2 – Il corpo sottile

guru-maitripaIl corpo sottile, seconda parte.

La respirazione controlla i movimenti del rlun nelle nadi. Rispetto al processo respiratorio, la procedura può esser così sintetizzata: l’aria introdotta con l’inspirazione attraverso le narici gonfia le nadi laterali, dove porta la forza dei klesha (“rlun karmico”). Lo yogi, controllando il proprio respiro, fa entrare questo rlun nell’avadhuti dove si trasforma in consapevolezza e potere trascendentale, cioè diventa il “rlun della saggezza”, che vi viene trattenuto, mentre con l’espirazione espelle i klesha ed i karma negativi. L’unità delle due correnti laterali, cioè lo stato di “due in uno”, costituisce l’integrazione ed il completamento della nostra individualità: la fusione di cuore e mente, di compassione e saggezza, di azione e comprensione, per cui l’uomo diviene un essere armonico, completo, totale e perfetto.

Dunque, quando le energie solare e lunare del “corpo sottile” sono portate nello stato d’unione, che è la loro condizione inerente, latente, originaria, l’essere umano può diventare illuminato: così come quando i poli positivo e negativo di un circuito elettrico sono uniti, si accende la luce. Tali energie infatti sono i costituenti fondamentalmente inseparabili e reciprocamente interdipendenti di un’unità totalmente integrata. Come vedremo parlando dei thig-le, la pratica yogica della “karmamudra” utilizza l’unione sessuale per effettuare l’unificazione di quelle energie.

I Bindu (thig-le). Il termine (che letteralmente significa “goccia, sfera, cerchio, punto”) può essere visto da due angolazioni, cioè dal punto di vista fisico e da quello psichico/spirituale.

In senso fisico o relativo. Si tratta di una sottile sostanza fisiologica, comprendente vari elementi (inclusi i fluidi rigenerativi dell’uomo e della donna) e diffusa in tutto il corpo.

  1. In rapporto al “corpo grossolano”: nell’uomo, indica il fluido seminale maschile (sperma); nella donna, le secrezioni vaginali ed il sangue mestruale (in cui viene ricompreso l’ovulo). In senso più ampio indica le secrezioni interne del corpo, specialmente quelle del sistema endocrino (essenze ormonali).

Secondo la medicina tibetana, nel corpo umano vi sono 7 elementi costitutivi fondamentali: l’essenza nutritiva (cioè l’essenza del cibo), il sangue, la carne, il grasso, le ossa, il midollo, il fluido rigeneratore o essenziale. Ogni elemento è il distillato (o essenza o parte raffinata) del precedente: così, 7 gocce dell’essenza nutritiva producono una goccia di sangue; da una tazza di sangue si produce una goccia di liquido seminale. Nell’uomo, il liquido seminale non si produce solo nei testicoli, ma si forma dai fluidi presenti in tutte le membra, per poi raccogliersi dalle varie parti del corpo ed essere emesso dai genitali; la donna, che non ha liquido seminale, ha solo una secrezione.

Il liquido seminale maschile è paragonato alla luna perché si forma e si trova – allo stato freddo, alla cima della testa. Esso si sposta nelle varie regioni del corpo giorno dopo giorno: sono le fasi lunari che determinano la sua circolazione, facendo che i centri dell’eccitazione sessuale (che vanno dalla cima della testa ai piedi) diventino più attivi in determinati giorni del mese lunare.

Così, nel 16° giorno il fluido rigenerativo si trova nella cima del capo; dal 17° alla fine del mese attraversa un giorno alla volta le orecchie, il naso, la bocca, le guance, le spalle, il petto, l’addome, la vita, l’ombelico, il pube, le cosce, le ginocchia, i polpacci e il collo del piede; poi, il giorno del mese successivo risale nei polpacci, nelle ginocchia e così via.

  1. in rapporto al “corpo sottile”: i thig-le sono concentrazioni (o particelle) dell’energia sottile che opera attraverso il nostro corpo, si esprime in esso e lo anima, cioè sono la forza vitale (bioenergia) nella sua forma più essenziale: creativa e procreativa. Potrebbe essere paragonato al “codice genetico”, che è presente nel DNA di ogni singola cellula; o a un neurotrasmettitore (sostanza prodotta e rilasciata nel sangue da un neurone del sistema nervoso centrale e che consente la trasmissione dell’impulso nervoso ad un altro neurone attraverso la sinapsi). La sua funzione consiste, dal punto di vista naturale ed ordinario, nell’impulso dell’auto-conservazione e della riproduzione (comuni a tutti gli animali). Nel suo aspetto di forza procreativa o libido (energia psichica che scaturisce dall’istinto sessuale), il thig-le è noto anche come “kundalini”, termine derivato dalla tradizione induista, in cui esso è rappresentato dal serpente omonimo, attorcigliato intorno al lingam (il sesso maschile) posto al centro di un triangolo raffigurante la yoni (il sesso femminile). La parola “kundalini indica anche la mescolanza di thig-le maschile e di thig-le femminile, ottenuta nell’atto procreativo, cioè nell’unione sessuale dello yogi con la yoginú (o mudra).

In altre parole, si tratta dell’essenza (o natura essenziale) e della potenzialità del prana e, pertanto, il thig-le non è una cosa separata da questo. Esso scorre nelle nadi e si concentra e circola nei cakra secondo il movimento spontaneo dei rlun.

Queste microscopiche “gocce d’energia” (o “gocce d’essenza vitale”) sono di due tipi, presenti entrambi sia nei maschi che nelle femmine: rosso e bianco. Il Kalaciakratantra però cita 4 tipi di ‘gocce’: 1. quella che si trova al centro della fronte (ossia tra i sopraccigli), che si manifesta nel periodo di veglia; 2. quella alla gola, che si manifesta nello stato di sogno; 3. quella al cuore, che si manifesta nello stato di sonno profondo; 4. quella all’ombelico, che si manifesta nell’orgasmo o culmine dell’esperienza sessuale.

La goccia rossa è l’energia (o vitalità) che è derivata e si è sviluppata dall’originario ovulo proveniente da nostra madre al momento del nostro concepimento. È la forza pro-creativa femminile (o “negativa”), l’essenza (o parte pura e raffinata) dell’ovulo.

La goccia bianca è l’energia (o vitalità) che è derivata e si è sviluppata dall’originaria goccia di sperma proveniente da nostro padre al momento del nostro concepimento. È la forza pro-creativa maschile (o “positiva”), l’essenza (o parte pura e raffinata) dello sperma. A seguito del concepimento, i thig-le dei nostri genitori formano, nel ciakra del cuore dell’embrione, una specie di involucro o guscio o padiglione (dove la “goccia” del padre è nella parte superiore e quella della madre nella inferiore), che è la dimora sia della mente (o coscienza mentale) sottilissima sia del rlun sottilissimo (che l’accompagna) provenienti dalla vita precedente. Questo è il “rlun sostenente la vita” nel suo aspetto sottilissimo; esso e la mente sottilissima sono detti ‘indistruttibili’ e sono sempre insieme da un tempo senza inizio né mai si separeranno in futuro. Questa unione delle due “gocce” sottili, dalla forma di un piccolo pisello, chiaro e luminoso, metà bianco e metà rosso, si chiama “thig-le indistruttibile (o primordiale) del cuore” (mi-æigs-pa’i thig-le). Più precisamente: al ciakra del cuore vi è un sestuplice nodo formato dalle nadi destra e sinistra che s’avvolgono attorno all’avadhuti e lo comprimono, bloccandolo. Ora, al centro di questo nodo, all’interno dell’avadhuti, vi è un piccolissimo vacuolo ed, al suo interno, vi è il “thig-le indistruttibile”. Sintende ‘indistruttibile durante la vita’, non in senso assoluto. E’ detto ‘indistruttibile’ perché le sue due metà non si separano mai fino al momento della morte e perché esso risiede sempre nell’avadhuti in corrispondenza del ciakra del cuore fino a quel momento. Quando si muore, tutti i rlun si dissolvono nel “thig-le indistruttibile” e ciò fa sì che esso si apra. Come le due metà si separano, la coscienza abbandona immediatamente il corpo e va nella prossima vita. Mentre le due “gocce” si cambiano di vita in vita (perché sono costituite dagli elementi dei genitori, che sono diversi da un’esistenza all’altra), il continuum della mente sottilissima e del rlun sottilissimo è sempre lo stesso durante tutte le rinascite e ce lo porteremo appresso fino all’ottenimento dell’Illuminazione. Nel gtum-mo è visualizzato come una goccia di rugiada, delle dimensioni di un pisello, è bianco (con sfumatura rossiccia) e brilla di una luce splendente dai 5 colori (bianco, rosso, blu, verde e giallo), corrispondenti ai 5 elementi. In altre meditazioni (ad es., nello yoga del sogno), viene visualizzato come uno splendente seme di mostarda o di sesamo, fatto di una brillante luce nera, bianca, rossa, blu, verde o gialla. La luminosità del thig-le rappresenta la nostra mente (che, come la luce, non è composta da atomi); i colori simboleggiano invece diverse qualità della mente.

Sviluppandosi l’embrione, dal “thig-le indistruttibile” l’elemento bianco aumenta di volume ed una parte di questo si stacca e sale, fermandosi al ciakra del capo; essa è la base per sperimentare il piacere e la beatitudine durante la vita. La stessa cosa avviene per l’elemento rosso, di cui una parte si stacca e scende, andando a risiedere nel ciakra dell’ombelico; essa è la base per sviluppare il calore del fuoco del gtum-mo (che può sciogliere la goccia dell’elemento bianco del capo). Pertanto, quando l’individuo è nato, i due tipi di thig-le pervadono tutto il corpo, ma quelli rossi scorrono prevalentemente nella nadi di destra ed hanno la sede principale nel ciakra dell’ombelico (nonché in quello della gola e del “luogo segreto”), mentre quelli bianchi scorrono soprattutto nella nadi di sinistra ed hanno la sede principale nel ciakra della corona (nonché in quello della fronte e del “gioiello”); nel ciakra del cuore i due tipi di thig-le risiedono con uguale forza ed intensità. Le suddette sedi delle gocce rosse (dove quelle bianche sono scarse e più deboli) agiscono quale base di sviluppo ed incremento delle energie femminili; e quelle delle gocce bianche (dove le gocce rosse sono scarse e più deboli) agiscono quale base di sviluppo ed incremento delle energie maschili.

Ma nell’avadhuti i thig-le di solito non scorrono mai, se non nei casi eccezionali cui si è accennato parlando dei rlun: al momento della morte e quando si ricorre alle meditazioni dello “stadio del completamento” dell’Anuttarayogatantra, come vedremo tra poco.

  1. In senso psichico/spirituale od assoluto.

Abbiamo visto che nel suo aspetto ordinario, la funzione di questa energia, ciecamente creativa e procreativa, si esaurisce nell’impulso dell’auto- conservazione e della riproduzione senza alcun significato od orientamento discriminante: normalmente tale forza è latente (cioè non ne siamo coscienti), assorbita dalle funzioni subconsce e puramente fisiologiche, e, fintantoché non venga risvegliata, chiude e blocca l’entrata inferiore dell’avadhuti. E il mondo esteriore viene percepito negativamente e non in modo consapevole.

Invece, nella sua forma sublimata diventa forza psichicamente creativa e fisicamente salutare, ossia potenzialità spirituale: in altre parole, se la si fa fluire e scorrere lungo l’avadhuti, viene attivata e trasformata in un mezzo che ci fa ottenere la graduale scomparsa della nostra ordinaria visione dicotomica della realtà e la graduale realizzazione della beatitudine sino a che non siano raggiunti il perfetto spiegamento e la realizzazione cosciente, diventando così consapevoli della relazione interiore tra idee, fatti, cose, dati sensori e forze. Il thig-le s’incanala e scorre nell’avadhuti assieme ai rlun, che lì diventano, come sappiamo,

rlun della saggezza”. È questo uno stato di pienezza, che consiste nella sintesi tra funzioni (e qualità) spirituali, mentali, emotive ed organiche (tra le quali esiste solo una differenza di misura, non di essenza). Pertanto, la funzione del thig-le nel suo aspetto sublimato è quello di provocare l’esperienza tantrica della beatitudine: il risveglio di kundalini (l’energia di beatitudine latente, di cui normalmente non siamo coscienti, nel corpo fisico, pervadente tutto il corpo sottile), provocato con lo hatha-yoga e mantenendo la consapevolezza di stessi come divinità, non avviene allo scopo di soddisfare un piacere ordinario, ma per generare la penetrante visione intuitiva della vera natura della realtà ed ottenere il controllo dei livelli più sottili del corpo e della mente, e perciò per raggiungere la buddhità. Questa sublimazione avviene in due occasioni: al momento della morte o attraverso la meditazione dello “stadio di completamento”.

  1. Al momento della morte, avviene in modo naturale e spontaneo che la goccia bianca dal capo scende lungo l’avadhuti verso il cuore, mentre il thig-le rosso sale dall’ombelico al cuore, provocando rispettivamente l’apparizione bianca e quella rossa. Quando le due gocce si uniscono al ciakra del cuore (dove si assorbono i rlun), esse ricoprono il “thig-le indistruttibile”, racchiudendo la coscienza sottilissima come in una scatola o in un guscio: il che provoca l’apparizione nera del “quasi-ottenimento”. Poi, i nodi del ciakra si sciolgono e i due thig-le si separano, riprendendo il rosso a salire e il bianco a scendere, perché si è disfatta quella specie di involucro e si ha l’esperienza della Chiara Luce della morte. Se il morente è un vero yogi, saprà utilizzare questa Chiara Luce stabilizzando su di essa la propria meditazione: da questa deriverà l’unione della Grande Beatitudine e della Vacuità.

  2. Invece, da vivo, lo yogi sarà in grado di far scorrere il thig-le mediante la pratica del gtum-mo e quella della karmamudra:

    • nella pratica del gtum-mo, le fiamme del fuoco visualizzato all’ombelico salgono lungo l’avadhuti verso l’alto e bruciano i nodi creati dalle nadi laterali attorno all’avadhuti stesso: il thig-le o energia pura che si trova come coagulata nel ciakra della sommità del capo si scioglie e scende lungo l’avadhuti libero da ostruzioni, provocando una sensazione gioiosa e felice in corrispondenza dei ciakra della testa, della gola, del cuore, dell’ombelico e dell’organo sessuale, che si diffonde poi in tutte le nadi del corpo.

Questa ovviamente non è una discesa nel senso letterale della parola, ma è l’estensione della pura consapevolezza fino ai più estremi limiti dell’esistenza umana; e l’avadhuti metaforicamente simboleggia lo spazio primordiale (dell’individuo) nel quale si espande quella consapevolezza. Come automatico risultato di ciò, ora percepiamo le cose in modo diverso e scopriamo che esiste in noi la potenzialità di una felicità permanente (per cui smetteremo di dipendere dagli oggetti esterni dei sensi).

A questo processo discendente segue il processo inverso: dall’ombelico il thig-le sale ai vari ciakra fino a quello della testa, dove si manifesterà una sensazione di beatitudine ancora più intensa: questo stato mentale verrà usato proficuamente per meditare sulla Vacuità.

Nella pratica con la karmamudra si ha la discesa lungo l’avadhuti del “thig-le bianco” dello yogi che si mescola nel ciakra sessuale con quello rosso nel “loto” della yogini e quindi si ha la risalita di questa mistura (kundalini) lungo la stessa nadi.

L’ascesa della kundalini dal ciakra sessuale alla testa lungo l’avadhuti carica e riattiva tutti i ciakra: tutto lo psico/organismo viene vitalizzato da una corrente di energia così forte da dissolvere la normale percezione dualistica e da provocare un’intensa percezione interiore e di grande beatitudine.

L’avadhuti è il simbolo per indicare la sfera della percezione non-duale delle apparenze illusorie, la dimensione unitaria della realtà, che in questo caso è il risultato della consumazione sessuale. Esso stabilisce un collegamento tra i cakra, unisce le forze di quello più alto e di quello più basso e causa una sintesi fra la corrente lunare e quella solare: le due energie (rlun) integrate vengono così sublimate e sollevate di cakra in cakra sino al raggiungimento di quello della corona, il livello (o dimensione) superiore della coscienza, che comprende quelli inferiori senza annullarne le qualità ed in cui si estingue ogni auto-limitazione e dualità. Cessando il pensiero concettuale e dualistico, si ha l’unificazione dei poli oggettivo e soggettivo della nostra sfera sensoriale in una dimensione di pienezza unitaria della realtà.

In senso psichico/spirituale il thig-le è pertanto la creatività (naturale, pura e originaria) della mente, cioè la sua responsività o reattività prima che sia cristallizzata in concetti, illusioni, pensieri e preconcetti, ossia aldilà di ogni dualismo: è la completa immediatezza dell’esperienza prima che venga dicotomizzata in “soggetto” ed “oggetto”. Si tratta della potenzialità conoscitiva, che non ha una sua struttura e sta alla base di ogni cognizione : la consapevolezza è una potenzialità in quanto il campo percettivo non è un’entità ben definita e circoscritta, ma è una dimensione aperta ad infinite possibilità ed è sempre pronta ad unirsi con un termine e ad essere da un termine riempita. “Thig-le” significa anche “punto”: metafisicamente parlando, il punto senza dimensioni (cioè la suprema unità) in cui è ricompresa in modo potenziale la pluralità di tutte le infinite possibilità della realtà (che sono pertanto trascese in esso). In quanto tale, è raffigurato come un cerchio (o una piccola sfera) di luce di 5 colori (corrispondenti ai 5 elementi): esso indica qualcosa che non ha inizio fine, la luce simboleggia la non-materialità e la consapevolezza.

È la speciale percettività della mente o capacità cognitiva, che permette di vedere le cose in un modo nuovo, fresco, pieno, autentico e soddisfacente e di vivere perciò molto di più nel mondo del reale che in quello dei concetti e dei preconcetti. Infatti, è la mente che trascende la sua tendenza ad oggettivare e va aldilà dell’ego e quindi è consapevolezza trascendente (jñana) o pura trascendenza, che è assoluta vacuità: è l’assenza della dicotomia soggetto/oggetto e la conseguente beatitudine non- separativa che è tanto conoscenza quanto sentimento. Che solo inadeguatamente può esser paragonata alla gioia dell’orgasmo (nel quale la persona diventa “dimentica di ”, realizzando una specie di auto-trascendenza).

Questa energia psichica caratterizzata da intensa percezione interiore e da intensa beatitudine in una parola, il thig-le ha la potenzialità immanente di farci attualizzare e realizzare il nostro essere, è la forza rigenerativa di una coscienza illuminata, cioè capace di farci raggiungere la buddhità.

Ciascun uomo è dotato della potenzialità interiore della “natura di Buddha”, ma essa non può essere attivata e destata se non viene fecondata dal seme di bodhicitta (l’aspirazione altruistica al raggiungimento della buddhità). Come una donna, fecondata dal seme del maschio, resta incinta, per cui il concepimento dell’embrione trasforma la sua vita facendo sorgere in lei una nuova energia, gioia e capacità intuitiva, così il bodhisattva (cioè, colui che ha sviluppato bodhicitta) concepisce compassione per tutti gli esseri e sa cogliere intuitivamente la verità ultima (la saggezza della Vacuità). Ecco perché nel tantrismo viene usato il termine bodhicitta come sinonimo onorifico di “thig-le in senso psichico/spirituale”. Così, quello che a livello fisico era lo sperma dello yogi e il sangue mestruale della yoginú, viene misticamente a simbolizzare (a livello spirituale) la compassione e la saggezza. Il mondo viene ora percepito in modo positivo e la nostra consapevolezza fiorisce come beatitudine e pace.

I Ciakra.

I ciakra sono i punti in cui si intersecano e da cui si diramano le nadi (così come i raggi d’una ruota sincentrano nell’asse). Si tratta di centri che, alimentati dall’ida e dal pindala, accumulano e trasformano il prana ricevuto ed, a loro volta, lo irradiano e lo distribuiscono (come l’energia da una centrale elettrica) attraverso molte altre nadi in tutto l’organismo pranico. Sono quindi degli epicentri della struttura dinamica ed energetica del corpo umano, i centri della forza (o energia) psico-cosmica nel nostro organismo, i punti focali in cui le forze psichiche e le funzioni corporee sincontrano, si uniscono e si compenetrano.

Questi centri di energia all’interno del corpo sono connessi col sistema immunitario. Essi svolgono un ruolo cruciale nell’incremento o nel calo dei vari stati emozionali all’interno della nostra mente. È dovuto proprio ai cakra e all’intima relazione tra corpo e mente il fatto che speciali tecniche meditative dirette al controllo mentale possono avere effetti positivi sulla salute.

I ciakra principali si trovano lungo l’avaduti (come se fossero infilati lungo la colonna vertebrale) in corrispondenza dei 4 punti in cui le due nadi laterali si avvolgono intorno all’avadhuti stesso, formando i cd. “nodi” (che ostruiscono il flusso della sottile energia all’interno del “canale” centrale): perineo, ombelico, cuore, gola. Questi 4 punti sono altrettanti ciakra; e, con quello posto alla sommità della testa, costituiscono i 5 ciakra principali.

Ciascun ciakra è raffigurato come un fiore di loto con un certo numero di petali: questi sono nadi secondarie più piccole che si diramano a raggio dall’avadhuti come le stecche di un ombrello aperto. Al chiaroveggente appaiono come vortici o come depressioni a forma di coppa, di materia che rotea vorticosamente: cerchi larghi da 5 a 15 cm, emananti una luce di vari colori.

Nell’Anuttarayogatantra, i ciakra (collocati lungo l’avadhuti) – sui cui vacuoli (‘bub-stong), mediante apposite tecniche meditative, va focalizzata la concentrazione per portare i rlun in tale nõÅú – sono 10 :

  1. corona (apice del cranio);

  2. del rlun o aaciakra (fronte);

  3. punto tra le sopracciglia (estremità superiore dell’avadhuti);

  4. gola (nella sua parte posteriore);

  5. del fuoco” (tra gola e cuore);

  6. cuore (tra le due mammelle);

  7. ombelico;

  8. luogo segreto” (che inizia 4 dita sotto l’ombelico);

  9. gioiello” (al centro dell’organo sessuale presso la sua estremità);

  10. estremità dell’organo sessuale: glande o clitoride (estremità inferiore dell’avadhuti).

    Essi sono detti “le 10 porte del cd. Corpo di Vajra”.

    Nel sistema Kalacakra vi sono i seguenti 6 ciakra :

  • sotto l’apertura della corona del cranio, ha 4 petali;

  • nella fronte, ha 16 petali;

  • nella gola, ha 32 petali;

  • nel cuore, ha 8 petali;

  • nell’ombelico, ha 64 petali;

  • nell’organo sessuale, con 2 diramazioni: all’ano (con 32 petali) e al centro del “gioiello” (con 8

  • petali).

I 5 ciakra principali sono i seguenti: Muladhara, Manipura, Anahata, Vishuddha, Sahasrara.

  1. Muladhara (Comprende i due ciakra induisti muladhara e svadhistana).

  1. Nome tibetano: “Detentore della felicità (o della beatitudine)”.

  2. Ubicazione: è posto alla base della colonna vertebrale, inizia 4 dita sotto l’ombelico e

comprende la regione pelvica, il perineo e il “luogo segreto”.

  1. Corrispettivo fisiologico: il sistema riproduttivo.

  2. Corrispettivo psicologico:

  • nell’uomo non risvegliato e psichicamente immaturo, questo ciakra è la sorgente delle forze vitali ciecamente creative, le cui funzioni si esauriscono nell’auto-conservazione priva di quella cognizione discriminante che potrebbe dare significato e orientamento a questa forza cieca ;

  • nella sua forma sublimata invece, questo ciakra, attraverso la trasformazione cosciente delle sue funzioni (ossia, nella meditazione), diventa la sede delle forze psichicamente creative e fisicamente salutari: la sua energia vitale, se viene sublimata, si trasforma in potenzialità spirituale.

  1. Malattie connesse: dei reni, vescica, organi genitali; problemi sessuali, mestruali; costipazione, ritenzione idrica, dolori alle ginocchia, sciatica, spondilite, infezioni.

  1. Manipura

  1. Nome tibetano : “Emanazione (o Trasmutazione)”.

  2. Ubicazione: è posto nell’ombelico.

  3. Corrispettivo fisiologico: il plesso solare, che controlla il sistema della nutrizione (digestione, assimilazione, ecc.) e quindi gli organi dello stomaco, fegato, ecc.

    Corrispettivo psicologico: quando questo cakra è sublimato, diviene l’organo dell’assimilazione delle forze subconsce materiali ed immateriali;

  4. Malattie connesse: dei reni, vescica, milza, articolazioni, pelle; ritenzione idrica, infezioni, tumori non infiammati.

  1. Anahata

  1. Nome tibetano: “Fenomeni”.

  2. Ubicazione: è posto nel cuore.

  3. Corrispettivo fisiologico: il plesso cardiaco (regola e controlla il sistema circolatorio).

  4. Corrispettivo psicologico: attraverso la sua sublimazione o trasformazione cosciente delle sue funzioni, diventa la sede della coscienza intuitivo/spirituale, cioè l’organo della mente intuitiva, del sentimento spirituale (la compassione) e l’organo del processo di meditazione in cui il cosmico/astratto è trasformato in esperienza umana, cioè in vita ed azione.

  5. Malattie connesse: ansia, nervosismo, panico, manie, rabbia, stress, tensioni ed isterismi,

ipertensione, angina ; disturbi di circolazione, del sistema nervoso, di fegato, di cistifellea, di cuore, di intestino, di duodeno, di plasma, di siero; artriti, ritenzione idrica, eccessiva sudorazione, infiammazioni.

Particolare importanza hanno le 8 nadi che si diramano da questo ciakra. Infatti, ognuna di esse (associate ai 4 elementi e ai 4 oggetti dei sensi) si biforca formando una rete di 24 canali, divisi in 3 gruppi chiamati:

  1. canali della mente: vi scorre energia mobile di color blu (che è il colore della mente). Raggiungono la fronte all’attaccatura dei capelli, la volta del capo (al centro), le orecchie, un punto nel collo sotto la nuca, il punto tra le sopracciglia, gli occhi e le spalle;

  2. canali della parola: di color rosso, contengono soprattutto le “gocce” del costituente rosso, da cui ha origine il sangue (visto qui nella sua componente “mentale”). Raggiungono le ascelle, la punta del naso, i capezzoli, la bocca, la gola, la zona cardiaca, l’ombelico, i testicoli o le ovaie;

  3. canali del corpo: di colore bianco, contenenti soprattutto le “gocce” del costituente bianco. Raggiungono l’organo sessuale (al glande o al clitoride), l’ano, le cosce, i polpacci, le dita dei piedi, la zona anteriore dell’anca, le dita della mano e le ginocchia.

La diramazione di ognuno dei 24 canali nel corpo avviene in modo triplice e le 72 nadi risultanti a loro volta si suddividono ciascuna in 1.000 canali sottili, pari ad un totale di 72.000 nadi.

Queste 24 nadi, nella pratica mistica, vengono associate ai 24 luoghi sacri presenti nella deità tantrica Ciakrasamvara allorché si visualizza il suo “mandala del corpo”. I 24 luoghi sacri sono :

  1. in senso esteriore : le principali località sacre dell’India e del Tibet, a cui presiedono le dakini;

in senso interiore : i “24 centri di energia” dell’individuo.

  1. Vishuddha

  1. Nome tibetano: “Fruizione (o Godimento)”.

  2. Ubicazione: è posto nella gola.

  3. Corrispettivo fisiologico: il plesso laringo-faringeo (che controlla il sistema respiratorio).

  4. Corrispettivo psicologico: quando le sue funzioni vengono sublimate, diventa l’organo del suono mantrico, in cui il respiro fisico è trasformato in prana cosciente, la vibrazione spirituale della conoscenza (formulata mentalmente ed udibilmente).

  5. Malattie connesse: nervosismo, impazienza, intolleranza; disturbi della memoria, di fegato, di cistifellea, di sangue, di intestino, di duodeno, di polmoni, di colon, di circolazione, di tiroide, di gola, di lingua, di bocca, di naso; difficoltà di parola, febbri, infezioni, infiammazioni.

  1. Sahasrara (Include i due ciakra induisti sahasrara e ajña, che nel Kalacakra sono invece distinti).

  1. Nome tibetano: “Grande beatitudine”.

  2. Ubicazione: è posto alla sommità della testa (corona).

  3. Corrispettivo fisiologico: il sistema nervoso volontario e riflesso.

  4. Corrispettivo psicologico: nell’uomo non risvegliato e psichicamente immaturo: rappresenta l’attività mondana dell’intelletto che ci separa dalle sorgenti della vita e dall’unità interiore di tutti gli esseri. Infatti:

– se l’intelletto è rivolto all’esterno, ci coinvolge nel processo del divenire, nel mondo delle cose e nell’illusione di un io distinto (donde : attaccamento, odio, ecc.);

– se l’intelletto è rivolto all’interno, esso si perde nel mero pensiero concettuale, in un vuoto di astrazioni, nella morte della fossilizzazione mentale;

      • invece, nella sua forma sublimata: tale ciakra diventa la sede della coscienza cosmica, universale e trascendente.

  1. Malattie connesse: confusione ed ottusità mentale, stupidità ; problemi ghiandolari e linfatici, di digestione, dei polmoni, dei reni, del sangue, del condotto seminale, della pelle, dei muscoli, del midollo osseo ; sterilità, infezioni.

Le altre principali relazioni e corrispondenze dei 5 ciakra sopra illustrati sono riportate nella pagina seguente con l’avvertenza peraltro che le voci enunciate nel diagramma possono avere una diversa sistemazione a seconda delle differenti Scuole o dei diversi testi tantrici:

SAHASRARA

ANAHATA

MANIPURA

VISUDDHA

MULADHARA

1. rlun generatore

sostenente la vita

pervasivo

simile al fuoco

ascendente

discendente

2. colore

bianco

blu

giallo

rosso

verde

3. direzione

Centro / zenit

est

sud

ovest

nord

4. parte della persona

intera persona

anteriore

destra

posteriore

sinistra

5. elemento e relativa

spazio / etere

acqua

terra

fuoco

aria

– forza

spaziosità

coesione

solidità

temperatura

movimento

– forma

punto (thig-le)

cerchio / sfera

quadrato / cubo

triangolo / cono

semicerchio (mezzaluna) / semisfera

– búja

KHAM o EH

VAM

LAM

RAM

YAM

– colore

blu

bianco

giallo

rosso

verde

6. ghiandola

pineale e pituitaria

surrenale

pancreas

tiroide

gonadi

7. nadi del ciakra

32

8

64

16

32

8. klesha

ignoranza / ottusità

odio/ avversione

orgoglio / superbia

attaccamento / bramosia

invidia / gelosia

9. periodo della giornata

eternità

alba

metà mattino

tramonto

crepuscolo

(eterno presente)

10.regno samsarico

deva o animali

inferni

uomini

preta

asura

11.skandha

coscienza

forma

sensazione

discriminazioni

strutture mentali

12.capacità

intelligenza

compassione

umiltà

soddisfazione

rigioire / rallegrarsi

13.potere

pacificazione

stabilità

incremento

controllo

distruzione

14.Dhyanibuddha

Vairociana

Aksobhya

Ratnasambhava

Amitabha

Amoghasiddhi

La purificazione dei ciakra dai rispettivi klesha avviene proiettando davanti a o all’apice della testa lo yi-dam, dai cui ciakra della testa, gola e cuore provengono delle luci colorate che vengono assorbite dai corrispondenti ciakra del meditante. La luce che entra

  1. nella fronte è bianca e purifica il corpo, le azioni karmiche e le nadi;

  2. nella gola è rossa e purifica la parola, i klesha emotivi e i rlun;

  3. nel cuore è blu e purifica la mente, i klesha mentali e i thig-le.

Quando i ciakra sono purificati e completamente aperti, diventano i mandala interiori delle divinità (ad es., i 5 Buddha Innati). Allorché una persona ha realizzato la buddhità, nel suo corpo si manifestano interi regni di divinità e mandala luminosi: così, in un mandala posto:

-al ciakra del cuore risiedono 42 divinità pacifiche;

-al ciakra della testa risiedono 58 divinità adirate;

-al ciakra della gola risiedono 10 divinità del lignaggio, cioè i guru della tradizione dell’iniziato.

A conclusione di questo capitolo sul “corpo sottile”, si può dire, in sintesi, che, come abbiamo visto, di tutte le nadi la più importante è l’avadhuti, lungo il quale vi sono i ciakra: nel ‘ciakra del cuore’ e precisamente nel ‘thig-le indistruttibile’ risiedono, inseparabilmente uniti, il ‘rlun sottilissimo’ e la mente sottilissima di chiara luce (o coscienza originale). Cioè il ‘rlun sostenente la vita’ nel suo aspetto sottilissimo, ossia in quanto sostenente la ‘mente della Chiara Luce’. La funzione di questa mente è di penetrare nella natura ultima ed universale (non-duale) della realtà; ma ciò è impedito dal continuo sorgere (nella nostra mente) dei numerosi stati mentali grossolani ; infatti, fino a quando i rlun fluiscono attraverso tutte le altre nadi, essi attivano solo le menti grossolane, mentre la mente di chiara luce si manifesta solo quando essi entrano, dimorano e si dissolvono nell’avadhuti (e quando capita ciò, sperimentiamo gradualmente gli “8 segni”, l’ultimo dei quali è appunto la sottilissima mente della Chiara Luce). E, contemporaneamente diviene manifesto anche il “rlun sottilissimo”: il quale, fino a che non realizzeremo il Corpo Illusorio, non manterrà una forma od un colore definito.

Quest’ultimo processo avviene sempre automaticamente e naturalmente al momento della morte e durante il sonno; ma lo yogi lo provoca anche volutamente, nello Stadio di Completamento dell’anuttarayoga-tantra, mediante una profonda concentrazione sul “corpo di vajra” al fine di eliminare i livelli grossolani della mente, entrando in contatto con la propria mente originale. Egli può usare questa mente fortemente concentrata allo scopo di meditare sulla Vacuità, liberandosi da ogni illusione; e mentre si assorbe nello spazio chiaro della non-dualità, sperimenta contemporaneamente la beatitudine.

L’esperienza tantrica dell’unità della Grande beatitudine con la simultanea Comprensione della Vacuità è detta Mahamudra.

http://www.centroyogadalmine.it/files/24.pdf