Lama Zopa: La gentilezza del Guru

Lama Zopa: "Da molti lama abbiamo sentito l'aneddoto sui discepoli di Nagarjuna, che nella vita precedente erano due piccioni, e che mentre erano posati sul soffitto della sua caverna ascoltavano Nagarjuna che recitava".

Lama Zopa: "Da molti lama abbiamo sentito l'aneddoto sui discepoli di Nagarjuna, che nella vita precedente erano due piccioni, e che mentre erano posati sul soffitto della sua caverna ascoltavano Nagarjuna che recitava".

Quello che vi voglio dire, lo dirò rapidamente, visto che non abbiamo molto tempo. Lama Yeshe ha detto di cercare di generare una grande forte volontà per ottenere la felicità per voi stessi e per gli altri, ma non so in che modo parlarne perché sono pigro ed io stesso non ho volontà di conseguire la felicità per me stesso e per gli altri. Quindi, spero di parlarvi un po’ della gentilezza.

Un modo molto efficace per suscitare la volontà è ricordare la gentilezza degli esseri senzienti profondamente, proprio dal cuore; questo aiuterà la vostra volontà di praticare il Dharma e di adoperarvi per la felicità, specialmente quella degli altri. E’ molto importante ricordare la gentilezza del guru; ricordandosene ripetutamente, i pensieri errati non sorgono più così spesso, anzi smetteranno di sorgere. Più penseremo alla gentilezza e la sentiremo dal profondo del cuore, più svilupperemo la perseveranza ed una forte volontà di sopportare difficoltà, obbedire gli ordini e seguire completamente le indicazioni del guru. Basandoci sulle spiegazioni del lamrim e su quanto viene detto in questi insegnamenti, e sulla nostra stessa esperienza della bontà e gentilezza del guru, siamo più capaci di mantenere la nostra mente calma e chiara, sempre meno simile all’acqua sporca. Allora nasce la devozione. Una volta che abbiamo devozione, la nostra mente è pronta all’arrivo delle realizzazioni, quantomeno alla gentilezza del guru che benedice la nostra mente ed a improvvisi, forti pensieri di morte ed impermanenza, compassione ed amorevolezza. I sentimenti di amorevolezza e compassione diventano così potenti che si genera un forte desiderio di rinascere immediatamente fra i narak, per il bene degli altri. Lo si sente con forza insopportabile e sinceramente, dal profondo del cuore. Inoltre inaspettatamente sorge qualche realizzazione della vacuità. E’ una sorpresa, ma sviluppando la devozione creiamo le condizioni perché ciò accada.

Ricordiamo come eravamo prima di incontrare Lama Yeshe. No eravamo diversi dagli animali selvaggi – tigri, leopardi della foresta e così via – salvo che avevamo un corpo considerato umano. Così vedo l’ultima vita – non scherzo! Prima di incontrare il nostro guru, eravamo come animali, pensavamo solo alle nostre necessità, ad avere abbastanza da mangiare e da bere, poter dormire eccetera.

Ora, dopo aver incontrato Lama Yeshe, possiamo verificare la differenza, possiamo verificare quanto progresso c’è stato nella nostra vita e nella nostra mente. Qualunque comprensione del dharma abbiamo adesso, corrisponde a quanta libertà abbiamo di praticare. Abbiamo la possibilità di praticare,

dalla nostra parte, esiste quel grado di libertà. E’ importante paragonare il passato al presente in questo modo.

Ricordiamo anche come, dopo aver incontrato Lama Yeshe, la nostra mente è stata ispirata, abbiamo generato un po’ di rinuncia e preso gli ordini. Pensate come, da quando abbiamo preso i 5, gli 8, i 36 o i 253 precetti, il merito che abbiamo creato, ogni ora della nostra vita, è aumentato: tutto questo è stato possibile per la gentilezza di Lama Yeshe. Anche se non siete stati ordinati personalmente da Lama Yeshe, la causa della vostra ordinazione, cioè la rinuncia, è stata generata per merito della sua gentilezza.

Pensate alla quantità infinita di meriti che abbiamo generato mantenendo i voti del bodhisattva e quelli del mantra segreto – ancora, tutto ciò è stato reso possibile dalla gentilezza di Lama Yeshe. Perfino la comprensione del dharma che abbiamo ricevuto da altri maestri la dobbiamo alla gentilezza di Lama Yeshe che ha creato le condizioni e fondato i centri, creato i luoghi ed invitato i maestri, organizzato tutto questo. Quindi, se anche conosciamo estesamente un soggetto – che sia tantra o sutra, madhyamika, Abhisamayalankara, e così via – se anche abbiamo ricevuto insegnamenti fantastici da altri lama, la gentilezza di Lama Yeshe è alla radice di tutto. Per esempio, nel corso di queste Dharma Celebrations abbiamo ricevuto insegnamenti incredibili!

Dovremmo, nella nostra vita di tutti i giorni, pensare alle nostre azioni, ed a quanto sia difficile renderle virtuose come nel Bodhicaryavatara, o far sì che siano causa dell’illuminazione, nonostante siamo rinati come esseri umani. E’ difficile comprendere come abbiamo creato la causa per ricevere una tale fortuna, così profondi insegnamenti del mantra segreto che donano l’illuminazione nel breve arco di una sola vita, ed in particolare insegnamenti di Maha Anuttara Yoga Tantra come gli insegnamenti sul il mandala del corpo di Guhyasamaja o di Heruka. Se pensiamo alla nostra vita ed al nostro comportamento quotidiano, è assolutamente sorprendente che abbiamo ricevuto le cause per poter avere tutti questi insegnamenti. Anche se non riusciamo a raggiungere l’illuminazione in questa vita, o non possiamo ottenere realizzazioni degli insegnamenti di dzog-rim o kye-rim o non riusciamo a praticare quello che abbiamo udito, il solo ricevere questi insegnamenti lascia nella nostra mente una incredibile traccia.

Da molti lama abbiamo sentito l’aneddoto sui discepoli di Nagarjuna, che nella vita precedente erano due piccioni, e che mentre erano posati sul soffitto della sua caverna ascoltavano Nagarjuna che recitava. Nonostante non capissero il senso [di quello che udivano], nella vita successiva presero rinascita come grandi pandit, e scrissero molti commentari sugli insegnamenti che avevano udito.

Questa e molte altre storie simili ci mostrano che, se anche non riusciamo a mettere in pratica quello che ascoltiamo, questo lascia una traccia incredibile nella nostra mente. Per il solo aver ascoltato, potrete vivere il resto della vostra vita in grande felicità. Pensate poi alla prosperità di cui godrete nella prossima vita, sempre grazie a queste impressioni. Quindi anche se non riusciamo a praticare adesso, possiamo dedurre che la nostra prossima vita sarà migliore di questa, ed allora potremo praticare il lamrim ed il tantra e generare le realizzazioni. Credo che questo sia il modo in cui il guru ci guida all’illuminazione, di vita in vita.

Il fatto di aver ora contatto con Lama Yeshe, lo dobbiamo a semi che sono stati piantati nelle nostre vite precedenti. Nelle vite passate abbiamo ricevuto insegnamenti e siamo stati guidati da lui in diversi modi; ma anche questo è dipeso da un contatto avuto in precedenza. Così gradualmente, col piantare semi, impressioni nella nostra mente, grazie alla gentilezza del guru, sotto la guida del guru, la nostra vita migliora sempre di più. Se nella vita passata non ci fosse stato alcun contatto con Lama Yeshe, non ci sarebbe motivo di un contatto in questa vita.

Vorrei raccontarvi la storia di come ho incontrato Lama Yeshe, se non ci porta via troppo tempo; è una storia molto divertente. Dopo i due maestri di alfabeto, mi insegnante è stato l’abate dal quale ho ricevuto l’ordinazione di getsul, che è trapassato proprio al tempo dell’invasione del Tibet da parte dei cinesi. Dopo di lui, ho avuto per maestro Geshe Rabten Rimpoche, alla cui gentilezza devo ogni interesse posso avere ora per la pratica della meditazione. Mentre ero a Buxa, Geshe Rabten dava insegnamenti su sunyata e sulla meditazione samatha, e anche se ero molto piccolo ero molto interessato. Cercavo di praticare la meditazione samatha sul letto, dopo che era stata sistemata la zanzariera; meditavo sul coperchio d’argento della mia ciotola da tè tibetana, anche se non sapevo come fare. Dopo che fui condotto in India dal Tibet, ho provato la meditazione di concentrazione univoca, ma sono caduto. Non so cosa è successo, tutto il mio corpo è completamente caduto; questo è successo diverse volte, così alla fine ho rinunciato. Comunque, in quella casa poteva forse esserci qualche leggera impressione da una vita passata. Ecco perché mi interesso un poco di lam-rim, più che della pratica meditativa.

Originariamente grazie alla gentilezza di Geshe Rabten Rinpoche, ho riconosciuto il mio guru radice. Successivamente Geshe Rabten, che era molto impegnato, mi inviò da un altro maestro, proveniente dal Kham, che si chiamava pure Yeshe. Da questo maestro ho ricevuto la meditazione e visualizzazione sulla Ganden Lha Gyema, e gli insegnamenti sulla gentilezza delle madri esseri senzienti tratti da quelle parti dei testi della Prajnaparamita che trattano di questo. Non avevamo testi, e quindi il mio maestro Yeshe doveva recitare a memoria. In Tibet io non avevo imparato a scrivere in tibetano, l’avevo un po’ imparato da solo in modo da poter leggere, quindi ho ricopiato tutto quanto. E’ stato solo dopo il mio arrivo in India che ho studiato la scrittura con uno dei governatori che ora lavora qui. In seguito questo maestro Gen Yeshe desiderava cambiare vita, quindi lasciò Buxa per andare vagando e sostare in diversi posti in India; credo che ora questo maestro Yeshe, non più vestito da monaco, abiti in una comunità Sakyapa vicino a Dharamsala. Da quando ha lasciato Buxa, è tanto che non lo vedo. Comunque, Gen Yeshe era molto bravo nel dibattito e, come Lama Yeshe, scherzava e sorrideva sempre, ed era sempre pronto a dibattere. Poi ancora Geshe Rabten mi trovò un altro maestro che non è qui adesso, e dopo ancora ebbe l’idea di mandarmi a prendere insegnamenti da un monaco tibetano, Geshe Thubten. Ero contento di ricevere insegnamenti dal Geshe, ma per qualche motivo ero riluttante ad andare a ricevere insegnamenti da Lama Yeshe.

Nel mio corso c’era un monaco che molti conoscono come Chompel – è stato per molti anni il cuoco di Kopan ed ora lavora per Samsara Trading. Insieme con Lama Pasang ed altri monaci tibetani, Chompel riceveva insegnamenti da Lama Yeshe. A quel punto io ricevevo insegnamenti solo da Geshe Rabten, e solo quando lui aveva tempo, da momento che aveva molti discepoli e doveva insegnare in corsi diversi molti testi differenti. Chompel era allora il capo del mio corso, e continuava a spingermi a ricevere insegnamenti da Lama Yeshe. Il mio amico spesso usciva a passeggiare, per rilassarsi; un giorno cominciammo ad uscire dal campo, ma io non avevo nulla con me, nessuna offerta. Arrivati all’albero di mango dove si trovavano dei sedili, dissi “Voglio tornare indietro”. Lui però mi spingeva, così andai ancora un poco avanti. Nuovamente mi fermai e dissi: “No, non voglio andare avanti”, ma lui continuò a spingere. Il luogo sulla montagna dove viveva Lama Yeshe era piuttosto lontano, mezz’ora o un’ora di strada, a seconda di quanto svelti si camminava. Anche quando fummo in vista della capanna, io volevo tornare indietro; non avevo portato alcuna offerta, e questo è uno dei motivi per cui volevo tornare. La prima volta che si incontra il guru, è molto importante eseguire correttamente le offerte; da questo dipende quanti insegnamenti si riceveranno. Moltissimo dipende da questo, come voi sapete dalle storie di Milarepa; ecco perché a Buxa non ho ricevuto molti insegnamenti.

Il capo del mio corso aveva portato una ciotola di riso ed alcune rupie, ed anche una katha molto vecchia e misera. Entrò per primo per chiedere a Lama Yeshe se voleva ricevermi. Credo che Lama Yeshe abbia chiesto “Avete avuto l’autorizzazione di Geshe Rabten?”, al che lui rispose “Si”. Io avevo domandato a Geshe Rabten a che maestro dovessi rivolgermi per avere insegnamenti, ma lui non me ne aveva indicato uno. Era un maestro abilissimo, che sapeva esattamente cosa fosse meglio per i discepoli. Sentivo cosa pensava, ed egli disse che non importava cosa uno imparasse. Così me ne andai.

Il primo giorno, sedetti sullo stesso letto di Lama Yeshe perché ero chiamato “incarnato”, qualcosa del genere, e gli altri sedevano sul pavimento. L’insegnamento riguardava causa ed effetto. Io non capivo assolutamente niente – penso perché ero andato con una motivazione scorretta. Pensavo, perché Lama

Yeshe non può insegnare più lentamente? Gli altri capivano, ma io no. Poi, il secondo giorno, riuscii a capire qualcosa; penso che fosse perché sono stato guidato da Lama Yeshe per molte vite, proprio come voi. Così, anche se non avevo un intenso desiderio, c’era una forza potente, il karma, fra Lama Yeshe e me. Quindi vedete, certamente ci sono stati contatti nelle vite passate. Non solo Lama mi ha aiutato e guidato in questa vita, ma ha anche piantato semi nella mia mente in molte vite passate. Penso che in questo possiate vedere molto chiaramente per quale motivo tutta la felicità del passato, del presente e del futuro dipende dal guru.

Quando diciamo il Guru yoga in sei sessioni, è molto d’aiuto visualizzare in alto Guru Vajradhara, e sotto di lui tutti i nostri guru, per quanti siano – anche quindici o sedici. Il guru è colui che compie le azioni del Buddha. Presentate le vostre richieste, quindi rammentate la gentilezza del guru nel guru yoga esteso in sei sessioni. “Faccio richiesta al guru prezioso che è l’incarnazione dei Buddha dei tre tempi e delle dieci direzioni, che agisce in molti, innumerevoli reami manifestandosi in qualunque aspetto sia appropriato”. Questo significa che Vajradhara si manifesta agli esseri in accordo col livello mentale di ciascuno e con quello degli esseri senzienti.

Quando recitiamo la versione estesa della preghiera, dovremmo tenere a mente il significato- il fatto che Vajradhara si manifesta in accordo al karma di ciascun essere senziente. Se Vajradhara prendesse la forma di un animale o una forma inferiore, non saremmo in grado di ricevere gli insegnamenti; se si manifestasse come nirmanakaya o sambhogakaya, non avremmo il karma di poterlo vedere. Quindi egli si manifesta esattamente in accordo al karma che noi abbiamo in questo momento, in aspetto umano, e in questo modo possiamo comunicare con lui e riceverne gli insegnamenti.

Vi è un numero incalcolabile di Buddha – i mille Buddha di questa era fortunata; le quattro divisioni delle divinità tantriche, gli innumerevoli e diversi aspetti dei Buddha e dei bodhissattva. Eppure, per quanti ne esistano, non abbiamo il karma di vederli o di ricevere insegnamenti direttamente da questi aspetti. Per conseguenza, è una grande gentilezza il fatto che il nostro maestro si sia manifestato come essere umano così che possiamo comunicare con lui e ricevere insegnamenti. Egli è più gentile di tutti i Buddha dei tre tempi ed è ammirato nel supremo campo dei meriti per aver compiuto azioni virtuose per noi e per altri esseri in innumerevoli regni. A questo punto ricordiamo che i guru che ora visualizziamo là in cima ci hanno guidato nelle vite passate ed in questa attuale con diversi mezzi, piantando impronte nella nostra mente. Gradualmente, manifestando mezzi diversi, ciascun guru ci conduce, vita dopo vita, allo stato della mente onnisciente. quando ricordiamo che i guru ci guidano in ogni vita e comprendiamo che la felicità dei tre tempi viene da ciascuno di loro, questo ha un effetto molto potente sulla nostra mente.

Come si dice ne L’Essenza del Nettare – avrete certamente letto questi versi molte volte – anche se facciamo offerte per tanti eoni quante sono le parole di ciascun verso, non potremo ripagare la gentilezza del guru. Trovo che questo sia molto efficace. Se Buddha ha detto così, come potremmo ripagare la gentilezza di chi ci ha mostrato il sentiero santo e completo verso l’illuminazione? Anche mostrarci un solo verso è molto, molto gentile. Un motivo per cui non possiamo ripagare la gentilezza, anche se facessimo offerte incommensurabili per eoni, credo sia perché l’ascoltare il Dharma fa sì che nelle nostra mente rimangano delle impronte. Se anche si ascolta un solo verso da un guru, viene piantato un seme così potente da portare un grande progresso di vita in vita. Il seme diventa un albero incredibile, con rami enormi che coprono una vasta area e molti luoghi, e danno riparo a molti carri e case. Se poi il verso riguarda bodhicitta, possiamo portarci il beneficio di una piccola impronta fino all’illuminazione. E’ incredibile quello che otteniamo di vita in vita solo per l’aver udito un unico verso.

Mostrandoci il metodo grazie al quale possiamo essere liberati dai tre regni inferiori, il guru gentile ci ha fornito di tutte le condizioni necessarie – le libertà e le ricchezze. Sulla base di questo perfetto corpo umano, il guru ci rivela il metodo più elevato e perfetto per pacificare le sofferenze del samsara e per liberarci dai vincoli del nirvana, ed in questo modo ci guida fino all’illuminazione. Come è incredibilmente gentile! Tutto questo dipende dalle vite passate, da semi piantati nella mente, dal fatto che siamo stati guidati.

E grazie alla gentilezza del guru siamo in grado di vivere una vita di castità in un luogo isolato o in un monastero, rinunciando alla vita mondana e familiare. Se ora fate vita di famiglia, è esattamente come vivere in un fuoco- i problemi vostri, quelli dei vostri figli, quelli di vostra moglie: quanti problemi familiari! In paragone, quanto è grande la pace che noi abbiamo, grazie alla gentilezza del guru che ci ha dato l’ordinazione, e così via.

Molti di noi hanno insegnato il Dharma ad altre persone nei Centri o altrove; spiegando il Dharma e lavorando nei centri, offriamo grandi benefici agli esseri senzienti; e tutto il merito che accumuliamo insegnando il Dharma e fondando centri nei quali gli esseri senzienti possano praticare il Dharma e seguire il sentiero che porta all’onniscienza, lo dobbiamo senza dubbio alla gentilezza di Lama Yesce.

Per esempio, da quando è stato costituito il primo centro in Australia, quante persone lo hanno visitato e hanno ricevuto semi per il raggiungimento della mente onnisciente; quante persone sono state salvate dai regni inferiori?

Anche solo il pensiero delle persone che vengono ai centri e comprendono il Dharma può renderci tanto felici e pieni di gioia, anche senza pensare alla mente onnisciente – immaginiamo solo che siano salvati dai regni inferiori! Se queste persone vengono ai centri con la mente turbata e trovano un oggetto di rifugio perfetto, valido, affidabile, e prendono rifugio, trovano una guida sicura ed affidabile, un beneficio incredibile per altri esseri senzienti. Nei confronti dei barbari, degli esseri senzienti che soffrono, dovremmo provare pietà. Anche senza ricevere insegnamenti completi sul lam-rim, la bodhicitta o il tantra, anche il solo ricevere insegnamenti sul rifugio e l’incontrare un oggetto di rifugio affidabile è di incredibile beneficio. Da questa radice si sviluppano rami, e molti esseri senzienti ricevono la pace. Costituendo e mantenendo i centri, si sono create le cause di felicità in vite future. Un grandissimo numero di persone hanno aperto gli occhi alle cause di felicità ed alle cause di sofferenza. In Inghilterra al Manjusri, in America, in Germania, in Francia e a Nuova Delhi – anno dopo anno, i centri portano beneficio agli esseri senzienti, beneficio temporaneo ed ultimo. Voi lavorate duramente in questi centri e vedere il risultato ed il beneficio che siete in grado di offrire, che avete offerto e che essi hanno ricevuto. Fino a questo momento, quello che è stato realizzato è stato qualcosa di importante. Ne è valso infinitamente la pena, per quanto abbiamo dedicato a ciò la nostra vita o per quanto abbiamo sofferto, è valsa la pena di sopportare queste difficoltà. Qualche volta abbiamo problemi con Lama – ci dice di fare qualcosa ed anche se la facciamo come ci ha chiesto, poi ci dice di farla in modo diverso – è così difficile da accontentare. Lavoriamo duramente sotto il sole cocente o al freddo, patendo fame o sete. E per anni sopportiamo le critiche di persone che si lamentano di noi da est, da ovest e dalle dieci direzioni – magari non i Buddha. Scherzo! E infine, quando spieghiamo a Lama quello che abbiamo fatto e ci aspettiamo un complimento “Benissimo, fantastico, grazie!” ci arriva invece qualcosa d’altro. Non ce la passiamo bene, così spremuti come siamo. E’ difficile andare avanti non sapendo esattamente cosa fare o cosa esattamente Lama desiderava. I rimproveri del Guru sono come un mantra irato che purifica le interferenze. In conclusione, vale veramente la pena di affrontare tutte le difficoltà e le critiche. Dovremmo pensare ai vantaggi, a tutti gli esseri senzienti che traggono beneficio ed usano quello che siamo in grado di offrire; in questo modo, invece di farci prendere dallo scoraggiamento e di lasciare che la nostra mente si restringa, rafforziamo la nostra volontà di operare continuamente per gli altri. Questo è molto importante. Non dico che dovremmo essere orgogliosi “Ecco, ho fatto questo e quello, e adesso sono grande”. L’orgoglio non conduce all’illuminazione e nemmeno alla felicità degli altri; però rallegrarsi ripetutamente, specialmente quando lavoriamo per un centro, è molto importante. Anche le cose importanti che abbiamo realizzato per gli esseri senzienti le dobbiamo alla gentilezza di Lama Yeshe. Dovreste continuare e andare avanti – vedendo i progressi fatti e le cose realizzate. E’ meraviglioso che anche prima di raggiungere l’illuminazione o di generare alcuna realizzazione del lamrim, siamo in grado di offrire agli altri enormi benefici. Non è una cosa facile; dipende da tanti fattori.

La persona che può farlo è estremamente fortunata e dovrebbe rallegrarsene molto spesso.

Coloro che vengono nei centri a studiare, tutti questi esseri senzienti sono una sola famiglia. La differenza sta nel corpo e nel tempo – c’è chi ora è un cane, chi è questo o quello, corpi diversi in momenti diversi, in diversi rapporti reciproci. Siamo tutti una sola famiglia, quindi stiamo aiutando gli esseri senzienti di una sola famiglia. Lavorare nei centri da monaci, lavorare intensamente coi laici, credo sia meraviglioso. Occorre coraggio, occorre essere eroi, per vivere da monaci e contemporaneamente lavorare insieme ad altre persone. E’ come vivere fra gli spini o nel fuoco. Credo che sia estremamente coraggioso, qualcosa di cui dovremmo rallegrarci dal più profondo del cuore. In questo modo diventiamo davvero un esercito per lottare contro le illusioni – grazie alla gentilezza di Lama Yeshe. E’ qualcosa di cui dovremmo essere veramente felici. Si dice nel lam-rim che se un lama mostra di essere compiaciuto, questo non significa che lo sia davvero, o se un lama mostra di essere contrariato questo non significa che lo sia davvero. E’ possibile che nella mente sia effettivamente compiaciuto ma che per qualche scopo il suo aspetto debba manifestare contrarietà. Questo è quello che fanno i guru veri, perfetti, abili. Con Lama succede così, quindi non potete veramente giudicare. Quando pensate “Oh Lama si manifesta in questo modo, adesso vado fuori di testa” non significa necessariamente che sia davvero contrariato. Così, quando Lama Yeshe assegna compiti e lavori diversi alle persone, credo che questo sia un metodo che si adatta a ciascuno. E’ un modo di guidare quella persona particolare. Per esempio abbiamo diversi lavori – guidare un gruppo o dirigere un centro. Ciascun direttore è adatto alle persone di un centro; essi hanno il karma di avere quel direttore. Dipende dal karma degli esseri senzienti, e questi devono agire in accordo al proprio karma. Se non fosse per la potenza del karma, Buddha avrebbe liberato tutti gli esseri senzienti, e adesso non ne rimarrebbe nemmeno uno.

Una volta, nel corso di una conversazione generale, Geshe Kelsang ha detto che anche in Tibet, a Sera, quando studiavano, Lama Yeshe non era un geshe famoso e rinomato per la sua cultura; niente del genere. Ma in qualche modo nella classe quando vedeva Lama Yeshe dibattere, anche se Lama non era un esperto, c’era in lui qualcosa di particolare. “Particolare” può avere una connotazione negativa, non

sono certo se abbia una connotazione positiva o negativa. Comunque lo vedeva come diverso dagli altri, molto nobile e santo, così ha detto Geshe-là. Che benefici incredibili riesce a realizzare dando insegnamenti agli esseri senzienti.

Certe volte quando dicevo a Lama “non è necessario che io vada in Occidente,” Lama rispondeva “Per alcuni, qualunque azione compiano, anche respirare, diventa operare per il bene di altri esseri senzienti”: Naturalmente nel mio caso questo è un sogno, ma penso che Lama Yesce descrivesse sé stesso, le qualità della propria mente. Si riferiva alla sua propria esperienza – nulla a che fare con me – “perfino il respirare diventa operare per gli altri”. Questo è un praticante bodhisattva che ha completato lo dzogrim. Analogamente, credo che queste sano le qualità generali dei suoi santi corpo, parola e mente. La maggior parte delle persone che l’hanno incontrato o hanno ricevuto insegnamenti da lui lo sanno; non c’è bisogno che lo spieghi – lo sanno tutti. Egli è dotato di una qualità particolare che semplicemente non si può esprimere. Per generare fede o per vedere il guru come l’essenza di Buddha, un metodo efficace è in ogni azione di pensare alle qualità dei santi corpo, parola e mente del guru. Questo ci viene dalla nostra stessa esperienza, non è qualcosa che prendiamo dalle scritture, non è imitazione. Dovrebbe trattarsi della nostra esperienza: quello che abbiamo visto, udito e sentito. Portiamo questo nella nostra meditazione. Ricordate – la fede è estremamente efficace per la mente. Più pensiamo a queste buone qualità, più i nostri pensieri errati saranno oscurati, recisi. Vedete, non è comune riuscire a vedere in qualcun altro molte buone qualità che noi stessi non possediamo; e quando si vedono queste qualità, non si può contemporaneamente trovare difetti. E’ un po’ una confusione, a volte si vedono difetti e poi queste buone qualità; tuttavia è il vedere le buone qualità che impedisce il sorgere dei pensieri critici. Come disse Lama Tsong Khapa, più vediamo negli altri qualità positive e meno vediamo errori, più piccoli e deboli diverranno questi difetti. Dovremmo quindi pensare: le qualità del santo corpo sono queste, la santa parola così, la santa mente così. Pensate anche: questo guru mi ha insegnato questa cosa, e l’azione santa che compie nei miei confronti è questa e quella. Mi conduce all’illuminazione o no? Indubbiamente porta beneficio alla vostra mente in vista del raggiungimento dell’illuminazione, anche se è il lung di un mantra, qualunque cosa sia, indubbiamente porta beneficio alla nostra mente degenerata.

Così facendo, senza alcun dubbio il guru ci guida all’illuminazione. Quindi, se la persona che compie questa azione non è una manifestazione di Buddha Shakyamuni, chi mai potrebbe allora Buddha Shakyamuni che lavora per noi? Se non lo è, chi altri potrebbe essere Buddha Shakyamuni? Se questo non è l’agire di Shakyamuni Buddha, allora non possiamo trovare nessuno che lavori per noi. Non intendevo parlare di questo, ma da momento che l’ho fatto, vorrei sottolineare alcuni punti. Se riflettiamo bene su Buddha Shakyamuni e la sua biografia, come ha operato per gli altri quando era in India nell’aspetto di un bhiksu, penso che questo possa essere molto d’aiuto. Più rammentiamo come ha operato per gli esseri senzienti senza sforzo, più la nostra meditazione sul guru sarà facilitata. Quando abbiamo fede nel fatto che Buddha Shakyamuni ci sta guidando, allora penso che non vi sia altro modo di rapportarsi. Quando abbiamo fede in quello, allora possiamo vedere il rapporto fra il guru da cui riceviamo insegnamenti e Buddha Shakyamuni, l’illuminato.

Dovremmo ricordare le storie che ci sono familiari, anche se non abbiamo molta conoscenza: l’arhat del grande e del piccolo sentiero; come Guru Buddha Shakyamuni si è avvicinato lungo il sentiero grande dove un bambino aspettava, poi è venuto percorrendo il sentiero piccolo dove l’altro bambino aspettava. Questo perché il karma stava maturando, era arrivato il momento giusto. Quindi se non fosse stato il momento giusto, anche se ci fosse stato il bambino che aspettava, Buddha Shakyamuni non sarebbe passato dal sentiero. In qualunque momento fosse il tempo giusto per soggiogare gi esseri senzienti senza sforzo, arrivare Guru Buddha Shakyamuni. Proprio come quando non vi è nessun ostacolo, non vi sono rocce o montagne, al sorgere della luna se ne vede chiaramente il riflesso nell’acqua. Analogamente Guru Buddha Shakyamuni arriva, senza nessuno sforzo.

Un altro esempio è il vecchio che divenne un arhat. Mentre stava gridando fuori del monastero, in quel momento il suo karma maturò e Buddha Shakyamuni, sebbene si trovasse molto lontano, apparve proprio di fronte a lui e gli pose delle domande. Anche la persona che aveva un incredibile attaccamento – il fratello minore di Buddha Shakyamuni – la gradualità con cui Buddha l’ha soggiogato e guidato, e al momento giusto, il karma è maturato. Guru Buddha Shakyamuni si recò a mendicare alla sua casa. Ancora, c’era quel monaco così ignorante che non riusciva a memorizzare nemmeno due parole – prima di imparare la seconda, aveva già dimenticato la prima. Piangeva, in preda alla depressione. In quel momento, il suo karma venne a maturazione; era giunto il momento di soggiogarlo. Così, senza perdere nemmeno un secondo, Buddha Shakyamuni apparve di fronte a lui, gli pose delle domande e gli diede delle spiegazioni. Guru Buddha Shakyamuni gli fece pulire le scarpe delle persone.

Ci sono tantissime storie come queste. Quando arriva il momento giusto perché gli esseri senzienti siano soggiogati, senza aspettare nemmeno un secondo, Buddha Shakyamuni arriva e inizia ad operare per loro. Se Buddha opera perfino per gli animali, perché non per noi esseri umani? Quindi naturalmente siamo guidati da Buddha Shakyamuni; non siamo dei barbari. Praticando il Dharma, avendo ricevuto corpi umani perfetti, abbiamo acquisito almeno questa saggezza del Dharma. Vedere, Buddha Shakyamuni ha fatto nel passato preghiere, cinquecento preghiere per soggiogare in questi tempi degenerati gli esseri senzienti di 100 anni, che sono particolarmente difficili da soggiogare perché non sono stati soggiogati da altri Buddha. Abbiamo l’occhio di saggezza del Dharma, praticando il Dharma, quindi non vi è alcun dubbio, nemmeno il minimo dubbio, del fatto che Guru Buddha Shakyamuni ci sta guidando. L’unico modo che abbiamo di scoprire come ci sta guidando è per mezzo del guru, colui che ci dona vari insegnamenti. Quindi più comprenderemo le storie della vita di Buddha Shakyamuni, più ne riceveremo aiuto.

Una cosa ho tralasciato e vorrei ricordare, ed è tutti i corsi che hanno avuto luogo finora e come è cominciato il primo corso a Kopan. C’era Zina, e noi giungemmo a Bodhgaya, e c’era Zengo, il monaco giapponese, che teneva corsi di meditazione. In qualche modo Zina era molto interessata a quel programma, quindi insistette molto con Lama perché desse un corso come quello. Lama non accettò; eravamo lì per gli insegnamenti. Quindi tornammo a Kopan, ed io ero molto interessato a tenere un corso. Non avevo mai parlato in precedenza; non conoscevo il lam-rim, e per parlare del lam-rim bisognerebbe, naturalmente, conoscerlo. A quel tempo, ai tempi di Zina, era un buon periodo per me, una ottima opportunità di praticare il Dharma, molto utile per il training mentale. Me lo godevo moto, non c’era molta gente che venisse a Kopan. Molti hippies, molto degli amici di Zina venivano solo per mangiare, per parlare, o per restare in giro. Abitavano a Kathmandu; ce ne era un sacco – Kathmandu era come un formicaio, occidentali dappertutto, tantissimi giovani.

Zina continuò a pregare Lama per un pezzo, ma lui rifiutava. Poi chiese a me, ed io domandai a Lama – per qualche motivo ero molto entusiasta. Penso fosse perché lei mi offriva una ottima opportunità di praticare. In generale, era un ottimo periodo per me perché c’erano tantissime opportunità per praticare l’addestramento mentale. Quindi domandai a Lama, che rispose “Se pensi che sia di beneficio, fallo”. In quel tempo non stavo osservando molti segni di buon auspicio, anche se avrei potuto farlo, non sono sicuro. Allora accettai. Credo che si trattasse di dieci giorni. C’era una monaca americana e Sylvia, che traduceva le sofferenze dei tre regni inferiori brevemente, poi le sofferenze del regno dei preta in grande dettaglio, ogni meditazione qualche verso, così, fino all’equanimità. Poi ancora sui narak. Ogni sessione aveva una meditazione diversa, e cominciammo proprio dall’inizio.

In quel tempo c’erano delle persone che giravano per di là, gente che viveva presso Bodhgaya. Zengo coi suoi discepoli venne il secondo giorno. Io parlavo sui benefici del prendersi cura degli altri. In un modo o nell’altro, quel primissimo corso fu di beneficio; ecco come sono cominciati i corsi di Kopan. Nick e Yeshe Kadro hanno frequentato il terzo corso. In tutti quei primi corsi fino al sesto, credo, in qualche modo non ho mai avuto l’impressione che ero io quello che parlava. Non mi sto inventando o lodando, questa è stata veramente la mia sensazione. Credo che forse sono rimasto sorpreso e dal profondo del mio cuore non credo di essere io quello che parlava. Nel mio cuore, sono sempre stato assolutamente certo che era Lama Yeshe a parlare. Ogni volta che qualcuno diceva “Oh il corso mi ha aiutato, blah blah”, nella mia mente pensavo, anche senza esprimerlo a parole, “Non ero io, era Lama Yeshe”. Dopo il sesto corso, non so cosa sia successo; forse

ho sbagliato qualcosa, perché da quel momento in poi non ho più avuto quella sensazione. Ma durante quei sei corsi, non ero assolutamente io a parlare; tutto il beneficio proveniva dalla gentilezza di Lama. Come ho detto prima, non perdendo la fiducia e continuando a soddisfare i desideri di Lama e a lavorare per i centri, seguendo i consigli di Lama, allora Lama sarà compiaciuto, come è stato contento

finora del vostro lavoro. Se andrà avanti così, allora accadrà quello che si dice negli insegnamenti di Kalachakra. Facendo offerte a tutti i Buddha e guidando milioni di vite di milioni di creature per tre eoni, anche se compissimo tutto questo, non potremmo raggiungere l’illuminazione in questa vita. Ma se abbiamo fede nel guru, genereremo realizzazioni e raggiungeremo l’illuminazione in questa vita.

Quindi penso che lavorare duramente per gli esseri senzienti, offrire servizio a Lama, esaudire i suoi desideri, queste cose di per sé stesse costituiscono il sentiero veloce per l’illuminazione.

Per quanto riguarda gli insegnamenti, il preservarli non è solo questione di parole, non solo di ricevere il lignaggio delle iniziazioni, perché vi sono due tipi di insegnamenti: la comprensione delle parole e le realizzazioni. Ora noi non abbiamo le realizzazioni; non abbiamo la realizzazione dei tre principali aspetti del sentiero. Ma fra i tre addestramenti superiori, abbiamo la condotta morale. Quindi, come ha detto recentemente Sua Santità, Dovunque vi sia l’ordinazione per la liberazione individuale, dovunque vi sia questo, là sono io”.

Inoltre nel So-jong Sutra si dice che dovremmo riconoscere l’ordinazione per la liberazione individuale come il Buddha effettivo, poi salvaguardare i precetti; in questo modo gli insegnamenti esisteranno a lungo. Dovremmo avere quei tre riconoscimenti. Qualunque cosa possa accadere agli insegnamenti di altri, ciò che noi possediamo, si dice nei sutra, è come il ponte che conduce al buon posto dove

desideriamo andare. Questo ponte supera le acque del samsara; è il ponte che conduce al nirvana ed alla mente onnisciente. Questo è il sentiero per sconfiggere le illusioni. Questi sono i gradini che portano alla liberazione, i quattro gradini. Dopo la mia morte questo sarà il vostro Buddha, l’ordinazione di pratimoksha sarà il vostro Buddha.

Si dice inoltre che è estremamente difficile incontrare il guru, far sì che il Buddha discenda sulla terra, e, da parte nostra, difficile ottenere una forma umana. Eppure Buddha è disceso, noi abbiamo ricevuto una forma umana e la rara opportunità della condotta morale. Poi abbiamo intorno a noi buoni amici, che vivono nella stessa pratica e ci sono d’aiuto. Abbiamo anche un esempio, difficile da trovare. Tutte queste condizioni difficili e rare sono ora riunite – le abbiamo tutte. Come disse Lama Tzong Khapa nel Lam-rim Chen-mo, nel sentiero graduale per l’individuo di capacità intermedia, il corpo migliore da avere per la pratica del tantra è quello di un monaco pienamente ordinato. Allora, dobbiamo verificare e scoprire perché. Penso che i migliori praticanti di tantra siano gelong, perché, vivendo nei precetti, è più facile da ottenere e più veloce. Potete verificare.

Per quanto riguarda i laici occidentali che provano fede e devozione per sangha occidentale, non sono sicuro. In generale mi pare difficile. Alcuni che riflettono molto sul karma possono provare fede nel Sangha occidentale. Se vi è fede nella loro mente, non c’è nulla che possa degenerare. Per non far degenerare la fede nella mente degli altri, vi deve essere fede nella loro mente. Quello che voglio dire è che, mettiamo che qualcuno abbia devozione e fede nel Sangha, poi a causa di una condotta errata, se noi degeneriamo e questo cambia la loro fede nel Sangha, se abbiamo preso i voti tantrici e ricevuto iniziazioni, incorriamo nella seconda caduta radice. Se la vostra condotta errata fa sì che la fede degli altri in voi o nel Sangha cambi, questa è una caduta. Perché sia una caduta completa occorre che siano presenti i quattro vizi, ma siamo in pericolo di incorrere in una caduta radice. Dovremmo ricordare queste cose. Nei sutra viene spiegato che se dormiamo con una persona che ha degenerato i precetti, questo crea il karma negativo di rinascere nei narak per diciannove milioni di anni umani. Dovremo soffrire nei narak per diciannove milioni di anni umani.

Possiamo ricordare la storia di un bodhisattva. Mentre attraversava il deserto proveniente dall’oceano in cerca di gioielli, vide in una casa, di notte, due cani che sbranavano il cervello di una persona. Di giorno la casa divenne un palazzo lussuoso ed i cani due belle fanciulle, come dèe o deva, con un figlio. Questo avveniva perché nel passato, in India, esse presero i precetti da un arhat e li mantennero durante il giorno, mentre di notte non li mantenevano. Il motivo per cui i due cani mangiavano il cervello del figlio era che di notte questi non manteneva i precetti, ma veniva baciato sulla testa con attaccamento e così via.

In caso vi sia pericolo di degenerare i precetti, la cosa più utile da fare è la pratica del tong-len – prendere su di sé le sofferenze di tutti gli esseri senzienti. Non solamente le loro sofferenze attuali, ma tutte quelle che proveranno fino a che non avranno raggiunto l’illuminazione, e tutte le cause di attaccamento, tutto – prendete tutto ciò sul vostro proprio attaccamento. Come nella sezione sul tonglen della Lama Chöpa, pensate quanto sarebbe meraviglioso se essi fossero liberi ed io ricevessi tutto su di me; come sarebbe meraviglioso se io solo provassi tutta questa sofferenza. Questo elimina la tensione nervosa, o lung. Fino che si pratica l’addestramento mentale, questo porta certamente benefici non appena è nella mente; ma se non si pratica, allora cominciano i problemi.

Questo può contribuire anche a generare compassione nei confronti dell’altra persona, sia che questa sia ordinata no; aiuta ad impedire il sorgere di illusioni mentali, come l’attaccamento. Pensate: questo è un essere senziente mia madre; questo è il tempo che lui o lei ha per cercare di fare qualcosa di positivo, lavorare per ottenere la mente onnisciente, la liberazione, cercare di praticare il Dharma. Dopo tutte le sofferenze dei regni inferiori, questa volta sta cercando di realizzare qualcosa di buono. Come è meraviglioso, come è bello. Così tante vite da un tempo senza inizio, tanta sofferenza, e adesso sta cercando di operare per liberarsi dal samsara; questa volta sta cercando di praticare in modo corretto. Se non sono in grado di aiutarlo a praticare il Dharma ed ottenere la mente onnisciente, quantomeno non lo trascinerò giù nei narak con me. Vedete la persona come degna di pietà. Da questa, sorge la pura compassione ed il pensiero disturbante colmo di attaccamento si riduce fino ad essere invisibile. La compassione ricopre la mente. Questo è un sistema molto buono, poiché aiuta a generare bodhicitta.

Noi desideriamo che l’altra persona pratichi il Dharma, siamo ispirati ad aiutarlo od aiutarla a raggiungere la mente onnisciente. Praticate anche il rallegrarsi, “Questa volta sta cercando di fare qualcosa di buono – questo è meraviglioso!”.

Persone diverse possono trarre beneficio da cose differenti. Quindi quando sogniamo di una persona molto bella ed attraente e nel sogno riconosciamo di stare sognando, allora pensiamo “questo è un sogno”. Immediatamente cessa l’attaccamento poiché non ha nessuna opportunità per sorgere – quindi crolla. E’ una sorta di possessione della mente; è il modo in cui la mente crea o proietta. Analogamente, se paragoniamo il corpo per il quale proviamo grande attaccamento ad un altro, sentiamo un attaccamento minore. Vedete, quando lo paragoniamo ad un altro corpo, anche se crediamo sia il più bello del mondo, possiamo vedere che la bellezza dell’altro corpo cambia e degenera. Nello stesso modo, anche questo diventerà meno bello, e così il nostro attaccamento diminuisce. Il modo in cui la

mente crea e si attacca dipende dalla mente stessa più che dall’oggetto.

Inoltre in quanto Sangha, persone che insegnano il Dharma grazie alla gentilezza di Lama Yesce, avete sempre maggiori opportunità ora di studiare e di comprendere in modo più esteso gli insegnamenti. Se il Sangha è istruito, le altre persone ne ricevono due vantaggi: uno è la trasmissione della comprensione del Dharma, l’altro è il ricevere insegnamenti da un maestro che noi stessi vediamo vivere secondo la disciplina e praticare, e questo fa differenza. Induce a cercare di somigliare al maestro appartenente al Sangha. Col vivere mantenendo la condotta morale, il Sangha ispira gli altri ad accumulare meriti.

Quindi non solo le persone praticano il lam-rim e comprendono gli insegnamenti, ma seguono anche l’esempio e vivono nella condotta morale, creano maggiori quantità di meriti e raggiungono più rapidamente la mente onnisciente. Non si può generalizzare, ma in linea di massima i laici non vivono come esempi di condotta morale; quindi ai discepoli manca l’influenza o l’ispirazione a vivere moralmente o ad accumulare più meriti. L’addestramento superiore della moralità è difficile, anche se si possono prendere solamente cinque od otto precetti. Ecco qualcosa di cui rallegrarci – i benefici che possiamo offrire agli altri.

La conclusione è che, giorno e notte, Lama Yeshe lavora per noi, sopporta difficoltà per noi, e si preoccupa della nostra felicità temporale ed ultima. Tutto questo Dharma, tutti questi programmi e questi centri, il Dharma Celebration, tutte queste cose sono state istituite per noi. Oltre a questo, cosa si può fare, oggi e nel futuro? Il fatto che Lama Yeshe lavori tanto, senza aver tempo di riposarsi, per il nostro bene. Ricordando la sua gentilezza dal profondo del cuore, ricordando tutti i benefici che abbiamo ricevuto da Lama Yeshe e tutti gli sforzi, il tempo e l’energia che Lama ci ha dedicato, ricordando queste cose ripetutamente, dovremmo desiderare di ripagarle. Il modo di ripagarle è compiere quello che Lama desidera.

Ciò che Lama desidera è la nostra felicità e quella degli altri esseri senzienti. Per eseguire i consigli di Lama abbiamo fatto tante dediche, e di questo dovremmo rallegrarci. Continuare ad esaudire i desideri di Lama – questo è di per sé il sentiero. Per esempio, Atisha è stato in grado di compiere grandi opere nell’insegnare agli esseri senzienti in India ed in Tibet perché, avendo molti guru, non compì mai alcuna azione errata contro di loro. Nello stesso modo, dovremmo seguire le indicazioni di Lama circa quello che è più di beneficio nella nostra vita per la felicità di altri esseri senzienti. Pensate, cosa è di maggior beneficio? Poi lasciate perdere le piccole azioni buone e dedicatevi alle grandi. Praticando in questo modo raggiungiamo la felicità per noi stessi e per gli altri e ripaghiamo i progetti di Lama. Esaudendo i desideri di Lama ripaghiamo anche Guru Buddha Shakyamuni che, a mezzo di grandi fatiche, ha accumulato meriti per tre incommensurabili eoni quando era un bodhisattva, per poter raggiungere l’illuminazione per noi. Solo per ricevere insegnamenti piantò mille chiodi nel suo santo corpo; scrisse gli insegnamenti sulla propria pelle con delle ossa usando il sangue come inchiostro – ci sono molte storie simili, tutte spiegate nei sutra. Così ha rivelato il completo sentiero. Ecco il sentiero completo che porta all’illuminazione; sta a noi praticarlo. Quindi se pratichiamo Buddha Shakyamuni non rimane deluso, e vale la pena che egli e tutti gli altri pandit, Atisha eccetera, abbiano rivelato il sentiero. Come si dice nello yoga in sei sessioni: “Tutte le realizzazioni ordinarie e sublimi conseguono dallo seguire te, il salvatore, correttamente. Vedendo questo, donami le tue benedizioni perché possa praticare quello che ti compiace, anche a costo della vita.”

Dovreste ricordare questi consigli quando lavorate nei centri e vi trovate in un periodo di difficoltà. Quando la mente è confusa, è di grande aiuto ricordare lo yoga esteso in sei sessioni. Negli insegnamenti del tantra si dice che il fortunato è esperto nell’operare per il guru. E’ cosa molto più significativa che fare prostrazioni ai Buddha dei tre tempi. Se eseguiamo esattamente i desideri del guru, tutti i nostri desideri vengono esauditi. Per esempio, certi dicono: “Non ho avuto tempo di fare un ritiro perché avevo troppo lavoro” , oppure “Io voglio fare questo, ma Lama dice di fare quello”.

Però [se eseguiamo i desideri del guru] qualunque desiderio abbiamo per noi stessi verrà anch’esso esaudito, e noi accumuleremo meriti infiniti. Se compiacciamo il guru coi nostri possedimenti materiali, allora respiriamo nel reame del nirmanakaya e raggiungiamo una terra pura.

Come è detto nella Lama Chöpa, “Ogni degenerazione, ogni sofferenza, ogni problema viene dal pensiero autogratificante. Ogni perfezione viene dal prendersi cura degli altri”. Come si dice nella Lama Chöpa, questa dovrebbe essere la nostra pratica principale da mattina a sera, continuamente. Per quanto possibile, anche se abbiamo solo un minuto o un’ora o un giorno, le nostre tre porte dovrebbero essere

impegnate a lavorare estensivamente per il bene di tutti gli esseri senzienti seguendo le indicazioni del guru. Non vi è altro da pensare se non a prendersi cura degli esseri senzienti col nostro corpo, parola e mente. Non c’è nessuno per cui lavorare se non gli esseri senzienti. Al momento, l’oggetto delle nostre cure ed attenzioni siamo noi stessi, e il nostro operare è per noi stessi soltanto; dobbiamo cambiare e fare sì che l’unico oggetto di cui ci curiamo nel nostro cuore siano gli altri, continuamente, ogni minuto, ogni ora. Dovremmo tenere costantemente nel cuore che non c’è altro lavoro che il lavorare per gli esseri senzienti.

Ora mi fermo, perché sto andando per le lunghe. Spero di esser stato di beneficio a qualcuno; chi pratica ne trarrà vantaggio. E’ tutto.

Trascrizione rivista di un insegnamento del ven. Lama Zopa Rimpoche dato ai monaci ed alle monache dell’IMI (International Mahayana Institute) al Tushita Retreat Center in India nel maggio del 1982, nel corso della Prima Enlightened Experience Celebration.