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Cina: arrestati più di 40 tibetani durante proteste per diritti sull’acqua.
Maggio 10th, 2017 by admin

Le autorità della provincia cinese di Quinghai hanno arrestato più di quaranta tibetani a seguito di scontri, che hanno provocato decine di feriti, avvenuti tra la polizia e gli abitanti del villaggio per i diritti sull’acqua, riferiscono informatori tibetani.

Il primo giugno i tibetani del villaggio di Shitsa, nella contea autonoma di Huzhou (in cinese,Hualong) della prefettura di Tsoshar (Haidong), hanno chiesto spiegazioni alle autorità sui piani per deviare una via d’acqua che rifornisce il loro villaggio, al vicino villaggio di Tharga, i cui residenti sono perlopiù mussulmani di etnia Hui.

Il fiume che scorre nel territorio del villaggio di Shitsa doveva essere deviato verso il villaggio di Tharga, abitato da musulmani, e gli abitanti tibetani si sono opposti”, Dorjee Bum, un tibetano in esilio che chiede di non rivelare dove vive, ha riferito al servizio tibetano di RFA venerdì.

La controversia si è aggravata in una vera e propria crisi, è arrivata quindi la polizia armata sulla scena e ha tentato di contenere la situazione. Durante scontri, la polizia ha dato man forte al villaggio di Tharga; questo ha portato i manifestanti tibetani a scontrarsi con la polizia, lasciando feriti venti tibetani e dieci poliziotti”.

Stando a quanto riferito da una seconda fonte anonima in Tibet, e dei filmati ottenuti da RFA, la polizia ha usato gas lacrimogeni per disperdere la folla di tibetani arrabbiati e ha arrestato due leader del villaggio di Shitsa.

In seguito, secondo la fonte, “la comunità del villaggio tibetano ha sollecitato le autorità a risolvere in modo equo la disputa, sostenendo che la verità stava dal lato dei tibetani”.

Hanno anche chiesto alla polizia di liberare i due detenuti”.

Dorjee Bum ha affermato che non solo le loro richieste sono state ignorate, ma le autorità hanno intrapreso ulteriori azioni contro gli abitanti di Shitsa a seguito degli scontri di giovedì.

Negli ultimi due giorni… più di quaranta membri [tibetani] del villaggio di Shitsa sono stati imprigionati”, inclusi i due leader arrestati già giovedì.

Dorjee Bum ritiene che i tibetani siano stati sottoposti a fermo in correlazione agli agenti di polizia che sono stati feriti durante lo scontro, e ha aggiunto che nessun musulmano è stato arrestato.

Nel frattempo, ha aggiunto, la disputa sulla deviazione d’acqua è continuata ancora venerdì.

Altri abitanti di entrambi i villaggi sono arrivati ​​sulla scena degli scontri precedenti, e la crisi rimane irrisolta”.

Molti di quelli che sono stati feriti [nello scontro di giovedì] sono finiti in ospedale”.

I musulmani cinesi Hui sono in gran parte sinicizzati, eccetto che per le tradizioni religiose, e vivono in comunità sparse nelle regioni del Gansu, di Qinghai e dello Yunnan, oltre che nella prefettura autonoma di Ningxia Hui.

Dal 2009 a oggi, sono 150 i tibetani che in Cina si sono dati fuoco per protesta. La maggior parte delle proteste richiede l’autonomia tibetana e il ritorno del Dalai Lama dall’India, dove vive dal 1959, da quando è fuggito dal Tibet durante una rivolta nazionale fallita.

Traduzione Andrea Sinnove, LRF Italia Onlus
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