Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche s’addentra nei particolari della pratica della Mahamudra spiegandoci, tra l’altro, le modalità in cui può essere suddivisa.
Appunti a cura della Dott.ssa Nicoletta Nardinocchi e revisione del Dr. Luciano Villa nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.
Domanda: qual’è l’esatto significato del termine Mahamudra?
Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche
Per capire cosa si intende per Mahamudra, guarderemo per prima cosa la parola stessa e diremo qualcosa sul suo significato. Il termine in tibetano è Chak-GYA Chenpo, in sanscrito, Mahamudra. L’ordine è invertito in modo che Chak-GYA significa mudra e Chenpo significa maha. In primo luogo, Chak-GYA in questo contesto, si riferisce a tutti i fenomeni senza eccezione, a tutto ciò che rientra nel samsara e nirvana senza tralasciare od omettere alcun fenomeno. Quindi significa l’insieme di ogni cosa. Chenpo significa grande o il più grande. Quindi questa è la più alta e definitiva via che realizza tutti i fenomeni del samsara e nirvana per come sono realmente.
Il termine mudra, o Chak-GYA, ha il significato comune di sigillo che viene apposto sui documenti. Qui, significa che il sigillo viene “apposto” su tutti i fenomeni. E’ un sigillo che dimostra la validità che qualcosa sia vero o valido. Pertanto, il significato è che questa Mahamudra testimonia la natura reale o ultima di tutti i fenomeni.
E’ come il sigillo di un re sotto cui esistono tutte le cose del regno. Non vi è nulla nel regno che non ricada sotto l’autorità del re. Così allo stesso modo, non vi è nulla nel samsara o nirvana che non rientri in questo Mahamudra, non vi è fenomeno che sfugga o esista aldilà di quelle cose incluse nel Mahamudra.
Il termine Maha in Mahamudra è descritto in diversi modi.
Secondo un’interpretazione, il termine mudra indica quantità e il termine maha indica qualità. La quantità qui è infinita o inclusiva di tutto. La qualità indicata dal termine Maha è intesa come la più alta, la più sublime.
Il termine Mahamudra è descritto in un commentario al Kalachakra Tantra di Padma Chin che spiega l’essenza di Mahamudra come il reale Prajnaparamita, ossia la saggezza che è fonte di tutti i Buddha del passato, presente e futuro.
Tutti loro sorgono dalla Prajnaparamita, la saggezza suprema, e la saggezza suprema non è altro che Mahamudra. Nel contesto del Vajrayana, Mahamudra è ciò che unisce beatitudine e vacuità in uno, ed è la realizzazione ultima. Questo ha luogo sia attraverso il Mudra del Karma che attraverso il Mudra della Saggezza.
Tramite entrambi, beatitudine e vacuità si congiungono nell’esperienza della suprema illuminazione, ed è questo ciò che si unisce nella pratica Mahamudra.
Il Signore del Dharma Gampopa disse che l’aspetto della parola Mudra indica la natura di tutti i fenomeni, includendo ogni cosa del samsara e nirvana, tutti i fenomeni senza eccezione. Il significato di mudra qui è che tutti questi fenomeni, nella loro natura ultima, non sorgono. Che la natura o stato ultimo, la verità ultima di tutti i fenomeni è definita da questo termine Mahamudra. Nella sua descrizione, il Signore Gampopa divide questo termine mudra nelle sue due sillabe, ognuna con un significato. La prima sillaba del termine chakgya tibetano, Chak, si riferisce alla natura NON NATA di tutti i fenomeni, senza eccezione.
La seconda sillaba, GYA, si riferisce alla sua natura senza inizio. Insieme, vogliono dire “da tempo senza inizio tutti i fenomeni nella loro natura ultima sono non nati”.
Il termine Maha si riferisce alla suprema realizzazione, e l’aspetto mudra si riferisce alla realtà stessa. Non è sufficiente che le cose esistano solo in questo modo definitivo, sono sempre esistite in tale modo definitivo. Quello di cui abbiamo bisogno è la realizzazione di questa natura. Lo stato di illuminazione, o Mahamudra, è realizzato solo attraverso la realizzazione di quella natura ultima. Proprio quando abbiamo paura di un pezzo di corda nel buio, pensando che sia un serpente, non è sufficiente che sia solo un pezzo di corda, se pensiamo che sia un serpente e ne siamo terrorizzati. Dobbiamo accendere la luce e scoprire che in realtà si tratta di un pezzo di corda prima di risolvere il problema. Detto in altro modo, maha descrive i fenomeni come naturalmente non nati, o naturalmente liberi di tutti gli elementi illusori. Se leghiamo un serpente ad un cappio e lo scuotiamo, il serpente si scioglierà grazie alla propria conoscenza o abilità e se ne andrà per la sua strada. Non ha bisogno di nessuno che lo aiuti. Così, la realizzazione ultima di Mahamudra può essere paragonata ad un serpente che si libera; non ha bisogno di alcuna assistenza. La mente non ha bisogno di essere fissa o modificata da qualcosa dall’esterno, piuttosto si libera da sola. L’implicazione di questo è che tutti i fenomeni senza eccezione sono non nati, il che significa che la loro vera natura è libera. Sono beatitudine e libertà definitive; l’illuminazione è la loro stessa natura. Non c’è nulla da aggiungere o modificare per ottenere la natura ultima delle cose, perché questo è ciò che esiste fin dal principio.
Questo termine Mahamudra, dunque, ha tutte queste associazioni e si riferisce in ultima analisi, allo stato naturale di tutte le cose come perfette o definitive o non nate. Tutti questi termini sottolineano il fatto che la natura della realtà è pre-esistente, o che è sempre esistita in questo modo, quindi, abbiamo molti sinonimi per Mahamudra – verità assoluta, vacuità, o Shunyata, natura ultima della realtà, mancanza di esistenza intrinseca, e libertà di esistenza intrinseca.
Domanda: Esistono altri modi di spiegare la Mahamudra?
Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche
La spiegazione di Mahamudra può anche essere divisa in tre:
(1) la base;
(2) il sentiero;
(3) il risultato.
(1) Base. La base, o fondamento, del Mahamudra è la natura della mente stessa. Questa è la pura, o definitiva natura della mente, che è la stessa natura definitiva di tutti i fenomeni, completamente priva di esistenza intrinseca.
(2) Sentiero. Dopo aver accettato la base, coltiviamo la realizzazione di quella natura ultima di tutti i fenomeni attraverso le tre fasi del sentiero. Gli insegnamenti vengono prima acquisiti, poi coltivati ed infine realizzati.
Questi sono i tre passaggi della pratica Mahamudra: in primo luogo ascoltare o studiare, in secondo luogo, pensare o contemplare, e in terzo luogo meditare o realizzare.
Questi sono gli insegnamenti di Mahamudra, della natura ultima di tutti i fenomeni: essi sono come chiara luce, o pura vacuità, mancante della più infima quantità di esistenza intrinseca.
(3) Risultato. Terzo è il risultato, o il frutto della pratica Mahamudra. Il frutto di questo processo è la realizzazione della completa non-dualità tale che apparenze e vacuità hanno un unico gusto e non sono viste come diverse. Il convenzionale ed il definitivo sono percepiti simultaneamente nella loro stato finale di non-dualità e di non-differenziazione, che è il supremo stato di realizzazione.
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