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3-Insegnamenti di Sua Santità il Dalai Lama a Bodhgaya, Iniziazione a Manjustri ed agli 8 Buddha della Medicina
Dicembre 31st, 2023 by admin

Sua Santità il Dalai Lama: Nella pratica buddista è importante essere in grado di usare l’intelligenza per sviluppare la saggezza. Ciò è estremamente necessario quando si tratta di superare le afflizioni mentali e le loro impronte che funzionano come ostacoli alla conoscenza.”

31 dicembre 2023. Bodhgaya, Bihar, India – Questa mattina, Sua Santità il Dalai Lama, giunto al Kalachakra Ground, dove avrebbe conferito gli insegnamenti, ha salutato la folla e la statua del Buddha dietro il trono, quindi gli eminenti Lama e ha preso posto. Un quadruplice gruppo di taiwanesi – monaci, monache, laiche e laici – sedeva davanti a lui cantando il “Sutra del cuore” https://www.sangye.it/altro/?p=6098 in mandarino. È seguita una seconda recitazione dello stesso testo in tibetano, al che furono serviti tè e pane.

Per conferire il permesso a Manjushri questa mattina”, ha annunciato Sua Santità, “devo fare alcune pratiche preparatorie. Mentre lo faccio, per favore recitate il mantra Om ara patsa na dhih.

Il Buddha, come una maestosa montagna dotata di tutte le qualità, divenne tale in seguito all’accumulo di meriti e saggezza per tre innumerevoli eoni. Raggiunse la Buddità sotto l’albero della Bodhi qui vicino. Era un maestro che rivelò la verità ed il percorso per raggiungerla così come lo sono.

Quando diciamo che “Prendo rifugio nel Buddha”, riconosciamo la possibilità di superare tutte le contaminazioni, ottenendo la loro vera cessazione. Quando il Buddha ci disse: “Tu sei il maestro di te stesso”, intendeva dire che dobbiamo praticare. La sua potente affermazione ci dice che il futuro è nelle nostre mani. Non è che qualcun altro possa o debba esercitare per nostro conto. Giriamo attraverso il ciclo dell’esistenza perché le nostre menti sono indisciplinate. Esistono antidoti alla sofferenza ed alle sue cause. Applicandoli possiamo realizzare una mente purificata, e questo è qualcosa di cui essere orgogliosi.

Appena mi sveglio al mattino, recito la presa di rifugio e la generazione della mente del risveglio, che mi dà la forza di lavorare per gli altri. Quindi, proprio come faccio della coltivazione di bodhicitta la mia pratica principale, anche voi, miei fratelli e sorelle di Dharma, dovreste fare lo stesso. Vi porterà tranquillità e benessere fisico. Questo è quello che dico:

Avendo generato lo spirito della suprema illuminazione

Invito tutti gli esseri senzienti come miei ospiti a questa occasione festosa di ausilio temporaneo per l’obiettivo finale dell’illuminazione.

Mi impegnerò nella condotta suprema e meravigliosa di un bodhisattva,

Possa io raggiungere la Buddità per il beneficio di tutti gli esseri viventi.

“Esorto tutti voi a coltivare il desiderio di essere di beneficio anche agli altri. Per quanti anni mi restino, mi dedico ad estendere la mia mente del risveglio.

Iniziando il processo per concedere l’Iniziazione a Manjushri, Sua Santità ha spiegato che si sente particolarmente vicino al mantra Om ara patsa na dhih. Lo sentì per la prima volta quando aveva tre o quattro anni e visitava il monastero di Kumbum. Lì vide giovani monaci, non molto più grandi di lui, recitare il mantra mentre eseguivano le prostrazioni. Questo è stato il primo mantra ad attirare la sua attenzione, il cui ricordo è rimasto in lui. Anzi, continua a recitarlo ormai ogni giorno.

I presenti hanno offerto un mandala chiedendo l’iniziazione. Sua Santità ha sottolineato di sentirsi molto fortunato a poterla conferire in questo luogo sacro associato al Vajra-asana, la Sede dell’Illuminazione, evidenziando quanto abbia trovato efficace recitare Om ara patsa na dhih nel potenziare la propria intelligenza.

Ha aggiunto che nella pratica buddista è importante essere in grado di usare l’intelligenza per sviluppare la saggezza. Ciò è estremamente necessario quando si tratta di superare le afflizioni mentali e le loro impronte che funzionano come ostacoli alla conoscenza. Ha citato alcuni versi della preghiera che Jé Tsongkhapa https://www.sangye.it/altro/?p=11772 scrisse alla fine del suo “Grande Trattato sulle fasi del cammino verso l’illuminazione” https://www.sangye.it/altro/?cat=110, https://www.sangye.it/altro/?p=10387,

Ovunque l’insegnamento del Buddha non si è diffuso

Ed ovunque si è diffuso ma è declinato

Vorrei, mosso da grande compassione, chiarire compiutamente

Questo tesoro di eccellente beneficio e felicità per tutti.

Dopo aver concesso i permessi relativi al corpo, alla parola ed alla mente di Manjushri, Sua Santità ha guidato i presenti nella recitazione insieme di Om ara patsa na dhih, seguita da un’esilarante ripetizione della sillaba dhih.

Successivamente, Sua Santità ha trasmesso in lettura una Preghiera agli Otto Buddha della Medicina da lui composta.

È stato offerto un mandala di ringraziamento e l’evento si è concluso con l’emozionante coro di centinaia di voci di monaci che hanno cantato in tono sonoro la preghiera di dedica dalla conclusione del “Grande Trattato sugli Stadi del Sentiero Verso l’Illuminazione”. https://www.sangye.it/altro/?cat=110, https://www.sangye.it/altro/?p=10387,


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