Sua Santità il Dalai Lama: “E' arrivato il momento per la Cina di interrogarsi sulle reali cause che portano i tibetani a sacrificare le loro vite”.
Dagli Stati Uniti, dove si trova in questi giorni, il Dalai Lama ha commentato la drammatica situazione tibetana. Il 22 aprile, parlando a un gruppo di 500 studenti cinesi, il leader spirituale tibetano, dopo aver ribadito che l’unione con la Cina è nell’interesse dei tibetani – ma solo in presenza di una reale autonomia – ha affermato tra l’altro che all’epoca della Rivoluzione Culturale i funzionari cinesi in Tibet affermarono che avrebbero annientato la lingua e la cultura tibetana nell’arco di una quindicina d’anni. Questa politica, ha affermato il Dalai Lama, è stata la causa scatenante delle dimostrazioni del 2008 e di quelle che si sono succedute ma i cinesi, volendo trovare un capro espiatorio, hanno accusato la mia persona di essere il mandante delle proteste. Per questo, ha aggiunto, ho perso ogni fiducia nel governo di Pechino, anche se continuo fermamente a credere nel popolo cinese. “Per trent’anni” – ha affermato – “ho fatto del mio meglio per trovare una soluzione al problema tibetano, ma i funzionari del Fronte Unito per il Lavoro hanno completamente travisato le mie intenzioni”. Interrogato sulla tragedia delle auto immolazioni, il Dalai Lama ha preferito astenersi dal commentare questo argomento per i suoi forti connotati politici. Il 17 aprile, nello stato delle Hawaii, il Dalai Lama ha però definito le immolazioni “un fatto molto triste” la cui responsabilità è da attribuirsi al governo cinese che occupa il paese da oltre cinquant’anni. Ha inoltre affermato che è arrivato il momento per la Cina di interrogarsi sulle reali cause che portano i tibetani a sacrificare le loro vite. In un’intervista televisiva il leader spirituale tibetano ha, infatti, affermato che la responsabilità dell’attuale ondata di auto immolazioni in Tibet è da imputarsi alla politica “totalitaria, cieca e irrealistica” della Repubblica Popolare Cinese e, di conseguenza, spetta alla stessa Cina riflettere seriamente sulle conseguenze del suo operato.
Fonti: The Tibet Post – TCHRD – Phayul – Italia Tibet