In lode al trascendente
Nagarjuna: Inno al Buddha, il Trascendente del Mondo
Titolo sanscrito: Lokatitastava
Titolo tibetano: jigten le de par to pa (jigten ley depar toepa)
Omaggio a Manjushri!
1 Mi prostro a te, che trascendi il mondo,
Che sei esperto nella gnosi dell’assenza.
Per il bene del mondo
Hai accettato molte sofferenze, mosso dalla grande compassione.
2 Al di fuori dei meri aggregati,
tu sostieni, non esiste alcun essere senziente.
Tu, grande saggio, continui a rimanere
Perfettamente immerso nel bene degli esseri.
3 O sapiente, tu hai illustrato agli esseri intelligenti
Che anche gli aggregati sono paragonabili
A un’illusione, a un miraggio
A una città di Gandharva ed a un sogno.
4 Coloro che sono originati da una causa,
senza quella (causa), non possono esistere;
Quindi, perché non asserire
Che essi, chiaramente, sono proprio come dei riflessi?
5 I (quattro grandi) elementi non sono percepibili all’occhio,
allora come possono le entità essere percepibili all’occhio?
Rigettando chiaramente la percezione della materia in sé,
Spieghi la materia in questo modo.
6
Poiché senza percezione non c’è sensazione,
la sensazione stessa è priva di un sé;
Allo stesso modo, Tu sostieni, che anche ciò che è percepito
È privo d’esistenza intrinseca.
7
Se la parola e ciò cui è riferita non fossero differenti,
(La parola) fuoco brucerebbe la propria bocca;
Se fossero differenti non ci sarebbe comprensione,
Così tu, il proclamatore della verità, hai dichiarato.
8
Un agente è autonomo e anche la sua azione:
questo l’hai attribuito all’aspetto convenzionale.
Tu sostieni che essi sono stabiliti
Solo in ragione di una reciproca interdipendenza.
9
Non esiste nessun agente né soggetto,
Non (esiste) nessun merito: essi sorgono dalla dipendenza.
“Sebbene sorti dipendentemente, essi sono non-nati”,
Così tu proclamasti, Maestro della parola.
10
Senza essere conosciuto non c’è un oggetto di conoscenza,
senza il quale non c’è nemmeno coscienza.
Perciò, il conoscitore e il conosciuto
Non possiedono una realtà intrinseca, hai detto.
11
Se la caratteristica è differente dal caratterizzato,
Il caratterizzato dovrebbe esistere senza la caratteristica.
Tu hai chiaramente stabilito (anche) che nessuno dei due esisterebbe
Nemmeno se fossero concepiti come non-differenti.
12
Privo di caratteristica e caratterizzato
Ed al di là d’ogni espressione,
Tu, coi tuoi occhi di (perfetta) conoscenza,
porti tranquillità agli esseri.
13
Una cosa esistente non nasce,
né una non-esistente, né entrambe.
Non nasce nemmeno da sé o da altro,
né da entrambi: come può nascere?
14
È logico che una cosa esistente perduri;
non lo è (per una tal cosa) disintegrarsi.
Poiché è logico che un non-esistente non perduri,
esso non può giungere a disintegrazione.
15
Innanzitutto è illogico che un effetto nasca
Da una causa che è essa stessa distrutta;
E nemmeno (nasce) da una causa non distrutta.
Tu accetti che è simile al sorgere di un sogno.
16
La nascita di effetti da una causa
Attraverso la distruzione o la non-distruzione;
Questa originazione è simile ad un illusione;
Tu hai insegnato che è lo stesso per qualsiasi cosa.
17
Perciò, hai pienamente compreso
Che questo mondo nasce da un’ideazione,
E persino quando sorge, hai dichiarato:
“Non c’è sorgere, né distruzione”.
18
Nella permanenza non c’è samsara,
e anche nell’impermanenza non c’è samsara.
Tu, supremo tra coloro che hanno realizzato la talità,
Hai dichiarato che il samsara è come un sogno.
19
Secondo i logici, il dolore è
Prodotto da sé, prodotto da altro,
Prodotto da entrambi o senza causa,
Tu, invece, insegni che nasce dall’originazione dipendente.
20
Ciò che origina dipendentemente
Tu, sostieni, essere vuoto;
Nulla esiste indipendentemente.
Tu, l’Impareggiabile (lo hai proclamato) con ruggito di leone.
21
Poiché insegni l’ambrosia della vacuità
Per aiutare ad abbandonare tutte le concettualizzazioni.
Colui che si attacca ad essa (la vacuità),
hai fortemente condannato.
22
Poiché sono inerti, dipendenti, vuoti,
Come un’illusione e nati da condizioni,
hai fatto conoscere (al mondo)
Che tutti i fenomeni sono privi di realtà.
23
Non c’è niente che tu abbia prodotto,
Non c’è niente che tu abbia negato.
Hai compreso che la talità
Così come era prima, così lo sarà in seguito.
24
Senza entrare nella meditazione
Così come mostrata dagli Esseri Nobili
La coscienza potrà mai diventare senza segno?
25
Senza comprendere la mancanza di segno
Non c’è liberazione, così hai dichiarato;
Così hai presentato questa (mancanza di segno)
Nella sua interezza nel Grande Veicolo (i sutra).
26
Con questa lode a Te, ricettacolo degno di lodi,
Qualsiasi merito abbia ottenuto,
Lo dedico affinché tutti gli esseri senza eccezione,
Possano essere liberi dal legami delle apparenze.
Questo conclude l’Inno al Buddha, il Trascendente del Mondo, composto dal nobile maestro Nagarjuna.
Basata sulla traduzione inglese di Geshe Thupten Jinpa, 2007. https://www.sangye.it/altro/?p=477
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