Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche, ai fini della pratica Mahamudra, continua ad illustrare la meditazione Vipashyana: dov’è la mente?
Appunti e domande del Dr. Luciano Villa e dell’Ing. Alessandro Tenzin Villa nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.
Domanda: Santità, ci potrebbe parlare della mente?
Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche
Se qualcosa esiste, allora deve avere una posizione, deve potersi trovare. Così, successivamente cerchiamo dove si colloca la mente. Facciamo delle domande ed analizziamo se è all’interno del corpo o fuori del corpo. E’ in parte all’interno ed in parte all’esterno? Dove esattamente esiste? Dove dimora? Dimora nell’oggetto? Se guardiamo un fiore: è la mente nel fiore o la mente esce dal fiore per tornarvi? Quando sentiamo un suono: la mente esce per afferrare il suono? È la mente all’esterno, dove è il suono? E’ la mente una parte dei poteri sensoriali? Dove esattamente si colloca la funzione della mente?
Se decidiamo che la mente abita da qualche parte nel corpo, di conseguenza la cerchiamo in un qualche luogo specifico del nostro corpo. La possiamo localizzare in un organo od apparato del corpo o circola in giro per il corpo come il sangue? Se guardiamo alle diverse parti del corpo, come gli organi interni e gli arti, vediamo che abbiamo le sensazioni, o consapevolezza. Può sembrare che la mente sia in un posto, ma non sempre. Si muove? E’ in un determinato organo del corpo come il cuore, i reni, la milza, o è in diversi organi, o in tutte le parti del corpo?
In questa meditazione analitica dobbiamo essere molto specifici e precisi, comprendendo che l’imprecisione, o semplicemente assumendo che qualcosa sia vero, è fonte di grande errore. Dobbiamo prendere davvero una decisione, in realtà dobbiamo essere molto precisi e molto attenti. La scienza e la medicina occidentale tendono ad assumere che la mente si trova nel cervello. Se accettiamo questo presupposto e guardiamo al cervello stesso, si vede che ha molte parti. Dove si colloca la mente in tutte queste molteplici parti? Esiste in alcune e non in altre? In una specifica o in tutte? Analizziamo molto minuziosamente in questo modo.
Poi, guardiamo il movimento della mente. Possiamo estendere questa discussione alla mente stessa. La mente sembra muoversi, e quindi da dove nasce? Dove sta per un po’? Dove va a finire dopo? Guardiamo le cose come i nostri pensieri e percezioni. Da dove vengono? Dove si trovano? Dove sorge la mente nel corpo? Dove sta? E dove si pone nel corpo in cui soggiorno, e dove va a finire, al momento della morte? Rimane nel corpo, o va da qualche altra parte? Qual è la natura della sua esistenza in questi modi diversi? Cerchiamo rendercene conto com’è in realtà e di definirla. Dobbiamo esercitare esame sistematico molto metodico di tutte queste ipotesi circa la natura della esistenza della mente.
Fino a questo punto della nostra indagine sulla natura della mente abbiamo preso in esame dove la mente esiste. In tal modo, ci siamo concentrati un po’ verso l’esterno, come se stessimo cercando un oggetto che esiste da qualche parte e stessimo cercando di scoprire dov’è. Dopo aver esaurito quel filone d’indagine, osserviamo noi stessi e guardiamo al ricercatore.
Quindi, abbiamo esteso la ricerca con un requisito, o richiesta: che la ricerca si dimostri utile: positivamente o negativamente. Questa determinazione, che va fatta, è la chiave del processo. Quando facciamo questa ricerca, non possiamo lasciare l’indagine in sospeso, ma dobbiamo esigere a noi stessi d’arrivare ad una conclusione. Se troviamo qualcosa, è cosa buona e giusta, ma se non la troviamo, va bene ugualmente. Tuttavia, in un modo o nell’altro, si deve perseguire la ricerca fino a quando non giungiamo ad una determinazione.
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