Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche ci esorta a seguire il consiglio di Tilopa, che diceva: “Se il discepolo desidera vedere Mahamudra, deve andare oltre la mente convenzionale ed abbandonare il coinvolgimento mondano”.
Appunti a cura della Dott.ssa Nicoletta Nardinocchi e revisione del Dr. Luciano Villa nell’ambito del Progetto “Free Dharma Teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.
Domanda: Santità, su quale oggetto si focalizza la meditazione Mahamudra?
Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche
Una volta, Tilopa consigliò al suo discepolo di ritirarsi in un rifugio isolato evitando qualsiasi meditazione. Ora, questo può sembrare un po’ inusuale per un ritiro di meditazione. Ma lui spiegò che, in genere, quando andate a meditare, prendete qualcosa su cui meditare. Quella cosa, e pertanto quella meditazione, è necessariamente artificiale. La pratica della Mahamudra non è affatto così. Non è scegliere una cosa chiamata Mahamudra e meditarci sopra. In definitiva, la pratica Mahamudra è meditare direttamente sulla realtà stessa.
La realtà non è qualcosa di inventato o assemblato. Ciò che dovete fare è abituarvi a questo, a praticare quello. Non state facendo una meditazione, ma piuttosto state praticando qualcosa. Come in ogni attività, se la praticate e vi ci abituate, diventa più facile. Così, familiarizzatevi con questa mancanza di qualsiasi cosa da prendere come oggetto. Concentratevi sulla realtà stessa e abituatevi a questa. Il consiglio di Tilopa, dunque, è che se ottenete qualcosa da questa pratica Mahamudra, allora non avete ottenuto Mahamudra.
Ottenere Mahamudra è ottenere il non ottenimento. Se non ottenete nulla, allora state ricevendo Mahamudra. Se ottenete una certa cosa, non necessariamente si tratta di Mahamudra.
Domanda: Santità, in questi termini sembra immediato, ma allo stesso tempo complesso, il non cercare nulla. Potrebbe spiegare ancora?
Sua Santità Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche
Se, quando aspiriamo alla buddità, pensiamo che questa sia qualcosa che dobbiamo ottenere, commetteremmo un grande errore.
Saremmo come cacciatori che seguono una preda. La buddità sarebbe ridotta giusto ad un’altra attività mondana in cui ci impegniamo per ottenere qualche piacere. Mahamudra non è così, non è qualcosa da ottenere. E’ realizzare lo stato di non-realizzazione. Una volta capito questo, non ci concentriamo sull’ottenere qualcosa, ma sul trascenderla.
Dobbiamo andare al di là della ricerca di qualcosa a cui aggrapparci. Ora, la natura della realtà è oltre l’illusione del mondo fenomenico, del mondo così come appare. Ciò che appare è illusione, la realtà è un’altra cosa. Così, quando siamo nella meditazione sulla Mahamudra, cerchiamo di realizzare Mahamudra.
Finché si tratta di qualcosa che è un oggetto della mente, concepito dalla mente, è necessariamente qualcosa di diverso da Mahamudra. Mahamudra non è un concetto, non è qualcosa della natura delle apparenze o della natura degli oggetti della mente convenzionale. Pertanto, qualunque cosa cerchiamo, qualunque cosa tentiamo di trattenere in termini di oggetto della mente, non sarà Mahamudra. E’ qualcosa di diverso. Mahamudra non è della natura del mondo fenomenico, in ogni senso. Fintanto che lo concepiamo come qualcosa, stiamo commettendo un errore e non raggiungeremo la realizzazione di Mahamudra in quel modo.
Il consiglio di Tilopa è che se il discepolo desidera vedere Mahamudra, deve andare oltre la mente convenzionale ed abbandonare il coinvolgimento mondano, perché la mente convenzionale e le attività mondane sono ciò che oscurano la realizzazione di Mahamudra e non possono mai condurli verso esso.
Cercate allora, la mente stessa. Cercate il percipiente o meditatore, la natura essenziale di chi ricerca la realizzazione. Volgete la vostra ricerca verso l’interno e cercate la mente stessa. Abbandonate tutto ciò che copre la mente, che sono come vestiti, tutte le cose ad esso associate e ciò che pensate che la mente sia. Tutto questo sono come abiti mentre è da ricercare la mente spoglia, nuda, la mente nella sua essenza fondamentale. Tutti gli attributi convenzionali della mente sono solo concetti, cose che dobbiamo superare per penetrare il nucleo essenziale della mente stessa. Per vedere la natura della realtà, per realizzare Mahamudra, è necessario abbandonare il coinvolgimento del mondo.
In pratica, ciò significa in realtà per sbarazzarsi del coinvolgimento interiore. I coinvolgimenti interni sono i klesha, (sanscr. klesha; tib. nyon.mongs) le attività mentali totalmente negative di desiderio, avversione, illusione, le afflizioni mentali ed emotive che causano sofferenza e insoddisfazione; l’ignoranza è il principale difetto mentale, da cui sorgono l’attaccamento nevrotico, l’odio, l’invidia, l’orgoglio e tutti i secondari difetti mentali. Queste devono essere abbandonate o eliminate.
Continua qui https://www.sangye.it/altro/?p=5142
Pingback: Progetto Free Dharma Teachings, Insegnamenti sul Dharma e non solo… » Blog Archive » 11 - S.S. Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche, Mahamudra: la giusta postura.
Pingback: Progetto Free Dharma Teachings, Insegnamenti sul Dharma e non solo… » Blog Archive » 24 - S.S. Drikung Kyabgon Chetsang Rinpoche: consigli su come meditare nella Mahamudra