Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche, nell’ambito della pratica Mahamudra illustra come tenere la mente concentrata, evitare le distrazioni, la funzione delle pratiche Vajrayana come la visualizzazione e le preghiere.
Appunti e domande del Dr. Luciano Villa e dell’Ing. Alessandro Tenzin Villa nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.
Domanda: Qual è l’antidoto al vagare della mente?
Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche – Questo non è stato discusso, ma è ciò che in realtà facciamo negli esercizi con la “Hung”. L’antidoto al torpore è aprire maggiormente gli occhi, aprire i sensi ed aumentare l’attenzione. Poi applichiamo un antidoto alla dispersione, alla tendenza della mente a perdere il controllo, tramite il rilassamento del corpo dall’interno. La postura non è rilassata, ma l’attenzione si raccoglie al centro e si rilassa. Questo riporta la mente di nuovo sotto controllo.
Domanda: Cosa devo fare con le distrazioni?
Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche – Esistono due tipi di distrazioni: i suoni esterni e le sensazioni interne, come il calore o qualunque cosa proviamo dentro di noi. Queste diventano distrazioni se lasciate che la mente si concentri su di loro.
La cosa migliore da fare è non prestare loro attenzione. Ritornate all’oggetto della concentrazione, qualunque sia ed ignorate i suoni esterni o le sensazioni interne. Basta ignorarli e riportare la mente al suo oggetto specifico di concentrazione
Domanda: Se la natura della mente può essere realizzata con la meditazione Shamatha e vipashyana e la meditazione, perché abbiamo bisogno delle pratiche Vajrayana, come la visualizzazione, le preghiere, e così via?
Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche – Shamatha e vipashyana occupano un posto molto importante nella pratica. All’interno dello sviluppo di una pratica generale, queste sono ciò che rende utile e possibile raggiungere il suo scopo. Senza il contesto della pratica, lo sviluppo dei diversi tipi di realizzazione non è poi così utile. Così, se le preghiere, le visualizzazioni che sembrano avere un aspetto rituale, sono praticate e comprese in modo corretto, sono assolutamente necessarie. Raccolgono i meriti e liberano dalle contaminazioni, e questo permette che Shamatha e vipashyana possano essere davvero sviluppate.
Senza meriti e senza liberarsi dalle contaminazioni, non potrebbero avere luogo.
Il maestro Jigten Sumgon specificò che la pratica deve essere inclusiva, una sorta di approccio olistico, che tenga conto dell’intera situazione del praticante, del mondo o l’ambiente. Non si possono tenere fuori certe cose per enfatizzare o trascurarne altre. Piuttosto, è un percorso completo di sviluppo che permette al discepolo di sviluppare completamente e procedere lungo le fasi di sviluppo.
Altrimenti, se cerchiamo di praticare il metodo più avanzato senza far nulla per costruirlo, non c’è possibilità di successo.
Ora, a proposito di Shamatha e vipashyana, questi due elementi sono presenti in ogni fase della pratica. Shamatha è concentrare la mente ed eliminare tutte le attività mentali estranee. Vipashyana è sviluppare la visione. Sono presenti sempre in ogni pratica religiosa, se si opera correttamente.
Per esempio, quando ci concentriamo sulla visualizzazione nella fase di generazione di qualsiasi Tantra, dobbiamo necessariamente praticare Shamatha, la quiescenza mentale, senza la quale non c’è modo di mantenere l’oggetto di visualizzazione. Quindi, l’oggetto di visualizzazione, in fase di generazione, funziona allo stesso modo come il semplice oggetto nelle fasi più elementari della nostra pratica di quiescenza mentale. Così lo stesso vale con la vipashyana. Andando avanti con queste pratiche, se davvero siamo attenti a ciò che stiamo facendo, ai versi che recitiamo, questi ci aiutano a sviluppare la comprensione della natura della realtà.
Domanda: Qual è la differenza tra concentrarsi sulle sensazioni interne ed il rilassamento come antidoto alla dispersione mentale?
Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche – L’antidoto è una sorta di liberazione, un lasciare andare locazione, un rilassamento. Non state concentrandovi in modo univoco, anzi, è solo una sorta di lasciare andare. Semplicemente vi rilassate invece che assumere la sensazione come oggetto di meditazione.
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