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Sua Santità il Dalai Lama: Primo giorno di insegnamenti a Dharamsala
Settembre 5th, 2019 by admin

Sua Santità il Dalai Lama durante il primo giorno di insegnamenti presso il Tempio Tibetano Principale a Dharamsala, (India), il 4 settembre 2019. Foto di Tenzin Choejor

4 settembre 2019. Thekchen Chöling, Dharamsala, India – Questa mattina Sua Santità il Dalai Lama ha raggiunto a piedi dalla sua residenza al Tsuglagkhang il Tempio Tibetano Principale per il primo dei tre giorni di insegnamenti. Ad attenderlo oltre seimila cinquecento persone, tra le quali  circa duemila provenienti da 69 diversi Paesi. Entrato nel tempio, Sua Santità ha salutato l’abate del monastero di Namgyal, Thamtog Rinpoche, l’ex detentore del trono Ganden Rizong Rinpoche, e gli altri Lama seduti attorno al trono. Prima di prendere posto, ha reso omaggio alle statue del Buddha e di Avalokiteshvara.

I monaci tailandesi hanno recitato un omaggio al Buddha in lingua Pali, seguito dal “Sutra del cuore” in cinese.

“Siamo di nuovo riuniti qui a Dharamsala”, ha esordito Sua Santità “e vorrei dare il benvenuto a tutti voi che siete arrivati da diverse parti del mondo. Persone provenienti da paesi tradizionalmente buddhisti vengono qui da diversi anni, mostrando grande interesse ed entusiasmo per gli insegnamenti. Anche in questa occasione terremo un discorso di Dharma e vorrei ringraziare gli organizzatori che hanno reso possibile tutto questo”.

L’evento è trasmesso in diretta webcast e gli insegnamenti di Sua Santità, in tibetano, sono tradotte simultaneamente in inglese, cinese, vietnamita, hindi, coreano, giapponese, russo, italiano, spagnolo, tedesco, tailandese e indonesiano.

Sua Santità ha spiegato che tutte le diverse tradizioni religiose trasmettono un messaggio di amore, compassione, tolleranza e appagamento. Come esseri umani, la nostra vita inizia con le amorevoli cure e l’affetto di nostra madre, senza essi non potremmo sopravvivere. Amare ed essere amati sono la nostra natura. Le diverse tradizioni religiose sostengono i diversi punti di vista filosofici, ma tutte pongono grande enfasi sull’amore e la compassione. Non possiamo dire che una religione sia la migliore in assoluto, così come non possiamo dire che una medicina particolare cura qualsiasi malattia: dipende dalla condizione e dalle necessità del paziente. Le nostre inclinazioni spirituali possono dipendere da molteplici fattori, incluse le impronte karmiche delle vite passate.

Le tradizioni teistiche credono in un Dio creatore, quelle non teistiche no. Tra le prime ci sono il cristianesimo, l’islam e l’ebraismo. Tutte queste tradizioni sono state di beneficio per i propri fedeli.

“Ho molti amici cristiani che si dedicano al servizio dei poveri e dei bisognosi”, ha aggiunto Sua Santità. “Prendono molto seriamente la loro pratica dell’amore e della compassione. Nel 1964 sono stato in Thailandia, dove ho incontrato il Sangharaja;  gli ho segnalato che i nostri fratelli e sorelle cristiani servono la comunità, mentre i monaci buddhisti non fanno altrettanto. Mi ha risposto che secondo lui i monaci buddhisti dovrebbero vivere in isolamento, lontano da città e villaggi”.

“L’altro giorno ero a Mangalore, a un incontro di educatori cattolici, che mi ha ricordato ancora una volta il grande contributo che i cristiani hanno dato all’educazione. Tuttavia, mi sono anche imbattuto in situazioni in cui il servizio alla comunità diventa uno strumento per fare proseliti. Penso che una cosa sia portare una pratica religiosa a persone che non ne hanno, ma un’altra è cercare di convertire le persone da una fede a un’altra. Visti i benefici positivi della pratica spirituale, qualunque sia la tradizione che le persone decidono di seguire, considero un mio impegno incoraggiare l’armonia interreligiosa”.

“Quando vivevo ancora in Tibet, non ero molto consapevole della necessità di buone relazioni tra le differenti tradizioni spirituali. Ora, visti gli svantaggi di focalizzarsi solo sullo sviluppo materiale con le persone che vivono come parti di un ingranaggio, penso che sia cruciale coltivare una dimensione spirituale”.

“Alla fine del XX secolo, gli scienziati cominciarono a rendersi conto del fatto che la coscienza è qualcosa di più di una semplice funzione del cervello perché, come dimostra la scoperta della neuroplasticità, la coscienza stessa può produrre dei cambiamenti nel cervello”.

“Nell’antica India, lo studio della mente ha dato origine alle tradizioni di non-violenza e compassione, ‘ahimsa’ e ‘karuna’, così come alle pratiche di ‘shamatha’ e ‘vipashyana’. Tra le antiche civiltà – quella egiziana, quella cinese e quella della valle dell’Indo – è quest’ultima quella che ha sviluppato la conoscenza più profonda del funzionamento della mente. Sorse l’idea di un sé, unico, permanente, autonomo che ha la funzione di governare della combinazione corpo-mente e che passa di vita in vita.

“Mentre l’ebraismo, il cristianesimo e l’islam si diffusero prevalentemente nell’Asia occidentale e in Occidente, il buddhismo si propagò ampiamente in Oriente. Originario dell’India, raggiunse lo Sri Lanka, la Thailandia, la Birmania e in altre regioni del sud-est asiatico, fino all’Indonesia. Viaggiando verso nord, arrivò in Cina e da lì in Corea, Giappone e Vietnam. Con un percorso separato, si diffuse anche in Tibet e poi in Mongolia.

“Xuanzang ha studiato all’Università del Nalanda, e si ritiene che abbia incontrato Nagabodhi, prima di tornare in Cina. Lo Jowo, la statua del Buddha custodita nello Jokhang, fu portata in Tibet dalla Cina quando il re Songtsen Gampo sposò una principessa cinese. Tuttavia, quando il re Trisong Detsen cercò qualcuno che insegnasse il buddismo in Tibet, invitò Shantarakshita dal Nalanda”.

Sua Santità ha spiegato che, dopo l’illuminazione, il primo insegnamento del Buddha a Varanasi, tramandato sia dalla tradizione Pali sia dalla tradizione sanscrita, riguardava i tre addestramenti: etica, concentrazione e saggezza. Comprendeva anche una prima spiegazione dell’assenza del sé. Gli insegnamenti sulla Perfezione della Saggezza, appartenenti a tradizione sanscrita, sono stati rivelati sul Picco dell’Avvoltoio, vicino a Rajgir. Questi includono il ‘Sutra del cuore’ http://www.sangye.it/altro/?p=6098 che, attraverso un dialogo tra Avalokiteshvara e Shariputra, espone il modo in cui dobbiamo comprendere la realtà.

“Nagarjuna http://www.sangye.it/altro/?p=10906 afferma che l’insegnamento del Buddha si basa sulle Due Verità, la distinzione tra apparenza e realtà”, ha detto Sua Santità. “Oggi, la fisica quantistica, che si occupa di oggetti esterni non di coscienza, nega la realtà oggettiva dei fenomeni materiali, nonostante le apparenze indichino il contrario. Questa posizione coincide con quella della scuola Solo Mente secondo la quale soltanto la mente è reale e non esiste un’esistenza esterna: le cose sono semplicemente un riflesso della mente. I praticanti Yogachara, Svatantrika, Sautrantika e Madhyamaka sostengono invece che nulla ha un’esistenza intrinseca: neppure la mente.

“Poiché gli insegnamenti della Perfezione della Sapienza non sono stati inizialmente rivelati a tutti, non sono presenti nei Tre Cesti della Tradizione Pali. Per questo, alcuni hanno sostenuto che gli insegnamenti della tradizione sanscrita non sono stati dati dal Buddha, una posizione che Nagarjuna ha fermamente contrastato”.

“Nel secondo ciclo di insegnamenti, il Buddha ha rivelato la vacuità, la chiara luce oggettiva. Nel terzo, nel ‘Sutra che disvela il pensiero’ e nel ‘Sutra sulla natura di Buddha’ ha spiegato la natura luminosa e chiara della mente, o chiara luce soggettiva. Gungtang Rinpoche ha sottolineato la progressione di questi tre cicli di insegnamento, culminanti nei tantra e nella spiegazione della consapevolezza incontaminata, o innata, spontaneamente emersa dalla chiara luce della mente. Tutti i livelli più grossolani della mente nascono da questa consapevolezza luminosa e alla fine si dissolvono di nuovo in essa”.

“Il primo ciclo degli insegnamenti del Buddha presentava le Quattro Nobili Verità, la verità della sofferenza, dell’origine, della cessazione e del sentiero, basati sulle Due Verità, la verità convenzionale e la verità ultima. Quando il Buddha ha insegnato la verità della sofferenza, lo ha fatto nel contesto di quattro caratteristiche: impermanenza, sofferenza, vacuità e assenza del sé. L’impermanenza si riferisce al sottile cambiamento dei fenomeni. La morte è un aspetto grossolano dell’impermanenza. Le cose cambiano da un anno con l’altro, ma a livello atomico si trasformano di momento in momento.

“Il cambiamento porta alla sofferenza. Tendiamo ad aggrapparci a ciò che è causa di sofferenza come se fosse piacevole. La combinazione corpo-mente è il risultato del karma e delle afflizioni mentali, quindi è soggetta alla sofferenza. Per sconfiggere la sofferenza il Buddha ha insegnato l’assenza del sé, spiegando che è impossibile trovare un sé permanente, autonomo, indipendente dalla sua parte”.

“I quattro aspetti della verità della cessazione sono la cessazione, la pacificazione; l’eccellenza e la liberazione. Le afflizioni mentali sorgono dall’attaccamento all’idea di un sé indipendente, ma una volta eliminata non si ripresentano. Ciò che dobbiamo superare è l’ignoranza, la nostra visione distorta che ci fa credere nell’esistenza di un sé permanente, autonomo. Questa è la radice delle emozioni afflittive. Le cose esistono, ma non come appaiono. Nel suo ‘Entrare nella Via di Mezzo’ http://www.sangye.it/altro/?p=3263 Chandrakirti http://www.sangye.it/altro/?p=10587 sottolinea che se le cose esistessero nel modo in cui ci appaiono, dovremmo essere in grado di trovarle, ma ciò è impossibile. A causa dell’ignoranza abbiamo una visione distorta. La comprensione della vacuità mina alle fondamenta questo fraintendimento. Come scrive Nagarjuna nella sua http://www.sangye.it/altro/?p=9194 “Saggezza fondamentale della via di mezzo”:

Attraverso l’eliminazione del karma e delle emozioni afflittive c’è il nirvana.
Il karma e le emozioni afflittive provengono dai pensieri concettuali.
Questi a loro volta provengono dalla fabbricazione mentale.
La fabbricazione cessa attraverso la vacuità.

“L’addestramento mentale nella Tradizione del Nalanda, con il suo ampio uso del ragionamento e della logica, si sposa bene con il metodo scientifico. Per quasi 40 anni mi sono confrontato con gli scienziati contemporanei e questi dialoghi sono stati di reciproco vantaggio. Il Buddha stesso incoraggiava i suoi seguaci ad essere scettici: “Come l’orafo saggia l’oro bruciandolo, tagliandolo e strofinandolo così, o bhikshu, dovreste accettare le mie parole solo dopo averle messe alla prova, e non solo per devozione nei miei confronti”. I Maestri del Nalanda seguirono l’ammonimento del Buddha e vagliarono i suoi insegnamenti, dividendoli in definitivi e in oggetto di interpretazione”.

Sua Santità ha fatto notare che le emozioni afflittive come la rabbia e l’attaccamento danneggiano la nostra salute, mentre la compassione e l’amore la migliorano. La rabbia e l’attaccamento nascono a causa del nostro atteggiamento egocentrico che, tuttavia, può essere contrastato coltivando la mente del risveglio di bodhichitta. Coltivare la bodhichitta e comprendere la vacuità sono molto utili per domare una mente indisciplinata.

Sua Santità ha dichiarato di essere impegnato a incoraggiare tutti a coltivare la non violenza e la compassione, a promuovere l’armonia tra le comunità religiose. Come tibetano, come fonte di speranza per sei milioni di tibetani, si dedica a mantenere viva la lingua e la cultura tibetana, la pura Tradizione del Nalanda che, ha aggiunto, è una tradizione globale, i cui aspetti possono essere di beneficio per il mondo intero.

Ha incoraggiato i buddhisti ad essere buddhisti del XXI secolo, a comprendere ciò che il Buddha ha insegnato perché la fede da sola non è sufficiente. Ha citato Haribadra che ha affermato che ci sono praticanti ottusi e praticanti intelligenti, che analizzano con il ragionamento ciò che imparano. Se i buddhisti contemporanei praticheranno in questo modo, ha detto, la dottrina buddhista potrà sopravvivere anche in futuro, ma se si baserà semplicemente sulla fede che è improbabile che ciò accada.

Conclusa l’introduzione generale, Sua Santità ha annunciato che domani leggerà il “Commentario alla Mente del risveglio” http://www.sangye.it/altro/?p=9127, http://www.sangye.it/altro/?p=9134 di Nagarjuna.

Fonte che sentitamente si ringrazia http://it.dalailama.com/news/2019/new-entryhttps://www.dalailama.com/videos/teachings-for-asians-in-dharamsalahttps://livestream.com/DalaiLamaEnglish/asia-2019/videos/195845688


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