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Sua Santità il Dalai Lama: Amore e Compassione
Novembre 17th, 2021 by admin

Sua Santità il XIV Dalai Lama: “Poiché la pratica religiosa è un mezzo per ottenere la pace della mente, e poiché tutte le tradizioni religiose al loro interno insegnano la compassione, sono tutte degne di rispetto.”

17 novembre 2021. Thekchen Chöling, Dharamsala, HP, India – Sua Santità il Dalai Lama questa mattina è stato ospite virtuale del National Institute of Disaster Management, India, ed è stato accolto dal suo Direttore Esecutivo, il Mag. Gen. Manoj Kumar Bindal, che ha invitato Sua Santità a parlare di compassione ed amore nel contesto della gestione dei disastri.

In primo luogo”, ha esordito Sua Santità, “voglio dire ‘Namaste’ alla maniera indiana ed in secondo luogo, ‘Tashi Delek’, come si dice in tibetano.

L’India ed il Tibet hanno relazioni speciali davvero sorprendenti. Nel settimo secolo, l’imperatore tibetano aveva stretti rapporti con la famiglia imperiale cinese, avendo sposato una principessa cinese, e possiamo immaginare che apprezzasse il cibo cinese ed altre cose. Tuttavia, quando considerò come modellare una forma di scrittura tibetana, non fu incline a seguire la tradizione cinese e scelse invece di progettare un alfabeto tibetano modellato sulla scrittura indiana Devanagari.

Tradizionalmente guardiamo all’India, non solo come Terra Sacra, ma anche come fonte della nostra conoscenza. Il Buddha era un indiano, insegnava in India. C’è la tradizione pali, seguita principalmente in Sri Lanka, Birmania, Thailandia e così via, e c’è la tradizione sanscrita. Nell’VIII secolo, l’imperatore tibetano invitò in Tibet Shantarakshita, il principale studioso dell’Università di Nalanda. Riconoscendo che i tibetani avevano una loro lingua scritta, li incoraggiò a tradurre la letteratura buddista indiana in tibetano. Il risultato fu il Kangyur che consiste di 100 volumi di parole pronunciate dal Buddha ed il Tengyur che comprende più di 200 volumi di trattati di successivi maestri, per lo più indiani, come Nagarjuna ed Asanga.

I seguaci della tradizione sanscrita hanno preso a cuore il consiglio del Buddha di non accettare alla lettera ciò che insegnava, ma di metterlo in discussione e d’investigarlo. Il “Compendio della cognizione valida” di Dharmakirti e “Entrare nella Via di Mezzo” https://www.sangye.it/altro/?p=3259 di Chandrakirti https://www.sangye.it/altro/?p=10587 erano trattati chiave della Tradizione di Nalanda per la luce che gettavano sulla logica e sul punto di vista della Madhyamaka. Conservo sul mio tavolo “Entrare nella Via di Mezzo” di Chandrakirti, così come il suo commentario, e li leggo ogni giorno.

Da bambino ero uno studente riluttante, ma imparavo a memoria giorno per giorno parti di questi testi e recitavo al mio tutor ciò che avevo imparato.

Poiché la nostra formazione si basa sulla logica e sulla ragione, siamo stati in grado di tenere conversazioni utili con gli scienziati. Tra gli argomenti che abbiamo discusso ci sono stati il funzionamento della mente e come trasformare le emozioni distruttive.

Sono orgoglioso di essere in grado di combinare la filosofia buddista con una prospettiva scientifica. Mi piace pensare come il mio amico Francisco Varela, anche lui scienziato profondamente interessato al buddismo, che diceva: “Ora indosso il mio cappello buddista, o ora indosso il mio cappello da scienziato”, secondo il punto di vista che stava sostenendo. È giunto il momento di combinare l’educazione moderna con l’antica conoscenza indiana, sulla base della quale possiamo dare un contributo significativo alla conoscenza di questo pianeta.

Per quanto riguarda la gestione dei disastri, il fatto che le nostre azioni siano positive o meno dipende dalla nostra motivazione. Il fattore chiave è se abbiamo un atteggiamento compassionevole. L’India ha tradizioni di lunga data di “ahimsa”, non nuocere, e “karuna”, compassione. La domanda cruciale è se possono essere combinati con una prospettiva moderna.

In passato, il Mahatma Gandhi ha mostrato come ‘ahimsa’, intesa come non violenza, potesse essere applicata in termini pratici. I suoi successi furono ammirati ed emulati da figure come Nelson Mandela ed il vescovo Tutu in Sud Africa e Martin Luther King negli Stati Uniti. Il non nuocere e la non violenza non sono solo moralmente corretti, sono anche praticamente appropriati”.

Sua Santità ha osservato che ha trascorso la maggior parte della sua vita in India e che il suo cervello è pieno di conoscenza indiana. Ha dichiarato di essere un rifugiato, ma il Pandit Nehru gli diede una casa, prima a Mussoorie e poi a Dharamsala. Ha aggiunto che quando si è trasferito per la prima volta da Mussoorie a Dharamsala sentiva che stava lasciando un luogo ben collegato per un luogo remoto, ma l’ufficiale politico che lo accompagnava, Pt Pant, predisse che Dharamsala era il luogo da cui il messaggio del Dalai Lama sarebbe giunto al mondo intero.

All’epoca pensavo che stesse esagerando, ma forse aveva ragione. Ad ogni modo, sono felice di poter condividere ciò che capisco dell’antica conoscenza indiana che può contribuire a creare un mondo più pacifico aiutando le persone a scoprire la pace della mente. Dal momento che tutti vogliono vivere in pace, dobbiamo capire che combattere, uccidere e spendere ingenti somme di denaro in armi è superato. Dobbiamo trasformare il mondo sulla base della ragione e dell’istruzione”.

Nel rispondere alle domande del pubblico, Sua Santità ha sottolineato che, poiché la pratica religiosa è un mezzo per ottenere la pace della mente, e poiché tutte le tradizioni religiose al loro interno insegnano la compassione, sono tutte degne di rispetto. Ha notato che, poiché tutti gli esseri senzienti desiderano essere felici e tutti hanno diritto dessere felici e liberi dalla sofferenza, “karuna” o compassione ha anche a che fare con la democrazia.

Per quanto riguarda il modo in cui gli esseri umani si relazionano alla tecnologia e all’ambiente, Sua Santità ha consigliato che dobbiamo sempre guardare le cose da un’ampia prospettiva olistica. Non dobbiamo dimenticare che la tecnologia è destinata a servire l’umanità e che dobbiamo essere attenti alla protezione dell’ambiente.

Uno scienziato che ha parlato di affrontare l’ingiustizia e l’umiliazione inaccettabili voleva sapere come rispondere con compassione ad un comportamento dannoso. Sua Santità gli ha risposto che per essere felici è necessario non fare del male, “ahimsa”, e trattare tutti con compassione, “karuna”. Ha menzionato l’importanza di riconoscere che il nucleo della pratica religiosa non è come una politica che divide. La sua essenza è la compassione, alla luce della quale non ci sono basi per discriminazioni o conflitti con gli altri. In generale, ha aggiunto, l’India è un esempio di tutte le religioni che vivono insieme pacificamente.

Commentando che i moderni sistemi educativi prestano poca attenzione ai modi per sviluppare la pace della mente, Sua Santità ha raccomandato di adottare misure per promuovere “ahimsa” e “karuna”.

Quando siamo piccoli apprezziamo tutti l’affetto di nostra madre”, ha aggiunto, “ma, quando cresciamo, l’amore e l’affetto sembrano essere meno rilevanti. Tuttavia, la pratica della compassione riguarda l’essere una persona pacifica qui e ora. Un aspetto di “karuna” o compassione è riconoscere che le altre persone sono proprio come noi. Come animali sociali, abbiamo una naturale tendenza ad aiutarci a vicenda. Tuttavia, ammiro davvero quelle persone ed organizzazioni che intervengono per aiutare le persone sopraffatte dai disastri.

La pandemia di Covid-19 ha anche offerto molte opportunità per aiutare le persone che si sono ammalate o sono afflitte dal dolore per i parenti che hanno perso. Vedere gli altri in difficoltà non è un motivo per sentirsi demoralizzati, dovrebbe rafforzare il nostro senso di compassione”.

Sua Santità ha osservato che in passato gli scienziati non hanno prestato molta attenzione al ruolo della pace interiore. Ora questo atteggiamento è cambiato e l’importanza di raggiungere la pace della mente nella coltivazione del benessere fisico e mentale sta diventando molto meglio compresa. L’effetto dirompente delle emozioni distruttive come la rabbia e la paura, ed il modo in cui danno origine all’ansia, è anche più chiaramente apprezzato. Allo stesso modo, c’è un crescente riconoscimento che la compassione porta pazienza ed un approccio più realistico ai problemi. Sua Santità ha citato il consiglio di Shantideva di esaminare se le difficoltà possono essere superate. Se lo possono, ecco cosa fare; se non si possono vincere, preoccuparsi di loro non migliorerà la situazione.

Ho perso il mio Paese, la mia libertà ed ho assistito a tanta distruzione”, ha ricordato Sua Santità, “e tuttavia sento ancora che il mio approccio della Via di Mezzo, alla ricerca di un’autentica autonomia che ci permetta di preservare la nostra cultura, sia un’opzione realistica. Inoltre, un numero crescente di fratelli e sorelle cinesi si sta interessando al buddismo e può imparare dalle nostre tradizioni”.

Alla domanda su come possiamo riconnetterci con la natura e salvare il pianeta, Sua Santità ha prima dichiarato che tutti i sette miliardi di esseri umani sono essenzialmente gli stessi, in quanto provano le stesse emozioni e cercano di vivere una vita felice. Questa è la base su cui asserisce l’unità dell’umanità. Coltivare un ambiente sano non è solo una questione di proteggere il nostro paese od il nostro continente, si tratta di proteggere l’intero pianeta e garantire una vita sicura e felice per l’intera umanità.

Maj Gen Bindal ha riassunto la conversazione e ha ringraziato Sua Santità per aver evidenziato quattro punti: l’essenza di tutte le tradizioni religiose è “karuna” e “ahimsa”; che l’educazione ci fornisce i mezzi per sviluppare la compassione e raggiungere la pace della mente; che dobbiamo cercare modi per combinare l’antica conoscenza indiana con l’educazione moderna ed infine che dobbiamo essere consapevoli dell’unicità dell’umanità.

Il prof. Santosh Kumar ha anche ringraziato Sua Santità per aver approfondito i temi dell’amore e della compassione, l’empatia e la gioia e per aver confermato il ruolo essenziale della compassione, non solo nella gestione dei disastri, ma anche nelle normali relazioni umane.

“Sono molto felice di aver avuto l’opportunità di parlarvi di ‘karuna’ ed ‘ahimsa’ che sono elementi chiave della vostra antica tradizione indiana”, ha risposto Sua Santità. “Il mondo in generale deve essere consapevole di queste qualità. Condividere queste idee su base laica con quante più persone possibile sarà di immenso beneficio. Grazie.”

Prima bozza di traduzione, salvo errori ed omissioni, da https://www.sangye.it/dalailamanews/?p=14967 del Dott. Luciano Villa del Centro Studi Tibetani Sangye Choeling di Sondrio, il cui nome è stato conferito da Sua Santità il Dalai Lama. Guarda il video originale in inglese https://www.dalailama.com/videos/compassion-and-love ed il video in italiano http://it.dalailama.com/videos/compassione-e-amore con la traduzione di Fabrizio Pallotti che ringraziamo.


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