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Sua Santità il Dalai Lama presenta un volume sulla mente
Novembre 15th, 2020 by admin

Sua Santità il Dalai Lama esibisce una copia di “Science and Philosophy in the Indian Buddhist Classics, Vol. 2 – The Mind” dalla sua residenza a Dharamsala, HP, India, il 13 novembre , 2020. Foto del Ven Tenzin Jamphel

13 novembre 2020. Thekchen Chöling, Dharamsala, HP, India – Daniel Aitken, CEO di Wisdom Publications, ha aperto oggi i lavori di presentazione della traduzione inglese del secondo volume della serie “Science and Philosophy in the Indian Buddhist Classics” augurando il “Buongiorno” a Sua Santità il Dalai Lama, ringraziandolo di essersi unito all’incontro virtuale al quale partecipano anche il curatore della collana Thupten Jinpa, i traduttori di questo volume Dechen Rochard e John Dunne, nonché i traduttori di altri volumi, Ian Coghlan e Donald Lopez.

Aitken ha descritto la pubblicazione di questa serie come un progetto ambizioso. Ha osservato che i tibetani sono i custodi della tradizione di Nalanda che, attraverso questa collana editoriale, fa ritorno all’India e si offre al mondo intero. Dichiarando che Wisdom Publications è onorata di rendere disponibili questi libri, ne porge a Sua Santità la prima copia avvolta in una sciarpa di seta bianca.

Aitken ha quindi invitato John Dunne a parlare dei sui saggi d’introduzione ad ogni capitolo del libro. “Questo volume sulla mente”, ha spiegato Dunne da Madison, Wisconsin, “è importante perché il buddismo offre delle spiegazioni sul modo in cui funziona la mente, di cui la scienza moderna è carente. Per rendere questo volume accessibile ai lettori in Occidente abbiamo pensato che fossero necessari dei saggi introduttivi.

I contributi buddisti sulla mente sono motivati da un obiettivo generale di alleviare la sofferenza. Inoltre, le teorie buddiste forniscono una spiegazione della cognizione o conoscenza che, a differenza dei primi modelli occidentali, non presume che ci sia un unico “sé” autonomo e controllante che è l’agente di quelle cognizioni. Ho scritto questi saggi tenendo conto di tali differenze e cercando di costruire ponti tra la scienza buddista e la scienza moderna.

Nella scienza cognitiva occidentale c’è una distinzione tra coscienza fenomenica e coscienza di accesso od accesso alla consapevolezza, e questo si riflette nelle categorie buddiste come le cinque funzioni mentali con un oggetto determinato o la distinzione tra il concettuale e il non concettuale.

Speriamo di aiutare i lettori ad apprezzare ciò che la tradizione di Nalanda apporta allo studio della mente. Cerchiamo di evidenziare le aree di vantaggio. Tra scienziati e clinici, c’è un grande interesse per gli effetti di pratiche contemplative come “shamatha” e la meditazione consapevole sulla mente e sul corpo. Questi saggi cercano di rispondere a cosa succede quando meditiamo? Quali sono le teorie? Ed anche come opera la meditazione.”

Daniel Aitken ha osservato che questa serie di libri è unica, anche da una prospettiva buddista. Ha chiesto a Sua Santità se poteva parlare delle sue motivazioni in quanto ne ha avviato la loro compilazione.

“Rispetto tutte le principali tradizioni religiose”, ha risposto Sua Santità. “Nonostante le varie differenze filosofiche tra loro, trasmettono tutte un messaggio di amore, tolleranza, perdono ed autodisciplina. Da una prospettiva buddista, le religioni sono una creazione umana e si concentrano sulle buone qualità umane, come la compassione ed il perdono. Queste sono qualità che contribuiscono a farci vivere una vita felice.

Ci sono differenze tra le tradizione anche all’interno del buddismo. Tuttavia, in generale, è un errore pensare in termini di “mia religione” e “loro religione”. Ed è particolarmente disdicevole combattere in nome della religione. Pertanto, dobbiamo promuovere l’armonia interreligiosa.

“Per quanto riguarda il buddismo, così il Buddha consigliò ai suoi seguaci: “Come il saggio prova l’oro bruciandolo, tagliandolo e strofinandolo, così, o bhikshu, dovresti accettare le mie parole – solo dopo averle testate, e non solo per rispetto di me.” Sebbene la tradizione pali si basi sulla fede nelle parole del Buddha, la tradizione di Nalanda, che era un centro di apprendimento, ha adottato un approccio logico e ragionato. Questi studiosi hanno sottoposto anche le parole del Buddha ad un esame ragionato.

“Nella sua ‘Saggezza fondamentale della Via di Mezzo’ https://www.sangye.it/altro/?p=9194 Nagarjuna affermava che tutti gli insegnamenti del Buddha dovrebbero essere visti nel quadro delle due verità: verità convenzionale e verità ultima. Al centro di questo approccio c’è la comprensione della natura della realtà. Il Buddha non ha creato la distinzione tra verità convenzionale e verità ultima, sono parte della realtà. E l’enfasi nel buddismo è sulla comprensione della natura della realtà. La verità convenzionale si basa sulla nostra percezione della realtà a livello delle apparenze. C’è una disparità tra le apparenze ed il modo in cui stanno le cose. La verità ultima riguarda il modo in cui stanno le cose in un senso ultimo.

Elaborando le due verità, il Buddha spiegò le Quattro Nobili Verità https://www.sangye.it/altro/?p=3785 a cominciare dalla verità della sofferenza e dalla sua origine. Quindi, quando guardi alla sofferenza ci sono tre livelli. La prima è l’evidente sofferenza di cui anche gli animali sono consapevoli. Poi c’è la sofferenza del cambiamento, che la maggior parte degli esseri umani confonde col piacere. Alla base di entrambi c’è la sofferenza fondamentale che deriva dal condizionamento pervasivo. La sofferenza viene dalle cause, quindi se non vogliamo incontrare la sofferenza, dobbiamo trovare quelle cause ed eliminarle.

Nagarjuna afferma che le due cause principali della sofferenza sono l’attività karmica e le afflizioni mentali. La liberazione avviene quando c’è la cessazione di questi due. Il karma nasce dalle afflizioni mentali e queste, a loro volta, derivano da elaborazioni concettuali, che sono sostenute dall’ignoranza. L’ignoranza si vince comprendendo la natura della realtà.

Una volta compreso che è possibile superare queste cause di sofferenza si sviluppa l’entusiasmo di seguire il percorso della pratica. L’eliminazione delle emozioni negative non avverrà attraverso la fede e la preghiera, ma allenando la mente. Per seguire il percorso, devi conoscere la mente. Per chiarire la mente e superare le emozioni negative, devi conoscere la natura della mente. Un testo dice: la natura principale della mente è la chiara luce.

Ci sono diversi livelli di mente ed emozioni. Le emozioni distruttive si verificano ad un livello mentale grossolano a causa di determinati fattori. Ci sono livelli mentali più sottili che sperimentiamo durante la meditazione o nel sonno profondo. Il livello più sottile della mente si manifesta al momento della morte, al culmine della dissoluzione di tutti i processi del pensiero concettuale. A quel punto, la mente di chiara luce si manifesta libera da ogni afflizione: chiara e pura.

“È importante investigare la mente ed i diversi livelli di coscienza, perché anche le persone comuni sperimentano il livello mentale più intimo e sottile: la mente primordiale della chiara luce, al momento della morte.

Se guardi alle risorse che troviamo nel buddismo, l’enfasi principale è sulla comprensione della natura della realtà. Come ho detto prima, la fonte fondamentale dei nostri problemi è l’ignoranza della natura della realtà, che dà origine alle afflizioni mentali. Dobbiamo porre fine al meccanismo che dà origine alle afflizioni mentali che sono radicate nell’ignoranza. Una tecnica che vediamo nel buddismo, che culmina nel più alto yoga tantra, è indicata nel terzo ciclo degli insegnamenti del Buddha e sottolinea la chiara luce soggettiva.

Ci sono livelli progressivi di coscienza nel Vajrayana. Utilizzando tecniche come il “pranayama”, concentrandosi sul respiro, è possibile portare la coscienza al suo stato più sottile. Questo è un modo per avvicinarsi alla pura luminosità o alla mera chiarezza e consapevolezza.

Un altro approccio è stato rivelato nella seconda serie di insegnamenti che trattavano della perfezione della saggezza. Nagarjuna https://www.sangye.it/altro/?p=10906 e Aryadeva https://www.sangye.it/altro/?p=10173 hanno elaborato questo aspetto nei loro scritti. Il punto che sottolineano è che, alla base della nostra percezione della realtà, c’è un malinteso fondamentale di una realtà duratura. Questo serve come base per creare l’intero edificio della nostra visione ingenua della realtà, che dà origine alla nostra relazione emotiva col mondo. Quindi, l’obiettivo qui è quello di ottenere la nostra giusta comprensione della realtà. Dobbiamo analizzare e decostruire diversi strati di ignoranza. Dobbiamo renderci conto che il modo in cui il mondo ci appare non è il modo in cui esiste. Aryadeva commenta che l’ignoranza pervade le nostre afflizioni mentali nel modo in cui la nostra facoltà fisica pervade tutti gli altri nostri sensi.

Il modo in cui possiamo superare l’ignoranza è comprendere la vacuità in termini di origine dipendente. Dobbiamo affinare la nostra comprensione del mondo oggettivo comprendendo l’insegnamento sulla vacuità e riducendo progressivamente la nostra dipendenza da livelli mentali grossolani. Entrambi gli approcci si basano sulla comprensione della natura della realtà.

Sia la liberazione che il ciclo dell’esistenza sono funzioni della mente. La tradizione indiana, e in particolare la tradizione buddista, enfatizzano la comprensione della natura della mente, non necessariamente in termini di pratica religiosa, ma nella comprensione della natura della realtà.

La scienza moderna va nel profondo riguardo al mondo fisico, ma, quando si tratta di comprendere la mente, la tradizione indiana e buddista hanno molto da offrire: non solo teorie sulla mente, ma anche tecniche per addestrarla. Queste includono come sviluppare una mente focalizzata e un’acuta facoltà critica (“shamatha” e “vipashyana”). Questi sono due tipi fondamentali di pratica: uno calmo e concentrato e l’altro analitico e discorsivo. Di conseguenza, gli scienziati trovano il dialogo con i buddisti arricchente e benefico.

I neuroscienziati mettono in correlazione la mente col cervello, ma fanno poca distinzione tra modalità sensoriali e mentali, di cui la tradizione indiana tratta in dettaglio.

Fino alla fine del XX secolo le persone in Occidente prestavano poca attenzione alla mente. Quando usavano la parola mente, pensavano solo al cervello. Tuttavia, ultimamente, sono venuti alla luce casi di persone, meditatori spesso esperti, che sono clinicamente morti ma i cui corpi rimangono freschi. La scienza non è in grado di spiegare questo fenomeno. Inoltre, ci sono casi di bambini piccoli con ricordi chiari delle loro vite passate. A poco a poco gli scienziati stanno arrivando ad accettare che c’è qualcosa che influenza il cervello, e lo chiamiamo mente”.

Sua Santità ha parlato della letteratura buddista e di come i suoi contenuti possono essere classificati in tre categorie: scienza, filosofia e religione. Ha detto d’aver chiesto a stimati studiosi di esprimere le loro argomentazioni a partire da queste fonti, in relazione alla scienza, soprattutto in rpporto alla mente ed alla filosofia. Ed è stato informato che gli scienziati cinesi, che hanno letto la traduzione del primo volume, sono rimasti sorpresi dall’approccio scientifico adottato dalla tradizione buddista tibetana. Ha confermato che le spiegazioni scientifiche e filosofiche possono essere derivate da testi religiosi, ma possono essere esaminate in un contesto accademico oggettivo.

Quando Daniel Aitken ha chiesto se Sua Santità vedeva nel mondo un beneficio dei libri diverso dal contributo alla conoscenza scientifica, ha richiamato l’attenzione sulla necessità per le persone comuni di sviluppare un senso di igiene emotiva. Sebbene tutti vogliano essere sani e felici, generalmente non sanno come raggiungere la tranquillità. Ha dichiarato che è tempo che le persone prestino attenzione non solo alla loro salute fisica, ma anche al loro benessere mentale.

Ha suggerito che la scienza può anche esaminare come sviluppare la pace della mente nella vita quotidiana. Ha fornito l’esempio dell’osservazione di Shantideva nella sua “Guida allo stile di vita del Bodhisattva” https://www.sangye.it/altro/?cat=15 che quando si tratta di coltivare la pazienza, il nostro avversario è il nostro miglior insegnante e dovremmo esserglene grati. Ha sottolineato che nella nostra mente etichettiamo le persone come amici o nemici e che, se siamo in grado di provare gratitudine ad un nemico, questo preserva la nostra tranquillità. Ha aggiunto che questi giudizi sono anche legati al riconoscimento che le cose non esistono nel modo in cui ci appaiono. Poiché tali pensieri aiutano a ridurre la rabbia e l’attaccamento, Sua Santità ha concluso che non sta propagando il buddismo, ma semplice la pace mentale.

Aitken ha invitato Dechen Rochard a parlare della sua esperienza nella traduzione di questo libro. Egli ha iniziato ringraziando Sua Santità per avergli offerto l’opportunità di onorarlo come traduttore. “Tradurre è di solito un’attività solitaria”, ha continuato, “ma mi sono trovata a lavorare con fiducia e rispetto reciproco con quattro Geshé, Thupten Jinpa, Ian Coghlan e John Dunne.

Il testo contiene una vasta gamma di materiali diversi e complessi ed è stata una sfida renderlo accessibile ai lettori in inglese. La costruzione di ponti è un progetto a lungo termine. Questo libro fa parte della fondazione.

Lavorare a questo progetto mi ha fatto conoscere la letteratura buddista indiana, che, per capirla, richiede di approfondirla. Così la mia comprensione si è arricchita, grazie. “

Aitken ha invitato Thupten Jinpa a spiegare l’importanza della collana. “Santità, colleghi e amici”, ha esordito Thupten Jinpa, “sono profondamente onorato di far parte della presentazione odierna del secondo volume di Scienza e Filosofia nei Classici Buddisti Indiani. Una cosa che vorrei sottolineare è la natura altamente ambiziosa della serie. Ciò che Sua Santità ha concepito e creato qui è veramente innovativo nei 2500 anni di storia del pensiero buddista. La serie offre al resto del mondo le intuizioni, la conoscenza e la saggezza dei grandi maestri indiani di Nalanda.

Noi tibetani siamo orgogliosi di essere custodi della tradizione di Nalanda. Attingendo all’Abhidharmakoshakarika, hanno sviluppato una mappa della mente ed elaborato la struttura della nostra esperienza mentale. L’epistemologia di Dignaga, Dharmakirti e così via analizza la natura della coscienza. I testi Vajrayana, in particolare quelli relativi al più alto tantra yoga, presentano una visione unica in cui mente e corpo sono considerati in termini di energia e consapevolezza. In aggiunta a questo, la tradizione Yogachara fornisce tecniche meditative per trasformare la mente. Come ha osservato John Dunne, questo volume sarà di particolare interesse per i neuroscienziati.

“In qualità di editore della serie, vorrei ringraziare Dechen Rochard per la sua traduzione, John Dunne per i suoi saggi introduttivi, l’editore di Wisdom Daniel Aitken, il redattore senior David Kittelstrom e la sua collega Mary Petrusewicz, per la loro dedica. Devo anche ringraziare i quattro studiosi monastici – Geshé Jangchup Sangyé, Abate di Ganden Shartse, Geshé Ngawang Sangyé del Drepung Loseling College, Geshé Chilsa Drungchen Rinpoché del Ganden Jangtsé College e Geshé Lobsang Konchok di Drepung Gomang College, che hanno lavorato per molti anni alla preparazione dei manoscritti tibetani originali della serie. È stato davvero una fonte di profondo onore per me essere in grado di svolgere un ruolo nel rendere una realtà questa importante visione di Sua Santità “.

Quando Daniel Aitken gli ha chiesto delle sue speranze e della sua visione della collana editoriale, Sua Santità ha risposto che nei tempi moderni c’è stato un grande sviluppo materiale, ma è stata prestata meno attenzione al nostro mondo interiore. “Affrontiamo problemi che non vogliamo, eppure sono di nostra creazione. Dobbiamo trovare modi per mantenere la nostra mente pacifica. Quindi, è utile per noi sapere come funziona la nostra mente e le nostre emozioni. Nella mia esperienza, i consigli contenuti nella “Guida allo stile di vita del Bodhisattva” di Shantideva, nella “Saggezza fondamentale” di Nagarjuna e nei “400 versi” di Aryadeva mi hanno aiutato a mantenere la mia tranquillità. Quindi, credo che questa conoscenza possa essere di beneficio a molti altri fratelli e sorelle componenti dell’umani.

Aitken ancora una volta ha ringraziato Sua Santità, aggiungendo che è stato un onore prendere parte a questo lavoro. Sua Santità ha preso una copia del secondo volume della serie ed ha posato con esso davanti allo schermo mostrando i volti dei vari collaboratori.

Ha aggiunto alcune parole finali di apprezzamento per il lavoro svolto dai traduttori nella traduzione dei due libri finora pubblicati. Ha sottolineato l’importanza di intraprendere questo lavoro con una motivazione positiva a beneficio degli altri, piuttosto che per ottenere semplicemente un guadagno finanziario. Ha concluso recitando dei versi dalla “Guida” di Shantideva:

Tutti coloro che soffrono nel mondo lo fanno per il desiderio della propria felicità.

Tutti coloro che sono felici nel mondo lo sono in quanto desiderano la felicità altrui. 8/129

Perché dire di più? Osserva questa distinzione: tra gli stolti che desiderano il proprio vantaggio ed il saggio che agisce a vantaggio degli altri. 8/130

Procedendo in questo modo di felicità in felicità, quale persona intelligente si dispererebbe, dopo essere salita sulla carrozza, la Mente del Risveglio, che dissipa ogni preoccupazione e difficoltà? 7/30

Traduzione da https://www.sangye.it/dalailamanews/?p=14441 del Dott. Luciano Villa del Centro Studi Tibetani Sangye Cioeling di Sondrio, il cui nome è stato conferito da Sua Santità il Dalai Lama. http://it.dalailama.com/videos/scienza-e-filosofia-nei-classici-buddisti-indiani-volume-2-la-mente-lancio-del-libro, https://www.dalailama.com/videos/science-and-philosophy-in-the-indian-buddhist-classics-volume-2-the-mind-book-launch,


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