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Sua Santità il Dalai Lama: Creare Speranza
Maggio 21st, 2021 by admin

Sua Santità il Dalai Lama: “Il distruttore più efficace della pace della mente è la rabbia, ma la rabbia può essere contrastata sviluppando l’altruismo e la compassione per gli altri.”

19 maggio 2021. Thekchen Chöling, Dharamsala, HP, India – Questa mattina, dopo che Sua Santità il Dalai Lama ha sorriso, salutato e si è seduto davanti alle telecamere, Celesta Billeci, Executive Director of Arts & Lectures, University of California, Santa Barbara (UCSB), ha introdotto l’evento. “Stiamo vivendo in un momento che richiede ottimismo, resilienza, coraggio e visione”, ha esordito. “Chi meglio del Dalai Lama per suscitare queste qualità in noi?” Henry Yang, Rettore dell’Università, ha accolto tutti e, rivolgendosi a Sua Santità, ha dichiarato: “È un onore straordinario accoglierLa oggi”.

“Sono lieto di condividere questo messaggio di speranza di Sua Santità il Dalai Lama”, ha continuato. “Questa è la quinta volta che abbiamo il privilegio di accoglierlo qui. E sono ormai vent’anni da quando abbiamo fondato la cattedra di studi tibetani del 14° Dalai Lama. Il Dalai Lama è un incomparabile maestro buddista ed un campione di riconciliazione. Irradia compassione e pace “.

Detto questo, ha invitato Pico Iyer ad aprire una conversazione con Sua Santità.

Pico Iyer: Benvenuto Santità, è bello rivederla. Stiamo rivolgendo la nostra attenzione alla speranza. Cosa significa speranza per i buddisti?

Sua Santità il Dalai Lama: “Per dirla semplicemente, la nostra vita si basa sulla speranza, sul desiderio che le cose vadano bene. Anche nel grembo materno, la tranquillità della madre nutre il nascituro. La speranza è connessa al futuro. Sebbene nulla possa essere garantito per il futuro, rimaniamo fiduciosi, il che è molto meglio che essere pessimisti. Anche a livello globale abbiamo motivi di speranza.

Veniamo tutti da nostra madre. Cresciamo sotto la sua cura. Apprezzare la sua gentilezza, senza la quale non saremmo sopravvissuti, è una base su cui coltivare la compassione. Sperimentare la gentilezza di nostra madre ci dà speranza.

“Se indaghiamo su casi di bambini le cui madri muoiono quando sono giovani, penso che troveremo delle cicatrici emotive.

Le nostre vite dipendono dalla speranza. Se hai speranza, sarai in grado di superare i problemi che devi affrontare. Ma, se sei senza speranza, le tue difficoltà aumenteranno.

Nella mia esperienza la speranza è collegata alla compassione ed allamorevole gentilezza. Ho affrontato ogni sorta di difficoltà nella mia vita, ma non ho mai perso la speranza. Inoltre, essere sinceri ed onesti è una base per la speranza e la fiducia in sè stessi. Essere sinceri ed onesti è un antidoto alla falsa speranza. La speranza fondata sulla verità e l’onestà è forte e potente “.

Pico Iyer: Possiamo addestrarci ad essere più realistici nelle nostre speranze?

Sua Santità il Dalai Lama: “Il nostro cervello umano, la nostra intelligenza, ci consente di avere una visione a lungo termine, non pensando solo ai nostri bisogni immediati. Possiamo adottare una prospettiva più ampia e considerare ciò che è nel nostro interesse a lungo termine. In termini di pratica buddista, ad esempio, parliamo di eoni ed eoni e di servire tutti gli esseri senzienti, il che rafforza la nostra autostima.

Pico Iyer: La speranza non è collegata alla religione?

Sua Santità il Dalai Lama: “In generale, la religione è una questione di fede, ma quando ci crogioliamo nell’affetto di nostra madre, non è coinvolta la fede. La fede è un qualcosa che gli esseri umani hanno creato. Tutte le principali tradizioni religiose insegnano l’importanza della gentilezza e dell’amore. Alcuni dicono che esiste un Dio, altri lo negano. Alcuni dicono che andiamo avanti di vita in vita, altri affermano che viviamo solo una vita. Queste tradizioni propongono diversi punti di vista filosofici, ma condividono il messaggio della amorevole gentilezza.

Le tradizioni teistiche, come il cristianesimo, insegnano che siamo tutti creati da Dio, che, come un padre, incarna l’amore infinito. È un’idea potente, che può aiutarci a riconoscere l’importanza di essere gentili.

Siamo creature sociali, dipendenti dalla nostra comunità. E, come membri di una comunità, anche le persone senza fede o convinzione possono mantenere la loro tranquillità: essendo premurose, sincere ed oneste. Lonestà e la compassione non sono necessariamente qualità religiose, ma contribuiscono alla nostra capacità di condurre una vita felice. Essere preoccupati per la nostra comunità favorisce la nostra stessa sopravvivenza. Il fattore chiave è la compassione. La rabbia è il suo opposto. La rabbia distrugge la felicità e l’armonia.

Abbiamo bisogno di un senso di unità dell’umanità. È perché coltivo questo che, dovunque vada e chiunque incontro, lo considero solo un altro essere umano: un fratello od una sorella. Noi sette miliardi di esseri umani siamo essenzialmente gli stessi. Abbiamo differenze di nazionalità, colore, fede e status sociale, ma, concentrarci solo su di esse, significherebbe crearci solo dei problemi.

“Immagina di essere sfuggito ad una catastrofe e di ritrovarti tutto solo. Se vedi qualcuno che si avvicina in lontananza, non ti interesserà della sua nazionalità, razza o fede, sarai solo felice di incontrare un altro essere umano. Le situazioni disperate ci incoraggiano a riconoscere l’unicità dell’umanità.

“Ci sono state abbastanza guerre e violenze in passato. Oggigiorno, quando, a causa della crisi climatica, affrontiamo gravi problemi, dobbiamo aiutarci a vicenda. Dobbiamo fare uno sforzo per vivere felici insieme, finché possiamo. “

Pico Iyer: Parli del riscaldamento globale. Come possiamo mantenere la speranza di fronte ad una simile sfida?

Sua Santità il Dalai Lama: “Il riscaldamento globale è una buona ragione per non colpirci gli uni con gli altri. Dobbiamo imparare a vivere insieme. Siamo tutti esseri umani e viviamo tutti su questo pianeta. Non possiamo adottare una posizione obsoleta, pensando solo alla “mia nazione”, alla “mia comunità”, dobbiamo tenere conto dell’intera umanità “.

Pico Iyer: Ti sei mai preoccupato di perdere la speranza?

Sua Santità il Dalai Lama: “Solo il 17 marzo 1959 mentre lasciavo Lhasa. Mi chiedevo davvero se sarei sopravvissuto fino a vedere il giorno seguente. Poi, la mattina dopo, il sole è sorto ed ho pensato: “Sono sopravvissuto”. Uno dei generali cinesi aveva chiesto di essere informato su dove alloggiava il Dalai Lama nel Norbulingka per evitare di bombardarlo. Se davvero volesse proteggermi o prendermi di mira, non lo so. In quell’occasione ho provato una certa ansia.

Il giorno dopo, quando abbiamo raggiunto il passo di Che-la, il mio palafreniere mi disse che era l’ultimo posto da cui potevamo vedere il palazzo del Potala e la città di Lhasa. Ha girato il mio cavallo così ho potuto dare un’ultima occhiata.

Alla fine abbiamo raggiunto l’India, la fonte di tutta la nostra conoscenza e l’approccio all’apprendimento di Nalanda. Fin dall’infanzia ero stato immerso in questa tradizione di indagine con la sua applicazione della ragione e della logica. La fede radicata nella logica è ben radicata. Altrimenti è fragile.

Oggi gli scienziati sono incuriositi dal nostro approccio analitico, che fornisce una base per le nostre discussioni. Inoltre, coltiviamo “shamatha” per ottenere una mente calma e concentrata, così come la visione “vipashyana” come risultato dell’analisi. Ed oltre a queste qualità, sulla base della ragione coltiviamo “ahimsa” e “karuna”: non violenza e compassione.

Pico Iyer: Così tanti sono stati colpiti dalla pandemia di Covid. Come possiamo affrontare la morte e la perdita?

Sua Santità il Dalai Lama: “Apprezzo molto gli sforzi di tutti i medici e degli operatori sanitari che hanno dato e stanno dando aiuto a coloro che sono malati.

Come buddista, vedo questo corpo come un qualcosa che ci predispone ad ammalarci. Ma, mantenere la tranquillità fa la differenza. L’ansia non fa che peggiorare le cose. Se hai una mente calma e puoi accettare che ci ammaliamo a causa del nostro karma, può essere d’aiuto”.

Pico Iyer: Santità, lei ha una grande fiducia nei giovani. Sono la base della tua speranza?

Sua Santità il Dalai Lama: “Le persone anziane tendono a guardare al passato, al modo in cui le cose sono state fatte prima. I giovani tendono ad essere più aperti, ad avere più interesse per la mente. L’educazione moderna ha le sue origini in Occidente, ma l’antica India coltivava una vasta comprensione del funzionamento della mente e delle emozioni. L’antica India ha delineato più di cinquanta tipi di emozioni. Credo che oggi l’India possa armonizzare il pensiero materialistico dell’educazione moderna con la comprensione di come affrontare le emozioni distruttive”.

Pico Iyer: Come può una persona comune trovare la pace della mente?

Sua Santità il Dalai Lama: “L’educazione moderna in India è stata introdotta dagli inglesi, ma come ho già detto, credo che possa essere utilmente combinata con l’antica comprensione indiana del funzionamento della mente e dei metodi laici per raggiungere il comfort mentale. Inoltre, può essere combinata con metodi per affrontare le emozioni distruttive. Quando la pandemia sarà finita, non vedo l’ora di tenere dialoghi con gli educatori indiani su come questo potrebbe essere realizzato “.

Pico Iyer: Il mondo è un posto migliore da quando sei nato, quasi 86 anni fa?

Sua Santità il Dalai Lama: “La gente non dà più le cose per scontate come una volta. Eventi come questa pandemia ed il riscaldamento globale presentano sfide che ci costringono ad esaminare come possiamo affrontarli. Le difficoltà possono farci aprire le nostre menti ed impiegare la nostra intelligenza. Il maestro buddista indiano Shantideva ci ha consigliato di esaminare direttamente i problemi per vedere se possono essere risolti. Se lo possono, allora è quello che dobbiamo fare. Preoccuparsi non aiuta. Le sfide possono svegliarci.

Le generazioni più giovani tendono ad avere una mentalità più aperta, mentre le persone anziane si attengono a schemi consolidati. Sono i giovani che adotteranno un nuovo approccio per superare i problemi “.

Pico Iyer: Alcune persone temono che ci siano sempre più rabbia e violenza nel mondo di oggi. Sei d’accordo o rimani fiducioso?

Sua Santità il Dalai Lama: “Nel secolo scorso c’è stato così tanto spargimento di sangue. Ma dopo la seconda guerra mondiale, gli ex nemici Adenauer e de Gaulle hanno fondato l’UE. Da allora, non ci sono stati combattimenti tra i suoi Stati membri. Il mondo intero dovrebbe adottare un simile atteggiamento di preoccupazione per il bene superiore dell’intera umanità. I conflitti e le situazioni difficili tendono a spingerci a ricorrere a modi di pensare antiquati, il ricorso all’uso della forza, per esempio, quando dovremmo invece adottare un approccio nuovo e più umano.

“Penso che se fossi rimasto a Lhasa, avrei pensato in modo più restrittivo di quanto faccio ora. Venire in India come rifugiato ha aperto ed ampliato la mia mente e mi ha indotto a usare la mia intelligenza “.

Pico Iyer: Come possiamo aiutare il Tibet e garantire la sopravvivenza della cultura tibetana?

Sua Santità il Dalai Lama: “Dal 2001 mi sono ritirato dal coinvolgimento politico, ma sento ancora la responsabilità di preservare la cultura tibetana. Nell’ottavo secolo, l’imperatore tibetano invitò in Tibet Shantarakshita, un grande filosofo e, di conseguenza, un grande logico.

Shantarakshita introdusse la tradizione di Nalanda, che ha molto in comune col pensiero scientifico, in quanto si basa sull’adozione di un approccio logico ed investigativo.

A quel tempo, c’erano in Tibet maestri buddisti cinesi che affermavano che la pratica della meditazione era più importante dello studio. Il discepolo di Shantarakshita Kamalashila discusse i meriti dell’approccio cinese e indiano al cospetto dell’imperatore. La tradizione indiana prevalse ed i meditatori cinesi furono invitati a tornare in Cina. Da allora, abbiamo abbracciato la logica. I principali trattati indiani sulla ragione, la logica e l’epistemologia furono tradotti in tibetano. Questo, il fondamento della Tradizione di Nalanda, è ciò che abbiamo mantenuto in vita.

Oggigiorno, nelle parti remote del Tibet, nonostante l’opposizione dei sostenitori della linea dura comunista cinese, lo studio di queste tradizioni continua. In India abbiamo ristabilito i nostri principali centri di apprendimento e più di 10.000 monaci sono impegnati in uno studio rigoroso “.

Pico Iyer: Puoi spiegare l’igiene emotiva?

Sua Santità il Dalai Lama: “Implica il riconoscimento, ad esempio, che il distruttore più efficace della pace della mente è la rabbia, ma che la rabbia può essere contrastata sviluppando l’altruismo e la compassione per gli altri. Anche l’ignoranza, un’altra afflizione mentale, ci porta problemi e può essere eliminata dallo studio. Un grande studioso tibetano una volta ha osservato che, anche se dovessi morire domani, vale ancora la pena studiare oggi “.

Pico Iyer: L’interesse per il buddismo tibetano sta crescendo in Cina?

Sua Santità il Dalai Lama: “Sì, anche tra i docenti universitari. Abbiamo pubblicato diversi volumi in una serie intitolata “Scienza e filosofia nei classici buddisti indiani” e la loro traduzione in cinese ne ha permesso la diffusione anche in quel contesto. Di conseguenza, hanno sviluppato un maggiore apprezzamento della nostra tradizione. Forse vedono che l’educazione buddista è molto più profonda del totalitarismo marxista “.

Pico Iyer: Hai qualche consiglio da dare agli studenti dell’Università della California, Santa Barbara?

Sua Santità il Dalai Lama: “Questa università è importante. Il nostro futuro deve essere fondato sull’istruzione. Abbiamo bisogno di nuove conoscenze. È importante che i professori possano condurre ricerche e trasmettere ai propri studenti ciò che apprendono. Questa università può dare un contributo significativo alla nostra capacità di creare un mondo migliore. Grazie.”

Michael Drake, presidente dell’Università della California, ha ringraziato Sua Santità per aver condiviso il suo tempo. Ha osservato che Sua Santità da quarant’anni è associato all’UCSB e che vent’anni fa è stata fondata la Cattedra di Studi Tibetani del 14° Dalai Lama. Ha ringraziato Pico Iyer per aver guidato la conversazione. Ha notato che la compassione è importante nella vita di tutti i sette miliardi di esseri umani oggi in vita ed ha concluso ringraziando il Cancelliere Yang e Celesta Billeci per aver organizzato l’evento.

Sua Santità ha risposto coi suoi ringraziamenti ed il suggerimento che, di tanto in tanto, sarà possibile tenere ulteriori conversazioni come quella odierna su Internet. “Qualsiasi contributo posso dare al miglioramento del mondo, è mio dovere farlo. Potrei invecchiare, ma il mio cervello è ancora ok. Lo scopo della nostra vita è servire l’umanità “.

Celesta Billeci ha concluso la sessione, ringraziando ancora una volta Sua Santità, Pico Iyer ed il Presidente Drake ed esprimendo il suo ottimismo sul fatto che quest’iniziativa dell’Università ‘Creating Hope’ o “Creare speranza” avrà beneficiato altri. Ha concluso citando Sua Santità: “Sii gentile quando possibile; è sempre possibile.”

Traduzione da https://www.sangye.it/dalailamanews/?p=14746 del Dott. Luciano Villa del Centro Studi Tibetani Sangye Cioeling di Sondrio, il cui nome è stato conferito da Sua Santità il Dalai Lama. Guarda il video originale in inglese https://www.dalailama.com/videos/creating-hope ed il video tradotto in italiano http://it.dalailama.com/videos/creare-speranza da Fabrizio Pallotti, che ringraziamo per la sua gentilezza.


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