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Sua Santità il Dalai Lama: Il dialogo con i giovani del Sud-Est Asiatico
Giugno 9th, 2020 by admin

Sua Santità il Dalai Lama: “Pensare per molti anni a come nulla esista in modo indipendente e riflettere con perseveranza sull’altruismo hanno trasformato la mia mente”.

7 giugno 2020. Thekchen Chöling, Dharamsala, HP, India. Quando Sua Santità il Dalai Lama è entrato stamattina nel salotto della sua residenza, ha giunto le mani e ha sorriso salutando la schiera di giovani volti sugli schermi davanti a lui. La moderatrice, la signora Weenee Ng del Centro Buddista Tibetano di Singapore, gli ha dato il benvenuto, comunicandogli che, l’attendono on line più di 700 giovani del Sudest asiatico, insieme a tre illustri ospiti: Kishore Mahbubani, Distinguished Fellow dell’Asia Research Institute di Singapore; il Prof. Imtiaz Ahmed Shaukat Yusuf, Vice Preside dell’Università Islamica Internazionale della Malesia e il Professor Kamar Oniah Kamaruzaman, autore e docente dell’Università Islamica Internazionale della Malesia. “L’epidemia del coronavirus ha portato un cambiamento nel mondo e ha dato origine ad ansia e paura”, ha osservato la sig.ra Ng mentre introduceva il dialogo. “Molte persone devono affrontare la disoccupazione. Il mondo è diventato più complesso e più interdipendente. Oggi, più di 700 giovani provenienti da otto paesi del Sudest asiatico partecipano a questo dialogo virtuale. Speriamo di potervi porre diverse domande, ma prima vorremmo chiedervi: “Qual è il vostro consiglio per i giovani di oggi?

“Grazie, apprezzo gli sforzi di tutti gli organizzatori per aver creato questa opportunità”, ha risposto Sua Santità. “Prima di tutto, vorrei condividere con voi l’idea che come esseri umani, tutti e sette i miliardi di noi siamo uguali. Da un punto di vista buddista, tutti gli esseri senzienti sono uguali in quanto tutti vogliono essere felici ed evitare la sofferenza. Gli esseri umani sono intelligenti, ma quando la nostra intelligenza si combina con emozioni distruttive, i risultati possono essere distruttivi. Noi sviluppiamo la scienza e la tecnologia, ma le dedichiamo alla guerra e alla distruzione, creando armi sempre più temibili. Altri animali non possono farlo.

“Quando i nostri meravigliosi cervelli sono sotto il controllo di emozioni distruttive, creiamo problemi a noi stessi. Pertanto, poiché abbiamo anche la capacità di ridurli, abbiamo la responsabilità di affrontare questi problemi.

“Alcuni scienziati dicono che la natura umana di base è compassionevole. Siamo animali sociali. Abbiamo un senso della comunità. Fin dalla nascita abbiamo familiarità con l’idea di essere preoccupati per gli altri e, coltivare attivamente l’altruismo, ci dà energia.

“Il primo di molti dei miei impegni è quello di incoraggiare le altre persone ad apprezzare che fa parte della nostra natura essere altruisti ed a preoccuparsi per gli altri. Nel mondo di oggi ci sono troppe divisioni. Pensare agli altri in termini di “noi” e “loro” è troppo usuale e porta a conflitti. Dobbiamo costantemente ricordare a noi stessi l’unicità dell’umanità. Se lo facessimo, non ci sarebbero basi per ostilità o per spargimenti di sangue.

“Immaginate di perdervi in qualche luogo remoto e di vedere all’improvviso qualcuno che viene verso di voi all’orizzonte. Non vi importerebbe della loro razza, nazionalità o fede religiosa, saresti semplicemente colmo della gioia di incontrare un altro essere umano”. Fondamentalmente noi esseri umani siamo gli stessi. Siamo nati nello stesso modo e moriamo nello stesso modo. Dobbiamo ricordarci dell’unicità che ci unisce. Ricordarla agli altri, è il mio primo impegno.

“In secondo luogo, mi impegno a promuovere l’armonia interreligiosa. Le nostre tradizioni religiose si sono evolute nel corso di migliaia di anni. Tutte trasmettono un messaggio d’amore e di perdono. Hanno punti di vista filosofici diversi. Alcune credono in un dio creatore; altre sottolineano la nostra responsabilità per la nostra condizione. Gli scienziati descrivono i primi organismi che emergono dal mare ed un processo di evoluzione che alla fine dà origine al meraviglioso cervello umano.

“Poiché le religioni condividono un messaggio comune sull’importanza dell’amore, da ciò ne può scaturire l’armonia interreligiosa. In India possiamo vedere convivere fianco a fianco tutte le principali tradizioni religiose del mondo. La seconda nazione più popolata del mondo è un esempio vivente del fatto che l’armonia interreligiosa è possibile.

“In terzo luogo, in quanto Tibetano, son un qualcuno in cui il popolo Tibetano ripone la sua speranza e la sua fiducia. Per quanto riguarda il Tibet, una delle mie principali preoccupazioni è la conservazione della lingua tibetana. Questa è la lingua in cui abbiamo tradotto più di 300 volumi di letteratura buddista da fonti sanscrite e pali. Abbiamo studiato e meditato sulle conoscenze che contengono. Questa conoscenza, che deriva dalla tradizione di Nalanda che Shantarakshita ha introdotto in Tibet nell’ottavo secolo, la considero una parte preziosa del nostro patrimonio umano. La logica e la filosofia che ne sono la base, non si limitano alla tradizione religiosa, ma possono essere studiate in modo proficuo da un punto di vista oggettivo accademico.

Sono anche preoccupato per l’ambiente naturale del Tibet. Molti dei grandi fiumi dell’Asia sorgono sull’altopiano Tibetano, fornendo un rifornimento idrico cruciale all’India, al Pakistan, al Bangladesh, al Vietnam, alla Cina e così via. In questo momento, in cui il riscaldamento globale sta diventando sempre più grave, è molto importante che l’ecologia del Tibet sia protetta”.

Ricordando che le conoscenze mantenute in vita in Tibet hanno avuto origine nell’antica India, Sua Santità ha descritto un ulteriore impegno affinché l’India moderna si dimostri interessata. Ha sottolineato che la sua preoccupazione non è tanto per il nirvana o favorevoli vite future, quanto per la capacità dei giovani indiani di addestrare ed affinare la loro mente qui ed ora.

Ha quindi fatto una digressione per lodare le antiche tradizioni indiane di ahimsa e karuna. Ha sottolineato il ruolo cruciale che la non violenza può giocare nel mondo doggi.

Sua Santità ha espresso la sua convinzione che in India, l’antica conoscenza indiana del funzionamento della mente e delle emozioni può essere combinata con i benefici dello sviluppo materiale.

“Giovani fratelli e sorelle, pensate a questi miei quattro impegni e, se vi sembrano utili, condivideteli con altri giovani”. Nel mondo d’oggi troppe persone hanno a cuore solo obiettivi materialistici. Perseguono il piacere sensoriale, ma trascurano di conoscere la loro coscienza mentale di fondo. Prestando più attenzione ai valori interiori, otterremo una maggiore tranquillità”.

La prima domanda è venuta dalla Thailandia, ed era sulla compassione per noi stessi e per gli altri.

“Quando nasciamo, nostra madre ci mostra compassione. Questa è una risposta naturale che non ha nulla a che vedere con la pratica spirituale”, ha risposto Sua Santità. “Senza questa gentilezza non sopravviveremmo. Così, la nostra vita inizia con un’esperienza di gentilezza e compassione. Quando stiamo morendo, essere circondati da oro e gioielli non è di alcun conforto, ma avere una famiglia e amici premurosi intorno a noi ci mette a nostro agio. Ecco quanto può essere importante la compassione”.

Una domanda da Hong Kong è riguardo a come i giovani dovrebbero affrontare il bullismo mentale su Internet che li porta ad autolesionismo o a tentare il suicidio. Sua Santità risponde che, come esseri umani siamo intelligenti e possiamo valutare e scegliere cosa prendere sul serio. Anche il Buddha consigliò ai suoi seguaci: “Come il saggio prova l’oro bruciandolo, tagliandolo e strofinandolo, così voi, bhikshus, dovreste accettare le mie parole solo dopo averle verificate, e non solo per rispetto nei miei confronti”. Sua Santità ha ribadito che come buddista, seguace della Tradizione di Nalanda, trova molto utile chiedersi sempre: “Perché?

Sua Santità ha raccomandato ai giovani di usare la loro intelligenza per indagare sulle situazioni in cui si trovano. In questo modo potranno essere sicuri di trovare la strada giusta da percorrere.

“Ho 85 anni”, ha detto. “A 14 o 15 anni ho perso la mia libertà”. A 24 anni ho perso il mio Paese”. Dal 1959, il Tibet è pieno di sofferenza, ma quando si presentano situazioni difficili, ci penso attentamente prima di decidere cosa fare, quindi non ho rimpianti. Il Tibet e l’India hanno stretti legami con il passato e oggi l’India è un Paese democratico, quindi per 60 anni ho goduto della libertà che ho trovato qui”.

Spiegando di essere attualmente disoccupato, un giovane malese ha chiesto se ciò è dovuto ad un karma negativo. Sua Santità gli ha risposto che è giovane e che ha un lungo futuro davanti a sé. Non c’è bisogno di perdere la speranza. Le difficoltà si superano più facilmente se si mantiene la fiducia in se stessi.

Quando una giovane donna di Singapore gli ha posto una domanda sull’importanza della religione per le persone della sua generazione, ora e nel prossimo futuro, Sua Santità gli ha risposto che professare o meno una religione, se si sorride, le altre persone sono felici. L’importante è avere un buon cuore. Ha suggerito che le persone della sua generazione hanno l’opportunità di compensare le carenze dell’educazione moderna sviluppando i valori interiori ed imparando ad affrontare le emozioni distruttive e a trovare la pace della mente.

Ricordando per tutti noi la realtà della morte, una giovane vietnamita gli ha chiesto come possiamo superare la paura della morte. Sua Santità le ha ricordato che anche il Buddha è morto, così come tutti gli studiosi ed i santi che sono venuti dopo di lui. Tutti dobbiamo morire, l’importante è condurre una vita significativa finché siamo vivi. Anche se la prossima settimana morirai, ha osservato, se nel frattempo sarai in grado di condividere con i tuoi amici dei valori umani più profondi, quando morirai, potrai farlo senza rimpianti.

Sua Santità ha detto ad una giovane indonesiana, che voleva saperne di più sulla coltivazione della felicità interiore, che l’educazione moderna esistente non ha molto da dire sulla mente e sui modi per trovare la pace interiore. Le ha quindi raccomandato di combinare i benefici dello sviluppo materiale con la comprensione del funzionamento della mente. Quando siamo fisicamente malati, ha detto, applichiamo un rimedio appropriato. Trovare la pace della mente significa imparare a capire il funzionamento della mente e delle emozioni.

“Noi asiatici – ha detto – abbiamo la tradizione di praticare la meditazione, sia la concentrazione univoca che la meditazione analitica”. Se si è in grado di meditare puramente sulla mente, senza distrazioni sensoriali, può essere molto efficace. La concentrazione univoca ci dà la forza mentale che possiamo poi applicare alla meditazione analitica.

“La fisica quantistica distingue tra apparenza e realtà. La maggior parte delle nostre emozioni si concentra sulle apparenze, così possiamo affrontare le emozioni distruttive scavando più a fondo nella realtà. Quando ci si rende conto che tutte le cose materiali sono costituite da particelle, si minano le basi dell’attaccamento. Il concetto di ‘shunyata’ o vacuità, come è spiegato dalla fisica quantistica, è che nulla esiste così come appare”.

Una giovane donna di Singapore ha sollevato la questione della promozione dell’armonia sociale in opposizione all’estremismo religioso. Sua Santità ha ripetuto che è un peccato che i sistemi educativi esistenti si concentrino principalmente sullo sviluppo materiale. Essi forniscono poche opportunità per imparare a conoscere la mente. In un momento in cui le differenze di razza, nazionalità e fede religiosa vengono alla ribalta, la religione può diventare una causa di divisione. Anche all’interno del buddismo, ha osservato, facciamo distinzioni tra la tradizione pali e quella sanscrita, tra la via del sutra e del tantra, i monaci dal cappello giallo da quelli dal cappello rosso, sulla base di ciò ci aggrappiamo alla “mia fede” e alla “mia religione”. Ha sottolineato che a volte le differenze religiose vengono manipolate per motivi politici da coloro che sono al potere. La soluzione è concentrarsi sull’unicità od unitarietà dell’umanità e ricordare a noi stessi che la pratica religiosa è una questione di scelta personale.

“Siamo tutti fratelli e sorelle umani – ha ribadito Sua Santità – dobbiamo vivere insieme. I contatti personali sono molto importanti. Nel Ladakh, per esempio, musulmani, buddisti e cristiani vivono in amicizia tra loro. Nel mondo arabo, dove quasi tutti sono musulmani, c’è meno familiarità con persone di altre fedi. Su mio suggerimento i miei amici del Ladakh hanno convocato una conferenza con dei musulmani a Delhi e dei rappresentanti sono venuti dall’Iran. Sarebbe bene che questo incontro diventasse un evento annuale”.

Sua Santità ha spiegato ad un giovane indonesiano che tutti amano se stessi, quindi tutti siamo in qualche modo egoisti. Tuttavia, ogni individuo dipende dalla propria comunità, quindi il modo migliore per prendersi cura di sè stessi è quello di prendersi cura degli altri. I contadini si prendono cura della loro terra, non per sentimenti, ma perché da essa dipende il loro sostentamento. Qualunque sia la felicità che proviamo, dipende anche dagli altri.

Ad un giovane di Singapore, che voleva sapere i benefici dello studio del buddismo anche se non si è buddisti, ha risposto che è possibile utilizzare la logica e la psicologia della Tradizione di Nalanda a livello intellettuale. Per esempio, i suoi metodi possono essere usati semplicemente per affinare la mente.

Sua Santità ha risposto alla domanda di un altro Malese sottolineando che la nostra mente e le nostre emozioni non sono prodotte da una macchina. L’educazione dovrebbe fornire una comprensione del mondo interiore della nostra mente e delle emozioni.

“In precedenza, gli scienziati consideravano importanti solo le funzioni del cervello”, ha dichiarato Sua Santità, “ma alla fine del XX secolo molti hanno cominciato a riconoscere che c’era qualcosa di più. Il neuroscienziato Richie Davidson ha intrapreso esperimenti che hanno dimostrato che nel cervello di persone con esperienza di meditazione si possono osservare degli effettivii cambiamenti. La scoperta della neuroplasticità cerebrale rivela che l’allenamento della mente ha effetti sui cambiamenti nel cervello. Di conseguenza, sempre più persone stanno ora prestando attenzione al vasto argomento della mente.

“La meditazione può aiutarci a imparare ad usare la mente. Possiamo imparare a concentrarci su diversi argomenti per analizzarli, il che può essere molto potente. Le emozioni distruttive si fondano sull’ignoranza, quindi l’acquisizione di una comprensione più profonda della realtà può aiutarci a contrastarle. Potrebbe essere utile introdurre la pratica della meditazione a scuola, perché una migliore concentrazione ed analisi sono molto utili.

“Mi impegno ogni giorno nella meditazione analitica e trovo questa mia esperienza molto efficace. Per esempio, leggo ogni giorno dalla “Saggezza fondamentale della via di mezzo” di Nagarjuna e trovo molto utile riflettere su ciò che ho letto. Ho iniziato i miei studi all’età di sette o otto anni, memorizzando i testi classici. Ora ho 85 anni, ma leggo ancora e studio ogni volta che posso. Quello che bisogna fare è leggere, riflettere su ciò che abbiamo letto fino a quando non l’abbiamo capito veramente e poi familiarizzarci con ciò che abbiamo capito fino a quando non ne abbiamo fatto una solida esperienza.

“Pensare per molti anni a come nulla esista in modo indipendente e riflettere con perseveranza sull’altruismo hanno trasformato la mia mente”.

Quando uno degli insegnanti ha suggerito che c’è poca comprensione reciproca tra le tradizioni religiose, Sua Santità ha raccomandato di creare occasioni di discussione tra i loro rappresentanti. Un altro insegnante ha osservato che siamo tecnicamente in grado di eliminare la povertà ed ha chiesto perché non lo facciamo. Sua Santità ha risposto che il divario tra ricchi e poveri è molto grave. C’è povertà in Africa, ma anche in India ci sono ricchi milionari, mentre molte altre persone sono molto povere. Egli ha consigliato che coloro che stanno meglio dovrebbero dare aiuto, fornendo strutture ed opportunità alle persone povere per migliorare la loro sorte.

Sua Santità ha elogiato la finalità socialista di una maggiore uguaglianza, ma ha osservato ironicamente che, sebbene la Cina sia nominalmente un sistema socialista, il divario tra ricchi e poveri è enorme.

Infine, una giovane donna Malese ha chiesto quale ruolo possono svolgere i giovani nel rendere il mondo un luogo più felice. Sua Santità ha risposto che, nonostante le inadeguatezze dei sistemi educativi esistenti, i giovani possono prestare maggiore attenzione ai valori interiori ed ai metodi per affrontare le emozioni distruttive con l’obiettivo di raggiungere una maggiore tranquillità.

La moderatrice, la signora Weenee Ng, ha ringraziato Sua Santità e gli ha chiesto di rimanere in salute. Sua Santità ha risposto che come praticante buddista ha dedicato il suo corpo, la parola e la mente a beneficiare gli altri, quindi è sempre pronto ad aiutare. “Ora, la tecnologia mi permette, pur rimanendo dove sono, di condividere con voi la mia esperienza”. Grazie. Ci vedremo presto”. 

http://it.dalailama.com/news/2020/dialogo-con-i-giovani-del-sud-est-asiatico Revisione del Dott. Luciano Villa del Centro Studi Tibetani Sangye Cioeling, il cui nome è stato conferito da Sua Santità il Dalai Lama. 


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