Ghesce Ciampa Ghiatso: Le otto stanze dell’addestramento mentale 3

Ghesce Ciampa Ghiatso: Qualunque essere dovessimo incontrare, cerchiamo di considerarlo più importante di noi. Considerando gli altri come estremamente cari, il nostro orgoglio e la nostra presunzione si ridurranno.

Ghesce Ciampa Ghiatso: Qualunque essere dovessimo incontrare, cerchiamo di considerarlo più importante di noi. Considerando gli altri come estremamente cari, il nostro orgoglio e la nostra presunzione si ridurranno.

Insegnamenti sul testo “Le otto stanze dell’addestramento mentale” di Langri Tangpa Dorje Senghe, vedi https://www.sangye.it/altro/?p=27, conferiti dal ven. Ghesce Ciampa Ghiatso presso l’Istituto Lama Tzong Khapa, Pomaia, PI, nel settembre 1995. Trascrizione di Ivan Zerlotti e Francesco La Rocca, Revisione Edizioni JTK.

Ghesce Ciampa Ghiatso: I metodi per realizzare la mente dell’illuminazione: “Sei cause e un effetto” e ‘Lo scambiare se stessi con gli altri’. Equalizzare i nostri sentimenti.

Il Commentario

Con l’intenzione di ottenere il significato supremo,

mi prenderò costantemente cura

di tutti gli esseri senzienti,

che sono più preziosi della gemma che esaudisce i desideri.

I metodi per sviluppare e realizzare la mente dell’illuminazione sono due:

(1) Il metodo chiamato Sei cause e un effettoinsegnato da Buddha Shakyamuni e trasmesso poi da Maitreya, e (2) Lo scambiare se stessi con gli altri’, anch’esso insegnato da Buddha Shakyamuni e trasmesso poi da Manjushri.

Per quanto riguarda il primo metodo, le ‘Sei cause e un effetto’ sono:

  1. riconoscere che tutti gli esseri senzienti sono stati nostre madri,

  2. riconoscere la loro estrema gentilezza nei nostri confronti,

  3. far sorgere la gratitudine, il desiderio di ricambiare la loro gentilezza,

  4. sviluppare l’amore,

  5. generare compassione,

  6. generare l’attitudine straordinaria della responsabilità universale.

  7. Il settimo punto, l’effetto delle sei cause precedenti, è la mente convenzionale dell’illuminazione, il desiderio di ottenere l’illuminazione per beneficiare e aiutare tutti gli esseri senzienti.

Il secondo metodo è chiamato ‘Scambiare se stessi con gli altri’. I punti essenziali sono i seguenti:

  1. la meditazione basilare è quella sull’equanimità, lo sviluppo di un’attitudine equanime, in grado di equalizzare se stessi con gli altri;

  2. considerare gli svantaggi che derivano dall’egoismo;

  3. considerare i benefici che derivano dall’altruismo;

  4. sentire l’urgenza di sostituire l’attitudine egoistica con quella altruistica, prendendosi cura degli altri;

  5. invertire queste due attitudini con una motivazione di amore e compassione;

  6. prendere con il respiro la sofferenza di tutti gli esseri viventi;

  7. generare l’attitudine straordinaria;

  8. generare la mente dell’illuminazione.

Tutti gli esseri sono stati nostre madri. Occorre considerare la gentilezza di nostra madre che si è presa cura di noi tenendoci in grembo per nove mesi. Dopo la nascita, essa ha continuato ad avere estrema cura di noi, che non eravamo neppure in grado di muoverci. È un comportamento che si può osservare anche tra gli animali e rivela la grande gentilezza di tutte le madri. Se per alcuni risultasse difficile applicare questo alla propria madre, senza peraltro giudicarla negativamente, questi potrebbero pensare alla gentilezza del proprio padre, della sorella o del compagno e riflettere:‘Tutti gli esseri sono stati come il mio compagno attuale e quindi sono stati estremamente gentili con me.’ In questo modo possiamo comprendere meglio la gentilezza di tutti gli esseri. Dovremmo pensare che gli esseri senzienti sono stati gentili nei nostri confronti sia quando sono stati ‘i nostri cari’ sia quando non lo sono stati. Consideriamo la loro gentilezza dal punto di vista mondano, dell’esistenza ciclica. Prendiamo in considerazione, per esempio, la gentilezza degli agricoltori. Se nessuno coltivasse i campi non potremmo nutrirci, soffriremmo la fame rischiando di morire. Consideriamo anche la gentilezza degli animali, quali mucche, pecore, capre, pesci, animali di cui ci nutriamo o dei quali utilizziamo la lana o la pelle per i nostri abiti. Riflettiamo su quanto essi ci siano di aiuto. Se qualcuno ci soccorre nei momenti difficili, per esempio prestandoci denaro, lo consideriamo una persona molto gentile; tuttavia, pur possedendo molto denaro, questo sarebbe del tutto inutile se nessuno producesse beni materiali. Pensando in questo modo possiamo riconoscere la gentilezza di tutti gli esseri.

Dal punto di vista del Dharma e della crescita interiore, gli esseri sono ancora più gentili perché grazie a loro è possibile sviluppare qualità, come ad esempio la generosità, che si possono praticare soltanto in relazione agli altri. Lo stesso vale per la pratica della moralità, della pazienza, dell’amore e della compassione, che si possono sviluppare solo in relazione agli altri. Senza gli esseri senzienti è impossibile sviluppare la mente dell’illuminazione e raggiungere lo stato di un Buddha.

Gli esseri senzienti sono molto gentili perché ci offrono la possibilità di praticare le sei perfezioni e ottenere l’illuminazione. Perciò, anche i nostri nemici sono estremamente gentili in quanto ci permettono di sviluppare molte qualità come la pazienza e la tolleranza. Le relazioni si trasformano, sicché può avvenire che alcuni, in passato nostri nemici, in seguito diventino carissimi amici. Ciò si verifica sia nelle relazioni personali sia nelle relazioni fra diverse nazioni. Cerchiamo dunque di riconoscere la gentilezza degli esseri in modo da far sorgere in noi la gratitudine e il desiderio di contraccambiarli; cerchiamo di sviluppare buon cuore e benevolenza verso le persone che incontriamo. Cerchiamo di portare il nostro contributo di gioia e felicità. Se saremo gentili con gli altri, la loro mente diventerà felice, ne trarrà beneficio. Un politico tibetano diceva che, quando una persona appare molto seria e tesa e un altro la saluta calorosamente, qualcosa cambia in lei. Quando siamo benevoli gli altri si sentono a loro agio, la loro mente si rilassa e si apre, li contagiamo con la nostra benevolenza ed essi desiderano imitarci. Pensiamo: ‘Come sarebbe meraviglioso se tutti gli esseri avessero la felicità e le sue cause. Possano essi ottenere la felicità e le sue cause. Mi assumo la responsabilità di renderli felici’.

Cercando di sviluppare il buon cuore e la felicità neutralizzeremo l’odio, che è assai distruttivo. Anche un buon rapporto di coppia può essere distrutto dalla collera. Se qualcuno è sempre arrabbiato, l’altra persona alla fine si stancherà e penserà che, per quanto lo possa amare, non lo sopporta più, e deciderà di lasciarlo. Non possiamo sempre incolpare gli altri per ciò che ci accade, dovremmo piuttosto esaminare la nostra mente e comprendere se non siamo noi a sbagliare. Cambiando la nostra attitudine egoistica, anche il nostro compagno maturerà e manterremo un rapporto armonioso e pacifico. In ogni relazione la causa di tutti i problemi è l’egoismo, quindi dovremmo eliminarlo e sviluppare amore e compassione.

Pensiamo: ‘Come sarebbe meraviglioso se tutti gli esseri fossero liberi dalla sofferenza e dalle sue cause. Possano essere liberi dalla sofferenza e dalle sue cause. Io stesso originerò la loro liberazione dalla sofferenza e dalle sue cause’. Questo modo di pensare favorirà anche noi stessi, perché diventeremo affabili e disponibili. Una mente aperta e amorevole favorisce la comunicazione, mentre una mente egoistica la rende difficile e ci allontana dagli altri. ‘Il gioiello che esaudisce i desideri’, comunque, non potrebbe portarci la pace, la felicità interiore o una piena soddisfazione. La mente dell’illuminazione può renderci felici, ed essa è in relazione a tutti gli esseri senzienti. Avendo compreso come sarebbe meraviglioso se tutti gli esseri avessero la felicità e le sue cause e avendo generato amore, pensiamo: ‘Io stesso procurerò loro le cause della felicità, mi assumo dunque la responsabilità di rendere felici tutti gli esseri senzienti’. Desiderare semplicemente questo non è sufficiente, occorre impegnarsi personalmente per raggiungere tale scopo. Dovremmo riprometterci: ‘Desidero che tutti gli esseri siano liberi da ogni sofferenza e che raggiungano la felicità; desidero liberarli dalla sofferenza e dalle sue cause, e lo farò io stesso’. Dopo aver fatto questa promessa, ci renderemo conto che solo un Buddha è realmente in grado di realizzarla, quindi ci determineremo a ottenere quello stato per beneficiare tutti gli esseri, generando la mente convenzionale dell’illuminazione; di conseguenza dovremmo impegnarci nella pratica delle sei perfezioni e cercare sempre di prenderci cura degli altri, considerandoli come se fossero tutti i nostri amici più cari. All’inizio occorre, quindi, equalizzare la considerazione che abbiamo verso noi stessi e verso gli altri. Attualmente non siamo in grado di farlo perché verso alcuni esseri, che consideriamo nostri amici, proviamo attaccamento; verso coloro che consideriamo nostri nemici proviamo disagio e rabbia; nei confronti di tutti gli altri, considerati estranei, non proviamo collera o attaccamento ma solo indifferenza.

Cerchiamo invece di equalizzare i nostri sentimenti nei loro confronti. Domandiamoci: ‘Perché proviamo piacere e attaccamento verso i nostri amici?’ ‘Perché ora ci stanno aiutando e ovviamente lo faranno anche in futuro’. Domandiamoci ancora: ‘Sarà sempre così?’ ‘No, non lo sarà’. Ora qualcuno ci è amico, ma in futuro potrà trasformarsi in nemico e potrà nuocerci. Lo stesso vale per i rapporti di coppia. Fra moglie e marito a volte c’è grande armonia e amore reciproco, ma con il passare del tempo possono sorgere problemi e discussioni, gradualmente si creerà disarmonia ed essi giungeranno al punto in cui si considereranno nemici. Dovremmo considerare che le persone che attualmente ci aiutano non necessariamente lo faranno per sempre, può accadere che esse in futuro ci danneggino. Nei confronti dei nostri nemici pensiamo: ‘Li odio perché hanno fatto del male a me o ai miei cari’.Tuttavia anche queste relazioni sono instabili e possono mutare. Può accadere che i nemici si trasformino in cari amici. Anche la relazione con gli estranei può cambiare. Una persona verso la quale non proviamo né avversione né attrazione può diventare un carissimo amico oppure il peggior nemico. Le relazioni si trasformano, perciò sarebbe meglio sviluppare equanimità nei confronti di tutte le persone che incontriamo, senza provare attaccamento per alcuni e odio per altri. In seguito riusciremo a considerare tutti gli esseri come nostri amici, come persone pregevoli che ci aiutano. Pensando in questo modo, chiunque incontreremo ci farà sentire bene, lo apprezzeremo e ciò accrescerà l’armonia. Esercitiamoci in questo modo: pensiamo a un carissimo amico, a una persona che non ci è affatto simpatica e a una persona che ci è indifferente, e chiediamoci perché amiamo la prima, odiamo la seconda e proviamo indifferenza per la terza. La risposta sarà: ‘La prima l’apprezzo perché ha aiutato, sta aiutando e aiuterà me o i miei cari; la seconda la odio perché ha danneggiato, sta danneggiando e danneggerà in futuro me o i miei cari; la terza persona mi è indifferente perché non ha aiutato né danneggiato me o i miei cari, non lo sta facendo e non lo farà in futuro’. Queste non sono ragioni valide, perché le relazioni mutano continuamente. Occorre essere profondamente consapevoli di questo. Riflettiamo su quanto sia pericolosa l’attitudine egocentrica, che è la causa principale di molte difficoltà. L’egoismo ostacola persino il successo personale; una persona egocentrica, infatti, raramente è ben voluta e difficilmente trova sostenitori. Se, invece, una persona si prende cura del prossimo, impegnandosi soprattutto sul piano sociale, incontrerà molte persone disposte ad aiutarla. Sul piano spirituale l’egoismo ha moltissimi svantaggi. Prima di diventare Buddha, il principe Shakyamuni fu un essere ordinario come noi. Soltanto percorrendo il sentiero verso l’illuminazione, tramite l’attitudine altruistica, raggiunse lo stato di un Buddha. Noi, invece, siamo rimasti vincolati all’esistenza ciclica perché abbiamo coltivato la nostra attitudine egocentrica. L’essere aperti e prendersi cura degli altri permette l’ottenimento di realizzazioni elevate. L’attitudine altruistica consente di aiutare il prossimo in misura sempre maggiore e conduce allo stato di un Buddha. Dovremmo sostituire l’egoismo con l’altruismo, prendendoci cura degli altri esseri che sono alquanto più importanti di noi, che siamo una sola persona.

L’attitudine altruistica si può coltivare con la pratica del ‘prendere e dare’. Immaginiamo davanti a noi tutti gli esseri senzienti nell’aspetto di esseri umani. Visualizziamo all’altezza del nostro cuore l’egoismo sotto forma di un grumo nero. Inspiriamo e immaginiamo che dalla narice destra di tutti gli esseri esca un fumo nero che rappresenta la loro sofferenza. Il fumo nero entra nella nostra narice sinistra e, scendendo, colpisce la massa nera e la fa esplodere, distruggendola completamente. La nostra attitudine egoistica profondamente radicata viene così dissolta completamente. Cerchiamo di prendere al nostro cuore la sofferenza di tutti gli esseri e pensiamo, con convinzione: ‘Ora tutti gli esseri sono liberati dalla sofferenza’. Quindi, motivati dall’amore, espiriamo dalla narice destra tutte le nostre radici di virtù del passato, presente e futuro e tutte le qualità eccellenti del nostro corpo, dotato delle diciotto caratteristiche favorevoli, nella forma di luce bianca che entra nella narice sinistra di tutti gli esseri, i quali ottengono così ogni felicità, condizione favorevole e tutto ciò di cui hanno necessità. Cerchiamo di addestrarci nella meditazione del ‘prendere e dare’. Per esempio, quando abbiamo mal di testa possiamo pensare di prendere su di noi la causa del mal di testa di tutti gli esseri, il loro dolore si assorbe nel nostro e pensiamo ‘Tutti gli esseri sono completamente liberi da questa sofferenza. Come loro rappresentante, prendo su di me la loro sofferenza. Possa la causa della sofferenza degli esseri maturare su di me. Possano tutti gli esseri senzienti esseri liberi dal dolore’. Anche se non riusciamo effettivamente a guarire gli altri, noi stessi potremo comunque trarre grande vantaggio da questa meditazione e il nostro stato di salute migliorerà. Non si deve pensare che il nostro mal di testa peggiorerà perché, più probabilmente, esso scomparirà e alla fine della meditazione ci sentiremo meglio. Praticando tale meditazione con profonda convinzione è davvero possibile guarire. Vi sono casi, realmente accaduti, in cui i medici non avevano lasciato speranze di guarigione ai pazienti. Queste persone, praticando con intensità questa meditazione, sono guarite e i medici le hanno considerate guarigioni miracolose. Anche noi, praticandola, potremo raggiungere ottimi risultati.

In ogni circostanza e con chiunque io mi trovi,

mi riterrò il meno importante

e, dal profondo del cuore,

considererò gli altri sommamente cari.

Qualunque essere dovessimo incontrare, cerchiamo di considerarlo più importante di noi. Considerando gli altri come estremamente cari, il nostro orgoglio e la nostra presunzione si ridurranno. Vi sono diverse forme di orgoglio, alcune delle quali sono in relazione al nostro ego. Quando incontriamo qualcuno tendiamo a sentirci superiori e pensiamo ‘Io sono più bello’, ‘Io sono più onesto di lui’. Per eliminare i nostri problemi, dobbiamo domare la nostra mente e abbandonare l’orgoglio. Cerchiamo di pensare che gli altri siano migliori di noi, pensiamo alle loro qualità e non ai loro difetti; rendiamoci conto dei nostri errori e non pensiamo sempre alle nostre qualità. Quando siamo sopraffatti dall’orgoglio non siamo disposti ad ammettere i nostri difetti, perciò non possiamo annientarli.