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Sua Santità il Dalai Lama: Insegnamenti sulle ” 37 Pratiche dei Bodhisattva’ a Leh. 1° giorno
Luglio 22nd, 2023 by admin

Sua Santità il Dalai Lama: “Attaccamento e rabbia non sono radicati nella natura della mente. Se lo fossero, non potremmo mai avere nessun’altra esperienza. Ma, come accade, le emozioni negative sono solo temporanee, mentre l’amore e la compassione diventano più forti con la conoscenza.”

21 luglio 2023. Shewatsel, Leh, Ladakh UT, India – Questa mattina, già al sorgere del sole, migliaia di persone hanno iniziato a riversarsi nell’area di Shewatsel dove Sua Santità avrebbe tenuto l’insegnamento, fino a giungere circa a 45.000.

Sua Santità il Dalai Lama dalla sua dimora dello Shewatsel Phodrang ha raggiunto il luogo dell’insegnamento su una golf car, lo precedevano dei monaci dai loro berretti gialli da cerimonia che suonavano il corno. Un simbolico ombrello di seta gialla svolazzava sopra il veicolo di Sua Santità, che sorrideva e salutava la folla. Nel frattempo, innanzi al trono, degli studiosi locali mostravano le loro capacità di dibattito.

Mentre Sua Santità prendeva posto, Lama locali e Tulku sedevano intorno al trono, quindi dei Funzionari della Ladakh Buddhist Association (LBA), della Ladakh Gonpa Association (LGA) e gli sponsor dell’evento hanno fatto a Sua Santità un’offerta formale del mandala.

“Oggi, qui in Ladakh, illustrerò un insegnamento del Buddha”, ha esordito Sua Santità. “Tutte le tradizioni religiose ci insegnano ad essere gentili e disponibili gli uni con gli altri, cosa che apprezzo. Così come apprezzo e rispetto tutte le tradizioni religiose. Quando visito luoghi diversi in paesi diversi, cerco di visitarne i luoghi di culto, se possibile.

Le persone su questa terra combattono tra loro per una serie di motivi, ma, quando lo fanno in nome della religione, è davvero un peccato. Questo è uno dei motivi per cui mi sforzo di stabilire l’armonia interreligiosa.

Qui in Ladakh, ad esempio, la maggioranza della popolazione è buddista, ma c’è anche una consistente comunità di musulmani, oltre ad un certo numero di cristiani ed altri appartenenti alle tradizioni non buddiste dell’India. Possono avere tutti modi filosofici diversi di spiegare le loro tradizioni, ma, alla fine, non sono altro che modi diversi di servire gli altri esseri. I cristiani, ad esempio, sono noti per il loro impegno nell’istruzione e nell’assistenza sanitaria, ma tutte queste tradizioni fanno del bene. Per questo motivo, è importante che siano in buoni rapporti tra loro. E possono raggiungere questo obiettivo riunendosi di tanto in tanto per conoscersi meglio.

Oggi il tempo è migliore. Non fa né troppo caldo né troppo freddo. Sebbene siano invisibili per noi, sento che anche gli spiriti, gli dei e le divinità locali si sono riuniti qui per ascoltare gli insegnamenti.

Oggi esamineremo le Trentasette pratiche di tutti i Bodhisattva’ https://www.sangye.it/altro/?p=134 di Gyalsé Thogmé Sangpo. L’autore era un Bodhisattva che meditava nelle grotte di Ngulchu. Dei molti aspetti della pratica buddista in cui si è impegnato, si è concentrato principalmente sulla bodhicitta, coltivando la mente altruistica del risveglio. Domani darò l’iniziazione ad Avalokiteshvara, il Grande Compassionevole.

Ho ricevuto la spiegazione di questo testo dal Lama del Kinnaur, Khunu Lama Rinpoché https://www.sangye.it/altro/?p=6403. È un insegnamento molto benefico che tratta di bodhicitta e della Via del Bodhisattva. Medito su bodhicitta https://www.sangye.it/altro/?p=7501 ogni mattina non appena mi sveglio. Non c’è altro modo migliore per raggiungere i nostri obiettivi o quelli degli altri. Mi dà il coraggio di impegnarmi per tutti gli esseri senzienti finché ci sarà lo spazio.

Quando penso di beneficiare tutti gli esseri senzienti e di non fare del male a nessuno, nasce in me uno stato d’animo gioioso, che contribuisce al mio essere fisicamente in forma e mi assicura un sonno profondo.

Sua Santità ha ricordato che in tutto il mondo si parla di pace. La prima e la seconda guerra mondiale del secolo scorso furono un periodo di grande violenza. Un enormità di armi fu usata per uccidere e distruggere. Ma non è sufficiente dichiarare che dobbiamo porre fine alle guerre, ha incalzato, fintanto che miriamo alla nostra vittoria ed alla sconfitta degli altri. Ha sottolineato che facciamo tutti parte della società umana e dipendiamo tutti dagli altri.

Ha osservato che anche se abbiamo modi di pensare diversi, non sono una scusa per per produrre conflitti. Ha sottolineato che abbiamo bisogno di un senso di unità dell’umanità e di un desiderio di stabilire la pace. In questi giorni, poiché siamo tutti molto più interdipendenti, abbiamo bisogno di un forte senso di fratellanza e sorellanza.

Sua Santità ha notato che fin dalla nascita siamo stati tutti nutriti con amore ed affetto. I bambini entrano apertamente in rapporto coi loro compagni senza alcuna discriminazione. È solo crescendo che imparano ad operare distinzioni tra gli uni e gli altri.

Potremmo avere dei sistemi economici differenti, ma abbiamo ancora bisogno di vivere in pace e cooperazione coi nostri simili. Dovremmo pensare in termini di reciproco vantaggio, non in termini di “noi” e “loro”.

Ha ribadito che parlare solo di pace non basta. La vera pace nel mondo arriverà solo quando ridurremo l’arroganza e l’invidia, la rabbia e l’odio ed accresceremo il nostro senso di amore e compassione. Sua Santità ha sottolineato che tutti noi soffriamo a causa della crisi climatica e del riscaldamento globale, quindi dobbiamo aiutarci a vicenda.

“È nella natura umana fondamentale essere affettuosi”, ha continuato Sua Santità. “Proprio all’inizio della nostra vita non abbiamo alcun desiderio di combattere. Ma man mano che cresciamo, impariamo a pensare in termini di “noi” e “loro”. Invece, dovremmo pensare a tutti gli esseri umani come parte di “noi”.

La pace nel mondo non cadrà dal cielo né sgorgherà spontaneamente dalla terra. Nel suo “Entrare nella Via di Mezzo” https://www.sangye.it/altro/?p=3259 Chandrakirti https://www.sangye.it/altro/?p=10587 sia all’inizio, che a metà ed alla fine del sentiero, loda il valore della bodhicitta. Pertanto, nelle nostre menti dovremmo incrementare la compassione e ridurre i pensieri negativi: questo è ciò che viene insegnato in questo testo.

Per quanto mi riguarda, bodhicitta è la mia pratica principale e la mia preghiera quotidiana è:

Finché ci sarà lo spazio,

E finché ci saranno gli esseri senzienti,

Fino ad allora, posso restare anch’io

Per aiutare a dissipare la sofferenza del mondo.

Guardiamo il testo. Come ho detto prima, ne ho ricevuto una spiegazione dal Lama del Kinnaur, Khunu Lama Rinpoché, Tenzin Gyaltsen. Quando erano ancora entrambi in Tibet, il mio Tutore Anziano, Kyabjé Ling Rinpoché, studiava poesia con lui. Quindi, quando ho espresso il desiderio di ricevere insegnamenti da Khunu Lama Rinpoché, Ling Rinpoché ha detto che sarebbe stato bello farlo.

Incontrandolo, chiesi a Khunu Lama Rinpoché se avesse studiato il ‘Bodhicharyavatara’ https://www.sangye.it/altro/?p=2346 di Shantideva https://www.sangye.it/altro/?p=11776, la ‘Via del Bodhisattva’ https://www.sangye.it/altro/?p=2352 e lui mi disse che era la sua pratica principale. A tempo debito, me l’ha insegnato ed è stato molto utile per la mia mente. Da quando ne ho ricevuto la sua spiegazione, ne ho sempre tenuto una copia a portata di mano accanto al mio letto.

“Abbiamo pratiche di divinità in base alle quali ci immaginiamo come divinità, ma è la ‘Via del Bodhisattva’ che è stata davvero benefica per la mia mente.”

Passando alle “Trentasette pratiche di tutti i Bodhisattvahttps://www.sangye.it/altro/?p=134, Sua Santità ha osservato che le primissime righe consistono in un omaggio ad Avalokiteshvara, che incarna la compassione proprio come Manjushri incarna la saggezza. È grazie alle preghiere fatte in passato che ora ci sentiamo vicini ad Avalokiteshvara e recitiamo il suo mantra.

Il verso successivo include la promessa dell’autore di comporre il testo. Sua Santità ha osservato che innumerevoli Buddha hanno fatto della bodhicitta la loro pratica principale e di conseguenza sono stati al servizio degli esseri senzienti. Quindi, come seguaci del Buddha Sakyamuni, anche noi dovremmo coltivare la bodhicitta.

Sua Santità ha affermato che tutti diciamo: “Mi rifugio nel Buddha”, ma dobbiamo chiederci cosa significhi la parola Buddha.

La prima sillaba del termine tibetano “Sang-gyé” indica un qualcuno che ha superato tutte le contaminazioni, che comprendono sia le emozioni distruttive sia le loro impronte negative residue. La seconda sillaba rappresenta la chiara visione di tutto ciò che c’è da sapere, come le Due Verità: relativa ed assoluta. Il Buddha, quindi, è qualcuno che ha superato tutte le negatività ed ha acquisito una conoscenza piena e chiara di tutto ciò che deve essere conosciuto.

Il raggiungimento della perfetta illuminazione, ha proseguito Sua Santità, non avviene senza averne raccolto le cause e le condizioni. Non solo dobbiamo essere determinati a raggiungere la Buddità, ma dobbiamo anche eliminare tutte le emozioni distruttive e gli oscuramenti alla conoscenza. E, per farlo, dobbiamo impiegare la mente innata di chiara luce.

Se vi sforzate”, ha consigliato Sua Santità, “sarete in grado di sviluppare queste qualità e giorno dopo giorno farete dei progressi. La mia esperienza inizia con la nascita nella regione di Siling, quindi sono venuto nel Tibet centrale per scoprire il Buddha. Ho imparato e praticato, ed ora ho una certa esperienza di bodhicitta e vacuità. Non solo ne ho acquisito familiarità, ma mi è diventato più facile interagire con esse.

Se familiarizzate la vostra mente con queste pratiche, sarete in grado di vedere una trasformazione interiore. Insieme alla pratica di bodhicitta, dovremmo meditare sulla vacuità. Tutte le scuole del Buddismo lo insegnano, ma è solo la scuola dei Conseguenzialisti della Via di Mezzo (Prasangika Madhyamaka) che insegna che niente ha un’esistenza inerente. Le cose esistono solo per designazione, per nome. Le cose funzionano come questo o quello, ma esistono solo per nome o designazione.

La tradizione buddista che abbiamo preservato in Tibet e nella regione himalayana è una presentazione completa, che si sintetizza nella coltivazione della bodhicitta e nella visione della vacuità.

Innanzitutto studiamo e quindi riflettiamo su ciò che abbiamo imparato. Ciò porta ad una comprensione basata sulla riflessione e, meditando su di essa, generiamo un’esperienza genuina dell’insegnamento. Non vi sto solo ripetendo parole vuote, questa è stata la mia esperienza. Potete sviluppare nella vostra mente la bodhicitta e l’intuizione della vacuità. Come osservato da un Bodhisattva sul sentiero dell’accumulazione guardando verso il sentiero della preparazione, la pratica riguarda la trasformazione della vostra mente.

Quando prendiamo rifugio nel Buddha, nel Dharma e nel Sangha, la cosa principale da capire è che dovremmo diventare noi stessi il Buddha, il Dharma ed il Sangha. Alla fine dovremmo incarnare noi stessi il Buddha, il Dharma ed il Sangha”.

Dopo la promessa di comporre il testo, Sua Santità, ne ha letto i versi, evidenziando la loro essenza come pratiche dei Bodhisattva: Abbandonare l’idea di appartenenza alla terra ove si dimora, coltivare l’isolamento e perché la coscienza alla fine lascerà questo corpo, lasciando andare questa vita. I versi successivi consigliano di abbandonare i cattivi amici, seguiti dagli amati maestri spirituali, prendere rifugio nei Tre Gioielli e non arrecare mai del male.

Attaccamento e rabbia”, ha osservato Sua Santità, “non sono radicati nella natura della mente. Se lo fossero, non potremmo mai avere nessun’altra esperienza. Ma, come accade, le emozioni negative sono solo temporanee, mentre l’amore e la compassione diventano più forti con la conoscenza. La natura fondamentale della mente è la chiarezza e la consapevolezza.

È possibile ridurre le afflizioni mentali e superarle?

L’ignoranza, per esempio, non è della natura della mente, ma è a causa dell’ignoranza, vedendo le cose come intrinsecamente esistenti, che la rabbia e l’odio sorgono in noi. Esaminate la vostra esperienza e vedrete che potete superare le emozioni distruttive e sviluppare stati mentali positivi come bodhicitta.

È chiaro che possiamo trasformare le nostre menti. Ecco un esempio: i comunisti cinesi hanno causato così tanti problemi ai tibetani, tuttavia, invece di provare rabbia nei loro confronti, possiamo ricordare che agiscono per ignoranza e possiamo provare compassione nei loro confronti. Il che è sintetizzato da una strofa dell'”Offerta al Maestro Spirituale” (Lama Chöpa).

Pertanto, o venerabili compassionevoli guru,

Beneditemi, affinché tutti gli ostacoli di nefandezze e sofferenze

Degli esseri madri in questo momento maturino su di me,

Ed affinché possa donare agli altri la mia felicità e le mie virtù

Affinché tutti gli esseri senzienti conseguano la beatitudine.

Sua Santità ha quindi letto rapidamente i versi rimanenti, osservando che, laddove la strofa 22 si riferisce al non prendere in considerazione aspetti intrinseci del soggetto e dell’oggetto, può applicarsi alle opinioni sia della Scuola della Mente Cittamatra che della Via di Mezzo Madyamika Presangika.

Il colophon fa notare che il testo è stato composto dal Bodhisattva Thogmé Sangpo. Nella copia che Sua Santità stava leggendo che fu pubblicata da Lhatsun Rinpoché in Tibet, l’editore scrisse:

Volendo essere di aiuto agli altri ma sentendomi incapace di farlo,

Fiumi di lacrime e compassione

Inumidiscono il mio viso ed il mio cuore.

Quindi, dal mio cuore offro questo consiglio ai miei discepoli.

Pubblico questo testo con l’intenzione di beneficiare tutti gli altri, che è il fondamento dell’addestramento alla bodhicitta dell’aspirazione e dell’Impegno del Grande Veicolo. In virtù di ciò, possano essere spontaneamente esauditi i desideri di tutti coloro che sostengono, preservano e diffondono gli insegnamenti dell’onnisciente Buddha Sakyamuni, ed in particolare la suprema tradizione che unisce le spiegazioni e le realizzazioni di Sutra e Tantra, insegnata dal Gentile Protettore Tsongkhapa https://www.sangye.it/altro/?p=11772. Possano i suoi piedi di loto rimanere saldi fino alla fine dell’esistenza ciclica.

Quindi conclude con l’aspirazione che siano esauditi i desideri del patrono della pubblicazione, un certo Dorjé Tsewang,.

“Conoscevo Lhatsun Rinpoché”, ha rivelato Sua Santità. “Mi disse che una volta, mentre stava eseguendo un rituale di lunga vita basato su Tara Bianca, ebbe una visione di raggi di luce che si irradiavano dal cuore di Arya Tara e colpirono una mia immagine nelle vicinanze. Mi assicurò che questa era un’indicazione che avrei avuto una lunga vita.

Per oggi abbiamo terminato l’insegnamento. Domani conferirò l’iniziazione del Grande Compassionevole. Poiché questa pratica appartiene alla categoria dei Tantra d’Azione, dovreste evitare di consumare carne, uova e pesce a colazione.

Ancora una volta, Sua Santità si è avvicinato al bordo del palco per salutare la folla. E, prima di salire sul golf-car sotto la porta del padiglione, ha voluto salutare le persone radunate lì vicino, compreso un gruppo di tamburini ladaki. Quindi è salito sul veicolo, salutando, riconoscendo le persone che lo omaggiavano assiepate su entrambi i lati del percorso verso la sua residenza.

Tradotto da https://www.sangye.it/dalailamanews/?p=15568 dal Dr Luciano Villa nell’ambito del Progetto Free Dalai Lama’s Teachings per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Consiglio di visionare il video dell’insegnamento in inglese https://www.dalailama.com/videos/teachings-in-leh-ladakh-2023 ed in italiano https://www.facebook.com/DalaiLamaItaliano/videos/790629499470402 tradotto da Fabrizio Pallotti.


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