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Condannati al carcere altri due tibetani
Settembre 7th, 2011 by admin

Samphel Dhondup, un tibetano di ventitré anni della Contea di Kardze (nella foto), è stato condannato a tre anni di carcere per aver partecipato a una pacifica protesta contro il governo cinese in Tibet e il duro trattamento che il regime riserva alla popolazione. Tibet Net, il sito ufficiale dell’Amministrazione Centrale Tibetana, riferisce di aver appreso da fonte attendibile che il fatto risale allo scorso 10 luglio 2011. Quel giorno, tre giovani tibetani – Samphel Dhondup, ventitré anni, Lobsang Phuntsog, diciassette anni e Lobsang Lhundup – inscenarono, attorno alle 4.00 del pomeriggio, una pacifica manifestazione di protesta nella Contea di Kardze (Regione Orientale del Kham). Furono immediatamente arrestati dalla polizia che li trasferì in un vicino centro di detenzione. Lobsang Phuntsok e Lobsang Lhundup furono rilasciati sulla parola ma Samphel Dhondup fu condannato dal tribunale locale a tre anni di carcere per aver organizzato la manifestazione di protesta e aver turbato l’ordine pubblico. Le autorità cinesi, dopo la sentenza, non hanno rese pubbliche le ragioni del suo arresto e il luogo della sua detenzione.  Ricorda Tibet Net che dalla morte di Tsewang Norbu, il monaco del monastero di Nyatso che alla metà dello scorso mese di agosto si è ucciso dandosi fuoco in segno di protesta contro l’illegale occupazione del Tibet e la durissima repressione cinese, le autorità hanno dispiegato in tutta la regione del Kham e in particolare attorno al monastero, situato nella cittadina di Tawu, migliaia di militari che presidiano strettamente la zona e impediscono l’accesso all’istituto religioso. Sono state chiuse strade, scuole, ristoranti e bar. Sono stati rafforzati i controlli sui movimenti dei tibetani, sulle linee di comunicazione telefoniche e sui collegamenti internet. Un’altra condanna a tre anni di carcere è stata pronunciata da una corte cinese nel Sichuan nei confronti di Paljor, residente a Ngaba, accusato di aver preso parte alle proteste antigovernative dello scorso mese di marzo. Un comunicato rilasciato in data odierna dal rappresentante del monastero di Kirti nell’esilio indiano di Dharamsala afferma che Paljor è stato arrestato pochi giorni dopo l’auto immolazione di Phuntsog, il ventenne monaco datosi alle fiamme il 16 marzo 2011. Il Centro Tibetano per i Diritti Umani e la Democrazia fa sapere che in Tibet le autorità hanno rafforzato i controlli di sicurezza e il sistematico intervento su ogni forma di espressione del dissenso. “Solo negli ultimi otto mesi abbiamo ricevuto conferma dell’arresto di almeno 150 persone e notizie certe della condanna di almeno 30 tibetani”, ha dichiarato Monlam, segretario del TCHRD. “Riteniamo che, in realtà, il numero di questi casi sia superiore”.

Samphel Dhondup.

Samphel Dhondup, un tibetano di ventitré anni della Contea di Kardze, è stato condannato a tre anni di carcere per aver partecipato a una pacifica protesta contro il governo cinese in Tibet e il duro trattamento che il regime riserva alla popolazione. Tibet Net, il sito ufficiale dell’Amministrazione Centrale Tibetana, riferisce di aver appreso da fonte attendibile che il fatto risale allo scorso 10 luglio 2011. Quel giorno, tre giovani tibetani – Samphel Dhondup, ventitré anni, Lobsang Phuntsog, diciassette anni e Lobsang Lhundup – inscenarono, attorno alle 4.00 del pomeriggio, una pacifica manifestazione di protesta nella Contea di Kardze (Regione Orientale del Kham). Furono immediatamente arrestati dalla polizia che li trasferì in un vicino centro di detenzione. Lobsang Phuntsok e Lobsang Lhundup furono rilasciati sulla parola ma Samphel Dhondup fu condannato dal tribunale locale a tre anni di carcere per aver organizzato la manifestazione di protesta e aver turbato l’ordine pubblico. Le autorità cinesi, dopo la sentenza, non hanno rese pubbliche le ragioni del suo arresto e il luogo della sua detenzione. Ricorda Tibet Net che dalla morte di Tsewang Norbu, il monaco del monastero di Nyatso che alla metà dello scorso mese di agosto si è ucciso dandosi fuoco in segno di protesta contro l’illegale occupazione del Tibet e la durissima repressione cinese, le autorità hanno dispiegato in tutta la regione del Kham e in particolare attorno al monastero, situato nella cittadina di Tawu, migliaia di militari che presidiano strettamente la zona e impediscono l’accesso all’istituto religioso. Sono state chiuse strade, scuole, ristoranti e bar. Sono stati rafforzati i controlli sui movimenti dei tibetani, sulle linee di comunicazione telefoniche e sui collegamenti internet. Un’altra condanna a tre anni di carcere è stata pronunciata da una corte cinese nel Sichuan nei confronti di Paljor, residente a Ngaba, accusato di aver preso parte alle proteste antigovernative dello scorso mese di marzo. Un comunicato rilasciato in data odierna dal rappresentante del monastero di Kirti nell’esilio indiano di Dharamsala afferma che Paljor è stato arrestato pochi giorni dopo l’auto immolazione di Phuntsog, il ventenne monaco datosi alle fiamme il 16 marzo 2011. Il Centro Tibetano per i Diritti Umani e la Democrazia fa sapere che in Tibet le autorità hanno rafforzato i controlli di sicurezza e il sistematico intervento su ogni forma di espressione del dissenso. “Solo negli ultimi otto mesi abbiamo ricevuto conferma dell’arresto di almeno 150 persone e notizie certe della condanna di almeno 30 tibetani”, ha dichiarato Monlam, segretario del TCHRD. “Riteniamo che, in realtà, il numero di questi casi sia superiore”.


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