SIDEBAR
»
S
I
D
E
B
A
R
«
S.S. Dalai Lama: comprensibili ma molto tristi le immolazioni
Settembre 1st, 2012 by admin

Sua Santità il Dalai Lama: “Pur non incoraggiando le auto immolazioni dei tibetani all’interno del Tibet ne comprendo le motivazioni e considero molto, molto tristi questi atti estremi”.

Il Dalai Lama: “comprensibile ma molto triste l’innarestabile succedersi delle immolazioni”. Altri due morti a Ngaba.

Dalai Lama: «La Cina cambierà verso il Tibet. Vedo segnali molto incoraggianti»

«Non posso pronunciarmi in modo definitivo, ma secondo molti amici la prossima leadership cinese sarà più indulgente verso il Tibet». A pronunciare parole di speranza è il Dalai Lama da Dharamsala, India, dove si trova il governo tibetano in esilio dal 1959. «Non c’è niente di ufficiale – aggiunge all’agenzia Reuters – ma sembra che esponenti molto importanti del Partito comunista cinese vogliano cambiare l’atteggiamento del paese nei confronti del Tibet». Questo autunno sette dei nove membri del Comitato centrale del Politburo, che comandano di fatto il Partito e la Cina, cambieranno. Xi Jinping dovrebbe diventare il nuovo presidente e Li Keqiang il prossimo premier del Dragone.

«INFERNO». Il Tibet è stato “liberato pacificamente” dalla Cina nel 1950, con Mao, e il governo è fuggito in esilio nel 1959 dopo il massacro di circa 70 mila persone a Lhasa. Da allora i tibetani «vivono in un inferno», secondo un’espressione usata anni fa dallo stesso Dalai Lama: il regime comunista cinese, infatti, discrimina i tibetani nell’assegnazione degli incarichi pubblici, impedisce la diffusione della religione e della cultura tibetana, controlla in modo asfissiante la popolazione, tanto che a Lhasa nessuno può entrare o uscire. Ogni manifestazione o forma di dissenso viene repressa nel sangue.

AUTO-IMMOLAZIONI. Per resistere e protestare contro quello che il Dalai Lama ha spesso chiamato «genocidio culturale», dal 2009 ben 51 tibetani si sono dati fuoco, due solo questa settimana. «Io non incoraggio queste azioni – ha detto ieri il nobel per la Pace – ma sono comprensibili, per quanto tristi. Il governo cinese può continuare a incolpare me di questi fatti, ma questo non risolverà il problema».

SEGNALI INCORAGGIANTI. Nonostante le auto-immolazioni dei tibetani non accennino a fermarsi, il Dalai Lama vede «segnali molto, molto incoraggianti tra figure di spicco del Partito comunista. Quando la Cina avrà cambiato il suo atteggiamento, il governo tibetano in esilio è pronto a riprendere il dialogo». Quando avverrà? «Dopo sei o dodici mesi dall’insediamento del nuovo presidente le cose potrebbero cambiare».

http://www.tempi.it/blog/dalai-lama-la-cina-cambiera-verso-il-tibet-vedo-segnali-molto-incoraggianti#.UEN3c-2jhrN

Il Dalai Lama: “comprensibile ma molto triste l’innarestabile succedersi delle immolazioni”. Altri due morti a Ngaba.

In un’intervista rilasciata all’agenzia Reuters il Dalai Lama ha dichiarato che pur non incoraggiando le auto immolazioni dei tibetani all’interno del Tibet ne comprende le motivazioni e considera “molto, molto tristi” questi atti estremi. “Il governo cinese” – ha aggiunto – “dovrebbe interrogarsi su quali ne siano le vere cause: l’addossarne la colpa a me o a qualche tibetano non aiuterà certo a risolvere il problema”.Le parole del leader spirituale tibetano, che nello scorso mese di luglio aveva dichiarato di non volersi esprimere nel merito delle auto immolazioni ritenendole atti di sicura valenza politica, sono giunte a distanza di pochi giorni dalla morte di altri due giovani tibetani immolatisi con il fuoco a Ngaba il 27 agosto. Sono Lobsang Kalsang, un monaco diciottenne del monastero di Kirti (nella foto) e Damchoe, ex monaco presso lo stesso monastero, di soli diciassette anni. Entrambi sono deceduti lo stesso giorno.

Damchoe era il fratello minore di Tenzin Choedron, la monaca del monastero di Mamae, il più grande convento femminile della regione di Ngaba, morta dopo essersi data fuoco l’11 febbraio del corrente anno.

Testimoni oculari hanno riferito che i due nuovi martiri tibetani hanno compiuto una ventina di passi, avvolti dalle fiamme, prima di cadere a terra. Entrambi gridavano slogan contro le politiche cinesi in Tibet e contro l’annientamento dell’etnia tibetana. Il personale di sicurezza cinese ha spento le fiamme e ha provveduto a un loro primo ricovero all’ospedale di Ngaba cui ha fatto seguito il ricovero all’ospedale di Barkham dove Lobsang e Damchoe sono deceduti.

Con questi due nuovi casi sale a cinquantuno il numero dei tibetani che, in un impressionante crescendo, si sono auto immolati per la libertà del Tibet e il ritorno del Dalai Lama

Fonti: Phayul – TCHRD, http://www.italiatibet.org/


Comments are closed

»  Substance:WordPress   »  Style:Ahren Ahimsa