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Sua Santità il Dalai Lama: “Creare un mondo più felice”
Agosto 4th, 2021 by admin

Sua Santità il Dalai Lama: “Nel nostro mondo interdipendente dobbiamo pensare all’unità dell’umanità. Dobbiamo considerare la comunità nel senso più ampio, perché dobbiamo vivere insieme. Per questo dobbiamo cercare di educare gli altri ad apprezzare che l’umanità è una sola famiglia.”

28 luglio 2021. Thekchen Chöling, Dharamsala, HP, India – Lord Richard Layard, professore alla London School of Economics e fondatore di “Action for Happiness” o “Azione per la felicità”, ha accolto questa mattina Sua Santità il Dalai Lama durante una conversazione sul tema: “Creare un mondo più felice” ed ha annunciato che oggi ricorre il decimo anniversario della fondazione di “Action for Happiness”, un’organizzazione a cui Sua Santità aveva aderito ancor prima che fosse costituita, ed ha ricordato a Sua Santità che avevano condiviso insieme una piattaforma a Zurigo per discutere di etica laica e, quando gli spiegò i suoi piani per “Action for Happiness”, Sua Santità gli disse: “Voglio unirmi”.

Più tardi, ha continuato, al Lyceum Theatre di Londra, Sua Santità lanciò il corso di Action for Happiness, “Exploring What Matters”. Furono effettuate delle verifiche sui partecipanti per valutare quale differenza avesse prodotto la frequenza del corso e ne scaturirono dei risultati positivi, con un significativo aumento della felicità di base. “Ricordo che quando quell’evento a Londra volgeva al termine, un corrispondente della BBC nel backstage le chiese quale preciso elemento avrebbe reso le persone più felici e lei ha immediatamente risposto: “Il buon cuore”. Il che mi fece venire le lacrime agli occhi.”

Al che Layard ha aperto la conversazione chiedendo a Sua Santità come possiamo generare il buon cuore.

“Siamo ben predisposti fin dalla nascita ad essere cordiali e a prenderci cura degli altri”, Sua Santità ha risposto. “La nostra stessa sopravvivenza dipende dagli altri membri della nostra comunità. Dal momento in cui nasciamo dipendiamo dall’affetto di nostra madre. Prendere confidenza con l’essere assistiti da giovani ci prepara a prenderci cura degli altri quando saremo a nostra volta in grado di farlo. Essere di buon cuore e prenderci cura l’uno dell’altro è una cosa naturale da fare.

Il problema è che il nostro sistema educativo esistente è orientato verso obiettivi materialistici, e non tiene conto della nostra necessità di mantenere una mente sana ed un corpo sano. Tuttavia, i bambini a scuola riconoscono di amare le lezioni tenute da insegnanti che sorridono allegramente più di quelle date da maestri la cui espressione è severa e cupa. Anche gli animali comprendono e rispondono positivamente se siamo affettuosi nei loro confronti. I cani scodinzolano ed ho visto degli uccelli mangiare dalle mani di persone che nei loro confronti sono di buon cuore e pacifiche.

Il buon cuore è il fattore chiave per creare una comunità gioiosa ed un mondo più felice, in quanto porta ad un senso di fratellanza e solidarietà. Sono determinato a contribuire alla creazione di una comunità con un senso di unità dell’umanità, una comunità in cui la fede o il colore sono secondari rispetto al fatto che come esseri umani siamo tutti uguali”.

Layard ha osservato che alcune persone sembrano avere il cuore freddo a causa delle esperienze che hanno avuto ed ha chiesto a Sua Santità come avesse mantenuto il suo splendore interiore ed il suo amorevole sorriso di fronte a molte difficoltà.

Tutta la cultura tibetana è focalizzata sul non fare del male”, gli disse, “anche nei confronti degli insetti. Se un bambino cattura un insetto che vola, qualcuno in famiglia gli dirà: “Non ucciderlo”. Siamo buddisti, ma condividiamo con persone di altre religioni l’idea della gentilezza verso le altre creature.

Mia madre è stata molto gentile con me. Da lei ho imparato la compassione. Sono stato scelto come reincarnazione del Dalai Lama e portato a Lhasa, dove ho trovato molto utile ciò che ho imparato sulla compassione e sulla filosofia buddista.

Più tardi sono venuto in India come rifugiato, un paese libero e democratico dove i membri di tutte le grandi religioni del mondo vivevano insieme in pace ed armonia. Sono un ospite del governo indiano e, di conseguenza, sono al sicuro e felice. E considero mia responsabilità condividere con gli altri ciò che ho imparato sulla pace interiore.

Negli ultimi decenni, mi sono impegnato in discussioni con degli scienziati che hanno imparato ad apprezzare l’importanza di trovare la pace mentale. Riconoscono, ad esempio, il contributo offerto dalla tranquillità per una migliore salute fisica e benessere.

“Ho incontrato molti tipi diversi di persone, ma incontrarli non mi rende più consapevole di essere tibetano o buddista, mi fa capire che siamo tutti uguali nell’essere umani”.

Lord Layard voleva conoscere il segreto per intrattenere buoni rapporti.

“Credo che tutti i sette miliardi di esseri umani oggi viventi siano essenzialmente fratelli e sorelle”, ha risposto Sua Santità. “Pensare solo alla “mia nazione”, al “mio popolo”, al “mio gruppo o comunità” è superato. Questo pensiero ristretto porta troppo facilmente a conflitti. Nel nostro mondo interdipendente dobbiamo pensare invece all’unità dell’umanità. Dobbiamo considerare la comunità nel senso più ampio, perché dobbiamo vivere insieme. Per questo dobbiamo cercare di educare gli altri ad apprezzare che l’umanità è una sola famiglia.

Oltre alla nostra interdipendenza, affrontiamo le gravi sfide del cambiamento climatico e del riscaldamento globale che possiamo affrontare solo se agiamo insieme e ci aiutiamo a vicenda.

Siamo animali sociali. Se qualcuno è arrabbiato con te, è importante rimanere affettuosi nei suoi confronti. Il nemico di oggi può diventare l’amico di domani. Se qualcuno si comporta negativamente nei tuoi confronti e lo ricambi con un atteggiamento ostile, non ci sarà fine ai vostri dissidi.

Lord Layard ricordò a Sua Santità che non era il suo lavoro fondare un’organizzazione per promuovere una maggiore felicità. Tuttavia, ha accettato di essere il patrono di “Action for Happiness”. Layard chiese a Sua Santità un messaggio per i soci del movimento. Al che Sua Santità rise e gli disse:

La tua organizzazione si basa sulla coltivazione di un atteggiamento pacifico e di buon cuore nei confronti degli altri. È, allo stesso tempo, meraviglioso e tanto pratico. Mostra che c’è speranza per il futuro. Possiamo creare un mondo più felice ed un’umanità più felice. È meraviglioso. E penso che i tuoi socii abbiano già scoperto che siamo molto più felici quando ci aiutiamo a vicenda”.

Il professor Layard ha affidato al dottor Mark Williamson, il direttore di Action for Happiness, il compito di coordinare le domande per Sua Santità da parte dei membri dell’organizzazione. “È un piacere rivederla”, ha esordito Williamson, “Ho ricordi molto felici del nostro tempo trascorso insieme a Londra nel 2015”. Ha quindi introdotto il primo interrogante che ha chiesto cosa si può fare per i bambini che sono caduti in depressione a causa della pandemia di covid.

Sua Santità ha riconosciuto che la pandemia è stata molto grave in tutto il mondo. E la ricerca medica ha fatto dei grandi passi avanti in tal senso. Ma, per quanto riguarda i bambini, la cosa più importante è rassicurarli con cura ed affetto. Questa rassicurazione porterà loro tranquillità e renderà più facile per loro essere fiduciosi ed ottimisti.

Ad una donna in lutto per la morte del marito ha detto che, sebbene lo avesse perso, aveva ancora il sostegno del resto della comunità e che forse col tempo avrebbe trovato un altro marito.

Sua Santità ha consigliato ad un giovane preoccupato di come rimanere compassionevole e fiducioso di fronte a minacce come il razzismo ed il cambiamento climatico, che è nella natura umana essere di buon cuore. Tuttavia, oltre al buon cuore, dobbiamo usare anche la nostra intelligenza umana. Riconoscere la fratellanza e la sorellanza tra di noi è la base per mantenere una comunità felice.

“Come abbiamo visto di recente nelle inondazioni in Germania, Belgio ed in altre parti d’Europa”, ha osservato Sua Santità, “è meraviglioso che quando le cose sono difficili, le persone si aiutano a vicenda. Agire sulla base del buon cuore e dell’intelligenza è il modo per creare un mondo più sicuro e più felice.

Una donna dal Sudafrica ha chiesto a Sua Santità come coltivare amicizie con altri come la sua con l’arcivescovo Desmond Tutu.

Il fattore chiave”, ha risposto, “è la fiducia ed il rispetto reciproco. Apparteniamo a tradizioni diverse, ma siamo entrambi esseri umani che praticano l’amorevole gentilezza ed il perdono. Le differenze tra noi sono secondarie. Amo molto il vescovo Tutu. Ci fu un’occasione in cui cantò le mie lodi e concluse dicendo con un sorriso: “Purtroppo questa persona non è cristiana”. L’importante è che ci consideriamo fratelli perché siamo entrambi umani.

Penso a me stesso come ad essere umano come tutti gli altri e, su questa base, considero le molte persone che incontro come amici fidati. Sottolineare che sono buddista o tibetano serve solo a isolarmi dalle altre persone. Il fattore cruciale è che sono solo un essere umano. Quando visito luoghi diversi ed incontro persone con background diversi sorrido loro ed esi rispondono. Questa è una profonda fonte di felicità. Il buon cuore mi porta beneficio e cerco di condividerne l’esperienza con gli altri.

Noi tibetani abbiamo sofferto in tutti i modi, ma, fondamentalmente, non consideriamo i cinesi come nemici perché sono esseri umani proprio come noi”.

A Sua Santità è stato chiesto cosa si può fare per aiutare gli operatori sanitari che sono sovraccarichi ed esausti. Al che ha ammesso che le persone che si dedicano al servizio degli altri possono stancarsi e scoraggiarsi. Devono essere realistici, ha detto. Per essere davvero di aiuto agli altri hanno bisogno di riposare per essere fisicamente e mentalmente freschi. Prendersi cura di sé contribuisce a far sì che possano essere di aiuto a coloro che sono loro affidati.

Una donna che ha recentemente perso suo padre a causa del covid chiedeva dei consigli su come affrontare il dolore. Sua Santità le ha risposto di aver compreso la sua angoscia ed ha menzionato il consiglio di un antico maestro indiano che ha raccomandato di pensare alla sofferenza che affronti e di esaminare se c’è qualcosa che puoi fare per superarla. Se c’è, ecco cosa fare. Non c’è bisogno di lamentarsi. D’altra parte, se non c’è niente da fare, essere tristi non aiuta.

Quando mia madre è morta”, ha ricordato Sua Santità, “ero triste, ma invece di arrabbiarmi, ho pregato per il suo benessere. Sarebbe bello in questi casi pensare a cosa tuo padre avrebbe voluto che tu facessi e che effettivamente lo facessi.

Infine, riguardo a come condurre una vita più felice, Sua Santità ha ribadito che, in passato, le persone avevano meno comprensione dell’importanza della pace mentale o di come raggiungerla. Ora questa conoscenza sta crescendo. Il fattore chiave per la futura generazione, per coloro che oggi sono bambini, da apprezzare è l’importanza del buon cuore unita alla consapevolezza dell’unità dell’umanità. Il pensiero ristretto, focalizzato solo su noi stessi, è obsoleto.

Tutta l’umanità deve imparare a vivere e ad agire come un’unica comunità.

Mark Williamson ha ringraziato coloro che hanno posto domande e ha ringraziato Sua Santità per aver risposto.

“Questo è stato un evento straordinario”, ha dichiarato Lord Layard. “Sei stato la nostra ispirazione nel corso degli anni, Vostra Santità. Grazie per essere stato con noi oggi. Vorrei ringraziare l’Ufficio del Tibet a Londra per aver coordinato l’occasione ed i membri del pubblico per essere stati con noi.

Abbiamo un nuovo motto: più felici, più gentili, insieme. Sua Santità ci hai aiutato in questo. Grazie.”

Traduzione da https://www.sangye.it/dalailamanews/?p=14830 del Dott. Luciano Villa del Centro Studi Tibetani Sangye Cioeling di Sondrio, il cui nome è stato conferito da Sua Santità il Dalai Lama. Guarda il video originale in inglese https://www.dalailama.com/videos/creating-a-happier-world ed il video tradotto in italiano http://it.dalailama.com/videos/creare-un-mondo-pi%C3%B9-felice da Fabrizio Pallotti, che vivamente ringraziamo per la sua gentilezza.


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