1 – S.S. Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche ci parla della Mahamudra

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche col Dott. Luciano Villa e l'Ing. Alessandro Tenzin Villa

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche col Dott. Luciano Villa e l'Ing. Alessandro Tenzin Villa in udienza a nome del Centro Studi Tibetani Sangye Cioeling in pellegrinaggio in Ladakh agli insegnamenti di Sia Santità il Dalai Lama nell'agosto 2009.

Nell’ambito dei nostri Pellegrinaggi in India agli Insegnamenti di Sua Santità il Dalai Lama, abbiamo avuto il grande onore e piacere di farci ricevere più volte in udienza da Sua Santità Drikung Kyabgön Chetsang Rinpoche, Könchok Tenzin Kunzang Trinlay Lhundrup, il 37° Drikungpa. Il capo della Scuola Kagyu ci ha ricevuti inudienza sia nella sua residenza ufficiale di Dera Dun nell’ottobre del 2008 che nel monastero di Pyang in Ladakh nell’agosto del 2009 e nel luglio del 2014. Sono stati momenti intensissimi e profondi, segnati dalla grande generosità di Sua Santità che ci ha fornito meravigliosi consigli ed incommensurabili insegnamenti di saggezza, che ci hanno permesso di stabilire una grande connessione con lui e che ha voluto farci dono di una sacra statua del Buddha, come oggetto di meditazione.  Appunti e domande del Dr. Luciano Villa e dell’Ing. Alessandro Tenzin Villa nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Domanda: Santità, ci potrebbe per favore introdurre al grande lignaggio Dakpo Kagyu della Mahamudra?

Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche

Nel grande lignaggio Dakpo Kagyu, “il lignaggio benedicente”, ci sono due sistemi di pratica Mahamudra: il sistema dei sutra ed il sistema del tantra. Nel sistema sutra, la Mahamudra è descritta come la libertà dalla elaborazione, la non-dualità, senza soggetto o oggetto. Nel sistema tantra è spiegata come unità inscindibile di beatitudine e vacuità, la coemergente saggezza primordiale. Il grande maestro del Dharma Gampopa illustrò la pratica secondo il sistema dei sutra in gran parte basandosi sugli insegnamenti sull’Uttamtantra di Buddha Maitreya. A causa di quest’orientamento, il grande maestro Phagmo Drupa insegnò in questo modo ai suoi discepoli, ed il suo lignaggio giunse a noi mediante il grande maestro Jigten Sumgon, il fondatore della Scuola Drikung Kagyu.

Ci furono molti altri grandi lama che si specializzarono in questo insegnamento, come il terzo Karmapa Rangjung Dorje e con l’ottavo Karmapa Mingyur Dorje della Scuola Karma Kagyu, il grande studioso Pema Pakpo della Scuola Drukpa Kagyu, e l’onnisciente Takpo Tashi Namgye.

Tutti questi rinomati maestri della Scuola Dakpo Kagyu praticarono gli insegnamenti dell’Utturutantra tesi ad attualizzare il significato della Mahamudra. Questo specifico lignaggio della Mahamudra proviene dal maestro indiano Saraha, che insegnò a Maitripa, uno dei principali maestri di Marpa Lotsawa. La particolare peculiarità di Saraha consiste nella pratica della meditazione nell’azione. Un giorno si trovava in un giardino fiorito nel momento in cui reggeva un teschio colmo di nettare. Guardandovi dentro, vide che tutti i fiori, le montagne e gli alberi si riflettevano nel nettare. Semplicemente osservando questo fenomeno si risvegliarono le sue grandi realizzazioni sviluppate in molte vite passate e realizzò spontaneamente Mahamudra.

Vide che tutte le manifestazioni esistono come un riflesso della mente, proprio come gli alberi e così via venivano riflessi dal nettare. Questa constatazione lo portò al raggiungimento dello stato ultimo e tutte le qualità eccellente. Saraha è conosciuto per i suoi Doha (canti spontanei di realizzazione) e per il suo testo intitolato “Le dieci talità”.

Il lignaggio passò a Maitripa, e da lui a Marpa e, attraverso loro, a tutti i grandi maestri Kagyupa. Dopo aver ricevuto gli insegnamenti su “Le dieci talità” da Maitripa, Marpa praticò e realizzò il significato ultimo della Mahamudra, che commemorò in questo canto:

Frequentando il grande Maitripa,
Ho praticato la Mahamudra
che significa: libero da qualsiasi elaborazione.
In questo stato non esistono oggetti da focalizzare nella mente.

Questo significato è anche indicato nella Abhisamayalankara, un altro testo dal Buddha Maitreya:
Nello stato ultimo della mente,
Non c’è nulla da portare alla mente,
Nessun difetto o errore di dissipare.

Ciascuno necessita di scrutare direttamente la natura della propria mente. Quando lo si realizza con successo, si parla di “perfezione”.

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