Tsenshap Serkong Rinpoche: Stati extracorporei nel Buddismo

Lama Tsenshap Serkong Rinpoche: Con una guida adeguata, una buona motivazione ed un’intensa pratica meditativa si può espandere il proprio potenziale per aiutare gli altri e se stessi a beneficio di tutti.

Tsenshap Serkong Rinpoche: Stati extracorporei nel Buddismo

La letteratura buddista e la tradizione orale registrano molti esempi di coscienza che viaggia con una forma sottile al di fuori del corpo grossolano. Tali fenomeni sono stati notati anche in Occidente e spesso etichettati come “viaggi del corpo astrale”. Sebbene sia difficile correlare le esperienze ed identificare casi individuali da una cultura all’altra all’interno dello schema di classificazione di quell’altra cultura, tuttavia può essere utile delineare alcune varietà di questo fenomeno così come si trova nelle tradizioni buddiste dell’India e del Tibet.

Corpo Illusorio

Attraverso una pratica meditativa intensiva e profonda, è possibile ottenere un corpo illusorio (sgyu-lus) (vedi: Cos’è la meditazione? https://www.sangye.it/altro/?p=6205). Questo è il risultato di una pratica estremamente avanzata dello stadio del completamento (rdzogs-rim, stadio del completamento) nella classe più alta del tantra, anuttarayoga. È con questo corpo che si ottiene la realizzazione non concettuale della vacuità con una mente sottile e di chiara luce. In questa forma è possibile viaggiare ampiamente oltre i limiti del proprio corpo fisico, lavorando per il bene degli altri.

Per ottenere un corpo illusorio, è necessario aver raggiunto in anticipo la rinuncia alla sofferenza, la bodhicitta dell’aspirazione per raggiungere la Buddità affinche tutti gli esseri la possano conseguire, ed una corretta comprensione concettuale della vacuità. Inoltre, è necessario aver raggiunto la concentrazione univoca su un unico punto (ting-nge-‘dzin, sct. samadhi), ricevuto i giusti potenziamenti tantrici da un maestro tantrico pienamente qualificato, mantenuto puro tutti i voti e raggiunto le capacità della fase di generazione. (bskyed-rim) e le pratiche iniziali della fase del completamento dell’anuttarayoga tantra.

Corpo del sogno

Attraverso molta meditazione, si può anche ottenere l’uso di un corpo di sogno (rmi-lam-gyi lus). Questa forma è particolarmente adatta per l’attenzione univoca, poiché mentre si dorme non si ha la distrazione della coscienza sensoriale. Pertanto, i praticanti spesso la coltivano per fare ulteriori progressi nei loro studi. Dopo aver acquisito il controllo sullo stato di sogno e padroneggiato questo tipo di emanazione, è possibile disporre i libri nella propria stanza e memorizzarli durante il sonno. Tuttavia, poiché il corpo onirico non può entrare in contatto con oggetti concreti e non può girare le pagine, è necessario disporre più copie dei libri in modo che non sia necessario girare le pagine.

Inoltre, sia il corpo onirico che quello illusorio sono collegati al corpo grossolano semplicemente dal karma. Non ci sono collegamenti fisici tra i due.

Disturbi del corpo sottile

Ciò che è noto come corpo sottile (lus phra-mo) non è un corpo che può lasciare la propria forma fisica grossolana. Piuttosto, è il sistema energetico sottile all’interno del proprio corpo grossolano. È la rete di canali energetici invisibili (rtsa, sct. nadi) e di nodi energetici (rtsa-‘khor, sct.chakra), le gocce di energia creativa (thig-le, sct. Bindu) situate in essi, ed i venti energetici (rlung, sct. prana) che fluiscono attraverso di essi. Parti di questo sistema sono coinvolte nel normale funzionamento della percezione sensoriale. Con una concentrazione assorbita ed un allenamento yogico avanzato, è possibile sfruttare in modo speciale questo sistema per acquisire poteri extrafisici ed extrasensoriali, come la telepatia e la chiaroveggenza. Tuttavia, ci sono anche molte malattie che derivano da disturbi e squilibri dell’energia-venti. Tali disturbi possono produrre allucinazioni e percezioni anomale, come la sensazione di essere fuori dal proprio corpo.

Effetti collaterali delle pratiche di visualizzazione

Inoltre, ci sono molti tipi di meditazione in cui si coltivano e si sfruttano i poteri dell’immaginazione per fare progressi spirituali. Ad esempio, imparando a visualizzare tutti gli esseri come scheletri, può diminuire la propria attrazione compulsiva ed il desiderio per il corpo, eliminando così la sofferenza e l’ansia del desiderio bramoso. Si può allenare la mente a visualizzare simultaneamente in tutte le direzioni e perfino a vedere gli organi interni del corpo. Con la padronanza di tali pratiche è possibile avere una percezione così estesa anche al di fuori delle proprie sessioni di meditazione. Potendo vedere tutto intorno, ci si può sentire come se si fosse oltre i limiti del proprio corpo.

Corpi di stati di esistenza misti

È stato registrato che a causa del karma precedente, si può rinascere come per metà umani e metà fantasmi. Qualcuno in quella condizione può scoprire che quando il suo corpo umano è incosciente od in qualche modo inattivo, la parte spirituale della sua natura viaggerà insieme alla sua coscienza. Sono noti anche casi di persone per metà umane e per metà celesti (dei). Qui uno spirito celeste aveva preso un corpo umano ordinario, ma, in determinate condizioni, agiva indipendentemente da questa forma. I casi sopra menzionati coinvolgono la coscienza di un solo essere vivente, che può avere aspetti di due diversi stati di esistenza.

Entrare nella cittadella di un altro corpo

È anche possibile che un’esperienza extracorporea coinvolga più di un essere. Esistono alcune pratiche avanzate di meditazione tantrica anuttarayoga chiamate “entrare nella cittadella” di un altro corpo (grong-‘jug). Con la concentrazione assorbita è possibile proiettare la propria mente nel corpo di un cadavere fresco o di qualcuno che è privo di sensi. Poiché si poteva facilmente abusarne e intraprenderla per scopi dannosi, il lignaggio orale diretto della sua pratica fu interrotto nell’XI secolo prima che potesse essere portato dall’India al Tibet.

Possessioni

È anche possibile che il proprio corpo o la propria mente siano posseduti da un essere del regno spirituale. Ciò può verificarsi per ragioni benefiche, come nel caso degli oracoli in trance, o dannose, come nel caso dei fantasmi che si aggrappano (fantasmi affamati). Nella letteratura buddista si parla anche di esseri che sono morti e rinati come spiriti o creature infernali e che hanno comunicato da questi stati con i loro ex parenti e amici. Ciò si basa su forti legami karmici, come ad esempio il riconoscimento di un asino come zio defunto.

Esperienza extracorporea dovuta a precedenti pratiche di meditazione

Non importa quale tipo di fenomeno extracorporeo possa sperimentare qualcuno non addestrato alla meditazione, è il risultato delle sue azioni precedenti in questa o in vite precedenti. Persone diverse hanno esperienze diverse ed un individuo raramente sperimenta due volte la stessa cosa. Ciò è dovuto al diverso karma ed alle impronte delle vite precedenti.

Se in precedenza si è allenata la propria mente con le meditazioni buddiste avanzate che coinvolgono visualizzazioni o corpi illusori, onirici o sottili, si può nascere con un forte istinto per queste pratiche. Quindi, senza alcuno sforzo, possono verificarsi fenomeni extracorporei. In tali casi, si manifesterebbero delle inclinazioni per le altre meditazioni ed intuizioni nel contesto delle quali queste pratiche avanzate sarebbero state intraprese. In altre parole, si manifesterebbe una propensione istintiva per l’intero corpo della pratica, non solo per i suoi punti avanzati. Quindi, fin dall’infanzia, si avrà anche un sentimento intuitivo per la legge di causa ed effetto, la rinascita, la rinuncia, la compassione, la vacuità e così via. Almeno si avrebbe una fede istintiva per le vite passate e future. Per queste persone vale la pena trovare un maestro spirituale pienamente qualificato e ricevere un adeguato addestramento alla meditazione per sviluppare il proprio potenziale.

Esperienze extracorporee dovute a malattie

Se non si ha alcuna inclinazione per le meditazioni di base, potrebbero esserci altre cause karmiche per le proprie esperienze extracorporee. Se la propria esperienza fosse preceduta da una sensazione di tensione e ansia nel plesso solare, da afflussi di energia dal cuore alla testa, da un ronzio o un sibilo nelle orecchie, dall’involontaria contrazione dei muscoli della masticazione, da periodi di incoscienza e così via, questi potrebbero essere indicazioni di un disordine del sistema energetico del corpo sottile. Con tali sintomi, non è consigliabile indulgere negli stati di percezione anormali che questo tipo di disturbo produrrà. Un grave squilibrio energetico nel corpo, in particolare se centrato nella regione del cuore, può portare a paranoia estrema, follia e persino alla morte. Si dovrebbe consultare un medico tibetano per il trattamento.

Può darsi che spiriti o forze dannose stiano facendo sì che si abbiano percezioni alterate o che si perda il controllo della propria coscienza. Anche questa è una situazione pericolosa e dovrebbe essere gestita da un lama, un medico od un oracolo esperto nei rituali di esorcismo. Se la sensazione extracorporea d‘allucinazione fosse causata da un farmaco, questo non dovrebbe essere assunto. Effetti a lungo termine possono verificarsi a causa di un’esposizione prolungata a distorsione della coscienza.

Conclusione

In sintesi, se, senza la pratica della meditazione ed un addestramento specifico, si ha un’esperienza extracorporea incontrollata, non bisogna trattarla con leggerezza o come una curiosità divertente. La causa potrebbe essere una qualsiasi delle spiegazioni di cui sopra, una combinazione di fattori o qualcos’altro. Indipendentemente dalla causa, se qualcuno dovesse spaventarsi mentre la sua coscienza è fuori dal corpo fisico, è molto facile che la connessione tra i due venga interrotta. La letteratura buddista registra molti casi di morti in tal senso. Pertanto, è estremamente importante non sperimentare da soli stati extracorporei. Tuttavia, con una guida adeguata, una buona motivazione ed un’intensa pratica meditativa, tali stati possono essere sfruttati per espandere il proprio potenziale per aiutare gli altri e se stessi a beneficio di tutti.

Tradotto e curato da Alexander Berzin e Sharpa Tulku, 1976. Fonte https://www.sangye.it/altro/?p=10065