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Sikkim, Sua Santità il Dalai Lama: Le trentasette pratiche dei Bodhisattva
Dicembre 14th, 2023 by admin

Sua Santità il Dalai Lama: “Tutti gli esseri umani vogliono essere felici, ma quando guardiamo indietro alla storia, vediamo quanto spesso le guerre sono state combattute in nome della religione. Questo approccio è obsoleto. È responsabilità di ognuno di noi lavorare per creare un mondo pacifico e armonioso”.

12 dicembre 2023 Gangtok, Sikkim, India – Quando Sua Santità il Dalai Lama è arrivato questa mattina allo Stadio Paljor, è stato ricevuto da Shri Sonam Lama, Onorevole Ministro del Dipartimento degli Affari Ecclesiastici. Giunto al padiglione dal quale avrebbe conferito insegnamenti, venne di nuovo accolto da S.E. Lakshman Prasad Acharya, governatore del Sikkim e Shri Prem Singh Tamang (Golay), onorevole primo ministro del Sikkim.

Tsechokling Rinpoché ha rivolto alcune parole di benvenuto ai dignitari seduti sul palco ed alle circa 40.000 persone riunite nello stadio, alcune delle quali erano arrivate prima delle 4:00 del mattino. Ha quindi invitato il Primo Ministro a prendere la parola.

“Namo Buddhaya”, ha iniziato ed ha dato inizialmente il benvenuto a Sua Santità, ai Rinpoché, all’On. Governatore del Sikkim, all’On. Presidente della Corte Suprema dell’Alta Corte del Sikkim, al presidente e vicepresidente dell’Assemblea legislativa del Sikkim, ai ministri e altri stimati dignitari per poi così rivolgersi ai rappresentanti dei media ed al pubblico:

Do il benvenuto a ciascuno di voi in questa occasione propizia.

Do il benvenuto a Sua Santità il Dalai Lama, la manifestazione di Avalokiteshvara nel bellissimo e verdeggiante stato del Sikkim.

Oggi siamo alla presenza di uno dei leader spirituali più rispettati al mondo. Il suo messaggio sull’unità dell’umanità ispira persone in tutto il mondo. È venuto da Dharamsala per parlarci, cosa per la quale esprimo un grande debito di gratitudine. Il nostro spirito sarà sollevato dalle sue parole; le nostre intenzioni diventeranno pure. Ascoltare la sua spiegazione delle “Trentasette pratiche dei Bodhisattva” https://www.sangye.it/altro/?p=134 di Gyalsey Thogmé Sangpo ci aiuterà a trovare la via della pace mentre intraprendiamo la nostra strada attraverso la vita moderna. Sono onorato ancora una volta, a nome del popolo del Sikkim, di esprimere la nostra gratitudine”.

Sua Santità ha quindi offerto al Primo Ministro una statua del Buddha.

“Oggi i discepoli sono principalmente persone del Sikkim e dei paesi vicini”, ha esordito Sua Santità, parlando in tibetano, tradotto in nepalese ed in altre lingue. “Molte persone sono venute qui per rispetto nei miei confronti. Vi do il benvenuto.

La maggior parte di voi professa una pratica religiosa e molti di voi hanno interesse per l’insegnamento del Buddha. Noi esseri umani, dal momento in cui nasciamo, non vogliamo soffrire; vogliamo essere felici. Questo è un istinto naturale che condividiamo anche con gli animali. Tutti gli esseri viventi desiderano semplicemente essere felici e gli esseri umani sono in grado di esprimere questo desiderio. Ciò nonostante, persistiamo nell’impegnarci in attività che ci portano alla sofferenza.

Vediamo le altre persone in qualche modo come diverse da noi; come persone che hanno convinzioni diverse dalle nostre. Tuttavia, rispetto tutte le tradizioni religiose e, ovunque vada, visito i luoghi di culto, le chiese, le moschee ed i templi di altre persone e vi rendo omaggio.

Le persone creano divisioni sulla base della fede religiosa, quando invece ciò di cui abbiamo bisogno è armonia ed amicizia. Qui in India, la Terra dei Nobili, troviamo tutte le nostre tradizioni religiose, Islam, Ebraismo, Cristianesimo, Induismo e così via, e coesistono in armonia. Possono adottare punti di vista filosofici diversi, ma condividono un messaggio comune sulla necessità di coltivare un buon cuore, un cuore caldo. Ed è per questo motivo che tutte queste tradizioni religiose meritano il nostro rispetto.

La religione dovrebbe poterci aiutare a risolvere i nostri problemi, invece troppo spesso creiamo problemi in nome della religione. All’interno della tradizione buddista abbiamo quattro scuole di principi filosofici: Particolaristi (Vaibhashika), Seguaci del Sutra (Sautrantika), Solo Mente (Chittamatra) e la Via di Mezzo (Madhyamika), ma condividono tutti un’enfasi comune sulla coltivazione del buon cuore.

Non dovremmo lasciare che la religione ci divida. Come ho già detto, rispetto tutte le tradizioni religiose perché tutte ci consigliano di essere onesti e di buon cuore. Alcune fedi credono in un dio creatore, altre no. Ma, come dico spesso, la fede religiosa è una questione personale. Resta però il fatto che tutti gli esseri umani hanno bisogno di un buon cuore, motivo per cui considero così importante l’etica laica.

In sostanza, tutti gli esseri umani vogliono essere felici, ma quando guardiamo indietro alla storia, vediamo quanto spesso le guerre sono state combattute in nome della religione. Questo approccio è obsoleto. È responsabilità di ognuno di noi lavorare per creare un mondo pacifico e armonioso”.

Sua Santità ha aggiunto che abbiamo già abbastanza problemi ad affrontare, come i disastri naturali e così via, senza aggiunne altri, litigando in nome della religione. Quando siamo nati non avevamo una religione. Avendoci partoriti, nostra madre si è presa cura di noi con amore ed affetto. Senza quello non saremmo sopravvissuti. Questo vale per tutti gli esseri umani ed è una buona ragione per cui dovremmo aiutarci a vicenda. Sua Santità ha ribadito che dobbiamo aiutarci a vicenda con un acuto senso dell’unità dell’umanità. Se riusciamo a farlo, ha detto, saremo in grado di costruire un mondo più felice.

Sua Santità ha attirato l’attenzione sulle enormi risorse impiegate per realizzare armi sempre più potenti il cui scopo è solo distruttivo. Ha ripetuto che dovunque vada, sottolinea che siamo tutti uguali, tutti vogliamo essere felici, quindi dobbiamo essere in amicizia gli uni con gli altri.

Molte persone sono morte nelle recenti inondazioni qui in Sikkim. Dovremmo pregare per tutti coloro che sono stati colpiti, per coloro che sono morti e per coloro che sono ancora in vita. reciteremo insieme un giro di “mala” del mantra di Cenresi. Le persone in Tibet e nella vicina regione himalayana hanno uno stretto legame con Avalokiteshvara. Abbiamo l’abitudine di recitare “Om mani padme hung”, quindi oggi reciteremo insieme un giro di “mala” per coloro che hanno sofferto a causa dei recenti disastri. Possiamo dedicare tutti i meriti che maturiamo per raggiungere lo stato di Avalokiteshvara.

“Le Trentasette Pratiche https://www.sangye.it/altro/?p=134 iniziano rendendo omaggio ad Avalokiteshvara che è lodato da tutti i Buddha ed ha realizzato tutte le qualità e che “pur vedendo che tutti i fenomeni sono privi del venire e dell’andare, esprime uno sforzo deciso per il bene di tutti gli esseri viventi. ‘.

Ciò che esiste non lo è dalla sua parte. Le cose esistono per designazione. Le persone e le cose nascono in modo dipendente ed è per questo che è importante vivere in armonia gli uni con gli altri.

Il testo ci dice di ascoltare le spiegazioni su come le persone e le cose non abbiano un’esistenza intrinseca, di riflettere su ciò che abbiamo imparato e di meditare su ciò che abbiamo capito. Faccio della mente del risveglio di bodhicitta e della saggezza che comprende la vacuità il fulcro della mia pratica. Di conseguenza, quando penso ai problemi che la gente in Tibet ha dovuto affrontare a causa dell’ideologia comunista, non sono arrabbiato né mosso dall’odio. Provo compassione per coloro che ci hanno reso le cose difficili.

Se puoi, quando ti svegli al mattino, genera bodhicitta. Allora i tuoi pensieri negativi si attenueranno e troverai la pace della mente. Bodhicitta porta felicità e benessere agli altri ed a noi. Trovo che allenare la mia mente a coltivare bodhicitta non solo porti pace mentale, ma accresca il mio senso di benessere fisico.

Bodhicitta ti rende rilassato e capace di dormire profondamente; ti tranquillizza la mente. Non sarai più né invidioso né competitivo.

Sono cresciuto crogiolandomi nella amorevole gentilezza di mia madre ed in seguito ho imparato formalmente a coltivare bodhicitta. Ora ho 88 anni, quasi 90, ed ho una mente calma e rilassata. Naturalmente, accumulare meriti e saggezza alla fine ci porta all’illuminazione, ma secondo la mia esperienza possiamo anche sentire l’effetto che hanno sulla nostra vita quotidiana. Esistono diverse spiegazioni su come generare bodhicitta, ma anche se non riesci a pensarci profondamente, se riesci a coltivare un atteggiamento affettuoso verso gli altri, questo ti porterà la pace della mente.

Sua Santità ha preso in esame le “Trentasette Pratiche” e ne ha letto le strofe, evidenziando quelle in cui si consiglia di rinunciare alla propria patria, di coltivare l’isolamento, di lascia andare questa vita, di rinunciare ai cattivi amici, di amare il maestro spirituale, di rifugiarsi nei Tre Gioielli, di non incorrere in azioni nefaste; d’aspirare allo stato supremo dell’immutabile liberazione e di sviluppare l’intenzione altruistica: queste sono le pratiche dei Bodhisattva.

Il testo prosegue: scambia la tua felicità con la sofferenza degli altri; dedica il tuo corpo, i tuoi beni e le tue virtù, passate, presenti e future a coloro che ti derubano; prendi su di te tutte le negtivitài degli altri. Quando qualcuno ti denigra, ponilo, come faresti col tuo maestro spirituale, sulla sommità del tuo capo; fatti carico delle malefatte e della sofferenza di tutti gli esseri viventi; vedi tutta la fortuna mondana come priva di essenza; sottometti la tua mente; abbandona l’attaccamento e non tenere in mente i segni (inerenti) del soggetto e dell’oggetto: questo, ha osservato Sua Santità, si riferisce alla vacuità.

Non considerare le cose come reali ed abbandona l’attaccamento; vedile come illusorie e salvaguardia la tua disciplina etica. Unitamente ai mezzi abili, coltiva la saggezza che non concepisce le tre sfere (come reali). Sua Santità ha affermato che, per quanto riguarda la vacuità, è importante studiare i trattati della Via di Mezzo (Madhyamika), come la “Saggezza Fondamentale della Via di Mezzo” https://www.sangye.it/altro/?p=9194 di Nagarjuna https://www.sangye.it/altro/?p=10906, i “400 versi” https://www.sangye.it/altro/?cat=72 di Aryadeva https://www.sangye.it/altro/?p=10173 e soprattutto “L’ingresso nella Via di Mezzo” https://www.sangye.it/altro/?p=3259 di Chandrakirti https://www.sangye.it/altro/?p=10587.

Il testo continua: esamina i tuoi errori e liberatene; non menzionare le colpe di coloro che sono entrati nel Grande Veicolo; rinuncia all’attaccamento alle famiglie di amici, parenti e benefattori; rinuncia alle parole dure; distruggi, non appena si presentano, le emozioni disturbanti come l’attaccamento; qualunque cosa tu stia facendo, chiediti “Qual è lo stato della mia mente?” e infine, dedica la virtù derivante da tale sforzo all’illuminazione: questa è la pratica dei Bodhisattva.

Dopo aver completato la lettura dell’insegnamento sulle Trentasette Pratiche, Sua Santità ha ricordato ai suoi ascoltatori che l’essenza è avere un buon cuore ed essere determinati a non separarsi dal desiderio di fare del bene agli esseri senzienti. Avere una mente altruistica è la cosa più importante.

Per quanto riguarda la saggezza Sua Santità ha raccomandato di leggere e riflettere su una serie di strofe

tratte dal sesto capitolo di “Entrare nella Via di Mezzo” https://www.sangye.it/altro/?p=3259 di Chandrakirti https://www.sangye.it/altro/?p=10587, confidando di recitare e riflettere ogni giorno su queste strofe e di riconoscere l’effetto profondamente positivo che questo ha avuto sulla sua mente. Può sembrare che le cose esistano intrinsecamente, ma in realtà esistono solo per designazione.

Se le caratteristiche intrinseche delle cose dovessero sorgere in modo dipendente,

negandolo, le cose verrebbero distrutte;

la vacuità sarebbe allora causa di distruzione delle cose.

Ma questo è illogico, quindi non esistono entità reali. 6.34

Pertanto, quando si analizzano tali fenomeni,

nulla si trova come loro natura, al di fuori della talità.

Quindi, la verità convenzionale del mondo quotidiano

non dovrebbe essere sottoposta ad analisi approfondita. 6.35

Nel contesto della talità, alcuni ragionamenti non consentono il sorgere

da sé o da qualcos’altro, e lo stesso ragionamento

li impedisce anche a livello convenzionale.

Allora in che modo viene stabilito il tuo sorgere? 6.36

Cose vuote che dipendono da un insieme

come i riflessi e così via, non sono sconosciuti.

E proprio come da una cosa vuota come un riflesso

può sorgere una percezione che ne porta la forma, 6.37

Similmente, anche se tutte le cose fossero vuote
sarebbero intensamente prodotte da quelle che sono vuote.

Poiché in nessuna delle due verità esiste alcuna natura intrinseca,

i fenomeni non sono né eterni né annientati. 6.38

Con questo”, ha esclamato, “abbiamo finito”.

È seguita una breve cerimonia, a nome del popolo del Sikkim, di fervida preghiera per la lunga e sana vita di Sua Santità, in cui gli viene chiesto di vivere per eoni per il bene di tutti gli esseri senzienti, offrendogli il mondo intero visualizzato come un campo di Buddha.

Possa tu vivere finché l’esistenza ciclica non giungerà al termine. Possa il suono del tamburo del Dharma dissipare ogni sofferenza. Possa tu vivere a lungo per liberare gli esseri dalla sofferenza.

Tu che chiarisci l’insegnamento che unisce vacuità e compassione, Signore e Protettore della Terra delle Nevi, Avalokiteshvara in persona, possano tutte le tue aspirazioni essere soddisfatte.”

Per celebrare la felice occasione odierna si sono tenute una serie di presentazioni culturali. Dapprima un gruppo del Dipartimento Culturale del Sikkim si è esibito in canti e balli, quindi un gruppo di donne e di uomini della comunità tibetana, che apparentemente rappresentavano le tre province del Tibet, come indicato dai loro costumi, si è esibito in canti e balli con gioia esuberante mentre Sua Santità guardava e sorrideva in segno di apprezzamento.

Al termine dei lavori, Tsewang Doma, segretario aggiuntivo del Dipartimento degli Interni, ha chiesto a Sua Santità di inaugurare, virtualmente dal suo posto, due progetti. Innanzitutto, è stato invitato a porre la prima pietra del Progetto “Parco Karmapa a Rumtek”, organizzato dal Dipartimento del Turismo. Successivamente, gli è stato chiesto di deporre la prima pietra della statua di Gyalwa Lhatsun Chenpo da erigere nella circoscrizione elettorale di Simick-Khamdong, nel Sikkim orientale, per volere del Dipartimento della Cultura.

Shri Sonam Lama, Onorevole Ministro del Dipartimento degli Affari Ecclesiastici del Governo del Sikkim, ha espresso parole di ringraziamento, osservando che il Sikkim è una terra nascosta benedetta da Guru Padmasambhava, ringraziando Sua Santità per l’insegnamento ed i significativi consigli che ha oggi offerto alla gente del Sikkim, ringraziando i dignitari che hanno partecipato al celebre evento odierno ed ha espresso gratitudine a Tsechokling Rinpoché ed al suo team per la loro buona organizzazione.

“Il Primo Ministro e io siamo andati personalmente a Dharamsala per invitare Sua Santità nel nostro Stato”, ha ricordato. “Sin dai tempi di Gyalwa Lhatsunpa, il primo Chögyal, e del Grande Quinto Dalai Lama ci sono stati forti legami tra i Dalai Lama ed il Sikkim. Per noi Sua Santità rappresenta sia Guru Padmasambhava che Avalokiteshvara ed è stata una nostra grande fortuna invitarlo qui. Ancora una volta desidero ringraziare tutti coloro che hanno contribuito a questo grande evento”.

Il programma della giornata si è concluso con la recita di versi di buon auspicio.

Prima bozza di traduzione, salvo errori ed omissioni, da https://www.sangye.it/dalailamanews/?p=15722 del Dott. Luciano Villa del Centro Studi Tibetani Sangye Choeling di Sondrio, il cui nome è stato conferito da Sua Santità il Dalai Lama, nell’ambito del Progetto “Free Dalai Lama’s teachings” per il beneficio di tutti gli esseri senzienti.

Guarda l’Insegnamento di Sua Santità tradotto in inglese dal Lotzava Tenzin Tzepag https://www.youtube.com/watch?v=PLR0q9vw3MY


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