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Il Dalai Lama agli scampati dallo tzunami in Giappone
Novembre 14th, 2011 by admin

Sua Santità il Dalai Lama accolto dai bimbi sopravvissuti allo  tsunami che devastatò la regione di Ishinomaki, Giappone.

“Come vi sentite?” ha chiesto loro, tendendo la forte mano ed il braccio. “Siete ancora tristi?” a quel punto le donne presenti irrompono in pianto di fronte a Sua Santità, alcune singhiozzando: “Grazie, grazie.” In questa scena di grandissima emozione, Sua Santità ha aggiunto: “Questo è un luogo di grande dolore. E’ ora tutto finito. Non è possibile cambiare quello che è successo. Per favore cambiate il vostro cuore, coraggio. Per favore aiutate tutti gli altri, ed aiutate gli altri a diventare migliori.”
La folla si calma ed annuisce mentre Sua Santità parla: “Troppe persone sono morte. Se vi preoccupate, non potete aiutarli. Per favore impegnatevi a lavorare. Questa è la migliore offerta che possiamo fare ai morti. Sono così felice d’esser potuto venire a trovarvi.”
Mentre si gira, Sua Santità si toglie gli occhiali e s’asciuga qualche lacrima. “Sono venuto a condividere il dolore della gente, in particolare di quelli che hanno perso uno dei loro cari amici o parenti. Appena si è saputo della tragedia, molte persone in ogni parte del mondo, hanno avuto lo stesso pensiero: ‘Non siete soli’.
Appena ho sentito parlare di questa tragedia, ascoltando le notizie della BBC, ho immediatamente sentito un immenso dolore! E mi sono ricordato dei miei numerosi viaggi in Giappone dal 1967.”

“Sulla strada per qui,” ha continuato Sua Santità “Ho chiesto all’autista se lo tsunami aveva colpito anche qui. Poi, all’improvviso, ho notato che tutto era completamente diverso. Mi sono molto commosso. Quando stringevo le mani della gente mi sono venute le lacrime agli occhi.
Ma è successo. Ed in quanto esseri umani, siamo dotati d’intelligenza. Quando una cosa succede, dobbiamo pensare. Con la nostra intelligenza unita alla fiducia, siamo in grado di superare tutti questi problemi. Così la tragedia, di certo, naturalmente, porta tristezza e ci demoralizza, ma ora è necessario trasformarla in entusiasmo, in fiducia in se stessi e lavorare sodo per ricostruire la vostra vita, il vostro paese. In particolare con questi bambini qui: fornendo loro l’istruzione per un’altra nuova generazione felice. Nella mia vita, lasciando a Lhasa nel 1959, v’aveva lasciato molti amici ed un piccolo cane. Ma due giorni dopo seppi che molti di loro erano morti. Naturalmente mi sono sentito molto triste. Ma, come ho detto prima, ho contato sulla mia intelligenza ed anche sulla mia fede nella verità. Così la tragedia potrebbe essere trasformata in una fonte di forza interiore. Ora, sono passati 52 anni, e ho sempre la medesima determinazione e lo stesso entusiasmo. Il Giappone, attraverso il duro lavoro, ha ricostruito un nuovo paese dalle ceneri della guerra, in particolare attraverso il suo elevato senso di cooperazione. Sia che siamo credenti o non credenti, non importa. Dobbiamo essere realisti. Così disse un maestro buddista dell’VIII secolo: ”Se succede una tragedia, guarda quella tragedia in modo olistico, in modo globale: quindi la possiamo superare. Perciò non preoccupatevi. Lavorate sodo. Cercate di risolvere le cose. Se non c’è modo di farlo, non ha senso preoccuparsi. Per quelli di tradizioni teistiche, tutti questi eventi misteriosi sono in realtà la creazione di Dio. Quindi, ci deve essere un qualche significato. Perciò vedete le cose in quel modo. E per gli appartenenti a tradizioni non teistiche, come il buddismo, tutto è dovuto a proprie cause. Il Karma può venire da questa vita, ma può anche venire da vite precedenti. Dal punto di vista buddista, dobbiamo rendere forte il karma positivo, che può essere più forte del precedente karma negativo. Ciò può ridurre o addirittura eliminare il precedente karma negativo. Vediamolo così questo momento. Entriamo in una sorta di nuova vita, piena di determinazione. Conduciamo la vita in modo onesto, in modo veritiero. Con atti veritieri, con atti compassionevoli, aumenta il karma positivo. Questo non è il momento della preoccupazione, della tristezza, ma della determinazione e d’un sentimento giapponese di cooperazione: è necessario ricostruire questa città. Questa è una buona occasione per mostrare al mondo l’efficienza giapponese, la capacità dei giapponesi e, dopo aver ricostruito una nuova città felice, per favore invitatemi. Ed io verrò per festeggiare con voi”.
Nel pomeriggio, in un clima di rintocchi di campane al chiarore delle lanterne, Sua Santità ha parlato all’interno del tempio Koushoji, al centro della città di Sendai, insistendo sulla pratica buddista di superamento della sofferenza. “Se succede una tragedia, la si deve guardare con attenzione e si deve cercare di trasformarla, anche se non è possibile modificare l’evento stesso. Oggi ho incontrato molte vittime. In un primo momento il loro dolore è stato forse più esteriore, ma ora è dentro, invisibile. Per il dolore esterno, si può prendere dei farmaci, consultare un medico. Ma per il dolore interiore, si deve praticare e migliorare sé stessi. Se si pensa alla propria perdita s’aumenta il dolore. Ma se, quando la vostra casa non c’è più, si pensa di farne una nuova, una nuova bella casa, si può trasformare in positivo il dolore. Se si pensa: “Perché sono colpito dalla sofferenza?” anche in questo modo s’aumenta il dolore. Questo tipo di pensiero è un’illusione. Occorre invece vedere le cose in una prospettiva più ampia, ed è così possibile alleviare il dolore. Al mattino, di fronte a folle singhiozzanti, aveva parlato dal cuore e raggiunto i cuori di molti, nel pomeriggio offrì l’insegnamento analitico buddista: come dobbiamo guardare realisticamente la sofferenza e trasformarla in azioni realizzabili. Avrebbe potuto essere il medico, che prima offre comprensione e poi fa la diagnosi. Nella diagnosi è contenuta la cura, e la convinzione che in ognuno di noi c’è la capacità di cominciare a guarire sé stessi, rivolgendoci in parte agli altri.
Fonte, che gentilmente si ringrazia http://www.dalailama.com/news/post/762-the-transformation-of-pain


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