Due monaci tibetani sono stati arrestati dalle autorità cinesi per aver condiviso ciò che è stato considerato “contenuto illegale online”, nel monastero di Tsang a Ba Dzong, nella provincia del Qinghai.
TCHRD, gruppo per i diritti umani di Dharamshala, ha dichiarato che gli ufficiali dell’ufficio di sicurezza pubblica della contea di Gepasumdo hanno arrestato arbitrariamente Woechung Gyatso, del tempio di Tsang a Ba Dzong, insieme ad un monaco non identificato nella giornata del 16 aprile. Woechung Gyatso è ancora rinchiuso in una località segreta, mentre si ritiene che l’altro monaco sia stato rilasciato dopo un severo interrogatorio.
I due monaci sono stati arrestati dopo un seminario condotto dalle autorità cinesi sulla sicurezza informatica nel monastero a marzo. L’incontro, ha affermato il gruppo per i diritti umani, si è svolto sotto l’apparenza di un programma di “educazione legale” durante il quale a tutti i monaci sono state impartite istruzioni sulla nuova legge sulla sicurezza informatica e ha messo in guardia contro gravi conseguenze in caso di violazioni.
Una ricerca avviata durante il seminario ha portato diversi monaci, tra cui Woechung Gyatso, a scrivere lettere di confessione forzata contro la pubblicazione e la condivisione di contenuti illegali online.
Il gruppo per i diritti ha affermato che le leggi cinesi sulla cybersicurezza vengono utilizzate come uno strumento per sottoporre i tibetani ad accuse approssimative, negando loro il diritto di esprimersi online. La legge sulla cybersicurezza viola il diritto dell’individuo alla libertà di espressione, di pensiero e informazione.
TCHRD afferma che i tibetani sono soggetti a arresti arbitrari, detenzioni e torture per aver esercitato il loro diritto alla libertà di espressione su Internet.
Le autorità cinesi si avvalgono di accuse indistinte e confuse come “divulgazione dei segreti di stato” e “incitamento al separatismo”.
Traduzione a cura della Laogai Research Foundation Italia Onlus
Fonte: Phayul, 19/04/2018
English article, Phayul Two monks detained by China for sharing “illegal contents” on WeChat
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