenza tra amici e nemici, piacevole o spiacevole, felicità o sofferenza, ma l’equanimità di un solo sapore che accomuna tutti i fenomeni.

  1. Fratello” qui è il Tibetano ming po, che potrebbe anche indicare cugini vicini o lontani.

  2. C’è un errore nella nostra versione, che dà e’ i gongs ba, ma fa chiaramente riferimento al luogo di nascita di Machig di e’’i gangs ba. Ciò è confermato da Il Sentiero Segreto dell’Attività delle Dākini, pagg. 250 e 268, che dà entrambi i luoghi come dbye ba’ i gangs ba.

  3. Questa distinzione tra le quattro yoghini (sngags pa) e Machig (jo chung ma) potrebbe indicare che lei non era considerata una yoghini laica, per cui era considerata una monaca a cui anche il nome di jo chung ma avrebbe potuto fare riferimento. Inoltre, solo questo (indizio) non avrebbe dimostrato che (Machig) aveva preso i voti monastici. In Tibet molte donne vivevano (e vestivano) come suore senza aver ricevuto l’ordinazione. E ancora, questa osservazionesembra essere stata aggiunta come glossa attribuibile al curatore, perché non appare come parte integrante del testo. La Storia Concisa della Vita (fol. 114) sembra piuttosto fare una distinzione tra uomini e donne (pha jo bzhi, lab sgron dang lnga) senza menzionare se erano monaci o yoghi laici.

  4. Chos dbang sems la bskur: si vedano sopra, Capitolo II, n. 30 e Capitolo III, sezione 3.

  5. Nam mkha’ sgo ‘byed: si veda Capitolo III, sezione 3.

  6. La tradizione Vajrayāna opera una distinzione tra una deità visualizzata (“provvisoria”) (Skt. samayasattva, Tib. dam tshig sems dpa’) e la deità reale o deità di saggezza (Skt. jñānasattva, Tib. ye shes sems dpa’).

  7. Le ventiquattro pose di danza della danza delle deità pacifiche (zhi ba’i gar thabs) discendono da una tradizione indiana. Le sessanta qualità melodiose della voce di Brahmā (dbyangs yan lag drug bcu) include qualità come la purezza, la chiarezza, l’abilità di essere sentiti in tutto l’universo e così via.

  8. Tib. rDo rje lta bu’i ting nge ‘ dzin: La meditazione profonda generalmente descritta come quella del Buddha sotto l’albero “pipal”? a Bodhgaya, proprio poco prima della sua illuminazione. Si veda anche Rigzin, 1986: 145.

  9. Skt. nāga, Tib. klu: deità sotterranee delle acque che a volte aiutano a volte ostacolano. Si sente spesso l’espressione: “gli dèi sopra e i nāga sotto.”

  10. Phung ‘ dre rnams kyi gzan du bskyur, simile al titolo de La Vita Meravigliosa, e la pratica centrale del Chöd. La Storia Concisa della Vita (fol. 117) offre una versione più elaborata della battaglia di Machig con i dèmoni.

  11. Tib. rjes gnang: autorizzazione formale per leggere i mezzi di ottenimento (Skt. sādhana) di una deità, per visualizzare la deità e per recitare il mantra. Oltre alla trasmissione udita (Tib. lung, di solito una recitazione rituale), il discepolo richiede questa autorizzazione formale per praticare; ma solo nel corso dell’iniziazione (Tib. dbang) lui o lei riceveranno le istruzioni per una meditazione profonda e dettagliata, e lo/la impegneranno a mantenere l’impegno dell’iniziazione (Skt. samaya, Tib. dam tshig) che accompagna l’iniziazione.

  12. Thugs bcud ma rig mun sel rgyud, uno dei tre maggiori tantra che Tārā trasmette a Machig tramite ispirazione diretta. Questi tre costituiscono la tradizione Vajrayāna del Chöd.

  1. La saggezza (shes rab) qui si riferisce alla verità ultima della vacuità e i mezzi abili (thabs) per realizzare che quella verità si riferisce alla compassione (a livello del Mahāyana) e a particolari tecniche yogiche (a livello delVajrayāna). La realizzazione, dopo, può solo essere il frutto dell’unione di queste due (pratiche) principali, la prima femminile e la seconda maschile. Per cui, nell’attuale contesto, l’unione sessuale è il simbolo di questi due principi.

  2. Phyir mi ldog pa’i sa non pa: raggiungere il livello o la terra di uno che non ritorna. Questa caratteristica appartiene al praticante che ha raggiunto il sentiero della visione (mthong lam).

  1. Yi dam (Skt. istadevatā), alla lettera, “la mente-legata” (“the mind-bound”?). E’ la meditazione o deità personale che nel Vajrayāna è il legame tramite cui la mente è soggiogata dal sentiero del risveglio. La deità di solito viene assegnata da un Maestro personale. Come Naropa disse a Marpa: “Il fatto è che essi (gli yi dams) sono le sue manifestazioni (del guru). (Guenther, 1963: 107).

  2. Le otto coscienze sono le coscienze dei cinque sensi, la coscienza mentale (yid kyi rnam shes), la mente afflitta (nyon yid) e la coscienza fondamentale, o mente che è la base di tutte (Skt. ālayavijñāna, Tib. kun gzhi rnam shes).

  3. Rang rig ‘ od gsal.

  4. Chiarezza (o chiara luce) vacuità (gsal stong) è un’espressione generalmente usata nella Mahāmudrā per descrivere la natura ultima della mente. Corrisponde all’unione della vacuità con i mezzi per la sua realizzazione.

  5. Secondo La Storia Concisa della Vita, Machig presenta questa offerta per la terza iniziazione (shes rab ye shes kyi dbang), curiosamente assente qui; lei poi presenta un altro mandala per la quarta iniziazione o iniziazione della parola (tshig dbang).Questo è, senza dubbio, un errore della nostra versione di Trasformare gli Aggregati.

  6. Byams chos sde lnga sono i cinque trattati che Maitreya trasmise ad Asanga.

  7. Il testo qui usa l’espressione tecnica nyams len drod tshad, “la misura del calore nella pratica.” Proprio come quando uno si avvicina al fuoco sperimenta il suo calore prima come segno di essergli vicino, allo stesso modo, quando lo yoghi si avvicina alla realizzazione di una pratica, compaiono dei segni precursori di questa realizzazione, che sono conosciuti come calore.

  8. Nā ro chos drug sono esercizi spirituali come lo yoga del sonno, lo yoga della chiara luce e lo yoga dello stato intermedio che costituisce il sentiero dei mezzi (thabs lam) nella tradizione Mahāmudrā di Nāropa. Per una descrizione di questi sei yoga, si veda Guenther, 1963: 131ff.

  9. Dohā (Skt.) appartiene alla tradizione indiana delle canzoni simboliche spontanee grazie alle quali i Maestri Vajrayāna esprimono le loro esperienze e realizzazioni meditative e trasmettono le loro istruzioni definitive.

  10. Bya ba rgyud, Tantra dell’Azione è il primo delle quattro classi di Tantra che enfatizza le pratiche esteriori legate allo yoga della deità.

  11. L’immagine del Buddha nel Jo Khang di Lhasa che rappresenta la sua forma gloriosa. Essa è considerata la statua più sacra e antica del Tibet, essendo stata portata dalla sposa cinese di Songtsen Gampo nel settimo secolo.

  12. Chos dbang sems la bskur: la stessa iniziazione che Sönam Lama conferì a Machig.

  13. Si veda Capitolo II, n. 29. Secondo La Storia Concisa della Vita (fol. 437), Machig chiese un’iniziazione a Dampa Sangyé che gliela diede (scegliendola da) I Sei (Trattati?) sulla (Pratica?) del (Sixfold?) Chöd, l’Apertura dei Cancelli dello Spazio e quattro tipi di istruzioni. Senza nessun’altra istruzione, Machig ottenne la liberazione.”

  1. Commentario esplicito, dmar khrid o guida esperienziale, per esempio, insegnamenti sulla vera essenza di una pratica, spesso sulla natura della mente, conferita oralmente dal guru seguendo la sua esperienza. La Storia Concisa della Vita qui non differisce da La Vita Meravigliosa per quanto riguarda le iniziazioni e le trasmissioni elencate, solo aggiungendo che il commentario esplicito riguarda il ciclo HUNG (dmar khrid HUM bskor).

  2. BKa’ brgyud bla ma ‘byor zab lam ma, parte della tradizione del Chöd secondo i Tantra

  3. Pho ba lhag pa’i lam zhugs pa, un trattato Vajrayāna appartenente alla tradizione del Chöd secondo i Tantra che dà istruzioni su una tecnica dello stadio di completamento per far entrare i venti/le menti grossolani nel canale centrale (Skt. avadhūti, Tib. rtsa dbu ma) qui chiamato “il sentiero supremo”. Si veda Trungpa, 1986: 234. Come notato sopra, Dampa aveva familiarità con la forma del trasferimento della coscienza conosciuto come entrare in un cadavere.

  4. La Storia Concisa della Vita (fol. 136) aggiunge a questi tre yoga (di Nāropa) un quarto, lo yoga della chiara luce.

  1. Per questa sezione è stata seguita La Storia Concisa della Vita, siccome è più esplicita per questo episodio. Ne La Preziosa Ghirlanda (pagg. 241-253) sono contenute le preghiere associate ai mezzi dell’ottenimento (Skt. sādhana) sotto il titolo gCod khrid gdan thog gcig ma’i sgrub thabs ldeb (Una Guida al Chöd, Arricchito dei Mezzi di Ottenimento del ‘Seggio Singolo’ (per esempio, senza lasciare il proprio posto)).

  2. Skt. nirmānakaya, Tib. sprul pa’i sku: il corpo di emanazione. Machig porge omaggio a questa forma di Dampa che è diventata manifesta nel mondo e opera qui. Essa è differente dagli altri due corpi di Buddha, il corpo della benedizione sottile (Skt. sambhogakāya, Tib. longs spyod sku) e il corpo di verità (Skt. dharmakāya, Tib. chos sku).

  3. La Storia Concisa dela Vita (fol. 137) aggiunge questa ulteriore chiarificazione: ma rgyud mkha’ gro ma thams cad kyi gros phug, fonte (alla lettera, phug significa “, o “fonte” o “origine”) di tutte le dākini dei Tantra Madre.

  4. Skt. Kālikā, Tib. ma nag mo, la forma irata di Vajravārāhi.

  5. MDo dangs snygs ‘byed (Trasformare gli Aggregati, pag. 42), dove La Storia Concisa della Vita (fol. 138) ha mDo sde dang snyigs ‘ gyed (con ‘gyed forse un errore di copiatura per ‘byed). L’edizione Kongtrul di Trasformare gli Aggregati, comunque, ha sngags ‘byed.

  6. Tib. ‘Jam dpal rtsa ba’i rgyud kyi rgyal po.

  1. I quattro insegnamenti di Mahāmudrā attraverso simboli” (phyag rgya chen po’i brda chos bzhi) come spiegato in prcedenza, sono: karma (mahā-)mudrā, samaya (mahā-)mudrā, beatitudine-vacuità (mahā-)mudrā, e chiarezza-vacuità (mahā-)mudrā. Si veda, per esempio, Fording Place, pag. 106; su karmamudrā, si veda Guenther, 1963: 207ff.

  2. Queste quattro dākini rappresentano la corrente principale delle quattro maggiori scuole tibetane durante l’undicesimo secolo – Sakya, Nyingma, Kagyü e Chöd, l’ultima elevata così al rango di una scuola maggiore. Risulta mancante la tradizione della Lampada per il Sentiero di Atiśa. Lui lasciò il corpo un anno prima della nascita di Machig Forse il passaggio è un’interpolazione (fatta) dal compilatore del volume di Trasformare gli Aggregati, se non di un curatore successivo.

VIII Le Realizzazioni di Machig

  1. Skt. Pratityasamutpāda, Tib. rten ‘brel (yan lag bcu gnyis). I dodici anelli del sorgere dipendente sono la dottrina che dimostra come tutti i fenomeni fisici e psichici siano condizionati e interdipendenti. Questi dodici anelli, dall’ignoranza alla vecchiaia e morte, illustrano il mondo come condizionato dalla sofferenza, con ogni anello causa del successivo: per esempio, rinascere in un corpo produce vecchiaia e morte e così via. Purificando questi dodici anelli in ordine inverso, si raggiunge l’illuminazione che va a sostituire il primo anello dell’ignoranza fondamentale. Si veda Napper, 1989.

  2. BDe mchog gi dbang blangs, “prendere l’iniziazione di Samvara”, va capito, secondo Khempo Tsultrim Gyamso, nel senso dell’autoingresso (bdag ‘jug), per esempio, un’auto-iniziazione.

  3. Secondo La Storia Concisa della Vita, fol. 160, il Lama le dice: “Se tu avessi preso i voti (monastici), ciò sarebbe stato negativo, ma siccome tu non sei (legata da voti monastici) non c’è alcun danno” Secondo la Transmission History, lui le dice: “Signora dal Cappellino”, hai preso i voti in mia presenza. Con ciò ti riporto al tuo precedente stato (laico).”

  4. Tshul bstan, “mostrare l’atto di”. Essendo una dākini fin dall’inizio, Machig non agisce realmente, ma fa vedere l’azione (per esempio, per scopi didattici); allo stesso modo, un buddha non raggiunge la liberazione, ma rappresenta il procedimento per il bene dei discepoli. Si confronti il Capitolo VII, n. 7, per un’espressione simile.

  5. Skt. Pañcakāmaguna, Tib. ‘dod yan lnga: i cinque oggetti di godimento dei cinque sensi: gli oggetti più belli da vedere; i suoni più sublimi, i più deliziosi sapori e odori e i contatti più delicati.

  6. La preghiera a otto rami: più comune è la versione a sette rami (yan lag bdun pa). Include: prostrazioni, offerte, confessione, gioire dei meriti degli altri, chiedere l’insegnamento del Dharma, chiedere ai Maestri di rimanere nel mondo e dedica.

  7. Stadio di generazione (Skt. utpattikrāma, Tib. rdzogs rim) e stadio di completamento (Skt. sampannakrāma, Tib. rdzogs rim), richiedendo il primo un supporto, l’ultimo di solito senza supporto.

  8. Skt. Vajradhātu, Tib. chos kyi dbyings: la distesa di tutte le manifestazioni.

  9. Avalokiteśvara (Tib. sPyan ras gzigs) è il bodhisattva che personifica la compassione, Mañjuśri (Tib. ‘Jam dpal dbyangs) simbolizza la saggezza e Vajrapāni (Tib. Phyag na rdo rje) sta per energia illuminata – le tre qualità fondamentali di un buddha.

  10. Mudrā (Tib. phyag rgya, alla lettera “gesto manuale rituale,”) rappresenta qui la trasformazione spirituale delle apparenze illusorie in pura visione, grazie al potere dell’aspirazione. Questa offerta è trattata in extenso nella Offerta Concisa del Corpo di Karma Chagmé.

  1. Bka’ brgyud qui è il lignaggio di trasmissione del significato della Prajñāpāramitā (bka ‘brgyud don kyi brgyud pa), corrispondente alla tradizione Sūtra.

  2. DBu ma’i lam, canale centrale. I venti, le gocce e i canali sono elementi sottili che costituiscono il corpo illusorio. Secondo il Vajrayāna, la purificazione mentale è associata alla purificazione di questi tre elementi sottili.

  3. La Storia Concisa della Vita conferma questo, ma la Transmission History (pag. 464) afferma che lei (Machig) rimase solo tre o quattro giorni con Dampa.

  4. Ma rgyud mkha’ ‘gro gnas ‘gyur gyi dbang dang tshogs brgya. Per una descrizione di queste iniziazioni, si veda il Capitolo V, sezione 1, sopra. I Tantra Madre sono generalmente associati alla trasmutazione della passione in energia spirituale, come con il Tantra di Chakrasamvara (Trungpa, 1986: 251). Il ciclo di iniziazioni a cui si fa riferimento qui appartiene a un tantra chiamato Thugs bcud ma rig mun sel (La Quintessenza che Dissolve le tenebre dell’Ignoranza), il terzo tantra che Machig ricevette da Tārā.

  5. BsTan ma bcu gnyis. Queste dèe montane cattive, associate a montagne diverse in Tibet, furono soggiogate da Padmasambhava che le trasformò in protettrici del Dharma. Spesso appaiono nelle biografie sacre di yoghini, come quella di Milarepa. Si veda Nebesky-Wojkowitz, 1975: 181 ff.

  6. La Storia Concisa della Vita (fols. 193 ff.) fornisce un ulteriore dettaglio sulla risposta di Machig. Ella, prima definisce la sua tradizione sotto cinque sezioni: nome generico, trasmissione, essenza, offerta del corpo e luogo di pratica. Poi spiega la tradizione Sūtra sulla base di quattro testi-radice che divide ulteriormente in venticinque diramazioni. Questi testi-radice (fol. 196) sono: (1) La Grande Raccolta dei Precetti del Chöd (bKa’ tshom chen mo) (2) Le Appendici (Le’ u lag) col nome di Istruzioni dall’Incontro di Madre e Figlio (Ma bu ngo sprod du gdams pa) (3) Rievocare l’Insegnamento del Segno (brDa chos la bzla ba) (4) Don khang rgol grad thim su bstan pa

  7. BGegs è un termine generico che indica dversi tipi di forze negative che causano malattie fisiche, sofferenza mentale e ostacoli.

  8. Questo Udumvara Tantra è descritto molto dettagliatamente ne La Storia Concisa della Vita (fols. 237-241). Trasformare gli Aggregati, pag. 81, cita questo tantra come bKa’ brgyud gnas ‘gyur yang thig me long (Lo Specchio Essenziale della Trasformazione della Trasmissione Orale), una raccolta di un centinaio di iniziazioni chiamata anche le cento iniziazioni della trasformazione dei Lama (bla ma gnas ‘gyur gyi dbang brgya). Machig le ricevette da Tārā durante una visione e compose, in linea con esse, una sādhana sul lignaggio di Yum Chenmo, che scendeva fino a sé.

  9. Il testo qui sembra mescolare l’Udumvara Tantra con il Tantra sul Domare i Nāga (e) i Cinque Veleni (Dug lnga klu ‘dul ba), mentre La Storia Concisa della Vita traccia una chiara distinzione tra i due.

  10. Thugs bcud ma rig mun sel, il terzo dei tantra che Tārā trasmise a Machig. Si veda n. 14 sopra.

  11. La Storia Concisa della Vita (fol. 205) aggiunge: “anche se, infine, questa tradizione dei due stadi finirà in nulla, rimarrai ancora (per sempre) la Signora Sovrana del Mantra Segreto..” Questa deteriorazione del lignaggio del Chöd Vajrayāna è confermata da una nota ne La Vita Meravigliosa (pag. 82), che dice: “Fino al tempo (di Namkha Gyaltsen) questa tradizione rimase intatta, ma a partire dal (suo successore) Tashi Gyaltsen è deteriorata.”

  12. Tib. gSang sngags, gzungs sngags e rig sngags.

  13. Secondo La Storia Concisa della Vita (fol. 238), questo nome di “Signora Sovrana del Vajradhātū” si riferisce a una sādhana contenuta nel terzo tantra, La Quintessenza che Disperde le Tenebre dell’Ignoranza.

  14. BrDa. Questo potrebbe essere l’insegnamento attraverso i segni della tradizione Sūtra di Machig, quello a cui si fa riferimento ne La Storia Concisa della Vita (fol. 196) come brDa chos la bzla ba (Evocare attraverso l’Insegnamento dei Segni).

  15. Shes bya’i chos thams cad kyi grol phug. Come emanazione della Grande Madre di Saggezza, la vacuità primordiale, ella è all’origine o alla fonte (phug, grotta) per capire la natura ultima dei fenomeni, per esempio, la vacuità.

  16. Secondo Ricard, ne La Vita di Shabkar, nota 4 dell’Introduzione dell’Autore, ‘ogmin stug po bkod pa’i zhing khams, significa, alla lettera, “che non è sotto”, l’insuperato Campo di Buddha. Anche se è generalmente considerato il Paradiso Orientale del Buddha Aksobhya, ci sono infatti vari tipi di ‘og min. Si veda il commentario di Khanpo Yonten Gyatso sul Tesoro delle Qualità Spirituali intitolato Yon tan rin po che mdzod kyi ‘grel ba zla ba’i sgron me, in rNying ma bka’ ma (Kalimpong: Drubjung Lama, 1982-87), vol. 40, pagg. 742-743.

  17. Questa intera descrizione segue fedelmente il processo delle sādhane Vajrayāna che aspirano a familiarizzare il meditatore con l’universo di meraviglie, in modo tale che riesca a trasformare le apparenze ordinarie in manifestazioni pure.

  1. In questo sogno Machig vede il suo intero lignaggio spirituale che diventerà il lignaggio del Chöd. Sönam Lama è il suo guru-radice, seduto sulla corona del suo capo. Dampa è il Maestro di Sönam Lama e riceve il suo insegnamento direttamente da Vajradhara, fonte dei tantra. Anche Mañjuśri, Āryadeva e la dākini Sukhasiddhi sono menzionati nel lignaggio del Chöd dove Machig occupa una posizione centrale.

  2. La Storia Concisa della Vita (fol. 220) indica Thöpa Bhadra come quello che esortò Machig a sviluppare la sua tradizione Vajrayāna e a impegnarsi a scrivere per il bene delle future generazioni.

  3. Chos dbang sems la bskur, si veda il Capitolo II, n. 30 sopra. Il Compendium (pag. 424) ci informa che “attualmente (nella tradizione del Chöd) uno pratica soprattutto potenziamento del significato ultimo (direttamente) conferito alla mente che apre le porte dello spazio per mezzo dell’istruzione orale..”

  4. (1) Phyogs bcu’i sangs rgyas gnas ‘gyur ba’i dbang rgya (Un Centinaio di Iniziazioni della Trasformazione dei Buddha delle Dieci Direzioni) appartiene al Dug lnga klu ‘dul ba’i rgyad (Domare i Nāga (&) il Tantra dei Cinque Veleni). (2) Ma rgyud mkha’ ‘gro gnas gyur ba’i dbang brgya (Un Centinaio di Iniziazioni della Trasformazione delle Dākini secondo i Tantra Madre) derivati dal Tantra Madre dello Yoga più Elevato, La Quintessenza che Disperde le Tenebre dell’Ignoranza. (3) gTor ma la brten pa’i dbang brgya (Un Centinaio di Iniziazioni con i Dolci Rituali come Supporto) appartiene alla tradizione Sūtra. Jamgön Kongtrul, nel Compendium, (pag. 424) afferma che queste trecento iniziazioni in gruppi di cento non vengono più trasmessi. Trasformare gli Aggregati (pagg. 81-82, per esempio, partedella sezione brevenon è mai stata tradotta; si veda n. 40 sotto) ha commenti simili.

  1. Le dodici fonti o porte della coscienza (Skt. āyatana, Tib. skye mched) include le sei facoltà sensoriali e i loro oggetti di percezione. I diciotto elementi (Skt. dhātu, Tib. khams) includono le dodici porte più le sei corrispondenti coscienze sensoriali.

  2. Attraverso la visione pura (dag snang) o purezza universale (dag pa rab ‘byams), i praticanti (del) Vajrayāna trasformano le apparenze ordinarie, i cinque aggregati, le dodici porte della coscienza e i diciotto elementi in un palazzo divino in cui sono i benvenuti dalla deità su cui hanno meditato. (RIVEDERE). Tutti i fenomeni si trasformano in apparenze pure e in manifestazioni divine; tutti gli esseri hanno l’aspetto di deità. Per questa ragione, la tradizione Vajrayāna viene spesso chiamata il sentiero della trasformazione

  3. RNam snang gi chos bdun. La postura di meditazione viene spiegata da Vairochana in sette punti: seduti a gambe incrociate, mani nell’atteggiamento della concentrazione meditativa, schiena dritta, collo leggermente piegato in avanti, spalle dritte, sguardo verso la punta del naso e la lingua che tocchi il palato.

  4. BKa’ tshom chen mo.

  5. Machig lasciò il corpo all’età di novantanove anni secondo la Storia Concisa della Vita e la Transmission History; a novantacinque secondo gli Annali Azzurri e il Banchetto.

  6. Pho ba tshul bstan.

  7. BDud bzhi rang sar gcod.

  1. (1) bka’ tshom chen mo (2) yang tshom (chen mo) (3)nyid (snying?) tshom (chen mo) (4) le’ u lag (5) gnad them (6) khong rgol (7) (gsangs ba brda chos) (8) (gsang ba brda chos) la bzlas skor gsum (9) gzhi lam du slong ba (10) khyad par gyi man ngag. I primi quattro appaiono nel Tesoro – volume XIV – di Kongtrul. La Storia Concisa della Vita (fol. 287) dà gli stessi titoli con qualche differenza nella sillabazione, ma aggiunge un testo (o un gruppo di testi?) chiamato Chos tshen brgyad dang gcod brgyad.

  2. Qui è dove il compilatore Namkha Gyaltsen aggiunge la nota che il paragrafo “e in questo modo una tradizione tibetana…” fino a “…l’unica e sola fonte (Trasformare gli Aggregati, pag. 81, riga 1) non appartiene al testo vero e proprio, ma è stato aggiunto da lui. Seguendo il consiglio di Khenpo Tsultrim Gyamtso, la traduzione qui salta direttamente a pag. 83, riga 6, siccome questa sezione non tradotta è composta da un’esposizione molto tecnica dei diversi lignaggi e dei loro detentori, così come le iniziazioni sono state saltate in tutti. Questo materiale è stato trattato nel Capitolo 5 sopra.

Ultime Istruzioni di Machig

  1. Le ultime istruzioni di Machig sono tradotte (estrapolate) da La Storia Concisa della Vita, fols. 445-457.

  2. Chiaramente un errore, essendo i due anni Fuoco-Scimmia più vicini all’anno della morte di Machig il 1116 e il 1176.

Jérôme Edou studia con Khenpo Tsultrim Gyamtso Rinpoche dal 1976. Ha fatto l’interprete per vari Lama per più di dieci anni ed è autore e traduttore di opere sul Tibet e sul Buddhismo tibetano. Attualmente vive a Kathmandu.

Ringraziamenti Speciali a:

dakini umane e non-umane per la loro ispirazione,

Khenpo Tsultrim Gyamtso per la motivazione,

Janet Gyatso per la sua compilazione,

a Tashi Tsering, a Cyrus Stearns, a Matthew Kapstein e a Matthieu Ricard per i loro suggerimenti,

a Maruta Kalnins, a Michelle Martin e a Kerry Moran per le loro correzioni,

a Dolpopa Tenzin Norbu per le illustrazioni,

alla Snow Lion per la pubblicazione (della versione inglese) e all’editor, Susan Kyser, per averla portata a compimento,

a Nicole, a Jonathan e a Kim per tutte le ore rubate alla loro attenzione.

MACHIG LABDRÖN E LE FONDAMENTA DEL CHÖD

Questa traduzione della più famosa biografia di Machig Labdrön, fondatrice dell’unica tradizione del Chöd (di) Mahāmudrā, è presentata insieme ad una completa visione di insieme delle origini storiche e dottrinali del Chöd nel Buddhismo indiano e la sua successiva trasmissione al Tibet.

Machig Labdrön è popolarmente considerata sia una dākinī che una deità, un’emanazione di Yum Chenmo o Prajñāpāramitā, l’incarnazione della saggezza dei buddha. Storicamente, questa donna tibetana, una contemporanea di Milarepa, fu un’adepta, una straordinaria insegnante, una madre e la fondatrice di un unico lignaggio di trasmissione conosciuto come il Chöd di Mahāmudrā.

Il Chöd fa riferimento al recidere l’attaccamento al sé e alle sue concomitanti afflizioni emotive. Famosissimo per il suo insegnamento sul trasformare gli aggregati in un’offerta di cibo per i dèmoni come atto di compassione e di auto-sacrificio, il Chöd aspira a liberare la mente da tutte le paure e a far emergere la realizzazione della sua vera natura, primordialmente beatitudine chiara e vacuità.

“…fornisce del materiale prezioso sul lignaggio del Chöd, sulla biografia di Machig Labdrön e sulle origini del Chöd di Mahāmudrā… Con la sua pubblicazione, boi riusciamo ad avvicinarci un po’ di più alla percezione dello spirito e della incisiva saggezza di questa grande yoghini.” – Tsultrim Allione, autrice di Donne di Saggezza.

“…con maestria mantiene l’equilibrio tra lo storico e l’agiografico e abilmente espone il suo grande insegnamento del Chöd di Mahāmudrā…Considerate la lettura di questo libro come un investimento spirituale.” – Dr. Elizabeth Bernard, autrice di Chinnamastā, la Terribile Dèa Tantrica Hindu e Buddhista.