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Gli insegnamenti di Sua Santità il Dalai Lama nel giorno dell’Illuminazione del Buddha
Giugno 8th, 2023 by admin

Sua Santità il Dalai Lama in preghiera al termine del suo insegnamento della Saga Dawa presso il tempio principale tibetano a Dharamsala, HP, India, il 4 giugno 2023. Foto di Tenzin Choejor

4 giugno 2023. Thekchen Chöling, Dharamsala, HP, India – Oggi è il giorno della luna piena, il giorno principale, di Saga Dawa, il quarto mese del calendario lunare tibetano, quando i tibetani ricordano la nascita e l’illuminazione del Buddha Shakyamuni. Sua Santità il Dalai Lama ha raggiunto a piedi dalla sua residenza lo Tsuglagkhang, il tempio tibetano principale, per conferire un insegnamento celebrativo. Mentre avanzava al centro del cortile del tempio, si spostava da una parte all’altra per salutare le persone lì riunite.

Raggiunto il tempio, ha salutato un gruppo di monaci Theravada che avevano preso posto alla destra del trono e nella prima fila dei monaci. Dai gradini del trono, Sua Santità ha innalzato le mani giunte per rendere omaggio al Buddha e si è raccolto in silenziosa preghiera. Quindi, mentre prendeva posto, veniva recitato in tibetano il “Sutra del cuore”, seguito da un’offerta del mandala e venivano quindi serviti tè e pane.

Oggi, miei fratelli e sorelle di Dharma”, ha esordito Sua Santità, “è il giorno in cui, noi seguaci del Buddha, ricordiamo il conseguimento dell’illuminazione da parte del Buddha.

Come è detto, ‘I Saggi non lavano via le azioni non salutari con l’acqua, né rimuovono le sofferenze degli esseri con le loro mani. Né trapiantano la propria realizzazione negli altri. È insegnando la verità della vacuità che liberano gli esseri.’

Motivato dalla compassione, l’intenzione del Buddha era di insegnare a condurre gli esseri senzienti fuori dalla sofferenza. Per molti eoni ha pensato di beneficiare gli esseri senzienti ed alla fine ha conseguito l’illuminazione. Ha insegnato che la sofferenza deriva da cause e condizioni. Quelle cause e condizioni non sono correlate ad un agente esterno, come un dio creatore, ma si verificano a causa delle menti indisciplinate degli esseri senzienti. Poiché tendiamo ad essere sopraffatti dall’attaccamento, dalla rabbia e dall’odio, ci impegniamo in azioni e creiamo karma, che dà origine alla sofferenza.

Sebbene le cose siano semplicemente designate e non abbiano un’esistenza oggettiva od indipendente, sembrano esistere dal loro lato e noi ci aggrappiamo a quell’apparenza di esistenza indipendente. Vale a dire, ci aggrappiamo ad una visione distorta.

Per aiutare gli esseri a chiarire questa visione distorta, il Buddha insegnò le Quattro Nobili Verità: che la sofferenza deve essere conosciuta e le sue cause sradicate, la cessazione deve essere attualizzata coltivando il sentiero.

Ha anche insegnato che la sofferenza s’instaura su diversi livelli di sottigliezza: la sofferenza della sofferenza, la sofferenza del cambiamento e la sofferenza esistenziale. Le cause e le condizioni dirette della sofferenza risiedono nelle nostre azioni ed afflizioni mentali. La nostra visione distorta che le cose hanno un’esistenza oggettiva ed indipendente è alla radice delle nostre afflizioni mentali. Il Buddha ha insegnato che, contrariamente a ciò, tutti i fenomeni sono privi di un nucleo od essenza sostanziale: sono privi di esistenza inerente. Capendolo, tutto ciò funziona come unantidoto, e più lo comprendiamo, più le nostre afflizioni mentali si ridurranno.

Sua Santità ha ripreso gli ‘Otto versi per addestrare la mentehttps://www.sangye.it/altro/?p=27, evidenziando che la maggior parte di noi è soggetta all’orgoglio ed all’arroganza, ma questo testo ci sconsiglia di ritenerci migliori o superiori agli altri. La seconda strofa dice: “Ogni volta che sono in compagnia di altri, possa considerarmi inferiore a tutti”. Gli altri esseri umani, ha sottolineato, sono proprio come noi; anche loro hanno dei difetti, ma questo non è un motivo per respingerli o provare disprezzo per loro. Se ti consideri inferiore a tutti gli altri, seminerai il seme delle qualità superiori. L’umiltà porta ad uno status elevato.

La strofa successiva consiglia: “Non lasciarti sopraffare dalle afflizioni mentali”. Il Buddha ed i grandi maestri che vennero dopo di lui mostrarono come superare le emozioni negative.

Dopo che il buddismo giunse in Tibet”, ha osservato Sua Santità, “sono sorte diverse tradizioni, come Sakya, Nyingma, Kagyu e Kadampa seguendo il grande maestro indiano Atisha https://www.sangye.it/altro/?p=11767. I maestri Kadampa erano famosi per la loro umiltà. Uno di loro, l’autore di questi “Otto Versi”, Gheshé Langri Thangpa era conosciuto come Lang-thang dal viso lungo che scoppiava in lacrime per la difficile situazione degli esseri senzienti. La sua pratica della bodhichitta, la mente che si risveglia, era tale da essere completamente determinato nell’aiutare agli altri. Ogni giorno recito questi suoi versi.

Come dice la terza strofa: qualunque cosa tu stia facendo ed ovunque tu sia, quando sorgono emozioni negative od afflizioni mentali, contrastale. Quando gli altri ti criticano o ti insultano, non pensare a ritorsioni: offri loro la vittoria.

La sesta strofa dice che se qualcuno ti fa un grave torto facendoti del male, consideralo un eccellente amico spirituale, e ti esorta a non arrabbiarti con chi ti danneggia, ma di generare invece compassione. Ci sono leader comunisti in Cina che mi criticano e condannano la cultura tibetana, ma agiscono così per ignoranza, miopia e ristrettezza di vedute: per questo provo compassione per loro.

La settima strofa dice: ‘possa io prendere segretamente su di me tutto il loro male ed il loro dolore’ e si riferisce all’impegno discreto nella pratica di dare amore e compassione e di prendere tranquillamente nel tuo cuore le sofferenze altrui. Infine, l’ottava strofa conclude: “Possa io vedere tutte le cose come illusioni e, senza attaccamento, ottenere la libertà dalla schiavitù”.

Sua Santità ha chiesto: “Qual è la causa principale di un Buddha? Bodhichitta, la mente altruistica dell’illuminazione. Sulla base di tale mente, il Buddha accumulò meriti e saggezza per tre innumerevoli eoni. A causa della bodhichitta divenne illuminato. Anche noi dovremmo fare della bodhicitta la nostra pratica principale.

Non appena mi sveglio al mattino, genero bodhichitta, il che spesso mi fa venire le lacrime agli occhi. Il messaggio chiave del Buddha era di coltivare bodhicitta. Il punto non è solo di superare le nostre afflizioni mentali, ma di raggiungere la fine del percorso conseguendo l’illuminazione.

Quando generi bodhicitta, ti senti a tuo agio. La rabbia, l’odio e l‘invidia si placano, di conseguenza puoi essere rilassato e dormire sonni tranquilli. Come persona con fede in Avalokiteshvara, puoi pensarlo nella parte superiore del tuo capo, aspirare a sviluppare qualità come le sue e poi addormentarti pacificamente.

Il Buddha insegnò le Quattro Nobili Verità https://www.sangye.it/altro/?p=3785, la Perfezione della Saggezza https://www.sangye.it/altro/?p=9194 e la natura della mente https://www.sangye.it/altro/?p=1365, ma l’essenza di tutti i suoi insegnamenti è la mente altruistica di bodhicitta https://www.sangye.it/altro/?p=5464.

Se dovesse apparire tra noi oggi, il suo consiglio sarebbe lo stesso: quello di sviluppare la mente del risveglio di bodhichitta https://www.sangye.it/altro/?p=2364. Tutti noi vogliamo essere felici ed evitare o superare la sofferenza. Il modo per realizzarlo è coltivare bodhicitta https://www.sangye.it/altro/?p=6722.

Pensa a tutti gli esseri senzienti nella distesa dello spazio ed aspira a diventare un Buddha per tutti loro.”

Sua Santità ha guidato i presenti nella recitazione per tre volte della seguente strofa per coltivare formalmente bodhicitta:

Prendo rifugio finché non conseguirò l’illuminazione

Nel Buddha, nel Dharma e nella Suprema Assemblea,

Per la raccolta di meriti di generosità e d’altre (perfezioni)

Possa io raggiungere la Buddità per beneficiare tutti gli esseri senzienti.

Il Buddha è il nostro maestro”, ha osservato, “ed è grazie alla sua natura di Buddha che è stato in grado di addestrarsi sul sentiero e diventare un essere pienamente risvegliato. Anche noi abbiamo la natura di Buddha ed attraverso lo studio e la pratica possiamo superare tutti gli ostacoli per raggiungere l’illuminazione come ha fatto lui. Se coltiviamo costantemente bodhicitta, le nostre vite diventeranno utili, significative e potremo sentirci a nostro agio, e questo è tutto per oggi.”

Il maestro di canto ha guidato una serie di preghiere che includevano il mandala di ringraziamento, una preghiera ai protettori del Dharma, una preghiera per il fiorire del Dharma e la preghiera delle parole di verità https://www.sangye.it/wordpress2/?p=715.

Dopo essere sceso dal trono, Sua Santità si è avvicinato al bordo del palco e ha guidato una triplice recitazione della strofa finale del “Grande trattato sugli stadi al sentiero verso l’illuminazione” https://www.sangye.it/altro/?cat=110 di Jé Tsongkhapa https://www.sangye.it/altro/?p=11772:

“Ovunque l’insegnamento del Buddha non si è diffuso

Ed ovunque si è diffuso ma è declinato

Posso io, mosso da grande compassione, chiarire efficacemente

Questo tesoro di eccellente beneficio e felicità per tutti.

Al che hanno fatto seguito gli ultimi due versi della Preghiera delle Parole di Verità https://www.sangye.it/wordpress2/?p=715:

Il Protettore Cenresig
Pregò davanti ai Buddha e ai Bodhisattva
Di poter essere il patrono della Terra delle Nevi,
abbracciandola con il suo amore.
Per il benefico potere di queste preghiere,
possano ora rapidamente manifestarsi buoni risultati.
Per la profonda interdipendenza
della vacuità e dei fenomeni relativi,
Con la compassione dei Tre Gioielli e
delle loro Parole di Verità,
E per mezzo della infallibile legge di causa ed effetto,
possa questa preghiera non incontrare ostacoli
ed essere rapidamente esaudita.

Sorridendo e salutando il pubblico, Sua Santità ha continuato a ripetere la strofa finale mentre s’camminava dal tempio verso la sua residenza.

Prima bozza di traduzione, salvo errori ed omissioni, da https://www.sangye.it/dalailamanews/?p=15503 del Dott. Luciano Villa del Centro Studi Tibetani Sangye Choeling di Sondrio, il cui nome è stato conferito da Sua Santità il Dalai Lama.

Guarda l’intero Insegnamento di Sua Santità tradotto in inglese dal Lotzava Tenzin Tzepag https://www.dalailama.com/videos/saka-dawa-teachings-2023, https://www.facebook.com/DalaiLama/videos/236693842395077 e tradotto in italiano dal Lotzava Fabrizio Pallotti che vivamente ringraziamo per la sua gentilezza https://www.facebook.com/DalaiLamaItaliano/videos/1286322355619857


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