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Un tibetano muore in carcere cinese
Gennaio 28th, 2009 by admin

Muore un giovane tibetano per lesioni riportate mentre era in carcere – …
Pema Tsepak è stato arrestato per avere chiesto un Tibet libero e poi ricoverato in ospedale con lesioni interne. Intanto la polizia arresta 81 tibetani, per possesso di “musica reazionaria”. Profughi in esilio: le autorità vogliono prevenire proteste per gli anniversari di marzo.
Lhasa (AsiaNews/Agenzie) – La polizia ha arrestato almeno 81 persone in Tibet, accusate di agire contro la sicurezza della regione, tra cui 2 che sui telefoni cellulari hanno registrato “musica reazionaria”. Intanto i tibetani denunciano che il 23 gennaio è morto Pema Tsepak, per lesioni “riportate” mentre era in arresto.

Il 20 gennaio Pema (nella foto), insieme a Thinley Ngodrub e a suo fratello Thargyal, nella contea di Dzogang, prefettura di Chamdo, hanno portato uno striscione con scritto “indipendenza per il Tibet”, distribuito volantini e urlato slogan. La polizia li ha arrestati. Pema è stato poi ricoverato, con gravi lesioni a intestino e reni, nell’ospedale locale, dove è morto.

Il 24 gennaio sono state arrestate 51 persone per reati non specificati; il 25 ne sono state fermate altre 30 per furto, scippo, prostituzione. Almeno 2 sono accusate di possedere “musica reazionaria”, che in genere sono canzoni che lodano il Dalai Lama.

Dal 18 gennaio la polizia di Lhasa ha lanciato un “giro di vite contro il crimine”, rastrellando case, alberghi, camere in affitto, internet café e bar, “controllando” circa 6mila persone, secondo i media statali.

Il gruppo International Campaign for Tibet denuncia che questa operazione “vuole intimidire ancora di più i tibetani”, per stroncare possibili proteste e commemorazioni per le repressioni cinesi del 10 marzo 1959 (quando il Dalai Lama è dovuto fuggire in esilio) e del 14 marzo 2008 quando le forze armate hanno stroncato nel sangue le proteste dei tibetani. Per Pechino è “normale” arrestare elementi ritenuti sovversivi prima di grandi eventi, per evitare contestazioni pubbliche. Già a dicembre ci sono stati 59 arresti “ufficiali” di persone accusate di diffondere voci sovversive e di scaricare musica reazionaria.


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