Sua Santità il Dalai Lama parla alla platea del City Convention Center di Imphal, il 18 ottobre 2017. Foto di Lobsang Tsering
Imphal, Manipur, India – Al suo arrivo a Imphal ieri mattina, il Dalai Lama è stato accolto dal portavoce della Manipur Legislative Assembly, Y. Khemchand Singh, e dal Primo Ministro N. Biren Singh, oltre che dal Segretario generale e direttore della polizia. Per il pranzo è stato invitato al Raj Bhavan dalla Governatrice dello Stato, Najma Heptulla.
Questa mattina, presso il City Convention Centre, il Dalai Lama ha incontrato i giornalisti.
“Conoscevo Manipur sin dalla mia infanzia e ora sono estremamente felice di essere finalmente qui con voi” ha esordito Sua Santità.
“Ovunque io vada, sottolineo sempre che noi esseri umani siamo tutti uguali. Tutti vogliamo vivere un’esistenza felice, ed è un nostro diritto, e il solo mezzo per riuscirci è sviluppare una autentica compassione per gli altri”.
“Da monaco buddhista, sono convinto che tutte le religioni possano aiutare le persone trovare la pace interiore. Pur avendo approcci differenti e tecniche diverse, ciascuna ha il potenziale di farci diventare esseri umani migliori. Dunque è importante che vi sia armonia e rispetto tra le varie tradizioni religiose. L’India, da questo punto di vista, è un esempio vivente di quanto ciò sia concretamente possibile. Tradizioni autoctone e religioni provenienti da altri Paesi convivono pacificamente da secoli, fianco a fianco in perfetta armonia”.
Sua Santità ha poi ricordato ai giornalisti presenti alla conferenza stampa che è loro la responsabilità di promuovere anche una visione del mondo positiva, e non solo di diffondere notizie negative.
E’ importantissimo, ha aggiunto, fare luce sugli abusi di potere e sulla corruzione ogni volta che accadono. Ma i media dovrebbero anche aiutare le persone a capire che la loro natura è essenzialmente compassionevole e che l’altruismo è la chiave della sopravvivenza.
Alla domanda se ci sarà un XV Dalai Lama, Sua Santità ha risposto:
“Che ci sia o meno un XV Dalai Lama non è una questione che mi riguarda. Fin dal 1969, ho detto chiaramente che se questa istituzione continuerà anche dopo di me dipende esclusivamente dalla volontà del popolo tibetano. Ho anche detto che quando avro 85/90 anni affronterò il tema della successione con gli altri leader spirituali del Tibet.
“Per quel che riguarda le responsabilità politiche, sono praticamente in pensione dal 2011, grazie al fatto che oggi abbiamo un parlamento democraticamente eletto. Non solo: ho intenzionalmente, gioiosamente e orgogliosamente messo fine a una tradizione centenaria che vedeva riunite nella figura dei Dalai Lama sia le prerogative politiche sia la guida spirituale del Tibet”.
Riguardo all’argomento delle conversioni religiose, il Dalai Lama ha affermato che ogni religione ha il diritto di sopravvivere, ma che non approva il proselitismo, tanto è vero che quando visita Paesi che hanno diverse tradizioni religiose è sempre molto prudente nel parlare di Buddhismo.
Arrivato all’auditorium per l’incontro, Sua Santità è stato accolto da una platea di oltre 700 persone e ha ricevuto il benvenuto di Khemchand Singh, a nome di tutto lo Stato di Manipur.
“Molti dei problemi che dobbiamo affrontare al giorno d’oggi li abbiamo creati noi” ha esordito “E perché? Perché siamo in balia delle nostre emozioni e non usiamo la nostra intelligenza in modo corretto. Gli esseri umani non sono cattivi di natura, ma subiscono e si lasciano condizionare dalla rabbia e dalla paura. Consideriamo queste emozioni inevitabili, senza tenere in considerazione quanto esse siano sempre distruttive”.
Le sfide come i cambiamenti climatici – ha fatto notare – hanno un impatto su ciascuno di noi e in questo mondo ormai globalizzato, le comunità, le nazioni e i continenti sono interdipendenti. L’idea di garantire la vittoria e il successo a una parte del mondo mentre l’altra soffre ed è sempre sotto attacco non è più realistica. Invece di cercare di risolvere i problemi con l’uso della forza, dobbiamo affidarci al dialogo.
Sua Santità ha poi sollecitato l’India intera a guardare con attenzione al lascito di saggezza che la sua tradizione filosofica antica ha ancora da offrire.
“La pedagogia contemporanea si concentra quasi esclusivamente su obiettivi come il potere e il denaro. La comprensione che l’India antica aveva del funzionamento della nostra mente e delle nostre emozioni ci dimostra in che modo possiamo sviluppare un’autentica pace interiore, ossia l’aspetto più rilevante dei tempi che stiamo vivendo. Credo che l’India sia il solo Paese che possa combinare questa antica saggezza con i moderni sistemi educativi, dando così un contributo significativo alla pace nel mondo”.
Rispondendo a una domanda del pubblico, Sua Santità si è detto preoccupato per il crescente degrado dell’ambiente naturale del Tibet, un ecosistema davvero fragile vista l’altitudine dell’intero altopiano e considerato poi che la maggior parte dei fiumi che attraversano l’Asia sorge proprio in Tibet, fornendo a numerosi Paesi le fonti principali di acqua.
Riguardo ai conflitti armati in Manipur, Sua Santità ha detto di ammirare lo spirito che anima l’Unione Europea, che ha reso l’interesse di tutti più importante dell’interesse delle singole nazioni. Ha suggerito di essere lungimiranti. Dal momento che l’India è democratica, ha aggiunto, i cittadini hanno il diritto di mettere in discussione il governo.
L’evento si è concluso con il ringraziamento del Segretario Generale, a nome del popolo e del governo di Manipur.
Sua Santità ha poi pranzato con un gruppo di rappresentanti politici e religiosi prima di fare ritorno a Raj Bhavan. Da lì domani farà ritorno a Dharamsala.
http://it.dalailama.com/news/2017/visita-allo-stato-di-manipur